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edizione di Parma, Reggio Emilia e Modena periodico d’informazione aziendale anno III Luglio 2011 CERAMICA Manfredini: il seore ha ripreso a crescere grazie ai merca esteri Il servizio a pagina 5 Editoriale IN PRIMO PIANO Il difficile compito di disegnare il futuro Analisi economiche, scenari ed “appelli” dalle Assemblee delle Associazioni di categoria emiliane Quali prospeve per la piccola Impresa? Le Assemblee delle Associazioni di categoria sono un importante appuntamento annuale dove si affrontano temi ed aspetti ritenuti prioritari per lo sviluppo sia in ambito nazionale che locale. Per fare questo spesso sono ospiti in questi incontri noti Economisti ed Imprenditori. Dalle relazioni e dai dibattiti che scaturiscono dovrebbero emerge- re elementi importanti ed utili per la definizione della “vision” da parte delle imprese del nostro si- stema produttivo. E’ per questo che il “Giornale delle Imprese” ha seguito direttamente importanti Assemblee di As- sociazioni di Categoria in terra emiliana. Filo conduttore in tutti gli incontri sono state le criticità ed i limiti allo sviluppo presenti nel nostro Paese. Limiti che sono sotto gli occhi di tutti. Tutti hanno evidenziato che l’Italia è in grave difficoltà, che manca una classe dirigente che possa governa- re il Paese, che alto è il rischio dell’impoverimento. Quando si passa, però, alle “ricette” per uscire da una situazione estremamente difficile e complessa per il nostro Paese allora…le indicazioni, i suggeri- menti scarseggiano. In queste assemblee sono state evidenziate le stes- se cose di 10/15 anni fa: una burocrazia eccessiva per le imprese, la mancanza di riforme (fiscale, giustizia, ecc. ecc.), la necessità di ridurre il debito pubblico. Tutto vero ed il fatto che dopo 15 anni nulla o quasi sia cambiato è da un lato veramen- te preoccupante; dall’altro, però, non si possono considerare tali aspetti come fattori centrali delle crisi economica. - Continua a pag. 8 - Luglio 2011 RICERCA & SVILUPPO Landi: conoscenza ed innovazione non più delegabili alla singola impresa FINANZA Mussini (CNA): le banche devono favorire l’accesso al credito per le PMI ECONOMIA Montezemolo: rilanciare l’Italia coinvolgendo le migliori forze del Paese Il servizio a pagina 2 INTERNAZIONALIZZAZIONE Barilla: per operare all’estero servono proge seri e partners affidabili Il servizio a pagina 3 Il servizio a pagina 7 FORMAZIONE Bilancio 2010 posivo per IFOA Il servizio a pagina 11 Il servizio a pagina 3 di Ottavio Margini Imprese & Vision è distribuito gratuitamente Richiedi una copia per la Tua azienda

Giornale delle Imprese n.Luglio 2011

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Il Giornale delle Imprese è un trimestrale rivolto al mondo aziendale di Parma, Reggio Emilia e Modena

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Page 1: Giornale delle Imprese n.Luglio 2011

edizione di Parma, Reggio Emilia e Modena

periodico d’informazione aziendale

anno III Luglio 2011

CERAMICA

Manfredini: il settore ha ripreso a crescere grazie ai mercati esteri

Il servizio a pagina 5

Editoriale In PRIMo PIAno

Il difficile compito di disegnare il futuro

Analisi economiche, scenari ed “appelli” dalle Assemblee delle Associazioni di categoria emiliane

Quali prospettive per la piccola Impresa?

Le Assemblee delle Associazioni di categoria sono un importante appuntamento annuale dove si affrontano temi ed aspetti ritenuti prioritari per lo sviluppo sia in ambito nazionale che locale. Per fare questo spesso sono ospiti in questi incontri noti Economisti ed Imprenditori. Dalle relazioni e dai dibattiti che scaturiscono dovrebbero emerge-re elementi importanti ed utili per la definizione della “vision” da parte delle imprese del nostro si-stema produttivo.E’ per questo che il “Giornale delle Imprese” ha seguito direttamente importanti Assemblee di As-sociazioni di Categoria in terra emiliana.Filo conduttore in tutti gli incontri sono state le criticità ed i limiti allo sviluppo presenti nel nostro Paese. Limiti che sono sotto gli occhi di tutti. Tutti hanno evidenziato che l’Italia è in grave difficoltà, che manca una classe dirigente che possa governa-re il Paese, che alto è il rischio dell’impoverimento. Quando si passa, però, alle “ricette” per uscire da una situazione estremamente difficile e complessa per il nostro Paese allora…le indicazioni, i suggeri-menti scarseggiano. In queste assemblee sono state evidenziate le stes-se cose di 10/15 anni fa: una burocrazia eccessiva per le imprese, la mancanza di riforme (fiscale, giustizia, ecc. ecc.), la necessità di ridurre il debito pubblico. Tutto vero ed il fatto che dopo 15 anni nulla o quasi sia cambiato è da un lato veramen-te preoccupante; dall’altro, però, non si possono considerare tali aspetti come fattori centrali delle crisi economica.

- Continua a pag. 8 -

Luglio 2011

RICERCA & SVILUPPo

Landi: conoscenza ed innovazione non più delegabili alla singola impresa

FInAnZA

Mussini (CNA): le banche devono favorire l’accesso al credito per le PMI

EConoMIA

Montezemolo: rilanciare l’Italia coinvolgendo le migliori forze del Paese

Il servizio a pagina 2

InTERnAZIonALIZZAZIonE

Barilla: per operare all’estero servono progetti seri e partners affidabili

Il servizio a pagina 3

Il servizio a pagina 7

FoRMAZIonE

Bilancio 2010 positivo per IFOA

Il servizio a pagina 11

Il servizio a pagina 3

di Ottavio Margini Imprese & Vision

è distribuito gratuitamente Richiedi una copia per la Tua azienda

Page 2: Giornale delle Imprese n.Luglio 2011

2 EConoMIA

Ad aprire la 66° edizione dell’Assemblea Annuale dell’Unione Parmense degli Industriali è stata la relazione del Presidente Giovanni Borri.“Occorre riportare l’econo-mia al centro di una agenda politica troppo spesso di-stratta, se non monopolizza-ta, da altre tematiche” – ha affermato Borri all’inizio del suo intervento tutto dedicato alla situazione economica e politica italiana.“Il Paese cresce troppo poco – ha proseguito il Presiden-te Borri. Il peggio della crisi è superato ma siamo ancora in una fase di crescita lenta e di recupero basso di occupa-zione. La nostra economia – ricorda Borri – era in caduta già prima della crisi, e i dati sulla ripresa faticosa, molto più faticosa che altrove, trac-ciano tempi molto lunghi di ritorno ai livelli di Pil auspi-cabili. Nei 15 anni che divi-dono la fine della Prima Re-pubblica e l’inizio della crisi finanziaria mondiale, l’Ita-lia ha perso un punto di Pil all’anno nei confronti della media UE, in totale 15 punti di Pil con un valore assoluto di oltre 200 miliardi di Euro. Ed è con questa poco invi-diabile “performance” che abbiamo approcciato la re-cessione.La nuova competizione globale, il rapido e radicale cambiamento del mercato impongono di affrontare e risolvere i nodi di debolezza strutturale del nostro sistema produttivo che, finora, sono stati accantonati per le più di-verse ragioni di opportunità e di opportunismo”.

Giovanni Borri si è poi sof-fermato sui limiti dimensio-nali di molte nostre imprese emiliane che rappresentano spesso un ostacolo allo svi-luppo ed al superamento del-la crisi.“La collaborazione tra le im-prese – ha detto Borri – appa-re sempre più come elemento necessario per affrontare i mercati esteri, l’innovazione e la ricerca e, in questa logica, le Reti di impresa possono essere lo strumento principe per agganciare una ripresa che, occorre purtroppo evi-denziarlo, arriva solo da fuori confine”.Borri si è poi soffermato sul contesto locale.“Anche a Parma appare prioritario dedicare ogni possibile sforzo al rilancio della capacità produttiva di innovazione e di ricerca del-le aziende. Fattore decisivo per vincere la competizione è rappresentato dalla forma-zione delle persone.Parma si presenta, sotto que-sto profilo come un’area con grandi possibilità di intra-prendere, in modo accelerato rispetto al resto del Paese, il percorso della creazione di una cultura scientifica e pro-fessionale senza la quale ben difficilmente le nostre azien-de potranno riprendere la loro capacità di competere e produrre ricchezza.Questo grazie anche alla pre-senza di istituzioni culturali quali la Fondazione Collegio Europeo la Scuola per l’Eu-ropa che offrono una possibi-lità di formazione di contenu-to europeo ed internazionale pressoché unica nel panora-ma italiano”.

A Borri è seguito l’interven-to di Luca Cordero di Monte-zemolo, ospite per l’occasione dell’UPI.“Veniamo da troppi anni di non scelte – ha attaccato subi-to Montezemolo – e questo ha comportato per l’Italia passi indietro in termini economici, culturali, etici e civili. Per rilan-ciare il nostro Paese serve un Progetto al quale devono con-tribuire tutte le forze migliori, fuori e dentro la politica. Ser-vono azioni concrete, di «buon senso» e ricordo che il «buon senso» non è né di destra né di sinistra. È il momento – ha continuato Montezemolo – di attuare le riforme che servono.

Non si può più attendere. Par-tiamo da quella fiscale. In 17 anni la pressione fiscale è salita dal 41 al 43,5%”. Ed è proprio sulla riforma fi-scale che Montezemolo ha vo-luto da Parma, «città civile e operosa» mandare alcuni «av-visi ai naviganti».“Il Fisco – afferma Monteze-molo – deve essere il regno della stabilità, della semplicità, della trasparenza ovvero com-prensibile da tutti i cittadini; la

riduzione del numero delle ali-quote è un passo avanti a pat-to che non si trasformi in una penalizzazione dei redditi più bassi. Non è possibile per l’Ita-lia attuare una “riforma in de-ficit” che aumenterebbe il de-bito pubblico che invece dob-biamo assolutamente ridurre. La stabilità dei conti è il nostro vaso di pandora. L’unico argi-ne che, grazie anche al vincolo esterno dell’Europa, ha retto in questi ultimi vent’anni”.“Occorre una riforma – conti-nua Montezemolo – che sposti il “carico” dalle persone alle cose. La strada maestra è quel-la di operare dapprima sulla riduzione della spesa pubblica,

tagliando i costi inutili. Quando si parla di tagli, come ad esempio l’eliminazione delle Province, sembra che si traducano sempre in risparmi “marginali”. Ma visto che parliamo dei denari dei cittadini, ogni in-tervento che consente anche un piccolo risparmio va effet-tuato. Occorre poi intervenire sui costi della politica e sui privilegi: come si può chiedere sacrifici a chi lavora e produce

senza avere la decenza di ri-durre drasticamente i propri privilegi? Occorre continuare nella lotta all’evasione fiscale senza che questa diventi però una caccia alle streghe con me-todi da inquisizione. Ogni Euro che recuperiamo da tali operazioni – ha conclu-so Montezemolo – deve essere destinato alla riduzione della pressione fiscale”.

