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Generazione 2.0 made in Italy I primi italiani interamente cresciuti nel web 2.0, al di là di ogni preconcetto, ipocrisia, idiozia.

Generazione 2.0 made in italy

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INIZIATIVE EDITORIALI

ASSEPRIM realizza per gli associati delle guide dal taglio pratico che consentano di approfondire tematiche di stretta attualità.

Pubblicazioni:- 1 WEB 2.0- 2 GALATEO DELL’AZIENDA - 3 PERSONALITÀ E COMUNICAZIONE- 4 SOSTENIBILITÀ E RESPONSABILITÀ SOCIALE- 5 SOCIAL INFLUENCE MARKETING- 6 PERSONAL BRANDING IN AZIENDA- 7 GUIDA AL DIRITTO DELLA CRISI D’IMPRESA: IL NUOVO CONCORDA TO PREVENTIVO

Per approfondimenti: www.asseprim.it

L’AUTOREFederico Capeci dal 2000 si occupa di ricerche di mercato sul brand e la comunicazione. Dopo una vasta esperienza in importanti Istituti di ricerca e la carica di Research Manager in Coca-Cola Italia, dal 2005 si specializza nella ricerca sulla comunicazione digitale. In quell’anno con la carica di AD riposiziona ed internazionalizza OTO Research (Gruppo Fullsix quotato in borsa a Milano) e nel 2008 fonda Duepuntozero Research, la digital research agency del gruppo DOXA. Duepuntozero Research, da lui guidata, è considerata tra le più innovative agenzie di ricerca di mercato in Italia per la sua capacità di utilizzare gli ambienti digitali e di fornire consumer insight per la gestione della marca e la comunicazione. Laureato in Economia e specializzato alla SDA Bocconi di Milano, è frequent speaker in importanti convegni e ambiti accademici sui temi legati alla reputazione online, social media analysis e web co-creation. Dal 2009 esegue con continuità docenze nell’area digitale e consumer understanding dei Master del Gruppo Sole 24 Ore.

8 ASSEPRIM è l’Associazione nazionale che rap-presenta le aziende di Servizi Professionali alle imprese.

Associa oltre 700 tra società, imprese e soggetti professionali che operano sul territorio naziona-le, organizzate nelle seguenti aree di attività:•servizi assicurativi;•servizi comunicazionali;•servizifinanziari;•servizi multimediali;•servizi di consulenza aziendale;•servizi di organizzazione e gestione di eventi e fiere;

•servizi di ricerche di mercato; ed altri servizi ad elevato contenuto di competenze profes-sionali.

Gli associati ASSEPRIM possono beneficiaregratuitamente di:

- Corsi di formazione tecnica e manageriale

- Seminari di in-formazione e aggiornamen-to professionale

- Workshop emozionali e di sviluppo personale

- Informazione aggiornata e puntuale in tema di: eventi di settore, bandi e finanziamenti, opportunità per l’impresa, news nelle aree lavoro, welfare, tributario, legale, ambien-te e sicurezza

- Abbonamento gratuito a Unione Informa e l’Informatore online

- Consulenza e assistenza nelle aree lavoro, welfare, tributario, legale, ambiente e si-curezza

- Servizi al lavoro (stage, tirocini formativi e di orientamento, attività con giovani e Uni-versità)

- Gruppi di lavoro per promuovere progetti settoriali strutturati

- Partecipazione attiva alle indagini e accesso ai risultati delle ricerche promosse dall’Asso-ciazione per analizzare e interpretare lo scena-rio del mercato italiano - Tutte le opportunità legate a Unione Confcom-mercio Milano: convenzioni, servizi di conta-bilità, amministrazione del personale e pa-ghe, affitto sale riunioni, accesso al credito e assistenza sanitaria

Generazione 2.0made in Italy

I primi italiani interamentecresciuti nel web 2.0, al di là di

ogni preconcetto, ipocrisia, idiozia.

ASSEPRIM Corso Venezia 47 - 20121 Milano

Tel. 02 7750452 - Fax 02 [email protected]

www.asseprim.it

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Generazione 2.0made in Italy

I primi italiani interamente cresciuti nel web 2.0, al di là di

ogni preconcetto, ipocrisia, idiozia.

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ASSEPRIMAssociazione Servizi Professionali per le Imprese

•Testi a cura di

Federico CapeciAmministratore Delegato

DUEPUNTOZERO RESEARCH SRL•

Progetto grafico e stampa a cura diBOZZI MULTIMEDIA

•Finito di stampare nel mese di

Novembre 2012

Per questa edizione © Copyright 2012 ASSEPRIM

Associazione Servizi Professionali per le IMpreseC.so Venezia, 47-20121 Milano

tel. 02 7750452 - fax 02 7750463www.asseprim.it

[email protected]

Per il testo:© Federico Capeci

Via G.B.Fauché n.11 - 20154 [email protected]

www.linkedin.com/pub/federico-capeci/2/97/2ba

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INDICE

Prefazione ................................................. 7Introduzione ........................................... 11

CAPITOLO ILA RIVOLUZIONE 2.0 ............................... 15

1.1 Che cos’è il web 2.0 ........................ 161.2 Genesi, sviluppi, stato dell’arte in Italia del Web 2.0 ........................... 20

CAPITOLO IILA GENERAZIONE 2.0 .............................. 25

2.1 Chi sono ........................................ 262.2 La Generazione 2.0 italiana

(demografia) .................................. 282.3 Il Web 2.0 e la sua generazione ........ 31

CAPITOLO IIII VALORI DELLA GENERAZIONE 2.0 ......... 37

3.1 “Less” generation ............................ 383.2 Senza limiti di spazio ....................... 383.3 Senza limiti di tempo ....................... 393.4 Senza limiti sociali .......................... 413.5 Senza limiti di comunicazione ........... 443.6 Senza on-off .................................. 463.7 Senza privacy ................................. 483.8 Senza limiti di quantità .................... 52

CAPITOLO IVGENERAZIONE WIRE-LESS IS MORE:I NUOVI PARADIGMI GENERAZIONALI .... 55

4.1 L’autorevolezza ............................... 564.2 Il concetto di amicizia e di gruppo ..... 614.3 La sete di experience....................... 634.4 La co-creazione .............................. 664.5 La comunicazione visuale ................. 684.6 La cura della reputazione ................. 70

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CAPITOLO VADOTTARE LO S.T.I.L.E. DELLA GEN2.0 .... 75

5.1 Lo STILE Gen2.0 chiesto alle istituzioni ....................................... 795.2 Lo STILE Gen2.0 chiesto ai formatori e alla scuola ................................... 815.3 Lo STILE Gen2.0 chiesto alle marche .......................................... 825.4 Lo STILE Gen2.0 chiesto ai servizi professionali per l’impresa................ 84

CAPITOLO VIGLI STRUMENTI DI RELAZIONE CONLA GENERAZIONE 2.0 .............................. 87

6.1 Le modalità e gli strumenti di ascolto .......................................... 886.2 Saper dialogare con la Generazione2.0 .............................. 92

CONCLUSIONI ......................................... 95

GLOSSARIO ............................................. 97

bIbLIOGRAFIA ...................................... 109

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Prefazione

PREFAZIONEA cura di Umberto Bellini,

Presidente Asseprim

“Generazione2.0”: probabilmente vi starete chiedendo perché una Associazione di Imprese come ASSEPRIM abbia deciso di dedicare una Guida Pratica della sua collana a questo tema.

Crediamo che ASSEPRIM, Associazione che rappresenta nel mondo Confcommercio le Aziende che offrono Servizi Professionali alle Imprese, abbia oggi più che mai il dovere di continuare a parlare della “rivoluzione Digitale” che stiamo attraversando: e lo fa trattando dei suoi effetti negli ambiti personali e professionali, delle sue implicazioni economiche, sociali e culturali dei nuovi ed ancora non del tutto prevedibili effetti e sviluppi che la progressiva contaminazione del Digitale comporterà per tutti noi.ASSEPRIM considera il Digitale un’opportunità per le Imprese, un’occasione che deve essere colta senza esitazioni. Per questo motivo ASSEPRIM ha creato gruppi di lavoro dedicati che stanno approfondendo le esigenze ed i bisogni delle Imprese sul tema digitale, che stanno lavorando per individuare risposte ed offrire nuovi servizi. La nuova Guida Pratica di ASSEPRIM intende essere uno strumento utile per approfondire

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Prefazione

la conoscenza “digitale”, per rispondere all’esigenza primaria di molte Imprese di dover comprendere appieno chi fa parte - e chi ne farà - della Generazione 2.0. Con questo termine l’autore indica convenzionalmente i giovani tra i 18 e i 30 anni, che sono cresciuti e divenuti “adulti” mentre nasceva e si affermavano nel mondo il Web 2.0, la connessione continua, la socialità digitale, la condivisione globale. Quei giovani che in Italia si sono visti spesso cucire addosso delle etichette generaliste e mortificanti: “svogliati”, “mammoni”, “mantenuti”, “choosy”, per fare qualche esempio. Quei giovani che, al di là di colorite definizioni con i quali sono stati evidenziati, sono molto più di questo, e che è giunto il momento di rivalutare, sostenere, incoraggiare. Ed è ora che tutti – aziende, scuole, istituzioni, media – inizino a comprenderlo per muoversi di conseguenza.Qual è dunque il nesso tra il tema della Generazione 2.0 e le Aziende di Servizi rappresentate da Asseprim? La risposta è semplice: i giovani non sono il futuro, ma il presente. Sono infatti i veri protagonisti del mercato: non solo come trend setter, come consumatori e fruitori di servizi, ma anche e soprattutto come la generazione che, evoluta insieme e grazie al digitale, è realmente in grado di cogliere in maniera più immediata le esigenze del mercato per anticiparne e guidarne le tendenze e

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Prefazione

soddisfare bisogni fino a poco fa inesistenti o latenti.è bene che le aziende siano ben predisposte nei confronti della Generazione 2.0, che per esse rappresenta sì un target di riferimento, ma soprattutto un fenomeno ormai imprescindibile nella definizione degli asset aziendali, della strategia, della comunicazione. Le aziende devono pensare e mettere sul mercato, più che in passato e molto più velocemente che in passato, servizi adatti ad un pubblico più attento e preparato, con una possibilità di scelta molto ampia e un confronto immediato e a portata di click.

Le Imprese devono quindi evolversi verso l’esterno, verso il mercato, ma anche porre attenzione al proprio interno, e far diventare i giovani protagonisti attivi della propria organizzazione, “approfittando” di loro nel senso più positivo del termine: comprendendo e sostenendo cioè la loro capacità di anticipare e cavalcare le tendenze, la loro attitudine digitale e sociale, il loro entusiasmo e la loro sfrontatezza per “metterle a profitto”.è richiesto quindi un atteggiamento nuovo agli imprenditori più tradizionali, un’apertura che sappia ripensare i modelli di sviluppo canonici e sia capace di introdurre elementi di innovazione nella strategia aziendale, allo scopo di rispondere adeguatamente ad

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un mercato in continuo ed imprevedibile mutamento.Con questo libro ASSEPRIM intende svolgere anche su questo tema un ruolo attivo e propositivo. La Guida pratica affronta l’argomento con chiarezza, con dati ed elementi di conoscenza che saranno molto utili agli imprenditori che vorranno iniziare o migliorare il proprio dialogo costruttivo con una generazione che è parte attiva della nostra Società, che deve essere presa come riferimento e punto di partenza per una vera e propria “rivoluzione” dai risvolti culturali, sociali, ma soprattutto economici.

Vi auguro una buona lettura.

Umberto Bellini Presidente Asseprim

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Introduzione

INTRODUZIONE

Devo ammetterlo, non pensavo di essere tanto patriottico.

L’anno scorso ho comprato “Net Generation. Come la generazione digitale sta cambiando il mondo” di Don Tapscott (edizione italiana a cura di Franco Angeli) e l’ho divorato in meno di una settimana.Il libro descrive, con estrema cura, la prima generazione umana cresciuta in un mondo connesso dal web: tratta di chi, nato tra il 1977 e il 1997, è cresciuto circondato da video games, pc, internet e che avrebbe, proprio per questo, un atteggiamento drasticamente differente dalla generazione precedente, la GenerazioneX, nei confronti non solo della quotidianità, ma anche della politica, lavoro, socialità e acquisti. La straordinaria profondità con cui Tapscott analizza la Net Generation conduce l’autore ad opporsi con forza a quanti considerino i giovani di oggi di pochi valori, superficiali, disattenti, annoiati, in preda ad un mondo virtuale con cui la realtà spesso non è capace neanche di confrontarsi. Al contrario, Tapscott ne restituisce una connotazione estremamente positiva, fino ad attribuire a questa generazione il ruolo sociale di agente del cambiamento, essendo essa la più più istruita, consapevole, spesso disillusa, connessa, sociale ed aggregata

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Introduzione

di ogni altra precedente. è quindi un libro di positività e fiducia verso il futuro, un saggio che avverte quanti debbano confrontarsi con questa generazione, che siano istituzioni, formatori, aziende o genitori: la Net Generation ha logiche e richieste sue proprie, che nascono dalla sua essenza digitale e che non dovrebbero mai essere deluse, pena la mancanza di dialogo o, peggio ancora, l’incapacità di attrarre, valorizzare i talenti che porta in seno e comunicare con loro.

L’unica cosa che non ho condiviso di quel libro è stata l’esclusione dell’Italia dalla ricerca che ha animato il saggio. Sono rimasto davvero male nel notare che il nostro Paese non fosse ritenuto degno di poter contribuire a questa importantissima mappatura culturale del mondo. La principale motivazione a scrivere questo libro risiede quindi proprio in questa esclusione e nella convinzione che la Net Generation italiana, invece, abbia peculiarità degne di approfondimento e condivisione, almeno con il proprio territorio. Il mio obiettivo è quello di colmare tale silenzio informativo sul nostro Paese, unico dimenticato tra i grandi occidentali, fornendo dati e considerazioni sulla Net Generation a quanti, a vario titolo, si stiano confrontando con questo gruppo di individui nel nostro Paese.

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Introduzione

Dopo un primo momento di analisi della Net Generation italiana, tuttavia, la ricerca si imbatté subito in uno spartiacque fondamentale: questa generazione poteva ulteriormente suddividersi tra chi aveva vissuto il passaggio dal web 1.0 al web 2.0 e chi invece era cresciuto totalmente 2.0. La ricerca mi ha, quindi, presto condotto a dividere in due la generazione di Tapscott, isolando al suo interno un nucleo di ragazzi molto differenti dagli altri membri della Net Gen. Si tratta dei nati tra il 1982 e il 1994, individui travolti dal web 2.0 in un momento fondamentale della propria crescita individuale e sociale, ovvero tra l’adolescenza e gli anni dell’università: nel 2006, quando il web 2.0 entrò con forza anche in Italia, il più piccolo aveva 12 anni, il più grande 24; dopo l’estate del 2008, quando Facebook esplose anche nel nostro Paese, il più giovane iniziava le scuole superiori e il più grande finiva l’università. Per questo ho chiesto ai nati tra il 1977 e il 1981 di essere ospitati dalla Generazione precedente e ho focalizzato l’attenzione proprio su chi negli anni della diffusione di massa dei blog e dei social network in Italia si stava impegnando a diventare grande, e lo faceva dentro al Web 2.0. Il vero cambiamento, nel mondo e anche in Italia, non è l’avvento del web, ma la vera manifestazione del suo pensiero originario: il Web 2.0.

