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Grajaù, Pax et Bonum Carissimo Pietro, solo oggi, 22 di maggio, di ritorno a Grajaù dal soli- to mio viaggio che devo fare tutti gli anni al Sul, per l’ospedale, venni a conoscenza dei voleri di Dio sopra la nostra Gianna, e della sua santa morte. Avevo invano aspettato a Rio il vostro telegramma che fu spedito da Grajaù, ma che forse ancora non arrivò là. Piangiamo noi, ma si rallegra tutto il Paradiso, al vedere arrivare lassù tanto vicino a Dio un astro tanto luminoso; specialmente si rallegrano i nostri genitori e 5 fratelli, che da venti anni non vedevano arrivare più nessuno di noi, come la dottrina di S. Tommaso conferma, che in Cielo avremo anche il conforto di rivederci. Questa sera, più che celebrare la S. Messa di 7° giorno per lei, vorrei cele- brare la S. Messa degli Angeli; ma i nostri suffragi, che abbiamo l’obbli- go di fare sempre, serviranno per tanti altri che ne hanno bisogno. Da Don Giuseppe so la tua conformità al volere Supremo, e ti ringrazio del buon esempio che dai anche a me; proverai come ella ti aiuterà di più, in tutto, e come assisterà i tuoi bambini! Nel giorno e ora in cui morì, io mi trova- vo in Sitio Nuovo, località a circa 100 km da qui, a fare la S. Pasqua al popolo, essendo quella una borgata di tremila anime circa; e mi meravi- gliavo come numerosi erano in quei giorni quelli che ricevevano i Santi Sacramenti, e assistevano alle funzioni religiose; adesso comprendo il perché, chi mi stava aiutando. Poi, da lì, viaggiai molto, e ho raggiunto, in breve tempo, quasi tutto quello che volevo ottenere, scampandomi anche, per pochi centimetri, da un accidente che avrebbe potuto essere mortale; e ora mi spiego benissimo chi fu che mi ha aiutato in tutto. Ha lasciato per tutte le mamme, specialmente per quelle che non vogliono collaborare con Dio nell’opera della creazione, conforme ai Suoi disegni, un esempio, un monito, un ricordo non facilmente dimenticabile! Nonostante che noi tutti la sentiamo già in Cielo, continuiamo a pregare e fare pregare (questa sera, la chiesa parrocchiale sarà piena, per il mese di maggio, e tutti pregheranno per la nostra Gianna). Immagino il dolore di Pierluigi che, intelligente come egli è, avrà compreso molto più delle sorelline cos’è perdere la mamma; digli che anch’io lo ricordo sempre, e che la sua mamma gli è sempre vicino, anche se lui non la vede, come il suo Angelo Custode. Ricevi le mie più sincere condoglianze, e conti- nua anche tu a dire al Signore: Sia fatta la Tua Santa Volontà. Un abbraccio dal tuo aff.mo Padre Alberto Grajaù 26/5/62 sorriso di DIO Anno 3, n.6, aprile 2004 Gianna Periodico quadrimestrale di cultura, attualità e informazione a cura della Fondazione Beata Gianna Beretta Molla Ci sono tante difficoltà, ma con l’aiuto di Dio dobbiamo camminare sempre senza paura, che, se nella lotta per la nostra vocazione dovessimo morire, quello sarebbe il giorno più bello della nostra vita. Gianna

Gianna · to mio viaggio che devo fare tutti gli anni al Sul, per l’ospedale, venni a ... cos’è perdere la mamma; digli che anch’io lo ricordo sempre, e che la sua mamma gli

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Grajaù, Pax et BonumCarissimo Pietro,

solo oggi, 22 di maggio, di ritorno a Grajaù dal soli-to mio viaggio che devo fare tutti gli anni al Sul, per l’ospedale, venni aconoscenza dei voleri di Dio sopra la nostra Gianna, e della sua santamorte. Avevo invano aspettato a Rio il vostro telegramma che fu spedito daGrajaù, ma che forse ancora non arrivò là. Piangiamo noi, ma si rallegra tutto il Paradiso, al vedere arrivare lassùtanto vicino a Dio un astro tanto luminoso; specialmente si rallegrano inostri genitori e 5 fratelli, che da venti anni non vedevano arrivare piùnessuno di noi, come la dottrina di S. Tommaso conferma, che in Cieloavremo anche il conforto di rivederci. Questa sera, più che celebrare la S. Messa di 7° giorno per lei, vorrei cele-brare la S. Messa degli Angeli; ma i nostri suffragi, che abbiamo l’obbli-go di fare sempre, serviranno per tanti altri che ne hanno bisogno. Da DonGiuseppe so la tua conformità al volere Supremo, e ti ringrazio del buonesempio che dai anche a me; proverai come ella ti aiuterà di più, in tutto,e come assisterà i tuoi bambini! Nel giorno e ora in cui morì, io mi trova-vo in Sitio Nuovo, località a circa 100 km da qui, a fare la S. Pasqua alpopolo, essendo quella una borgata di tremila anime circa; e mi meravi-gliavo come numerosi erano in quei giorni quelli che ricevevano i SantiSacramenti, e assistevano alle funzioni religiose; adesso comprendo ilperché, chi mi stava aiutando. Poi, da lì, viaggiai molto, e ho raggiunto, inbreve tempo, quasi tutto quello che volevo ottenere, scampandomi anche,per pochi centimetri, da un accidente che avrebbe potuto essere mortale;e ora mi spiego benissimo chi fu che mi ha aiutato in tutto. Ha lasciato pertutte le mamme, specialmente per quelle che non vogliono collaborare conDio nell’opera della creazione, conforme ai Suoi disegni, un esempio, unmonito, un ricordo non facilmente dimenticabile!Nonostante che noi tutti la sentiamo già in Cielo, continuiamo a pregare efare pregare (questa sera, la chiesa parrocchiale sarà piena, per il mese

di maggio, e tutti pregheranno per la nostra Gianna).Immagino il dolore di Pierluigi che, intelligente come

egli è, avrà compreso molto più delle sorellinecos’è perdere la mamma; digli che anch’io loricordo sempre, e che la sua mamma gli è semprevicino, anche se lui non la vede, come il suoAngelo Custode.Ricevi le mie più sincere condoglianze, e conti-nua anche tu a dire al Signore: Sia fatta la TuaSanta Volontà.

Un abbraccio dal tuo aff.mo

Padre Alberto

Grajaù 26/5/62

sorriso di DIOAnno 3, n.6, aprile 2004

GiannaPeriodico quadrimestrale di cultura, attualità e informazione a cura della Fondazione Beata Gianna Beretta Molla

Ci sono tante difficoltà, ma con l’aiuto

di Dio dobbiamo camminare sempre senza paura, che,

se nella lotta perla nostra vocazione dovessimo morire,

quello sarebbe il giorno più bello della nostra vita.

Gianna

Rileggendo questa lettera dopo quarantadue anni, mi commuovo ancorpiù di allora al pensiero che Gianna sarà proclamata santa, il prossimo16 maggio, da Sua Santità Giovanni Paolo II.Le parole del carissimo Padre Alberto, fratello di Gianna, medico mis-sionario Cappuccino a Grajaù, in Brasile, sono state profetiche: egli dasubito ha riconosciuto in Gianna una santa creatura, che il Signore, dalei tanto amato, ha chiamato a Sé in Paradiso, per poter, come Angelodel Cielo, non solo aiutare ancor più tutti i suoi cari, ma anche tante altrepersone, in una dimensione universale, testimoniando una vita cristianaesemplare e “lasciando per tutte le mamme un esempio, un monito, unricordo non facilmente dimenticabile”.E come mi ha scritto Padre Alberto, Gianna, dal giorno stesso della suanascita al Cielo, è diventata il nostro Angelo Custode. La sentiamo sem-pre vicina; ci aiuta e ci protegge.Il suo ricordo non solo non è stato dimenticato, ma col tempo è diventa-to sempre più vivo e opera un gran bene: la sua figura, il suo messaggioe la sua testimonianza si sono diffusi in Italia e nel mondo, nella ChiesaUniversale, come testimoniano i numerosi riconoscimenti da parte diautorità, associazioni religiose e civili e singole persone, e le tantissimee commoventi lettere che giungono da ogni parte del mondo.E così anche la devozione a Gianna si è andata diffondendo sempre più,in Italia e nel mondo: tantesono le persone che la prega-no, che la sentono vicina, cheriferiscono di grazie ricevuteper sua intercessione, chedicono che la loro vita è cam-biata da quando l’hannoconosciuta.Il Signore Gesù, con il secon-do miracolo ufficialmentericonosciuto dalla Chiesa, habenedetto Gianna ancora unavolta, in modo del tutto sin-golare, ricambiando quel suoamore così grande, così sin-cero, così profondo, sin daquando, da bambina, l’haincontrato per la prima voltanella Santa Eucarestia, che èdiventata suo pane quotidia-no, sostegno e luce di tutta lasua vita. Il Signore Gesù ha sceltoGianna quale “astro lumino-so” della Chiesa Universale, quale creatura modello di santità nella vitaquotidiana.Di fronte a una grazia tanto singolare, anch’io e i miei figli, Pierluigi,Laura e Gianna Emanuela, ci sentiamo particolarmente benedetti dalCielo.Prego il Signore Gesù, la Mamma Celeste e Mamma Gianna perché ciaiutino a esserne il più possibile degni, come lo è stata Mariolina.Non potremo mai ringraziare abbastanza il Signore per questo Suoincommensurabile dono.