Borri: i l Paese è bloccato e cresce troppo poco

Rilanciare l’Italia con un progetto che coinvolga le forze miglioriRiforma Fiscale: da Parma “avviso ai naviganti” di Montezemolo

Giovanni Borri, Presidente dell’Unione Parmense degli Industriali

Luca Cordero di Montezemolo

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Parma: Pietro Baril la ospite dell ’Assemblea di GIA - Gruppo Imprese Artigiane Parma

Per affrontare i mercati esteri servono progetti seri e partner affidabiliSituazione italiana: il Paese rischia l’impoverimento

EConoMIA

L’Assemblea di GIA (Grup-po Imprese Artigiane) di Par-ma ha avuto un ospite d’ecce-zione: Guido Barilla. Il noto imprenditore è intervenuto sul tema “mercati internazio-nali, quali le prospettive” ed è stato intervistato sull’argo-mento da Giuliano Molossi, direttore della Gazzetta di Parma.Prima di entrare nello speci-fico dell’argomento, Guido Barilla ha parlato della sua azienda.“La nostra azienda – ha detto Barilla – è molto diversa da quella che appare per effetto delle politiche di comunica-zione e marketing. E’ una realtà fortemente industriale dove un ruolo importante è assunto dalla logistica ed in particolare dai trasporti. Sono convinto - come ha sempre affermato mio padre - che il successo ottenuto da Barilla è merito anche di un forte collegamento con il ter-ritorio. Ancora oggi la “par-migianità” è un fattore “fon-

dante” ed è sinonimo della ricerca continua di qualità, ti-pica della nostra mentalità”.Interpellato sui mercati più interessanti e sulle occasioni di crescita da suggerire alla vasta platea di imprendito-ri, Guido Barilla ha risposto che “non ci sono ricette stan-dard, ogni settore ha logiche proprie. Oggi non si può es-sere superficiali.La nostra azienda, per esem-pio, ha avuto esperienze molto positive in certi Paesi mentre in altri assolutamen-te negative. Per citare alcuni casi posso dire ci siamo trovati molto bene negli USA: i consuma-tori sono attenti alla qualità dell’offerta ed al rapporto costo/servizio. Se hai un pro-getto di sviluppo, se è credi-bile – ha affermato Barilla – negli USA sei sostenuto fino a quando mantieni le promesse. In Italia ed in Eu-ropa non è così perché spesso manca la fiducia nel proget-to. Altro paese dove Barilla

ha sviluppato un business solido è il Giappone, dove siamo presenti dagli anni ’70. In Giappone qualità e fedeltà sono i fattori vincenti.Negative – continua Guido Barilla – sono invece state l’esperienza che abbiamo avuto in Germania, per la diffidenza verso un marchio straniero, e Spagna. Circa la Cina, ritengo si possano ot-tenere risultati straordinari ma anche problemi straordi-nari. Occorre molta cautela soprattutto nella scelta dei

Partner”.A Guido Barilla è stato poi chiesto di esprimersi circa lo sviluppo, tra piccole realtà, di Reti d’impresa. Un tema, quello delle alleanze siste-matiche, affrontato nel corso dell’Assemblea dal Presiden-te di GIA Gian Paolo Lom-bardo. “L’importante – ha afferma-to Barilla – è che alla base vi sia un progetto serio, ben co-struito e circa il numero delle imprese della rete il suggeri-mento è poche ma buone”.

Guido Barilla da ultimo si è soffermato sulla situazione economica generale.“Se parliamo dell’attuale si-tuazione economica e politi-ca faccio parte dei pessimisti. La situazione globale è dram-matica così come in Italia. Dobbiamo lottare in uno sce-nario che non ci è amico, ma il rischio di essere al capoli-nea è concreto. Siamo in un Paese conflittua-le e rancoroso, che va verso la povertà, perché mancano se-gnali strutturali per un cam-biamento, per una rinascita. Mi riferisco all’intera classe politica (destra, centro, si-nistra): non c’è un progetto, il Paese va amministrato da gente capace, con una forma-zione profonda.Io, nella mia azienda, non assumerei nessuno di loro. Sono ottimista e credo invece – conclude Guido Barilla – nelle persone, nell’individuo. Di fronte ad una situazione così difficile occorre urlare, farsi sentire”.

L’Assemblea Annuale di CNA Reggio Emilia ha posto al centro dell’attenzione il tema del Credito e Basilea 3, il nuovo accordo di accesso al credito. Come noto, gli Ac-cordi di Basilea sono linee guida in materia di requisiti patrimoniali delle banche, re-datte dal Comitato di Basilea, costituito dagli enti regolato-ri del G10 (composto attual-mente da undici paesi) più il Lussemburgo, allo scopo di perseguire la stabilità mone-taria e finanziaria.Il Comitato dei Governato-ri delle Banche Centrali ha approvato nei mesi scorsi un nuovo accordo, il cosiddetto «Basilea 3» che impone re-quisiti patrimoniali più seve-ri per l’operatività delle ban-che, in modo che gli istituti abbiano più risorse per resi-stere a una crisi come quella dei mutui subprime che ha messo in ginocchio il sistema finanziario internazionale.L’entrata in vigore del nuovo accordo sarà graduale: dal 1 gennaio 2013 per arrivare

alla piena attuazione al pri-mo gennaio 2019.Sul tema è intervenuto nella sua relazione il Presidente di CNA Reggio Emilia, Trista-no Mussini.“Il Credito – ha affermato Mussini – è una delle colon-ne portanti dell’attività delle piccole e medie imprese e per questo Basilea 3 non deve tradursi in una nuova fase di difficoltà di accesso agli stru-menti finanziari. Un’applicazione rigida delle regole provocherebbe un im-patto negativo sull’economia reale ed in particolare su quel sistema di micro e piccole im-prese che ha avuto ben poco a che fare con gli avventuri-smi finanziari, ma che ne ha pagato duramente le conse-guenze”.Mussini ha poi evidenziato il ruolo determinante per l’accesso al credito di Unifidi Emilia-Romagna, il consor-zio Unitario di garanzia per le imprese costituito dalle Associazioni del mondo arti-gianale.

“Nel corso del 2010 Unifidi - filiale di Reggio Emilia - ha sostenuto con la propria ga-ranzia finanziamenti per un totale di 138 milioni di Euro, attività che è notevolmen-te accresciuta nel corso del 2011.Le Banche – ha concluso Mussini – devono essere partner delle piccole e medie imprese e favorire lo sviluppo nonchè la crescita imprendi-toriale e quindi chiediamo un atteggiamento più convinto per l’accompagnamento e l’accesso al mercato dei capi-tali”.Alla relazione del Presiden-

te è seguita una tavola ro-tonda di approfondimento sul tema, alla quale hanno partecipato Elisabetta Gua-landri, docente di Economia degli intermediari finanziari dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Gabriele Morelli, segretario di CNA Emilia-Romagna e Alberto Clapci, Area manager regio-nale di Ugf Banca.“L’impresa emiliana – ha affermato la Gualandri – è cresciuta fino a ieri per la sua flessibilità e le ridotte dimen-sioni. Quello che era un pun-to di forza oggi è divenuto un fattore di debolezza al quale

si deve aggiungere una ge-neralizzata ridotta capitaliz-zazione. Nel medio periodo assisteremo ad un aumento dei tassi, più accentuati per le imprese più a rischio o meno virtuose, sui quali inciderà anche la valutazione delle Agenzie di Rating sul siste-ma Italia. Sarà poi imposto alle aziende che fanno ricor-so al credito un aumento dei mezzi propri”.Sulla base del Rapporto della Banca d’Italia sull’Economia dell’Emilia-Romagna recen-temente presentato – ha pre-cisato inoltre Elisabetta Gua-landri – nel 2010 la rischiosi-tà dei prestiti è ulteriormente cresciuta. L’erogazione dei prestiti ha continuato ad ac-compagnarsi a una richiesta di maggiori garanzie rispetto al periodo precedente la crisi. Anche per effetto di tali po-litiche, i prestiti alle imprese più rischiose ed a quelle più piccole hanno continuato a ridursi mentre quelli alle meno rischiose sono tornati a espandersi”.

Le Banche devono favorire l’accesso al credito ed essere partner delle PMITristano Mussini: Basilea 3 non deve creare ulteriori difficoltà

Unifidi Reggio Emilia ha sostenuto nel 2010 finanziamenti per 138 milioni di Euro

Un momento dell’Assemblea con Guido Barilla

Un momento dell’Assemblea annuale di CNA Reggio Emilia

Page 4: Giornale delle Imprese n.Luglio 2011

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Page 5: Giornale delle Imprese n.Luglio 2011

5EConoMIA

L’industria ceramica italiana cresce grazie all’internazionalizzazione produttiva

L’ Assemblea di Confindu-stria Ceramica, che ha visto la riconferma alla Presidenza di Franco Manfredini con il 100% dei voti, è stata l’occa-sione per delineare l’attuale andamento del settore.L’industria italiana della ceramica conta oggi di 284 aziende e 37.990 addetti, in grado di fatturare 6.517 milioni di Euro derivanti da 2.552 milioni da vendite sul mercato domestico (e di que-ste ben 815,6 derivano dalle vendite delle fabbriche este-re sullo stesso mercato sede degli stabilimenti) e da 3.965 milioni di Euro di esporta-zioni nei cinque continenti. Sono questi i dati che emer-gono dall’Indagine Statisti-ca Nazionale realizzata dal Centro Studi Confindustria Ceramica sulle industrie di piastrelle di ceramica, cera-mica sanitaria, stoviglieria e materiali refrattari relative all’anno 2010. Le piastrelle di ceramica, che rappresen-tano il comparto principale, in Italia sono realizzate in 172 imprese (-9 unità rispet-to al 2009) che hanno pro-dotto 387,4 milioni di metri

quadrati (+5,29%) venden-done 412,8 milioni (+1,07%) grazie ad una ripresa delle esportazioni del +2,99% (289,2 milioni di metri qua-drati i volumi complessivi) a cui si contrappone una fles-sione delle vendite sul mer-cato interno: 123,6 milioni di metri quadrati, -3,15%. L’indagine evidenzia che sta proseguendo il processo di riorganizzazione del sistema industriale verso una miglio-re ottimizzazione delle strut-ture, cosa che ha portato ad una contrazione di 1.243 addetti, ora pari a 23.352 sull’intero territorio nazio-nale.

