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~ / GIOVANNI i / MORELLO Concorso a cattedre COME AFFRONTARE LA PROVA SCRITTA COME GIÀ' NEL NUMERO SCORSO DI SCUOLAINSIEME, PER LA PROVA PRESELETTIVA, CONTINUIAMO SU QUESTO NUMERO AD OFFRIRE Al LETTORI CONSIGLI UTILI PER AFFRONTARE LE PROVE SCRITTE DEL CONCORSO A CATTEDRE. CHE SI SVOLGERANNO A FEBBRAIO L a prossima prova scritta per i concorsi a cattedre costituirà certamente una sfida molto impegnativa per i candidati. Consiste- rà nella risposta a quattro quesiti a risposta aperta (tre quesiti nelle classi di concorso dove è prevista una prova di laboratorio). Le rispo- ste saranno valutate sulla base di punteggi ottenuti in rapporto a quattro criteri definiti a livello nazio- nale: pertinenza, correttezza lingui- stica, completezza, originalità. Il "toto-quesiti" impazza da settima- ne ma, per quanto ci si possa eser- citare a tentare previsioni, il mistero è (e presumibilmente rimarrà fino alla fine) piuttosto fitto, quanto me- no su una serie di aspetti di non poco conto. Innanzitutto, c'è da chiedersi a) quale ruolo avrà l'Inglese in questi quesiti (pensiamo alla scuola primaria, dove è specificamente prevista una domanda, se non più, in lin- gua e con possibile risposta in lingua) e b) se i quesiti sa- ranno formulati in modo da implicare anche più doman- de interne. Non è inoltre an- cora chiaro c) il peso che sarà attri- buito, all'interno dei quattro quesiti, alla parte "disciplinare" relativa ai programmi e a quella "professiona- le" indicata nelle Avvertenze gene- rali; cosi come non è chiaro d) se si riferiranno ad argomenti specifici o se implicheranno l'armonizzazione di conoscenze attinenti a diversi ambiti fra quelli indicati nel bando. Inoltre, non si sa e) quali saranno i criteri (motivati) di valutazione che le singole commissioni potranno aggiungere o modificare rispetto ai quattro criteri definiti a livello nazio- nale, punto questo a cui è lecito guardare con qualche (altrettanto motivato) sospetto. Preparazione e approccio alla prova. Qualche indicazione Possiamo suddividere i possibili consigli per la prova scritta in rap- porto ai quattro criteri di valutazio- ni enucleati a livello nazionale dal Ministero.

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~ / GIOVANNI i / MORELLO

Concorso a cattedre COME AFFRONTARE LA PROVA SCRITTA

COME GIÀ' NEL NUMERO SCORSO DI SCUOLAINSIEME, PER LA PROVA PRESELETTIVA, CONTINUIAMO SU QUESTO NUMERO AD OFFRIRE Al LETTORI CONSIGLI UTILI PER AFFRONTARE LE PROVE SCRITTE DEL CONCORSO A CATTEDRE. CHE SI SVOLGERANNO A FEBBRAIO

La prossima prova scritta per i concorsi a cattedre costituirà certamente una sfida molto impegnativa per i candidati. Consiste-

rà nella risposta a quattro quesiti a risposta aperta (tre quesiti nelle classi di concorso dove è prevista una prova di laboratorio). Le rispo-ste saranno valutate sulla base di punteggi ottenuti in rapporto a quattro criteri definiti a livello nazio-nale: pertinenza, correttezza lingui-stica, completezza, originalità. Il "toto-quesiti" impazza da settima-ne ma, per quanto ci si possa eser-citare a tentare previsioni, il mistero è (e presumibilmente rimarrà fino alla fine) piuttosto fitto, quanto me-

no su una serie di aspetti di non poco conto. Innanzitutto, c'è da chiedersi a) quale ruolo avrà l'Inglese in questi quesiti (pensiamo alla scuola primaria, dove è specificamente prevista una domanda, se non più, in lin-gua e con possibile risposta in lingua) e b) se i quesiti sa-ranno formulati in modo da implicare anche più doman-de interne. Non è inoltre an-

