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Guardando un paesaggio veneto possiamoconstatare come, in un territorio fittamentepopolato di abitazioni e zone industriali, sinasconda l’ossatura dell’ urbanizzazioneoperata dalla Serenissima Repubblica diVenezia. La civiltà romana ha donato al nostroterritorio un assetto viario ed urbanisticoancora rintracciabile e ricostruibile nellelinee principali (cardini e decumani) e inquelle secondarie. Altri domini edamministrazioni ci hanno lasciato qualchetoponimo, qualche edificio, come le “guizze” ele “sale” di longobarda memoria o i castellimedievali.

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E non mancano, sparse nella pianuracircondata da Colli Euganei, MontiBerici e Prealpi Trevigiane,ritrovamenti di materiali di chiaraorigine preromana, sporadici inquanto operati nella maggior partedei casi grazie all’intervento diappassionati e dilettanti, o inoccasione di spedizioni scientifiche.

Ma chi erano in Veneti prima deiPaleoveneti? Cioè, che erano i Venetidell’Et{ del Bronzo, predecessori deipiù noti Veneti dell’Et{ del Ferro?Per chi volesse avventurarsi oltrequesto limite storico ed archeologico,ipotesi e ritrovamenti potrebberocostituire una sfida interessante.

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Motta, mottarella, mottinello, motton,muttiron, montagnoea, montagnola,castelliere, castellaro, tumulo, grumolo...una semplice lista che richiama allamemoria toponimi che si incontrano,con una certa frequenza, nel nostroterritorio.Come dice l’Olivieri, “nel Veneto è dettamotta ogni piccola altura su cui sorge osorgeva un castello”. La parola derivadall’antico germanico, e significa, aseconda dei paesi, deposito o massa ditorba, zolla; mucchio di terra paludosa;mucchio di terra o piccola elevazione,collina.Le motte, queste piccole alture, chepossono essere di origine antropica,cioè opera dell’uomo, o naturale, come idossi fluviali, fungevano da nucleiinsediativi, fortificazioni, punti diavvistamento, sepolture, luoghi di culto.E dalla loro funzione deriva l’intuibileforma.

Motta, mottarella, grumolo …

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Con il termine Età del Bronzo si intende quelperiodo di tempo che, in cronologia assoluta,si estende dal 3500 a.C. al 1200 a.C. Questolasso di tempo è compreso tra quello cheviene chiamato calcolitico, o età del rame, el’et{ del ferro, che ha inizio proprio nel XII-XIsecolo a.C.L’Et{ del Bronzo, così chiamata dalla legametallica di rame e stagno, viene suddivisainternamente in altri quattro periodi: bronzoantico, medio, recente e finale.

Età del Bronzo

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Durante l'antica età del Bronzo genti dallacomune matrice etnico-culturale occupavanotutta l'area benacense, il Trentino, gran partedella Lombardia e del Veneto. Questepopolazioni hanno espresso la piùimportante cultura dell'Italia settentrionaleche gli archeologi hanno chiamato “Culturadi Polada", dalla torbiera in comune diLonato dove è stata individuata per la primavolta.In quest'epoca vengono fondati moltissimivillaggi palafitticoli lungo le rive dei lago diGarda e dei piccoli bacini dell'anfiteatromorenico. Nella fase più recente dellaCultura di Polada, numerosi insediamentisorgono anche nella pianura tra le collinemoreniche e il Po.I villaggi dei Bronzo Antico sono moltopiccoli, con una superficie non superioreall'ettaro e di conseguenza con unapopolazione ristretta che non dovevasuperare le 200/300 persone.

Cultura di Polada

Boario Terme - Archeopark

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Presso il canale delle Barche che collega idue laghi di Revine Lago, pressoComaggiore di Tarzo (TV), si trovaun'importante area archeologica cheprova la presenza umana nella zonaalmeno dal tardo neolitico.Un insediamento palafitticolo su una zonaumida, fondato nel tardo Neolitico efrequentato anche nell'età del Rame enella prima età del Bronzo (4500-2300a.C.) ci ha lasciato resti di palificazioni,frammenti lignei bruciati e tavolati, oltreche massicciate di pietra per rafforzare gliargini del lago. Si aggiungono oggetti d'usoquotidiano: utensili litici (in selce o rocceverdi), terracotte, fusaiole e telai, falcetti emacine e armi: un pugnaletto tipoPeschiera (XV sec. a.C.) e due spade tipoSauerbrunn (XIV e XIII sec. a.C.).Il villaggio è stato ricostruito in comune diRevine Lago, nell'ambito del parcoarcheologico didattico del Livelet.