In ripresa, grazie anche alla crescita dei prezzi medi sul mercato estero, il fatturato che raggiunge i 4.629 mi-lioni di Euro (+2,70%), de-rivanti da 3.413 milioni di Euro di vendite sui mercati esteri (+4,87%) e da introiti sul mercato domestico ita-liano di 1.216 milioni di Euro (-2,95%). In espansione l’internazio-nalizzazione produttiva delle piastrelle di ceramica. La pre-senza di fabbriche all’estero controllate da gruppi cerami-ci italiani, importanti teste di

ponte per supportare anche i flussi esportativi dall’Italia, vale oggi il 17% dell’attività del comparto piastrella italia-na inteso nella sua accezione più ampia. Le 20 aziende attive hanno visto, nel corso del 2010, un aumento della produzione a 115,7 milioni di metri qua-drati (+6,43%) e delle ven-dite a 124,5 milioni di me-tri quadrati (+5,88%), che hanno assecondato una cre-scita dell’occupazione del +12,09%, ora pari a 7.058 addetti diretti.

A doppia cifra (+13,01%) l’espansione del fatturato, i cui 989,8 milioni di euro derivano da vendite nella stessa nazione sede dello stabilimento per 815,6 mi-lioni di Euro (+17,57%) e da esportazioni in paesi li-mitrofi per 174,2 milioni di Euro (-4,30%). Una ulteriore riprova, se ce ne fosse bisogno, che l’indu-stria italiana della piastrella di ceramica internazionaliz-za e non delocalizza produ-zione e posti di lavoro.I risultati dell’indagine sono stati commentati dal Presi-dente Franco Manfredini che ha affermato: “I dati di settore confermano l’impe-gno delle imprese ceramiche italiane ad essere pronte a co-gliere tutte le opportunità di ripresa economica. E’ necessario però che questa azione sia accompagnata da un impegno del sistema per affrontare i nodi che limitano la competitività delle imprese italiane, con la conseguente necessità di più incisive libe-ralizzazioni, soprattutto nel campo dei mercati dell’ener-gia”.

Confindustria Ceramica: confermato alla Presidenza Franco Manfredini

Il comparto conta di 284 aziende con 37.990 addetti

Franco Manfredini, Presidente Confindustria Ceramica

I dati di settore

confermano l’impegno

delle imprese ceramiche

italiane ad essere

pronte a cogliere

tutte le opportunità

di ripresa economica

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Reggio Emilia Innovazione nasce nel 2003 con l’obiettivo di supportare le aziende nei percorsi di innovazione, nel-lo sviluppo di prodotti e nei progetti innovativi.A sostenere l’iniziativa sono Camera di Commercio, Co-mune e Provincia di Reg-gio Emilia, l’Università di Modena e Reggio Emilia ed il Sistema imprenditoriale Reggiano.Ne parliamo con il Presiden-te, Stefano Landi, al quale chiediamo innanzitutto di illustrarci il ruolo di questa struttura nell’ambito del si-stema produttivo locale.”Gli investimenti necessari per “produrre” conoscenza ed innovazione – risponde Landi – non sono più dele-gabili alla singola impresa, meno che mai se di piccole o medie dimensioni.Si è ormai affermata l’idea che la conoscenza è, a diffe-renza del capitale o dei beni materiali, una risorsa sociale.Oggi, l’imprenditore che vuole innovare – continua Landi – si rende conto che la generazione del valore non sta solo in quello che faranno lui e quanti dipendono da lui.Diventa sempre più mani-

festo il ruolo dei tanti che investono per portare a com-pimento, all’interno di una “filiera”, un’innovazione che incorpora contributi autono-mi, interdipendenti e com-plementari.In tale prospettiva si può af-fermare che le innovazioni scaturiscono da una sorta di “processo produttivo” nel quale l’input è dato dal capi-tale umano e l’output è cono-sciuto dalle nuove idee.E’ questo il contesto – spiega Landi – in cui si colloca Reg-gio Emilia Innovazione”.Quale il rapporto con Uni-versità, Imprese e gli altri soggetti coinvolti sul tema della Ricerca ed Innova-zione? “Dobbiamo promuovere – ri-sponde Landi – progetti con-divisi tra Istituti Tecnici, Uni-versità e Imprese. Dobbiamo migliorare la nostra capacità – continua Landi – di ideare e realizzare progetti di ricer-ca collaborativa e laboratori applicativi dedicati ad ap-plicazioni avanzate non solo per la meccanica, per i nuovi materiali, per la robotica e per la mobilità, ma anche per l’agroalimentare.Un impegno che richiede un

rinnovato coinvolgimento degli attori locali a sostegno sia delle attività didattiche, sia della ricerca.Tutto questo è di estrema im-portanza sia per valorizzare il sistema produttivo esisten-te ma anche per sostenere la nascita di imprese innovative e l’avvio di spin-off”.Ci può illustrare breve-mente alcuni progetti significativi ai quali sta lavorando Reggio Emilia Innovazione?”Attualmente siamo impe-gnati – risponde Landi – su alcuni importanti progetti aziendali, a titolo di esempio cito tre di questi:-Applicazione in ambito in-dustriale delle nuove “Batte-rie Litio-Polimeri” ed uso di Tecniche di Ricarica Rapida (Biberonaggio) per l’utilizzo non-stop di veicoli elettrici industriali senza operatore (muletti), in collaborazione con la ditta Electric 80;-“Ottimizzazione del Fun-zionamento del Sistema per l’Impacchettamento Auto-matico di Liquidi alimenta-ri” in collaborazione con la ditta Tetrapak;- Realizzazione del labora-torio “la città pulita” che

affronta i temi della mobilità sostenibile e l’utilizzo di auto elettriche senza patente per consegne in ambito cittadi-no (poste, farmacie, etc.), in collaborazione con la ditta Ducati Energia. Stiamo lavorando poi – con-tinua Landi – ad un progetto per lo sviluppo di un servi-zio tecnico a supporto delle Associazioni di Categoria del territorio che potranno, attraverso di esso, fornire ai propri iscritti un link diretto con gli organi di normazione

tecnica nazionali ed interna-zionali e un help desk compo-sto da esperti per la risposta immediata a quesiti norma-tivi.Siamo impegnati – conclude Landi – anche in molteplici progetti internazionali dove abbiamo costituito una fitta rete di rapporti e collabora-zioni che ci consentirà di por-tare al territorio esempi di best practices ed opportunità di collaborazione tra aziende su specifici argomenti inno-vativi”.

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Al fianco delle imprese per ideare e realizzare progetti di ricerca Intervista a Stefano Landi, Presidente di Reggio Emilia Innovazione

Conoscenza ed innovazione non sono più delegabili alla singola impresa

RICERCA & SVILUPPo

Stefano Landi, Presidente di Reggio Emilia Innovazione

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8 EConoMIA

- continua dalla prima pagina -Le nostre aziende avrebbe-

ro già chiuso da un pezzo!Nessuna diagnosi vera è stata svolta sul perché della crisi e sulle prospettive/previsioni nonché sulle politiche e stra-tegie da attuare per uscirne.Il timore è – come già eviden-ziato da alcuni illustri econo-misti – di essere in presenza di una rivoluzione, quella del-la globalizzazione.Una rivoluzione troppo spin-ta per i tempi di attuazione - che in poco più di dieci anni ha cambiato la struttura e la velocità del mondo. Un fenomeno senza regole che può favorire la media, grande impresa che ha la struttura ed i capitali per affrontare le scelte che impone il mercato globale, ma fortemente pe-nalizzante per la piccola im-presa. Impegno, creatività, tecnologie avanzate per la piccola impresa spesso sono elementi insufficienti, spesso non bastano.Tenendo ben presente che la piccola impresa è l’asse por-tante della nostra economia è quanto meno strano che non si affronti a fondo il proble-ma. Il motivo probabilmente è da ricercarsi anche nel con-

flitto di interessi tra piccola e grande impresa. Conflitto che mette in diffi-coltà il mondo associativo che vuole rappresentare en-trambe le tipologie d’impre-sa e dove la “governance” è spesso in mano alle imprese

medio grandi. Vero è che disegnare il futu-ro, oggi è impresa veramente ardua. Le società di rating, anche le più famose, sono spesso ac-cusate di poca affidabilità e di perseguire nelle valutazio-

ni interessi di parte; gli uffici studi sono diventati bravis-simi a presentare analisi ri-guardanti il passato, ma sul futuro la cautela nelle previ-sioni è d’obbligo.L’unico dato che sembra cer-to è che la crescita riguarda

oggi un’altra fetta di mondo: la Cina, l’India, la Corea, il Brasile. Le produzioni si spostano, i mercati pure.Ma allora quale “vision” per la piccola impresa e per il si-stema Italia?

Una rivoluzione che ha penalizzato la piccola impresa

Il mercato globale ha cambiato in 10 anni struttura e velocità del mondoLe produzioni ed i mercati si spostano

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Unioncamere Emilia-Ro-magna ha recentemente pub-blicato il rapporto 2010 sull’economia regionale. Il rapporto fornisce, in prima battuta, una breve panorami-ca sulla situazione economi-ca mondiale, alla luce della crisi che ha colpito nel 2009. Nel 2010 l’economia mon-diale, dopo la recessione, è tornata a crescere in misura significativa. Secondo le pre-visioni formulate nell’outlook dello scorso giugno dal Fon-do monetario internazionale, il Pil mondiale è previsto in aumento del 5,1%, recupe-rando ampiamente sulla di-minuzione dello 0,5% regi-strata nell’anno precedente. Il commercio internazionale ha recuperato il terreno per-duto, evidenziando un incre-mento del 12,4%, a fronte della flessione del 10,8% nel 2009. La crescita mondiale, nono-stante questi timidi segnali di ripresa non corre ancora con le proprie gambe, poiché continua a dipendere, in par-te, dalle politiche espansive anticrisi, mentre sono ancora vive le turbolenze finanziarie dovute all’ampliamento dei disavanzi e dei debiti pubblici

che travagliano alcuni paesi dell’Europa monetaria oltre a forti tensioni sul mercato del lavoro. Il quadro dell’economia mon-diale è in sostanza ancora incerto e dovrebbe prelude-re a un rallentamento della crescita economica, che nel 2011 dovrebbe attestarsi, se-condo il Fmi, al 4,3% rispetto al +5,1% previsto nel 2010. Nell’ambito dell’Europa mo-netaria, che ci riguarda più da vicino, si prospetta una crescita più lenta se rappor-tata a quella di altre aree. Secondo le stime dello scor-so marzo della Commissione europea, il Pil dell’Eurozona è destinato ad aumentare nel 2010 dell’1,7%, confermando la previsione proposta in no-vembre. Dello stesso tenore le stime dell’Ocse di novem-bre e di Consensus Economi-cs di gennaio. In questo con-testo di moderata ripresa, se-condo le stime redatte nello scorso maggio da Unionca-mere regionale e Prometeia, l’Emilia-Romagna ha chiuso il 2010 con un incremento re-ale del Pil dell’1,4% (+1,3% in Italia). Rispetto alla stima effettuata un anno prima, si ha un mi-