cora chiaro c) il peso che sarà attri-buito, all'interno dei quattro quesiti, alla parte "disciplinare" relativa ai programmi e a quella "professiona-le" indicata nelle Avvertenze gene-rali; cosi come non è chiaro d) se si riferiranno ad argomenti specifici o se implicheranno l'armonizzazione di conoscenze attinenti a diversi ambiti fra quelli indicati nel bando. Inoltre, non si sa e) quali saranno i criteri (motivati) di valutazione che le singole commissioni potranno aggiungere o modificare rispetto ai quattro criteri definiti a livello nazio-nale, punto questo a cui è lecito guardare con qualche (altrettanto motivato) sospetto.

Preparazione e approccio alla prova. Qualche indicazione Possiamo suddividere i possibili consigli per la prova scritta in rap-porto ai quattro criteri di valutazio-ni enucleati a livello nazionale dal Ministero.

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Elaborare un testo che risponda al requisito della pertinenza Tale requisito vincola il candidato a non debordare dallo spazio logico-concettuale definito dalla precisa richiesta avanzata nel singolo que-sito. Qui il "peccato" principale è agire in eccesso, magari per una sottesa smania di completezza o nel tentativo di compensare even-tuali parti (pertinenti) che non si riesce però a trattare (per lacune nella preparazione, oblio momen-taneo, ecc.). Occorre innanzitutto leggere con molta attenzione il quesito e defini-re attentamente la cornice di perti-nenza che questo determina. Non si tratta solo di leggere superficial-mente la "sostanza semantica" del quesito ("si deve parlare di questo argomento"), ma di interpretare at-tentamente i modi stessi della sua formulazione. I quesiti possono avere, ad esem-pio, un grado più o meno elevato di complessità strutturale e possono

quindi porre una pluralità di richie-ste, non tutte necessariamente for-mulate in modo esplicito (a volte la richiesta è implicita nell'uso virgo-lettato di un termine, nella presen-za di una proposizione incidentale, in una proposizione subordinata che costituisce la condizione di quanto si esprime nella principale, ecc.). Occorre quindi, innanzitutto, dividere nelle sue proposizioni co-stitutive il periodo linguistico in cui è espresso il quesito, traducendo il tutto in domande esplicite. Fatto questo, risulta più chiaro il campo o la cornice di pertinenza delle ri-sposte che devono essere date. Occorre fare inoltre molta attenzio-ne al tipo di verbo in cui si esprime la consegna esplicita: ciascun ver-bo infatti ha una sua caratura se-mantica che va rispettata, pur risul-tando in più punti sinonimico ri-spetto a tanti altri (pensiamo a ver-bi come elaborare, delineare, enu-cleare, descrivere, collegare, inter-pretare, riassumere, ecc.). Questi verbi indicano operazioni di scrittu-ra diverse fra loro, nonostante le af-finità che essi possono pur presen-tare come esplicitazione del più generale scrivere a proposito di.

Attenzione al requisito della correttezza linguistica Questo punto non va sottovalutato. La presenza anche di un banale er-rore ortografico (soprattutto se col-legato con altre incertezze di tipo linguistico) può penalizzare note-volmente il punteggio in questo pa-rametro. Che è del resto il più og-gettivo fra tutti. Occorre quindi fare molta attenzione all'ortografia (aiu-tandosi eventualmente col vocabo-lario), in particolare all'uso degli accenti (a cominciare dalla distin-zione fra accenti acuti, come nella congiunzione perché, e accenti

gravi, come nella congiunzione cioè), aspetto spesso poco vigilato nella scrittura, e all'uso degli apo-strofi (esempio di classico errore: qual è?scritto con l'apostrofo). Per quanto riguarda gli aspetti morfosintattici, va ricordato che la maggior parte degli errori è in ge-nere dovuta a periodi linguistici troppo lunghi (e quindi più difficil-mente governabili sul piano sintat-tico), a errori nella concordanza dei tempi verbali, all'uso di modi verbali impliciti (soprattutto il ge-rundio), che, non presentando de-sinenze che indicano il numero della persona, possono far perdere di vista il rapporto fra il soggetto della proposizione principale e di quella ad essa immediatamente subordinata.

