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Giornalino Scolastico Scuola Secondaria Sambuci - Anno 2014-15 N° 6 Gocce di inchiostro 1 La mimosa è stata adottata, come il fiore simbolo della festa della donna, dalle femministe italiane per contraddistinguere e simboleggiare la ricorrenza dell’ 8 marzo. Nel novembre del 1943, nacque nel nord Italia un’organizza- zione femminile con il nome di “Gruppi di di- fesa della donna” e per l’assistenza ai combattenti del- la libertà, con lo scopo as- soluto di unire tutte le donne in uno scopo comune di as- sistenza e re- sistenza contro i nazi-fascisti. Dopo l’insurrezione del nord, i Gruppi si fusero con affini organiz- zazioni meridionali, dando vita all’UDI che si riunì in Congresso Na- zionale a Firenze nel 1945 per concordare un pro- gramma di rinnovamento democratico della vita na- zionale. A Roma nel 1946, l’UDI stava preparando il primo “otto marzo” del dopoguerra; le donne romane scel- sero i fiori giallo intenso e profumati della mimosa, come simbolo della loro festa perché era un fiore facile da trovare perché fioriva proprio in quel periodo in quantità abbondanti nei giardini di Roma e dei Castelli, erano facili da raccogliere, adatti ad essere tagliati in piccoli rametti per essere esibiti al- l’occhiello o tra i capelli. Altre fonti invece ci riportano al fune- rale delle donne operaie morte nell' incendio della loro fab- brica per di- fendere i loro diritti. In quel- la occasione le persone lan- ciarono sul cor- teo funebre rami di mimosa presi da- gli alberi. In America nelle tribù in- diane regalare una mimosa era segno di amore appassionato. In Inghilterra invece le ragazze meno carine utilizza- vano le mimose per indicare le loro idee, le ragazze infilavano un fiore di mimosa nell’occhiello della giacca o tra i capelli, per esibire la loro femminilità. La cosa certa è che la Mimosa vuole rappresenta- re il simbolo di forza e femminilità. 8 marzo 2015

Gocce di inchiostro - noicisiamo58 · dell’ 8 marzo. Nel novembre del 1943, nacque nel nord Italia un’organizza-zione femminile con il nome di “Gruppi di di-fesa della donna”

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Giornalino Scolastico Scuola Secondaria Sambuci - Anno 2014-15

N° 6Gocce di inchiostro

1

La mimosa è stata adottata, come il fiore simbolodella festa della donna, dalle femministe italiane percontraddistinguere e simboleggiare la ricorrenzadell’ 8 marzo.Nel novembre del 1943, nacquenel nord Italia un’organizza-zione femminile con ilnome di “Gruppi di di-fesa della donna” eper l’assistenza aicombattenti del-la libertà, conlo scopo as-soluto di uniretutte le donnein uno scopocomune di as-sistenza e re-sistenza controi nazi-fascisti.Dopo l’insurrezionedel nord, i Gruppi sifusero con affini organiz-zazioni meridionali, dando vitaall’UDI che si riunì in Congresso Na-zionale a Firenze nel 1945 per concordare un pro-gramma di rinnovamento democratico della vita na-zionale.A Roma nel 1946, l’UDI stava preparando il primo“otto marzo” del dopoguerra; le donne romane scel-sero i fiori giallo intenso e profumati della mimosa,

come simbolo della loro festa perché era un fiorefacile da trovare perché fioriva proprio in quelperiodo in quantità abbondanti nei giardini di Roma

e dei Castelli, erano facili da raccogliere,adatti ad essere tagliati in piccoli

rametti per essere esibiti al-l’occhiello o tra i capelli.

Altre fonti invece ciriportano al fune-

rale delle donneoperaie mortenell' incendiodella loro fab-brica per di-fendere i lorodiritti. In quel-la occasione

le persone lan-ciarono sul cor-

teo funebre ramidi mimosa presi da-

gli alberi. In America nelle tribù in-

diane regalare una mimosaera segno di amore appassionato.

In Inghilterra invece le ragazze meno carine utilizza-vano le mimose per indicare le loro idee, le ragazzeinfilavano un fiore di mimosa nell’occhiello dellagiacca o tra i capelli, per esibire la loro femminilità.La cosa certa è che la Mimosa vuole rappresenta-re il simbolo di forza e femminilità.

