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liihWpiano SA8AT0 .OTTOBRI 2006 I L'AMORE CONIUGALE «L'amore coniugale rivela massimamente la sua vera natura e nobiltà quando è considerato nella sua sorgente suprema, Dio, che è "Amore", che è il Padre "da cui ogni paternità, in cielo e in terra, trae il suo nome"... Per mezzo della reciproca donazione personale, loro propria ed esclusiva, gli sposi tendono alla comunione delle loro persone, con la quale si perfezionano a vicenda, per collaborare con Dio alla generazione e alla educazione di nuove vite». ; METODI NATURALI «La Chiesa è coerente con se stessa, sia quando ritiene lecito il ricorso ai periodi infecondi, sia quando condanna come sempre illecito l'uso dei mezzi direttamente contrari alla fecondazione, anche se ispirato da ragioni che possano apparire oneste e gravi. Infatti, i due casi differiscono completamente tra di loro: nel primo caso i coniugi usufruiscono legittimamente di una disposizione naturale; nell'altro caso essi impediscono lo svolgimento dei processi naturali». RAGIONE E UBERAVOLONTÀ «Una retta e onesta pratica di regolazione della natalità richiede anzitutto dagli sposi che acquistino e posseggano solide convinzioni circa i veri valori della vita e della famiglia, e che tendano ad acquistare una perfetta padronanza di sé. Il dominio dell'istinto, mediante la ragione e la libera volontà, impone indubbiamente una ascesi, affinchè le manifestazioni affettive della vita coniugale siano secondo il retto ordine e in particolare per l'osservanza della continenza periodica». HUMANAEVITAE 40 ANNI DOPO L'interrogativo del Pontefice: «Come mai molti fedeli trovano tanta difficoltà a comprendere il messaggio della Chiesa, che illustra la bellezza dell'amore coniugale?» Papa PaoloVI L'amore tra gli sposi, un «sì» nella verità Benedettoci: escludere il dono della vita significa negare la veritàdel matrimonio l'intervento Procreazione responsabile e ritmi naturali di fertilità nel messaggio del Papa per l'anniversario dell'enciclica di PaoloVI Pubblichiamo il testo integrale del messaggio inviato dal Papa a monsignor Livio Melina, preside del Pontifìcio istituto "Giovanni Pao- lo II" per studi su matrimonio e famiglia I o appreso con gioia che il Pontificio istituto di cui Ella è preside e I l'Università Cattolica del Sacro Cuore hanno opportunamente organizzato un congresso internazionale in occasione del 40° anniversario di pubblicazione dell'enciclica Humanae vitae, importante documento nel quale è affrontato uno degli aspetti essenziali della vocazione matrimoniale e dello specifico cammino di santità che ne consegue. Gli sposi, infatti, avendo ricevuto il dono dell'amore, sono chiamati a farsi a loro volta dono l'uno per l'altra senza riserve. Solo così gli atti propri ed esclusivi dei coniugi sono veramente atti di amore che, mentreli uniscono in una sola carne, costruiscono una genuina comunione personale. Pertanto, la logica della totalità del dono configura intrinsecamente l'amore coniugale e, grazie all'effusione sacramentale dello Spirito Santo, diventa il mezzo per realizzare nella propria vita un'autentica carità coniugale. La possibilità di procreare una nuova vita umana è inclusa nell'integrale donazione dei coniugi. Se, infatti, ogni forma d'amore tende a diffondere la pienezza di cui vive, l'amore coniugale ha un modo proprio di comunicarsi: generare dei figli. Cosi esso non solo assomiglia, ma partecipa all'amore di Dio, che vuole comunicarsi chiamando alla vita le persone umane. Escludere questa dimensione comunicativa mediante un'azione che miri ad impedire la procreazione significa negare la verità ìntima dell'amore sponsale, con cui si comunica il dono divino: «se non si vuole esporre all'arbitrio degli uomini la missione di generare la vita, si devono necessariamente riconoscere limiti invalicabili alla possibilità di dominio dell'uomo sul proprio corpo e sulle sue funzioni; limiti che a nessun uomo, sia privato sia rivestito di autorità, è lecito infrangere» {Humanae vitae, 17). È questo il nucleo essenziale dell'insegnamento che il mio venerato predecessore Paolo VI rivolse ai coniugi e che il servo di Dio Giovanni Paolo II, a sua volta, ha ribadito in molte occasioni, illuminandone il fondamento antropologico e morale. A distanza di 40 anni dalla pubblicazione dell'enciclica possiamo capire meglio quanto questa luce sia decisiva per comprendere il grande "sì" che implica l'amore coniugale. In questa luce, ì figli non sono più l'obiettivo