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Canonizzazione di Gianna Beretta Molla

RomaSabato 15 maggio

Rosario meditato con testi di Gianna Beretta Mollapresieduto dall’Arcivescovo di Milano, Sua Em.za Card. Dionigi Tettamanzi, in preparazione alla canonizzazione

ore 18.00, Giardini Vaticani.

Domenica 16 maggioCappella papale per la canonizzazione

presieduta da Sua Santità Giovanni Paolo IIore 10.00, Piazza San Pietro.

Lunedì 17 maggioConcelebrazione della Messa votiva diSanta Gianna Beretta Molla presieduta

dall’Arcivescovo di Milano, Sua Em.za Card. Dionigi Tettamanzi

ore 8.00, Basilica di San Paolo fuori le mura.Udienza del Santo Padre Giovanni Paolo II

ore 11.00, Piazza San Pietro.

MilanoSabato 22 maggio

Prima celebrazione in Diocesi di Milano dellaMessa votiva di Santa Gianna Beretta Molla

presieduta dall’ArcivescovoSua Em.za Card. Dionigi Tettamanzi

ore 15.00, Duomo di Milano.

La beata Gianna Beretta Molla viene proclamata santadalla “Lettera alla Diocesi per la Quaresima 2004”

Carissimi, c’è una notizia che ci riempie di gioia e che, con questamia lettera, voglio comunicare ufficialmente a tutta la nostra Chiesadi Milano: il prossimo 16 maggio, il papa Giovanni Paolo II procla-merà santa Gianna Beretta Molla, madre di famiglia.E’ la prima canonizzazione che riguarda direttamente la nostraDiocesi dopo san Carlo Borromeo; è la prima madre di famiglia che,dopo i primi tempi del cristianesimo e dopo il Medioevo, viene rico-nosciuta come santa da tutta la Chiesa.E’ questa una notizia attesa da molti – a iniziare dal marito, dai figli, dai familiari e dall’in-tera comunità parrocchiale di Mesero come da quella di Magenta – e che giunge alla vigiliadella Quaresima che oggi iniziamo e a dieci anni dalla sua beatificazione avvenuta il 24 apri-le 1994.L’esistenza di questa “donna meravigliosa, amante della vita, che è stata sposa, madre di fami-glia, medico e professionista esemplare, che offrì la sua vita per non violare il mistero delladignità della vita” – come l’ha definita il cardinale Carlo Maria Martini – è stata tutta incen-trata su Gesù Cristo, è stata una traduzione concreta di alcuni tratti del volto di Gesù da leicontemplato e amato.Sì, il Signore Gesù è stato per lei riferimento privilegiato. Così aveva promesso fin da adole-scente, durante gli Esercizi spirituali del marzo 1938 a Genova, annotando queste parole:“Gesù, ti prometto di sottopormi a tutto ciò che permetterai mi accada. Fammi solo conosce-re la tua volontà!”.Nel cammino da allora intrapreso per conoscere la volontà di Gesù, si lasciò attrarre dal voltodi Cristo mandato dal Padre a portare il lieto annuncio dell’amore di Dio e della salvezza atutti gli uomini in ogni angolo della terra e si interrogò a lungo coltivando la prospettiva diun impegno missionario in Brasile accanto al fratello Padre Alberto.Ma altro era il disegno di Dio su di lei. E furono allora i lineamenti di Cristo sposo dellaChiesa a galvanizzare tutta la sua esistenza fin dal tempo del fidanzamento e poi come sposae madre. Così, attraverso l’amore coniugale vissuto in pienezza, si è fatta segno dell’amoredel Signore per la Chiesa e per l’umanità.C’è poi un altro tratto del volto di Cristo che la beata Gianna ha contemplato e fatto proprio.In lui ha riconosciuto il buon samaritano che si china sulle ferite dell’uomo e, sul suo esem-pio, si è fermata accanto a ogni persona malata, piccola e debole, prendendosene cura evivendo la sua professione di medico come una missione, una autentica sequela e imitazionedi Gesù.In Gesù, soprattutto, ha riconosciuto il volto del Figlio che, in totale obbedienza al Padre,dona se stesso fino alla fine accogliendo liberamente l’immolazione della croce e facendosgorgare nuova vita dal suo fianco trafitto. Anche questo tratto supremo del volto di Gesù ellaha voluto condividere e fare proprio, quando – “con meditata immolazione, come ebbe a direPaolo VI – scelse in piena coscienza che non venisse sacrificata la vita di colei che portavain grembo e, dopo aver generato nuova vita, donò tutta se stessa morendo la mattina del saba-to della settimana di Pasqua dopo aver incessantemente ripetuto: “Gesù ti amo!”.Era il suggello di quanto aveva intuito e insegnato alle ragazze di Azione Cattolica: “Non sipuò amare senza soffrire e soffrire senza amare. Guardate alle mamme che veramente amanoi loro figli, quanti sacrifici fanno! A tutto sono pronte, anche a dare il proprio sangue. E Gesùnon è forse morto in croce per noi, per amore nostro?… Non sono le grandi penitenze chefanno sante le anime, ma il vero sacrificio è accettare la croce con amore, con gioia, con ras-segnazione. Amiamo la croce e ricordiamoci che non siamo soli a portarla, ma c’è Gesù checi aiuta e, in Lui che ci conforta, tutto possiamo”.

Arcivescovo di Milano3

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Mons. Mario Spezzibottiani, attual-mente Moderator Curiae della Diocesidi Milano, in un’omelia tenuta aMesero il 28 aprile 2001, giorno dellaMemoria Liturgica della beata, ha benspiegato che cosa significa “cammina-re verso la santità”, interpretando erileggendo la vita di Gianna alla lucedella Parola di Dio.

“Qui, a Mesero, quella di questa seraè una celebrazione particolare, caricadi risonanze significative.E’ carica di risonanze per il luogo incui avviene: qui si respira, non si puònon respirare, si deve respirare qualco-sa del segreto di Gianna e della suasantità; questa, ormai, è terra benedet-ta dalla sua azione e professione dimedico qui esercitate con generosità ecompetenza e dalla presenza delle suespoglie mortali, custodite nel cimitero,in attesa della risurrezione finale.E’ celebrazione carica di risonanze perle presenze che vi si scorgono. Sonopresenze - quelle della sorella, delmarito e dei figli - che dicono, ognivolta, che Gianna si capisce dentro laconcretezza di una famiglia: dentro laconcretezza della famiglia Berettanella quale è venuta alla luce ed è stataeducata; dentro la concretezza dellafamiglia Molla che lei ha contribuito aplasmare e che da lei, con il maritoPietro, ha preso origine. Sono presen-ze che ci dicono che Gianna - la beataGianna - é e rimane sempre “parte” diquesta famiglia… Eppure, ella è anche“nostra”, perchè è parte di questaChiesa, della Chiesa ambrosiana, dellaChiesa intera che l’ha riconosciutabeata… Quasi a dirci che tra la Chiesae questa famiglia c’è una unione, c’èun legame stretto e, in qualche modo,indissolubile.

E’ memoria carica di risonanze per iltempo che stiamo vivendo: l’inizio delterzo millennio, con l’invito del Papa adare il primato alla santità, riconosciu-ta come la prima delle priorità pastora-li. Come scrive, infatti, Giovanni PaoloII, additare la santità resta più che maiun’urgenza della pastorale (cfr. Novomillennio ineunte, n. 30), nella convin-zione che l’intera esistenza cristiana ditutti noi e di ciascuno di noi deve esse-re un cammino di santità e verso lasantità, perchè “questa è la volontà diDio: la nostra santificazione” (cfr. 1Ts4,3).