glioramento pari a 0,3 punti percentuali. Nei confronti del più ravvicinato scenario di marzo 2011 emerge nuo-vamente una stima meglio intonata (+0,2%). Al di là del miglioramento delle stime, il 2010 ha solo parzialmente recuperato ri-spetto agli andamenti nega-tivi che hanno caratterizzato il biennio precedente, soprat-tutto per il 2009 (-6,1%). La crescita del Pil è stata trainata dal recupero del commercio mondiale e a be-neficiarne sono state soprat-tutto le imprese più orientate all’internazionalizzazione, quelle che nel 2009 avevano sofferto maggiormente della caduta del 10,8% degli scam-bi internazionali. Nel sistema manifatturiero produzione, fatturato e ordi-ni sono apparsi in moderata ripresa dalla primavera, in-terrompendo la fase reces-siva. Il migliorato tono con-giunturale ha tuttavia dovuto convivere con un nuovo cor-poso incremento della Cassa integrazione guadagni dovu-to essenzialmente agli inter-venti straordinari e in dero-ga, segno questo di situazioni di difficoltà di mercato che si

sono aggravate nel tempo. L’edilizia ha continuato a evi-denziare cali di attività, occu-pazione e consistenza delle imprese riconducibili alla flessione degli investimenti in nuove costruzioni e infra-strutturali. Per quanto riguarda il com-mercio, il lento recupero della spesa delle famiglie - si stima un aumento reale dell’1,5% - non è stato sufficiente a inne-scare un ciclo virtuoso delle vendite, che sono apparse nuovamente in diminuzione.Il recupero del commercio mondiale ha ravvivato l’ex-port, che ha evidenziato una crescita su base annua pari al 16,1%. Nel settore del credito i prestiti bancari hanno ripre-so a crescere, ma è aumen-tato il peso delle sofferenze mentre i tassi d’interesse sono apparsi in lenta ripresa. Come non accadeva da anni, c’è stato un ridimensiona-mento degli sportelli bancari. Nell’ambito dei trasporti, quelli stradali hanno regi-strato un timido recupero del volume d’affari, dopo la ca-duta emersa nel 2009. Il mo-vimento cooperativo è appar-so in sostanziale recupero, dopo le difficoltà emerse nel

2009. La compagine impren-ditoriale è apparsa stabile, in quanto i cali accusati dalle forme giuridiche “personali” sono stati compensati dagli aumenti riscontrati nelle so-cietà di capitale e “altre so-cietà”. Gli strascichi della crisi han-no influito su protesti e fal-limenti che sono apparsi in aumento. La “nuvola” più spessa che ha oscurato parte del cielo dell’Emilia-Romagna è sta-ta tuttavia rappresentata dall’occupazione, che ha ac-cusato un calo su base annua pari all’1,0%, equivalente a circa 20.000 addetti. Note ugualmente negative per la disoccupazione, il cui tasso è salito al 5,7%, pur ri-manendo su livelli inferiori a quelli medi nazionali (8,4%).Il livello di occupazione del-la popolazione dell’Emilia-Romagna rimane comunque tra i più elevati del Paese. Nel 2010, infatti, l’incidenza degli occupati sulla popo-lazione in età 15-64 anni è stata del 67,4%, a fronte della media nazionale del 56,9%. Solo il Trentino-Alto Adige ha evidenziato un tasso più alto, pari al 68,5%.

9EConoMIA

Economia regionale: timidi segnali di ripresaPubblicato i l rapporto consuntivo 2010 da Unioncamere ER

L’Emilia-Romagna ha chiuso il 2010 con un incremento reale del PIL del +1,4%

Page 10: Giornale delle Imprese n.Luglio 2011

10 SERVIZI

Si moltiplicano le edizioni realizzate del Progetto for-mativo manageriale “Team Cooking” ideato da Paola Li-gabue, Barbara Tamburini e Luca Ferri (rispettivamen-te titolare dello Studio Liga-bue di Reggio Emilia e con-sulenti aziendali specializzati in formazione).Nel 2010 hanno ideato una formula dinamica e pratica legata alla formazione in cu-cina dei manager, e non solo. Il progetto coinvolge pro-fessionisti dell’arte culina-ria, quali Pietro Scapinelli de “La Congrega dei Liffi”, Gianni D’Amato rinomato chef de “Il Rigoletto” e Cor-rado Zamboni, titolare del laboratorio “La Sfoglia”.Parliamo del progetto con Paola Ligabue che ci illustra modalità, contenuti ed espe-rienze realizzate.“Il “Team Cooking” – spiega Paola Ligabue – è un’inno-vativa tecnica di formazione esperienziale che, attraverso la metafora della cucina, per-mette di sviluppare il gioco di squadra e la comunicazione tra i manager aziendali.Il progetto Team Cooking è nato per “supportare” ma-

nager ed imprenditori nel far fronte alle difficoltà ed alle variabilità delle dinamiche aziendali.La flessibilità che caratterizza oggi l’organizza-zione di ogni azienda - spesso costretta a “navigare a vista” - richiede uno staff dirigen-ziale sempre più capace di agire senza rigidità, senza disunirsi e di costituire un insieme coordinato di com-petenze e idee che sappiano interagire in modo efficace. L’obiettivo del Team Co-oking è quindi quello di ri-spondere in modo veloce, innovativo ed efficace ad una richiesta o meglio necessità che oramai assume - dalle no-stre rilevazioni - un carattere sempre più importante e de-cisivo ovvero formare perso-ne capaci di interagire e pro-durre in squadra, favorendo la comunicazione interna ed un’efficace e fluida circo-lazione delle informazioni. Non dimentichiamo che la conoscenza è l’unico capita-le che aumenta solo se viene adeguatamente condiviso”.Com’è nata l’idea del pro-getto “Team Cooking”?“Utilizzare un contesto atipi-co per far sperimentare ad un

gruppo un’esperienza d’in-sieme significa, a livello for-mativo, servirsi di una parti-colare metodologia didattica attiva, l’Experiential Lear-ning”, spiega Paola Ligabue. “L’apprendimento che si de-sidera stimolare è quindi di tipo esperienziale: nel nostro caso, i partecipanti, divisi in gruppi si cimentano tra i fornelli nella preparazione di alcuni piatti, sperimentando situazioni relazionali analo-ghe alle dinamiche di gruppo lavorative. Fare “Team Building” in cucina permette, infatti, di confrontarsi con tutte quelle dinamiche aziendali che ad oggi risultano fonte di gran-di problematiche e che i testi sacri del management, con-siderano fondamentali per la realizzazione di una buo-na squadra: 1) Obiettivo di squadra chiaro e condiviso (la cena!); 2) Compiti chiari e specifici di ognuno; 3) Tem-pistiche precise da realizzare; 4) Sapersi mettere al servizio degli altri (necessario per cu-cinare insieme) e altre dina-miche funzionali al gioco di squadra”.Come si sta sviluppando il

progetto?“Sono molteplici le edizioni che abbiamo realizzato per conto di aziende diverse e in più zone d’Italia.Il progetto ha sempre un grande impatto. Dal punto di vista formati-

vo, un’esperienza del genere porta i dirigenti ad accre-scere la consapevolezza del valore del gioco di squadra, a mettersi in gioco, ad accet-tare i consigli degli esperti, a sapersi sincronizzare con gli altri”.

Per sviluppare i l gioco di squadra e migliorare le dinamiche relazionali di gruppo

Team Cooking: progetto formativo esperienziale per dirigentiUn’iniziativa di successo realizzata da Paola Ligabue, Barbara Tamburini e Luca Ferri

Page 11: Giornale delle Imprese n.Luglio 2011

11FoRMAZIonE

Bilancio 2010 positivo per IFOA

Con un 2010 che registra un avanzo di 60.000 Euro, che va a incrementare la si-tuazione patrimoniale che si porta a 4 milioni e 200.000 Euro, IFOA segna la piena re-alizzazione del percorso di sistemazione dei suoi assetti e dell’equilibrio economico. E’ questo il risultato presen-tato dall’Assemblea dei Soci che si è riunita il 27 maggio scorso in occasione della conferenza stampa che ha vi-sto coinvolti il presidente di IFOA, Pier Angelo Fornara, Enrico Bini, presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia, Giuseppe Pezzarossi, Direttore Gene-rale di IFOA e Umberto Lo-nardoni, nuovo vice Direttore Generale.“Sono lontani i tempi delle difficoltà iniziate nel 2004”, afferma Pier Angelo Forna-ra, Presidente di IFOA. “Nel corso del lustro trascor-so si è realizzato un riposizio-namento strategico dell’Ente di formazione delle Camere di Commercio dell’Emilia-Romagna, in primis quella di Reggio Emilia. Si pensi allo sviluppo delle attività a mer-cato che nel corso di questi

anni, anche in presenza della crisi, hanno segnato un no-tevole incremento passando da circa 3 milioni di Euro nel 2006, a circa 6 milioni e 500 mila in corso di realizzazio-ne nel 2011. Si pensi ancora allo sviluppo delle attività sui fondi interprofessionali che superano i 2 milioni di Euro nel 2010. Ad aumentare la soddisfazione per il risultato del 2010 – continua Forna-ra – c’è anche la significativa crescita dei volumi di attività.

Mentre i ricavi del 2009 sfio-ravano appena i 12 milioni di euro, nel 2010 essi si sono portati a 14 milioni e 200 mila.Per quanto riguarda i primi mesi del 2011, si sta regi-strando un andamento favo-revole dei ricavi, in linea con le previsioni di budget.Compongono il volume dei lavori tutte le attività che vengono svolte nelle più di dieci sedi di IFOA: 5 in Emi-lia Romagna, poi a Milano,

Mantova, Padova, Firenze, Bari, Matera ed anche nelle attività internazionali, come il rilevante progetto di assi-stenza tecnica che è in svol-gimento in Romania, e che si concluderà a metà 2012”.Quali le prospettive future?“Nel prossimo futuro di IFOA – dichiara Fornara – ci sarà l’obiettivo di sviluppare e rafforzare ulteriormente l’at-tività su tutto il territorio na-zionale, sulla scia positiva dei risultati ottenuti fino ad ora.

A breve ci sarà anche l’abban-dono della storica sede di via Guittone d’Arezzo.Si sono perfezionati, infatti, gli accordi che dovrebbero portare ad ospitare le attività dell’Ente presso l’edificio di via Gilioli Valle, al Tondo, lo stesso spazio che ospitò al-cuni anni or sono la facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia, per il qua-le sono in corso importanti opere di ristrutturazione”.

