16
Il Papa della Famiglia Passionista Amare Gesù con il cuore di Maria L’amore di Gesù al primo posto Gioire Passionista Comastri: Lettera ai genitori Riflettendo sulla Lettera ai genitori Servire con amore: G. Pesci Peregrinatio Crucis Testimonianze A A mici di Gesù Crocifisso Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso” Maggio - Giugno 2005 Anno VI n°3

Document

Embed Size (px)

DESCRIPTION

http://www.amicidigesucrocifisso.org/wp-content/uploads/2010/04/2005-3.pdf

Citation preview

Page 1: Document

Il Papa della Famiglia Passionista

Amare Gesù con il cuore di Maria

L’amore di Gesù al primo posto

Gioire Passionista

Comastri: Lettera ai genitori

Riflettendo sulla Lettera ai genitori

Servire con amore: G. Pesci

Peregrinatio Crucis

Testimonianze

AAmici di Gesù Crocifisso Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

Maggio - Giugno 2005Anno VI n°3

Page 2: Document

D esidero iniziare questo nume-ro della rivista con il ricordograto e commosso di Sua

Santità Giovanni Paolo II, volato al cielo il 2 aprile2005. Ho nel mio studio una foto con Giovanni PaoloII, mentre gli bacio la mano. In questi giorni la rimirocon commozione e con gratitudine a Dio per avereavuto la grazia di conoscerlo, di ascoltarlo varie voltedi persona, di baciargli la mano, di mangiare con luial santuario di S. Gabriele. Ma desidero ricordarlo an-che per il suo rapporto con la Famiglia Passionista, re-ligiosi e laici.

Egli conosceva i Passionisti anche prima di esserePapa. Da vescovo in Polonia aveva parlato ai Pas-sionisti del loro fondatore, dicendo tra l’altro:

“S. Paolo della Croce aveva imparato dal Cro-cifisso a dare se stesso per amore. Dare se stesso,ecco la cosa più importante nella spiritualità diSan Paolo, nella sua contemplazione come nellasua predicazione”.

“Dare se stesso”: è stato anche il continuo atteggia-mento del Papa.

Da papa, i suoi rapporti con i Pas-sionisti sono stati continui, soprat-tutto in occasione di convegni, capi-toli generali, anniversari, beatifica-zioni, visita al santuario di S. MariaGoretti a Nettuno nel settembre1979, di S. Gabriele dell’Addoloratanel giugno del 1985, di S. Gemma aLucca il 23 settembre 1989. A que-ste visite programmate aggiunse lasorpresa della breve visita alla casamadre dell’istituto, la Presentazionesul Monte Argentario, il 12 dicem-bre 2000, come un pellegrinaggiogiubilare nei luoghi di S. Paolo del-la Croce, come affermò egli stessoai religiosi sorpresi e quasi increduliper l’improvvisata.

Un dono particolare per la Con-gregazione è stata la canonizzazionedel martire passionista spagnoloS. Innocenzo Canoura Arnau, nel 1999,e la beatificazione di 34 passionisti: Isidoro De Loor,(1984), Pio Campidelli (1985), Bernardo Silvestrelli eCarlo Houben (1988), Niceforo e 26 Compagni marti-ri (1989), Lorenzo Salvi (1989), Grimoaldo Santama-ria (1995), Eugenio BossiIkov (1998).

Da ricordare il riconoscimento delle virtù eroi-che, con il titolo di “venerabile”, di altri 14 mem-bri della famiglia passionista, tra cui una laica, Lu-cia Burlini, discepola di S. Paolo della Croce.In queste occasioni, il Papa non ha mancato diesaltare dinanzi a tutta la Chiesa la spiritualità e lafedeltà al carisma passionista di questi degni disce-poli di San Paolo della Croce.

Il Papa ha manifestato anche una grande fiduciaverso la Congregazione chiamando alla dignità epi-scopale ben 13 passionisti. Nel 1996 ha nominatoMons. Piergiorgio S. Nesti segretario della Congrega-

zione per la Vita Consacrata e Apostolica. Nel 1996ha nominato vicedirettore della sala stampa della S.Sede il P. Ciro Benedettini, già direttore dell’Eco di S.Gabriele. Diversi passionisti sono stati chiamati a uf-fici importanti presso varie congregazioni della S. Se-de e presso la segreteria di stato.

“Cari Passionisti”Nelle omelie o nei messaggi per varie occasioni il

Papa ha posto sempre in risalto i vari aspetti dellaspiritualità passionista, esortando i Passionisti anon perdere la “personalità di contemplativi e diapostoli del Crocifisso”. Nel 1994, il Papa volleonorare con una lettera il terzo centenario della na-scita di S. Paolo della Croce, che “incentrò la suavita e il suo apostolato sulla passione di Gesù, fa-cendone dapprima una mistica esperienza e poiannunciandola agli altri, sia nella predicazioneche nella direzione spirituale”.

Nel messaggio al capitolo generale dei Passioni-sti, tenuto in Brasile nel 2000, si ri-

volge con la confidenza di un pa-dre ai “Cari Passionisti”. Scrivetra l’altro:

“Continuate ad essere maestridi preghiera e speciali testimonidi Cristo crocifisso, attingendodal mistero della Croce la forzaper coltivare generosamente lapassione per la vita.

Il Crocifisso, ecco la sorgentealla quale il Passionista deve at-tingere la propria spiritualità:amare là dov’è più difficile ama-re; amare dove c’è più bisognod’amore. Vostra primaria curaresti sempre l’annuncio di Cri-sto che dalla Croce rinnova al-l’uomo d’ogni tempo il suo invi-to a seguirlo con fedele e docileabbandono. Sull’esempio di SanPaolo della Croce, il Passionista

senta come suo speciale doverequello di offrire al popolo cristiano questa ecce-zionale occasione di evangelizzazione e di con-versione”. Poi il pensiero del Papa corre ai laici escrive: “Nel programma dei lavori capitolariavete riservato un particolare spazio alla rifles-sione sulla condivisione del carisma passionistacon i laici.

Si tratta di uno dei frutti della dottrina dellaChiesa come comunione, che costituisce un nuo-vo capitolo, ricco di speranze, nella storia dellerelazioni tra le persone consacrate e il laicato.Auspico di cuore che quanti lo Spirito chiama adattingere alle stesse fonti della vostra sorgentecarismatica possano trovare in voi dei fratelli esoprattutto, delle guide capaci non solo di condi-videre con loro il carisma, ma soprattutto di for-marli ad un’autentica spiritualità passionista”.

Amici di Gesù Crocifisso

2

Il Papa visita la casa madredei Passionisti sul Monte

Argentario come pellegrinaggioper l’Anno Santo 2000

Il Papa della Famiglia Passionista

Page 3: Document

Amici di Gesù Crocifisso

3

Il Papa benedicela “Fiaccola della Speranza”

per la Tendopoli del 1994

Il Papa benedicei Missionari Passionisti

in partenza per la Bulgaria

Il Papa della “Christi fideles laici”

Si riconosce in queste parole il Papa della “Chri-sti fideles laici”, la fondamentale esortazione apo-stolica del Papa per promuovere nella Chiesa la spi-ritualità dei laici.

Il Papa ha sempre incoraggiato i passionisti a promuo-vere la spiritualità dei laici. Nel 1994 benediceva la“Fiaccola della speranza” dei giovani della Tendopoliche si svolse al santuario di S. Gabriele dal 23 al 27 ago-sto. Nel 2001 scrisse agli stessi giovani una lettera di in-coraggiamento, in occasione della XXI Tendopoli del21-25 agosto, esortandoli ad essere fermento di vita cri-stiana nel loro ambiente. Scriveva:

“Cari ragazzi e ragazze! Cristo vi chiede di essereprotagonisti nell’odierna società di un profondo rinno-vamento religioso centrato sulla preghiera, sulla con-versione personale e sulla costante ricerca della comu-nione ecclesiale. Molti di voi, come catechisti e anima-tori di gruppi, movimenti e associazioni, sono a vario ti-tolo impegnati nelle parrocchie e in diverse diocesi.

Che questa vostra azione missionaria vi renda semprepiù attenti ai “segni” e alle “sfide” del nostro tempo.

Il vostro raduno che ha per tema “Abita la terra e vivicon fede: Globalizzazione o uomo globale?”, vi offrel’occasione di riflettere su uno degli argomenti più at-tuali. È necessario “globalizzare” la solidarietà e l’a-more, secondo il comandamento nuovo di Gesù. Toccaanche a voi adoperarvi con ogni mezzo per costruireuna civiltà e una cultura ispirate al Vangelo della ca-rità. Il futuro del mondo sarà in gran parte nelle vostremani. Ripeto a voi la consegna che ho affidato ai giova-ni del mondo intero, durante il grande Giubileo del2000: “Vedo in voi le sentinelle del mattino in que-st’alba del terzo millennio”.

Per portare a compimento quest’importante compito,seguite con fedeltà il cammino formativo della vostra ti-pica spiritualità, che vi chiede di essere “pellegrini,sentinelle e testimoni”. Pellegrini alla ricerca di Dio,sentinelle che vegliano preparando il ritorno glorioso

del Signore risorto, testimoni intrepidi ecoraggiosi del suo messaggio di salvezza. In questoitinerario spirituale, vi sostenga l’esempio di San Ga-briele dell’Addolorata che, dalla grande tenda del San-tuario, vi protegge”.

In queste parole si riconosce “il Papa boys, il Papadei giovani”, che si illumina e diventa ispirato quandoparla ai giovani. Per questo è stato capito, amato e se-guito dai giovani. Non ci meraviglia allora la commo-zione con cui i giovani della Tendopoli hanno annunzia-to sul loro sito web la morte del Papa.

“Una grande mestizia accompagna queste ore...Una mancanza che sentiamo forte, la perdita di

Giovanni Paolo II, del nostro Papa, ci porta un vuo-to, ci manca, e molto... Noi che siamo nati, comeTendopoli, con lui e per il suo incitamento, il suostimolo a creare spazi di preghiera e riconciliazioneper i giovani lontani; noi che con lui abbiamo per-corso tanta strada, ci sentiamo un po’ persi...