Ma che cosa vuol dire camminareverso la santità? Che cosa vuol direaccogliere questo invito alla santità?

Ce lo dice la Beata Gianna BerettaMolla con la sua vita, interpretata eriletta alla luce della Parola di Dio e, inparticolare, del Vangelo appena pro-clamato (Mt 16, 24-27).

E’, quello di Matteo, un brano cheviene subito dopo l’annuncio di Gesùsulla sua passione, morte e risurrezio-ne: Gesù ha parlato della sua Pasqua,che egli sta andando a vivere aGerusalemme, cioè della sua totaledonazione di amore. E adesso ci diceche cosa comporta per noi vivere laPasqua, quella Pasqua che stiamoancora celebrando nella liturgia. Ce lodice con queste parole: “Se qualcunovuol venire dietro a me, rinneghi sestesso, prenda la sua croce e misegua”. Sì, vivere la Pasqua vuol dire seguireGesù, cioè andargli dietro facendo ilsuo stesso cammino; vuol dire portarela croce, perchè il cammino di Gesù haconosciuto la croce e la morte; vuoldire fare tutto questo con amore e peramore... proprio “come” ha fatto Gesù.In una parola, vivere la Pasqua vuoldire fare come Gesù! Vuol dire amarecome lui, fino al dono totale di sé; vuoldire morire e risorgere con lui morto erisorto; vuol dire fare con lui e come

lui quel passaggio dalla morte allavita, che consiste nell’amare i fratelli,di cui ci ha parlato la seconda lettura(cfr. Gc 3,14-18).

Si tratta, quindi, di fare come Gesù!

Questo è stato l’ideale, questa è statala testimonianza concreta della BeataGianna. Non è qui il caso di ridiretante cose note - e spero che a Meserolo siano ancora e continuino ad esserlo-; mi limito solo a richiamare qualchetratto essenziale della sua testimonian-za.

Ancora adolescente, durante gliEsercizi spirituali del marzo 1938 aGenova (che madre Virginia ricorderàcertamente), Gianna fece un propositodeterminante per la sua vita. Scrisse,tra l’altro: “Gesù, ti prometto di sotto-pormi a tutto ciò che permetterai miaccada. Fammi solo conoscere la tuavolontà!”.Con queste parole, Gianna interpretòtutta la sua vita come vocazione, comesequela, come obbedienza alla volontàdi Gesù, ossia la interpretò come imi-tazione di Gesù. Ed è quanto dirà qualche anno dopoparlando alle ragazze di AzioneCattolica: “Dal seguire bene la nostravocazione dipende la nostra felicitàterrena ed eterna”.Anche la sua professione medica erainterpretata e vissuta come sequela eimitazione di Gesù. Per lei, fare ilmedico voleva dire esercitare una mis-sione e non solo una professione: sitrattava di mettersi in ascolto dell’in-vocazione di aiuto che viene dal mala-to e di metterci ogni cura per il suocorpo e anche per la sua anima (perchèanche quando non si può far più nien-te per il corpo, c’è sempre un’anima daportare a Dio)... e tutto questo a imita-zione di Gesù, buon samaritano.Il suo stesso sforzo di discernimentovocazionale - con la prospettiva dellamissione in Brasile, accanto al fratellopadre Alberto – era tutto animato dallavolontà di capire quello che Gesù vole-

“Ma che cosa vuol dire camminare verso la santità?”…Ce lo dice la beata Gianna Beretta Molla con la sua vita

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va da lei, perché Gianna – come Gesù– non si accontentava di dare qualcosao di dare poco, ma voleva dare tutto,voleva dare tutta se stessa.La sua scelta matrimoniale e poi la suavita di sposa e di madre, fino al donosupremo della vita, erano tutte anima-te dall’unica e profonda volontà divivere come Gesù. Basti a mostrarcelociò che scriveva a Pietro poco tempoprima delle nozze: “Desidero che lanostra famiglia sia un vero cenacolodove Cristo regni e si trovi di casa aguidare e dirigere ogni nostro passo, ailluminare ogni nostra decisione, ogninostra azione”. Senza mancare dirispetto, queste parole mi sembra indi-chino la ferma convinzione che, nellafamiglia di Pietro e di Gianna Molla,“a comandare” doveva essere Gesù,perchè si trattava di fare come lui!E Gianna ha suggellato questa suaintenzione e questa sua totale “obbe-dienza” a Gesù quando, la mattina ditrentanove anni fa come oggi - ed erasabato anche allora! - moriva, dopoaver ripetuto spesso, nella sua agonia,“Gesù ti amo”. Così ella viveva in pie-nezza la sua Pasqua... ed era la setti-mana di Pasqua!

In sintesi, prendendo a prestito alcuneespressioni della preghiera compostaper la sua beatificazione, possiamodire che Gianna ha avuto Gesù comesuo riferimento privilegiato: lo hasaputo riconoscere nella bellezza dellanatura; mentre si interrogava sulla suascelta di vita, è andata alla ricerca dilui e del modo migliore per servirlo;attraverso l’amore coniugale, si è fattasegno del suo amore per la Chiesa eper l’umanità; imitando Gesù, buonsamaritano, si è fermata accanto adogni persona malata, piccola o debole;sul suo esempio e per suo amore hadonato tutta se stessa, generandonuova vita.

Sì, la Beata Gianna, in tutta la suavita, ha seguito Gesù, ha vissuto comeGesù.

E questa sera dice a noi di fare altret-tanto. Ella - e non ci si meravigli diquesto - non ci dice di fare come lei,ma ci dice di fare come Gesù, impa-rando anche da lei come si fa a farecome Gesù... Ci dice di vivere cosìnella quotidianità della nostra esisten-

za di tutti i giorni. E questo perchè ilsanto è uno che vive come Gesù!Si tratta, allora, di guardare a Gesù, difarsi contemplatori del suo volto, pervivere come lui.Come scrive il Papa nella Novo millen-nio ineunte, il nostro sguardo deverimanere più che mai fisso sul voltodel Signore (n.16)”.Si tratta di contemplare il volto diCristo, considerato nei suoi lineamentistorici e nel suo mistero, accolto nellasua molteplice presenza nella Chiesa enel mondo, confessato come sensodella storia e luce del nostro cammino(cfr.n.15).Si tratta di conoscerlo, amarlo, imitar-lo, per vivere in lui la vita trinitaria etrasformare con lui la storia fino al suocompimento nella Gerusalemme cele-ste (cfr.n.29). Si tratta di essere convinti che sarebbeun controsenso accontentarsi di un’e-tica minimalistica e di una religiositàsuperficiale (cfr. n.31)”. Sarebbe uncontrosenso e tradirebbe la grandezzadella nostra vocazione, non ci rende-rebbe degni della fortuna di esserefamiliari e concittadini dei santi: cometali, qui a Mesero, non si può vivere inmodo mediocre!

Non abbiamo, quindi, paura a prende-re il largo! Decidiamoci a seguireGesù, costi quel che costi! Seguiamolocon gioia e ne avremo gioia!

E nel fare questo, sappiamo di avere labeata Gianna come alleata.Preghiamola, invochiamola.Soprattutto e prima che in ogni altroluogo, preghiamola e invochiamolaqui, in questa terra che ne ha godutol’azione e che continua a goderne lapresenza, custodendovi le spoglie mor-tali.Preghiamola e invochiamola ogni gior-no, affinchè lo Spirito Santo, fonte diogni perfezione, vada plasmando Gesùdentro di noi, momento dopo momen-to, e ci faccia crescere nell’amore enella santità.Preghiamola e invochiamola, con quel-le semplici parole che anche oggi,presso la sua tomba, ho sentito ripete-re da diverse persone: “beata Gianna,prega per noi!”.

Mons. Mario Spezzibottiani

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Gli scritti di Gianna: appunti e lettere

Continua la pubblicazione degli scritti diGianna, che sono certamente quanto di piùsignificativo, prezioso e caro conserviamo dilei. Sono stati manoscritti, in massima parte,per le sue conferenze alle giovani di AzioneCattolica, e, in piccola parte, sono documentie note che riguardano i suoi incarichi direttivisvolti nell’Azione Cattolica.Dagli appunti e dai propositi scritti durante iritiri spirituali emergono chiaramente le radi-ci profonde della sua spiritualità, della suagrande fede, del suo spirito di preghiera, dellasua fiducia nella Divina Provvidenza, del suoamore e del suo rispetto sacro per la vita.Rileggendoli alla luce della sua vita, delle suescelte, del suo comportamento, emerge chiara-mente che quanto Gianna ha esposto e racco-mandato alle sue giovani lo ha testimoniato erealizzato pienamente in lei stessa concoerenza e coraggio sino alla fine. Ecco alcune delle sue riflessioni sulla voca-zione.