di un progetto umano, ma sono riconosciuti come un autentico dono, da accogliere con atteggiamento di responsabile generosità verso Dio, sorgente prima della vita umana. Questo grande "sì" alla bellezza dell'amore comporta certamente la gratitudine, sia dei genitori nel ricevere il dono di unfiglio,sia del figlio stesso nel sapere che la sua vita ha origine da un amore così grande e accogliente. È vero, d'altronde, che nel cammino della coppia possono verificarsi delle circostanze gravi che rendono prudente distanziare le nascite dei figli o addirittura sospenderle. Ed è qui che la conoscenza dei ritmi naturali ' di fertilità della donna diventa importante per la vita dei coniugi. I metodi di osservazione, che permettono alla coppia di determinare i periodi di fertilità, le consentono di amministrare quanto il Creatore ha sapientemente iscritto nella natura umana, senza turbare l'integro significato della donazione sessuale. In questo modo i coniugi, rispettando la piena verità del loro amore, potranno modularne l'espressione in conformità a questi ritmi, senza togliere nulla alla totalità del dono di sé che l'unione nella carne esprime. Ovviamente ciò richiede una maturità nell'amore, che non è immediata, ma comporta un dialogo e un ascolto reciproco e un singolare dominio dell'impulso sessuale in un cammino di crescita nella virtù. In questa prospettiva, sapendo che il congresso si svolge anche per iniziativa dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, mi è pure caro esprimere particolare apprezzamento per quanto codesta istituzione universitaria fa a sostegno dell'Istituto internazionale PaoloVI di ricerca sulla fertilità e infertilità umana per una procreazione responsabile (ISD, da essa donato al mio indimenticabile predecessore, Papa Giovanni Paolo II, volendo in questo modo offrire una éé' RAPPORTO CHE PARTECIPA ALL'AMORE DEL CREATORE La possibilità di procreare una nuova vita umana è inclusa nell'integrale donazione dei coniugi. Se ogni forma d'amore tende a diffondere la pienezza di cui vive, l'amore coniugale ha un modo proprio di comunicarsi: generare dei figli. Così esso non solo assomiglia, ma partecipa all'amore di Dio. Famiglia, matrimonio, educazione sono alcuni tra i temi centrali del pontificato di Benedetto XVI risposta, per così dire, istituzionalizzata ali appello rivolto dal Papa PaoloVI nel numero 24 dell'Enciclica agli "uomini di scienza". Compito dell'ISI, infatti, è di far progredire la conoscenza delle metodiche sia per la regolazione naturale della fertilità umana che per il superamento naturale dell'eventuale infertilità. Oggi, «grazie al progresso delle scienze biologicne e mediche, l'uomo può disporre di sempre più efficaci risorse terapeutiche, ma può anche acquisire poteri nuovi dalle conseguenze imprevedibili sulla vita umana nello stesso suo inizio e nei suoi primi stadi» NÉ TECNICA NÉ RAGIONE SOLO GLI OCCHI DEL CUORE La tecnica non può sostituire la maturazione della libertà, quando è in gioco l'amore. Anzi, come ben sappiamo, neppure la ragione basta: bisogna che sia il cuore a vedere. Solo gli occhi del cuore riescono a cogliere le esigenze proprie di un grande amore, capace di abbracciare la totalità dell'essere umano. {Istruz. Donum vitae, 1). In questa prospettiva, «molti ricercatori si sono impegnati nella lotta contro la sterilità. Salvaguardando pienamente la dignità della procreazione umana, alcuni sono arrivati a risultati che in precedenza sembravano irraggiungibili. Gli uomini di scienza vanno quindi incoraggiati a proseguire nelle loro ricerche, allo scopo di prevenire le cause della sterilità e potervi rimediare, in modo che le coppie sterili possano riuscire a procreare nel rispetto della loro dignità personale e di quella del nascituro» {Istruz. Donum vitae, 8). È proprio questo lo scopo che TISI Paolo VI ed altri Centri analoghi, con l'incoraggiamento dell'autorità ., ecclesiastica, si propongono. Possiamo chiederci: come mai oggi il mondo, ed anche molti fedeli, trovano tanta difficoltà a comprendere il messaggio della Chiesa, che illustra e difende la bellezza dell'amore coniugale nella sua manifestazione naturale? Certo, la soluzione tecnica anche nelle grandi questioni umane appare spesso la più facile, ma essa in realtà nasconde la questione di fondo, che riguarda il senso della sessualità umana e la necessità di una padronanza responsabile, perché il suo esercizio possa diventare espressione di amore personale. La tecnica non può sostituire la maturazione