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Introduzione

Metodologia della ricerca

Questa guida riporta alcune delle evidenze di una serie di indagini e approfondimenti che Duepuntozero DOXA ha condotto nel corso degli ultimi anni sull’uso di internet in Italia e sui cambiamenti socio-culturali da esso indotti.

In particolare, oltre ai numerosi saggi, paper, articoli e ricerche pubbliche sul tema, è stata analizzata una ricerca di scenario denominata ‘Italia2.0’, che l’istituto conduce dal 2009. La ricerca è condotta ogni sei mesi su campioni di 1.500 casi estratti in modo casuale dal panel web di Duepuntozero DOXA, secondo quote rappresentative dell’utenza internet italiana per fascia di età, sesso, area geografica, istruzione, utilizzo internet. All’interno del campione di base è stato quindi selezionato il sottocampione di età 18-30 anni, ulteriormente segmentato, ove interessante, per le principali variabili di tipo socio-demografico come sesso, area geografica, stato professionale.Inoltre, la ricerca è stata arricchita ed integrata rielaborando altri studi che Duepuntozero DOXA ha condotto dal 2008 per i propri clienti, potendo anche in questi casi analizzare il campione dei 18-30enni italiani.

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CAPITOLO I

LA RIVOLUZIONE 2.0

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La rivoluzione 2.0

1.1 Che cos’è il web 2.0

In che cosa consiste questa rivoluzione, tanto forte da segnare l’inizio di una nuova generazione di umani?

Il web 2.0 è una nuova versione del web. Viene denominata 2.0 in contrapposizione al precedente 1.0 come si fa con le nuove versioni dei programmi informatici, quando queste rappresentano un cambiamento fondamentale e non un semplice aggiornamento. Per questo 2.0 e non 1.1: è un cambiamento di filosofia, di approccio al web e non solo un upgrading. L’evoluzione sta nell’introduzione in ogni sito di nuove funzionalità che permettono al lettore di interagire con la pagina internet e quindi con altri utenti: si può entrare in un sito, per esempio, e scrivere un commento ad un contenuto che l’amministratore del sito ha pubblicato; una volta scritto, il commento diverrà visibile a tutti e quindi alimenterà il contenuto stesso della pagina; con pochi passi, in alcuni siti, si può caricare un video, anche creato da noi, ed altri lo commenteranno o con un click ci diranno se sia più o meno di loro gradimento; alcuni siti ospitano opinioni e idee su un tema e altri utenti rispondono e arricchiscono il dialogo con le proprie idee o esperienze. Finisce l’era dei siti da consultare, inizia con il web 2.0 l’era degli spazi condivisi da generare e alimentare con l’apporto di tutti.

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La rivoluzione 2.0

Questo, in poche parole è il Web 2.0: senza complicare troppo la cosa abbiamo fatto esempi di blog, ovvero di siti strutturati come dei diari personali in cui l’autore scrive e ospita contributi dei lettori; di siti di video o photo sharing (come Youtube o Flickr) che permettono all’utente registrato di caricare file multimediali, dar loro un titolo, una descrizione ed una serie di etichette (tag) per archiviarlo e ricercarlo; forum online, in cui gli utenti, con un proprio nickname lanciano discussioni e si aprono al confronto con gli altri membri su un tema oppure postano direttamente delle vere e proprie domande (come in Yahoo! Answers) in attesa della risposta di decine e decine di altri utenti sconosciuti; fino ad arrivare ai Social Network (tra i più noti in Italia Facebook, Google+, LinkedIn, Badoo, Netlog e Twitter), che forse racchiudono un po’ tutto questo: siti in cui, dopo essersi registrato, l’utente si collega e invita - o accetta l’invito da - altre persone e può interagire direttamente e esser parte di un network o cerchia di “amici”. Nei Social Network l’interazione avviene a più livelli: uno verso tanti (verso le persone del network o a tutti gli iscritti a seconda delle preferenze di ciascuno) pubblicando dei contenuti nelle proprie pagine personali, oppure uno verso uno, tramite messaggi diretti alla persona con cui si vuole comunicare (in privato o in pubblico) con

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La rivoluzione 2.0

un testo, un video, una musica, un link ad un articolo interessante o ad un sito; infine anche tanti verso uno, quando a seguito di un evento (per esempio un compleanno) o anche in risposta ad un semplice post gli amici riempiono la bacheca con post o commenti.

Questo è il Web 2.0, ed è quindi chiara la differenza con il web 1.0, almeno ai lettori che hanno iniziato ad usare internet prima del 2004 circa, anno in cui tutto ciò ha iniziato a diffondersi in modo massificato in Italia, fino al boom di Facebook dopo l’estate del 2008. Prima di allora, Internet era fatto di pagine consultabili in cui non vi era possibilità alcuna di interagire modificandone il contenuto: si chiamano ora “siti vetrina”, usati per leggere una notizia, approfondire la conoscenza di una città, un oggetto, un personaggio o un’azienda, semmai comunicando con questi tramite la casella di posta elettronica nella pagina “contatti”. Se la velocità di connessione del tuo modem lo permetteva, potevi anche vedere foto o video, ma dovevi comunque armarti di tanta pazienza. Qualcuno ricorda questo modo di usare internet con nostalgia e anche io, per molti versi, sono tra questi: era bello perdersi e attendere minuti prima dell’apertura della porta magica. Non era però il vero Web, era solo un piccolo assaggio della Rete e delle sue potenzialità che solo

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ora riusciamo a comprendere e apprezzare.Immagine 1: differenza tra Web1.0 e Web2.0 secondo Tim O’Reilly

Tim O’Reilly, 2005, “What Is Web 2.0, Design Patterns and Business Models for the Next Generation of Software”

Il Web 2.0 è la più completa espressione del concetto di rete sociale riferibile al mondo virtuale: nel momento della redazione del presente libro, circa 30 milioni di individui in Italia possono comunicare tra loro liberamente, proprio come farebbero in uno spazio fisico, parlando del più e del meno o delle proprie passioni più profonde. Ma anche questa metafora è riduttiva, poiché il mondo dei byte è molto di più, non sottostando alle limitazioni che invece il mondo reale ha: nel web le distanze non esistono, se non quelle culturali, sociali, psicologiche o di pensiero dei singoli uomini; nel web il tempo non si articola tra ieri, oggi e domani: tutto vive nell’hic et nunc, ciascuno di noi può, per esempio, ritrovare in rete un vecchio contenuto che ritorna ad essere vivo e in

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La rivoluzione 2.0

grado di influenzarci; il web non è soggetto a limitazioni nelle relazioni sociali: i vecchi amici ritornano, si colloquia con sconosciuti, magari anche solo per un preciso motivo e per la durata di un singolo post; si rimane sempre connessi con le proprie relazioni, aggiornate su ogni nostro pensiero o fatto. Il Web 2.0, in buona sostanza, è un luogo di vita che, se ben gestita, in rete, per molti aspetti, riesce ad amplificarsi.

1.2 Genesi, sviluppi, stato dell’arte in Italia del Web 2.0

Il termine Web 2.0, coniato da Tim O’ Reilly durante una sua conferenza tenutasi alla fine del 2004 (http://oreilly.com/web2/archive/what-is-web-20.html), richiama le differenze rispetto al cosiddetto Web 1.0, ovvero la rete come era stata conosciuta e praticata fino ad allora e composta prevalentemente da siti web statici, navigabili e consultabili come una rivista senza alcuna possibilità di interazione con l’utente, se non la ricerca di contenuti tramite i motori di ricerca. Prima di allora, la comunicazione tra utenti era prevalentemente one-to-one, via email o sincrona in alcuni casi, tramite chat. Poi iniziarono a nascere blog, newsgroup, forum, i siti di condivisione foto e video, come Flickr e Youtube, fino ad arrivare agli spazi di massima condivisione collettiva

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che sono Wikipedia e i social network: Facebook, Myspace, Twitter, Linkedin, Google+, Foursquare e altri milioni, forse, di grandi o piccoli connettori di persone e di identità digitali (http://www.dipity.com/scilib/Web_2_0/).

A Tim O’ Reilly, quindi, va il merito di aver per primo riconosciuto che stava nascendo un nuovo filone di modi di vivere la rete, talmente differente da quanto era esistito fino a quel momento da rappresentarne una nuova release, una vera e propria evoluzione e rivoluzione, nata dalle ceneri della bolla degli anni 2000. Il resto lo fece la rete stessa, che viralizzando siti e comportamenti (diffondendo, cioè, pratiche e siti tra amici, contatti, con link sulle proprie pagine web o anche solo via email), rese lo spazio Web uno spazio di vita e di partecipazione diffusa, fino ad esplodere nella sua massima pienezza tra il 2006 e il 2008: proprio quando la Generazione2.0 stava crescendo, si stava imponendo, stava preparando la propria identità e connettendo relazioni per iniziare davvero a vivere e agire sul mondo.

Uno degli effetti della nuova rete è proprio la sua capacità di diffondersi a livello globale in men che non si dica, proprio grazie ai processi di viralizzazione intrinseci all’uso stesso delle piattaforme: basti pensare ai social network, che suggeriscono di

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La rivoluzione 2.0

invitare amici che dovrebbero essere tali e che pubblicano le nuove connessioni nelle bacheche in modo che altri ne siano esposti e possano connettersi loro volta. Per questo, negli stessi anni, con pochissimo ritardo, tutto ciò avviene anche in Italia: sono bastati pochi “technofan” o amici di user Facebook d’oltreoceano per innescare la miccia e diffondere il Web 2.0 anche in Italia. Abbiamo fatto il caso di Facebook ma ricadono sotto la stessa logica tutti i siti del Web 2.0 citati in precedenza: in quegli anni anche in Italia, via email e poi tramite i social network, la Generazione2.0 prende l’abitudine di suggerire un forum o un blog ai propri amici, i quali fanno lo stesso con altri; Google, da parte sua, inizia a dare maggiore visibilità ai risultati di ricerca più popolari in rete e più “sociali” (i siti con alta interazione e commentabili) ed il gioco è presto fatto. Dopo l’estate del 2008 il boom di Facebook in Italia raggiunge la piena diffusione anche presso le fasce più adulte della popolazione, stimolate proprio dalle azioni della Generazione2.0: una generazione che ha già dimostrato al mondo intero la sua capacità di cambiare il mondo, poiché è proprio grazie ad essa che il web 2.0 si è diffuso in modo pervasivo nel nostro paese.

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Tav.1: trend della diffusione di Facebook in Italia

216.000

6.481.000

14.258.000

17.998.000

21.297.000

-

5.000.000

10.000.000

15.000.000

20.000.000

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Italiani iscritti a Facebook

Fonte: Elaborazione dati Facebook Italia

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CAPITOLO II

LA GENERAZIONE 2.0

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La generazione 2.0

2.1. Chi sono

La Generazione2.0 raggruppa gli individui cresciuti nel periodo di massima diffusione italiana del Web 2.0. Si tratta di chi ha affrontato la propria crescita individuale e sociale (dall’adolescenza all’essere compiutamente adulti con l’ingresso nel mondo del lavoro), nello stesso momento in cui il Web 2.0 stava nascendo e affermandosi in Italia, ovvero tra il 2004 e il 2008.

Quando si interrogavano su sé stessi, quando stavano costruendo il loro futuro e ciò che avrebbero voluto essere, hanno cercato e forse trovato risposte nei social network, nei blog, confrontando magari idee, offerte, opportunità e prodotti da indossare in Ebay o nei forum di discussione online. Per questo sono così diversi dalle generazioni che li hanno preceduti: sono la prima generazione che, grazie al web 2.0 e alla possibilità di esplorazione, confronto, socialità che lo caratterizza, è cresciuta davvero libera, aperta, informata, globale.

Sono nati tra la seconda metà degli anni 80 e gli anni novanta. Non hanno vissuto, quindi, né gli anni dell’apparenza né quelli dell’individualismo, ma gli anni 2000, quelli iniziati con l’attentato alle torri gemelle, anni di bagni di realtà e di globalità. Molti li accusano di non avere valori, di essere pigri e

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La generazione 2.0

anche un po’ viziati, mancando loro una serie di passaggi epocali della nostra storia. Non hanno, in effetti, vissuto la caduta del muro di Berlino, ma hanno ascoltato i sogni infranti di quei ragazzi. Non hanno avuto genitori positivi cresciuti nel boom economico, ma padri disorientati, in balia del crollo di fiducia verso le istituzioni, la politica, l’economia tecnologica occidentale. Non hanno sofferto la minaccia psicologica della guerra fredda, ma hanno vissuto in diretta la seconda guerra del Golfo, con i missili gettati in aria e ripresi dal TG di Studio Aperto come fossero parte di un video game. Da piccoli non seguivano cartoni animati in cui a vincere era sempre il giusto, ma giocavano ai video games in cui contano solo le abilità, senza appiglio alcuno o sicuro happy end.

Una generazione, insomma, nata dalle ceneri delle certezze delle generazioni precedenti e che ancor prima dell’ingresso di Internet in casa (1996 in Italia) vedeva sgretolarsi i confini tra reale e virtuale. Così come ne “il Grande Fratello”, la serie TV più seguita da questa generazione, reality show in cui non è mai dato di sapere che cosa appartenga alla realtà e che cosa alla finzione.

Una generazione che già prima del web conobbe da vicino il mondo virtuale, in cui l’impossibile si realizza e il certo sfuma in un momento.

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La generazione 2.0

Immagine 2: timeline di Internet

http://www.stayonsearch.com/what-will-the-internet-be-like-in-2025

Oggi i più giovani di questa generazione hanno 18 anni e i più adulti 30, stanno percorrendo i loro primi passi nel mondo adulto, sono all’università o al loro primo impiego: che ci piaccia o no dobbiamo puntare su di loro poiché saranno la motrice del nostro futuro. Possiamo quindi ritenerci in buone mani, se sapremo supportarli, poiché la Generazione2.0 ha l’attitudine naturale al cambiamento, rompe gli schemi, ragiona senza limiti e soprattutto agisce sapendo che ogni sua azione è destinata a modificare la realtà e a rimanere, come avviene ogni giorno in una navigazione web. La Generazione2.0 ha i talenti più giusti per il cambio di rotta della nostra vecchia e immobile Italia.

2.2. La Generazione2.0 italiana (demografia)

Non è un paese per giovani, l’han detto in molti ed è purtroppo una verità. Al di là, comunque, di ogni considerazione sulle reali

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La generazione 2.0

opportunità oggi esistenti nel nostro paese, essi hanno anche il difetto di essere pochi: rappresentano oggi meno del 14% della popolazione ed anche quando saranno in età da classe dirigente, ovvero se le cose non cambiano, tra circa 30 anni, avranno a che fare con una massa di anziani, più numerosi di loro, ancora nei luoghi di potere che faranno fatica a cedere loro lo scettro.