Archeopark del Livelet

Palafitta di Revine Lago

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Siti fortificati si svilupparono dall’et{del bronzo medio, sino alla fine delbronzo recente, con villaggi che arrivanoal bronzo finale ed alla prima età delferro, come nel caso delle terramaredella pianura padana. Il popolamentodella pianura era capillare coninsediamenti di varie dimensioni einfluenza sul territorio. In linea dimassima la distanza tra due grandivillaggi è compresa, mediamente, tra i 7e gli 8 km.

Villaggi arginati

Terramare di Montale e Anzola, Emilia

Castelliere di Galleriano, Friuli

Castelliere di Noàl ,BL

Terramara di Poviglio. Emilia

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Come facciamo a scoprire la storia di unamotta? Un aiuto fondamentale nellericerche di uno storico o archeologoviene da quell’insieme di informazioniricavabili dalle fonti. Numerose sono lemappe catastali, militari, geografiche;contemporanee, moderne ed antichedove ricercare toponimi, simboli,caratteristiche particolari di campi.Importantissime sono le tradizionipopolari orali trasmesse di generazionein generazione. La consultazione di libriè non meno importante.

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Ma guardando un paesaggio,cosa possiamo trovarci difronte? In genere un accumulodi terra, molto spesso alberato,che si staglia nel bel mezzodella pianura e che risultavisibile anche da notevoledistanza. Una vera e propriamontagnola, alta mediamente7-8 metri, con una pendenzaelevata che, talvolta, ne rendedifficile persino l’arrampicata.

Castelminio di Resana, TV

Motta Buffetto Gardigiano di Scorzé, VE

Motta di Salvarosa, Castelfranco, TV

Montagnoea dei Piotti di Spineda di Riese Pio X, TV

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Più spesso quel che resta sono labili tracce difficilmenteosservabili se non da occhi esperti: leggere variazionialtimetriche sul piano di campagna, confini di campi cherimandano a forme tondeggianti, il cosiddetto cropmark,cioè le variazioni nella crescita della vegetazione,costruzioni e in particolare chiese/chiesette, chepoggiano su quel che resta di un terrapieno, etc. etc.

Cropmarks

Vedute aeree di cropmarks in Galles, UK

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Durante la nostra ricerca, abbiamo spesso visto che la presenza di queste anomalie morfologiche sulpiano della campagna vengono giustificate con il ricorso a spiegazioni di tipo popolare. Tra le molteraccolte sull’origine, appunto, delle motte, ne riportiamo alcune:

- La gente del posto parla di un conte o proprietario terriero del passato che avrebbe fatto erigereuna motta per impegnare la manovalanza in un momento di poco lavoro, allo scopo di abbellire ilterritorio, per fama personale, per la coltivazione della vite in collina, ...

- la motta sarebbe stato il nascondiglio per la “graspa d’oro” cioè un erpice d’oro, oppure per il

“bastone del vescovo”, o per qualche tesoro antico;

- si dice che la motta costituisse la ghiacciaia di qualche villa;

- il sito sarebbe un tumulo improvvisato per seppellire cadaveri di partigiani o soldati tedeschidurante la seconda guerra mondiale.

- motte come luoghi di incontro delle streghe oppure come il corno del diavolo.

Memoria del paesaggio

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Nel territorio italiano sono attestate numerosesituazioni simili a quella delle motte venete e inquasi ogni regione d’Italia sono presenti toponimirivelatori: Motta di Livenza (TV), Motta SanGiovanni (RC), Motta Baluffi (CR), Motta Visconti(MI) etc...In Francia il territorio è costellato di presenzeantropiche tipo sepolture a tumulo (tumulus),motte (mottes) e motte castrali medioevali (mottescastrales). Stessa identica situazione la ritroviamoin Gran Bretagna. Ritornano nomi quali tumulus(burial mound – tumulo di sepoltura), Motte andBailey (tipica del periodo alto medievale) etc. Piùin generale, tutto il territorio europeo, seppur conpeculiarità locali e cronologiche, è interessato daquesto fenomeno: Germania, Belgio, Bulgaria,Irlanda, Repubblica Ceca, Scandinavia, Austria,Balcani, Turchia.