Cresce il volume di attività su tutto i l territorio nazionale

Raggiunto l’obiettivo dell’equilibrio economico

Da sinistra: Giuseppe Pezzarossi, Enrico Bini, Pier Angelo Fornara e Umberto Lonardoni

Nel prossimo futuro

di IFOA ci sarà

l’obiettivo di

sviluppare e rafforzare

ulteriormente l’attività

su tutto il territorio

nazionale, sulla scia

positiva dei risultati

ottenuti fino ad ora

Page 12: Giornale delle Imprese n.Luglio 2011

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Page 13: Giornale delle Imprese n.Luglio 2011

13

Cisita Parma, centro di for-mazione dell’Unione Par-mense degli Industriali e del Gruppo Imprese Artigiane, presenta il nuovo catalogo corsi 2011-2012, un pacchet-to formativo che raccoglie un’ampia serie di interventi progettati sulla base delle analisi delle esigenze espres-se dalle aziende parmensi.Nell’ambito delle attività or-ganizzate da Cisita Parma, ricoprono un ruolo centrale i percorsi di formazione dedi-cati alle Aziende del territo-rio, con particolare attenzio-ne alle PMI, alle quali infatti il nuovo catalogo formativo è espressamente dedicato.Come sostiene Corrado Bel-dì, presidente di Cisita: “la nostra realtà promuove la cultura industriale del terri-torio attraverso una forma-zione in linea con le effetti-ve necessità del mondo pro-duttivo. Tutti gli interventi formativi sono progettati in collaborazione con i vertici aziendali e con i responsabi-li tecnici, in modo da identifi-care con precisione l’ambito di competenza e i contenuti del percorso formativo.

Per favorire le imprese, inol-tre, la progettazione degli interventi formativi preve-de una continua e significa-tiva attività di confronto con i referenti aziendali a diver-si livelli, anche attraverso un contatto diretto con le azien-de concretizzato in visite aziendali e relazioni costanti – precisa Beldì. “Un approc-cio sul quale Cisita Parma vuole investire in maniera maggiore, anche attraverso strumenti come questo nuo-vo Catalogo 2011-2012 che abbiamo pensato partendo proprio dalle necessità for-mative delle PMI del nostro territorio e che mi auguro possa incontrare l’interesse delle nostre aziende”.Un dato ribadito anche da Patrizia Capitani, Rappre-sentante del Comitato Picco-la Industria dell’Unione Par-mense degli Industriali, la quale evidenza come “le no-stre piccole imprese, a causa della perdurante crisi econo-mica e dello stallo del merca-to interno, si vedono costret-te a cercare nuovi mercati all’estero. Le pressioni com-petitive sono sempre più in-

calzanti, e l’innovazione di prodotto e di processo si im-pone come condizione sen-za la quale non c’è possibili-tà di sopravvivenza. In que-sto quadro occorre rafforzare anche l’organizzazione inter-na delle nostre piccole impre-se, acquisendo competenze e strumenti che ci consenta-no di rispondere in maniera ancora più puntuale e veloce alle richieste dei mercati. Si rende necessario, e non più prorogabile, l’esigenza di ac-

crescere la nostra persona-le cultura d’impresa, e con-dividere con i nostri collabo-ratori gli obiettivi di miglio-ramento, perseguiti anche attraverso le proposte for-

mative contenute in questo nuovo catalogo di Cisita, per il quale abbiamo potuto con-tribuire direttamente alla se-lezione degli argomenti e dei contenuti”.

Formazione: Cisita Parma presenta il catalogo 2011-2012I temi sono stati individuati con i vertici ed i tecnici aziendali

Particolare attenzione alle esigenze della piccola impresa

FoRMAZIonE

Per informazioni e approfondimenti relativi al Catalogo Corsi 2011-2012 gli interessati possono rivolgersi al Dott. Marco Maggiali presso Cisita Parma: Via G. Cantelli, 5- Parma Telefono: 0521.226500E-mail: [email protected]

Page 14: Giornale delle Imprese n.Luglio 2011

14 WEB MARKETInG

Chi fa da sé fa per tre: ecco un popolare proverbio italia-no, secondo il quale una per-sona può riuscire bene in un’attività, e talvolta anche meglio, senza dover ricorre-re all’aiuto di altre persone.Peccato però che questo pro-verbio non valga sempre, so-prattutto se si ha a che fare con Google Adwords.Luca Bove di IM Evolution (www.imevolution.it) ci spie-ga il perché!“Innanzitutto – afferma Bove – se esiste ancora qualcu-no che non conosce Google Adwords, ricordo che si trat-ta del servizio di pubblicità che il celeberrimo motore di ricerca di Mountain View offre a chiunque voglia ci-mentarsi nella sponsorizza-zione del proprio prodotto/servizio.In pratica Google – spiega Bove – riserva una sezione per i Link Sponsorizzati a fianco dei risultati di ricer-ca: per ogni click che l’uten-te effettua su un annuncio, l’inserzionista paga a Google il costo stabilito per la pa-rola chiave che ha generato il click. Sembrerebbe tutto molto semplice!

Tanto più che Google ha ini-ziato a spedire centinaia di Coupon omaggio di 30, 50 e 75 euro a potenziali clienti, che spinti dalla logica “Se è gratis, vale la pena provar-ci!”, hanno iniziato a creare account Google Adwords e a gestire da soli le proprie campagne pubblicitarie Pay per Click.Risultato? Campagne create senza un minimo di ocula-tezza e conoscenza del set-tore, per cui una volta esau-rito il buono omaggio (che di solito finisce in brevissimo tempo), gli inserzionisti si ri-trovano a dover gestire, sen-za averne le competenze, una macchinetta mangia soldi,

che prosciuga il conto e non da i risultati sperati. Alla fine la maggior parte di questi inserzionisti giungo-no alla conclusione che Goo-gle Adwords non sia un cana-le utile e proficuo per il loro business e cercano altrove la soluzione ai loro problemi.Nulla di più sbagliato!Google Adwords – afferma Bove – è un’ottima fonte di guadagno...e non solo per Google!L’importante è lasciar fare a ciascuno il proprio lavoro...Se si vuole iniziare a testare

questo strumento – spie-ga Bove – è bene rivolgersi a professionisti, che sanno come impostare una cam-pagna, che testano le parole chiave più redditizie, che mo-nitorano l’andamento della campagna e dell’investimen-to e che fanno dei report in cui rendicontano i risultati ottenuti.Per gestire una Campagna Pay per Click – continua Bove – è necessario un la-voro meticoloso che solo gli esperti sanno come affronta-re: innanzitutto c’è una fase di start-up che può durare anche due settimane o più, con la ricerca delle parole chiave più “performanti”, da quelle più generiche a quelle

più settoriali, e la creazio-ne di una serie di annunci specifici per ogni gruppo di keywords. Poi c’è il costante controllo dei click, della spesa e dei ri-sultati.Quindi se proprio non si può rinunciare ad utilizzare un coupon omaggio, solo per-chè è gratis, consiglio di farlo – conclude Bove – chiedendo aiuto a specialisti del settore, gli unici in grado di dare ga-ranzie di riuscita ed evitare inutili sprechi di denaro”.

Chi fa da sé fa per tre? Non vale per la pubblicità con Google AdwordsCome utilizzare un’ottima fonte di guadagno

Luca Bove: per gestire una Campagna Pay per Click occorrono competenze specifiche

Luca Bove di IM Evolution

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L’importante è lasciar

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15TELECoMUnICAZIonI

Nonostante l’attuale nor-mativa vieti l’utilizzo del tele-fono cellulare durante la gui-da, molti italiani continuano imperterriti ad effettuare chiamate mentre sono al vo-lante della propria autovettu-ra. Al di là delle sanzioni pe-cuniarie cui si è soggetti, spesso si sottovaluta che un gesto così semplice come quello di rispondere ad una chiamata può essere anche causa di incidenti stradali.Eppure la soluzione a questo problema - se problema vo-gliamo chiamarlo! - è molto semplice: basta dotarsi di un sistema vivavoce o di un auricolare per effettuare le chiamate mentre siamo in viaggio.“Gli auricolari Plantronics Voyager Pro rappresentano lo strumento ideale per uno stile di vita intelligente” afferma Domenico Beggi, Respon-sabile Commerciale di ZS Sistemi (www.zssistemi.it), azienda specializzata nella progettazione ed installazio-ne di sistemi di networking, fonia e dati.Sono un must per i professio-nisti in movimento, perché uniscono tecnologia avan-

zate e design funzionale per consentire alle persone di comunicare con maggiore libertà, ovunque si trovino e qualsiasi attività svolgano. Due sono i prodotti di punta di questa categoria: Plantro-nics Voyager PRO+ e PRO UC”.Quali le principali caratte-ristiche?“Voyager Pro+ è un auricola-re bluetooth che rappresenta, a mio avviso, la soluzione adatta per quei professionisti che richiedono un’eccellente qualità acustica e la cancel-lazione del rumore di fondo. La tecnologia AudioIQ inclu-de un doppio microfono per cancellare il rumore mante-nendo unicamente il suono della nostra voce. Inoltre – continua Beggi – adatta il volume in ricezione in modo che si possa sempre sentire bene chi ci sta chia-mando. Supporta il profilo Bluetooth A2DP (Advanced Audio Distribution Profile) per la trasmissioni in strea-ming di musica, podcast na-vigazione GPS,etc. L’auricolare può avere un’au-tonomia di conversazione fino a 6 ore ed un’autonomia

in stand-by fino a 5 giorni. La tecnologia multipoint on-demand, inoltre, permette di associare e mantenere il collegamento con due o più dispositivi.Voyager PRO UC rappresen-ta invece la vera rivoluzione dell’ufficio mobile – precisa Beggi – perché con un unico dispositivo riusciamo ad ot-tenere comunicazione unifi-cate da cellulare e pc. E’ lo strumento ideale per tutti gli utenti che lavorano in ufficio o sono spesso in viag-gio e combinano il computer e il cellulare per chiamate in conferenza, webinar, video-conferenza ed ascolto di con-tenuti multimediali”. Com’è possibile utilizzare un unico dispositivo per pc e auricolare? “La tecnologia alla base è

estremamente all’avanguar-dia e costituisce l’integra-zione di servizi real-time di comunicazione. Anche Plan-tronics Voyager PRO UC ge-stisce due smartphone alla volta e cancella il rumore di sottofondo, riducendo al mi-nimo le distorsioni del vento.Un modulo Bluetooth USB lo rende operativo su qualsiasi computer.

Accoppiato con Skype, ad esempio, lo status cambia a seconda delle attività.La funzione di trasferimento intelligente delle chiamate consente di smistare le tele-fonate verso le cuffie oppure direttamente verso il telefono cellulare: merito dei sensori intelligenti, che gli permetto-no di capire quando l’aurico-lare è indossato e quando no.A più di 10 metri dalla sor-gente si disconnette. Ma se si rientra nel raggio d’azione del Bluetooh si riaggancia a tutti i device al quale era stato accoppiato.Le istruzioni vocali, infine, segnalano il tempo di con-versazione residuo, lo stato della connessione e il livello della batteria per una gestio-ne avanzata delle chiamate”.