della libertà, quando è in gioco l'amore. Anzi, come ben sappiamo, neppure la ragione basta: bisogna che sia il cuore a vedere. Solo gli occhi del cuore riescono a cogliere le esigenze proprie di un grande amore, capace di abbracciare la totalità dell'essere umano. Per questo il servizio che la Chiesa offre nella sua pastorale matrimoniale e familiare dovrà saper orientare le coppie a capire con il cuore il meraviglioso disegno che Dio ha iscritto nel corpo umano, aiutandole ad accogliere quanto comporta un autentico cammino di maturazione. Il Congresso che state celebrando rappresenta perciò un importante momento di riflessione e di cura per le coppie e per le famiglie, offrendo il frutto di anni di ricerca, sia sul versante antropologico ed etico che su quello prettamente scientifico, a proposito di procreazione veramente responsabile. In questa luce non posso che congratularmi con voi, augurandomi che questo lavoro porti frutti abbondanti e contribuisca a sostenere i coniugi con sempre maggior saggezza e chiarezza nel loro cammino, incoraggiandoli nella loro missione ad essere, nel mondo, testimoni credibili della bellezza dell'amore. Con questi auspici, mentre invoco l'aiuto del Signore sullo svolgimento dei lavori del congresso, a tutti invio una speciale benedizione apostolica. Benedetto XVI Così PaoloVI arginò il naufragio morale» DA MILANO ANTONELLA MARIANI P aoloVI «tentato nel de- serto, sfidato dai farisei e sottoposto a una grande prova». Ma, come Ge- sù, il Papa non si fece «sedur- re» da tutti coloro che - e furo- notanti—cercavano di strap- pargli un'enciclica più «loro». Cosi monsignor Michel SchOoyans, professore emeri- to di Filosofia politica all'uni- versità di Lovanio in Belgio, e- sordisce nel suo ultimo libro, che l'editore Cantagalli pub- blicherà nei prossimi giorni: raccontando che la Humanae Vitae costituì per Paolo VI un lungo e doloroso travaglio, n Papa ascoltò esperti e com- missioni, laici e clero, fu sotto- posto a mille pressioni da par- te di chi, già dalla fine degli an- ni Cinquanta, spingevaperché la Chiesa riformasse le sue po- sizioni in materia di controllo delle nascite e di demografia «A PaoloVI - scrive Schooyans Schooyans: l'enciclica fu il punto di resistenza decisivo nella complessa questione bioetica in "Laprofezia di Paolo VI. L'Enciclica Humanae Vi- tae" - viene quasi intima- to di seguire il parere della maggioranza delifT Com- missioni e dei loro esperti»: quello che in molti si aspetta- vano erailriconoscimento del- la liceità morale del ricorso al- la contraccezione, cioè della separazione, nell'unione co- niugale, deifiniprocreativo e u- nitivo». Paolo VI aspetterà cinque an- ni a pronunciarsi e il 25 luglio 19681' Humanae Vitae fu pub- blicata scate- nando, come scrive Schooyans, «un bel putife- rio». L'encicli- ca, in realtà, ha il valore di una autenticapro- fezia: già 40 anni fa il testo appariva il pun- to di resistenza decisivo sulla complessa questione della bioeOca. «Se PaoloVI avesse ce- duto sul tema della contracce- zione - continua l'autore -, a- vrebbe aperto la porta a un naufragio in campo morale, a- vrphhp rinp srnnfpssatn la ra- gione, capace nel suo retto u- so di discernere il vero dal fai- . , ? .- ' ••:. so, il bene dal male». Ed è proprio laragione che por- ta, prima ancora della fede, «a giustificare la posizione di Pao - loVI sulla contraccezione»: è la medicina a dire che la pillola ormonale non fa bene alla sa- lute; sono gli psicologi a dire che l'aborto può essere causa di disturbi gravi per la donna; sono le statistiche governative a mostrare come la banalizza- zione della contraccezione non faccia diminuire il nume- ro degli aborti; sono le riviste dei consumatori a mettere in e- videnza che i preservativi non sono affidabili. Dunque, se- condo monsignor Michel Schooyans, «l'adesione all'en- ciclica HumanaeVìtae è ragio- nevole: essa afferma con co- raggio chel'eticaedonistanon è buona per l'uomo». I fatti stanno lì a dimostrarlo, e il docente belgali elenca: il crol- lo della fecondità e il conse- guente invecchiamento della popolazione, le pressioni eu- genetiche sulle gravidanze, l'ir- rompere di correnti favorevo- li ali eutanasia... Tutti temi di grande attualità, tanto che monsignor Giampaolo Cre- paldi, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, nel- la introduzione al libro, sostie- ne che «le tematiche della vita occupano un posto centrale nella moderna 'questione so- ciale"».PaoloVIloavevagiàin- , tuito 40 anni fa.