Tumuli a Lüneburger Heide, Germania

Wiston Castle, Galles

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Il Tumulo, dal latino tumulus, designa unacollinetta artificiale, tendenzialmente circolare,che copre una sepoltura di un personaggioeminente e che può essere composta da una o piùcamere sepolcrali oppure, semplicemente, daun’urna cineraria. Si può trovare singolarmente oin gruppi, quasi una necropoli.Attualmente, nelle nostre zone, tumuli sepolcraliin terra sono piuttosto rari da trovare: l’azionedistruttiva dell’uomo, come nel caso del tumuloche dà il nome a Tombolo (PD) e l’erosioneatmosferica ne hanno cancellato le evidenze. Dueesempi quasi certi di tumulo sepolcrale sonoquelli di Salvarosa di Castelfranco Veneto (TV) edi Cendrole di Riese Pio X (TV).

Il Tumulo

Salvarosa di Castelfranco Veneto,TV

Tomba a passaggio, Siebensteinhaeuser, Germania

Malkata Mogila, Bulgaria

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Motta del Diavolo, Sandrigo, VI

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La Motta “Buffetto” o motta di via Tasca situata a Gardigiano di Scorzé (VE) lungovia Giuseppe Rossini è pressoché conservata per intero, appare come un tumuloalto circa 8 metri, rico­perto da vegetazione. Possiamo accennare che nel catastoaustriaco del 1841 quella zona è denominata “alla Montagnola”; nelle immediatevicinanze sorgeva Villa Tasca, del XVI secolo, e forse la motta è stata usata comeghiacciaia un tempo. Ad un primo impatto visivo questo manufatto può essereascritto alla categoria dei tumuli.

Motta “Buffetto”

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Il Castelliere è un sito fortificato compostoda una o più cinte di mura o palizzate diforma ellittica-circolare concentrica oquadrangolare. Nell’area più internastavano le abitazioni dell’èlite, in quellapiù esterna viveva il resto dellapopolazione e poteva esistere un’ulteriorecinta per il bestiame e/o gli orti più vicinial villaggio. Talvolta sono sfruttate alturenaturali, come collinette o dossi fluviali;altre volte l’elevazione necessaria per unabuona difesa veniva approntata dall’uomo.In pratica la terra di risultadall’escavazione di un fossato difensivo erautilizzata per l’innalzamento del sito e lacostruzione dei terrapieni. Questatipologia si associa ad un ambitocronologico, incerto, che va dall’et{ delbronzo all’et{ del ferro. Uno splendidoesempio, tutt’ora ben conservato, sono leMotte di Castello di Godego (TV)/SanMartino di Lupari (PD).

Il Castelliere

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La prima frequentazione del sito si può far risalire a un momento avanzato delBronzo Medio o inizio del Bronzo Recente (fine XIV - inizio XIII sec. a.C.) adopera di un gruppo di cultura terramaricola. Nel corso del XIII secolo a.C.l’abitato è ancora privo di terrapieno o aggere, eretto nel XII. L'aggere presentafenomeni di degrado già nella seconda metà del XII secolo; un primo interventodi manutenzione viene attuato nel Bronzo Finale e un successivo nella prima etàdel Ferro, durante la quale viene anche attuata la gradonatura del versanteinterno. Il nuovo villaggio persiste fino alla prima età del Ferro (fine IX - inizioVIII sec. a.c.) sembra occupi solo l'area interna meglio conservata del sito.

Motte di Castello di Godego, TV/San Martino di Lupari, PD

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Al contrario di molti altriterrapieni presenti nella pianuraveneta, le Motte di Castello diGodego - S. Martino di Luparihanno una marcata orientazioneNO-SE, sia dalla strada che partedal terrapieno con la stessaorientazione per circa duechilometri e che, se prolungataall'interno del terrapienoattraverso il varco a nord-ovestincontra la porta segnalata datumuli, posta a sud-est. Ladirezione individuata è collegataal sorgere del sole a sud-est nelsolstizio d'inverno (21 dicembre)e del tramonto del sole a nord-ovest nel solstizio d'estate (21giugno).