8 marzo 2015

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Parla la prof

Cari Lettorinonostante questo sia il mese della Festa della Donna, vigarantisco che noi “gentil sesso” abbiamo lavorato comunque

alacremente affianco ai nostri “baldi giovani”. Non ne siete convinti?Leggete e... mi raccomando non siate troppo severi nel giudizio.

Prof.ssa Laura Cipriani

Il Cielo

Il cielo è una cosa meravigliosa! Mi capita molto spesso di guardarlo. Lofaccio molto soprattutto di notte, quando il cielo è stellato e la lunasplende magnificamente! Mi sembra una mamma che veglia su di noi pertutta la notte e fa sì che dormiamo bene. L’estate mi piace sdraiarmi sulprato e associare le forme delle nuvole a cose, animali e persino persone.Tutto questo mi tranquillizza. A volte invece credo che l’umore delle per-sone può cambiare l’aspetto del cielo: quando la gente è arrabbiata, ilcielo è nero, pieno di fulmini e tuoni, quando la gente è triste, il cielo ècolor grigio e piove a dirotto; però quando la gente è felice e gioiosa ilcielo è limpidissimo! Molte volte guardo il cielo con gli amici però, a mepersonalmente non piace molto: forse perché parlano troppo invece dirilassarsi. Catalina

Voglio parlarvi di una cosa che conoscono tutti: il cielo. Mi piacerebbe rac-contarvi di tutte le emozioni che mi trasmette. Il cielo con tutte le suesfumature di celeste, azzurro, indaco mi mette sempre allegria. A voltemi fa pensare, secondo me il cielo è come una persona e per questo io

mi ci confido molto spesso. Lo so vi sembrerà strano, ma a me no, il motivo per cui io mi confido è che luinon mi giudica, mi ascolta e basta. È vero che ho 12 anni, ma a me piace ancora credere, che sopra dinoi, ci sia qualcosa e che proprio il cielo ci divida da un altro mondo. Bisogna dire che a me il cielo piaceanche di notte, vi state chiedendo perché? La rispostaè semplice, a me piace osservare i pianeti. Purtropponon ho ancora un telescopio per osservare i pianeti tuttii giorni, ma a volte vedo e imparo molte cose da docu-mentari e libri. Un’altra cosa che adoro è osservare lestelle e le costellazioni. Le stelle sono le cose più facilida osservare perché si può fare a occhio nudo. Le stelleche preferisco sono quelle cadenti e quelle comete. Finoad ora ho visto 3 stelle cadenti e qualche stella cometa.Purtroppo quando ho la fortuna di osservarle, con lacoda dell’occhio, non faccio mai in tempo ad esprimereun desiderio. In questi casi prego il cielo perché ne fac-cia “cadere” un’altra… Martina D.

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La produzione di un foglio di carta usando carta di giornale

Obiettivi: Dimostrare che è possibile “riciclare la carta” eprodurre un foglio di carta.

Materiali: Acqua, carta, colla vinilica.

Strumenti: Bacinelle, setaccio, mattarello, minipimer, stro-finacci, giornali, stendi pasta, phon, due secchie una tavola piana di compensato.

Procedura:1 Abbiamo preso due tipi di carta: quella assorbente e

quella da giornale e, dopo averli strappati, li abbiamomessi in acqua calda per due giorni e due notti.

2 Poi è stata frullata con il minipimer, rendendola uni-forme.

3 Abbiamo diluito con più acqua la pasta all’interno di unabacinella.

4 Successivamente con il setaccio abbiamo filtrato la pol-tiglia, (se volete rendere la carta più compatta e imper-meabile, potete aggiungerci la colla vinilica).

5 Abbiamo immerso il setaccio nella bacinella, filtrato lapoltiglia e abbiamo steso la cellulosa sopra una tavolapiana di legno avvolta da pezzi di stoffa.

6 Ci siamo aiutati con le mani per stendere bene l’impa-sto.

7 Dopo averla stesa per bene con il mattarello,abbiamomesso ad asciugare la nostra futura carta sotto la fine-stra.

8 Se non si asciuga e andate di fretta potete anche usareil phon e il ferro dastiro.9 Per rendere lacarta tutto dellostesso spessore l’ab-biamo fatta passarenello stendi pasta arullo.