HUMANAEVITAE 40 ANNI DOPO L'amore tra gli sposi, un «sì ...1).pdf · riescono a cogliere le esigenze proprie di un grande amore, capace di abbracciare la totalità dell'essere umano

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liihWpiano SA8AT0.OTTOBRI 2006

I

L'AMORE CONIUGALE

«L'amore coniugale rivelamassimamente la sua vera natura enobiltà quando è considerato nellasua sorgente suprema, Dio, che è"Amore", che è il Padre "da cui ognipaternità, in cielo e in terra, trae ilsuo nome"... Per mezzo dellareciproca donazione personale, loropropria ed esclusiva, gli spositendono alla comunione delle loropersone, con la quale siperfezionano a vicenda, percollaborare con Dio alla generazionee alla educazione di nuove vite». ;

METODI NATURALI

«La Chiesa è coerente con se stessa,sia quando ritiene lecito il ricorso aiperiodi infecondi, sia quandocondanna come sempre illecitol'uso dei mezzi direttamentecontrari alla fecondazione, anchese ispirato da ragioni che possanoapparire oneste e gravi. Infatti, i duecasi differiscono completamentetra di loro: nel primo caso i coniugiusufruiscono legittimamente diuna disposizione naturale;nell'altro caso essi impediscono losvolgimento dei processi naturali».

RAGIONE E UBERAVOLONTÀ

«Una retta e onesta pratica diregolazione della natalità richiedeanzitutto dagli sposi che acquistino eposseggano solide convinzioni circa iveri valori della vita e della famiglia, eche tendano ad acquistare unaperfetta padronanza di sé. Il dominiodell'istinto, mediante la ragione e lalibera volontà, imponeindubbiamente una ascesi, affinchè lemanifestazioni affettive della vitaconiugale siano secondo il retto ordinee in particolare per l'osservanza dellacontinenza periodica».