VocazionePerché il Signore non ha chiamato tutteall’Azione Cattolica? quanti milioni di ragaz-ze! è un mistero; ma una cosa è certa, che noisiamo state oggetto di predilezione da tuttal’eternità.

Tutte le cose hanno un fine particolare. Tutteobbediscono a una legge - le stelle seguono laloro orbita, le stagioni si seguono in modoperfetto. Tutto si sviluppa per un fine prestabi-lito. Tutti gli animali seguono un istinto natu-rale. Anche a ciascuno di noi Dio ha segnatola via, la vocazione - oltre la vita fisica, la vitadella grazia.

Viene un giorno che ci accorgiamo che attor-no a noi ci sono altre creature - e mentreavvertiamo questo fuori di noi, si sviluppa innoi una nuova creatura.

E’ il momento sacro e tragico dalla fanciullez-za alla giovinezza.

Ci poniamo il problemadel nostro avvenire. Nonlo si deve risolvere all’e-tà di 15 anni, ma è beneorientare tutta la nostravita verso quella via incui il Signore ci chia-ma.

Dal seguire bene lanostra vocazionedipende la nostrafelicità terrena edeterna.

Che cos’è (la voca-zione)? E’ un donodi Dio - quindiviene da Dio. Se è un dono diDio, la nostrapreoccupazionedeve essere quel-la di conoscere

la volontà di Dio.

Gianna, 1938.

Non si deve dire “è il mio carattere”, bisognacorreggerci. Come si fa a obbedire se si è sempre abituatea fare quel che si vuole. Quali sorprese entra-re in qualunque strada senza esserci primasforzate di correggere il nostro carattere.

Una volta deciso il piano da seguire - prose-guire.Essere chiamata alla vita di famiglia non vuoldire fidanzarsi a 14 anni - questo è solo unsegno d’allarme - devi prepararti fin da ades-so alla famiglia. Non si può addentrarsi in questa strada se nonsi sa amare.

Amare vuol dire desiderio di perfezionare sestessa, la persona amata, superare il proprioegoismo, donarsi…L’amore deve essere totale, pieno, completo,regolato dalla legge di Dio e si eterni inCielo…

(Quadernodei ricordi

durante i SS.Esercizi?1944 -

1948)

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Dobbiamo entrare in quella strada:1) se Dio vuole - non forzare mai la porta2) quando Dio vuole3) come Dio vuole

1. Conoscere la nostra vocazione - in che modo?1) interrogare il Cielo con la preghiera2) interrogare il nostro direttore spirituale3) interrogare noi stessi - sapendo le nostreinclinazioni.

Ogni vocazione è vocazione alla maternità -materiale - spirituale - morale, perché Dio haposto in noi l’istinto della vita.

Il sacerdote è padre, le Suore sono madri,madri delle anime. Guai a quelle figliole che non accettano lavocazione di maternità.

2. Prepararsi alla propria vocazione - prepa-rarsi ad essere donatori di vita - nel sacrificiodi una formazione intellettuale.

Sapere che cos’è il matrimonio, - sacramen-tum magnum.

Conoscere le altre strade.

Formazione e conoscenza del proprio carattere.

Se non si incomincia da piccole si diventavecchie ma si rimane sempre come lo si era. Taglia - distruggi - brucia - ciò che c’è datogliere.

Sopra: Gianna (con giaccascura e colletto bianco)con Virginia (la secondada sin.) e delle amiche alSantuario di Montallegro,Rapallo, 21 aprile 1939.

In copertina: Gianna sulpendio del Livrio in Valtelli-na (Sondrio), estate 1955.

Al lago di Como, marzo1955.

A pag.2: Gianna in parten-za per il viaggio di nozze,settembre 1955.

Con Pietro, Pierluigi, i fra-telli, le sorelle, la cognataLaura, i nipoti e …., 1958.

Con Pietro, Ferdinando,Padre Alberto, Zita, la mam-ma di Pietro, la sorella diPietro, Adelaide, con lasua famiglia, casa di PonteNuovo di Magenta, 1960.

A pag.4: Con Pietro inviaggio di nozze aTaormina (Messina), set-tembre 1955.

A pag.5: Con Pietro allago di Passo Foscagno,Livigno, 4 agosto 1955.

Davanti al Santuario dellaMadonna della Guérison,Val Veny, Courmayeur(Aosta), estate 1956.

Con Pierluigi, 1957.

A Stoccolma (Svezia),luglio 1961.

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BEATISSIMO PADRE,

1.- Dopo la solenne beatificazio-ne della venerabile Serva di DioGianna Beretta Molla, sposa, madre eprofessionista dell’Arcidiocesi diMilano, avvenuta in Piazza San Pietroil 24 aprile 1994, si sono verificati varifatti prodigiosi ottenuti grazie alla suaintercessione, tra cui abbiamo scelto epresentato alla Congregazione delleCause dei Santi la guarigione dellasig.ra Elisabete Arcolino Comparini,gestante brasiliana, della città e dioce-si di Franca (SP), da “rottura prematu-ra e pretermine delle membraneamniotiche alla sedicesima settimana eprosecuzione della gravidanza”.(…).

MIRACOLO

Guarigione completa, duraturadella signora Elisabete ArcolinoComparini da rottura prematura pre-termine delle membrane alla sedi-cesima settimana di gestazione(11.02.2000), alla quarta gravidanza,con perdita totale del liquido amnioti-co ed evoluzione favorevole dellagestazione con la nascita, alla trenta-duesima settimana (31.05.2002), diuna bambina, Gianna Maria, comple-tamente sana.

FATTISPECIE

2.- La Signora Elisabete ArcolinoComparini, di trentacinque anni, dopoaver avuto tre gravidanze conclusesifisiologicamente, due con parto cesa-reo, e la terza per desiderio dellapaziente con parto normale, il 30novembre 1999, con un ritardo di circauna settimana rispetto alla precedentemestruazione, viene colta da una pro-fusa metrorragia. Racconta laPaziente:

“La prima perdita di sangue. IL miocuore già sentiva che sarebbe una gra-vidanza difficile, ma di molto corag-gio. Nonostante tutte le cure (le atten-zioni) io perdevo molto sangue”.

Al controllo ecografico del 30 novem-bre 1999 risulta che in cavità uterina viera un sacco gestazionale (cioèembrione) di 8 mm. come per una gra-vidanza di 5/6 settimane, ed un emato-ma sul fondo uterino. La DottoressaNadia Bicego Vieitez de Almeidaafferma nella sua Relazione:

“Apparve (la Paziente) in consultorioil 30/11/1999, con amenorrea di 10giorni e test di gravidanza positivo.L’ecografia evidenziò il sacco gesta-zionale di 0,8cm ed il coagulo retro-

Grazie GIANNA!Il miracolo ricevuto per intercessione diGianna, che ha portato alla sua Canonizzazione

In questa pagina: la SignoraElisabete con Gianna Maria.

La Signora Elisabete con il marito,Carlos Cesar, Gianna Maria e Mons. Diògenes.

Nella pag. a fianco: La SignoraElisabete con il marito e i loro quattrofigli.

Gianna Maria che corre felice.

A pag.10: i familiari di Gianna con ilcardinale José Saraiva Martinsil 20 dicembre 2003, giorno dellaPromulgazione del Decreto: da sin.Ortensia, figlia di Pierluigi, Laura esuo marito Giuseppe, Suor LuigiaMolla, sorella di Pietro, Don Giuseppee Madre Virginia Beretta, Pierluigi.

Sua Eccellenza Mons. SerafinoSpreafico mentre celebra la S. Messadi ringraziamento per il miracolo incasa Molla, Mesero, 31 dicembre2003.

A pag.12: Gianna con Pierluigi nelgiardino della casa di Mesero, gennaio 1957.

Gianna e Pietro fidanzati, sul pendiodel Livrio in Valtellina (Sondrio),estate 1955.

A pag.13: Gianna sposa, nel giardinodella casa dei nonni paterni, Magenta,24 settembre 1955.

Tramonto dipinto da Gianna.

Con Pietro e Pierluigi a Courmayeur(Aosta), estate 1957.