Tav.2: proiezione della penetrazione della Generazione2.0 rispetto al totale popolazione

17%

47% 14%

16% 69%

37%

anno 2012 anno 2042

Trend della penetrazione della Gen2.0

più adulti

Generazione2.0

più giovani

Fonte: Elaborazione dati ISTAT

La figura si fa ancor più preoccupante se si vede l’Italia all’interno di un più vasto panorama di paesi, dai più sviluppati a quelli in via di sviluppo: il nostro Paese ha la più bassa percentuale mondiale di Generazione2.0 all’interno della propria struttura demografica.

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30

La generazione 2.0

Tav.3:  penetrazione  della  Generazione2.0  rispe6o  ai  Paesi  

Fonte:  Elaborazione  da0  Eurostat  

14%   15%  15%   16%   17%  

20%   20%   21%  23%  

0  

0,05  

0,1  

0,15  

0,2  

0,25  

0,3  

Italy  

Andorra  

Greece  

Germany  

Spain  

Denmark  

Portugal  

Liechtenstein  

Netherlands  

Switzerland  

Belgium  

Luxembo

urg  

France  

Finland  

Austria  

Slovenia  

Norway  

CroaRa  

Serbia  

Hungary  

Sweden  

Bulgaria  

Czech  Republic  

United  Kingdo

m  

Ireland  

Montenegro  

Romania  

Malta  

Estonia  

Iceland  

Latvia  

Ukraine  

Slovakia  

Lithuania  

Poland  

Cyprus  

Russia  

Georgia  

Turkey  

Moldova  

Arm

enia  

Azerbaijan  

Incidenza  %  della  Gen  2.0  nei  Paesi  Europei  

Questa prospettiva si fa però più rosea se si considera un fattore: la Generazione2.0 è la prima generazione ad avere più strumenti delle precedenti nel capire e agire nel modo, da un punto di vista culturale, sociale e professionale. E’ proprio il fatto di essere cresciuti con e nel web 2.0 a dare ai giovani tutti gli strumenti di cui hanno bisogno per interpretare e agire il cambiamento: sono connessi, globali, interattivi, sfrontati per natura. Sono cresciuti senza vincoli e limiti di tempo, luogo, comunicazione; sanno destreggiarsi tra terabyte di informazioni e opinioni; condividono i grandi valori della trasparenza, della collaborazione, del mettersi in gioco in prima persona; non hanno stereotipi, miti o dogmi a cui appellarsi, se non il loro stesso fare ed essere quotidiano. Per questi motivi la Generazione2.0, pur piccola in numero può rappresentare il vero

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La generazione 2.0

fattore del cambiamento del nostro Paese.

2.3. Il Web 2.0 e la sua generazione

Oggi la Generazione2.0 è quasi interamente connessa ad Internet e attiva nel Web 2.0, in un Paese - vale la pena di ricordarlo per contestualizzare i dati - in cui ancora si discute di “digital divide”.

Tav.4: Frequenza di connessione ad Internet della Generazione2.0

Fonte: Omnibus DOXA 2012, 2488 casi

55%

20% 14% 12%

Tutti i giorni 4/5 volte asettimana

Meno spesso Mai

Connessione ad Internet della Gen2.0

Tav.5: fruizione settimanale di siti web2.0

Fonte: Italia2.0 Duepuntozero DOXA 2012

89% 86% 79% 77% 70% 61%

47% 42% 28%

0%20%40%60%80%

100%

Fruizione Settimanale Web 2.0

Totale Utenti Internet Generazione 2.0

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La generazione 2.0

Se chiedessimo a chiunque sia nato prima di questa Generazione di descriverci la prima volta in cui si è connesso a Internet, descriverebbe questa sequenza di azioni: accensione del computer, attivazione del software di connessione, digitalizzazione dell’indirizzo di un sito (probabilmente un portale o un motore di ricerca), per poi, finalmente, iniziare a navigare, immergendosi in siti in cui leggere, osservare e curiosare. Seduti su una sedia, l’accesso era accompagnato dal rumore metallico del modem che dava evidenza del meccanismo di ingresso al mondo virtuale: come uno schioppettare di scintille elettriche e frizione tra metalli; ben più rude del suono di un fax, esprimeva lo sforzo della connessione fatto dalla macchina. Era quasi come scassinare la porta del mondo virtuale, prima di immergersi nel mondo Internet. La continua instabilità della connessione, che obbligava a ripetere il tutto, unitamente alla lentezza del caricamento delle pagine, imponevano grande rispetto e dedizione alla navigazione, come sempre necessita il risultato di attività sofferte. La navigazione, infine, era la consultazione delle pagine trovate: il termine navigazione, in effetti, esprime benissimo le modalità di fruizione di Internet, essendo noi come trasportati dagli impulsi elettrici in un mondo di contenuti, terre, pesci e onde da osservare e attraversare navigando.

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La generazione 2.0

Tutto ciò forma immaginario e vissuto del web di chi ha iniziato ad usare Internet dagli anni ‘90, emozioni che, in qualche modo, vivono ancora dentro di noi, affascinati da ogni ingresso al mondo virtuale. La Generazione2.0 negli stessi anni stava, invece, nascendo, e quando iniziò ad usare Internet tutto questo era già passato. Connessioni veloci, motori di ricerca performanti, wireless, devices portatili, social network, interazioni nei forum o blog, video caricati su Youtube: la navigazione del web diventa vivere, o meglio, essere il web. La Generazione2.0 non si connette ad internet, non sente il passaggio di stato da off a online, essa vive sempre connessa e, soprattutto, nel web vive, esprimendosi e costruendo, in esso, la propria identità e le proprie reti sociali.Basti guardare alle attività effettuate online abitualmente dalla Generazione2.0 per comprendere quanto le possibilità di azione nel web siano oramai onnicomprensive, soprattutto per questo gruppo di umani:

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La generazione 2.0

Tav.6: attività effettuate online

Fonte: Italia2.0 Duepuntozero DOXA 2012

92%

84%

79%

74%

65%

63%

61%

59%

49%

45%

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Guardo video

Guardo profilo, bacheca e foto di altri

Condivido link o contenuti

Leggo le opinioni su marche, prodotti

Consulto post e commenti nel web

Consulto/Acquisto in gruppi diacquisto

Scrivo qualcosa di me, dei mieipensieri

Seguo i consigli in rete di persone chenon conosco

Ho dei profili/persone che seguoassiduamente in Internet

Posto sui social network dei commentisui programmi TV

Attività online della Gen2.0 (top 10)

Anche i luoghi della rete si moltiplicano e ognuno può fornire alla Generazione2.0 più possibilità di espressione, relazione e dialogo: la quasi totalità di questa generazione è iscritta e frequenta un social network, il 55% frequenta un forum, il 42% visita siti di comparazione prodotti settimanalmente, il 32% scrive commenti su prodotti e ben il 74% ne legge, il 34% ha uno o più blog di riferimento e addirittura il 17% ne ha uno proprio.

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La generazione 2.0

Tav.7: Tipologia di siti 2.0 frequentati dalla Generazione2.0

Fonte: Italia2.0 Duepuntozero DOXA 2012

91%

55%

30% 34%

17%

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Iscritti a SocialNetwork

Iscritti a Forum Iscritti a BrandCommunity

Seguono uno opiù blogger

con continuità

Hanno un Blog

Utenti attivi nel web 2.0

Totale Utenti Internet

Generazione 2.0

Non possiamo quindi più parlare di navigazione in Internet, forse, ma di vite in rete, cresciute e formate sotto la nuova espressione del web, la rete partecipata, scritta, condivisa dai propri utenti.

Tav.8: La frammentazione dei siti 2.0 frequentati dalla Generazione2.0

Fonte: Italia2.0 Duepuntozero DOXA 2012

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

100%

YouT

ube

Wik

iped

ia

Face

book

MSN

Yaho

o! A

nsw

er

Grou

pon

Grou

palia

Trip

advi

sor

Twitt

er

Ciao

MyS

pace

Goog

le+

Bado

o

Kelk

oo

Inst

agra

m

Link

edin

Net

log

Flic

kr

Vim

eo

Devi

ant A

rt

Four

squa

re

Tum

blr

Last

FM

Pint

eres

t

Utilizzo Web 2.0 della Gen2.0

Spesso Ogni tanto

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CAPITOLO III

I VALORI DELLA GENERAZIONE 2.0

37

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I valori della Generazione 2.0

3.1. ‘Less’ generation

La Generazione2.0 è cresciuta nel bel mezzo del Web 2.0, potendo confrontarsi, dibattere, litigare liberamente con il mondo intero tramite Internet, una realtà senza limiti di spazio e di tempo, in cui si vivono relazioni sociali ampie, dirette, con ciascuno, senza remore o riverenze nei confronti di chicchessia. Una generazione wire-less, insomma, senza cavi o forse legami con alcuni dei principi che erano invece fondanti e indiscutibili per le generazioni precedenti.

3.2. Senza limiti di spazio

Il web non ha limiti territoriali e gli unici perimetri del suo spazio sono tracciati dalla larghezza della banda di connessione. Quando la Generazione2.0 ha iniziato ad esplorare il contesto fuori della propria famiglia, si è subito potuta immergere nel mondo intero. Nessuna scialuppa, niente di noto da portare con sé, se non la propria personalità e storia. Per questo sono diventati adulti di colpo e molto prima della GenerazioneX, quella degli eterni Peter Pan figli del baby boom. Il confronto con il mondo intero, tra culture, paesi, lingue li ha formati ad una apertura mentale senza pari. Sono globali nel senso più bello del termine, senza confini e dogane. Il web 2.0, in particolare, ha permesso di

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I valori della Generazione 2.0

effettuare questa immersione nel modo più partecipato ed attivo possibile, concedendo loro la possibilità di essere parte attiva della definizione della più bella accezione del concetto di globalità. Diversi dalle generazioni 1.0, che potevano sì connettersi ad un mondo ampio con internet, ma che potevano solo osservare, consultare, senza intervenire e poterlo formare in alcun modo, come abbiamo rilevato più sopra.

Immagine3: sequenza multilingua di post sul wall di Nutella

3.3. Senza limiti di tempo

Il web non ha tempo: ogni cosa diventa velocissima da fare e da ottenere; nello stesso tempo ogni momento si congela e diventa perpetuo. Pensate all’organizzazione di un viaggio: niente più tempo speso in

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I valori della Generazione 2.0

agenzia, nessuna esigenza di organizzarsi con settimane e a volte mesi in anticipo, poiché bastano pochi click per comprare volo e pernottamento. Anche la scelta del posto da visitare e i luoghi dove andare si fa semplice ed immediata: un giro in TripAdvisor per capire le recensioni più belle fatte dagli altri viaggiatori, una domanda postata sulla propria bacheca di Facebook o direttamente su Yahoo! Answers e in poche ore il piano è fatto. Nello stesso tempo il nostro viaggio rimane per sempre visibile con le nostre foto in Flickr o con i video su Youtube. Rimangono sempre vivi anche i nostri commenti postati su TripAdvisor: sempre raggiungibili con il motore di ricerca, e che riescono a distanza di tempo ad influenzare altri viaggiatori, proprio come se fossero stati scritti in questo momento. Anche Beppe Grillo ha imparato la lezione: dopo i forse troppo insistenti proclami sul web come fonte di libertà ed emancipazione durante i suoi spettacoli, alcuni utenti ripropongono un vecchio sketch in cui prendeva letteralmente a mazzate un computer, denunciato dal comico come responsabile della incapacità degli umani di relazionarsi e apprezzare le cose vere della vita: questo video di un suo spettacolo del 2000, dopo ben 7 anni è stato postato in blog, forum, youtube ed oggi ha cumulato oltre 133 mila visualizzazioni. (http://www.youtube.com/watch?v=4jdHN4edCqA)

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I valori della Generazione 2.0

Immagine4: il video di Beppe Grillo “riemerso” in rete dopo 7 anni

http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=6157

3.4. Senza limiti sociali

Il web 2.0 abbatte ogni barriera nella socializzazione e nello scambio di opinioni, idee, esperienze. La Generazione2.0 non ha un diario segreto, a cui confidare i propri sentimenti, essa condivide ogni cosa con tutti, dalla più profonda alla più banale: ci dice dov’è localizzandosi con Fourquare, ci dice con chi è, che cosa sta facendo o pensando tramite la bacheca Facebook, ci informa di un pensiero balenatole in testa tramite Twitter. Inoltre, inizia una relazione interpersonale con una facilità che appare spregiudicata alle generazioni precedenti:

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42

I valori della Generazione 2.0

accetta la richiesta di sconosciuti ad entrare a far parte del proprio network, commenta un post di uno sconosciuto su un forum o si apre essa stessa al commento, giudizio o semplice like di altri interessati al proprio contenuto. è una generazione dalle facili relazioni ed è questa una sua caratteristica fondamentale. Dà del tu e entra subito in comunicazione, senza freni e con tutti. Un Gender2.0 ha in media quasi 350 amici su Facebook, di cui circa un centinaio è totalmente sconosciuto e solo il 16% si può definire amico e non semplice conoscente. Sul social network di un Gender2.0, Facebook, Netlog o Twitter che sia, è anche approdata la rubrica degli indirizzi di ciascuno e ciò permette loro di coltivare in semplicità relazioni varie e molteplici.

Tav.9: composizione degli amici di Facebook della Generazione2.0

Fonte: Italia2.0 Duepuntozero DOXA 2012

Sconosciuti 20%

Conoscenti 39%

Amici 41%

dei circa 350 amici medi su Facebook...

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I valori della Generazione 2.0

Non è quindi solo una questione di numerica, ma anche di tipologie di “intensità” della relazione che questo gruppo di individui riesce a gestire grazie al Web: la navigazione tra le pagine del social network, ma anche presso forum, blog, siti di recensioni, è un insieme di incontri liberi. A volte i 2.0 avranno semplicemente osservato qualcuno “passare” con i suoi post, altre volte invece saranno entrati in contatto, iniziando un confronto su un paio di scarpe o su temi politici. è questa facilità di relazione che alle altre generazioni manca, questa straordinaria capacità di connettersi e di creare discorsi globali che rimangono in rete, formando il più grande diario generazionale che sia mai stato scritto. Sono cresciuti sapendo di dover essere aperti verso gli altri, verso chiunque, poiché i loro luoghi sono i luoghi di tutti e ciascuno può commentare e interferire nel “privato” di un altro, contribuendo a modificarlo. La Gen2.0 inizia una relazione sempre con un gettone di fiducia verso gli altri, anche verso gli sconosciuti, per poi semmai valutare comportamenti non consoni ex post: postare un contenuto ritenendolo interessante per gli altri è un gesto di generosità che vive a prescindere dal potenziale ricevente.