Ma è stato il nostro Papa a dirci di non avere pau-ra e non possiamo spegnere adesso la fiamma dellasperanza e della fede.

Si, siamo andati a cercarlo nelle sue ultime ore divita, lo abbiamo confortato, con la preghiera, conle nostre candele, con i canti, con un pensiero fissoalla sua sofferenza di uomo che fino in fondo hadonato se stesso per l’umanità! Che amore immen-so! Ha pensato a noi giovani anche in momenti co-si duri e tragici... Noi non possiamo deluderlo.Adesso, senza paura, col cuore pieno di letizia per-ché lo sappiamo vicino al nostro Dio, più di primapossiamo continuare a piantare le nostre tende nellenostre comunità. Vogliamo andare avanti, GiovanniPaolo! Perché tu ci hai sempre spinto a farlo, ci haisempre detto di credere in noi! Vogliamo essere nellaChiesa ancora segno dell’Amore di Cristo per l’uomo,con chi il Signore metterà a guida e faro del suo popo-lo”. Parole molto belle, che anche noi, Anici di GesùCrocifisso, facciamo nostre, con un impegno rinnova-to di fedeltà a Cristo Crocifisso, alla Chiesa, alla vo-cazione passionista.

P. Alberto Pierangioli

Page 4: Document

Amare Gesù con il cuore di MariaMAGGIO 2005

Amici di Gesù Crocifisso

4

Due cuori:una sola fornace di amore

In questo anno stiamo approfondendo l’amore cheGesù ci porta e l’amore che noi dobbiamo a Lui.

Nessuno ama una creatura più della sua mamma.Se poi questa mamma è l’Immacolata, la Tuttasanta e

il figlio è il Figlio stesso di Dio, possiamo immaginarequale incendio di amore ci fosse tra i due cuori. In que-sto mese di maggio andiamo alla scuola di Maria perimparare il vero amore di Gesù.

Le immagini più numerose e più suggestive diMaria ce la mostrano con il Figlio in braccio: il Fi-glio bambino, o il Figlio esanime e martoriato appe-na deposto dalla croce.

Non c’è artista che non abbia tentato di interpretarequesto amore materno, l’unione in-tima che va dal presepio al calva-rio, in tutte le pose e sfumaturepossibili. È l’unione d’amore delFiglio e della Madre, che cammina-no verso la croce.

Ogni madre sa che il figlio deve lavita a lei e al padre. Maria invece sache il suo Figlio è fiorito nel suo se-no solo per dono di Dio: sente quin-di quel Figlio tutto suo e perciò loama di amore unico e totale. QuandoMaria stringeva al cuore il suo Figlioripeteva continuamente il suo “Ma-gnificat”: “Grandi cose ha fatto inme l’Onnipotente” (Lc 1,49). Dalsuo cuore sgorgava un continuo rin-graziamento, una lode perenne a Dio,che aveva scelto proprio Lei per que-sta grande prova di amore.

Maria con il Bambino in braccio ola Pietà che stringe il Crocifisso cimostrano come i due cuori fosserouna cosa sola. Maria ha messo a di-sposizione del Figlio di Dio tutta latua vita, per collaborare all’operadella salvezza. Gli evangelisti, tantoavari nel tramandarci notizie sullavita di Maria, ce la mostrano però sempre presente neimomenti essenziali della redenzione: a Nazareth perl’incarnazione, a Betlemme per la nascita, a Cana perl’inizio della vita pubblica, sul Calvario per il sacrificiosupremo, nel Cenacolo per l’inizio della Chiesa.

Alla scuola di Maria,donna “Eucaristica”

In questo anno eucaristico Il Papa ci invita a ri-conoscere il volto di Cristo e ad amarlo soprat-

tutto nell’Eucaristia, sull’esempio di Maria, “donnaeucaristica”. Maria «ci fa come “respirare” i senti-menti di Cristo» (RVM, n.15). D’altra parte «viverenell’Eucaristia il memoriale della morte di Cristo si-gnifica prendere con noi colei che in ogni messa ci

viene donata come Madre. Significa assumere l’impe-gno di conformarci a Cristo, mettendoci alla scuoladella Madre e lasciandoci accompagnare da lei. Ma-ria è presente in tutte le nostre Celebrazioni eucari-stiche» (E. de E. 57).

Celebrando l’Eucaristia in comunione con Maria,dobbiamo imitare i sentimenti e gli atteggiamenti diMaria verso Gesù.

Nel racconto dell’istituzione dell’Eucaristia glievangelisti non parlano della presenza di Maria nelCenacolo, anche se è verosimile che ci fosse, datoche si trovava a Gerusalemme e doveva anche leicelebrare la Pasqua con la sua famiglia. Certamentela Vergine fu presente alle celebrazioni eucaristichedegli Apostoli e dei primi cristiani.

Proviamo a immaginare i sentimenti di Maria nel-l’ascoltare dalla bocca degli Apostoli le parole diGesù nell’Ultima Cena: “Questo è il mio corpo

che è dato per voi” (Lc 22,19)!Quel corpo dato in sacrificio e ri-presentato nell’Eucaristia era lostesso corpo del Figlio concepitonel suo grembo! Ricevere l’Euca-ristia doveva significare per Mariaquasi un ricevere di nuovo ingrembo quel cuore che aveva bat-tuto all’unisono col suo e un rivi-vere ciò che aveva sperimentatonella incarnazione e sotto la Cro-ce. Pensiamo ai sentimenti di fedee di amore di Maria nel ricevere ilcorpo eucaristico del suo Figlio.

Dobbiamo accostarci all’Eucari-stia con le disposizioni di Maria,come S. Gemma, che chiedeva aMaria di prestarle il suo cuore,per poter rIcevere degnamente lasanta Comunione.

Vogliamo sottolineare anche unaprofonda analogia tra il fiat diMaria nell’incarnazione e l’amenche noi pronunciamo quando rice-viamo il corpo del Signore. A Ma-ria fu chiesto di credere che coluiche Ella concepiva era il “Figlio

di Dio” (cfr Lc 1,30-35). A noi viene chiesto di cre-dere che quello stesso Gesù è presente nei segni delpane e del vino consacrato.

Il Papa ci insegna che anche il Rosario ci può aiu-tare nell’adorazione eucaristica: “la meditazionedei misteri e l’andamento ripetitivo delle Ave Mariacostituiscono una sorta di pedagogia dell’amore,fatta per accendere l’animo dell’amore stesso cheMaria nutre verso il Figlio suo” (RVM).

Il Pane eucaristico è la carne immacolata del Fi-glio di Dio e di Maria. In questo anno eucaristico,con l’esempio e l’intercessione di Maria, troviamonell’Eucaristia un nuovo slancio per crescere nell’a-more di Gesù e vivere seriamente la chiamata allasantità, come il vertice della nostra vita cristiana.

P. Alberto Pierangioli

Page 5: Document

Amici di Gesù Crocifisso

5

L’amore di Gesù al primo postoGIUGNO 2005

Amore totale, unico,misericordioso, fedele

N ella “Promessa di amore” ripetiamoogni giorno: “Fa’ che io ti metta sempre

al primo posto e trovi solo in te la vera pace”.Molte volte, nel confessarci, dobbiamo accusarci:“Non ho messo Gesù al primo posto”. Ma chesignifica mettere Gesù al primo posto?Una nostra Amica ha così meditato: “Fa che io timetta sempre al primo posto e trovi solo in te lavera pace. Signore, è l’unica cosa importante enecessaria: Tu nel nostro cuore e nella nostramente. Se Tu sei la prima persona nella nostravita, tutto poi viene da sé. Dove ci sei Tu c’è lapace vera. Nelle persone, nelle cose del mondopossiamo trovare una pace temporanea, soddi-sfazioni umane, più o meno positive, ma non cipuò essere la vera pace. In Te sì, Signore. PerchéTu sei l’Amore. In ogni situazione, Tu sei con noiper offrirci il tuo amore e il tuo aiuto. Sei fedele,sei la libertà, la misericordia”.L’amore di Gesù per noi è un amore totale, unamore “fino alla fine”, fino all’eccesso, un amo-re infinito, un amore che ha dato tutto, anche lavita. Il presepio, il calvario, il tabernacolo e ilconfessionale predicano questo amore totale einfinito di Dio.È un amore unico, come se ognuno di noi fossel’unica persona amata da Lui, fino a farsi man-giare da noi.È un amore misericordioso, sempre pronto alperdono, a purificarci con il suo sangue, a ricon-ciliarci.È un amore fedele ed eterno: ci ha amato findall’eternità e ci amerà per tutta l’eternità, ci haamato sempre e continuerà ad amarci sempre, ri-marrà sempre fedele a questo amore, anche se noidiventiamo infedeli.

Che cosa si aspettail Signore da noi?

S i aspetta solamente di essere riamato comeLui ci ama, con un amore totale, unico, fe-

dele, fino a fare della nostra vita “un continuo at-to di amore, una continua offerta di amore”.Un amore totale, per questo gli promettiamo:“Voglio donare a te tutto l’amore del mio cuore”Un amore unico, per questo gli diciamo: “O Ge-sù, voglio amare te solo” e gli chiediamo: “In-segnami ad amare tutti”, ma “solo in Te, conTe, per Te”. Un amore fedele, che non si tira in-dietro, sia quando ci porta sul Tabor che quando

ci porta nel Getsemani o sul Calvario. Questo si-gnifica mettere Gesù al primo posto. L’amore di Gesù giustamente è esigente. Ci dice:“Chi ama il padre o la madre, il figlio o la fi-glia più di me non è degno di me” (Mt 10,37).Dio Amore che ci chiede di amare tutti, perfino inemici (Mt 5,44), non può chiederci di non ama-re le persone care. Ci chiede solo di mettere Luial primo posto e di amarlo più di ogni altro; Egliallora diventerà per noi modello e sorgente diamore, ci insegnerà ad amare tutti, santificheràanche l’amore umano, che sarà frutto e manife-stazione del suo amore.