Osservazioni:- Il minipimer ci ha la-sciato dopo alcuni mi-nuti.- La seconda bacinellad’acqua che abbiamopreparato è stata piùdifficile da utilizzareperché aveva più so-

stanze collanti rispetto alla carta assor-bente.

Conclusioni:L’esperimento è riuscito e abbiamo dimo-strato che è possibile “riciclare la carta”anche se non abbiamo a disposizione la mac-china continua. Francesca, Luigi

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Se la mia penna potesse parlare...

Se la mia penna potesse parlare direbbe che la tratto bene, non la butto mai per terra e che sto sempreattento. La mia penna è di colore giallo e grigio, l’inchiostro è blu. Gabriele

Se la mia pena potesse parlare direbbe sicuramente che stare con me è una vera tortura. Poverina comenon biasimarla io la mozzico sempre, la tiro, la faccio cadere. ecc. ecc. Io mi affezziono sempre a tutte lepenne, perché è con loro che mi arrabbio quando scrivo male oppure quando sbaglio a prenderne una einvece di prendere quella blu prendo quella rossa. È con loro che mi congratulo quando scrivo un temalungo e prendo un bel voto ed è grazie a loro che, durante la lezione, mi svago un po’ mozzicandole... ilmio passantempo preferito. Quindi dò un grazie dal profondo del cuore alle mie penne che sono sicura,se potessero, mi ucciderebbero... :-). Valentina

Se la mia penna potesse parlare …. cosa direbbe! Prima ditutto mi chiederebbe pietà, per tutte le torture che subi-

sce …. come ad esempio quando la mozzico per l’ansiadelle verifiche, la piego per il nervoso, o la rompo a

metà in modo da poter costruire una mazzafionda.La tiro in tutte le parti di casa e a volte la usocome mazza da golf o baseball, infine sicura-mente si vendicherebbe e Dio solo lo sa se sareiancora vivo!!!! Alessio

Se tutto fosse normale, alla mia penna piace-rebbe avere molti fogli per raccontare mille av-venture ma……qualcosa non fila diritto……

perché la rompo sempre attraverso varie cadutee mordicchiate. Poverina!

Racconterebbe solo strazi e lamenti: “Ahi, chemale”, “Oh la mia punta!”, “Il mio inchiostro, capperi,

è già finito anche se il tubicino è ancora pieno!” “Per-ché sono capitata nelle mani di Luigi?” “Uffa meglio seero nata matita!” Luigi

AIUTOOO!

SALVATEMI

BARBIANCHI ANNA MARIA

Via Borgo Theodoli, 32

00020 SAMBUCI (RM)

Via A. Theodoli, 17 - 00020 SAMBUCI (RM)Tel. 0774 797268

La Bottegadei Sapori

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Interviste

...a Giuseppe GaribaldiFrancesco: Buon giorno signor Garibaldi vorrei porgerle alcune domande persapere qualcosa in più sulla sua vita.Garibaldi: Per me va bene basta che facciamo in fretta perché devo andare aparlare con il mio “esercito” di volontari.Francesco: Va bene iniziamo subito. Lei in quest’ultimo periodo ha compiutomolte imprese, per lei quale è stata la più emozionante?Garibaldi: Sicuramente la spedizione dei mille.Francesco: Perché?Garibaldi: Compiere una simile impresa con poche persone non è facile.

Francesco: Dopo aver conquistato la Sicilia e quindi essere riuscito a liberarla dai Borbone, lei ha affidatoqueste terre a Vittorio Emanuele II e non direttamente ai contadini che l’avevano aiutato per-ché?

Garibaldi: Io affidai le terre a Vittorio Emanuele II perché in questo modo le terre erano in mano sicura.Francesco: Dopo però queste terre sono state messe all’asta a caro prezzo in questo modo i contadini

non le hanno potute comprare. Lei cosa ne pensa?Garibaldi: Io penso che Vittorio Emanuele II ha fatto la cosa migliore.Francesco: Si, però ora i contadini si stanno ribellando perché non sanno con cosa vivere e inoltre sono

state fatte anche altre leggi, come ad esempio l’obbligo militare per almeno cinque anni. Leipensa che questa legge sia giusta nei confronti dei più poveri?