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I valori della Generazione 2.0

Tav.10: motivi di condivisione di contenuti online della Generazione2.0

Fonte: Italia2.0 Duepuntozero DOXA 2012

25%

14%

14%

11%

11%

9%

5%

3%

0% 10% 20% 30%

Per il gusto di condividere con altri le cose che mipiacciono

Per contribuire a una causa che ritengo degnadicessere promossa

Perché quel contenuto mi rappresenta, dicequalcosa di me

Perché penso possa essere utile alle persone concui lo condivido

Perché penso possa divertire le persone con cui locondivido

Per stimolare gli altri a pensare/riflettere

Per diffondere qualcosa di cui tutti parlano oparleranno

Perché penso possa emozionare le persone con cuilo condivido

Motivi di condivisione online della Gen2.0

Sono la generazione del pensiero libero, creativo, comunitario, globale.

3.5. Senza limiti di comunicazione

La Generazione2.0 sarà ricordata anche per essere stata la prima della comunicazione senza limiti: libertà assoluta nell’uso di Internet in ogni momento, grazie al possesso personale dei dispositivi di connessione, dal laptop al cellulare; in ogni luogo, grazie all’internet in mobilità tramite smartphone o tablet; per tutto il tempo voluto, grazie ai contratti di connettività flat e non più a consumo; per ogni motivo, ricorrendo al web per soddisfare i bisogni più vari di comunicazione, informazione, formazione o intrattenimento; con chiunque, essendo

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I valori della Generazione 2.0

raggiungibili tramite internet tutti gli amici ed anche i genitori, i professori e la star musicale adorata, tramite la sua fan page pubblicata su Facebook.Una generazione di comunicatori cresciuta, inoltre, consapevole dell’importanza di presentarsi nel migliore dei modi: nel momento in cui stavano crescendo e affermando la propria identità, il web 2.0 ha imposto loro di razionalizzarlo e scriverlo su una pagina internet, che sia in Facebook o nelle righe di presentazione in un Forum. Ogni volta che uno di loro scrive un post su Facebook sta dicendo qualcosa di sé, più o meno esplicitamente, così come quando posta un video, alimenta le discussioni nei forum, scrive il proprio blog: la rete è sparsa di tracce della Generazione2.0, puntini da connettere per ottenere l’identità digitale di ciascuno.

Tav.11: attività online di espressione di sé della Generazione2.0

Fonte: Italia2.0 Duepuntozero DOXA 2012

61%

Scrivo qualcosa di me, dei miei pensieri

Espressività della Gen2.0

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I valori della Generazione 2.0

Senza filo, wireless, ovvero sempre connessi, nel mezzo di un flusso continuo di comunicazione verso il mondo esterno, che in ogni momento afferma l’identità generazionale di questi ragazzi wireless.

3.6. Senza on-off

Ci sono due giovani pesci che nuotano uno vicino all’altro e incontrano un pesce più anziano che, nuotando in direzione opposta, fa loro un cenno di saluto e poi dice “Buongiorno ragazzi. Com’è l’acqua?” I due giovani pesci continuano a nuotare per un po’, e poi uno dei due guarda l’altro e gli chiede: “Ma che cosa diavolo è l’acqua?”. Non siate mai quel pesce anziano, non sareste nemmeno preso in considerazione: la storiella racconta di un gap culturale oggi molto diffuso tra la Generazione2.0 e ogni altra precedente, anche la più prossima. La GenerazioneX, così come i Baby Boomer, ha un grande difetto nei confronti del mondo moderno: ha dovuto varcare il guado, passare da un’era ad un’altra, lasciandosi alle spalle ciò che era e guardando avanti con occhiali e cartine geografiche non più consone. Più della mancanza degli strumenti di interpretazione del mondo contemporaneo, è il bagaglio del passato a frustrare il dialogo tra questi due mondi. Proprio come accade per il pesce anziano, che propone ai pesci giovani un discorso su

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I valori della Generazione 2.0

dei parametri per loro insignificanti. A riprova di questo vi è invece la straordinaria capacità dei silver digital (così sono chiamati i senior che usano internet) di immergersi in età avanzata nei mondi virtuali: la loro età e le attività stesse che effettuano online li stimolano a lasciare alle spalle ogni idea o preconcetto sul come potrebbe essere; cosa che spesso non riesce a fare chi è forzato a fare le stesse cose con strumenti diversi, come accade, appunto, per la GenerazioneX e per i Baby Boomer che sono forzati a reinventare e reimparare nuovi modi di comunicare, lavorare, vivere.La Generazione2.0 non ha vissuto il passaggio: nel momento in cui ha iniziato a vivere davvero, lo ha dovuto fare già immersa nell’acqua, nel web 2.0 tra blog, forum, social network e chat. Per questo le cose sono profondamente differenti, per questo si fa fatica a comprenderla con la maschera e il boccaglio. è infatti una questione attinente più all’antropologia che agli strumenti tecnologici in dotazione: credere che l’Always On sia un concetto di connessione elettrica continua ad Internet è un’errore. L’Always On è un concetto di connessione psicologica.Per questi motivi falliscono tutte le pubblicità che dipingono il giovane in mezzo ai vari trade-off che in realtà non gli sono propri: spegnere il computer per uscire con gli amici, contrapporre la vita virtuale alla vita reale, guardare la televisione o usare Internet,

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I valori della Generazione 2.0

leggere un quotidiano o conoscere la notizia da Twitter. Queste sono contrapposizioni che non sono proprie alla Generazione2.0, spesso descritta come onnivora, bulimica, multitasking: per essa la connessione tra persone è un sistema di relazione, punto e basta; la fruizione di un contenuto di intrattenimento è un passatempo, punto e basta; ricevere un’informazione è aggiornamento, punto e basta. Senza distinguere o comunque dar peso, al device con cui tale fenomeno è accaduto. L’amicizia nata da Facebook o in chat è amicizia, punto e basta; la nozione appresa da Wikipedia è nozione, punto e basta; l’opinione formata da un blogger è un’opinione, punto e basta: non vi sono amicizia vera, nozione vera, opinione vera a cui contrapporle. Le generazioni precedenti devono imporsi, quindi, di cambiare stato, da essere solide a liquide, come sostiene Zygmunt Bauman, per poter entrare nei nuovi sistemi culturali: a questo punto forse non è senza significato che il filosofo polacco sia nato nel 1925 e al momento della scrittura di questo libro abbia quasi 90 anni, l’età giusta per capire la Generazione2.0, come spesso i silver digital sanno fare più dei loro figli.

3.7. Senza privacy

Usano con disinvoltura Internet, sempre connessi ai social network, iscritti a una

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I valori della Generazione 2.0

miriade di siti, newsletter, database commerciali che chiedono loro dati personali in cambio di un accesso o un servizio. I ragazzi della Generazione2.0 usano, in particolare, i social network da quando sono adolescenti, quando il web era uno strumento di affermazione della propria identità nascente. Usavano e usano il web per comunicare agli altri la propria esistenza e personalità, le proprie attività e i sogni: per questo diffondono video e informazioni su loro stessi ed anche sugli altri, senza soffermarsi troppo a riflettere sugli effetti collaterali del circolo delle proprie informazioni o sulla legittimità della pubblicazione di materiale senza l’autorizzazione delle persone coinvolte. La rete, per loro, non è un libro in cui scrivere, ma la storia stessa dei personaggi, che circola, muta, evolve e si diffonde per effetto delle azioni di tutti. è questa la consapevolezza che, per certi aspetti, abbatte la sensibilità ai temi di privacy: vivere in rete significa mettersi a disposizione degli altri, proprio come si fa nella vita reale, mostrandosi con i propri discorsi, vestiti, passioni, etc per farsi conoscere. Solo che questo, in rete, comporta una meccanica connessa a rischi. Innanzitutto, per poter partecipare alla conversazione della rete è sempre necessario registrarsi e fornire propri dati personali alle piattaforme in cui tali dialoghi avvengono, siano esse un social

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I valori della Generazione 2.0

network, un forum, un blog: l’interazione e la partecipazione al web2.0 implicano la cessione di dati personali, che a seconda dei casi possono essere più o meno sensibili. Inoltre, i social network sono sempre meno virtuali, fatti di foto, nome, cognome e propria localizzazione: ogni gesto o commento della gen2.0, quindi, rimane in rete fissato alla carta di identità che ogni azione porta con sé, riconducibile quindi alla persona, da ogni altro partecipante al social network o, al minimo (per modo di dire), dal proprietario del sito o forum. Le meccaniche della fruizione dei social network, insieme alle attitudini alla condivisione della Generazione2.0, comportano inoltre, che ciascuno sia libero di etichettare (taggare) un contenuto con nomi e cognomi dei propri amici, legando quindi a questi delle frasi, opinioni, video, foto, che li riguardano, senza permesso e preventiva autorizzazione.

Personalmente ritengo abbastanza superfluo discutere sui comportamenti della Generazione2.0 in fatto di privacy, poiché la rete, per loro, è nata con questi meccanismi di base. Dovrebbero smettere di usarla, in sostanza, per proteggere la propria privacy. Penso che sia invece più utile discutere sulle richieste fatte dalle aziende commerciali al momento di registrazione ad un sito e, semmai, intervenire su queste e sulle possibilità oggi date a tali aziende

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I valori della Generazione 2.0

di sfruttare commercialmente i dati e di collegare indistintamente ogni tipo di informazione, opinione, relazione a tali informazioni. Quindi, ancora una volta, prima di criticare questa generazione, perché non ci chiediamo che cosa stiamo facendo noi per loro, per tutelarli lasciandoli però liberi di agire in rete per come questa oggi si deve fruire?. Tutela, infine, è anche fornire un sistema di informazioni di base sui meccanismi e sui possibili, effetti di un uso non consapevole della rete: una ricerca condotta recentemente sul tema privacy mostrava i dati riportati sotto, proprio a dimostrazione della necessità di fornire alla Generazione2.0 la consapevolezza, innanzitutto, delle proprie azioni in rete.

Tav.12: conoscenza e consapevolezza della privacy online

Fonte: Ricerca ad hoc Duepuntozero DOXA 2012

12%

19%

20%

30%

20%

0% 50% 100%

mai sentito nominare

conosco solo per sentito dire manon so di cosa si tratta

so a grandi linee di cosa si tratta

conosco abbastanza bene anchese non ne conosco tutte le

implicazioni

so cos'è e le implicazioni per me

il termine "Privacy Online"...

Popolazione Italiana

Generazione2.0

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I valori della Generazione 2.0

3.8 Senza limiti di quantità

Il web 2.0 ha indotto nella Generazione2.0 un certo comportamento bulimico nei confronti delle cose: ogni contenuto online ricercato può essere reperito immediatamente e fruito senza limiti, se non quelli posti dall’utente stesso, dalla sua voglia o dal tempo posseduto.Diversamente dai media classici, il web non pone limiti di palinsesto, orari di messa in onda o numero di pagine: è tutto lì, in fiduciosa attesa di un click, 24 ore su 24, 7 giorni su 7.è la rete stessa che mette a disposione questa immensa mole di materiali e la offre in modo libero, senza scelte editoriali a monte, che delimitino i contenuti o ne indirizzino l’accesso (unica parziale eccezione a questo aspetto, l’indicizzazione dei siti ad opera dei motori di ricerca). In qualsiasi momento un utente potrà quindi scegliere tra un approfondimento della cultura egizia o il dettaglio della ricetta degli gnocchi alla romana, la scoperta del bosone o le elezioni presidenziali negli USA; per ognuno di questi argomenti, inoltre, potrò scegliere tra una miriade di fonti e formati.La stragrande maggioranza dei materiale è inoltre disponibile gratuitamente: altra condizione che favorisce l’accesso e il possesso di diversi tipi di contenuti online.

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I valori della Generazione 2.0

Il web, insomma, è per la Generazione2.0 un ospite molto generoso, che apre le porte della sua cucina e mette tutto sul tavolo, tutto assieme, per chi se ne vorrà servire: la logica è quella “all you can eat”, in cui ogni commensale è libero non solo di prendere quanto cibo desidera – tutto quello, appunto, che riesce a consumare – ma anche di comporre il proprio piatto in modo del tutto personalizzato: quantità e qualità vanno a braccetto per la Generazione2.0.Ciò avviene non solo nella navigazione tra siti tramite Google, ma anche in Emule e nei vari Torrent che permettono di scaricare complete discografie nel proprio computer per avere tutto a disposizione nel momento in cui si vorrà fare una propria playlist. In questo immenso oceano di contenuti la Generazione2.0, che con questa e in questa vastità è cresciuta, crea percorsi a propria misura tra testi, video, musica ed immagini: ha la facoltà di spostarsi tra essi o andare in profondità su un contenuto, facendosi guidare dagli elementi incontrati nel percorso. La Generazione2.0 è creciuta con l’idea di dover avere l’oceano davanti per poter immergersi sulle cose più interessanti.Sono spesso, quindi, accusati di non sapere più leggere, di accumulare cose senza sapere cosa farne, di restare in superficie, di non riuscire a concentrarsi per più di 5 minuti: anche in questo caso probabilemte

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I valori della Generazione 2.0

il problema viene visto dal lato sbagliato, semmai i giovani della Generazione2.0 scontano il mancato adeguamento dei contenuti alle nuove logiche 2.0 della fruizione: disponibilità ampia, ampissima di contenuti – che dia il senso di un oceano da esplorare - e possibilità di percorsi di fruizione personalizzata, che diano la gioia e il coinvolgimento di un’esplorazione fatta secondo i propri gusti e che possano consentire pratiche “bulimiche positive”.

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CAPITOLO IV

GENERAZIONE WIRE-LESS IS MORE:I NUOVI PARADIGMI GENERAZIONALI

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Page 56: Generazione 2.0 made in italy

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Generazione wire-less is more: i nuovi paradigmi generazionali

Così come il wire-less consente una navigazione comoda, da ogni stanza della casa, e con più devices, tutte le mancanze di limiti sopra descritte permettono di esprimere un nuovo sistema di valori e, di conseguenza, di vedere il mondo con occhi diversi. La frequentazione del web 2.0 ha permesso l’esercizio di questi comportamenti senza limiti, fino a mutare psicologia, cultura e socialità della Generazione2.0.

4.1. L’autorevolezza

Crescere nella scena culturale e sociale di tangentopoli, come è stato per la GenerazioneX, è diverso dal crescere nella scena del web 2.0: dallo smarrimento dovuto alla distruzione delle certezze si passa alla valutazione e consapevolezza. Il web 2.0, popolato da una miriade di forum e siti di recensioni, è valutazione continua di ogni cosa, persona, idea: ci sono opinioni da consultare per le proprie scelte oppure da postare a seconda delle proprie esperienze personali. La rete partecipata pone tutti sullo stesso piano, ciascuno oggetto e soggetto di opinione trasparente e condivisa.