Motte di Castello di Godego, TV/San Martino di Lupari, PD

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La Motta di Stigliano di Noale (VE) è situata tra viaNoalese e via Muson, nei pressi dell’omonimocanale. Il sito è stato utilizzato per l’edificazionedel Castello di Stigliano ed è un esempio di MottaCastrale, cioè un insediamento di epoca alto-medievale, che può essersi installato su unastruttura di epoca molto precedente utilizzando,quindi, alture già esistenti. E’ il precursore deicastelli giunti sino a noi. La motta castrale ècomposta da due nuclei: la motta vera e propria,intesa come una colli­netta tronco/conica, dialtezza variabile dai 4 ai 15 metri, sulla cuisommità sorgeva una torre in legno con laresidenza dell’élite. Vi era poi la corte bassaformata da un terrapieno di forma semi-circolare,circondato da un fossato e da una palizzata cheospitava la popolazione e le attività basilari dellacomuni­tà. Proprio ad indicare il carattereindissolubile delle due entità, in Inghilterra, latipologia è definita come “Motte and Bailey” (mottae corte bassa). Un caso molto evidente di questastruttura è la motta di Castelminio di Resana (TV).

Motta Castrale

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Una serie di allineamenti edequidistanze ci fanno ipotizzarel’inglobamento di queste motte in uncomplesso sistema territoriale: ilcosiddetto paesaggio di potere tipicodell’et{ del bronzo.Tali misure (7,8 e 5,3 km)corrispondono, appunto, in linea dimassima, alle distanze degli abitati dipianura di quell’epoca. Naturalmentenon siamo attualmente in grado distabilire una precisa correlazionecronologico-temporale tra tutti questimanufatti, cioè la loro coesistenzastorica, presupposto essenziale peripotizzarne una correlazione. Perrispondere alle questioni poste sononecessarie ulteriori indaginiapprofondite che aggancino ciascunsito ad una precisa cronologia.

Allineamenti

Castelminio di Resana, TV

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Abbiamo infatti riscontrato che la distanza fra la motta-castelliere diSan Martino di Lupari/Castel di Godego, chiaramente databile all’et{ delbronzo grazie ad alcuni saggi di scavo condotti dalla Sovrintendenzaarcheologica del Veneto, presenta le medesime equidistanze edallineamenti riscontrati nelle motte del territorio veneto: a 15,6 km didistanza (cioè al doppio: 7,8 x 2 = 15,6), in direzione ovest-sud-ovest, sitrova il castelliere con argine ancora parzialmente visibile di San Pietroin Gu. E a rendere ancora più intrigante la scoperta, la linea retta checongiunge i due castelleri citati taglia in una perfetta metà il centro diCittadella, oggi splendida città murata che a suo tempo, sempre grazie acronologie dettate da scavi sistematici, consisteva in un castelliereprotostorico dell’et{ del bronzo.

Allineamenti

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Durante l’et{ del bronzo europea solorelativamente poche persone conoscono l’artedell’estrazione e della lavorazione dei metalli.La maggior parte della popolazione vive, infatti,di agricoltura di sussistenza e allevamento. Perquesto gli artigiani dei metalli assumono unaposizione di rilievo e, grazie alle loroconoscenze e capacità, diventano ricchi.

Metallurgia

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L’et{ del bronzo in Europa è caratterizzata daimportanti trasformazioni sociali. L’accesso agiacimenti di bronzo, l’aumento delle conoscenzesulla sua produzione e lavorazione, il suocommercio come materia prima portano a unadivisione in strati sociali e alla nascita di un cetodominante. La popolazione si insedia stabilmentenelle valli laterali delle Alpi e si formano villaggiben fortificati sui colli riparati. Questa evidentenecessità di sicurezza e l’invenzione di nuove armi,come la spada, indicano un aumento degli scontriarmati e delle scorrerie.

Trasformazioni sociali

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Il bronzo non era importante solo per laproduzione di armi. I fabbri, infatti,contribuiscono anche all'ampia diffusione degliattrezzi agricoli e a una fiorente produzione digioielli in bronzo. Uomini e donne portano fibuleche col passare del tempo diventano sempre piùgrandi e sfarzose. Anelli per i piedi, bracciali,anelli per le dita delle mani, spilloni per i capelli,ciondoli a spirale, gioielli per gli abiti a forma didisco, collane, anelli per cuffia, amuleti ediademi: la gamma di oggetti ornamentali èampia.

Ornamenti

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Ben presto, durante l’et{ del bronzo nell’Europacentrale si forma una classe sociale elitaria cheriunisce in sé potere e ricchezza. I membri diquesto ceto dirigente controllavano l’estrazionedei minerali, la lavorazione del metallo e il suocommercio anche ad ampio raggio. In cima allapiramide sociale c’erano i capi guerrieri; il lorostatus symbol era la spada.