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placentare di 2,2 cm di diametro. Erauna gestazione iniziale con rara pro-babilità di evoluzione”.Quindi vi è la conferma di un nuovostato gravidico, ma alquanto compro-messo nella sua evoluzione.Il 9 dicembre 1999, al nuovo controlloecografico, la gravidanza risulta consviluppo come alla settima settimana,ma la raccolta ematica intrauterina èaumentata, risultando pressochè rad-doppiata.

“Una nuova ecografia del 19/12/1999mostrò un grande scollamento dellaplacenta alla regione fundica uteri-na…”

Essendo tale raccolta espressione deldistacco e risultando aumentata, ciòfaceva prevedere come imminente lainterruzione dello stato gravidico.

“Dal momento che la perdita di san-gue era molto abbondante, la mia dot-toressa diagnosticò che sarebbe statomolto difficile che io portassi avantiquesta gestazione, che forse l’abortosarebbe avvenuto naturalmente e cheneppure si sarebbe reso necessario ilraschiamento” - riferisce la Paziente.

E a completare il quadro di ormai ine-vitabile aborto, il giorno 11 febbraio2000 si è verificata la rottura dellemembrane con fuoriuscita del liquidoamniotico.

“Il giorno 11/02/1999 a 16 settimanedi gestazione, venne al consultoriolamentando una perdita di liquidoimportante per via vaginale. Fu rico-verata in osservazione e si confermò laamnioressi prematura. L’ecografiadiagnosticò una gestazione di 16 setti-mane, feto vivo e assenza completa diliquido amniotico. Rimase ricoverataper riposo e per iperidratazione (4 litridi flebo al giorno) per una settimana”.

Perdita ematica e rottura delle mem-brane sono i sintomi di una pressochè

inevitabile interruzione della gravi-danza, ed in questo momento la gravi-danza era alla sedicesima settimanadel suo sviluppo.

“La condotta (=prassi) raccomandatain questi casi è l’interruzione dellagestazione, per causa del rischio diinfezione materna, dato che il prodottogestazionale non ha possibilità disopravvivenza”.

3.- Contrariamente al consigliomedico (13 febbraio 2000) che fa pre-sente alla signora Elisabete ArcolinoComparini i rischi delle gravissimecomplicazioni cui sono esposti madree feto nel caso in cui, anche se moltoraro, non si dovesse interrompere lagravidanza, la Signora Elisabete (15

febbraio 2000) si oppone alla propostadella interruzione ed opta per la conti-nuazione, confidando nell’aiuto e nellaintercessione della beata GiannaBeretta Molla.

“Dopo 72 ore l’acqua non ritornò e ladottoressa, nel frattempo, mi diede lanotizia che era necessario interrompe-re la gravidanza, per il fatto che io cor-revo il rischio di perdere la vita. Anchese altri medici consultati, davano tuttilo stesso responso clinico, il mio cuorenon accettava la decisione di interrom-pere la gestazione. La dottoressa entranella stanza ed esige una risposta.Molto afflitta, chiesi a Carlos Cesar(marito) che mi portasse un sacerdote.La risposta fu un “no” - per l’arrivodel vescovo (Mons. Diógenes Matthes

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Silva, vescovo di Franca, presente inquel momento nello stesso ospedale,devoto alla beata Gianna, della qualegli aveva parlato a lungo Mons.Serafino Spreafico, vescovo emerito diGrajaù, Brasile, ndr.) e la preghiera diintercessione alla beata Gianna”.

A seguito della amnioressi, la SignoraElisabete era stata ricoverata e nonessendosi verificata la espulsione delprodotto del concepimento, ed essen-dosi manifestata la decisa contrarietàdella Paziente per la interruzione dellagravidanza, la gestante è stata dimessail 18 febbraio 2000.

“Con esami di sangue normali e con-trolli clinici rigorosi, fu rispettata lavolontà della madre di non interrom-pere la gravidanza fino a quando ilfeto avrebbe presentato segni di vita.”

I medici comunque hanno svolto uncontrollo continuo della Paziente alsuo domicilio per tutta l’evoluzionedella gravidanza.

“In casa, dopo il periodo di ricovero,alla paziente venne monitorato lapressione arteriosa e il battito fetaleda parte di un infermiere professiona-le, ogni giorno. Ci fu anche il control-lo settimanale di emocromo ed ecogra-fia documentata con video registrazio-ne. In nessun momento vennero rivela-ti segni di infezione o aumento delliquido amniotico”.

Il 31 maggio, mediante taglio cesareo,nasce la bambina Gianna Maria delpeso di 1.820 grammi, con nessunaalterazione all’apparato respiratorio;

vi è soltanto un piede torto congenito. Tale alterazione è dovuta alla posizio-ne coatta intrauterina del feto, causatadall’assenza di liquido amniotico.

“Senza altre intercorrenze, la gesta-zione proseguì fino alla 32a settima-na. L’ecografia del 25/5/2000 rivelòfeto con presentazione cefalica e pesoapprossimato di 1.800 gr. con placen-ta immatura. Dopo due cicli di corti-coterapia come prevenzione per laprematurità polmonare, fu realizzatotaglio cesareo il 31/05/2000. NacqueGianna Maria di 1.820 gr. che nonpresentò problemi di ordine respirato-rio, mentre la pediatra diagnosticòpiede torto a sinistra.”

“31.05.00 - Nascita di Gianna Maria -Imperfezione appena nel suo piedinosinistro. Vittoria della vita”.

Dopo il parto si verifica una forteemorragia determinata dalla presenzadi una placenta accreta (fortementeinfiltratasi con i suoi villi nella pareteuterina) con shock ipovolemico supe-rato senza conseguenze.

I Periti ab inspectione hanno constata-to il buono stato di salute della madree della bambina (all’età di un anno eun mese) nel periodo giugno-luglio2001. Anche gli ultimi accertamentidel gennaio 2002 confermano talesituazione”.

(Dalla “Positio Super Miraculo”, Roma 2003)

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Canonizationis Beatae Ioannae Beretta Molla

31 maggio-1 agosto 2001Il Tribunale ecclesiastico di Franca, São Paulo, Brasile,istruisce una regolare Inchiesta diocesana per l’ascoltodei testimoni e la raccolta della documentazione scienti-fica su di un avvenimento straordinario ottenuto perintercessione della Beata Gianna, verificatosi negli anni1999-2000 nella Diocesi di Franca, a favore di una inse-gnante cattolica

20 settembre 2001S.E. Dom Diógenes Matthes Silva, Vescovo di Franca,consegna alla Congregazione delle Cause dei Santil’Inchiesta diocesana

22 febbraio 2002L’Inchiesta diocesana ottiene il Decreto di validità

10 aprile 2003La Consulta Medica si pronuncia all’unanimità (5 su 5)sulla straordinarietà e inspiegabilità scientifica del caso

17 ottobre 2003I Rev.mi Consultori Teologi esaminano il caso, con esitopositivo

20 dicembre 2003Promulgazione del Decreto, con chiusura di tutto il pro-cesso sul miracolo, alla presenza del Santo Padre (SuaSantità firma il Decreto di validità del miracolo)

19 febbraio 2004Concistoro del Santo Padre e dei Cardinali, con conclu-sione ufficiale del Processo di Canonizzazione e pro-mulgazione della data

16 maggio 2004Sua Santità Giovanni Paolo II, in Piazza S. Pietro aRoma, proclamerà Gianna Beretta Molla Santa