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Tav.13: gli influenzatori della Generazione2.0

Fonte: Italia2.0 Duepuntozero DOXA 2012

42%

26%

22%

13%

13%

9%

9%

6%

0% 20% 40% 60%

Consumatori stessi del…

Associazioni di consumatori

Professionisti riconosciuti

Persone comuni non…

Blogger riconosciuti

Dipendenti dell'azienda

L'azienda stessa del…

Giornalisti

Influencers per un prodotto/azienda per la Gen2.0

Per questo la Generazione2.0 non rispetta l’autorità: non basta un ruolo per essere riconosciuti, occorrono le stelline e i commenti di altri per renderti leader, per darti autorevolezza. Per la Generazione2.0, l’autorità istituzionale, per esempio, non è buona o cattiva in assoluto, così come le multinazionali, gli insegnanti, i giornali, gli amici o i propri genitori: ciascuno è ciò che la globalità ha decretato, visibile in modo esplicito e calcolato in modo matematico. Come fanno gli indici che segnalano l’autorevolezza di un sito, di una persona, di un blogger:

- Page Rank: è un indicatore di importanza di un sito, frutto dell’algoritmo di Google

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secondo cui le pagine più importanti su Internet sono le pagine che sono state linkate da un maggior numero di altri siti. Più persone inseriscono nel proprio sito un link al tuo, maggiore sarà la tua popolarità in rete e quindi dovrai occupare di diritto un posto più alto nei motori di ricerca. Per questo algoritmo, inoltre, vale di più un link che proviene da un sito molto visitato, che quello dato da siti di minor peso. Per questi motivi il PageRank, che definisce la posizione di uscita di una pagina rispetto alle interrogazioni di Google, è un metodo altamente democratico per determinare pertinenza e importanza di un risultato. Se sei autorevole, quindi, sei nelle prime pagine di Google, e sei autorevole se altri ti giudicano tale, con i propri comportamenti.

Immagine5: definizione semplificata dell’algoritmo che determina il PageRank

- Authority di Technorati: è un indicatore nato per determinare specificatamente l’autorevolezza di un blog. L’indice è più alto tante più volte il blog è citato da altri blog. Le

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citazioni, inoltre, vengono contate una sola volta: se un blog è citato da un altro blog 10 volte, verrà conteggiato un solo punto (ogni 6 mesi). Per aumentare l’Authority non vi sono scorciatoie: si tratta di scrivere articoli di qualità che siano in grado di catturare l’interesse e l’attenzione di altri blogger, in modo da generare una citazione. è un valore di grande importanza per ogni blogger, perché rappresenta l’indice di stima e gradimento del web nei suoi confronti.

Immagine6: screenshot del sito Technorati

- Klout Score: klout è una applicazione web che consente di comprendere l’influenza di un individuo nella rete dei social network che frequenta. Accede, dietro consenso, ai dati di Facebook, Twitter, Youtube, Google+,

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al proprio blog per calcolare tre indicatori, successivamente consolidati in un indicatore unico. Più volte i tuoi amici o follower cliccano link, ritwittano, condividono ciò che posti, più cresce il tuo score (per inciso: il nuovo algoritmo pare aver dato una ridimensionata a parecchie persone). I valori chiave del Klout score sono: True Reach, ovvero quante persone raggiungi; Amplification, ovvero quanto influenzi le persone, poiché queste interagiscono con i tuoi contenuti; Network Impact, ovvero la capacità di influenza del network dei tuoi contatti. Klout, inoltre, integra il sistema con altre azioni esplicite degli utenti, che riconoscono altri come propri influencer: il tasto +K è un bottone che permette di regalare un “punto d’influenza” ad un utente per un certo argomento.

Immagine7: screenshot del sito Klout

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4.2. Il concetto di amicizia e di gruppo

Le differenze tra la GenerazioneX e la Generazione2.0 sono enormi, anche in riferimento ad un concetto così universale come è l’amicizia, per adolescenti e ragazzi: tra “I ragazzi del muretto” e gli amici di Facebook c’è un abisso in termini di ampiezza, durata, significato della relazione tra i componenti.Se la compagnia del muretto ospitava un numero massimo di circa 20 elementi, più o meno aggregati in nuclei principali di 5-6 amici (ripenso alla mia compagnia chiamata “compagnia della panchina”, addirittura), la compagnia della Generazione2.0 aggregata in Facebook è di circa 300 amici. Come in ogni compagnia, anche tra gli amici di Facebook si trova un po’di tutto: amici veri, confidenti, ma anche semplici amici di amici o conoscenti passati di là. La differenza sta nel numero di relazioni che, grazie alle dinamiche sociali digitali, la Generazione2.0 è in grado di intrattenere con così tante persone. La consultazione di Facebook tramite telefono cellulare, inoltre, permette a questa generazione routine di condivisione talmente frequenti e diffuse a tutta la base di amici, che le relazioni restano vive più a lungo o riescono a rinvigorirsi dopo anni. Postando un contenuto nel wall dell’altro o più semplicemente dando un occhio alle news che scorrono in bacheca,

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ciascuno riceve e dà pezzi di vita e racconti, aggiornamenti e riflessioni. E’ proprio tramite queste meccaniche che fluiscono in rete le comunicazioni tra le persone, che proprio tramite esse si avvicinano e partecipano alla vita altrui: istanti di vita ed eventi memorabili sono pubblicati per parlare a tutti (almeno ai propri amici di Facebook) e ciò permette alla Generazione2.0 di costruire ed alimentare un sistema di amicizie aperto e ampissimo, a dispetto del noto esperimento di Dunbar che, calcolato in una società senza bytes, limitava a 150 il numero di relazioni massimo che un umano riuscirebbe a mantenere vive in un unità temporale data.

Tav.14: motivi dell’uso di Facebook per la Generazione2.0

Fonte: Italia2.0 Duepuntozero DOXA 2012

68%

67%

59%

49%

45%

43%

23%

17%

17%

12%

0% 20% 40% 60% 80%

Per tenermi in contatto con chi non vive vicino

Per tenermi in contatto coi miei amici, anche quelliche frequento

Per curiosare, vedere un po' cosa accade in giro

Per venire a conoscenza di iniziative ed eventi

Per sbirciare tra le pagine dei miei amici e conoscenti

Per riprendere i contatti con persone che non vedevoda tempo

Per avere un canale su cui comunicare come sono ecome mi sento

Per essere aggiornato su marche prodotti o istituzioni

Perché ormai non si può restarne fuori

Per avere una sorta di diario della mia vita

Motivi di uso di Facebook per la Gen2.0

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L’amicizia all’era di Facebook, proprio per le dinamiche di posting, non rischia di svanire per la lontananza o per lo scorrere del tempo: basta un invito al Social Network per non perdere la condivisione e, anzi, migliorare la conoscenza dell’altro. I Social Network, in questo senso, facilitano le relazioni, favorendo la nascita e il mantenimento delle amicizie che poi, val forse la pena di ricordarlo, saranno esercitate e vivranno “sul campo”, nella vita reale. Facebook, in sostanza, è un potenziatore dell’amicizia e la Generazione2.0 ci sta insegnando proprio questo: l’amicizia può essere mantenuta nel lungo periodo e con tantissime persone, approfondendola poi nelle situazioni offerte dalla vita reale. Sotto questa prospettiva risultano non condivisibili articoli di questo genere: “L’amicizia al tempo di Facebook: non più una frequentazione continua fatta di serate, discussioni, reciproche consolazioni. Casomai, un dialogo virtuale fatto di battute tra individui che quando va bene si sono visti due volte.” (http://www.corriere.it/cronache/09_dicembre_27/rodota-amicizia-era-facebook_c06e8308-f2db-11de-98ab-00144f02aabe.shtml)

4.3. La sete di experience

I siti web e i devices tecnologici sono sempre più immediati e semplici da usare, anche nelle funzioni più articolate. Per chi ha vissuto il

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passaggio dal vecchio web a quello moderno, un blog personale o l’ipad sono il risultato della straordinaria capacità dell’uomo di rendere democratici ed accessibili anche gli strumenti di comunicazione più sofisticati; per la Generazione2.0 sono lo stato naturale delle cose. Una delle cose più interessanti da conoscere per la Generazione dei Baby Boomer è la meccanica di funzionamento dei prodotti, il domandarsi cosa ci sia dietro alle cose, scoperchiare la radio e scoprirne transistor e condensatori. La Generazione2.0 ha vissuto il web 2.0 come una black box e senza domandarsi o stupirsi troppo, se ne è immersa. Non leggono libretti di istruzioni, ma provano direttamente ad usare le cose, sapendo che, semmai servisse, potranno postare una domanda su un forum e dovranno solo attendere qualche minuto per trovare o ricevere risposta. è questo tipo di immediate immersioni che rende il web molto poco virtuale, per la Generazione2.0: i siti e ciò che avviene online sono così come si mostrano, bisogna prendere o lasciare, senza volerne comprendere origini e meccaniche di funzionamento, che non fanno altro che rimandare al mondo offline, al prima, al hardware. Se, quindi, il web non è virtuale, per la stessa Generazione2.0, tutto è virtuale: il contatto con l’altro, o con un prodotto, avviene in primis online, e questo conduce la relazione con la Gen2.0 a valorizzare gli elementi di experience

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andando oltre le valenze e il contatto fisico.Questo dà alla Gender2.0 la grande libertà di focalizzarsi solo sull’esperienza vissuta, null’altro. In rete le esperienze sono le sensazioni provate a seguito di azioni e click: sono il connettersi ad un vecchio amico tramite Facebook, ricevere un commento ad una recensione di un ristorante su Tripadvisor, raggiungere l’ennesima visualizzazione del video che postato su Youtube, twittare che non ci si è trovati bene con quel dato prodotto o il guadagnare un badge per un’idea postata in un sito di un’azienda sul proprio prodotto preferito.Questo atteggiamento ben stimolato dal web, unitamente all’innalzamento medio delle qualità intrinseche di tutti i prodotti, dalle grandi marche ai discount, suggerisce alla Generazione2.0 di porre attenzione solo all’esperienza vissuta anche nel consumo di un prodotto e servizio reale: ciò che per loro conta è la sensazione provata nel momento in cui ci si informa, si sceglie, si consuma e si parla del prodotto acquistato, non solo l’atto del consumo in sè e per sè.Immersione nelle cose, tra on e offline indistintamente; estensione dell’offerta di un’azienda a partire dal prodotto per andare fino all’ intrattenimento; eccellenza totale nell’atto di consumo, di contesto, sostanza e forma; e infine personalizzazione sono i fattori minimi essenziali per soddisfare la sete di esperienza della Generazione2.0.

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4.4. La co-creazione

All’omologazione degli stili e degli acquisti dei giovani degli anni ‘80’, i giovani degli anni ‘90 e dei primissimi anni del 2000 hanno contrapposto la ricerca di unicità: la GenerazioneX sentiva la necessità di esprimere e rappresentare se stessa acquistando oggetti diversi dagli altri o personalizzando il prodotto successivamente all’acquisto. L’avere a tutti i costi un cellulare divenne, per i giovani, avere il cellulare più moderno o renderlo unico con adesivi, cover e charms. Anche rispetto a questo, la Generazione2.0 fa un passo ulteriore: crea il cellulare con l’azienda (http://lab.vodafone.it/).La naturalezza con cui la gen2.0 interviene e crea il web, modificando tramite l’uploading di foto, video o singoli commenti, le pagine create da altri, la conduce a sperimentare nuove forme di collaborazione tra pari o anche con le aziende.Ritenendo di poter contribuire a cambiare e creare ogni cosa: il consumer diviene prosumer, produttore egli stesso di messaggi verso l’azienda, di contenuti di comunicazione, di nuovi prodotti o anche di servizi di assistenza collaborativa post vendita. Queste pratiche in rete della Generazione2.0, inoltre, si sommano alla crescente consapevolezza delle dinamiche del marketing e alla fine della reverenza verso i brand, aprendo quindi ad un rapporto

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sempre meno di sudditanza, meno utopico, molto più paritetico e critico. Nei forum di discussione, nei siti di recensioni di prodotti, nel web in generale, la generazione2.0 mette in azione la propria consapevolezza di poter cambiare le sorti di un’azienda, anche solo commentando un prodotto o riportando un’esperienza personale, poiché molti - spesso milioni - di individui leggeranno quel post e modificheranno di conseguenza la propria opinione sul brand, in positivo o in negativo.Sono queste le nuove regole del gioco, il nuovo asse su cui si pratica la relazione tra l’azienda e il cliente, tra il politico e il cittadino, tra il cliente e il suo fornitore, fino a mettere in discussione i ruoli canonici delle economie di mercato, tra domanda ed offerta. Vi sono oggi in Italia non poche community di aziende che coinvolgono il proprio consumatore nei processi di ideazione di iniziative di marketing o anche prodotti ad essi rivolti. La Generazione2.0 partecipa attivamente a tutto ciò che la riguarda, o perché ne è destinataria o per amore. Sfatiamo quindi il mito della generazione svogliata, pigra, passiva, senza mordente: se l’interesse verso qualcuno o qualcosa sarà alto, la generazione2.0 sarà la prima a mettersi in gioco fino in fondo, collaborando con gli altri e co-creando la soluzione più opportuna, sia essa un programma di sostenibilità

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ambientale o una nuova buonissima merendina (www.nelmulinochevorrei.it).

4.5. La comunicazione visuale

“Non leggono più”, “non scrivono più”, “sembrano tutti giapponesi, sempre a fotografare qualcosa con il cellulare e a postarle su Facebook”. Quante volte abbiamo sentito –e che qualcuno confessi, pensato! – queste affermazioni a proposito della Generazione2.0?Spesso, dobbiamo ammetterlo. A parte l’opinabilità delle affermazioni, in un mondo web che ogni giorno emette oltre 400 milioni di Tweet, oltre un miliardo di post di Facebook, di fronte a 3 milioni di blogger che scrivono, solo in Italia, almeno una volta a settimana il proprio diario, la cosa vera è che lo stile e il formato dei linguaggi sta cambiando profondamente. Se da un lato un Tweet ospita al massimo 150 caratteri, dall’altro la ricchezza dei contenuti che oggi possono essere uploadati per esprimere una propria comunicazione è sconvolgente: testo, immagini, video, musica… autoprodotti o meno, stanno popolando la rete fino a farci domandare per quanto tempo ancora tutto ciò sia sostenibile con gli hardware e software attuali.Ancora una volta, ritengo che la chiave di lettura della Generazione2.0 dovrebbe andare nella logica dell’ampliamento

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degli orizzonti del possibile, piuttosto che dell’impoverimento, poiché proprio non ne intravedo le caratteristiche. Così, come Facebook potenzia la capacità della Generazione2.0 di intrattenere rapporti a distanza, le piattaforme di video sharing, Youtube in primis, consentono ai giovani di esprimersi e raccogliere informazioni in modalità ancor più interattive e coinvolgenti.D’altro lato, che cosa più di una comunicazione visuale come una foto o un video può valicare le barriera di tipo linguistico o rendere sicuro di sé anche chi non ha una massima padronanza del linguaggio scritto? è una scorciatoia? Saremo sempre più ignoranti? Io non credo: vedo una generazione che fa largo uso di tutti gli strumenti messi a sua disposizione, valorizzando, con intelligenza, le diverse possibilità oggi offerte dalla rete. Certamente il compito dei genitori e dei formatori è divenuto più complesso ed articolato, ma essi dovranno prestare attenzione a questi trend, senza demonizzare o colpevolizzare chi, invece, ci sta mostrando delle nuove, fresche ed immediate modalità di comunicazione interpersonale. D’altra parte, non è stata proprio la RAI, con le sue trasmissioni TV ad insegnare la lingua italiana al nostro Paese, negli anni ’50? Non ritengo, inoltre, lo abbia fatto con lezioni esplicite, ma fornendo modelli di comunicazione e di linguaggio.

