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GESTIONE DELLA CLASSE E PROBLEMATICHE RELAZIONALI Formazione personale docente neoassunto a.s.2017-2018 I.C. “Bagnolo Mella” Piergiovanni Alisena Formatore e docente 1°I.C.”V.Catullo”Desenzano del Garda

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GESTIONE DELLA CLASSE E PROBLEMATICHE

RELAZIONALI

Formazione personale docente neoassunto a.s.2017-2018

I.C. “Bagnolo Mella”

Piergiovanni AlisenaFormatore e docente 1°I.C.”V.Catullo”Desenzano del Garda

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Premessa metodologica

• Presentazione di un caso studio/contesto educativo problematico

• Breve presentazione dei contenuti sulla gestione della classe

• Gruppi di lavoro/attività • Condivisione

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Contesto educativo problematico

“…l’insegnamento e l’apprendimento nelle due classi sono spesso compromessi da episodi di conflitto palesi o di risentimenti antichi e recenti con atteggiamenti oppositivi o di ribellione…relazioni malsane…lesioni fisiche…gli insegnanti si spendono nel ripristinare un clima sereno scoraggiando l’interferenza dei genitori…” ( verbale interclasse )

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Elementi costitutivi

• Gestione della classe e problematiche relazionali ( visione panoramica )

• Il comportamento problema• Approccio psicoeducativo

comportamentale• Programmare un intervento

educativo• La “classe inclusiva”

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La gestione della classe

Insieme di processi adottati dall’insegnante per consentire al gruppo classe di essere contesto per la partecipazione e per il coinvolgimento di tutti

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Scuola e curricolo

• “La scuola finalizza il curricolo alla maturazione delle competenze previste nel profilo dello studente al termine del primo ciclo, fondamentali per la crescita personale e per la partecipazione sociale, e che saranno oggetto di certificazione.”

• (Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo )

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Gestione della classe e Curricolo

• Il piano di studi della scuola è il curricolo; di esso si tiene conto nella programmazione curricolare. Nel D.P.R.89/2010, integrato con nota ministeriale 5559 del 5 settembre 2012, si indicano le priorità della scuola dell’infanzia e del primo ciclo:

• dialogare e collaborare con le famiglie e con le altre istituzioni per l’attuazione della centralità educativa del bambino;

• proporre un ambiente educativo capace di offrire risposte adeguate al bisogno di cura e di apprendimento;

• realizzare un progetto educativo che sviluppi la capacità sensoriale, corporea, artistico-espressiva, intellettuale, psicologica, etica e sociale;

• rendere la scuola un luogo significativo per l’attuazione delle pari opportunità.

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famiglia• Una buona collaborazione tra scuola e

famiglia è basilare per il successo della gestione delle relazioni scolastiche.

• includere nelle decisioni scolastiche i genitori rendendoli corresponsabili

• aiutare i genitori ad incrementare se non addirittura a creare una autonomia nei figli

• trovare e definire dei canali e dei modi per comunicare tra scuola e famiglia e viceversa riguardo i programmi, i progressi, il comportamento e l’atteggiamento scolastico dei figli

• fornire informazioni e fare proposte alle famiglie su come supportare gli studenti a casa con i compiti o con altre attività

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L’ambiente Educativo

• Le modalità di accoglienza stabiliscono una relazione e definiscono nel tempo il modo in cui l’alunno può sentirsi accettato e motivato in un clima di cooperazione che favorisca l’apprendimento.

• D.M.18 settembre 2002,n.100• C.M.10 gennaio 2014,n.28

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Modalità di accoglienza

• Rispettare le particolarità culturali di ciascun interlocutore

• Lavorare per l’integrazione e per la comunicazione

• Sviluppare significati condivisi

• Favorire le opportunità di dialogo e di relazione

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Fattori e problematiche relazioni

Fattori

• Conoscenza e vissuti diversi

• Emozioni• Comportamenti

( problema=disagio=frustrazione vs “normalità” )

• Apprendimenti• Demotivazione• Scoraggiamento• Insuccesso• Diversità

Problematiche relazionali

• Solitudine • Leadership negativa • Impulsività• Iperattività• Bullismo• Bassa autostima