HUMANAEVITAE40 ANNI DOPO

L'interrogativo delPontefice: «Come maimolti fedeli trovanotanta difficoltà a

comprendere ilmessaggio della Chiesa,che illustra la bellezzadell'amore coniugale?» Papa PaoloVI

L'amore tra gli sposi, un «sì» nella veritàBenedettoci: escludere il dono della vita significa negare la verità del matrimoniol'interventoProcreazioneresponsabile e ritminaturali di fertilità nelmessaggio del Papaper l'anniversariodell'enciclica di PaoloVIPubblichiamo il testo integrale del messaggioinviato dal Papa a monsignor Livio Melina,preside del Pontifìcio istituto "Giovanni Pao-lo II" per studi su matrimonio e famiglia

I o appreso con gioia che il Pontificioistituto di cui Ella è preside e

I l'Università Cattolica del SacroCuore hanno opportunamente organizzatoun congresso internazionale in occasionedel 40° anniversario di pubblicazionedell'enciclica Humanae vitae, importantedocumento nel quale è affrontato uno degliaspetti essenziali della vocazionematrimoniale e dello specifico cammino disantità che ne consegue. Gli sposi, infatti,avendo ricevuto il dono dell'amore, sonochiamati a farsi a loro volta dono l'uno perl'altra senza riserve. Solo così gli atti propried esclusivi dei coniugi sono veramente attidi amore che, mentreli uniscono in unasola carne, costruiscono una genuinacomunione personale. Pertanto, la logicadella totalità del dono configuraintrinsecamente l'amore coniugale e, grazieall'effusione sacramentale dello SpiritoSanto, diventa il mezzo per realizzare nellapropria vita un'autentica carità coniugale.La possibilità di procreare una nuova vitaumana è inclusa nell'integrale donazionedei coniugi. Se, infatti, ogni forma d'amoretende a diffondere la pienezza di cui vive,l'amore coniugale ha un modo proprio dicomunicarsi: generare dei figli. Cosi essonon solo assomiglia, ma partecipa all'amoredi Dio, che vuole comunicarsi chiamandoalla vita le persone umane. Escludere questadimensione comunicativa medianteun'azione che miri ad impedire laprocreazione significa negare la veritàìntima dell'amore sponsale, con cui sicomunica il dono divino: «se non si vuoleesporre all'arbitrio degli uomini la missionedi generare la vita, si devononecessariamente riconoscere limitiinvalicabili alla possibilità di dominiodell'uomo sul proprio corpo e sulle suefunzioni; limiti che a nessun uomo, siaprivato sia rivestito di autorità, è lecitoinfrangere» {Humanae vitae, 17). È questo ilnucleo essenziale dell'insegnamento che ilmio venerato predecessore Paolo VI rivolseai coniugi e che il servo di Dio GiovanniPaolo II, a sua volta, ha ribadito in molteoccasioni, illuminandone il fondamentoantropologico e morale.A distanza di 40 anni dalla pubblicazionedell'enciclica possiamo capire meglioquanto questa luce sia decisiva percomprendere il grande "sì" che implical'amore coniugale. In questa luce, ì figli nonsono più l'obiettivo di un progetto umano,ma sono riconosciuti come un autenticodono, da accogliere con atteggiamento diresponsabile generosità verso Dio, sorgenteprima della vita umana. Questo grande "sì"alla bellezza dell'amore comportacertamente la gratitudine, sia dei genitorinel ricevere il dono di un figlio, sia del figliostesso nel sapere che la sua vita ha origineda un amore così grande e accogliente. Èvero, d'altronde, che nel cammino dellacoppia possono verificarsi delle circostanzegravi che rendono prudente distanziare lenascite dei figli o addirittura sospenderle.Ed è qui che la conoscenza dei ritmi naturali 'di fertilità della donna diventa importanteper la vita dei coniugi. I metodi di

osservazione, che permettono alla coppia dideterminare i periodi di fertilità, leconsentono di amministrare quanto ilCreatore ha sapientemente iscritto nellanatura umana, senza turbare l'integrosignificato della donazione sessuale. Inquesto modo i coniugi, rispettando la pienaverità del loro amore, potranno modularnel'espressione in conformità a questi ritmi,senza togliere nulla alla totalità del dono disé che l'unione nella carne esprime.Ovviamente ciò richiede una maturitànell'amore, che non è immediata, macomporta un dialogo e un ascolto reciproco

e un singolare dominio dell'impulsosessuale in un cammino di crescita nellavirtù. In questa prospettiva, sapendo che ilcongresso si svolge anche per iniziativadell'Università Cattolica del Sacro Cuore, miè pure caro esprimere particolareapprezzamento per quanto codestaistituzione universitaria fa a sostegnodell'Istituto internazionale PaoloVI diricerca sulla fertilità e infertilità umana peruna procreazione responsabile (ISD, da essadonato al mio indimenticabilepredecessore, Papa Giovanni Paolo II,volendo in questo modo offrire una