Gli auricolari bluetooth per comunicare in libertà

Plantronics Voyager Pro: la rivoluzione dell’ufficio mobileUniscono tecnologia avanzata e design funzionale

Gli auricolari

Plantronics Voyager

Pro rappresentano lo

strumento ideale

per uno stile di vita

intelligente

Page 16: Giornale delle Imprese n.Luglio 2011

Le acque destinate al consu-mo umano sono quelle, tratta-te e non, destinate ad uso po-tabile, per la preparazione di cibi e bevande o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite da un acquedotto, mediante cisterne, in bottiglie o in con-tenitori. Il D.Lgs. 31/2001, e s.m.i., è il riferimento normativo italia-no che, recependo la direttiva europea 98/83/CE, disciplina il campo delle acque potabili.Il decreto definisce anche i criteri e i parametri analitici ai quali un’acqua deve sottosta-re per potere essere definita potabile. Prende in esame gli elemen-ti chimici (calcio, magnesio, sodio, cloro, potassio, fluoro, magnese, fosforo, ecc.) gli ele-menti batteriologici, quelli di origine minerale, ecc.

Tra le sostanze nocive e peri-colose che si possono trovare nell’acqua vi è l’arsenico, che può essere causa di alcune forme di cancro.L’arsenico (As) è un elemento presente nelle rocce della ter-ra come molti altri elementi e compone una serie di minerali tipici che si trovano anche nel-le nostre montagne.L’arsenico viene sciolto in pic-cole quantità dall’acqua pio-vana e raggiunge la falda. Come altre sostanze inqui-nanti (fluoruro, borio, nitrati, magnesio), l’arsenico può es-sere presente nell’acqua an-che per l’immissione nell’am-biente di sostanze immesse dall’uomo (pesticidi, carbon fossile, ecc.). Dato che l’acqua potabile viene consumata quotidiana-mente ed è l’unico alimento che può essere controllato con

sicurezza, l’Unione Europea ha deciso di abbassare la con-centrazione massima ammis-sibile di arsenico nell’acqua potabile a 10 microgrammi al litro (µg/l).Questo limite ha portato fuori legge l’acqua in 128 Comuni Italiani che hanno subito chie-sto una deroga, peraltro non accolta dall’Unione Europea. Il limite è quindi tassativo.

Come risolvere il proble-ma?Ne parliamo con Franco Me-nozzi, titolare di Hydrocon-trol (www.hydrocontrol.it) e noto esperto in ambito idrico.“Hydrocontrol – spiega Me-nozzi – da diversi anni imple-menta le tecnologia a mem-brane che grazie alla selettivi-tà specifica del film permette la separazione delle sostanze

inquinanti senza l’utilizzo di nessun rigenerante. Le nuove tecniche adottate sono instal-labili sia a livello domestico “point-of-use” (purificatore Cleone), sulla rete idrica per tutta l’abitazione (HPureNF), nel settore acquedottistico ed industriale (HPure UFRO).Un’altra tecnica che spesso viene adottata – continua Me-nozzi – è l’impiego delle resi-ne a scambio ionico altamente selettive, in grado di intrappo-lare all’interno di un reticolato la sostanza indesiderata. Le resine sono poi riattivate con una soluzione a base di clo-ruro di sodio ed idrossido di sodio (sale da cucina e soda). Queste tipologie d’impianti – specifica Menozzi – richie-dono però una gestione com-plessa per la fase di rigenera-zione e producono scarichi altamente inquinanti”.

Oltre 100 Comuni Italiani hanno difficoltà a rispettare i parametri f issati dall ’UE

Acqua potabile: come eliminare il rischio arsenicoFranco Menozzi (Hydrocontrol): le soluzioni a livello domestico ed industriale

16 AMBIEnTE

Reggio Ecologia acquista e smaltisce rottami ferrosi

Il SISTRI ha visto nuova-mente una proroga per la sua entrata in vigore, in seguito ad un accordo tra il Ministero dell’Ambiente e le principali Associazioni imprenditoriali.Secondo l’intesa raggiun-ta, il sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi diventerà operativo in cinque fasi successive, in un lasso di tempo che va dal 01 Settem-bre 2011 al 01 Gennaio 2012, a seconda della tipologia di attività svolta e del numero dei dipendenti per unità lo-cale.“Noi abbiamo già ottenuto l’accreditamento al SISTRI nei tempi previsti dalle prece-

denti normative – spiega Ida Luppi di Reggio Ecologia – e siamo solo in attesa di inizia-re ufficialmente a seguire le nuove procedure informati-che.Reggio Ecologia è un’azien-da specializzata nella rac-colta e nello smaltimento di metalli e rottami ferrosi. I rifiuti, infatti, giocano un ruolo importante nel nostro sistema economico, perché il loro recupero - anche in ter-mini energetici - li trasforma da onere per le imprese ad opportunità di mercato.Qual è la vostra tip”ologia di clientela?“Reggio Ecologia – afferma Ida Luppi – collabora con

tutti gli operatori che nello svolgimento della loro attivi-tà producono rifiuti ferrosi di qualsiasi dimensione, come cavi elettrici, piombo, ottone, rame, alluminio, acciaio inox e materiale voluminoso come vecchi macchinari in disuso o daneggiati.La clientela è pertanto molto vasta, dalle grandi imprese del settore ceramico, alle of-ficine di torneria, dalle im-prese edili alle officine mec-caniche, senza dimenticare idraulici ed elettricisti”.Perché un’azienda dovreb-be affidarsi ad una realtà come la vostra?“Per un corretto trattamento di questi materiali è impor-

tante ricorrere ad un partner competente e soprattutto in possesso di tutte la auto-rizzazioni necessarie per lo stoccaggio e il conseguente smaltimento. Siamo in gra-do di recuperare il metallo direttamente presso le azien-de, con i nostri automezzi o mettendo a disposizione - consegnandoli gratuitamen-te - cassoni a norma CEE di varie metrature. Nonostante la crisi economica abbia toc-cato anche la nostra attività, abbiamo creduto nell’impor-tanza di una crescita profes-sionale e dei servizi offerti, ampliando la sede, dotan-dola di impianti tecnologici all’avanguardia in grado di

accelerare i processi di rac-colta, taglio e smaltimento dei rottami ferrosi. L’obietti-vo è quello di garantire una maggiore flessibilità e dispo-nibilità per tutti i nostri clien-ti e devo ammettere che fino ad ora i nostri sforzi ci hanno ripagato”.

Il partner ideale per la raccolta e lo smaltimento

Ha ottenuto l’accreditamento ufficiale al SISTRI

Per comunicare con il mondo aziendale

Reg. tribunale di ReggioEmilia N. 1165 del 09/05/06

GRAFICA:Filiberto Guatteri

STAMPA:Centro Stampa Quotidiani SPAErbusco (BS)

Stampato il 07/07/11

AREA COMMERCIALE:[email protected]

EDITORE:Keymedia Group s.r.l.Via Settembrini, 12/142123 Reggio Emiliawww.keymedia.it

REDAZIONE:hanno collaborato a questo numero:Ottavio Margini, Valentina Margini, Chiara Caselli, Antonella Gualandri,Giuseppe Sangiorgi, Barbara Bianchi, Barbara Gaiti.

DIRETTORE RESPONSABILE:Ottavio Margini

INFO:

Page 17: Giornale delle Imprese n.Luglio 2011

Dopo diverse settimane di polemiche, il Decreto 5 mag-gio 2011, pubblicato sulla Gazzetta Uffi ciale n. 109 del 12 maggio, ha defi nito il quarto conto energia per il fo-tovoltaico.Il “Conto Energia” fi ssa un incentivo della durata di 20 anni a favore dei soggetti pubblici e privati che instal-lano un impianto solare fo-tovoltaico collegato alla rete elettrica; tale incentivo è pro-porzionale alla quota di ener-gia prodotta.Il decreto sul quarto conto energia contiene diverse no-vità rispetto al regime di in-centivazione precedente. A spiegarle è Mauro Carret-ti, Presidente di Studio Alfa, azienda impegnata nel set-tore delle energie rinnovabili e che assiste aziende, privati Pubbliche Amministrazioni nella predisposizione di pro-getti su impianti fotovoltaici piccoli e grandi, nonché nella predisposizione dei relativi iter autorizzativi.“Premetto – spiega Carretti – che il quarto Conto Ener-gia si applica agli impianti che entrano in esercizio dal 1

giugno 2011 al 31 dicembre 2016. Come il Terzo Conto Energia prevede una tariffa incentivante della durata di 20 anni. La misura degli incentivi è indicata in tabelle riportate nell’allegato 5 del CE.E’ previsto poi un incremen-to della tariffa del:- 5% per gli impianti ubicati in zone industriali, cave, mi-niere, o discariche esaurite, aree di pertinenza di discari-che o siti contaminati;- 5% per i piccoli impianti realizzati dai Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti;- 10% per gli impianti ove al-meno il 60% dell’investimen-to, ad esclusione della mano-dopera, sia costituito da com-ponenti realizzati all’interno dell’Unione Europea; - 5 centeuro/KWh per gli im-pianti sugli edifi ci in sostitu-zione di eternit o amianto.Il 4° Conto Energia – prose-gue Carretti – distingue tra piccoli impianti e grandi im-pianti. Sono considerati pic-coli impianti:- gli impianti sugli edifi ci di potenza fi no a 1MW;

- gli altri impianti di potenza fi no a 200 KW (ad esempio gli impianti a terra) in regime di scambio sul posto;- gli impianti di potenza qual-siasi realizzati sia su edifi ci che su aree delle pubbliche amministrazioni.Tutti gli altri tipi di impianti sono considerati grandi.La concessione della tariffa incentivante ai piccoli im-pianti per gli anni 2011 e 2012 non è sottoposta ad al-cun limite di spesa e non è ne-cessaria l’iscrizione in alcun registro.Situazione molto diversa per i grandi impianti.Per limitare la realizzazione di grandi impianti – continua Carretti – il decreto ha fi ssato dei limiti spesa ovvero: - 300 ML€ per gli impianti che entrano in esercizio dal 01/06/2011 al 31/12/2011;- 150 ML€ per gli impianti che entrano in esercizio nel 1° semestre 2012;- 130 ML€ per gli impianti che entrano in esercizio nel 2° semestre 2012.Non vi è quindi – precisa Carretti – alcuna certezza di benefi ciare degli incentivi sui

grandi impianti se non per quelli che entrano in eserci-zio entro il 31 agosto 2011. I grandi impianti inoltre per accedere agli incentivi per gli anni 2011 e 2012 devono essere iscritti in un registro tenuto dal GSE e devono rientrare nella graduatoria stilata dal GSE medesimo. La graduatoria è necessaria giacché è previsto un limite

di spesa per gli incentivi.Le procedure e le casistiche – conclude Carretti – sono complesse e svariate. E’ per questo che Studio Alfa si adopera per fornire ai sog-getti interessati un quadro di riferimento completo ed esaustivo anche alla luce del-le ultime novità normative”.