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Il comportamento problema

• Criteri di definizione: danno, ostacolo, stigma sociale

• Un comportamento distruttivo e/o pericoloso per: l’individuo, gli altri e l’ambiente

• O di ostacolo all’apprendimento e all’interazione sociale

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Criteri di individuazione• Criterio del danno “documentabile” ( a

persone o cose ) es. autolesionismo, aggressioni, distruzioni…

• Criterio dell’ostacolo Alcuni comportamenti, sebbene creino forte disagio, non sono di danno al soggetto, agli altri o all’ambiente tuttavia sono di ostacolo, allo sviluppo intellettivo, affettivo, interpersonale o fisico del soggetto ( es. sdraiarsi sul materassino della palestra o togliersi le scarpe )

• Cristerio della stigma sociale: può incidere negativamente sull’immagine sociale della persona stessa

• Modi originali di esprimere il proprio sé VS convenzioni culturali-sociali

• disabilità

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Indici di priorità e tipologia di comportamento

Tre livelli di priorità

1. comportamento nocivo (priorità assoluta)

2. comportamento distruttivo (dannosi, interferenti)

3. comportamento distraente (lieve ostacolo, lieve danno).

Due tipologie

• Comportamenti esternalizzati – si dirigono verso l’esterno con diversi gradi di aggressività o ipercinesi

• Comportamenti internalizzati – si dirigono verso l’interno disturbano meno ed è più facile trascurarli

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Il comportamento aggressivo• Tipologie di

aggressività: accidentale, intenzionale, reattiva, ludica

• Aggressività :intenzionale

Ostile ( danno ) / Strumentale ( ottenere un beneficio)

• Aggressività reattiva – in risposta ad aggressione

• Giochi ( atti violenti )

• Comportamento aggressivo come esito di meccanismi cognitivi complessi e noncomprensione delle regole sociali(abilità sociali)

• Carenze nel problem solving sociale (carenze nel: trovare

strategie alternative; valutare conseguenze; pianificazione degli step per strategia alternativa

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Programmare un intervento educativo• scegliere la strategia educativa

appropriata alla situazione o contesto

• intervento educativo individualizzato in relazione al contesto classe

• Gestire, ridurre o eliminare, il comportamento problema.

• Incrementare le abilità/competenze• Stimolare Apprendimento continuo • Individuare e reperire

informazioni sui comportamenti problema

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Comportamenti osservabili…• Non rispetto regole• Rifiuto di lavorare• Aggresività• Disattenzione• Manipolazione altri-pari• Sfida-provocazione• Disturba• Lancio oggetti• Disturba il compagno• Fa battute• Usa tono di voce inadeguato• Rispetto/maleducazione

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OSSERVAZIONE( vedere direttamente il comportamento )

INFORMALE• Occasionale • utile come momento

iniziale ( informazioni )• Non strumenti specifici• prime ipotesi in base ai

bisogni rilevati• fornisce dati limitati e

incerti • Interpretazione/etichet

tamento/Distorsione di giudizio

SISTEMATICA• regole precise • sistema formalizzato

costante nel tempo• Schede di osservazione• Definizione del

comportamento dal punto di vista operazionale

• raccolta dati funzionale al progetto educativo

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Parametri ed elementi da osservare

Parametri

• La frequenza: ossia la misurazione di quante volte si manifesta un determinato comportamento in un arco di tempo stabilito

• la durata: di ciascun comportamento

• l’intensità: spesso è un parametro difficile da gestire con sufficiente precisione e obiettività

Griglia di osservazione

• Il comportamento • Il periodo

dell’osservazione• La durata

dell’osservazione• La data• Le osservazioni

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Griglia di osservazione DATA LUOGO E

DURATAPERIODO DELL’OSSERVAZIONE

COMPORTAMENTO

ANNOTAZIONI

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COMPORTAMENTI PROBLEMA e classi funzionali di risposta ( “legge

dell’effetto” )• RINFORZO

POSITIVO ( ricezione di uno stimolo )

• RINFORZO NEGATIVO

( privazione di uno stimolo )/punizione=stimolo avversivo

• RINFORZO AUTOMATICO

• il consenso, approvazione, l’affetto.