éé' RAPPORTO CHE PARTECIPAALL'AMORE DEL CREATORE

La possibilità di procreare una nuova vitaumana è inclusa nell'integrale donazionedei coniugi. Se ogni forma d'amore tendea diffondere la pienezza di cui vive, l'amoreconiugale ha un modo proprio dicomunicarsi: generare dei figli. Così essonon solo assomiglia, ma partecipaall'amore di Dio.

Famiglia, matrimonio,educazione sono alcunitra i temi centralidel pontificatodi Benedetto XVI

risposta, per così dire, istituzionalizzataali appello rivolto dal Papa PaoloVI nelnumero 24 dell'Enciclica agli "uomini discienza". Compito dell'ISI, infatti, è di farprogredire la conoscenza delle metodichesia per la regolazione naturale della fertilitàumana che per il superamento naturaledell'eventuale infertilità. Oggi, «grazie alprogresso delle scienze biologicne emediche, l'uomo può disporre di semprepiù efficaci risorse terapeutiche, ma puòanche acquisire poteri nuovi dalleconseguenze imprevedibili sulla vita umananello stesso suo inizio e nei suoi primi stadi»

NÉ TECNICA NÉ RAGIONESOLO GLI OCCHI DEL CUORE

La tecnica non può sostituire lamaturazione della libertà, quando è ingioco l'amore. Anzi, come ben sappiamo,neppure la ragione basta: bisogna che sia ilcuore a vedere. Solo gli occhi del cuoreriescono a cogliere le esigenze proprie di ungrande amore, capace di abbracciare latotalità dell'essere umano.

{Istruz. Donum vitae, 1). In questaprospettiva, «molti ricercatori si sonoimpegnati nella lotta contro la sterilità.Salvaguardando pienamente la dignità dellaprocreazione umana, alcuni sono arrivati arisultati che in precedenza sembravanoirraggiungibili. Gli uomini di scienza vannoquindi incoraggiati a proseguire nelle lororicerche, allo scopo di prevenire le causedella sterilità e potervi rimediare, in modoche le coppie sterili possano riuscire aprocreare nel rispetto della loro dignitàpersonale e di quella del nascituro» {Istruz.Donum vitae, 8). È proprio questo lo scopoche TISI Paolo VI ed altri Centri analoghi,con l'incoraggiamento dell'autorità .,ecclesiastica, si propongono. Possiamochiederci: come mai oggi il mondo, edanche molti fedeli, trovano tanta difficoltà acomprendere il messaggio della Chiesa, cheillustra e difende la bellezza dell'amoreconiugale nella sua manifestazionenaturale? Certo, la soluzione tecnica anchenelle grandi questioni umane appare spessola più facile, ma essa in realtà nasconde laquestione di fondo, che riguarda il sensodella sessualità umana e la necessità di unapadronanza responsabile, perché il suoesercizio possa diventare espressione diamore personale. La tecnica non puòsostituire la maturazione della libertà,quando è in gioco l'amore. Anzi, come bensappiamo, neppure la ragione basta:bisogna che sia il cuore a vedere. Solo gliocchi del cuore riescono a cogliere leesigenze proprie di un grande amore,capace di abbracciare la totalità dell'essereumano. Per questo il servizio che la Chiesaoffre nella sua pastorale matrimoniale efamiliare dovrà saper orientare le coppie acapire con il cuore il meraviglioso disegnoche Dio ha iscritto nel corpo umano,aiutandole ad accogliere quanto comportaun autentico cammino di maturazione.Il Congresso che state celebrandorappresenta perciò un importantemomento di riflessione e di cura per lecoppie e per le famiglie, offrendo il frutto dianni di ricerca, sia sul versanteantropologico ed etico che su quelloprettamente scientifico, a proposito diprocreazione veramente responsabile. Inquesta luce non posso che congratularmicon voi, augurandomi che questo lavoroporti frutti abbondanti e contribuisca asostenere i coniugi con sempre maggiorsaggezza e chiarezza nel loro cammino,incoraggiandoli nella loro missione adessere, nel mondo, testimoni credibili dellabellezza dell'amore. Con questi auspici,mentre invoco l'aiuto del Signore sullosvolgimento dei lavori del congresso, a tuttiinvio una speciale benedizione apostolica.