La nostra rispostaall’amore di Gesù

T utta la nostra vita deve essere una continuarisposta e offerta d’amore all’amore di Ge-

sù. Dobbiamo offrire a Lui con amore i pensieri,le parole, le azioni di ogni giorno, le cose piccolee quelle grandi, le cose ordinarie e quelle straor-dinarie, le gioie e i dolori. Dobbiamo riempire lagiornata di questa invocazione: “Tutto per tuoamore, Signore”. Teniamo sempre presente Gesù Eucaristia e Ge-sù Crocifisso.Gesù Eucaristia: Riceviamolo il più spessopossibile, ma ogni incontro con Lui sia un veroincontro di amore, sia un crescere nella comu-nione e intimità con Lui, sia come il capo diGiovanni reclinato sul petto di Gesù, non sia maiil bacio di Giuda.Gesù Crocifisso: la consacrazione solenne aGesù Crocifisso, che abbiamo fatto, o possiamofare, è la nostra risposta d’amore a chi ci ha ama-to tanto, per “seguire più da vicino Gesù Croci-fisso. Spinti dal fermo proposito di vivere piùpienamente la consacrazione battesimale, cisiamo impegnati a conoscere più profonda-mente e amare più intensamente Gesù Croci-fisso, a promuovere tra i fedeli la grata memo-ria della sua Passione e ad essere sempre vicinia coloro che soffrono”. Non dimentichiamo questa promessa solenne equesti impegni che abbiamo fatto in chiesa a Ge-sù, non sottovalutiamoli, non banalizziamoli.Consegnandoci il Crocifisso, il sacerdote ci hadetto: “Ricevi questo Crocifisso: contemplaloassiduamente, portalo sempre nella mente, nelcuore e nella vita e testimonialo agli altri conl’esempio e con la parola”. È la nostra risposta di amore all’amore di Gesù.

P. Alberto Pierangioli

Page 6: Document

Amici di Gesù Crocifisso

6

PENSIERO PASSIONISTA maggio-giugno 2005

GIOIRE PASSIONISTA

L a vita cristiana è gioia perché la salvezza ègioia. Il progresso ha moltiplicato le possi-bilità del piacere e del divertimento, ma non

riesce a riempire la vita di gioia, perché essa viene daaltra fonte e deve appagare l’altra dimensione dell’uo-mo che è lo spirito. Non bastano il denaro, le como-dità, il successo e la salute, ma occorrono altre sicu-rezze, come avere un senso della vita e conoscere sestessi non solo come meccanismo psico-fisico, ma an-che come vocazione, origine e destino.

Questi valori non dipendono solo dal mondo mate-riale che noi conosciamo e dominiamo, ma sono an-che trascendenti. Spezzato il rapporto con Dio, è inu-tile rincorrere la gioia e la pace. Il peccato è l’assassi-no della gioia.

La salvezza è gioiaNella Bibbia, la salvezza è sempre

annunciata e attesa come gioia. Abramo sorrise contento

quando ebbe il figlio pro-messo, Gn 21,1-7. Guar-dando quel bimbo“esultò nella speran-za” di vedere ungiorno il messia.Nella fede lo vide ese ne rallegrò, Gv8,56. Sempre in ter-mini di gioiosa spe-ranza annunciano lasalvezza i profeti,specie Isaia, e la sospi-rano i salmisti, specieDavide.

Quando la fase finale deldisegno salvifico della Tri-nità irrompe nel mondo, laprima destinataria è invitata adaccoglierla con gioia. Maria di Naza-reth è salutata dall’angelo: “Rallegrati, pie-na di grazia”, Lc 1.28. “Rallegrati” è l’eco di un an-nuncio antico di secoli. “Piena di grazia” indica l’i-naudita novità dell’Immacolata che sarà madre delsalvatore. Portatrice del segreto, ella si affretta acondividere la gioia con la cugina Elisabetta e colfiglio di lei Giovanni Battista, che per la gioia sob-balza nel seno della madre.

Raccolta e assorbita in queste prime articolazionidel mistero, Maria medita e canta il suo Magnificat,dove la sua anima loda il Signore e il suo spiritoesulta in Dio salvatore.

Il Magnificat è la sintesi dell’identità e della spiritua-lità di Maria. Lo avrà sempre nel cuore. Forse lo canteràcome ninnananna al figlio bambino e ci rifletterà con luia mano a mano che cresce. Nel suo ministero Gesù nesvilupperà tutti i contenuti.

Come la concezione, anche la nascita del salvatore èannunciata dagli angeli come gioia: “Vi annuncio una

grande gioia: oggi vi è nato un salvatore, il CristoSignore”, Lc 2,11.

I misteri gaudiosi sono i primi che meditiamo nelrosario, e tengono viva la memoria dei primordi del-la salvezza come traboccare di gioia. Cristo salvato-re è la fonte della gioia. Sua madre fu la prima adattingerne, tipo e modello per noi, che nelle litanielauretane la chiamiamo “causa della nostra gioia”.

La gioia di Gesù e del discepolo

La vita di Gesù è permeata di gioia, com’è chiarodal suo linguaggio e dai suoi gesti. La sintesi del suoinsegnamento è presentata in una lista di “Beatitudi-ni”, cioè annunci di felicità e gioia, cf. Mt 5,1-12.

Gesù s’incanta a veder volare gli uccelli e fiorire igigli del campo.

Capisce e condivide la gioia di chi semi-na, di chi miete e di chi trova un te-

soro; la gioia del pastore che rin-traccia la pecora, della donna

che recupera la moneta,del padre che riaccoglie

il figlio scappato da ca-sa; la gioia degli invi-tati al pranzo di ami-cizia o al banchettodi nozze e di ognimadre che dà allaluce un bambino

Gesù ritiene questegioie umane preludi

della presenza del re-gno di Dio nel mondo.

Difatti paragona il nostrorapporto con Dio alla festadi un pranzo e all’amore de-

gli sposi.È felice quando i bambini lo

cercano, i semplici e gli umili locapiscono, la gente gli chiede che fare

per salvarsi, gli amici lo invitano a pranzo o loospitano in casa come Marta, Maria e Lazzaro. Esultaquando vede che la sua parola è accolta, per questo imalati guariscono, gli indemoniati sono liberi, pecca-tori come Matteo, Zaccheo e certe prostitute si con-vertono.

Assicura le folle che in cielo si fa festa quando ipeccatori si convertono, Lc 15, 7.10.

Il motivo intimo della gioia di Gesù non sono i suc-cessi apostolici. È la sua comunione col Padre.

Il vangelo di Giovanni ci offre squarci incantevolidi questo rapporto unico e beatificante.

Come Dio, Gesù non ha mai cessato di essere colPadre nell’amore dello Spirito Santo.

Ma anche come uomo è in comunione col Padre,tanto che questi interviene nel battesimo e nellatrasfigurazione per dargliene pubblica confermachiamandolo “mio figlio diletto”. Quest’amore è lasua sicurezza. Non lo abbandonerà mai, neppure

La gioia di Francesco, piccolo Amico di Gesù

��

��

��

��

��

��

Page 7: Document

Amici di Gesù Crocifisso

7

mentre muore sulla croce. “Io non sono solo, perchéil Padre è con me”, Gv 16,32. “Io sono nel Padre e ilPadre è in me”, Id 14,10. “Il Padre mi ama perché iooffro la mia vita”, Id 10.17.

Gesù brucia dal desiderio di entrare nel Padre an-che come uomo. Non gli sarà possibile col suo cor-po mortale, perciò si abbandonerà al Padre nellamorte, confidando che egli provvederà a portarlocon sé nella potenza dello Spirito. “Padre, glorifi-cami davanti a te con quella gloria che avevo pres-so di te prima che il mondo fosse”, Id 17,5. Il Padreprovvederà donando al Figlio il corpo risorto.

Ma Gesù vuole che la sua gioia, fondata nella suaunione col Padre, sia anche la nostra gioia, fondatasulla nostra unione con lui. Nella preghiera finale alPadre, Gesù gli parla di noi. “Voglio che quelli chemi hai dato siano con me, perché siano con noi unacosa sola. Io in loro e tu in me perché siano perfettinell’unità”, Gv 17,22-23.

Nello stesso contesto afferma: “Voi siete afflittima la vostra afflizione si cambierà in gioia”. “Vi ri-vedrò e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi po-trà togliere la vostra gioia”, Id 16,20.22. “Questovi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostragioia sia piena”, Id 15,11

Le apparizioni del Risorto confermano l’avvera-mento delle promesse di gioia fatte da Gesù. I disce-poli di Emmaus si sentono il cuore ardere di gioiasolo a sentirlo parlare. Dopo averlo riconosciuto,tornano indietro pieni di gioia a condividere lo shocd’averlo incontrato, Cf Lc 24, 32-33. “I discepoligioirono al vedere il Signore” Gv 20,20.

Che ne è dell’esperienza e testimonianza dellagioia nella nostra vita? Un cinico osservava che icristiani non sembrano salvati, perché non irradianonella vita la gioia di avere incontrato il Signore.

Gioia cristiana non significa per forza allegriaesterna. Non coincide col divertimento e la spensie-ratezza. Coesiste col dolore e persino con la morte.È la gioia di essere in Dio e di sentirsi sicuri nellasue mani. È basata sulla fede, la parola di Dio, i sa-cramenti.

Il battesimo è gioia, così la cresima e il matrimo-nio, perché ci uniscono alla Trinità con vincoli sem-pre più stretti. L’Eucaristia è la gioia più grande per-ché ci raccoglie insieme col Signore nostro Caponel suo sacrificio e nel banchetto di comunione.