LE PROVE SCRITTE DEL CONCORSO SARANNO VALUTATE SULLA BASE DI PUNTEGGI OTTENUTI IN RAPPORTO A QUATTRO CRITERI DEFINITI A LIVELLO NAZIONALE: PERTINENZA, CORRETTEZZA LINGUISTICA, COMPLETEZZA, ORIGINALITÀ

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Come affrontare LA PROVA SCRITTA DEL CONCORSO

Come rispondere al requisito della completezza Il termine completezza va inteso chiaramente. I programmi com-prendono buona parte dello "scibi-le" di una disciplina (con classi di concorso che comprendono in ge-nere più discipline), sia pur nelle sue linee generali. Se a ciò si ag-giungono le conoscenze che biso-gna dimostrare di aver acquisito sulla dimensione professionale (v. Avvertenze generali), che com-prendono aspetti pedagogici, di-dattici, epistemologici, storici, ordi-namentali, normativi e costituzio-nali, di psicologia sociale ecc., si capisce che l'impresa è per certi versi proibitiva.

IL PRINCIPIO DEL "DEVO FARE TUTTO E • PERCHÉ POTREBBERO CHIEDERMELO" ASCE DALLANSIA E NON DEVE ESSERE QUESTA EMOZIONE A DETTARE LEGGE NELLA SCELTA DEL DETTAGLIO DELLE

INFORMAZIONI DA APPRENDERE

Se si vuole avere qualche possibili-tà in più, non diciamo di dominare, ma almeno di controllare con mag-gior padronanza tale impressio-nante mole di dati, la prima que-stione da considerare riguarda il li-vello di dettaglio da privilegiare. Potremmo dire, chiamando in pre-stito termini di storia economica e di agricoltura, che sarebbe oppor-tuno andare più verso uno studio di tipo "estensivo" che non "intensi-vo" ai contenuti culturali. Per studio estensivo si intende qui uno studio che copra un po' tutti gli aspetti fondamentali dei vari argomenti, ma lasciando al loro destino le con-nessioni concettuali di secondo o terzo livello. Meglio allora avere le idee chiare sugli elementi fondamentali dei va-ri argomenti piuttosto che sapere tutto su alcuni aspetti e quasi nien-te di altri pur importanti o, peggio, aver maturato una "ecumenica" confusione un po' su tutto.

La sindrome del perfezionismo e l'esigenza di una visione com-plessiva della trama concettuale A questo riguardo, va collegata la questione del cosiddetto "perfezio-nismo", che rappresenta uno degli ostacoli maggiori all'apprendimen-to di qualità. Il principio del "devo fare tutto e bene, perché potrebbe-ro chiedermelo" nasce infatti dal-l'ansia e non deve essere questa emozione a dettare legge nella scelta del dettaglio delle informa-zioni da apprendere. Occorre invece, dominando le in-formazioni essenziali, avere grande chiarezza di visione complessiva della rete di concetti, principi, mo-delli logici e snodi di articolazione di cui si compone una disciplina. Del resto, la prova semistrutturata a risposta aperta consente di ge-

stire in modo abbastanza autono-mo il processo di selezione delle informazioni da riportare sul foglio e nello stesso tempo costringe ad una sintesi notevole. Lasciarsi inva-dere da una serie infinita di infor-mazioni, con approfondimenti con-tinui e ampliamenti (magari su più testi di studio) degli argomenti, può risultare non solo poco utile ma perfino controproducente, se crea più confusione e "interferenze mnestiche" di quanto effettivo e so-lido sapere non contribuisca a de-terminare. In fase di scrittura, occorrerà so-prattutto, pertanto, dopo una de-scrizione di fondo degli elementi di base in cui si articola l'argomento oggetto del quesito, menzionare (non trattare a loro volta) nel modo più pertinente possibile tutti gli aspetti che sono collegati alla stes-sa area tematica da trattare. Per di-mostrare di possedere una mappa cognitiva sufficientemente articola-ta e completa degli aspetti logico-concettuali di cui si compone l'ar-gomento. Qualcosa che dia l'idea di una notevole capacità di "visio-ne dall'alto" e di orientamento sul-l'argomento.