• Allontanamento o fuga/ evitamento compito/situazione sgradita

• per produrre e mantenere una condizione fisiologica ( rinforzo intrinseco ) handicap grave/ ritardo mentale

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ANALISI FUNZIONALE ( abc )

Griglia analisi funzionale

• Gli antecedenti della situazione (A- Antecedents)

• I comportamenti (B- Behaviours)

• Le conseguenze (C- Conseguences)

Ipotesi e modalità di intervento

• Ipotizzare quali siano i fattori che facilitano o mantengono in vita un comportamento inadeguato

• Scegliere una modalità di intervento idonea

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Griglia di analisi funzionaleAntecedentiQuando accade?In quale situazione?Con chi?Cosa precede il CP?

ComportamentiCome si manifesta esattamente?

Conseguenze Cosa succedesubito dopo?Come reagisco?Come reagisce ilbambino/ragazzo?Come reagisconogli altri?

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Osservazioni e conclusioni…•azioni di disturbo, di aggressività o quant’altro vengono messe in atto quando vengono rivolte domande di matematica a cui non sa rispondere.•strategia di evitamento per sottrarsi a richieste che valuta come troppo impegnative e difficili.•spostare l’attenzione dell’insegnante dalla domanda alla gestione del comportamento disturbante

Antecedenti Comportamenti Conseguenze

Andrea durante la lezione Andrea non risponde, si Il compagno protesta,di matematica guarda alza dal banco per urlando: “sei un cretino!” ;fuori dalla finestra, buttare della carta; la classe ridacchia;l’insegnante domanda a durante il tragitto si l’insegnante rimproveraAndrea : “ cosa ho appena avvicina ad un compagno e Andrea, gli mette unaspiegato sulle equazioni?” gli butta per terra nota, riprende la classe

l’astuccio per la confusione. Marcosi siede al suo posto

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L’INTERVENTO BASATO SU STRATEGIE PROATTIVE

modifica dell’ambiente fisico e sociale del bambino al fine di modificarne il comportamento

• Strutturazione dell’ambiente favorevole

• Strutturazione del materiale e del compito

• Principali tecniche per lavorare sugli aspetti cognitivi e metacognitivi (es. rafforzare le capacità attentive)

• Possibilità di lavoro sull’autostima ed educazione razionale emotiva

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L’ambiente fisico: starting point come scelta condivisa dal team

Lo spazio collettivo• AULA• Dimensioni, abbinamento

aula-classi• Disposizione banchi: a U,

singoli, in file, disordinati, raggruppati.

• Finestre, porta, Cestino spazzatura

• Assegnazione dei posti agli alunni

• Mobili, appendiabiti, cartelloni, lim,

• Personalizzazione, addobbi, aula vissuta

Lo spazio individuale• Condivisione di regole

comuni concordate a livello di team ( alcuni esempi)

• Collocazione materiali • Materiale necessario• Avere del materiale di riserva

in classe• Tenere sul banco solo il

materiale necessario• Controllo periodico del

materiale

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Chiarezza delle regole e delle Procedure

• Identificare e condividere le regole e le procedure della scuola.

• Metaregole: Poche, Chiare, Ragionevoli, al positivo, Necessarie, Funzionali, espresse graficamente e “Calate” nel gruppo classe.

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“Le Cinque Regole per gestire un’aula”

• Usare una disposizione dello spazio coerente con i propri obiettivi formativi e con le attività.

• Tenere le zone di passaggio libere da intralci

• Fare in modo che l’insegnante possa vedere tutti gli alunni

• Far si che tutti gli alunni abbiano una buona visibilità

• Mantenere i materiali facilmente accessibili

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APPROCCIO PSICOEDUCATIVO: L’INTERVENTO POSITIVO SOSTITUTIVO

Tre linee guida fondamentali

PROATTIVO• Non definisce particolari modalità di «risposta» ai comportamenti

problema, ma li anticipa, lavora prevenendo i comportamenti negativi e crea attivamente tutte le condizioni perché il soggetto sviluppi strategie alternative positive.