La vita quotidiana dovrebbe respirare e diffonderegioia in tutte le sue manifestazioni: la famiglia, il la-voro, i rapporti; anche nelle malattie, nelle difficoltàe nelle incomprensioni, perché è sempre possibileamare e donare noi stessi. Per sperimentare questagioia Gesù ci dona il suo Spirito, che in ogni mo-mento può farci sentire nell’abbraccio d’amore delPadre e del Figlio.

Gioire Passionistal carisma passionista arricchisce di una speciale mo-

tivazione la gioia cristiana: il sapere che la salvezzascaturisce dalla passione e morte di Gesù e dalla no-stra partecipazione ad essa.

Ogni condizione e attività nella vita e ogni stadiodell’evolversi fisico e psichico implicano il soffrire.Sapere che dalla sofferenza possono scaturire un amo-re più grande e frutti più copiosi è motivo anche diappagamento psicologico, ma soprattutto di gioia perla salvezza che si compie.

“Sono lieto delle sofferenze che sopportoper voi e completo nella mia carne quelloche manca ai patimenti di Cristo, a favoredel suo corpo che è la chiesa”, Col 1,24.

Paolo apostolo presenta spesso lagioia come caratteristica dell’esistenzacristiana, ma in questo caso parla dellagioia che scaturisce dalla sofferenza. Com’èpossibile? Non è masochismo spirituale, ma gioia chepromana dalla coscienza ministeriale. In noi la gioiadeve scaturire dalla coscienza di battezzati, sposati oconsacrati al Signore.

Quando soffriamo per il Signore, vuol dire che il Si-gnore è lì, con noi e per noi, e il suo regno si compie.Se siamo consumati da una malattia o viviamo un rap-porto difficile o spendiamo nel sudore le nostre gior-nate di lavoro, ma lo facciamo con amore chiedendo aDio che ci aiuti, e che ci perdoni quando non ci riu-sciamo, vuol dire che quell’aiuto e quel perdono sonogià lì per noi, e Dio ci sta salvando.

Non è il dolore che salva, ma l’amore che nel doloreraggiunge il valore più alto. Non è la sofferenza in sestessa che ci redime, ma l’unione con Dio e l’abban-dono in lui, che nella sofferenza può toccare la piùprofonda intimità. Come in Gesù Crocifisso.

Nella logica della grazia, questi sono i passaggi: ar-riva il dolore; invece di ribellarci, ci abbandoniamo aDio con amore; Dio risponde donandoci il suo soste-gno; questa è la salvezza che si attua nel concreto del-la nostra storia; possiamo sperimentare la gioia dellapresenza di Dio anche nella sofferenza più straziante.

Questa accoglienza attiva del dolore compie “ciòche manca ai patimenti di Cristo”. Non quelli dellasua passione storica, che sono completi all’infinito,ma quelli “a favore del suo corpo che è la chiesa”.

Come nostro Capo Cristo non può soffrire più.Come Corpo costituito misticamente anche da tutti

noi, da una parte soffre e muore ancora perché noisoffriamo e moriamo, dall’altra vive risorto e ci fa vi-vere con lui tramite il battesimo, gli altri sacramenti ela vita di grazia.

Nel corpo mistico Cristo partecipa alla nostra mortee ci fa partecipare alla sua risurrezione.

È il nucleo della spiritualità del mistero pasquale.La nostra partecipazione ad esso è sempre esperienzadi morte e di risurrezione. L’amore con cui possiamovivere la sofferenza e accettare la morte è già la po-tenza della risurrezione comunicataci dal Risorto.

Esserne consapevoli fa zampillare nell’intimo delnostro essere la gioia della salvezza che accade.

Essere uniti a Cristo e testimoniare la sua presen-za nel mondo significa anche prolungare la sua sof-ferenza d’amore. Non basta esprimere il Cristo mae-stro, santificatore, liberatore. Bisogna renderlo pre-sente anche crocifisso.

La sofferenza per amore è una particolare sorgentedella gioia cristiana.

Le nostre liturgie sui misteri della Passione e del-l’Addolorata ripetono spesso questo concetto nelleantifone e nelle preghiere: “La croce ha recatogioia al mondo. Rallegrati o Madre Addolorata.

O Dio, concedici per intercessione di Maria dirallegrarci nella partecipazione alla passione diGesù”. Lo specifico del gioire passionista consistenello sperimentare e testimoniare che la salvezzanon accade in noi e non si diffonde nel mondo solocon la preghiera, la predicazione, il lavoro pastoraledella chiesa. Essa passa essenzialmente anche per lavia della croce.

Gabriele Cingolani CP

��

��

��

��

��

��

Page 8: Document

8

Amici di Gesù Crocifisso

II - Lettera ai genitori

La vita: schifo o valore?Oggi si avverte un bisogno diffuso di ideali, che dianosenso alla vita. I giovani (ma anche gli adulti!) oggi so-no colmi di tante cose, ma poveri di spiritualità; sonostracolmi di esperienze sessuali, ma poveri di amore eincapaci di amare (e per questo falliscono i matrimoni,perché i giovani non sanno più amare: sanno soltantofare il sesso!); sono sazi e pieni di benessere, ma insod-disfatti e infelici. Una ragazza, trovata suicida nella toi-lette di una stazione di Roma, con implacabile luciditàha lasciato come un testamento ai genitori e a ogni geni-tore: “Riconosco che mi avete voluto bene, ma... nonsiete stati capaci di farmi del bene. Mi avete dato tutto,anche il superfluo, ma... non mi avete dato 1’indispen-sabile: non mi avete indicato un ideale per il quale va-lesse la pena di vivere! Per questo ho deciso di toglier-mi la vita! Perdonatemi, ma non ho altra scelta”.II problema della educazione delle nuove generazionista diventando unavera e propria emer-genza: tantissimi gio-vani stanno morendotra 1’indifferenza ge-nerale, in una societàfrivola e spensierata,ma piena di rischi e ditrabocchetti per la vitadei giovani. Noi adul-ti cristiani ci assumia-mo una terribile re-sponsabilità se nonsiamo capaci di tra-smettere ai giovani ilpatrimonio di sapien-za e di fede, che ha il-luminato la nostra ge-nerazione e quella deinostri genitori e deinostri nonni. Dobbia-mo con decisione tra-smettere ai giovani labellezza della vitasentita come vocazio-ne e come missione stupenda d’amore. Alcuni anni faun giovane era rimasto decapitato lungo la statale adria-tica mentre, sporgendosi dal finestrino destro della vet-tura, gustava 1’ebbrezza del rischio. Dopo alcuni giorni,sostando sul luogo del terribile incidente, feci un mo-mento di preghiera e, a un certo punto, sentii la voce diun giovane che accanto a me disse sottovoce: “Cheschifo è la vita!”. Questa esclamazione spontanea miferì il cuore e, avendo in mano il Breviario, estrassi unfoglietto che porto sempre con me e lo lessi ad alta vo-ce: “La vita e un’ opportunità: coglila. La vita è bellez-za: ammirala. La vita è beatitudine: assaporala. La vitaè una sfida: affrontala. La vita è un dovere: compilo. Lavita è preziosa: abbine cura. La vita è una ricchezza:conservala. La vita è amore: godine. La vita è un miste-ro: scoprilo. La vita è tristezza: superala. La vita è unalotta: combattila. La vita è felicità: meritala. La vita èla vita: difendila”.

È l’inno alla vita composto da un giovane e firmato daMadre Teresa di Calcutta. Mettete a confronto le duedefinizioni della vita e capirete che solo la fede in Gesùtrasforma la vita da schifo in canto!

Il primo luogo di educazione è la famigliaII 21 ottobre 2001 nella Basilica di S. Pietro, c’è stata labeatificazione di una coppia di sposi: Luigi e Maria Bel-trame-Quattrocchi. Ebbi 1’occasione di incontrare i tre fi-gli, che avevano negli occhi la felicità di bambini... novan-tenni. Don Tarcisio, figlio sacerdote dei genitori “beati”,mi confidò: “I nostri genitori parlavano... vivendo! Guar-dandoli, noi figli abbiamo imparato a vivere, perché ab-biamo scoperto che cosa dà senso e bellezza alla vita. Lamamma spesso ci diceva: “Per avere una famiglia felicenon contano le cose che si hanno e che si possiedono, macontano le persone (le persone!) che formano la fami-glia”. Infatti è la qualità spirituale delle persone, che deter-

mina la qualità della fa-miglia!Allora poniamoci subi-to una domanda decisi-va: che cosa significaeducare?Ci dice Fedor Do-stoevskij che educaresignifica dare ai figlibuoni ricordi, che, almomento opportuno, siaccenderanno comelampade e illumine-ranno il loro cammino.Personalmente più vol-te ho fatto esperienzadella verità di questeparole. In particolarimomenti della mia vitaho ricordato 1’esempiobello dei miei genitori.Quante volte mi dicevamia mamma: “Pre-ghiamo la Madonna,perché la preghiera dà

il condimento alla vita!”. Come posso dimenticare que-ste parole anche a distanza di anni e anni! E per sti-molarmi a correggere, fin da piccolo, qualche difettodi carattere, spesso mi diceva: “Ricordati, figlio mio,che la torre di Pisa pende dalla base”. Oppure, inmomenti difficili della famiglia, consigliava sapiente-mente: “Teniamo la mano del Signore: Lui conosce lastrada giusta!”. Oppure, mettendomi la mano nellagiacca per verificare se portavo con me la Corona, midiceva: “Senza la Corona è come avere una giacca sen-za bottoni!”. Oppure: “A me interessa che tu sia buonopiù che tu sia bravo!”. Oggi, quanti figli possono rac-contare le stesse esperienze? Oggi, quanti genitori semi-nano buoni ricordi di fede e di sapienza nella vita dei fi-gli? Oggi, quante mamme pregano per la conversionespirituale dei propri figli, come Santa Monica fece per ilfiglio Agostino? (Continua)

Mons. Angelo Comastri

“Piccoli Amici in preghiera”

Page 9: Document

Amici di Gesù Crocifisso

9

Riflettendo sulla Lettera di Mons. Comastri.Quali valori trasmettere ai figli?