Il Decreto 5 maggio 2011 ha definito i l quarto “Conto Energia”

Come cambia il regime di incenti vazione per gli impianti fotovoltaiciMauro Carretti (Studio Alfa) spiega le novità

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17RInnoVABILI

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19ASSICURAZIonI

Da Marzo 2011 si applica la normativa sulla mediazio-ne obbligatoria (D.l.gs 28/10), secondo cui, qualora sorgano delle controversie in determinate materie civilisti-che, è necessario provare un tentativo di conciliazione prima di poter intraprendere le vie legali. Tra queste materie rientra-no anche il risarcimento del danno derivante dalla circo-lazione dei veicoli e natanti, da responsabilità medica nonché i contratti assicurati-vi, bancari e fi nanziari. In caso di sinistro, per fare un esempio concreto, se il risarcimento del danno che ci viene proposto dalla Com-pagnia di Assicurazione non ci trova d’accordo, non potre-mo subito ricorrere al giudi-ce, ma occorrerà espletare la procedura di conciliazione.Ne parliamo con Roberto Garulli, Presidente dello Studio Garulli Insurance Broker srl (tel. 0521-227511) che opera da oltre 30 anni nel settore della consulenza e della gestione assicurativa dei rischi aziendali e delle

persone nelle Province di Parma, Reggio Emilia e Mo-dena e nel Lazio.“La procedura di concilia-zione è molto semplice e ve-loce – spiega Garulli. Deve svolgersi, infatti, nell’arco di quattro mesi: basta indivi-duare un Organismo abilita-to dal Ministero di Giustizia al quale rivolgere la domanda di mediazione. Il responsabile dell’organi-smo incaricherà il mediatore professionista che si occupe-rà del caso e fi sserà la data

del primo incontro. Da lì in avanti – continua Garulli – si cercherà un accordo amiche-vole anche attraverso sessio-ni separate - e se le parti lo chiederanno o il mediatore lo riterrà opportuno - questi potrà formulare una propo-sta formale per la defi nizione della controversia. Questo tentativo potrà avere diverse soluzioni:- se non sarà terminato entro

quattro mesi, il richieden-te potrà iniziare la causa civile, indipendentemente dall’esito;

- se le parti raggiungeranno

un accordo, il mediatore formerà un verbale positi-vo, che verrà sottoposto per l’omologazione al Presiden-te del Tribunale del luogo in cui ha sede l’organismo di mediazione prescelto. Il verbale omologato avrà il valore di titolo esecutivo e potrà essere utilizzato, in caso di inottemperanza delle situazioni in esso con-tenute, per l’esecuzione for-zata;

- se le parti non si accorde-ranno perché una delle due non compare, il mediatore formerà verbale negativo e

la causa potrà iniziare: se il giudice riterrà che la man-cata comparizione non sia dovuta a giustifi cato moti-vo, potrà trarre da essa an-che elementi di prova con-tro l’assente;

- se le parti compaiono ma non si trova l’accordo o, se in caso di proposta, essa viene rifi utata, il mediatore formulerà un verbale nega-tivo e la causa potrà inizia-re; se il giudice pronuncerà sentenza di contenuto iden-tico alla proposta rifi utata, la parte vittoriosa, che non accolse la proposta, non potrà chiedere il rimborso delle spese processuali da parte del soccombente e sarà chiamata a pagare allo Stato una ulteriore somma pari al contributo unifi cato.

La mediazione civile – con-clude Garulli – deve essere vista come una risoluzione alternativa delle controver-sie per il risarcimento del danno, che può portare im-portanti vantaggi, primo fra tutti una netta riduzione dei processi civili (circa 600.00 in meno all’anno)”.

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Mediazione Civile: nuova procedura per le richieste di risarcimento danno con azione legale

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civili

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20 SERVIZI

Il 25 Marzo scorso è stato pubblicato sulla Gazzetta Uf-ficiale il comunicato del Mi-nistero Economico che for-malizzava l’entrata in vigore della versione aggiornata del-la tassonomia XBRL (eXten-sible Business Reporting Language) per la predisposi-zione dei bilanci. L’obiettivo è promuovere l’affermazione di uno standard di riferimen-to internazionale per la rendi-contazione economica.In questo periodo di presen-tazione di bilanci le aziende devono confrontarsi con que-sti nuovi aspetti e chiedere il supporto di aziende specializ-zate nel disbrigo di tali adem-pimenti può essere una solu-zione per risparmiare tempo e denaro.Ne parliamo con Alessandro Ferretti di Servizi di Segre-teria (tel. 0522-232586), che opera nell’ambito dei servizi esterni ad imprese e liberi professionisti fungendo da “sportello unico” per tutti gli obblighi burocratici ed amministrativi necessari per il regolare svolgimento della propria attività.“Con l’utilizzo di XBRL si abbattono le barriere, sintatti-

che e semantiche, tra chi pro-duce informazioni finanziarie (le imprese) e chi a vario titolo le consuma (le capogruppo, gli auditor, gli investitori, le banche, i media, le autorità pubbliche, ecc.) – afferma Ferretti. L’adeguamento al formato XBRL deve essere considerato come un’oppor-tunità, poiché l’azienda in questo modo aumenta il livel-lo di accuratezza e dettaglio dei report contabili elaborati ed allo stesso tempo produce meno costi, perché tutto viene gestito elettronicamente”. Quindi lo sviluppo infor-matico e telematico ha toc-cato anche l’area ammini-strativa delle imprese?“Certamente – risponde Fer-retti. Era uno step inevitabile, soprattutto in una Società in

cui tutto ormai è digitalizzato. Il bilancio di esercizio, oltre ad essere elaborato in formato XBRL, deve essere depositato in formato elettronico. Non solo – precisa Ferretti. Tutti i documenti oggetto di deposito (il bilancio, la rela-zione sulla gestione, la rela-zione del collegio sindacale, il verbale di approvazione dell’assemblea, la nota inte-grativa, etc.) e la modulistica ministeriale in formato elet-tronico devono essere firmati digitalmente. Come tutti ormai sapranno, la firma digitale altro non è che l’equivalente informatico di una tradizionale firma su car-

ta e ne assume lo stesso valore legale. La firma digitale funziona solo a seguito del rilascio di una smart card e dell’apposi-to lettore da parte dell’ufficio competente. I vantaggi della firma digitale sono notevoli, se consideriamo la riduzione sostanziale dei documenti cartacei e la maggiore opera-tività a distanza. Un altro elemento che atte-sta l’informatizzazione delle procedure burocratiche è la posta elettronica certificata, che ha assunto un ruolo stra-tegico nei rapporti tra impre-se e Pubblica Amministrazio-ne. È considerata un valido

sostituto della carta bollata e consente quindi di scambiare in tempo reale documenti con valenza legale”.Che servizio potete offrire nella gestione delle prati-che societarie?“Servizi di Segreteria è in gra-do di svolgere tutte le prati-che per il deposito dei bilanci presso il Registro delle Impre-se delle Camere di Commer-cio competenti. Grazie ad un sistema telema-tico ben collaudato su tutto il territorio nazionale, offre un apposito servizio per affron-tare al meglio questi obblighi, semplificando le procedure a carico del cliente.L’azienda, tramite una sem-plice mail, può inviare i docu-menti per l’espletamento del-la pratica. Gli uffici di Servizi di Segreteria provvedono alla compilazione della modulisti-ca da spedire al Registro delle Imprese, e lo rinviano al clien-te per la firma digitale. Siamo abilitati, inoltre, all’at-tivazione di caselle di Posta Elettronica Certificata, non-ché all’emissione di strumenti per la firma digitale (Smart Card, C.N.S. e Business Key)”.

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Page 21: Giornale delle Imprese n.Luglio 2011

Le esportazioni in Italia funzionano. Lo dice il rap-porto Istat sulle esportazioni nelle regioni italiane, trac-ciando un primo bilancio per l’anno in corso. Nel primo trimestre 2011, tra le regioni che presentano i contributi maggiori alla cre-scita delle esportazioni na-zionali, si segnalano aumen-ti tendenziali superiori alla media per le esportazioni da Emilia-Romagna (+19,2%) e Lazio (+30,5%).Sui mercati extra UE, inol-tre, i maggiori incrementi tendenziali si rilevano per Veneto, Emilia-Romagna, Liguria, Lazio e Sicilia.Lo sa bene CITI Traduzioni soc. coop., che da più di 30 anni, oltre a tradurre per le aziende italiane dei più sva-riati settori quali Energia (ABB-SACE), farmaceutico-biomedicale (Adler-Ortho, Gambro-Dasco, ecc.) Mecca-nica, Automotive (Gruppo Argo, Goldoni), la CITI colla-bora con importanti agenzie estere in Germania e Francia, diventando cosi un esporta-tore a pieno titolo.“Tra i primi mercati della CITI, come per le aziende

produttrici di beni, la Germa-nia e la Francia rappresenta-no più del 18% del fatturato delle traduzioni”, afferma Fabrice Lanfrey, responsa-bile marketing della società (www.cititraduzioni.it).Ma quante sono le lingue che la CITI propone tra i suoi servizi di traduzione?“La CITI Soc. Coop ha at-tualmente una capacità di produzione in moltissime lingue estere. Dalle più note (inglese, tedesco, francese, ecc.) alle più remote (punja-bi, urdu, indi ...). Tra l’altro – continua Lanfrey – l’Euro-pa rimane il primo mercato per l’esportazione dall’Italia, e non dobbiamo dimenticare che nella sola UE le lingue ufficiali sono ben 23, senza contare gli altri paesi non aderenti alla Comunità Euro-pea o che lo saranno prossi-mamente, come la Croazia e la Turchia.La CITI Traduzioni è in gra-do di fornire servizi di alta qualità in tutte queste lingue, grazie a più di 190 traduttori madrelingua e alla garanzia della professionalità che ci contraddistingue”.Quali sono gli strumenti

necessari per produrre te-sti in tutte queste lingue?“Si chiamano CAT Tools ovvero Computer-Assisted Translation – spiega Lanfrey – software recenti formati da un data base in cui vengono registrate le frasi dei testi nel-le varie lingue, creando una “memoria” che permette di ritrovare testi tradotti prece-dentemente, anche a distan-za di mesi. Questi programmi sono fra l’altro compatibili con i programmi di impaginazio-ne più rinomati (Indesign, Quark-X-Press, FrameMa-ker, ecc.) e con i linguaggi di programmazione HTM, ecc. Lo scopo di questi pro-grammi è di recuperare le parti del testo che si ripetono o che erano già state tradot-te precedentemente. Questa possibilità è preziosa soprat-tutto nel campo della manua-listica, creando un vantaggio enorme per un’Azienda che produce manuali per macchi-ne diverse, ma con una base documentale e normativa si-mile. Questi strumenti – con-tinua Lanfrey – permettono alla CITI di analizzare i testi e di proporre sconti in base

alla percentuale di recupero ripetizioni”.I traduttori, oltre ai pro-grammi, dispongono di aiuti esterni? “Primo fra tutti la banca terminologica della Comu-nità Europea, che troverete all’indirizzo web http://iate.europa.eu/, che permette di ricercare parole o frasi nelle lingue ufficiali della UE.Un’altra base che può esse-re utile anche alle aziende è la Base dati denominata e-CERTIS, strumento ideato dalla Commissione Euro-pea come guida alle aziende nella giungla di documenti da fornire per partecipare a gare pubbliche nei vari paesi membri”.