Garibaldi: Se devo dire la mia questa legge cambierà la vita contadina, quindi la mia risposta è che ov-viamente non sono d’accordo.

Francesco: Ora cambiamo discorso. Tornando indietro rifarebbe ciò che ha fatto? Se si perché?Garibaldi: No, non cambierei niente anzi cambierei soltanto una cosa, darei subito le terre siciliane di-

rettamente ai contadini per ringraziarli di avermi aiutato.Francesco: La mia intervista è finita. La ringrazio per la pazienza. Arrivederci.Garibaldi: Di niente. Arrivederci. Francesco C.

...a Giulio CesarePer il nostro giornalino scolastico abbiamo ottenuto un esclusiva intervista ad un per-sonaggio a tutti noto. Signori e signore abbiamo infatti il piacere di parlare con unodegli uomini che ha davvero cambiato la storia dell'umanità. Ha portato l'impero ro-mano fino alle coste dell' oceano atlantico, è riuscito a sottomettere a sé l'intera Galliae a spingersi oltre le coste britanniche stiamo parlando dell' unico e inimitabile Giuloo-oooo Cesareeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!

Aurora: Intanto La ringrazio per avermi concesso un intervista, considerati quanti secoli si porta sullespalle!!

Cesare: Grazie a te! per me è solo un piacere, inoltre sei di provincia quindi non potevo dirti di no!!Aurora: I suoi tre nomini sono Gaio Giulio Cesare, è nato il 12 luglio del 100 a.c. in un quartiere di

roma chiamato Suburra, dalla prestigiosa famiglia Giulia? Cesare: La gens iulia, sì.Aurora: Ora che l’abbiamo censito, ci parli un pò di Lei. Cesare: Ebbi un ruolo cruciale nella transizione del sistema di governo dalla forma repubblicana a

quella imperiale. Fui dictator di Roma alla fine del 49 a.c., nel 46 a.c. con carica decennalee nel 44 a.c. come dittatore perpetuo.

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Aurora: Wow!!! ha avuto cariche molto importanti e ha portato roma ad un vastissimo impero...Cesare: Io sono stato un generale e politico romano ed uno degli uomini più influenti della storia.

inoltre sono apparso frequentemente in opere letterarie ed artistiche sin dall' antichità.Aurora: In effetti basterebbe pensare alla grande opera di shakespeare. Cesare: Infatti, è vero: l'umanesimo e il rinascimento tramandarono nella cultura classica europea

un‘immagine assai forte della storia romana e dei suoi personaggi che per secoli furono vis-suti come modello, ed esempio, che perdurò fino al periodo romantico. Ciò è particolarentevero nel mio caso, unico tra i romani a ricevere ancor'oggi piccoli omaggi floreali, depostisull'ara del mio foro romano.

Aurora: Caro signor Giulio la ringrazio per avermi offerto l' opportunità di intervistarla e le sono moltogrataper avermi offerto tutta questa grande cultura...

Cesare: Non c'è problema spero che sia stato di aiuto a te e a tutti i tuoi compagni, arrivederci.Aurora: Arrivederci. Aurora

...ad HitlerMi svegliai come al solito alle 7:00 del mattino. Mentre mi stavo lavando il mio te-lefono incominciò a squillare: era il mio capo che strillò direttamente al mio cer-vello di sbrigarmi perché c’era una persona da intervistare. E così in fretta e furiami precipitai in redazione. Il capo mi accompagnò allo studio numero 34 e mi in-dicò di entrare. Io aprii la porta e, vedendo due baffetti unici, la richiusi immedia-tamente. Chiesi al mio superiore se era realmente lui. Egli confermò. Entrai disoppiatto nella stanza pronunciando timidamente un: <<Salve>>. Ricevetti in ri-sposta un cenno del capo. Mi sedetti dinanzi al Fuhrer. Ci misi un po’ per rompereil ghiaccio. Iniziai chiedendogli della sua infanzia. Egli mi rispose dicendo che non