C aro Padre Alberto, ho ricevuto congioia il bimestrale degli amici di GesùCrocifisso. In questo mese c’è un te-

ma a me molto caro “essere genitore”. La let-tera di Monsignor Comastri mi trova d’accor-

do in tutto. Purtroppo oggi si rin-

corrono valori effimeri,lo vedo anche intorno ame. La famiglia, l’unio-ne ed il bene della stes-sa, non è più un ideale.Adesso l’individualità ela propria affermazionesono ciò che contano.Io ho fatto una sceltadiversa, ho deciso didedicarmi completa-mente a mio marito e

mio figlio. Ho scelto per questo dilavorare part-time e fino ad ora non me ne so-

no pentita.Tutto quello

che faccio lofaccio congioia e conamore. Sonofelice (ciò micrea dei dubbipensando allaspiritualità dellapassione. Per-ché sono felice?Poi penso alleparole di Gesù“il mio giogonon è pesante

da portare”), anche se i problemi non manca-no. Spesso mi chiedo se riuscirò ad essere unbuon genitore, se riuscirò a trasmettere i verivalori, gli unici che danno serenità e gioia divivere. Mio marito, anche se non s’ispira aprincipi cristiani, condivide con me questi va-lori. Lui, però, non ha parole di speranza pernostro figlio. È una brava persona, onesta e dialti principi morali, ma alla domanda che ogniuomo si fa sul perché della morte, non sa ri-spondere. Nessuno può rispondere fuori della

fede. Mi hanno colpito le parole di S. E. Mons.Gennaro Franceschetti dal suo letto di morte:“Io non ho paura, perché so che tra pocheore incontrerò Gesù e quell’incontro è il so-gno e l’attesa della mia vita”. Come vorreiche fossero le mie stesse parole e come vorreiche fossero quelle di mio figlio. Vorrei ancheche fossero quelle di mio marito, ma... ! Lo af-fido alla divina misericordia che gli faccia ri-trovare la fede perduta. Oggi la televisione etutta la società ci suggeriscono di seguire mo-delli di forza e di bellezza esteriore. Non c’èpiù nessuno che esalta la bellezza interiore edil dono di sé come sacrificio per il bene deglialtri. Anzi, ciò è visto come segno di debolez-za. A volte anche io dubito, me ne vergogno,ma é così. Mi chiedo, nell’educare mio figlio,se riprendendolo troppo spesso, insegnandoglia porgere l’altra guancia, a perdonare, non nefarò un bambino e domani un uomo, troppo re-missivo, indifeso in questa società di sopraffat-tori. Ma poi rifletto e mi chiedo: “i sopraffatto-ri sono felici? Non sono forse sempre pienid’odio con le armi sempre ben affilate”. Allorala via giusta è quella dell’amore che ci ha in-segnato Gesù. La vita è bella solo se è pienad’amore. Penso sempre con molta nostalgia aimomenti che ho passato, prima con gli amicidel Rinnovamento nello Spirito e dopo con gliAmici di Gesù Crocifisso. Sono stati attimi diarricchimento interiore insostituibili. Adessonon posso più partecipare agli incontri, perchégli impegni familiari me lo impediscono. Maogni volta che ricevo il giornalino è una gioia, èun modo per sentirmi ancora vicino a tutti voi.Ho visto con piacere le foto di alcune coppieche conosco con i loro figli. Un po’ le invidiobenevolmente, perché anche a me piacerebbepartecipare con tutta la famiglia. Se solo se miomarito si convertisse sarebbe un perfetto cristia-no, perché è un uomo coerente. Ma se il Signoreha voluto così, ci sarà un motivo. Magari, perinsegnare a nostro figlio la tolleranza e l’amore,anche per chi ha idee diverse da noi e trovare inciò un motivo di confronto e di crescita perso-nale. Affido la mia famiglia ed in particolaremio figlio, all’amore misericordioso di Gesù.

Una mamma Amica di G.C.

Carissima, la tua lettera mi ha colpito e commosso profondamente, anche perché conosco la tua sensibilità,

sincerità e la tua situazione di famiglia. È arrivata a giornalino ormai completo, ma ho fatto l’im-possibile per trovarle una pagina, per pubblicarla subito in questo numero. Vorrei proprio che que-ste tue profonde riflessioni trovassero un eco nel cuore e.... nella penna di tanti altri genitori, peraprire un dibattito, un confronto sui problemi della famiglia, dei genitori, della educazione dei figli.Le riflessioni e provocazioni di Mons. Comastri vogliono essere un sasso in piccionaia, per sveglia-re troppi “piccioni” addormentati, o rassegnati. Se tra gli Amici ci sono genitori consapevoli, do-vrebbero arrivare molte altre reazioni e testimonianze...

P. Alberto CP

“Famiglia fiorita di Amici!”

“Amici felici!”

Page 10: Document

Servire con AmoreVen. Giuseppe Pesci

Amici di Gesù Crocifisso

10

A nche questa storia ci dà un’altra costante della santità:aldilà delle norme prescritte dalla Chiesa per le causedei santi, questi emanano qualcosa che non sfugge a chi

ha la fortuna di avvicinarli. Nella mia vita di fedele laico ho incontra-to tanti bravi sacerdoti, ma di santi non tanti; per contarli mi bastanole dita di una mano. Così è successo per padre Giuseppe.

Giuseppe Pesci (battezzato con il nome di Vincenzo) nasce a Filet-tino (FR) il 13 settembre 1853 da Francesco e Giuseppina Petruzzi.La famiglia Pesci è una delle famiglie più nobili e ricche del paese.

È il primo figlio maschio quinto genito; in tutti ha otto sorelle e unfratello, l’ultimo. Com’era consuetudine di quel tempo, dopo le ele-mentari, Vincenzo prosegue gli studi nel collegio dei Padri Scolopi adAlatri. Qui resta per quattro anni e si distingue per una condotta “esem-plare e religiosissima”. Ma purtroppo il soggiorno in collegio deve esse-re interrotto per ragioni economiche. Il padre viene rapito dai briganti cheper la liberazione chiedono il pagamento di diecimila scudi.

La famiglia si ritrova nelle ristrettezze e la retta del collegio diventa troppoonerosa. A casa prosegue privatamente gli studi di filosofia sotto la guida di unsacerdote. Si istruisce nelle scienze farmaceutiche e fa pratica presso la farmacia diproprietà dello zio materno Luigi. Intanto s’impegna in parrocchia.

I familiari lo vedono spesso in ginocchio “come preso da un’estasi divina, mentre dal suo viso tra-spare il segno di una gioia inesprimibile”. A circa venti anni si consacra al Sacro Cuore di Gesù e siiscrive All’ora di guardia in suo onore, facendo l’ora di adorazione dalle undici alle dodici. A ventidueanni rivela il suo desiderio di entrare in convento. Non ne sono molto entusiasti, specie lo zio farmaci-sta che aveva già pensato di lasciargli la farmacia e l’eredità. Ma alla fine Vincenzo parte con buonapace di tutti, presentato ai passionisti dal parroco del paese con ottimo giudizio: “è un giovane di santicostumi, di ottime speranze e sarà un vero figlio di San Paolo della Croce”.

A 24 anni comincia il noviziato a Paliano (FR). Il 30 novembre 1877 veste l’abito Passionista pren-dendo il nome di Giuseppe; lo concluderà a Roma dove lo vuole Bernardo Silvestrelli, superiore gene-rale della Congregazione, “per essere guida ed esempio agli altri novizi che ivi si trovano”. Emette laprofessione religiosa il primo dicembre 1877 ed è ordinato sacerdote il 23 dicembre 1883. È nominatosubito direttore ed insegnante dei giovani. Insegna lettere, teologia e filosofia in varie case della con-gregazione, circondato dalla stima di tutti per la sua intelligenza, la capacità didattica e l’assoluta fe-deltà alla dottrina cattolica. Nel 1895 lascia l’insegnamento per essere superiore ad Airola (BN), nel1902 viene eletto maestro dei novizi e nel 1905 consigliere provinciale. Nel 1908 viene eletto provin-ciale, carica che gli viene di nuovo affidata nel 1914 e che ricopre per circa nove anni; nel 1922 vieneeletto superiore a Novoli (LE). Nel ricoprire tutti questi incarichi di responsabilità Giuseppe ha il cari-sma del governo e le virtù necessarie per esercitarlo.

È umile, ha tanta carità per essere al servizio di tutti. Questo è il giudizio della superiora generale diun istituto di suore: “Ritengo che la glorificazione di Padre Giuseppe offrirà un’efficace esempio disantità, particolarmente a chi ha la responsabilità di governo. L’inesauribile pazienza e bontà, fruttodella sua profonda umiltà e di una abitudine all’obbedienza religiosa, ne fanno un amabile modello perchi deve governare”. Padre Angelo Califano, che gli succede alla carica di provinciale, ne parla così:“era l’uomo della santità vera, perfetto in tutte le virtù.

La sua non era una santità rude ed austera, ma dolce, benigna, soave che attirava tutti a se e si facevaamare… Alle nostre comunità ed a noi ha fatto più bene questo religioso che cento predicatori, perchégli esempi trascinano”. Come sempre non manca chi non lo capisce e lo accusa di debolezza. Lui si di-fende: “mi accusano di essere debole ma non si accorgono che sono forte nel resistere quando la co-scienza non mi permette di cedere”. Ha la sua forza nella preghiera e nella grande devozione per l’eu-caristia. “Padre Giuseppe, dicono, governa più con l’orazione che con l’azione”. Altro suo carisma èla capacità di guidare le anime, cosa che fa nonostante i numerosi impegni a cui è chiamato.

Con l’avanzare degli anni viene tenuto lontano da incarichi ufficiali; consapevole di aver speso lamaggior parte della sua vita si rivolge ai giovani con amore e forse un po’ di nostalgia: “Sono infiniti itesori e i beni che abbiamo nella religione se amiamo Dio e lo serviamo con animo generoso. Io ormaisono vecchio ed ho concluso il mio cammino.