POSITIVO• orientato allo sviluppo di comportamenti positivi, antagonisti

a quello problematico per favorire lo sviluppo e l’utilizzo di strategie comportamentali e comunicative positive e alternative

SOSTITUTIVO• I comportamenti positivi, obiettivo dell’intervento sono

strettamente «sostitutivi» del comportamento problema, nel senso che l’alunno li dovrà usare in alternativa al comportamento problema, dovranno cioè essere per lui strategie alternative e «funzionalmente analoghe»

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Percezione di sé: AutostimaAutostima

• Autostima come schema comportamentale e cognitivo appreso, a più dimensioni e riferito ai diversi contesti che si basa su di una valutazione espressa da un individuo su esperienze e comportamenti passati e che va a influenzare i comportamenti attuali e futuri

• Cosa gli altri dicono di me ( scheda )

• Stili attributivi

Modello multidimensionale

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IL LAVORO CON IL GRUPPO CLASSE• Lavorare sulla promozione

del benessere• Strumenti e strategie per

attivare i fattori protettivi ed individuare i problemi

• Lavoro su percezione di sè

• Migliorare la qualità del clima di classe

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Lavorare sul clima della classe

Attività per reperire informazioni

• osservazione sistematica (leader positivi e negativi; esistenza di “gruppetti”; isolamento; “bullismo” etc) 

• Attività specifiche e mirate:

( Discussione con domande stimolo /Scheda/Tema o testo/ mappa della classe )

Mappa di una classe

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Educazione razionale emotiva

Alfabetizzazione emozionale• procedura psicoeducativa che

mira a educare l’individuo ad affrontare le proprie emozioni, imparando a utilizzare e potenziare la propria capacità di pensare in modo costruttivo e razionale

• Es. ESPRIMERE LE EMOZIONI• Possiamo capire come le persone

si sentono dall’espressione del viso e dalla posizione del corpo.

• Indicare l’emozione provata da alcuni personaggi e colorare la parte del corpo che comunica lo stato d’animo.

Strategia

• favorire il benessere emotivo del bambino o dell’adolescente

• Interviene prima che si manifesti il disagio

• Agisce sulle prime manifestazioni di difficoltà e disagio

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Cambiamento di Prospettiva

• Insegnante come mediatore-facilitatore di apprendimenti

• Scuola: comunità di apprendimento

• Classe come ambiente di crescita

• Comprensione empatica: comprendere il più possibile i nostri interlocutori ( Natura sociale dell’apprendimento e della conoscenza )

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La Scuola: Ambiente di apprendimento

• L’apprendimento: non più acquisizione di informazioni ma attività orientata a migliorare la conoscenza per la comunità di cui si è membri

• Apprendimento come processo attivo: azione soggettiva dell’alunno e interazione con conoscenze proposte da altri.

• Capacità di attivazione: Soggetto attivo del proprio processo di apprendimento come pure in quello di gruppo.

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Costruire ambienti di apprendimento per

• favorire l'esperienza diretta attraverso il processo di costruzione della conoscenza (maggiore responsabilizzazione degli alunni, ruolo di facilitatore dell'insegnante)

• promuovere esperienze diversificate di comprensione e verifica (risolvere lo stesso problema in diversi modi)

• inserire l'apprendimento in contesti realistici e rilevanti (osmosi tra teoria e vita reale)

• incoraggiare l'uso di più media e linguaggi • promuovere l'autoconsapevolezza del

processo di costruzione della conoscenza (metacognizione)

• favorire interpretazioni multiple per lo sviluppo della flessibilità cognitiva

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Costruire ambienti di apprendimento per

• promuovere l'autonomia personale e il controllo dell'apprendimento

• inserire le ragioni dell'apprendimento internamente alle attività didattiche

• attivare feedback per l'apprendimento

• sostenere il coinvolgimento degli studenti in processi di apprendimento intenzionale, incoraggiando l’esplorazione dell'errore

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Gli Strumenti• Programmazione didattica annuale• Scelta della metodologia didattica:

lezione, lavoro di gruppo, ricerca, laboratorio, didattica laboratoriale

• Equilibrio tra momenti di ascolto e momenti di attività

• Preparazione delle singole unità (ud, udl, uda)

• Criteri di valutazione (dar valore) condivisi con gli alunni

• Valutare diverso da misurare

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Il docente• Coinvolge gli studenti in ciò che si intende

fare• Escogita strategie sempre nuove ed

innovative• Valuta anche gli errori come una Risorsa

perché potrà fornire agli studenti il correttivo adatto

• Sceglie intenzionalmente le azioni da compiere

• Rispetta e valorizza i ritmi di ciascuno• Ha atteggiamenti educativi,

autorevolezza, reciprocità, incoraggiamento

• Consiglia, all’uopo, tecniche individualizzate

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Atteggiamenti educativi• Atteggiamento dell’INTENZIONALITA’ :

parlare ed agire dopo avere ascoltato e condiviso con colleghi e alunni.