sapeva nemmeno se fosse ebreo, tedesco o tutte e due. Poi continuò: <<La mia è stataun’infanzia molto travagliata, i tre matrimoni di mio padre e la sua carcerazione, i continuitraslochi e le varie bocciature a scuola...>>. Si fermò per tossire. Poi riprese: <<Quando riu-scii a finire le scuole, passai due anni fra la pigrizia e mia madre che spingeva per farmi faredomanda alla scuola delle Belle Arti di Vienna, alla fine la feci ma mi fu respinta. Poi arrivòla guerra>>. Gli chiesi cosa ricordasse della guerra. La sua risposta si scolpiva pian pianonella mia mente: <<il Signore quel giorno mi protesse con la sua mano>>. (credo in riferi-mento al suo debutto sul campo in cui, di una batteria di soldati, l’unico superstite fu lui). Mapoi la sua espressione cambiò e i suoi occhi sembrarono vuoti: <<Ma non capisco perchéSatana mi scelse per la sua opera>>. Rimase un attimo sovrappensiero ma poi proseguìsdrammatizzando: <<Ma in compenso ricevetti alcune onorificenze>>. Io insistetti con le do-mande: <<Mi parli del Mein Kampf?>> mi rispose che lui e il suo amico Rudolf, negli ottomesi di carcere, scrissero la prima parte del libro poi finito da Hitler stesso. <<A che cosaattribuisce il successo della sua politica?>>. Risposta breve ma coincisa:<<Alla mia abilitàoratoria>>. A quel punto gli porsi una domanda ovvia: <<Da cosa nacque il suo odio per gliebrei?>>. Capii che avrebbe preferito no rispondere ma lo fece ugualmente: <<Forse dallamia convinzione che la razza ariana era la razza perfetta o forse dalle mie origini incerte>>.<<Quale era il suo scopo nella 2° guerra mondiale?>>. <<Quello di ricreare un terzo reich>>.Continuai con i quesiti: <<Chi fu il suo miglio alleato nella guerra?>>. Rispose fermamente:<<Me stesso, perché non mi fidavo nemmeno delle scarpe che portavo>>. Infine feci un do-manda per pura curiosità: <<Era veramente astemio e vegano?>> si mise a ridacchiare:<<No, no io bevevo molta birra ed il mio piatto preferito era il piccione farcito>>. Mi chiesese avevamo finito; io risposi di si e ringraziai per la collaborazione. Quando fu sulla porta lofermai con una domanda: <<Rifarebbe ciò che ha fatto?>> la sua espressione si riempì di ri-morsi e, a mezza bocca, disse: <<Nine>>. Ringraziai nuovamente e lo lasciai andare. Fran-cesco P.

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...a Galileo GalileiGiulia: Buongiorno signor Galilei, sono qui per intervistarla. Come prima cosa vorreichiederle di parlarmi della sua vita. Galileo: Che domanda difficile! Ci vorrebbe un ‘altra vita per raccontare tutto! La miavita inizia il 15 Febbraio 1564. Da ragazzo mio padre voleva che studiassi medicina.Dopo alcuni anni capii però che il mio interesse era rivolto alla matematica. Mi piaceva

osservare, analizzare la realtà, costruire strumenti. Non volevo imparare leggendo, ma guar-dando. Quanto odiavo quei libri! Quello che volevo era guardare da vicino il mondo.

Giulia: Quindi si ritiene soddisfatto della sua vita, oppure c’è qualcosa che vorrebbe cambiare?Galileo: Vorrei cambiare tante cose ma almeno ho fatto ciò che ho amato fare e credo di averlo fatto

bene. Questo mi rende soddisfatto anche se pochi apprezzano il mio lavoro. Giulia: Perché crede che pochi apprezzino ciò che ha fatto?Galileo: Perché il mondo non era e non è ancora pronto per ascoltare e accettare cosa ho da dire.

Intanto mi attaccano, mi accusano, mi distruggono, sperando di riuscire a cancellare quelsenso di smarrimento di fronte a un mondo che cambia e che si evolve.