Aristocrazia guerriera

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L’evoluzione delle spade inizia con le cosiddettespade a base semplice, dotate cioè diun’immanicatura trapezoidale o rotonda, che si fissaad una impugnatura in materiale organicodeperibile (legno, osso, corno, etc.). Le spade alingua da presa, invece, terminano con una lingua inmetallo su cui sono inchiodate le guancedell’impugnatura in osso o legno. Un terzo tipo dispada è quello detto “a manico pieno”. Sono spadedotate di un’impugnatura in bronzo massiccio.Durante l’et{ del bronzo, a partire dal 1300 a.C., iguerrieri dell’Europa centrale e dell’arco alpino sidotano per la prima volta di armi da difesa. Portanoelmi, schinieri, bracciali e corazza, che compongonoun’armatura. Poco tempo prima la spada avevasostituito il pugnale come arma offensiva e le lanceavevano preso il posto delle asce da guerra. Le primespade di bronzo fungono da armi da punta, perdiventare spade da taglio nell’ultima fase dell’et{ delbronzo, intorno al 1.200 a.C.

La spada

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Le persone dell'età del bronzo nel territorio alpinofacevano offerte votive in fiumi, laghi, stagni e fonti. Insacrificio venivano offerte soprattutto spade, asce e puntedi lancia. Le lance si trovano inoltre come doni votivi suvalichi di passi e cime di montagna. Alla fine del IImillennio a.C. si diffonde anche una nuova forma rituale, ilrogo votivo con sacrifici animali. Alture e cime sono fra iluoghi che più spesso vengono scelti per le cerimonie. Disolito i resti animali sono mescolati a cocci di recipienti inceramica, che venivano frantumati di proposito nel corsodei rituali, per liberare la loro anima e far lororaggiungere, insieme al fuoco del sacrificio, la divinità.

Offerte votive

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Come erano organizzate le società del bronzoeuropee? Una risposta a questa domanda vienedall’esame delle necropoli: già nelle più antichefasi dell’et{ del bronzo, sepolture di personaggidi rango esemplificano l’esistenza di cetidominanti che tendono a divenire più stabilirispetto all’et{ del Rame. A partire dal 1300 a.C.circa le comunità di villaggio sono generalmentepiù numerose, con varie centinaia di abitanti. Dinorma questi villaggi hanno una vita lunga, finoad arrivare a quattro – cinque secoli grazie anchealle frequenti e imponenti fortificazioni.

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L’ambiente

L’ambiente, come abbiamo visto, variavadalle lagune costiere alla pianura allamontagna. Con il tempo larga parte delleforeste planiziali vennero cedute alpascolo e all’agricoltura intensiva deicereali, ma alcune piante conservaronosempre la loro grande importanzaeconomica e religiosa: i vari tipi diquercia, il frassino, l’olmo, il piopponero, l’ontano, il nocciolo, il corniolo, labetulla, l’abete, il biancospino, il salice,ecc.Alcune piante erano usate per latessitura, come il lino, altre per lamedicina, come l’achillea, l’arnica emolte altre, altre ancora per la magia,come il maggiociondolo, l’amanitamuscaria e la salvia.

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Allevamento

L’economia delle genti venete sibasava sull’allevamento di tre specieprincipali: pecore e capre, bovini emaiali, in misura variabile a secondadell’ambiente. Erano allevati anchecavalli sia per la trazione di carri adue o quattro ruote che per i cocchi diguerra. Le Razzie di animali facevanoparte della vita quotidiana dellecomunità, per cui gli animali dimaggior prestigio erano tenuti sotto

stretta sorveglianza. I cani aiutavanonella sorveglianza degli animali. Lacaccia e la pesca erano praticate,come la raccolta dei molluschid’acqua dolce.

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Caccia

La caccia ad animali che portavano prestigio come il cervo, il cinghiale e l’orso erano probabilmente appannaggio dell’elite guerriera.

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Agricoltura

India, aree tribali

India, aree tribali

Livelet, TV

L’agricoltura era basata sullacoltivazione dei cereali, inparticolare miglio, frumento,orzo con aratri di legnotrainati da buoi, uso delletame e rotazione delleculture. I falcetti erano inlegno e selce e poi in bronzo.