Voi giovani, fatevi coraggio; i giorni, i mesi passano velocemente e con essi le tribolazioni e i pati-menti; solo ci resta il bene che abbiamo fatto. Amiamo perciò Dio e serviamolo sempre con fervore,avendoci promesso una grande ricompensa”.

L’11 gennaio 1929, a 76 anni, lascia questo mondo a causa di una polmonite acuta e febbrile.È dichiarato venerabile il 6 giugno 1993.

Francesco Valori

Page 11: Document

Amici di Gesù Crocifisso

11

La Peregrinatio, punto fortedella Parrocchia a Montecosaro

“Siate adoratori dell’unico vero Dio, ricono-scendogli il primo posto nella vostra esisten-

za”: così si è espresso il Papa nel messaggio di convo-cazione della Giornata Mondiale della Gioventù. Hamesso in guardia i battezzati contro tutte le idolatrie dimoda: “Non cedete a mendaci illusioni e mode effime-re che lasciano non di rado un tragico vuoto spiritua-le. Rifiutate le seduzioni del denaro, del consumismo edella subdola violenza che esercitano talora i mass -media. Adorate Cristo, la Roccia su cui costruire il vo-stro futuro e un mondo più giusto e solidale”. Il SantoPadre ha insistito, inoltre, sulla necessità che i cristianiapprofondiscano la conoscenza della loro fede: “È in-dispensabile che i cristiani ricevano una formazionereligiosa solida per avanzare nel difficile camminodell’impegno e della sequela di Cristo. La presenza dicredenti di altre religioni e delle attività delle sette,devono portare i discepoli di Cristo a rafforzarsi nellafede, per non essere trascinati da qualsiasi vento dot-trinario e poter offrire una testimonianza della spe-ranza che li anima”. Per questo il Papa ha sottolineato“l’urgenza di comunicare la Parola di Dio agli uomininella propria cultura, perché il Mistero di Cristo siaannunciato e accolto da tutti”. In queste parole del Pa-pa troviamo la sintesi del perché della PeregrinatioCrucis: portare a tutti l’annuncio e la conoscenza dellaparola e, in particolare, della parola della croce. Capirecosa significa essere cristiani e a quali scelte e compitiè chiamato il cristiano. Forse per questi motivi il no-stro parroco, Don Lauro Marinelli (Montecosaro), findal primo anno della Peregrinatio ha voluto fare dellestessa uno dei momenti di preparazione quaresimale enoi, come gruppo di laici passionisti, abbiamo semprerisposto con gioia e disponibilità. Il cammino del Cro-cifisso tocca, nella nostra parrocchia, diverse zone evede una buona partecipazione dei fedeli. Non sempreè facile dialogare su argomenti che ci interpellano di-rettamente, ma proprio per questo motivo risulta anco-ra più importante il nostro compito. Quest’anno la Pe-regrinatio è stata molto positiva.

Abbiamo cercato di tenere uno sguardo particolaresull’Eucaristia, come ci ha chiesto di fare il Santo Pa-dre, e di grande aiuto è stata la presenza di Padre Al-berto e di Padre Bruno, che ci hanno aiutati ad ap-profondire il mistero di Cristo nella Passione e la suarelazione con noi.

La Fraternità ha seguito con costanza lo svolgersidella Via Passionis; alcuni hanno partecipato a tutte lestazioni, e sicuramente ciò è stato fruttuoso per loro eper la crescita del gruppo. Ringraziamo il Signore checi ha chiamato anche quest’anno a questa sua opera.Ogni anno partecipare alla Peregrinatio Crucis è ungrande dono del Signore. Ogni anno c’è l’ansia e lapreoccupazione di programmare, trovare le stazioni, tro-vare i “predicatori”, riuscire a trovare aiuto in casa perpoter uscire così spesso e per un periodo abbastanzalungo. Ogni anno alla fine della quaresima c’è la gioiadi avere camminato con il Signore per quaranta giornimeditando la sua parola, la sua passione, il suo amoreinsieme ai fratelli. Ogni anno il Signore ci comunicaqualcosa di nuovo. Quest’anno, grazie anche alla pre-senza costante di religiosi passionisti, abbiamo ap-profondito la conoscenza di noi stessi in rapporto al Si-gnore. Mi sono portata a casa molti richiami di Gesù:“Stai sveglia! Non ti adagiare sul quieto vivere che por-ta all’indolenza, al tran tran che ti fa dimenticare l’an-

sia di “correre la corsa” per arrivare al traguardoche è la santità. Non giustificarti dietro a frasi deltipo: non ce la faccio, sono fatta così. Vinciti peramor mio. Prega, stai sempre unita a me. Osserva

la mia vita, ascolta le mie parole, falle tue e vivile”.È molto bello meditare la Parola insieme ai fratelli,

scoprire come dentro tante persone che conosciamo eapprezziamo per la modestia, la semplicità, la delica-tezza e, spesso, il silenzio, c’è una fede profonda evissuta, spesso fortificata dalle vicende dolorose dellavita. Allora si sente il bisogno di lodare il Signore e diringraziarlo anche per averci dato la forza, il tempo el’aiuto necessario per compiere fino in fondo questa“missione”. Speriamo che le tante sere passate insie-me a parlare del Signore crocifisso abbiano lasciato

tracce feconde in tanti cuori e abbiano fatto cre-scere anche la nostra fede e la voglia di amaresempre più il Signore e i fratelli.

Maria Grazia ColtortiNonno Enrico ed Amici,felici con Gesù Crocifisso

PPeerreeggrriinnaattiioo CCrruucciiss

Page 12: Document

La Peregrinationella mia famiglia

Il 4 febbraio abbiamo celebrato lafesta solenne della Passione nel-

la nostra parrocchia di S. Gabriele aCivitanova; la messa è stata presieduta da Don

Luigino Marchionni, vicario della pastorale diocesana.Al termine della messa sono stati benedetti più di 30Crocifissi, che durante la quaresima hanno visitato lefamiglie degli Amici di Gesù Crocifisso e di quantihanno voluto accoglierli nelle loro abitazioni.

Ho riflettuto spesso su questa iniziativa, che è statatanto importante per me e per la mia famiglia. Quandoi miei bambini erano ancora piccoli, andavo a visitareil Crocifisso in casa di Bruna e non dimenticherò maila gioia di lei e di Bruno, suo marito, quando pregava-mo insieme davanti al Crocifisso.

Ripenso anche alla messa celebrata davanti al Cro-cifisso in casa di Giovina, una sorella anziana, immo-bile a letto, come Bruna, accudita con tanto amore dasua figlia. Ho passato dei momenti molto belli davantial Crocifisso anche in casa di Fiorella. Queste visitefacevano crescere in me il desiderio di accogliere ilCrocifisso anche in casa mia. Finalmente quel giornoarrivò. Ricordo l’emozione della prima volta che hoportato a casa mia il Crocifisso. L’ho appoggiato so-pra al tavolo e sono stata a lungo a guardarlo; non di-menticherò mai l’emozione di quel momento.

I miei figli sono molto felici quando ogni anno por-to il Crocifisso a casa nostra, come in questo anno,quando, dopo la Messa della Passione, lo abbiamoportato in macchina con noi a casa. Si azzuffavanoper tenerlo. Spero che questo amore per il Crocifissocresca con loro. Auguro questa esperienza a tutte lefamiglie che ancora non l’hanno mai fatta, perché so-no certa che rafforzerà la loro fede.

Letizia Garbuglia in Tarquini

Una Messa di ringraziamentoa Recanati

APasqua è terminata la Peregrinatio Crucis a Reca-nati. Tutti e due i nostri Crocifissi sono stati im-

pegnati sino al mercoledì Santo. Siamo arrivati fino a S.Egidio di Montecassiano. Le famiglie che hanno accoltoil Crocifisso sono state diverse e non tutte facevano par-te degli Amici; abbiamo avuto già una nuova iscrizioneagli Amici di G. C. e speria-mo di averne altre; tra lepersone che sono venutea pregare con noi, molteerano nuove e tutte sonorimaste bene impressio-nate dal nostro modo dipregare. Ci sono stati ri-chieste alcune copie delnostro libro ed io ho do-vuto preparare, su richie-sta degli acquirenti, unabreve sintesi della cate-chesi per insegnare comeimpostare la preghiera ecome fare la meditazio-ne. Il mercoledì dopo Pa-squa abbiamo organizzato

Amici di Gesù Crocifisso

12

una Messa di ringraziamento, celebrata dal P. Alberto.Abbiamo invitato a partecipare anche coloro che sonovenuti a pregare nella Peregrinatio, per far conoscere lo-ro il nostro cammino e invitarli a frequentare la nostrafraternità.

Gianni Gelao

Tre giorni con Gesù Crocifisso

Ringrazio il Signore di avermi fatto partecipareanche in questo anno alla bella e sentita liturgia

della benedizione e consegna delle Croci, che si èsvolta nella parrocchia di S. Gabriele a CivitanovaMarche. La sera stessa, al termine della messa, ho ac-colto il Crocifisso in casa mia. Vi è rimasto tre giorni,facendomi sempre compagnia e insegnandomi ancorauna volta a pregare e ad affidare a lui tutte le provedella vita. La presenza in casa del Crocifisso mi davatanto conforto, facendomi sperimentare la sua prote-zione, inculcandomi coraggio per accettare meglio lamia solitudine, le mie ansie, le mie debolezze. Non

sono mancati gli incontri dipreghiera davanti a Lui,

insieme ad altri Amici.Quando il Crocifisso

è stato portato in un’al-tra famiglia, ho sentitoun grande vuoto, anchese crocifissi più piccolinon mancano in casamia. Spero di avere an-cora in casa mia il Cro-cifisso della Peregrina-tio, prima che questa siconcluda: l’aspetto conansia e tengo semprepronto il posto riserva-

to a Lui.