52 scuolainsieme FEB_MAR 2013

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Formarsi una chiara ed essen-ziale mappa cognitiva dei vari argomenti di studio L'elaborazione di mappe concet-tuali diventa a questo punto, so-prattutto in quanto sono in gioco grandi masse di informazioni, una soluzione strategica per certi versi obbligata, perché costringe a pen-sare ai vari elementi di collega-mento e nello stesso rende fisica-mente visibili (attraverso linee, figu-re geometriche, colori, ecc.) con-cetti astratti e astratti nodi concet-tuali al nostro sistema di elabora-zione mentale, facilitando notevol-mente il lavoro del nostro cervello. Mappe concettuali o schemi con parole-chiave non solo possono essere costruite in fase di studio, ma vanno anche utilizzate in fase di prima strutturazione della rispo-sta durante la prova. Sarà infatti im-portante definire nella loro scarna ossatura, una volta letto attenta-mente il titolo, l'insieme degli ele-menti concettuali che si vorranno affrontare, in modo da avere un quadro chiaro e ordinato di cosa si andrà a scrivere. L'attivarsi subito a tracciare questa mappa contribuisce peraltro an-che ad abbassare il livello di ansia del candidato, in quanto lo pone nella condizione di operare da su-bito attivamente per la costruzione della sua risposta.

Strutturare una risposta che ottemperi al requisito dell'originalità Il termine appare quanto meno in-felice: non si intende chiedere infat-ti ai candidati, ovviamente, di ripor-tare inediti risultati di ricerche per-sonali o di prefigurare nuove teorie didattico-pedagogiche. Qui, verisí-milmente, originalità sta per grado di personalizzazione dello scritto.

Gli esaminatori guarderanno in-somma al linguaggio utilizzato, ai collegamenti effettuati, all'approc-cio complessivo di analisi prescel-to, ad eventuali idee personali a (breve) corredo delle enunciazioni formulate. L'obiettivo evidente è evitare che i testi rappresentino nient'altro che rimasticazioni meccaniche, noiose e acritiche di cose apprese (o per-fino solo memorizzate), ma senza un processo di elaborazione pro-fonda e di "metabolizzazione co-gnitiva" che personalizzi quei con-tenuti. Occorre invece dimostrare che questi sono stati non solo ac-quisiti, ma che hanno strutturato ef-fettive competenze nel candidato, consentendogli di orientarsi in mo-do adeguato e secondo un perso-nale e peculiare stile di approccio nella rete di informazioni e concetti in cui si struttura il tema trattato. Non saranno presumibilmente ri-chieste opinioni personali del can-didato sul tema, ma questi potrà utilmente trovare il modo di veico-lare brevemente la propria posizio-ne sugli eventuali nodi problemati-ci collegati all'ambito che sta trat-tando.

L'ELABORAZIONE DI MAPPE CONCETTUALI DIVENTA UNA SOLUZIONE STRATEGICA PERCHÉ COSTRINGE A PENSARE Al VARI ELEMENTI DI COLLEGAMENTO E NELLO STESSO RENDE FISICAMENTE VISIBILI I CONCETTI ASTRATTI

Acquisire e saper usare i termini tecnici Un elemento che non si presenta come esplicito parametro di valuta-zione, ma che è in genere molto considerato dalle commissioni esa-minatrici dei concorsi, ha a che fare con la competenza lessicale tecni-ca (attiva, cioè nell'effettiva capaci-tà d'uso dei termini) dimostrata dal candidato. La pertinenza e la ric-chezza lessicale vengono viste di buon occhio da chi legge e fanno fare certamente una migliore figura rispetto a prove caratterizzate da un linguaggio sciattamente colloquiale e semanticamente generico. In fase di studio, per ogni argo-mento sarebbe pertanto opportu-no acquisire una serie di ulteriori termini tecnici fra quelli che si sa di non usare normalmente, necessari sia per condensare in un minor nu-mero di parole quanto si ha da scri-vere che per precisarlo in modo più rigoroso.