Giulia: Qual è l’opera di cui va più fiero?Galileo: Sicuramente “Il dialogo sopra i massimi sistemi del mondo”.Giulia: E di cosa si tratta?Galileo: E’ un’opera scientifica scritta sotto forma di dialogo fra tre personaggi: Simplicio, Sagredo e

Salviati.Giulia: Grazie per il tempo che mi ha dedicato signor Galilei.Galileo: Grazie a lei per aver dato voce ad un uomo come me, che nessuno ha mai voluto ascoltare

e che da tutti è considerato un nemico. Giulia

...a Leonardo da VinciOggi incontriamo un uomo geniale che da cinque secoli affascina il mondo, grazie a luiabbiamo scoperto molte cose sulla medicina, sulla scienza e sui misteri dell’universo.Sicuramente è il personaggio rinascimentale più importante e che tutto il mondo ci in-vidia.Nicolò: Buongiorno Signor Leonardo, ci racconti delle sue origini.Leonardo: Mi chiamo Leonardo da Vinci e sono nato il 15 Aprile 1452 in un piccoloborgo di nome Vinci, tra Firenze e Pistoia. Nicolò: Quando ha cominciato a notare le sue capacità artistiche e tecniche?

Leonardo: Praticamente da bambino mi sono reso conto che ero attratto da tutti i fenomeni naturali,mi piaceva osservarli e studiare il loro funzionamento, ero un inesauribile curioso.

Nicolò: Quali sono state le sue prime esperienze?Leonardo: A 17 anni iniziai a lavorare presso la bottega d’arte del Verrocchio, una delle più rinomate di

Firenze, nella quale ho iniziato a dipingere e e suonare la Lira. Inoltre grazie a Lorenzo deMedici, uno dei più grandi signori della città, ho iniziato a costruire i primi macchinari.

Nicolò: Si parla molto, nella mia epoca, dei “codici da Vinci”, ci può raccontare di che si tratta?Leonardo: Visto che studiavo e osservavo tutto quello che avevo intorno, avevo bisogno anche di scri-

verlo, un modo come avete voi di prendere appunti. Nei miei scritti avevo l’abitudine di dise-gnare tutto e di scrivere a fianco delle considerazioni. Alcuni studiosi hanno ipotizzato chedietro i miei scritti si nascondesse qualche segreto, secondo me stimolati dal fatto che scri-vevo spesso da destra a sinistra, talvolta anche specularmente, in modo, cioè, che il mio la-voro si potesse leggere solo riflettendo il testo in uno specchio.

Nicolò: Lei è stato uno dei primi a studiare e rappresentare l’anatomia del corpo umano in manieramolto dettagliata, ha qualche segreto?

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Leonardo: Per conoscere “dal vero” i segreti della natura umana ho sezionato circa 30 cadaveri di uo-mini e donne di ogni età, questo mi ha permesso di comprendere il nostro corpo.

Nicolò: Nel suo tempo erano permesse queste pratiche inconsuete di studio?Leonardo: Non proprio, anzi a volte mi creavano seri problemi. Infatti a Roma, visto che era la città del

papa, questi studi erano proibiti e venni denunciato per negromanzia come se fossi un mago.Nicolò: Parlando di pittura a quale quadro è più affezionato?Leonardo: Io sono molto affezionato al quadro più amato al mondo: La Gioconda, lo portavo sempre

con me in viaggio. Nicolò: Lei ha inventato molte macchine da guerra ce ne può parlare?Leonardo: Io ho realizzato fortificazioni, ponti girevoli, balestre giganti e soprattutto “il ponte salvatico”,

tutto utile per attaccare il nemico ma soprattutto per mettersi in salvo da improvvisi attacchi.Nicolò: Tra le sue invenzioni le è rimasto qualche rimpianto?Leonardo: Anche se sono riuscito a costruire favolose macchine volanti studiando il movimento degli

uccelli, non sono riuscito a realizzare il mio sogno più grande: far volare l’uomo.Nicolò: Sig. Leonardo nella mia epoca l’Italia è unita all’Europa e a tutti i paesi che la compongono,

usiamo un’unica moneta chiamata euro. Lo sa che sulla moneta da un euro è rappresentatoun suo disegno: l’uomo di Vitruvio, le fa piacere?

Leonardo: Certo, mi fa piacere che dopo tanti anni apprezziate ancora le mie opere. Con l’uomo di Vi-truvio ho voluto dimostrare che la figura umana poteva essere rappresentata sia dentro uncerchio che dentro un quadrato, per individuare quale era il centro del nostro corpo.