• Atteggiamento dell’AUTOREVOLEZZA: prevede l’assertività, linguaggio chiaro e diretto. Prendere atto del bisogno degli alunni e renderli indipendenti; concordare con loro alcune regole pratiche di comportamento

• Reciprocità : dialogo e scambio• Incoraggiamento: vedere gli aspetti positivi

e non solo i rischi dei comportamenti. Fiducia

nelle risorse degli allievi.• Rimotivazione: degli alunni e

dell’insegnante

(cooperare e «negoziare» con i propri alunni la costruzione del sapere)

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Educazione alla consapevolezza

• Capire le finalità: sollecitare l’alunno a

domandarsi COSA apprendere e PERCHE’ lo sta apprendendo

• Trovare la motivazione estrinseca dell’apprendere

• Riorganizzare e finalizzare la conoscenza: analisi della situazione di partenza

• La scuola non solo agenzia educativa : saperi informali e non formali

• APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO e non

meccanico

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Modalità di interazione• “Chiedi aiuto, se

ne hai bisogno”• “Tutti mi dovete

dare un parere” e “Il tuo parere è importante”

• “Non adattarti, cerca una nuova strada”

• “Il confronto migliora la soluzione”

• “Se tu ti impegni, mi impegno anch’io” e “Le tue azioni possono modificare le mie”

• Condivisione delle doti dei singoli, potenzia le risorse del gruppo

• Disponibilità reciproca di feedback per incrementare le responsabilità assegnate e migliorare le prestazioni

• Stimolazione reciproca alla partecipazione e al coinvolgimento personale

• Influenza reciproca per raggiungere gli obiettivi comuni.

• Azioni che danno o ottengono la fiducia.

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Classe Inclusiva

Ha come obiettivo quello di far raggiungere a tutti gli alunni il massimo grado possibile di apprendimento e di partecipazione sociale. Tale obiettivo diventa raggiungibile con la valorizzazione delle differenze presenti nel gruppo classe che diventano a loro volta base dell’azione didattica inclusiva.Accolte, stimolate e valorizzate le differenze permettono quindi al singolo ma soprattutto al gruppo di crescere costruttivamente.

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La classe inclusiva richiede• RIPENSARE IL RUOLO

DELL’INSEGNANTE • PORRE ATTENZIONE

ALL’AMBIENTE DELL’AULA IN SENSO FISICO E SOCIALE

• OCCUPARSI DEI BISOGNI DEGLI STUDENTI

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Ipotesi di metodologie didattiche innovative

• PEER TUTORING• LEARNING TOGETHER• RECIPROCAL TEACHING• COOPERATIVE LEARNING

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PEER TUTORING• Metodo basato su di un approccio cooperativo

dell'apprendimento. • Gli allievi vengono divisi in coppie o in piccoli gruppi

e si sceglie di volta in volta uno di loro per svolgere il ruolo di docente e spiegare ai suoi compagni il tema da trattare o aiutarlo a procedere di volta in volta con più indipendenza.

• I tutors possono smettere gli abiti dello studente "passivo" per assumere un ruolo responsabile e propositivo, nel quale ciascuno possa misurare le proprie capacità di comunicazione e, nel confrontarsi con le risposte della classe, verificare gli effetti concreti del proprio lavoro.

• La PeerEducationinoltre presuppone che i tutor abbiano acquisito delle specifiche competenze relazionali, e la capacità di crearsi un metodo di lavoro.