Qualche novità sul fronte della qualità?“‘La qualità a un prezzo competitivo’ è da sempre la filosofia aziendale della CITI, che ha ottenuto la Cer-tificazione per il Sistema di Gestione in Qualità ai sensi della norma UNI EN ISO 9001:2000 già nel 1999, oggi implementata con la Diretti-va Europea sulla Traduzione EN 15038. Sono ancora po-che le aziende che oggi usano il doppio controllo imposto da quest’ultima direttiva, che rappresenta un valore aggiunto importante per la CITI e una garanzia supple-mentare per le aziende che sanno di potere contare su servizi di alta qualità”.

21SERVIZI

Traduzioni: l’Europa rimane il primo mercato di esportazione per l’italiaNel primo trimestre 2011, le esportazioni in Emilia-Romagna segnano un +19,2%

Lanfrey (Citi Traduzioni): Francia e Germania rappresentano più del 18% del fatturato

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22 EDILIZIA

Seicof è una newco ovvero una nuova azienda specializ-zata, nell’isolamento acusti-co, impermeabilizzazioni, in-stallazione di termocappotti per interno ed esterno e solu-zioni innovative in genere.Nasce dall’esperienza plu-riennale di Europedil, im-presa operante nel settore delle costruzioni e delle ri-strutturazioni. Chiediamo a Christian Ferrara, respon-sabile commerciale di Seicof (www.seicof.it), di presen-tarci meglio questa nuova realtà aziendale.“Seicof si specializza ulte-riormente rispetto ad Euro-pedil, proponendosi come partner affidabile e compe-tente in tutte la fasi di realiz-zazione di un progetto edili-zio, sia a livello industriale che residenziale, avvalendosi di personale altamente quali-ficato”.Quali sono i vostri punti di forza?“La costruzione di immobi-li con soluzioni innovative è sempre stato un punto di forza per Europedil – spiega Ferrara. Nel corso degli anni abbiamo maturato grande

esperienza, frutto di una co-stante attenzione ai nuovi prodotti, alla scelta dei mate-riali e alle relative tecniche di applicazione.Le tecniche di costruzione in questi ultimi decenni, sono cambiate in modo irreversi-bile. La crisi che ha colpito il set-tore, poi, ha lasciato segni indelebili e abbiamo ritenuto di estrema importanza - sulla scia delle normative europee che hanno imposto linee gui-da, nonché restrizioni, alle tecniche di costruzione - di-stinguerci in un mercato da sempre altamente competi-tivo, puntando sulla riquali-ficazione degli edifici preesi-stenti e sulla efficienza ener-getica dell’involucro edilizio.Realizzare interventi di ri-qualificazione energetica si-gnifica, infatti, ridurre i costi legati ai consumi di energia per il riscaldamento e il raf-frescamento dell’edificio, aumentare il valore immobi-liare dell’edificio, migliorare il comfort e il benessere abi-tativo e contribuire alla ridu-zione delle emissioni di CO2.Possiamo contare – continua

Ferrara – su partner qualifi-cati come Baumit, azienda specializzata nei sistemi di isolamento a cappotto ter-mico, Sprayrub, il “sigillan-te acustico” che costituisce la prima vera alternativa ai classici prodotti utilizzati per isolare acusticamente i pavimenti e le pareti di un edificio, Risanarè-Coprox, la soluzione per il risanamento delle murature deteriorate dall’umidità e Kerakoll, lea-der mondiale nella produzio-

ne di collanti, adesivi e pro-dotti chimici per l’edilizia. Quest’ultima è un’azienda da sempre all’avanguardia nella progettazione di solu-zioni innovative. Una delle ultime novità pro-poste nel campo delle im-permeabilizzazioni – spiega Ferrara – è Nanoflex Eco, nato dalla ricerca di Kerakoll nel campo dei materiali per l’edilizia contemporanea, che offre le più alte presta-zioni nella realizzazione di membrane impermeabili pri-ma della posa di rivestimenti in ceramica, pietra naturale, mosaici, etc.”. Dove opera maggiormen-te l’azienda?“Seicof è attiva su tutto il ter-ritorio regionale, in partico-lare Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza. I nostri tecnici qualificati, oltre ad eseguire i lavori rispettando i tempi di consegna previsti, sapranno anche consigliarvi sui materialI più opportunI da utilizzare per costruire o ristrutturare uffici, abitazio-ni, ecc”.Quanto è importante il rapporto con il cliente?

“Per Seicof il rapporto diret-to con i clienti è basilare. Per questo trattiamo la vendita e la ristrutturazione di im-mobili direttamente, senza alcun intermediario, anche perché chi sa illustrare e de-scrivere al meglio il prodotto se non chi lo ha creato?”.

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23

Ancora novità in casa Bre-da, uno dei punti di riferimen-to a livello nazionale nella pro-duzione di portoni sezionali destinati al mercato residen-ziale ed al mondo dell’indu-stria. L’azienda ha recente-mente presentato la nuova versione della porta pedonale, puntando su estetica, vantag-gi strutturali e tenuta termica, per un prodotto di qualità in perfetto stile Breda Sistemi Industriali. Chiediamo a Da-vide Faccia di Sistel Automa-zioni, rivenditore ufficiale per la Provincia di Reggio Emilia (www.sistelautomazioni.it), quali sono le principali novità del restyling del prodotto.

“La nuova porta pedonale – spiega Faccia – rappresen-ta una soluzione funzionale per il passaggio di persone, il transito di biciclette o attrez-zature da giardino attraverso il portone. Ora è disponibile per l’intera gamma di porto-ni sezionali in acciaio e in al-luminio. I nuovi profili in al-luminio che compongono il telaio della porta – continua Faccia – sono stati progettati dall’ufficio Ricerca & Svilup-po dell’azienda in modo da adattarsi alle diverse combi-nazioni di colore dei portoni Breda. Grazie ad un accura-to intervento di restyling e di miglioramento complessivo

del prodotto dal punto di vi-sta estetico sono stati elimi-nati i rivetti esterni, mentre per garantire maggiore soli-dità al prodotto le modifiche sono state indirizzate a una revisione della configurazio-ne del telaio. L’implemen-tazione del numero e della qualità delle guarnizioni ga-rantisce, infine, un isola-mento termico della chiusu-ra ai massimi livelli. Presen-tata nella sua prima versione non più di un anno fa – preci-sa Faccia – la porta pedona-le inserita nel manto con so-glia ribassata è una soluzio-ne estremamente funziona-le che forma una superficie

calpestabile in perfetta tran-quillità, per un concentra-to di qualità e sicurezza che mantiene inalterate le carat-teristiche di comodità ed ele-ganza tipiche di ogni prodot-to Breda. La porta pedonale è priva dello scalino ed il sen-

sore - caratteristica esclusiva di questi portoni - garantisce il blocco del portone quando la porta non è perfettamen-te chiusa, per una sicurezza senza eguali. I portoni indu-striali Breda – conclude Fac-cia – assicurano sicurezza, eleganza e funzionalità. E’ possibilie scegliete la porta sezionale più adatta alla vo-stra azienda tra i modelli del-la linea Steel Line (portoni in acciaio coibentati) e la linea Alu Line (portoni sezionali in alluminio). I portoni sezio-nali Breda sapranno dare un tocco in più di praticità alla vostra attività, sia essa com-merciale o industriale”.

La sicurezza rimane sem-pre un problema all’ordine del giorno per le nostre imprese, soprattutto durante la chiusu-ra dell’attività per le ferie esti-ve e invernali. Il potenziamen-to dei servizi di vigilanza, già predisposti durante l’anno, si dimostra quasi una necessità per evitare furti e rapine non solo di denaro contante, ma anche e soprattutto di materie prime.“Per far fronte ad una cri-minalità organizzata, dota-ta delle più moderne tecno-logie e sempre più “aggior-nata” sui sistemi di sicurezza e videosorveglianza, Corpo Guardie Giurate può rafforza-re i controlli diurni e nottur-ni per garantire un’adeguata

protezione alle aziende” af-ferma Paolo Bertoni, Presi-dente dell’Istituto di vigilanza (www.corpoguardiegiurate.it) che da oltre 65 anni lavora a stretto contatto con le princi-pali realtà imprenditoriali del territorio”.Cosa si intende esatta-mente per potenziamen-to dei servizi di vigilanza? Che supporto potete offri-re alle imprese?“Corpo Guardie Giurate, gra-zie all’esperienza acquisita nel corso degli anni ed alla note-vole flessibilità della propria struttura è in grado di predi-sporre Servizi Speciali, con una durata anche limitata nel tempo. E’ possibile quindi in-tensificare i controlli su azien-

de, centri commerciali, nego-zi chiusi o abitazioni incusto-dite nei periodi di vacanza.Al fine di potenziare, inoltre, la vigilanza nelle aree più sog-gette al rischio di furti – con-tinua Bertoni – possiamo isti-tuire anche speciali pattuglie di quartiere. Questo servizio è indicato soprattutto per quei centri industriali, villaggi ar-tigianali o zone residenziali che necessitano di una mag-giore presenza di pattuglie in fasce orarie ben definite”.In che modo riuscite a far fronte ad un aumento del-le pattuglie di vigilanza?“La nostra struttura può con-tare su oltre 75 unità e pos-siamo garantire un servizio personalizzato, sulla base

delle esigenze del cliente. I servizi speciali di vigilanza senza dubbio impongono una riorganizzazione delle nor-mali attività lavorative ed una nuova dislocazione di tutte le pattuglie che presidiano il territorio. I nostri operatori, preparati a gestire anche le si-tuazioni più impreviste, sono in costante contatto con la Centrale Operativa e le Forze di Polizia, grazie all’ausilio di sofisticati dispositivi tecno-logici, segnalando eventuali anomalie in loco, garantendo dunque un pronto intervento.Sono convinto – conclude Bertoni – che le tecnologie ab-biano contribuito a migliora-re l’efficienza del nostro lavo-ro e la possibilità di persona-

lizzare i servizi offerti (senza una moderna centrale opera-tiva non potremmo garantire un monitoraggio costante, 24 ore su 24), ma il “fattore uma-no” rimane comunque un ele-mento indispensabile per ga-rantire un controllo ed una si-curezza adeguata alle aziende clienti”.

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