India, aree tribali

India, aree tribali

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Artigianato e commercio

Solo una piccola percentuale dipopolazione, partecipava a scambi sulunga distanza in quanto economicamenteimpegnativi e la maggior parte degli stessiavveniva secondo sfere separate cheagivano su distanze differenti: lungadistanza i beni di prestigio e brevedistanza i beni di sussistenza.La cosiddetta zona diapprovvigionamento locale è in generedi circa 10 km. di raggio intorno alvillaggio e la distanza tra villaggi veneti,che si distanziano in genere lungoallineamenti di 7,8 km. mostra che i benidi sussistenza, intesi come alimentari eoggetti di consumo quotidiano, eranoottenuti o scambiati in loco o nelleimmediate vicinanze, tramite baratto,scambio tra parenti e amici o festività incui avveniva una redistribuzione disurplus. Su un’area di circa 5 km, dettacatchment area, intorno al villaggioavveniva lo sfruttamento delle risorse piùimmediatamente locali.

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La zona di approvvigionamento regionaledefinisce un’area tra i 10 e i 50 km dalvillaggio, e presuppone che il flusso dei beni dascambiare fluisca attraverso parecchi confiniterritoriali e, data la mancanza di stretti legamitra gruppi locali, impone l’esistenza di una seriedi intermediari o istituzioni economicheregionali.La zona di approvvigionamento su lungadistanza (>50 km) presuppone un movimentoattraverso confini etnici e ambienti ecologici daparte di mercanti professionisti e implica unvolume assai ristretto di beni sia per quantitàche per tipo, e in genere mai alimenti o oggettidi artigianato, a meno che non siano dieccezionale prestigio, come le ceramicheminoiche e micenee, ma metalli rari o preziosi,come lo stagno, oggetti di bronzo, ambra,conchiglie, oro e simili. E’ attraverso questazona di approvvigionamento su lunga distanzache si scambiano e si diffondono anchecerimonie, riti, e istituzioni e ideologieconnesse

Ucraina

India

India

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Borum Danimarca

Skydstrup, DK

Wessex, GB

Olmo Nogara, VR

Olmo Nogara, VR

Necropoli e differenze sociali

Le necropoli come quella di OlmoNogara, VR ci hanno restituito moltetombe a inumazione, che mostranocome le culture del Veneto dell’Et{ delBronzo avessero differenze socialisimili ad altre aree d’Europa.Qui vediamo due donne nobili concorredo di spilloni e abiti diaristocratiche della Danimarca, Sveziae Inghilterra.

Friuli

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Capi ed eroi guerrieri

Le necropoli veronesi a inumazioni cidanno un’idea dell’importanza dell’eliteguerriera delle culture delle motte. Laspada e le offerte di oggetti ancheesotici come le ceramiche miceneemostrano l’importanza sociale deldefunto. Alcuni capi hanno deposta una‘corona’ vicino al capo.Qui ci sono abiti maschili dell’elitedell’Ucraina, Danimarca e Inghilterra.

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Religione

La religione dei popoli delle motte ha molti punti in comune con quella degli altri popoli indoeuropei. Esisteva un Dio Supremo della tempesta e una Dea madre. Particolare importanza aveva il culto della dea solare dell’Aurora e dei suoi fratelli, i Divini Gemelli che trainavano il suo carro come cavalli o buoi di giorno e la barca solare come cigni, facendola tornare dall’Oltretomba all’alba. Le offerte di uova di cigno nelle sepolture veronesi ci dicono che il culto era vivo. Offerte di spade e altri oggetti affondati in fiumi e torbiere o lasciate sulle cime dei monti fanno parte di questo complesso culturale.

Carro solare di Trundholm, Danimarca

Disco di Nebra, Germania

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Religione

I piccoli capitaniati(chiefdoms) del Veneto avevano molto in comune con quelli di altre regioni d’Europa. Esistevano probabilmente due capi, un capo sacerdote e un capo guerriero, che impersonavano i Divini Gemelli. Grande importanza rituale aveva anche la moglie –sacerdotessa del culto solare. C’erano un culto del cavallo e del toro, sacrifici umani e un culto degli eroi che erano cantati dai bardi ai banchetti eroici di fronte a calderoni con pezzi di carne, di cui il primo spettava al Campione.

Olmo Nogara,VR

Graffiti del Monte Baldo, VR

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FINE