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LEARNING TOGETHER• Applicazione della tecnica del Leraning

Circles ( SERIE PRECISA DI PASSAGGI) :• Decisione preliminare: dimensione dei

gruppi e regole per la loro formazione, ruoli e organizzazione dei materiali

• Impostazione del lavoro: assegnazione del compito, illustrazione criteri di valutazione, interdipendenza

• Monitoraggio del funzionamento dei gruppi

• Valutazione della qualità del lavoro svolto, anche con la tecnica della narrazione( punti di forza e di debolezza)

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RECIPROCAL TEACHING

• È una modalità di allenamento all’uso delle abilità sociali e linguistiche complesse

• Simulazione svolta dal docente

• Ruolo del conduttore e dell’osservatore

• Discussione sui punti di forza e di debolezza

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COOPERATIVE LEARNING• superamento della rigida distinzione dei

ruoli tra insegnante/alunno• il docente diventa un facilitatore

dell’apprendimento• superamento del modello trasmissivo della

conoscenza• il sapere si costruisce insieme in una

“comunità di apprendimento”• Migliora il senso di appartenenza

(gruppo di lavoro), la motivazione e l’integrazione

• Diminuisce l’ansia da prestazione e le problematiche comportamentali

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Il gruppo di lavoro• La classe può essere intesa come un gruppo

di lavoro, ed ha bisogno dei seguenti elementi per essere considerata tale:

• OBIETTIVI: sono una “tensione verso il futuro” e creano una forma di identificazione dei membri di un gruppo.

• METODO: da un lato definizione dei criteri per l’azione del gruppo e dall’altro le modalità che strutturano, nel tempo e nello spazio, l’intervento di un gruppo.

• RUOLI:ciascun membro del gruppo può apprendere, se trova il giusto spazio, ad assumersi ruoli diversi ed esserne mano a mano sempre più consapevole ( il conservatore, il negoziatore, il realizzatore, il creativo, il comunicatore, ecc.)

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Il gruppo di lavoro• LEADERSHIP: un buon leader deve

avere una serie di caratteristiche come la flessibilità, l’orientamento al dialogo, l’inserimento nelle situazioni, la lealtà verso le decisioni del gruppo, l’attenzione alle relazioni personali, il riconoscimento della competenza.

• COMUNICAZIONE: la comunicazione “fa” il gruppo.

• AMBIENTE: è dato dall’insieme delle percezioni, dei vissuti, dei sentimenti del gruppo e dipende dai modelli culturali dei gruppi.

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Uno spazio per il cambiamento• L’attività di gruppo può diventare lo

“spazio per un cambiamento osservabile”, per predisporre, realizzare, valutare trasformazioni nelle seguenti relazioni:

• relazione con se stesso (autorappresentazione)

• relazione con gli altri ( rappresentazione della comunità)

• relazione con gli adulti (rappresentazione di un riferimento)

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FATTORI DIMAGGIORE COESIONE DEL GRUPPO

• Definizione dei confini (regole condivise)

• Sensazione di partecipare al raggiungimento di un obiettivo condiviso

• Riconoscimento delle proprie risorse

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Valutazione• Nelle indicazioni nazionali la

valutazione assume una preminente funzione Formativa.

• “La valutazione accompagna, descrive, regola i processi, piuttosto che giudicare, classificare, sanzionare gli allievi”

• La valutazione precede, accompagna e e segue i percorsi curricolari attraverso prove d’ingresso, intermedie e valutazione finale.

• È importante informare gli studenti e le famiglie sui criteri e sui risultati delle valutazioni effettuate.

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Valutazione • INDIVIDUALE: quale contributo hai dato, quanto hai

imparato da/con gli altri, cosa hai migliorato di te in questa esperienza e come? come pensi di aiutare gli altri e di contribuire al successo del gruppo?

• DI COPPIA o DI GRUPPO: come valutiamo il lavoro di gruppo, quali le criticità e come sono state superate,quale collaborazione e coinvolgimento, quale valorizzazione del contributo di tutti, come migliorare la collaborazione?