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Tav.15: attività di diffusione e fruizione video online della Generazione2.0

Fonte: Italia2.0 Duepuntozero DOXA 2012

92%

35%

Guardo Video online Carico io stesso videoonline

Videocomunicazione online della Gen2.0

4.6. La cura della reputazione

Tra Second Life e Facebook vi è la stessa differenza che passa tra il mondo virtuale e quello reale: la Generazione2.0, pioniera dei social network, ha permesso alle facce e ai veri nomi di sostituire avatar e nickname, aprendo così la rete alle persone, ai dialoghi, alle autentiche relazioni, favorendo un passaggio che è stato tanto sostanziale quanto irreversibile. Quando ciò accadeva la Generazione2.0 aveva tra i 12 e i 24 anni: adolescenti o giovani universitari usavano la rete per parlare di sé, per esprimere la propria identità, per comunicare all’esterno chi e come desideravano essere. Insomma, quello che la generazione precedente era costretta a chiudere in un diario, era tutto ad un tratto diffuso e disperso nella rete, tra amici, conoscenti e - fino a quel momento - sconosciuti.

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Non si sono domandati se fosse opportuno o no, o come trascrivere il diario su una bacheca di Facebook: quello era semplicemente il loro diario nel momento in cui hanno iniziato a scriverlo. Nello stesso tempo, la possibilità di osservare, più o meno liberamente, il diario altrui tramite una veloce ricerca con Google ha costruito in loro la consapevolezza dell’importanza di ciò che esiste e rimane visibile online di ciascuno di noi: l’identità digitale diventa reputazione nel momento in cui può far cambiare le opinioni di qualcuno nei nostri confronti. Popolare la rete con propri messaggi, foto, video, geolocalizzazioni non è quindi solamente il frutto della volontà di esserci ed apparire, pur presente in larga parte della Generazione2.0, ma un atto consapevole di costruzione della propria reputazione, anche a dispetto di quanti la mineranno con un post sulla bacheca o con un tag su una foto scomoda.Le generazioni passate ritenevano la reputazione un affare da VIP o comunque del mondo adulto, quando la posta in gioco sarebbe diventata decisamente più alta: ai ragazzi si perdonava un po’ tutto, considerando anche i gesti più riprovevoli come bravate giovanili. Questo, evidentemente, vale anche oggi, ma nel mondo digitale ogni singola azione o accadimento è destinato a rimanere, sempre raggiungibile dagli spider dei motori

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di ricerca. Per questo l’attenzione della Generazione2.0 alla propria reputazione è ben più alta di quella prestata dalle generazioni precedenti: scrivere e postare online diventa un modo per avere una propria identità e fornirla agli altri; se non la costruisci è come se non esistessi. Ciò che invece, purtroppo, non è patrimonio di tutta la Generazione2.0 è la logica della limitazione delle porzioni di sé che è il caso di diffondere o meno in modo indiscriminato: troppo spesso studenti o candidati ad un posto di lavoro mostrano degli squarci non propriamente edificanti di sé. Non si tratta di rendere Facebook o Youtube uno spazio serioso e quindi finto: basterebbe rendere accessibile il proprio profilo solo ai propri amici, proprio come quando, solo con loro, si esce la sera, senza invitare professori o datori di lavoro. è per questo che il social network di Google, chiamato Google+, sta diffondendosi anche in Italia, dove il numero di iscritti a Facebook e che hanno già acquisito una consuetudine con il social network, è quasi pari all’intera popolazione web: con il singolo network diviso in cerchie, ogni contenuto postato ha la giusta collocazione e il proprio perimetro di diffusione, senza rischiare pericolose commistioni.

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Immagine8: screenshot del sito Google+ e le sue “cerchie”

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CAPITOLO V

ADOTTARE LO S.T.I.L.E.DELLA GEN2.0

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Adottare lo S.T.I.L.E. della Gen2.0

Una generazione disillusa, concreta, senza ambizioni obbligate, responsabile delle proprie scelte come la Generazione2.0 non può avere attese: non aspetta e non si aspetta che il proprio benessere arrivi da qualcun altro o da un principio morale. La Generazione2.0, semmai, ha richieste specifiche e non esita a comunicarle a chiare lettere a chiunque voglia relazionarsi con essa: sono istruiti, informati, pragmatici a sufficienza per poter chiedere il rispetto di alcuni pilastri fondamentali dello stile 2.0.S.T.I.L.E. Gen2.0 potrebbe essere l’etichetta alla quale attenersi per entrare a relazionarsi con la tribù, cinque elementi fondamentali della Generazione2.0, loro marcatori identitari e base delle richieste verso chiunque:

S - Socialità, ovvero condivisione, collaborazione, networking

T - Trasparenza, ovvero scambio di informazioni, lealtà, dialogo, possibilità di valutazione

I - Immediatezza, ovvero velocità, reattività, caducità, vivere hic et nunc

L - Libertà, cioè possibilità di scegliere, accessibilità, varietà, nessun formalismo, possibilità di evadere

E - Esperienza, ovvero emozioni, gioco, intrattenimento, personalizzazione, immersione

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Adottare lo S.T.I.L.E. della Gen2.0

Tav.16: lo S.T.I.L.E. della Generazione2.0

Crescere nel web 2.0 ha avuto conseguenze importantissime sulla vita di questi ragazzi ora maggiorenni, fino a renderli insofferenti verso qualsiasi cosa o persona non più in linea con i dettami del 2.0, intrapresi quotidianamente negli ambienti digitali partecipativi. Per questo, ad esempio, li troverete spesso intolleranti verso i commessi di un negozio: rispetto a quanto possono trovare sul web, un negozio fisico potrà rischiare di essere un ambiente poco sociale se ti offrirà ciò che ha, senza darti la possibilità di intervenire in alcun modo sull’offerta o di sapere se a qualche amico lo stesso capo sia piaciuto o meno, e perché; avranno già raccolto tutte le informazioni online e il negozio sarà giudicato male se

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Adottare lo S.T.I.L.E. della Gen2.0

il commesso non potrà agire in autonomia a seguito di una critica o di una richiesta “extra”; sarà sempre ritenuto troppo lento ad intercettare i trend del momento e giudicato immobile verso i cambiamenti suggeriti dalla Gen2.0; darà una possibilità di scelta avvertita come troppo limitata da chi conosce che cosa sia possibile reperire in rete, ha avuto modo di paragonare una grande varietà di prodotti e considera l’acquisto solo uno dei momenti di contatto con il prodotto stesso.

è una questione di stile, insomma, prima ancora che di contenuto. Essere cresciuti nel web 2.0 significa trasporre nel mondo reale, sic et simpliciter, tutti i valori e le dinamiche esistenti negli ambienti collaborativi della rete. Per la Gen2.0 non esistono un off e un on-line, tutto è digitale, in quanto ogni cosa ha e deve avere un’ essenza 2.0: le dinamiche del web, che per le generazioni precedenti sono ancora una novità portata da una connessione internet, e per questo lì confinata, per la Generazione2.0 sono il mondo, così come è e deve essere. Anche per questo è così diversa dalle altre: non cerca di adattarsi al mondo che si sta digitalizzando, ma essendovi nata dentro ne risulta geneticamente plasmata. Non chiede, quindi, la versione digitale delle cose, dei servizi delle istituzioni, degli acquisti, ma un modo 2.0 di operare, per

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molti aspetti rivoluzionario rispetto al passato. Se, insomma, le generazioni 1.0 cercano nel web angoli in cui rivivere la vita reale, la Generazione2.0 sta plasmando il mondo reale da dentro al web.

5.1. Lo STILE Gen2.0 chiesto alle istituzioni

Troppo spesso politici e enti, insieme ad una larga parte della opinione pubblica, lamentano la scarsa partecipazione dei giovani alla vita istituzionale del nostro Paese. Ciò che di queste esternazioni spiace dover ascoltare, o comunque percepire, è l’accusa nei confronti di chi, ritenuto troppo distratto o superficiale, non si mostrerebbe attratto da tematiche “alte” o valoriali. In realtà basterebbe voler conoscere un po’ meglio questa generazione per accorgersi del fatto che la questione viene posta in modo errato: la Generazione2.0 ha propri valori, altroché: sono tutti quei valori sociali che quotidianamente vengono agiti nel cosiddetto web partecipativo. Dire la propria, esporsi, collaborare, sono solo alcuni dei valori che il Web 2.0 porta con sé. Basti pensare a Wikipedia, l’enciclopedia online generata dagli stessi utenti, che in modo dinamico postano, integrano, modificano ogni articolo fino al raggiungimento di una definizione condivisa. Inoltre, che cosa fanno le istituzioni, dal lato

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loro, per comprendere, dialogare, attrarre la Generazione2.0 su questi temi? Molto poco, questo è chiaro. Sarebbe facile arrivare a constatare che la Generazione2.0 non sia la priorità di nessuno in Italia: forse sono troppo pochi per raccogliere voti, o poco influenti sulle masse per muovere consensi. Il coinvolgimento della Gen2.0 nelle attività istituzionali del nostro Paese è invece cruciale per tutti: essa è il nostro futuro e l’unica energia per il cambiamento. Il problema, quindi, è all’origine: non sono loro a non avere valori o a non essere disponibili alla partecipazione, è lo S.T.I.L.E. 2.0 che manca ad ogni iniziativa o attività di comunicazione degli apparati istituzionali.Se pensiero, attività e comunicazione istituzionale si declinassero secondo lo S.T.I.L.E. 2.0 sarebbero con buona probabilità in grado di attrarre la Gen2.0.

S - Socialità: la politica parte dal territorio ed è dal basso, dall’ascolto e dal coinvolgimento dei cittadini, che trae autorevolezza e credibilità;

T - Trasparenza: le istituzioni devono muoversi in modo leale, dando visibilità a obiettivi, azioni e risultati, perché la Generazione2.0 possa valutare e commentare;

I - Immediatezza: la politica, pur mirando al lungo periodo, deve dare risposte concrete subito e reagire velocemente

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ad ogni fenomeno avverso alla collettività, anche se inaspettato

L - Libertà: la politica dovrà tenere in mente che nulla è per sempre, mai più tessere di fedeltà ai partiti, ma rapporti fluidi e aperti tra destra e sinistra;

E - Esperienza: la politica non può essere materia fredda, deve fornire storie ed esperienze e da raccontare e da sostenere, anche individuali, dei leader se possibile.

5.2. Lo STILE Gen2.0 chiesto ai formatori e alla scuola

Spesso ci troviamo di fronte a manifestazioni di disagio (forse di inadeguatezza) di insegnanti e formatori nel comprendere, gestire, supportare la Generazione2.0. Questa, l’oggetto di questo libro, è in effetti molto differente da ogni altra del passato: come poter costruire quindi un nuovo rapporto tra le nuove parti in gioco? Le tecnologie “orizzontalizzanti”, democratiche, “alla pari” minano la posizione di autorità dei formatori, ed è forse proprio questa l’origine del disagio. A garantire il buon esito dello scambio, per entrambi, sarà invece proprio l’autorevolezza che i formatori sapranno conquistare sul piano relazionale e non sul ruolo rivestito, in una relazione che dovrà necessariamente rimanere asimmetrica come quella della scuola. Anche in questo

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caso, i formatori dovranno avere quindi uno S.T.I.L.E. 2.0:S - Socialità: favorire la collaborazione, il

lavoro di squadra, la valorizzazione delle diversità aggregate attorno all’obiettivo formativo comune;

T - Trasparenza: a partire dalla consapevolezza della libertà e disponibilità di informazioni prima della stessa lezione, il formatore dovrà essere aperto e favorire i processi di valutazione da parte degli studenti;

I - Immediatezza: il formatore dovrà essere veloce, reattivo alle dinamiche del momento, all’attualità, e su queste costruire regole generali;

L - Libertà: il formatore seguirà un proprio piano ma non dovrà mai mostrarsi rigido e statico nei confronti dei cambiamenti ed espressioni di apertura verso il nuovo degli allievi;

E - Esperienza: il formatore dovrà rendere viva, reale, personale ogni nozione e insegnamento, mettendo in gioco anche la componente emozionante e ludica che permette una immersione totale negli argomenti e casi reali di studio.

5.3. Lo STILE Gen2.0 chiesto alle marche

I tesori guadagnati dai grandi marchi grazie alla GenerazioneX sono messi in forte discussione dalla Generazione2.0.

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Adottare lo S.T.I.L.E. della Gen2.0

La mancanza di positività, lo scetticismo, la sfiducia nei valori tradizionali e nelle istituzioni che hanno condotto la GenerazioneX a scegliere di restare bambina e di credere alle favole dei brand, non è comprensibile per la nuova generazione cresciuta con il mouse in mano. La generazione cresciuta con i blog, i forum, i social network crede nella forza dei consumatori, in grado di incidere profondamente sulla vita delle aziende, nel bene e nel male. Il consumatore, dialogando sulla e con la marca negli ambienti digitali, diventa prosumer, ovvero guadagna un ruolo attivo nella produzione stessa dei contenuti o beni dei quali fruirà. Il web2.0 rende marca e consumatore un po’ più sullo stesso piano, obbligando la prima ad abbandonare le tecniche della propaganda per quelle del dialogo e consentendo al secondo di esprimere suggerimenti e desideri in modo esplicito, tramite i luoghi digitali che la marca stessa avrà reso disponibili (per esempio con fanpage Facebook o nelle brand community) o tramite i luoghi pubblici della rete. APPLE, RYANAIR, H&M e ZARA, REDBULL, SKY, fino al Conto Arancio sono gli esempi di marche che, adottando lo S.T.I.L.E. 2.0, hanno cambiato profondamente le regole del gioco del proprio settore:

S - Socialità: la marca crea e favorisce aggregazioni attorno ad una passione, interesse, o anche al prodotto stesso, se può;

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Adottare lo S.T.I.L.E. della Gen2.0

T - Trasparenza: non si fa propaganda, si dialoga, rendendo evidenti i propri obiettivi, si ammettono gli errori, nel caso;

I - Immediatezza: la marca deve proporre progetti concreti, visibili, e reagire velocemente ad ogni cenno di disappunto da parte del proprio consumatore;

L - Libertà: la marca2.0 non obbliga alla fedeltà, non chiede promesse di lungo periodo, ma accetta la valutazione severa sul campo e guadagna la fiducia giorno dopo giorno, accettando fughe provvisorie per porsi l’obiettivo di riconquistare;

E - Esperienza: la marca da seller (venditore) diventa publisher (editore), fornendo, negli ambienti digitali e fuori, emozioni, gioco, intrattenimento in modo personalizzato, ove anche l’atto stesso di scegliere e consumare diventa per il consumatore un momento di immersione totale nel sistema di marca.