Nicolò: Grazie del tempo che ci ha concesso, buonasera maestro.Leonardo: Grazie a lei di aver pensato a me per la sua intervista, buonasera. Nicolò

Lieti eventi ...della “Nostra Comunità”

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La mia professoressa di ItalianoLaura Cipriani è la nostra prof di italiano e se si incavola è peggio di un vulcano se per l' interrogazione non hai studiato,ti beccherai un bell’impreparato.Storia, epica, grammatica e italiano ci sta insegnando, e si arrabbierà tanto se stai chiaccherando.Il suo stile è molto particolare, che, tra l’altro, non fa altro che cambiare! A lei non importa se hai altre dieci materie i suoi compiti ti riduranno sempre in macerie,prima delle sue verifiche hai il terroree speri con tutto il cuore che ti venga un malore. Ma noi alunni le vogliamo un gran bene e con lei il prossim anno vogliam rimanere.

Vivien e Andra

I miei sogniIn questo articolo ne approfitterò per parlaredi me e dei miei sogni, (approfittatene anchevoi se mi conoscete soltanto di vista) farò unaspecie di top five come quelle di MTV.5 vorrei prendere cinture superiori a karate;4 avere un’amica che mi ascolti veramente;3 viaggiare e conoscere persone di altri paesi;2 avere dei super poteri (è infantile però è

forte!) in particolare quello del fuoco, sapercolorare le cose con un solo dito e magarivolare;

1 vorrei incontrare i Coldplay, la mia band pre-ferita (non che mi sia innamorata di lorosono troppo “vecchi”) però hai visto mai...Francesca C.

Caro DiarioA volte gli adulti non mi sembrano neanche persone! Non capiscono neanche un po’ noi giovani di oggi! Epensa che anche loro sono stati come noi! Adesso ti racconto: qualche giorno fa era il compleanno diElisa ed io come sua migliore amica sono stata invitata. Io sinceramente non stavo più nella pelle e mi di-menticai completamente di dirlo ai miei. Così arrivate le 17.00 iniziai a prepararmi. Pensate che ci homesso un’ ora e mezzo e, quando stavo per uscire di casa, mi sentii dire:- Dov’è che vai Catalina? -- Beh al compleanno di Elisa! - E allora non ti pare il caso di avvisarci?- Ghiacciai... me ne ero completamente dimenticata!- Per questo non andrai da nessuna parte! - Io iniziai a discutere con loro e finimmo per litigare! Non riusciia convincerli e quindi quella sera, me ne dovetti restare bella bella a casa! Avrei dovuto avvisarli ….. All’inizioero su tutte le furie ma poi mi passò. Beh caro diario in fondo era anche colpa mia! Ti saluto e alla pros-sima!!! Catalina

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...Superstizioni...

Le credenze popolari sono nate nei tempi antichi e, molto spesso, non se neconosce l’origine anche se alcuni pensano che siano nate dall’ignoranza dei po-poli. Queste leggende con il tempo si sono trasformate in verità e le persone,non riescono a fare a meno di crederci. Per esempio se a mia madre cade delsale a terra, non può fare a meno di prenderlo e gettarlo dietro la spalla sinistra.Si dice anche che, se un gatto nero ti attraversa la strada porta molta sfortuna;un‘altra superstizione è quella di non sedersi mai a tavola in 13 persone e cer-care sempre di aggiungerne una per allontanare la sfortuna. Non da meno è ildetto “Né di venere né di marte non si sposa né si parte e né si dà principio al-l’arte. Ma non ci dimentichiamo del famoso detto: “Mangiare lenticchie a capodanno porta soldi tutto l’anno”infatti noi in famiglia ne mangiamo sempre almeno un cucchiaio. Cristiano

Beh, non so che dire sulle superstizioni ma ...Per prima cosa voglio dire chenon ci credo anche se, però, qualcosa mi spinge a fare l’opposto. Ora vispiego perché. Una volta, fuori pioveva a dirotto ed io dovevo andare comesempre alla scuola. Prima di uscire dal portoncino, per sbaglio, aprii l om-brello ma senza accorge mene. In quello stesso giorno sotto casa mia sta-vano restaurando l’arcata ed io passai sotto la scala e mentre ci passavo,un gatto nero mi tagliò la strada. Quindi tre cosidette superstizioni in unasola volta anzi quattro perché, finita la scuola, io ed i miei amici, con il pallonerompemmo uno specchio. Non successe niente però ora che ci penso nonè che sono stato io l’artefice della crisi italiana? A voi la risposta. Gildo Pio