• DI CLASSE: valutare il senso del gruppo, chi ha partecipato più/ meno, chi ha portato contributi, chi ha più influenza quando parla, chi è autoritario, direttivo, conciliatore, decisionale, creativo, chi si è impegnato, chi ha dato sostegno, accoglienza, aiuto, rispettate le regole del gruppo? qualcuno escluso/bloccato/aggredito, create tensioni, comunicazione (monopolizzare/facilitare), contributi (idee proposte disaccordi),integrazione di gruppo, obiettivi: chiari, chiariti, accettati, collaborazione, competizione, procedure efficaci, ascolto)

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Cosa Valutare• TUTTE LE DIMENSIONI DELL’ESPERIERZA

FORMATIVA: acquisizione conoscenze, vissuti emotivi, voti, motivazione impegno, fatica, sforzo, punto d’arrivo e percorso per raggiungerlo, studio individuale e apprendimento cooperativo, competenze scolastiche e esistenziali….

• Livelli di valutazione:• Percorso• coinvolgimento • Risultato

• AUTOVALUTAZIONE INSEGNANTE

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Come valutare• Aggiungere alla modalità

quantitativa, una metodologia di valutazione qualitativa:

• metodi narrativi, riflessioni metacognitive, questionari di autovalutazione.

• Indivuale e collettiva: metodo di studio, incidenza dell’autostima sull’apprendimento, schede valutazione della motivazione, questionari sul clima di classe e sulla collaborazione di gruppo.

• composizioni scritte, orali, progetti, portfolio

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Certificazione delle competenze

• A seguito di una regolare osservazione, documentazione e valutazione delle competenze, l’istituzione scolastica certifica le competenze al termine del primo ciclo di istruzione

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COME AFFRONTARE LE CRITICITA’ A SCUOLA

• Superare la logica della polarizzazione• Una delle modalità di gestione del conflitto è

quella detta “modalità violenta”, logica di polarizzazione, bene da una parte e il male dall’altra, la conclusione del conflitto nella prevalenza di una parte sull’altra.

• Ciascuna parte in causa attribuisce all’altra la colpa del conflitto, la violenza, mentre si genera un meccanismo di auto assolvimento per se stessi.

• Sviluppare capacità di “decentramento assumere un punto di vista diverso e

sviluppare l’empatia. Porsi in situazione di ascolto e di percezione del quadro di riferimento interno anche dell’altro, prendere le distanze da sé e dalle proprie abituali modalità di comportamento e di giudizio.

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COME AFFRONTARE LE CRITICITA’ A SCUOLA

• Preferire la cooperazione alla competizione e la creatività alla routine relazionale nella gestione dei conflitti. Il conflitto deve essere visto come sfida alla cui soluzione tutte le parti possono e devono partecipare.

• La MEDIAZIONE non interviene dunque per negare il conflitto, ma per “gestirlo” partendo da situazioni concrete. Sbloccare i canali della comunicazione.

• MEDIARE = aprire nel mezzo.

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Produzione di un testo…”Sono trascorsi cinque anni! Ricordi, impressioni, sentimenti a conclusione di un ciclo scolastico.”

• Io sono Pierino, Se devo dire che in questi anni sono stato felice Bè non lo dico. I primi anni sono stato accettato da tutti per la mia bravura ora sto migliorando ma però i compagni ( tranne Claudio, francesco, Rita, Giovanni, Alessandra e chiara ) mi hanno trattato con i piedi e Rita può testimoniare. Se quando prendevo ottimo o bravo i compagni mi accoglievano ma se prendevo non sufficiente o male si allontanavano da me ( tipico di Carmen ). Le maestre neanche ci anno trattati bene per esempio la maestra Giovanna ha voluto parlare con mia mamma, io non so tutto ma so che ad un punto la maestra gli ha detto alla mamma: noi dobbiamo prendere quelli più bravi – e mia mamma gli ha detto – scusa ma non dovete agliutare quelli che hanno disagio in vece di quelli che sanno fare tutto? E se non ci credete ditelo alla mia mamma e questo non è tutto perché di quante cose mi avete fatto non me ne ricordo una e poi non voglio parlare perché poi esagero…

• …e la risposta delle insegnanti?

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…conclusione…

• L’insegnante è un artigiano che, stimato il valore delle materie prime a sua disposizione, le modella secondo le caratteristiche proprie, realizzando un opera unica, rara e preziosa: la persona.

( P.A. )• “Che la tua vita non sia una vita

sterile. —Sii utile. —Lascia traccia. —” ( San Josemaría Escrivá )