I Santi sono tra noiValeriano Castiglioni

Santa Gianna è stata una donna del nostro tempo: amante dellavita e delle cose belle, seppe trovare con semplicità, coerenza eletizia la giusta armonia tra la sua grande fede e i suoi doveri diogni giorno.La scelta del sacrificio della sua vita per salvare la nasciturache portava in grembo è stata la naturale conseguenza delle suesalde convinzioni cristiane e morali, del suo amore materno edella sua coscienza di medico.Qualcuno si è chiesto perché i santi sono quasi sempre dei reli-giosi, o comunque persone che hanno concluso la vita con par-ticolari forme di consacrazione a Dio.Si avverte l'esigenza – è stato rilevato da parte di tanti - chesiano proposti come modelli dei santi che abbiano vissuto lavita di tutti, tra lavoro e famiglia, con coniuge e figli, con gioiee preoccupazioni di ogni giorno, testimoniando giorno per gior-no le virtù della perfezione evangelica.Analizzando le vite delle donne che la Chiesa ha elevato aglionori degli altari ci si imbatte quasi sempre in vergini, martiri,matrone, mistiche, ascetiche, nobili, fondatrici di ordini reli-giosi, monache e suore.La vicenda di Gianna rappresenta una novità per la Chiesa:quando, il 24 aprile 1994, Papa Giovanni Paolo II dichiaròGianna Beata, la additò ai credenti come modello di sposa e dimadre.“Gianna Beretta Molla – scrive l’Arcivescovo di Milano, card.Dionigi Tettamanzi, nella lettera alla diocesi in cui annunciaufficialmente la notizia della canonizzazione – è la primamadre di famiglia che, dopo i primi tempi del cristianesimo edopo il Medioevo, viene riconosciuta come santa da tutta laChiesa”.Di lei si potrebbe affermare ciò che asserisce san JosemariaEscrivà, fondatore dell’Opus Dei, canonizzato il 6 ottobre2002: “I santi non sono superuomini né persone fuori dalcomune, esseri inarrivabili. I santi sono come noi, i santi sonotra noi”.La canonizzazione della nostra dottoressa impegna direttamen-te la diocesi milanese dopo quella di Carlo Borromeo (1538-1584), che venne proclamato santo nel 1610. Negli ultimi quat-tro secoli sono stati riconosciuti tre santi legati alla chiesaambrosiana per nascita o per l’opera svolta durante la loro esi-stenza terrena: Girolamo Miani [Emiliani] (1486-1537) cano-nizzato nel 1767, Antonio Maria Zaccaria (1502-1539) cano-nizzato nel 1897, Alessandro Sauli (1534-1592) canonizzatonel 1904, ma la loro causa è stata sostenuta da ordini religiosio da altre diocesi.Rimanendo nell’ambito milanese Gianna Beretta Molla siaffianca dopo milleseicento anni alle altre due sante ambrosia-ne, entrambe vissute nel quarto secolo, che sono Marcellina,sorella amatissima di sant’Ambrogio, e Savina, leggendariamatrona di Lodi che avrebbe custodito e portato a Milano icorpi dei santi Vittore, Nabore e Felice.Gianna Beretta Molla, infine, è il primo medico donna a giun-gere alla gloria degli altari e anche questo fatto è un segno deitempi.

Gianna mentre lavora a maglia,Val Ferret, Courmayeur (Aosta), estate 1956.

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In una epoca in cui si privilegia nelmatrimonio quasi esclusivamente lavita di coppia e non i figli, ecco la testimonianza della nostrasorella Gianna. Gianna proviene dauna famiglia che annovera 13 figli, Leistessa è madre di quattro figli nati inpoco più di sei anni di matrimonio. Nella vita di Gianna nulla è lasciato alcaso. Tutto, anche la maternità appar-tengono ad una meditata scelta. Avevascritto: “ogni vocazione è vocazionealla maternità, materiale o spirituale.Prepararsi al matrimonio significaprepararsi ad essere donatori di vita”.E aggiunge: “Se nelle lotte per lanostra vocazione dovessimo morire,quello sarebbe il giorno più bello dellavita”. Gianna fu profeta in quelmomento. Gianna fu sposa e quindi madre.Per una piena comprensione dellamaternità leggo un passo del ConcilioVaticano II che recita così: “L’uomosia maschio o femmina, è l’unico esse-re nel mondo che Dio abbia voluto perse stesso; l’uomo non può ritrovarsi(nel senso di realizzarsi) pienamentese non mediante il dono sincero di sé”.“Dono sincero di sé” è la più bella e

profonda definizione dell’amore ecostituisce, ad un tempo, la vocazionefondamentale della donna che Dio havoluto perché fosse amata e perchéamasse.La conferma più alta sta nelle parole diMaria SS. Annunciata. Maria disseall’angelo: “Avvenga di me quello chetu hai detto”. Queste parole indicano ladisponibilità della donna al dono di séverso l’uomo e verso il figlio. E’ inquel momento che la Vergine concepi-sce il proprio figlio che , per l’inter-vento dello Spirito Santo, è contempo-raneamente anche Figlio di Dio. Gianna fu un’educatrice.Gianna ha scritto: “La chiamata allafamiglia non vuole dire fidanzarsi aquattordici anni. E’ necessario prepa-rarsi al più presto alla famiglia perchéfare famiglia non significa soltantoavere figli ma, soprattutto, significaeducare i figli”.Educare è l’arte delle arti. Mettere almondo un figlio è abbastanza facile,farne un vero uomo o una vera donnae per chi ci crede farne un cristiano èdifficile, oggi sembra impossibile. Si educa quando si fanno passare deivalori con la propria vita. Faccio un

Nella vita di Gianna nulla è lasciato al casoDon Agostino Cerri*

esempio per tutti. Non si educa allafede dicendo al proprio figlio va aMessa, occorre andare a Messa e sape-re le motivazioni perché si deve andarea Messa.Educare vuol dire convincere e nonimporre. Un consiglio, un invito o unrifiuto deve scendere nel cuore. Ora nelcuore può entrare solo il proprietario edil Signore perché la maniglia della por-ticina del cuore è solo all’interno. Dio èil grande alleato per chi vuol educareseriamente. Ecco la conferma che civiene da Gesù stesso: “chi rimane inme porta molto frutto”.Gianna appartiene a quelle grandianime che attesero alla propria forma-zione nell’Azione Cattolica e che furo-no capaci di salvaguardare i grandivalori: quali la formazione dellecoscienze e l’anelito verso la perfezio-ne.

* Parroco di Ponte Nuovo di Magentaal tempo di Gianna

Al carissimo Don Agostinotanti affettuosi auguri per

il suo 60° anno di Sacerdozio!

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Gianna Beretta Molla, giovane ridenteragazza in una famiglia ideale e armo-nica; medico rigoroso e attento ai suoipazienti; donna innamorata e ricam-biata dall’amore del suo uomo; madregioiosa di splendidi bambini: una vitache conosce i ritmi e i tempi di unaballata che tutti affascina e coinvolge.Le fotografie parlano da sé: sul campoda sci, nella fioritura della giovinezza;nell’abito da sposa in cui esplode digrazie, muliebre e divina; su di unprato montano con la corona dei suoifigli. Pittura, musica, umorismo: vitapalpitante. Esemplare di donna bor-ghese, colta e impegnata. Detto inpoche parole: legata alla terra da unamore profondo. Una donna, come lafamosa regina d’Egitto, che venivaqualificata “donna testa” per le sueidee chiare e per la volontà di ferro?Gianna è tutto questo, ma anche qual-che cosa di più nel profondo e che l’e-spressione del suo sguardo lascia intra-vedere: conosce e ha sperimentato l’a-more di Dio.L’esperienza pasquale nel suo fonda-mento eucaristico, forma e centro delsuo quotidiano, ne rivelano la segretasorgente. Il Pane di vita era pane diogni giorno, altrimenti la vita nonavrebbe avuto sapore, non avrebbeconosciuto la direzione giusta. Giannaè “donna amore” che permea la“donna testa” e la lancia in dimensionialtre. Il satana, il nemico, una volta dipiù ha avuto via libera nel toccare ilGiobbe del nostro tempo, la madre in

Gianna “donna d’amore”Cristiana Dobner, carmelitana scalza

attesa dal nome Gianna, proprio nellasua stessa carne mentre genera un’al-tra carne? Qui la ballata segna il suolimite critico: un gesto solo la porte-rebbe alla battuta finale con una con-clusione rivolta alla terra - marito,figli, carriera, bellezza, stabilità eco-nomica, lo richiedono con forza impel-lente -; un altro solo gesto la portereb-be a una conclusione rivolta alla terratrasfigurata dei tempi nuovi - marito,figli , carriera, bellezza, stabilità eco-nomica lo richiedono, se letti nellaluce dei doni di Dio.Non è il pathos, il sentimento, l’ango-scia o la paura, a suscitare un rovescia-mento nell’intendere la problematicaumana più radicale, ma la persona diGianna tramata di parola evangelicache, sola, si assume tutto il peso dellasua decisione: Gianna madre maGianna medico, senza possibili sconti.La madre e la sua bambina sono ilfuoco attraverso cui far convergere ipunti di vista. Perché, per usare il lin-guaggio, forse brutale, ma pur sempreincisivo di alcuni contemporanei, nondecidersi a perdere il prodotto e a sal-vare la fabbrica? Anche perché la fab-brica può produrre, quando e comevuole, altro e altri prodotti. Vi sonodonne che, guardando gli occhi deipropri figli, asseriscono di rinunciare aquel figlio/a di cui ancora non hannovisto gli occhi. Solo alla coscienza diciascuna è lasciato il giudizio, nessu-no può essere tanto arrogante da stig-matizzarle.Ciascuno invece può e deve, con chia-rezza evangelica, rendersi consapevoleche il problema del male, della morte,se richiede la speculazione filosofica el’indagine teologica, lascia seduti suisassi; mentre il testimone vivo dellaParola viva di Gesù, dice senza dire,parla senza parlare, si impone, e rimet-te al posto giusto tutti i valori. Pagandodi persona perché, come continua aribadire il card. Ratzinger, il Vangelonon solo richiede un taglio ma è untaglio. Un taglio con quella concezio-ne di terra che conduce la persona a