Maria MorlaccoAmici di Recanati accolgono Gesù Crocifisso

Leonardo, Riccardo e Benedettaaccolgono con gioia Gesù

Page 13: Document

Amici di Gesù Crocifisso

13

Una Quaresima vera con la Peregrinatio

Anche a Giulianova quest’anno abbiamo vissutouna vera Quaresima, con la Peregrinatio Crucis.

Un gruppetto di noi Amici di Gesù Crocifisso si è re-cato nelle case portando Il Crocifisso. Abbiamo reci-tato il Rosario della Passione di Cristo e l’abbiamomeditato insieme ad altri fedeli. Con molta devozioneabbiamo letto la preghiera di guarigione spirituale e cisiamo fermati a riflettere sul racconto del cieco nato esulla sua fede, su Zaccheo e sul pubblicano, immede-simandoci con loro! Questa preghiera incessante hacambiato molti di noi. Non ringrazierò mai abbastan-za il Signore per questo dono.

Fratini Lina

Ho scoperto il silenzio del cuore

Mi è difficile esprimere l’emozione che ho provatoquanto ho accolto nella mia casa il Crocifisso,

che si è fatto missionario nelle nostre famiglie. Dopo ilsuo arrivo, ci siamo ritrovati soli, io e lui. Mi sono venu-te in mente tante cose, ma soprattutto un pensiero: “Ec-co quanto Gesù mi ama”. Ho ripensato alla mia infan-zia, ai miei genitori, che pur nelle loro sofferenze, nonfacevano capire nulla a noi figli, ma ci esortavano achiedere al Signore il dono della fede. Grazie a loro, hoimparato a pregare, a conoscere e amare Gesù. Ora, arri-

vata a una età avanzata, ho scoperto il silenzio del cuoredanti a Lui: è un silenzio che è una grande luce, che mifa capire quanto Gesù mi ama. Ringrazio il Signore diavermi chiamata a questo cammino di santità, che miaiuta ad accettare con amore le prove della vita, comeGesù ha accettato tante sofferenze per nostro amore.

Teresa Marini

Come ho vissuto la Settimana Santa

Il Signore ha ascoltato le mie preghiere e mi ha con-cesso una intensa settimana di unione con Lui. Mi

ha permesso di portare nel cuore, in questi giorni, ognimomento della sua Passione. Quando è iniziato il triduopasquale mi sono immersa nel suo cuore, cercando dinon farmi distrarre da niente, neppure dalle mie occupa-zioni e preoccupazioni di madre. I momenti di preghieracomunitaria e personale sono stati molti. Ringrazio dav-

vero il Signore per il dono di questa “finaledi quaresima”.

Ci sono stati momenti molto intensi, co-me il Venerdì Santo, dopo l’adorazionedella croce, quando ho ricevuto il “dono”di un intenso dolore per i miei peccati,per le mie infedeltà, stanchezze, insoffe-renze e freddezze. Costatare profondamentele mie miserie mi ha permesso di comprendere e sentireancora di più quanto è grande l’amore di Dio per me,quanto è stata grande la sofferenza che ha dovuto e havoluto sopportare per me, per la mia salvezza.

Alle volte mi è venuto di pensare che non valeva lapena di darsi tanto da fare, soprattutto vedendo come glialtri reagiscono, come è faticoso “trascinarseli dietro”...Però ho pensato che quello che faccio lo devo fare soloper il Signore. La risposta dei fratelli non dipende dame; essi non devono rispondere a me ma al Signore.Cerco di fare, dire e agire come mi sembra che il Signo-re mi chieda e poi metto tutto nelle sue mani. Ricordotutti nelle mie preghiere, soprattutto gli Amici, poi siafatta la volontà del Signore.

Debbo guardare a Maria, come si è rapportata lei aDio, come ha cercato di fare solo la sua volontà, qualun-que essa sia stata. Se il Signore mi chiede di fare qual-cosa cercherò di farla, con il suo aiuto; se mi chiede dinon fare e di tirarmi indietro così farò. Questo anno sipresenta pieno di impegni e devo vedere cosa posso fa-re, con l’aiuto del Signore.

Amica di Gesù Crocifisso

Grazie, Gesù Crocifisso!

È questo il primo pensiero che ci viene in mente ri-pensando alla Peregrinatio Crucis che si è conclusa

da pochi giorni nella nostra parrocchia di Montecosaro.Anche se non abbiamo potuto partecipare a tutti gli in-contri, è stata comunque per noi un grande dono che, co-me negli anni scorsi, ci ha aiutato ad avvicinarci semprepiù al Signore. Vogliamo ringraziarti, Signore, perché nonti stanchi mai di ricordarci quanto ci ami. Ad ogni incon-tro, le preghiere, le riflessioni, il dialogo con gli altri, sonooccasione per crescere nel Tuo amore e nell’amore versoi fratelli. Quella croce che va di casa in casa rappresenta ilTuo immenso amore, ci invita a non avere paura delle no-stre croci, perché Tu sei sempre lì vicino a noi e ci aiuti aportarle. Quelle braccia aperte ci dicono che Tu sei sem-pre pronto ad accoglierci, con le nostre gioie e i nostri do-lori, quando siamo forti e quando ci lasciamo sopraffaredalle nostre debolezze. Grazie, perché ci ami così comesiamo. Grazie, perché ogni volta che cadiamo Tu sei lì eci dai la forza di rialzarci e riprendere il cammino. Grazieper la nostra famiglia e per gli “Amici” che ci hai messoaccanto. Grazie, perché ci ami!

Mariangela e Roberto

“LaPeregrinatioCrucisa Civitanova”

Page 14: Document

Amici di Gesù Crocifisso

14

Festa della famigliaIl 26 dicembre 2004 in tutte le chiese si è celebra-

ta la festa della Sacra Famiglia. Per la ricorrenza,don Giancarlo, parroco della chiesa di San Gabrielee San Carlo a Civitanova Marche, ha organizzatouna celebrazione eucaristica nella quale le famigliesono state protagoniste. Per l’animazione della mes-sa delle 11,30 a San Gabriele si è rivolto al gruppofamiglie degli Amici di Gesù Crocifisso.

Sono state invitate tutte le coppie che nel 2004hanno celebrato il venticinquesimo e il cinquantesi-mo di matrimonio; a ognuna è stata donata una bellaimmagine della Santa famiglia. Tutti gli sposi pre-senti hanno rinnovato le promesse matrimoniali.L’altare, mensa eucaristica e simbolicamente dome-stica, è stato apparecchiato da due famiglie del no-stro gruppo.

Una particolare importanza è stata data all’offer-torio. Un fiore portato all’altare dalla piccola Marti-na simboleggiaval’unicità e la bel-lezza della perso-na, un mazzo of-ferto dai suoi ge-nitori rappresen-tava l’armonia ela ricchezza dipiù fiori che co-stituiscono la fa-miglia. Tutti ibambini presentisono stati offertial Signore ed ac-colti intorno al-l’altare fino altermine della ce-lebrazione. Unacorona del rosa-rio portata dallanostra coordina-trice e dal maritoci ha ricordatol’importanza del-la preghiera ma-riana nelle nostrecase. Una matas-sa di lana intrecciata era simbolo dei nostri problemiche trovano soluzione e libertà nell’unico filo con-duttore delle nostre vite, Gesù. Un ritratto di unacoppia santa, i BB. Beltrame Quattrocchi, è stato of-ferto affinché ci fosse data la grazia di seguire il lo-ro esempio. Con una croce, un medicinale ed un ba-stone, abbiamo offerto i sofferenti, i malati e gli an-ziani delle nostre famiglie. Infine sono stati portatiil calice e la pisside: erano il dono del corpo e san-gue di Gesù a noi.

Tutte le famiglie, e in particolare noi famiglie de-gli Amici di Gesù Crocifisso, abbiamo ricevuto labenedizione della Santa Famiglia. Dobbiamo ringra-ziare don Giancarlo per la bella iniziativa.

Moscetta Elisabetta

Le potature sono grazie del SignoreCaro padre, ti ringrazio per le preghiere e per la tua

vicinanza spirituale. Mi hanno aiutata a mantenere laserenità dell’anima. La morte di mio padre è stata unaprova molto forte per me, ma, come tu ci hai insegna-to, le potature sono grazie per il nostro bene, anche sequando avvengono non lo comprendiamo. Ma comeci hai sempre detto, Gesù ci ama di un amore cosìgrande che, se lo comprendessimo, accetteremmo vo-lentieri di soffrire, per essere più uniti a Lui. Se cam-miniamo dietro a Gesù, siamo strumenti nelle suemani. Non sappiamo dove vuole condurci, ma se ciabbandoniamo a Lui, Egli ci guida e ci fa superaretutte le prove della vita, facendoci fare cose che noi dasoli non potremmo mai fare.

Mi manca tanto il mio papà; mi consola la frase delVangelo di Luca: “Non temere, soltanto abbi fede esarà salvato”. Il dolore lo offro a Gesù per il miopapà e per le intenzioni della Madonna Addolorata.

Ora che della miafamiglia non hopiù nessuno sonopiù unita a GesùCrocifisso.

Grazie a te e alcammino con gliAmici di Gesù, il21 Gennaio, par-tendo con l’ambu-lanza con mio pa-dre gravissimo, hopreso in mano lacorona del rosario,pregando e pian-gendo. Poco pri-ma di arrivare aFoligno, ho guar-dato il monitor deltracciato del cuoredi mio padre e hocompreso che nonc’era più nulla dafare. Con grandefede ho detto alSignore: “So chetu puoi far tutto,

ma se è così, sia fatta la tua volontà”. Ho raccomanda-to l’anima di mio padre con la coroncina della DivinaMisericordia, cosa che continuo a fare ogni giorno.Ascolto o vado alla messa, metto le intenzioni nellaSanta Comunione, offro a Gesù, attraverso la MammaAddolorata, la mia vita e cerco di togliere tutte le coseche di me non piacciono a Gesù, anche se non sempre ciriesco. L’adorazione, iniziata con l’anno eucaristico, chefaccio ogni giovedì nella mia Parrocchia, mi aiuta mol-to. Al Signore chiedo che mi aiuti a fare quello che vuo-le lui. In questo periodo sento tanto la vicinanza di Ge-sù, il suo conforto, sia nelle cose quotidiane, a voltemolto difficili, sia nei consigli che mi dà attraverso l’a-scolto della sua parola. Amo tanto il Signore, che avràmisericordia di mio padre, come di ciascuno di noi, an-che se peccatori.