5.4. Lo STILE Gen2.0 chiesto ai servizi professionali per l’impresa

Il digitale impatta profondamente processi e opportunità del settore dei servizi professionali alle imprese, forse più di ogni altro settore. Servizi e digitale, infatti, vivono della stessa sostanza: di informazione,

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Adottare lo S.T.I.L.E. della Gen2.0

relazione, cervello, bit; per questo tale settore farà dell’economia, degli strumenti, della cultura digitale la propria essenza. Le aziende che offrono servizi professionali alle imprese, come, per esempio, quelle dei settori del marketing e della comunicazione, delle ricerche di mercato, degli eventi, della consulenza, dei servizi informatici e della formazione, si dovranno ripensare in modo drastico per poter servire le aziende e la Generazione2.0, che ne sarà l’interlocutore principale, come cliente (a breve la Generazione2.0 sarà acquirente di servizi in azienda) o come consumatore (la Generazione2.0 è e sarà sempre più un target di impresa fondamentale). Per questi motivi il mondo dei servizi, quindi, deve adottare lo S.T.I.L.E. 2.0:

S - Socialità: le imprese dei servizi si aggregano in rete per soddisfare problematiche sempre più articolate e complesse, collaborando e creando network attorno a sé

T - Trasparenza: dovranno condividere, tra partner e con i clienti, informazioni, processi, modi di lavorare, attività per poter fronteggiare insieme le sfide contemporanee;

I - Immediatezza: grazie agli strumenti digitali, ma anche per una nuova attitudine di servizio, dovranno lavorare con la massima reattività rispetto alle

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Adottare lo S.T.I.L.E. della Gen2.0

situazioni affrontate dai propri clienti, focalizzando l’attenzione su programmi concreti e di breve durata, senza l’ambizione di poter governare i grandi piani di cambiamento;

L - Libertà: offriranno massima accessibilità, essendo poco formali, per nulla guru, dovranno essere molto più paritetiche anche nei confronti di chi viene seguito e possiede meno competenze tecniche;

E - Esperienza: anche i servizi più tecnici dovranno essere proposti con carica emotiva e personalizzazione.

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CAPITOLO VI

GLI STRUMENTI DI RELAZIONECON LA GENERAZIONE2.0

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Gli strumenti di relazione con la Generazione2.0

Lo S.T.I.L.E. 2.0 identifica le modalità con cui relazionarsi con la Generazione2.0: il codice, l’etichetta, il galateo per essere ammessi al dialogo. Lo S.T.I.L.E. 2.0 nella pratica diventa sensibilità, pratiche e strumenti per ascoltare i giovani, senza preconcetti o stereotipi, con nuove lenti di osservazione, per relazionarsi con loro e poterli attrarre a sé e quindi valorizzarne l’energia.

6.1. Le modalità e gli strumenti di ascolto

Ascoltare i giovani non è mai stato semplice: gli adulti tendono ad essere poco pazienti e a rapportare ciò che vedono con quanto, nei loro ricordi, facevano alla stessa età. Nei loro ricordi, appunto, dove la realtà si offusca e spesso si mitizza anche. Quello che rappresenta, comunque, la principale difficoltà di comprensione della Generazione2.0 è la volontà o necessità che hanno gli adulti di interpretare ciò che vedono con strumenti non più idonei. E’ un errore, infatti, interpretare un taglio di capelli con le logiche di chi si pettinava con la brillantina: la cresta sarebbe stata abbassata da quintali di gel e chi la tiene alta lo fa, senza ombra di dubbio, per trasgressione.Occorrono quindi altre lenti e, a volte, dei nuovi occhiali tout court. Uno di questi è il web stesso, che permette a professori, politici, aziende di immergersi nei mondi

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Gli strumenti di relazione con la Generazione2.0

vivi della rete per comprendere i giovani e le dinamiche di relazione tra essi. Ascoltare facendo domande, infatti, non produce effetti se le domande non le si sanno più fare (“Com’è oggi l’acqua chiede il vecchio pesce?”), per questo varrebbe molto di più la pena di dare spazio a ciò che spontaneamente dice la rete, senza cadere nella trappola dei propri pregiudizi: avere una idea preconcetta della Generazione2.0 conduce, infatti, l’osservatore a cercare conferme e quindi a non avere una visione oggettiva e realistica. Farlo per capire fino in fondo valori, attese, sociologia e cultura della Generazione2.0 è una professione. Nonostante ciò, basta seguire alcuni semplici suggerimenti per iniziare un percorso di avvicinamento alla Generazione2.0:

- individuare i territori da osservare, non navigare senza meta ma dirigere lo sguardo verso siti dove si pensa di trovare le infor-mazioni più interessanti;- osservarli per un po’ di tempo, cercando relazioni verticali tra i contenuti postati dal-la stessa persona e le relazioni orizzontali, ovvero le dinamiche di relazione tra i parte-cipanti alla conversazione;-comprendere i meccanismi di autorappre-sentazione e oltrepassarli per capirne sem-mai le motivazioni e ottenere le reali infor-mazioni sottostanti;-essere aperti al sorprendente, non cercare

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Gli strumenti di relazione con la Generazione2.0

di leggere la rete con gli occhi di chi, magari seduto su una panchina, osserva il gruppo di ragazzi nella piazza del paese: occorre mettersi nei panni dell’altro e ipotizzare che lui abbia delle ragioni per comportarsi in un dato modo, al di là di ciò che ci pare giusto o sbagliato.

Marianella Sclavi, nel suo “Arte di ascoltare e mondi possibili” è semplicemente illuminante nella sua illustrazione delle “Sette Regole dell’Arte di Ascoltare” che qui riportiamo:1. “Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca.2. Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista.3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva. 4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico.5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti, perché

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Gli strumenti di relazione con la Generazione2.0

incongruenti con le proprie certezze.6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione interpersonale. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti.7. Per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l’umorismo viene da sé.

Con questo vademecum in mano, si possono attivare i sistemi di ascolto della rete e cercare di comprendere la Generazione2.0. Google Alert, Twitter Search, Social Mention, Topsi, Wildfire, Liquida, Technorati, Blogpulse, …sono tutti strumenti in grado di condurvi attraverso la rete a reperire informazioni mirate, su un giovane che vi interessi conoscere meglio o su un tema più ampio. Come si accennava, dopo una prima analisi esplorativa condotta con questi strumenti, risulterà cruciale comprendere i territori su cui focalizzare la propria attenzione: a seconda del tema e in base al profilo delle persone che vorremmo osservare, dovremmo decidere su quale social network dirigere la nostra attenzione. Il panorama è molto vasto ma con un po’ di pazienza, quelli più interessanti per noi emergeranno quasi naturalmente. Un professore, un politico, un genitore, un’azienda,… tutti possono dotarsi di questi strumenti per iniziare ad

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immergersi nel mondo della Generazione2.0. Una volta compresi e immersi nei mondi della Generazione2.0, attenzione però a non far gaffe: la Generazione2.0 è severissima con chi non sa comportarsi in rete, con chi non mette la propria faccia in quello che fa, con chi si mostra per ciò che non è. è vero, la Generazione2.0 è lì, in rete, aperta al dialogo perché questo è parte fondante del suo modo di essere, ma siate autentici e trasparenti, abbiate lo S.T.I.L.E.2.0 perché ogni errore vi sarà fatto pagare in modo severo, mettendovi alla gogna nella pubblica piazza digitale: questa è l’unica evenienza di cui avere timori. Sarete liberi, per esempio, di non avere come immagine del profilo di Facebook il vostro viso, ma la Generazione2.0 vorrà capire se si tratta di un gioco, una vostra rappresentazione, o se si tratta di un trucco. In questo secondo caso, potranno anche accettare il dialogo, ma, secondo le più canoniche leggi delle dinamiche della psicologia transazionale, sarete ricambiati con altrettanta falsità.

6.2. Saper dialogare con la Generazione2.0

Siamo quindi diventati una persona “a modo”, ovvero abbiamo un bello stile, ci sappiamo comportare, abbiamo un sistema di valori condiviso con il nostro interlocutore, sappiamo ascoltare, sappiamo stare in compagnia… ora manca l’ultimo passo:

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saper intrattenere un dialogo, che sia piacevole, interessante e gratificante per l’altro, per la Generazione2.0. è l’obiettivo finale di tutto: saper instaurare un dialogo con la Generazione2.0 consente alla cultura di ogni Paese di evolvere, di saper costruire il futuro senza strappi col passato.

Dialogare con la Generazione2.0 significa prima di tutto condividerne i valori fondamentali:S - Socialità: ritenere che la collettività sia

più importante, efficace ed efficiente di ogni singolo individuo.

T - Trasparenza: giocare pulito, senza fingere o nascondere alcunché, essere sempre aperti al feedback.

I - Immediatezza: non avere piani per il futuro ma progetti da realizzare nel concreto, velocemente senza attendere.

L - Libertà: lottare per poter sempre esprimere un’opinione, poter cambiare, non avere regole se non quelle condivise e nate per il bene della community

E - Esperienza: vivere con emozione, coinvolgimento, interazione, gioco.

Se questi sono anche i vostri valori, allora basta solamente saperli condividere e comunicare alla Generazione2.0. Il luogo della condivisione sarà necessariamente il Web, il non luogo in cui la Generazione2.0 accetterà di instaurare un dialogo. Lo stile

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e il contenuto della conversazione, a questo punto, saranno altrettanto importanti: semplicità, ma allo stesso tempo coinvolgimento e innovatività dovranno essere i parametri della conversazione con la Generazione2.0.

La valutazione, infine, verterà sul contenuto, sul quanto avremo da dire, che dovrà essere sempre interessante, ovvero non scontato o facilmente reperibile nella miriade di altre fonti frequentate tutti i giorni, e gratificante, ovvero che dia la sensazione di ricevere un qualche beneficio in cambio della disponibilità, del tempo o di una registrazione ad un sito.

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CONCLUSIONI

La Generazione2.0 italiana, i ragazzi tra i 18 e i 30 anni, hanno molto da dire, fare e insegnarci. “Italia2.0”, la ricerca di Duepuntozero DOXA che ha animato la scrittura di questo libro, dà strumenti e stimoli a tutti coloro che con questa generazione vorranno o dovranno confrontarsi, fornendo regole di condotta e strumenti essenziali di comunicazione, siano essi aziende, istituzioni, formatori o genitori.

La Generazione2.0 italiana non è:- non è la Generazione Internet: è al

contempo una parte di essa e molto di più;

- non è del tutto uguale ai suoi coetanei nel resto del mondo: sono molti meno e hanno spesso molte più barriere di fronte al loro cammino;

- non è superficiale, asettica, asociale: l’uso del web 2.0 ne potenzia le capacità espressive, sociali, culturali.

La Generazione2.0 è:- più istruita, globale, libera delle

precedenti: ha quegli strumenti per interpretare il nuovo mondo che le Generazioni X e Baby Boomer non hanno;

- già il nuovo: non ha vissuto il passaggio dall’off- all’on-, per questo non ha retaggi o zavorre;

Conclusioni

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Conclusioni

- etica: è democratica, collaborativa, non individualistica.

A conclusione del libro, un auspicio: che le considerazioni presenti in questo libro possano aver fornito al lettore alcuni strumenti per capire e adottare lo S.T.I.L.E.2.0, l’insieme di valori e atteggiamenti da imparare e far propri per comprendere, interagire e stimolare la Generazione2.0 a prendere in mano il mondo e cambiarlo secondo le proprie regole. Aziende, istituzioni, formatori e genitori hanno la responsabilità di fare questo percorso di apprendimento, se vorranno davvero supportare la Generazione2.0 nel traghettarci verso il nuovo mondo.

Non esortateli ad uscire di casa, quindi, se li vedete da un’ora in Facebook; non sorprendetevi se giudicano un servizio in modo fin troppo severo; non chiedete loro di attendere in coda senza lamentarsi; non offendetevi, quindi, se non rispettano il ruolo; non osservateli con disprezzo se giocano con il cellulare: stanno semplicemente praticando il loro S.T.I.L.E.2.0.

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Glossario

Glossario

- APP: Il termine App (forma abbreviata del termine inglese application) descrive in generale qualsiasi tipo di applicazione. Nell’uso linguistico corrente, però, la parola indica le applicazioni per i moderni smatphone e tablet PC, che si possono acquistare tramite un negozio online integrato nel sistema operativo e quindi installare direttamente sull’apparecchio.

- Blog: è la contrazione di web log, ovvero “traccia su rete”. Nati e diffusi negli anni 2000, i blog sono siti semplici, talmente semplici che tutti possono crearne e gestirne uno. Prima dell’avvento dei blog, per gestire un sito bisognava conoscere la programmazione web per aggiornare un sito internet. In Italia viene (ancora) chiamato “diaro on line”. A gestire il blog è il blogger, può essere una persona o un’azienda a seconda che si tratti di un blog personale o di un Corporate Blog. I visitatori di un blog, possono commentare i contenuti (generalmente singoli articoli recanti indicazioni della data di pubblicazione). I blog possono venire in appoggio alla pubblicità online quando si tratta di blog di settore o comunque di blog che trattano argomenti correlati al proprio target di riferimento.

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- Chat: Il termine chat (in inglese, letteralmente, “chiacchierata”), viene usato per riferirsi a un’ampia gamma di servizi sia telefonici sia via Internet; ovvero, complessivamente, quelli che i paesi di lingua inglese distinguono di solito con l’espressione “online chat” (chat in linea). Questi servizi, anche piuttosto diversi fra loro, hanno tutti in comune due elementi fondamentali: il fatto che il dialogo avvenga in tempo reale e il fatto che il servizio possa mettere facilmente in contatto perfetti sconosciuti, generalmente in forma essenzialmente anonima. Il “luogo” (lo spazio virtuale) in cui la chat si svolge è chiamato solitamente chatroom (letteralmente “stanza delle chiacchierate”), detto anche channel (in italiano, canale), spesso abbreviato chan.

- Co-creation: Co-creazione è una forma di strategia di business e di marketing che enfatizza la generazione e la realizzazione di un “valore aziendale” condiviso con il cliente. Attraverso nuove forme di interazione e nuove metodologie, il cliente, consumatore o prospect condivide punti di vista e suggerimenti con lo scopo di produrre soluzioni nuove che possano assumere la forma sia di servizi sia di prodotti e che possano diventare per il partecipante parte integrante dell’esperienza totale percepita.

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- Download: l’azione di scaricamento e salvataggio di dati da Internet sul proprio computer o sul telefonino.