smarrirsi e a chiudersi in un cerchioche stringendosi su se stesso, strozza.Mentre, posti nel taglio, come Gianna,la terra coinvolge con tutta la sua bel-lezza, con tutta la sua progettualitàcreativa affidata, ma dona anche ilsapore dell’Eterno, il gusto di chi“passa” ma non si arresta, di chi riceveun progetto e lo consegna, come pro-getto di Dio, nelle mani di propri figli.Gianna vive il paradosso: mentremuore, cioè rinuncia volontariamentealla vita per non infrangere l’abissodell’atto creatore, già è in atto il pro-cesso di risanamento di tutta la storiadell’uomo e degli uomini. La testimone è scomoda, perciò pococonosciuta; ella danza la sua ballatasui ritmi dell’Eterno, ci impone unpasso pasquale che non zoppichi, chefaccia suo il taglio e doni vita, vitavera e perenne.

(Da: “Sì alla vita” - Mensile delMovimento per la vita italiano

Anno XXVII – Numero 1 -Gennaio 2004)

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Il 31 gennaio scorso, alla vigilia dellaXXVI “Giornata nazionale per laVita”, Sua Eminenza il CardinaleCamillo Ruini, Vicario di Sua SantitàGiovanni Paolo II, ha inaugurato lanuova Chiesa (in via A. Bocchi, 169)della Diocesi di Roma dedicata aGianna, con Consacrazione dell’altare. Erano presenti alla cerimonia MadreVirginia e Don Giuseppe Beretta, fra-telli di Gianna, accompagnati da SuaEccellenza Mons. Serafino Spreafico,vescovo emerito di Grajaù, Brasile.Madre Virginia e Don Giuseppe hannoportato una testimonianza sulla vita diGianna la sera dell’antivigilia dell’i-naugurazione, e Mons. Spreafico hatestimoniato sulla santità di Gianna lasera della vigilia.La nuova Chiesa è compresa nel“Centro di Culto Gianna BerettaMolla”, insieme a un Centro di ascol-to e a un Consultorio familiare.L’ufficio stampa del vicariato di Romacosì ha presentato “gli obiettivi” dellanuova Chiesa:“Servirà come centro sussidiario diculto una parte del territorio della par-rocchia di San Giorgio Martire adAcilia; sarà utile in particolare perl’assistenza spirituale e materiale digiovani coppie, ragazze madri, bambi-ni, anziani. Il progetto è firmato dal-l’architetto Anna Claudia Cenciarini esi inserisce nel programma “50 Chieseper Roma nel III millennio”; la Chiesasorge in un quartiere che è in continuosviluppo. Sono circa 2 mila, infatti, i“nuovi” fedeli che usufruiranno deilocali della Chiesa”.

Il Centro di ascolto è attivo tutti i gior-ni dalle ore 10.00 alle ore 12.00, perchiunque viva problematiche legate asituazioni di disagio fisico. Ciascunaesigenza riceverà accoglienza e ascol-to, e sarà poi indirizzata verso coloroche possono aiutare e sostenere: medi-ci, psicologi, assistenti sociali, sacer-doti. Presto il Centro di ascolto avrà

Acilia (Roma): dedicato aGianna un Centro di Culto

Fra le numerose persone che hanno partecipato all’inaugurazione del Centro diCulto dedicato a Gianna, invitate dai Padri e dalle Madri Canossiane per condi-videre con l’intera Comunità Parrocchiale di S. Giorgio questo momento di festanella fede, era presente una signora che ci ha poi scritto una bellissima lettera,molto toccante e commovente:

“Sono venuta a conoscenza della figura della Beata Gianna Beretta Molla inoccasione della consacrazione della chiesa a Lei dedicata qui a Roma (S.Giorgio - Acilia) il 31 u.s.Attraverso il vostro periodico mi si è delineata davanti una grande figura cari-smatica, la cui importanza, oggi, è vitale per un mondo che sembra aver perdu-to il senso dell’origine dell’uomo e, quindi, della sacralità della vita. Più che lasua pietà, elemento base per affrontare certe prove, ciò che mi interessa in Lei èproprio, quindi, il rispetto devoto per la Vita: l’affrontava in una sintesi scon-volgente: nella maternità, nella medicina, nella guida dei giovani e, non certoultima cosa, glorificando l’opera di Dio nella Natura, attraverso il colore, l’ar-te. Tutto ciò le fu possibile possedendo la Vergine in sé.Scusate se vi arreco ulteriore lavoro, ma desidero approfondire la vita di questaDonna. Sono un’anziana signora, madre, nonna, insegnante in pensione: ho assistito almutamento die tempi, agli errori degli uomini (non sempre coscienti nella lorofragilità decapitata dal senso del divino), ho cercato di raccogliere nel mio spi-rito tutte le testimonianze di coloro, tanti, che hanno lottato per la Verità, masento che la conoscenza di Gianna è una tappa importantissima della mia vita ,che vuole, prima di tornare al padre, possedere pensieri, certezze nuove e giuste.Vivendole fino all’ultimo posso lasciarle anche agli altri.Vi ringrazio di avermi ascoltato e aspetto con gratitudine vostre preziose infor-mazioni”.

Maria Grazia Moscardelli

anche un numero di telefono, a cui èabbinata una segreteria telefonica perle urgenze.Il Consultorio familiare, che sorgeaccanto al Centro di ascolto, è sostenu-to dall’impegno, dalla passione e dallapreparazione di un gruppo di cristianiimpegnati nel sostegno della vita.Il gruppo costituisce un’AssociazioneCristiana Apostolico AccademicoSalvatoriano che da molti anni operacon grande efficacia nella Diocesi diRoma. Sono medici, pediatri, ginecolo-gi, ma anche psicologi e neuropsichia-tri. Sono disponibili a mettere la loropassione cristiana e la loro preparazio-ne professionale al servizio delle varieesigenze della famiglia e dei singoli.La Chiesa di Acilia è la secondaChiesa, in Italia, dedicata a Gianna,dopo quella di Venaria Reale, in pro-vincia di Torino, consacrata l’8 dicem-bre 1999.

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“La santità nel quotidiano. Dalla vita delle donne un impe-gno e una proposta per tutti” è il tema scelto quest’anno dalC.I.F., il Centro Italiano Femminile, per celebrare il tradi-zionale appuntamento dell’8 marzo.“Siamo convinte che la santità sia la prima e fondamentalevocazione di ognuno di noi. Siamo tutti chiamati alla pie-nezza della vita cristiana e alla perfezione della carità.Questa nostra vocazione affonda le sue radici nel Battesimoed è intimamente connessa con la missione e con la respon-sabilità che ci sono affidate, sia nella Chiesa che nel mondo.Proprio dalla vita delle donne può partire un fortissimorichiamo di novità”, ha affermato nel corso della tavolarotonda Emma Cavallaro, presidente del C.I.F., l’associa-zione di ispirazione cristiana sorta nel 1945 con l’obiettivodi promuovere la dignità della persona, i valori della vita,della pace, della famiglia e della giustizia.“Negli occhi e nel cuore – ha proseguito Cavallaro – abbia-mo una testimonianza di santità vissuta nel quotidiano e anoi vicina nel tempo: quella della beata Gianna BerettaMolla, che sarà canonizzata dal Santo Padre il prossimo 16maggio. Alla sua memoria viene conferito il premioHarmònia – Donna nella Chiesa”. (…)“La beata Gianna Beretta Molla è la testimonianza che lasantità nel mondo d’oggi è possibile: una santità fatta dicose semplici, della vita quotidiana”, ha detto Sua

Conferito alla memoria di Gianna il premio Harmonià - Donna nella Chiesa del Centro Italiano Femminile di Roma