Ciao, oggi voglio raccontarvi di una superstizione del mio paese. Si dice che nel periodo autunnale, soprattuttodopo l’uno e il due novembre, nel cimitero, dove ogni anno si trovano molte castagne da raccogliere, se i vivisono stati bravi e hanno augurato una buona vita nell’aldilà ai morti, di castagne se ne trovano a bizzeffe finoa dicembre! Ma se la gente è stata egoista, di castagne non se ne trova neanche una. Questa è una super-stizione molto curiosa, ma io non credo così tanto a queste cose però e sempre meglio non infrangerle.Amadio

Sto camminando per una via di Tivoli e mi dovrei sbrigare perché nonvoglio perdere l'autobus. La via è stretta ed è a senso unico, e soprala mia testa stanno facendo vari lavori. Mi imbatto in una scala checopre tutto il marciapiede. "Passo o non passo? meglio di no, non vor-rei imbattermi nella sfortuna... Ma poi arriverei tardi alla fermata...".Penso cosa fare mentre il tempo passa veloce, e dopo varie teorie,decido di passare sotto la scala. Esco con spalle rigide e occhi quasisocchiusi dal vialetto, aspettando che mi succeda qualcosa di terribile,ma niente. Tiro un sospiro di sollievo, ma appena guardo l'ora mi ca-dono le braccia a terra. Comincio a correre come se non ci fosse undomani ma come arrivo a destinazione non c'è più nessuno. Ho persol'autobus!!! Vivien

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LocandaCasella

della

0774.928053335.8757454

Via della Casella 10/12 00020 Cineto Romano (RM)

www.locandadellacasella.com

Loc

anda della Casella

Via Fontana di Ciocio, 100020 GERANO

Tel. 0774/798631 - Fax 0774/[email protected]

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1) Insaccato di carne di suino.2) Bevanda al gusto di frutta

3) Vegetale dagli accesi colori4) Frutta estiva dal colore rosso

...e adesso un po’ di IngleseAbbiamo studiato gli alimenti In lingua Inglese e abbiamo pensato di proporre ai nostri

lettori alcuni passatempi!!Riuscite a trovare la parola MISTERIOSA????

5) Si compra dal fornaio6) Carne di maiale essiccata e conservata7) Si usa al mattino con pane e burro…..8) Frutto di maggio dal colore rosso vivo9) Lo produce la mucca (liquido dal colore

bianco)10) Prodotto alimentare che si ricava per

coagulazione del latte11) Liquido trasparente inodore e incolore

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Page 12: Gocce di inchiostro - noicisiamo58 · dell’ 8 marzo. Nel novembre del 1943, nacque nel nord Italia un’organizza-zione femminile con il nome di “Gruppi di di-fesa della donna”

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Redazione: Prof.ssa Laura Cipriani, Tel. 0774 797025 (Scuola)

Collaboratori: Tutto il personale scolastico

Giornalisti: gli Alunni della Scuola Media Plesso di Sambuci

http://noicisiamo58.wordpress.com/

Ridiamo un po’...

Durante le ore di lingua inglese abbiamo affrontato il tema dell’amicizia: Nella prima parte già pubblicatavi abbiamo presentato i nostri proverbi sull’argomento; in questa seconda parte, come promesso, alcunenostre massime - speriamo vi piacciano!!!

My friends are very important!!! Every day I spend my time with them…

In my opinion, best friend is a person who: makes me smile when I’m sad and…..is always willing to help me. Giulia

I respect my friends’ opinions and their differences. He’s a very good friend, because in the most difficult and sad situations always knows how to help me pulling me out of the bad mood. Francesco

Best friend is a very cheerful person, who helps you when you need. Sara

Best friend listens all your problems and makes you happy. Arianna

A friend helps me in the most difficult moments and we have great fun together. Nicolò

I think the best friend should be: kind, reliable, a sincere person. I believe I can always count on my best friend. Francesco

My friend always helps me when I need it and he loves me unconditionally. Alex

Best friend defends you and he is generous with you; He isn’t serious, greedy or bad. Daniel

1) The first president of America

2) Opposite of difficult

3) He works in the circus and he’s got a red nose

4) You use it to greet

5) Opposite of well

6) With the internal camera you do the…

7) Tomorrow, today…

8) Game…9) The apple is a…

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