- Facebook: è un servizio di rete sociale lanciato nel febbraio 2004 in USA da Mark Zuckerberg e dai suoi compagni di università Eduardo Saverin, Dustin Moskovitz e Chris Hughes. Il nome “Facebook” prende spunto da un elenco con nome e fotografia degli studenti, che alcune università statunitensi distribuiscono all’inizio dell’anno accademico per aiutare gli scritti a socializzare tra loro. Gli utenti possono accedere al sito previa una registrazione gratuita, durante la quale vengono richiesti dati personali come nome, cognome, data di nascita e indirizzo email. Completata la registrazione, gli utenti possono creare un profilo personale, includere altri utenti nella propria rete sociale, aggiungendoli come amici, e scambiarsi messaggi, anche via chat, incluse le notifiche automatiche quando questi aggiornano i propri profili. Inoltre gli utenti possono fondare e unirsi a gruppi per condividere interessi in comune con altri utenti, organizzati secondo il luogo di lavoro, la scuola, l’università o altre caratteristiche, condividere contenuti multimediali ed utilizzare varie applicazioni presenti sul sito. Per personalizzare il proprio profilo

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l’utente può caricare una foto, chiamata immagine del profilo, con la quale può rendersi riconoscibile. Può inoltre fornire ulteriori informazioni, come il comune di nascita (esempio: Città natale: Roma) e quello di residenza (esempio: Vive a Milano), la scuola frequentata, il proprio datore di lavoro, l’orientamento religioso e quello politico, la propria situazione sentimentale e molte altre.

- Forum: struttura informatica tramite la quale gli utenti discutono su vari argomenti; l’interesse comune permette di far nascere un senso di comunità virtuale. I forum possono richiedere che l’utente si registri prima di poter inviare messaggi ed in alcuni casi anche per poterli leggere. Si tratta di uno strumento asincrono in quanto i messaggi vengono scritti e letti anche in momenti diversi.

- Foursquare è un social network basato sulla geolocalizzazione disponibile tramite web e applicazioni per dispositivi mobili. Gli utenti eseguono il check-in tramite la versione browser del sito o attraverso applicazioni su dispositivi che utilizzano il GPS. I check-in sono retribuiti con punti e talvolta con dei “badge”.

- Google+: è un social network fondato da Google. Google+ presenta delle

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varianti e delle nuove funzionalità che lo contraddistinguono da altri social network. Esso fornisce la possibilità di suddividere i contatti tramite “Circles” (cerchie), distinguendo tra amici, conoscenti, lavoro, famiglia con la possibilità di creare altre categorie, puntando ad un buon livello di privacy. Agendo sulle impostazioni è quindi possibile limitare la diffusione dei dati personali, di qualsiasi notizia o pubblicazione, alle varie cerchie.

- Yahoo! Answer: è un servizio web che permette di inviare domande e ricevere risposte su ogni argomento. Per usare Yahoo! Answers è sufficiente effettuare una registrazione su Yahoo! (con un unico account sono disponibili tutti i servizi del portale) ed avere un’età minima di 13 anni. La possibilità di porre domande e fornire risposte è aperta a tutti gli iscritti, nei limiti previsti dalla scala dei livelli utente. L’autore della domanda può scegliere la risposta migliore tra quelle ricevute, oppure attendere che la comunità di Answers lo faccia al posto suo. Le risposte possono essere valutate come corrette o scadenti dagli utenti, mediante una icona di pollice in su o in giù. Inoltre, è possibile contrassegnare una domanda particolarmente interessante tramite una “stellina”; le domande che settimanalmente ricevono più stelline

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vengono poste in una bacheca nell’ home page del sito, chiamata “il meglio di Answers”.

- YouTube: è un sito web che consente la condivisione e visualizzazione di video. La maggior parte dei contenuti su YouTube viene caricata dai singoli utenti, anche se le società dei media e le aziende stesse di marca offrono loro contenuti, grazie ad un rapporto commerciale con YouTube.

- LINK: Tradotto letteralmente collegamento, il link è il “metti la cera togli la cera” del web: il link collega una pagina ad un’altra pagina, ovvero collega una risorsa web ad un’altra risorsa web. Senza i link, il web non sarebbe il web. Quando navighiamo nei siti web, navighiamo di pagina in pagina tramite i link. Pensiamo anche a Google e ai motori di ricerca: il loro lavoro è fornire link.

- LinkedIn: è un servizio web di social network, impiegato principalmente per lo sviluppo di contatti professionali. Lo scopo principale del sito è consentire agli utenti registrati di mantenere una lista di persone conosciute e ritenute affidabili in ambito lavorativo. Le persone nella lista sono definite “connessioni”: esse sono in effetti le connessioni di un nodo (l’utente) all’interno della rete sociale.

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L’utente può incrementare il numero delle sue connessioni invitando qualcuno di suo gradimento. La rete di contatti a disposizione dell’utente è costituita da tutte le connessioni dell’utente, tutte le connessioni delle sue connessioni (“connessioni di secondo grado”) e da tutte le connessioni delle connessioni di secondo grado (“connessioni di terzo grado”).

- Motori di ricerca (Search Engines): siti deputati alla ricerca di pagine web relative ad un dato argomento o parola chiave. Quando interroghiamo un motore di ricerca, ci vengono restituiti i link a siti in tema con i termini della nostra ricerca. Scopo dei motori di ricerca è infatti memorizzare/catalogare le pagine presenti in rete e mostrarle quando gli utente eseguono una ricerca semantica, basandosi su un principio di rilevanza in merito alla specifica ricerca. La pagina che il motore di ricerca visualizza quando un utente esegue una ricerca si chiama SERP (Search Engine Ranking Page). I motori di ricerca più diffusi in Italia sono Google, Yahoo, Virgilio, Libero, Tiscali, MSN, Altavista, ecc.

- Posting: l’azione di scrittura e invio di interventi in gruppi di informazione o su fori mediali. In italiano spesso espresso con il neologismo “postare”.

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- Prosumer: è una parola mutuata dall’inglese e formata dalla composizione della parola professional, o meno frequentemente producer, con la parola consumer. Il termine sta assumendo molti e conflittuali significati: in ambito commerciale si tende a vedere il prosumer (professional–consumer) come un preciso segmento di mercato; gli economisti, invece, con prosumer (producer–consumer) identificano un individuo fortemente indipendente dall’economia principale. In generale, si riferisce ad un utente che, svincolandosi dal classico ruolo passivo, assume un ruolo più attivo nel processo che coinvolge le fasi di creazione, produzione, distribuzione e consumo. Prosumer indica anche una nicchia di mercato nel campo della fotografia, del video e della registrazione Hi-Fi, relativa a prodotti in una fascia intermedia tra i modelli professionali e quelli amatoriali.

- Recensioni online (siti di): siti web su cui gli utenti pubblicano recensioni su persone, aziende, prodotti o servizi. Questi siti Web raccolgono i post e commenti di semplici utenti e possono anche ospitare al proprio interno degli scrittori professionisti di recensioni su un dato tema, luogo, persona, prodotto.

- Smartphone: telefono portatile che offre più funzionalità informatiche e connettività

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rispetto ad un comune cellulare avanzato. Nella maggior parte dei casi, gli attuali smatphone possono essere configurati individualmente dall’utente mediante programmi aggiuntivi (le così dette Apps).

- Social network: si tratta di uno spazio sociale che permette lo sviluppo della propria rete sociale (la sua organizzazione ed estensione), l’espressione della propria identità sociale (descrizione e definizione) e l’esplorazione delle reti e identità sociali degli altri. Perché un social Network possa essere definito tale sono necessarie tre condizioni: la presenza di uno spazio virtuale di scambio di contenuti fra utenti, la possibilità di creare la propria lista di amicizie (rete personale) e la possibilità di analizzare la propria rete

- Spider o Crawler: si tratta di un software che analizza i contenuti di una rete (o di un database) in modo metodico e automatizzato, in genere per conto di un motore di ricerca e basandosi su combinazioni di parole chiave. Questi strumenti solitamente acquisiscono una copia testuale di tutti i documenti visitati e le inseriscono in un indice.

- Tablet: Un tablet PC è un computer portatile che si può utilizzare con una penna e che, tra le altre cose, può servire

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da blocco note. I comandi vengono dati utilizzando una penna e in parte anche le dita su uno schermo tattile. In questo modo è possibile servirsene stando in piedi e con l’aiuto di una sola mano. Il tablet pc è un’evoluzione dei normali notebook e dispone nella maggior parte dei casi di un software speciale per il riconoscimento della scrittura manuale.

- Twitter: è un servizio gratuito di social network e microblogging che fornisce agli utenti una pagina personale aggiornabile tramite messaggi di testo con una lunghezza massima di 140 caratteri. Gli aggiornamenti possono essere effettuati tramite il sito stesso, via SMS, con programmi di messaggistica istantanea, posta elettronica, oppure tramite varie applicazioni basate sulle API di Twitter. Il nome “Twitter” deriva dal verbo inglese to tweet che significa “cinguettare”. Gli aggiornamenti sono mostrati istantaneamente nella pagina di profilo dell’utente e comunicati agli utenti che si sono registrati per riceverli. è anche possibile limitare la visibilità dei propri messaggi oppure renderli visibili a chiunque.

- Tag: è una parola chiave o un termine associato a un’informazione (un’immagine, una mappa geografica, un post, un video

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clip ...), che descrive l’oggetto rendendo possibile la classificazione e la ricerca di informazioni basata su parole chiave. I tag sono generalmente scelti in base a criteri informali e personalmente dagli autori/creatori dell’oggetto dell’indicizzazione.

- Tripadvisor: è un sito web di viaggi, in cui gli utenti scambiano recensioni e pareri personali, ritenuti quindi imparziali, riguardo a hotel, ristoranti e attrazioni turistiche

- User Generated Content (UGC): La dizione contenuto generato dagli utenti (User-Generated Content o UGC in inglese) è nata nel 2005 negli ambienti del web publishing e dei new media per indicare il materiale disponibile sul web prodotto da utenti invece che da società specializzate. Questo fenomeno è visto come un sintomo della democratizzazione della produzione di contenuti multimediali reso possibile dalla diffusione di soluzioni hardware e software semplici ed a basso costo.

- Wiki: è una pagina (o comunque una collezione di documenti ipertestuali) che viene aggiornata dai suoi utilizzatori e i cui contenuti sono sviluppati in collaborazione da tutti coloro che vi hanno accesso. La modifica dei contenuti è aperta, nel

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senso che il testo può essere modificato da tutti gli utenti (a volte soltanto se registrati, altre volte anche anonimi) contribuendo non solo per aggiunte come accade solitamente nei forum, ma anche cambiando e cancellando ciò che hanno scritto gli autori precedenti. Ogni modifica è registrata in una cronologia che permette in caso di necessità di riportare il testo alla versione precedente; lo scopo è quello di condividere, scambiare, immagazzinare e ottimizzare la conoscenza in modo collaborativo. Il termine “wiki” indica anche il software collaborativo utilizzato per creare il sito web e il server.

- Wikipedia: è un’enciclopedia multilingue collaborativa, online e gratuita, supportata dalla Wikimedia Foundation, una organizzazione non a scopo di lucro statunitense. Etimologicamente Wikipedia significa cultura veloce, dal termine hawaiano wiki (veloce), con l’aggiunta del suffisso -pedia (dal greco antico -παιδεία, “formazione”).

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Bibliografia

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INIZIATIVE EDITORIALI

ASSEPRIM realizza per gli associati delle guide dal taglio pratico che consentano di approfondire tematiche di stretta attualità.

Pubblicazioni:- 1 WEB 2.0- 2 GALATEO DELL’AZIENDA - 3 PERSONALITÀ E COMUNICAZIONE- 4 SOSTENIBILITÀ E RESPONSABILITÀ SOCIALE- 5 SOCIAL INFLUENCE MARKETING- 6 PERSONAL BRANDING IN AZIENDA- 7 GUIDA AL DIRITTO DELLA CRISI D’IMPRESA: IL NUOVO CONCORDA TO PREVENTIVO

Per approfondimenti: www.asseprim.it

L’AUTOREFederico Capeci dal 2000 si occupa di ricerche di mercato sul brand e la comunicazione. Dopo una vasta esperienza in importanti Istituti di ricerca e la carica di Research Manager in Coca-Cola Italia, dal 2005 si specializza nella ricerca sulla comunicazione digitale. In quell’anno con la carica di AD riposiziona ed internazionalizza OTO Research (Gruppo Fullsix quotato in borsa a Milano) e nel 2008 fonda Duepuntozero Research, la digital research agency del gruppo DOXA. Duepuntozero Research, da lui guidata, è considerata tra le più innovative agenzie di ricerca di mercato in Italia per la sua capacità di utilizzare gli ambienti digitali e di fornire consumer insight per la gestione della marca e la comunicazione. Laureato in Economia e specializzato alla SDA Bocconi di Milano, è frequent speaker in importanti convegni e ambiti accademici sui temi legati alla reputazione online, social media analysis e web co-creation. Dal 2009 esegue con continuità docenze nell’area digitale e consumer understanding dei Master del Gruppo Sole 24 Ore.

8 ASSEPRIM è l’Associazione nazionale che rap-presenta le aziende di Servizi Professionali alle imprese.

Associa oltre 700 tra società, imprese e soggetti professionali che operano sul territorio naziona-le, organizzate nelle seguenti aree di attività:•servizi assicurativi;•servizi comunicazionali;•servizifinanziari;•servizi multimediali;•servizi di consulenza aziendale;•servizi di organizzazione e gestione di eventi e fiere;

•servizi di ricerche di mercato; ed altri servizi ad elevato contenuto di competenze profes-sionali.

Gli associati ASSEPRIM possono beneficiaregratuitamente di:

- Corsi di formazione tecnica e manageriale

- Seminari di in-formazione e aggiornamen-to professionale

- Workshop emozionali e di sviluppo personale

- Informazione aggiornata e puntuale in tema di: eventi di settore, bandi e finanziamenti, opportunità per l’impresa, news nelle aree lavoro, welfare, tributario, legale, ambien-te e sicurezza

- Abbonamento gratuito a Unione Informa e l’Informatore online

- Consulenza e assistenza nelle aree lavoro, welfare, tributario, legale, ambiente e si-curezza

- Servizi al lavoro (stage, tirocini formativi e di orientamento, attività con giovani e Uni-versità)

- Gruppi di lavoro per promuovere progetti settoriali strutturati

- Partecipazione attiva alle indagini e accesso ai risultati delle ricerche promosse dall’Asso-ciazione per analizzare e interpretare lo scena-rio del mercato italiano - Tutte le opportunità legate a Unione Confcom-mercio Milano: convenzioni, servizi di conta-bilità, amministrazione del personale e pa-ghe, affitto sale riunioni, accesso al credito e assistenza sanitaria

Generazione 2.0made in Italy

I primi italiani interamentecresciuti nel web 2.0, al di là di

ogni preconcetto, ipocrisia, idiozia.

ASSEPRIM Corso Venezia 47 - 20121 Milano

Tel. 02 7750452 - Fax 02 [email protected]

www.asseprim.it