Nella Chiesa Madonna delle Grazie a Palagianello, in provincia di Taranto, vi sono cinque vetrateche raffigurano santi e beati del nostro tempo: San Padre Pio e i Beati Papa Giovanni XXIII, PierGiorgio Frassati, Madre Teresa di Calcutta e Gianna Beretta Molla.Il parroco, Don Nunzio Schena, ci ha invitato, il 6, 7 e 8 dicembre dello scorso anno, a portare unatestimonianza su Gianna, per farla conoscere nel territorio di Palagianello. Proprio il giorno 7ricorreva il primo anniversario dell’inaugurazione della Chiesa, e in tale occasione vi sarebbe statala “Consacrazione” dell’altare, nel quale sarebbe stata posta una reliquia di Gianna.Ci hanno rappresentato, e hanno illustrato la figura e il messaggio di Gianna, Mons. SerafinoSpreafico, cappuccino, vescovo emerito di Grajaù, in Brasile, dove è avvenuto il primo miracolo

riconosciuto valido dalla Congregazione delle Cause dei Santi per la beatificazio-ne di Gianna, e la dottoressa Maria Carmela Mastromarino, laureata in ScienzeReligiose con la tesi: “Gianna Beretta Molla. Una vita vissuta secondo il Vangelo”. Alla cerimonia erano presenti anche il vescovo della Diocesi di Castellaneta, SuaEcc. Mons. Pietro Maria Fragnelli, e Sua Ecc. Mons. Martino Scarafile, vescovoemerito di Palagianello. E’ stata coinvolta l’intera Diocesi, alla quale appartengono 7 Comuni e 26Parrocchie, e hanno partecipato famiglie, bambini, giovani, anziani e laici impe-gnati nell’Azione Cattolica.

I familiari di Gianna sono felici per la grande partecipazione e per l’entusiamo conil quale è stata accolta la figura e la testimonianza della carissima Gianna.

Ringraziano tutti di cuore, in modo particolare il caro Don Nunzio, per il bene che vuole a Giannae per la dedizione nel diffonderne la figura, il messaggio e la devozione.Preghiamo Mamma Gianna affinchè continui a benedire e a proteggere la cara Comunità diPalagianello.

Eccellenza Monsignor Luigi Moretti, vicegerente della dio-cesi di Roma, consegnando il premio Harmònia – Donnanella Chiesa a Madre Virginia Beretta, suora canossiana esorella della beata Gianna.

Nella motivazione, letta da Claudia Serafini Pallai, una gio-vane mamma in attesa del terzo bimbo, si spiega che il pre-mio è stato attribuito alla Beata perché “perfetto esempio disposa, madre di famiglia, donna impegnata nell’associazio-nismo e nel volontariato, medico e professionista esemplareche, confrontandosi giorno dopo giorno con problemi, diffi-coltà e sofferenze, ha saputo mostrare come ci si possa san-tificare nella normalità. Nell’onorare la memoria di GiannaBeretta Molla si vuole onorare e riconoscere l’eroismo e latestimonianza di tante donne, di tante mamme e di tantigenitori che vivono la loro esistenza nel silenzio e che costi-tuiscono un prezioso patrimonio per la Chiesa, per la città diRoma e per tutto il nostro Paese”. (dal Comunicato stampadel C.I.F., Roma 8 marzo 2004)

I familiari di Gianna, onorati, ringraziano di cuore e com-mossi il Centro Italiano Femminile di Roma, in particolarela sua presidente, Signora Emma Cavallaro, per l’omaggioreso alla carissima Gianna dedicandole questo prestigiosopremio, alla sua prima edizione.

Gianna è conosciuta e amata anche a Palagianello

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Don Leo è volato in ParadisoLo scorso 8 febbraio é mancato Don Leo Cerabolini, “papà” di tanti bam-bini e ragazze della Casa di Accoglienza alla Vita di Belgioioso (Pavia).

Carissimo Don Leo,grazie per aver dedicato la sua vita a difendere la vita, in modoparticolare quella dei più piccoli fra i piccoli e dei più bisogno-si, rasserenati e allietati dal suo sorriso tanto dolce e accoglien-te.Grazie per il bene che ha voluto alla nostra Gianna, e peraverle dedicato la Casa di Accoglienza alla Vita per ragazze madri e bimbi in affido.Grazie per il bene incommensurabile che ha fatto, nella sua umiltà, e che solo ilSignore conosce fino in fondo. Grazie per il bene che ci ha voluto, per quanto ci hainsegnato con la sua vita e la sua testimonianza. Con Gianna la pensiamo ora nellagloria del Paradiso, Angeli custodi che vegliano su di noi, ci guidano e ci proteggono.Carissimo Don Leo, sarà sempre nel nostro cuore.Preghi per noi!

Pietro e Gianna Emanuela Molla

Magenta- Casa natale di Gianna, in via Roma 89.- Basilica San Martino, dove Gianna èstata battezzata e dove si è sposata.- Chiesa di Santa Maria Assunta, doveGianna frequentava la S. Messa nei giorniferiali.Per informazioni: Parrocchia San Mar-tino, Via Roma 39. Tel. 02. 97 298 342 e-mail: [email protected] è situata a km 25 a ovest di Milano. E’ collegata con la ferroviaMilano-Torino e con l’autostrada Milano-Torino, casello di Boffalora Ticino.

Ponte Nuovo di Magenta- Casa dove Gianna ha vissuto da sposa eda mamma, dall’ottobre 1955 all’aprile1962, sulla via per Novara.- Chiesetta dedicata alla Madonna delBuon Consiglio, dove Gianna si è recataquotidianamente a pregare dall’ottobre1955 all’aprile 1962.- Scuola Elementare di Stato “GiannaMolla Beretta”.Per informazioni: Parrocchia San Giu-seppe Lavoratore, Via Bottego 9.Tel. 02.97 297 252 e-mail: [email protected] Nuovo è situato a km 3 a est diMagenta, sulla strada statale Milano-Novara-Torino.

Mesero- Ambulatorio di Gianna, prospicientePiazza Gianna Beretta Molla, nella casa incui si trova anche l’abitazione dell’ing.Pietro Molla, della figlia GiannaEmanuela e di altri loro familiari, in viaMonte Rosa 2.- Tomba di Gianna, nel Camposanto, asinistra dell’ingresso, nella Cappella dellafamiglia Molla. Con piccoli gruppi è pos-sibile celebrare la S. Messa anche all’in-terno della Cappella.Per informazioni: Parrocchia Presenta-zione del Signore, Via Giovanni XXIII 3.Tel. e Fax 02. 97 87 041 e-mail: [email protected] è situato a km 4 a nord di Magentae dista km 1,5 dal casello di BoffaloraTicino dell’autostrada Milano-Torino. Sitrova a sud dell’aeroporto internazionaledi Malpensa, da cui dista km 20.

I pellegrini, che sono sempre i benvenuti, sono pregati di informare i Parroci diMagenta, Ponte Nuovo e Mesero almenouna settimana prima del loro arrivo, perdare loro il tempo di organizzarsi.

Chi desidera far visita all’Ambulatorio diGianna, è pregato di contattare per tempo ifamiliari: Tel. e Fax 02. 97 87 031 e-mail: [email protected]

Notizie utili per pellegrinaggi e visite

Gianna - sorriso di DIOPubblicazione quadrimestrale a cura della FondazioneBeata Gianna Beretta Molla Anno 3, n.6, aprile 2004Direttore responsabile: Gianna Emanuela MollaRedazione: Pietro Molla, Gianna Emanuela Molla,Rosella Callegari. Grafica: Rita BerettaHanno collaborato: Don Agostino Cerri e ValerianoCastiglioni.Sede della Redazione: Via Monte Rosa 2, 20010Mesero (MI). Tel. e Fax 02.9787031 e-mail: [email protected]: Pietro Molla, Presidente della FondazioneBeata Gianna Beretta Molla, con sede in Via MonteRosa 2, 20010 Mesero (MI). Tel. e Fax: 02.9787031.Fotografie: Archivio Fondazione Beata Gianna BerettaMolla. Tipografia: Il Guado, Via Pablo Picasso 21/2320011 Corbetta (MI) Tel.02.972111, Fax 02.97211280. Finito di stampare il giugno 2004. Pubblicazione gratuita iscritta al n.44 del RegistroStampe Periodiche presso il Tribunale di Milano(autorizzazione del 29/01/2002).

Fondazione Beata Gianna Beretta MollaE’ stata costituita nel 1999 con lo scopoessenziale di onorare, perpetuare e diffondere la memoria, l’esempio, la testimonianza e la spiritualità dellaBeata Gianna.

c/c Bancario: 86133 Banca Popolare di Bergamo - Sede di Milano ABI 05428 - CAB 01602c/c Postale: 40523243

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il periodicoQuesto periodico viene distribuito

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Il periodico sarà presto presente anchesul sito internet della Fondazione

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