Testimonianze

Una famiglia di Recanati stretta a Gesù Crocifisso

Page 15: Document

Padre, la sofferenza degli altri mi fa tantosoffrire, offrirei volentieri la mia vita perloro, ma sarà Dio a decidere come. Noinon ci dobbiamo preoccupare di niente.Ora io mi trovo tra il desiderio infinitodi Gesù, che vorrei abbracciare sullacroce, e il dolore per le sofferenzedelle creature di questo mondo. E alloraad ogni messa, al momento della consacrazione,dico a Gesù: “Io sono con Te in quel calice con il tuosangue ed il tuo corpo per offrirmi con Te a tutti”.

Padre, le vorrei chiedere di inviarmi il libro checontiene tutti gli scritti di S. Gemma. Io la considerouna sorella maggiore e ciò che scrive mi è familiare.Non c’è parola che io non condivida”.

Amica di Gesù Crocifisso

Occuparmi di Dio e non solo delle cose di DioCarissimo padre, devo ringraziarla per le parole di esor-

tazione che mi ha inviato e soprattutto per la sua preghie-ra che sento come un dono inestimabile e una continuabenedizione di Dio. Sto cercando di seguire i suoi consi-gli, facendo ogni giorno i miei sforzi per cacciare qualun-que pensiero triste sulla mia situazione, come una tenta-zione. Sto trovando piccoli spazi quotidiani da dedicarealla preghiera dei salmi e al Vangelo del giorno, per sen-tirmi unita a tutta la Chiesa orante. Il Signore mi ha fattodono di un periodo più sereno così da poter riflettere conpiù pace sulla mia vita, facendomi capire che devo per-mettergli di riempire quella spaccatura interiore che si èprovocata in me. La divisione netta tra la mia vita esterio-re che tenta in qualche modo di andare avanti e quella in-teriore che non ha approvato le scelte fatte e si è chiusain sé stessa, nel suo dolore e non ci ha fatto entrare nem-meno Gesù. Il mio confessore mi consiglia di confessar-mi ogni 15 giorni, per avere quella forza in più che vienedal sacramento stesso. È come se dovessi iniziare una

nuova vita, per ricominciare a stare accanto a Gesù,imparare a ricambiare il Suo Amore per me e

come si fa a camminare accanto a Lui, fa-cendo attenzione al mio rapporto intimo

con Lui e non confondendolo con lesue cose. Occuparmi di Dio e non

solo delle cose di Dio.Solo Dio può riempirmi e non

le cose di Dio. Solo nel suoamore posso trovare la vera fe-licità. Mi sento come un bam-bino che sta muovendo i pri-mi passi, ma mentre il bam-bino si sente sicuro perchésa che il genitore non lo la-scerà cadere, io con la miadebolezza interiore e con imiei ragionamenti non rie-sco a lasciarmi andare total-mente nelle mani di Dio.

Ho letto le pagine del ritirodi gennaio che mi ha inviato;

mi piacerebbe ricevere anchequelli successivi. Anche se lon-

tana, spiritualmente rimangounita a tutti gli Amici di G. C.,che quotidianamente ricordo a

Gesù insieme all’intera congre-gazione passionista.

Amica di Gesù Crocifisso

Amici di Gesù Crocifisso

15

Grazie per avermi insegnato a seguire Gesù comelaica passionista, di cui sono orgogliosa. Prego per te.A nome di tutta la famiglia ti auguro buona Pasqua,felice di sapere che Gesù ci ama più di ogni altra cosaal mondo; è morto per nostro amore, ma ora vive inciascuno di noi, in mezzo a noi.

Luciana

Il Signore ha allargato la Famiglia Passionista

Roma, Casa Generalizia dei Passionisti. Caro PadreAlberto, ricevo sempre con piacere la rivista degli“Amici di G. C.” e ti ringrazio del tuo attento pensie-ro. L’abbondante ricchezza degli articoli favorisce laformazione spirituale degli “Amici”, come si può con-statare dalle testimonianze scritte e dalle adesioni increscita nella famiglia degli “Amici”. È una abbon-danza di grazia effusa dal Signore e dovuta anche al-l’impegno dei Responsabili. Dalle testimonianze pub-blicate godo con te della fedeltà degli Amici. La spiri-tualità degli Amici e nostra é “radicale” e perciòrichiede prudenza nella formazione, che consiste pertutti nel saper vivere il quotidiano.“Vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udi-to dal Padre l’ho fatto conoscere a voi” (Gv 15,1417); sono parole sicure che contengono il dono dellachiamata e relativo programma di vita: amicizia divi-na accettata e ratificata dagli Amici con la Consacra-zione a Gesù Crocifisso. Il Signore ha allargato la Fa-miglia Passionista alle famiglie cristiane. Auguro cheil Signore e la sua Madre proteggano e aumentino co-loro che lo sanno amare nella memoria del suo amoresupremo. Prego il Signore perché susciti un successo-re in questa opera benedetta, come Gesù scelse e con-sacrò gli Apostoli per proseguire la sua opera di sal-vezza. Fraternamente in Jesu Christi Passio.

P. Paolo Maria Totaro c.p.

Nel calice con Gesù,per offrimi a tutti

Caro padre, ho messo in praticail suo consiglio di abbandonarmicompletamente a Dio nelle miesofferenze interiori. Ho avutoprove molte dure, sofferenzache ho donato, anche a chimi ha cagionato sofferenza.Ho terminato di leggere“La Notte Oscura” di SanGiovanni della Croce, con-sigliatami dal mio direttorespirituale. Dio sia lodatoper questo libro, perché hocompreso che Dio vuoleforgiare la mia anima perfarne uno strumento del suoamore. Eppure io non vedoaltro che i miei difetti e i mieipeccati. Molti mi chiedonopreghiere, io le offro volentieri,ma invito sempre a parlare inprima persona con Gesù, che ètanto buono e misericordioso. Sognospesso persone che soffrono, special-mente bambini e giovani. Al risveglio of-fro le preghiere per queste persone.

“Crocifissi con il Crocifisso:Enrico e Mariannina

stretti a Gesù Crocifisso”

Page 16: Document

Un grazie sincero a coloro che hanno inviato offerte per le spese di stampa.

Ricordiamo al Signore i nostri defunti. Il Signore ha chiamato a sé due consacrati perpetui:Greghini Maria di Macerata: 30-03-2005 Avv. Antonio Astorri di Fermo: 1-4-2005

Amici di Gesù Crocifisso

Maggio - Giugno 2005 - Anno VI n. 3Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46)Art. 1, Comma 2, DCB Macerata.Tecnostampa – Recanati - C. c. p. 11558624Dir. Tonino Taccone - Red. P.A. Giuseppe PierangioliPiazzale S. Gabriele 2 - 62010 Morrovalle McT. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394

E-mail [email protected] http://www.passionisti.org/mlp/amici

08 maggio: Ritiro a Morrovalle22 maggio: Giornata di spiritualità a S. Gabriele25 maggio: Consacrazioni a Roccaraso12 giugno: Ritiro e Consacrazioni a Morrovalle19 giugno: Ritiro e Consacrazioni a Recanati03 luglio : Ritiro e consacrazioni a Civitanova08-13 ag. : Esercizi spirituali per tutti a S. Gabriele15-20 ag. : Esercizi spirituali per famiglie a S. Gabriele

L a Tendopoli ha festeggiato i suoi 25 anni di storia al santuario di S. Gabrie-le dell’Addolorata il 27 febbraio, festa liturgica del santo dei giovani.Si sono radunati intorno a lui 1400 giovani provenienti da varie regioni. La

festa è cominciata con il saluto del superiore generale dei passionisti, P. Ottaviano D’E-gidio e del provinciale P. Piergiorgio Bartoli. È seguita la relazione forte e toccante di P.Francesco Cordeschi, fondatore e assistente spirituale della Tendopoli. Nel pomeriggio c’èstata la via crucis, animata dai tendopolisti. La festa si è conclusa con la Messa presieduta dal P. Ottaviano, conuna processione offertoriale fortemente simbolica. Al termine è stato donato ad ogni partecipante un vasettocon una pianticella di olivo e l’impegno alla fedeltà. A questa festa si sono uniti i vescovid’Abruzzo e Molise per mezzo di mons. Carlo Ghidelli, arcivescovo di Lanciano Ortona, con una lettera ai ten-dopolisti, esortati ad imitare la santità di Gabriele e ad essere portatori di speranza e gioia in una società che ri-schia di invecchiare. La giornata ha reso evidente a tutti quanto sia preziosa la Tendopoli nell’ambito della fa-miglia passionista. La Tendopoli ha bisogno dei passionisti, ma anche i passionisti hanno bisogno della vitalitàe della creatività dei giovani tendopolisti. Marco Cola

08.00 - 08.30: Arrivi, preghiera personale09.00 - 10.30: Lodi e preghiera comunitaria e catechesi in Cripta11.00 - 12.00: Messa solenne in Basilica. Foto di gruppo e pranzo15.30 - 16.30: Vespro e Rosario meditato con S. Gabriele17.00 - 18.00: Via Crucis all’aperto. Saluti e partenze

Le nozze d’argento della Tendopoli

A M I C I N E W S

22 maggio: Giornata di Spiritualità a S. Gabriele

Nota bene: Ogni Fraternità organizza almeno un pullman!

Appuntamenti 2005