Benedetto XVI

Così PaoloVI arginò il naufragio morale»

DA MILANOANTONELLA MARIANI

P aoloVI «tentato nel de-serto, sfidato dai fariseie sottoposto a una

grande prova». Ma, come Ge-sù, il Papa non si fece «sedur-re» da tutti coloro che - e furo-

notanti—cercavano di strap-pargli un'enciclica più «loro».Cosi monsignor MichelSchOoyans, professore emeri-to di Filosofia politica all'uni-versità di Lovanio in Belgio, e-sordisce nel suo ultimo libro,che l'editore Cantagalli pub-blicherà nei prossimi giorni:raccontando che la HumanaeVitae costituì per Paolo VI unlungo e doloroso travaglio, nPapa ascoltò esperti e com-missioni, laici e clero, fu sotto-posto a mille pressioni da par-te di chi, già dalla fine degli an-ni Cinquanta, spingevaperchéla Chiesa riformasse le sue po-sizioni in materia di controllodelle nascite e di demografia«A PaoloVI - scrive Schooyans

Schooyans: l'enciclicafu il puntodi resistenza decisivonella complessaquestione bioetica

in "Laprofeziadi Paolo VI.L'EnciclicaHumanae Vi-tae" - vienequasi intima-to di seguire ilparere dellamaggioranzadelifT Com-missioni e dei loro esperti»:quello che in molti si aspetta-vano erailriconoscimento del-la liceità morale del ricorso al-la contraccezione, cioè dellaseparazione, nell'unione co-niugale, dei fini procreativo e u-nitivo».Paolo VI aspetterà cinque an-ni a pronunciarsi e il 25 luglio19681'Humanae Vitae fu pub-

blicata scate-nando, comescriveSchooyans,«un bel putife-rio». L'encicli-ca, in realtà, hail valore di unaautenticapro-fezia: già 40

anni fa il testo appariva il pun-to di resistenza decisivo sullacomplessa questione dellabioeOca. «Se PaoloVI avesse ce-duto sul tema della contracce-zione - continua l'autore -, a-vrebbe aperto la porta a unnaufragio in campo morale, a-vrphhp rinp srnnfpssatn la ra-gione, capace nel suo retto u-so di discernere il vero dal fai-

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so, il bene dal male».Ed è proprio laragione che por-ta, prima ancora della fede, «agiustificare la posizione di Pao -lo VI sulla contraccezione»: è lamedicina a dire che la pillolaormonale non fa bene alla sa-lute; sono gli psicologi a direche l'aborto può essere causadi disturbi gravi per la donna;sono le statistiche governativea mostrare come la banalizza-zione della contraccezionenon faccia diminuire il nume-ro degli aborti; sono le rivistedei consumatori a mettere in e-videnza che i preservativi nonsono affidabili. Dunque, se-condo monsignor MichelSchooyans, «l'adesione all'en-ciclica HumanaeVìtae è ragio-

nevole: essa afferma con co-raggio chel'eticaedonistanonè buona per l'uomo».I fatti stanno lì a dimostrarlo, eil docente belgali elenca: il crol-lo della fecondità e il conse-guente invecchiamento dellapopolazione, le pressioni eu-genetiche sulle gravidanze, l'ir-rompere di correnti favorevo-li ali eutanasia... Tutti temi digrande attualità, tanto chemonsignor Giampaolo Cre-paldi, segretario del PontificioConsiglio Giustizia e Pace, nel-la introduzione al libro, sostie-ne che «le tematiche della vitaoccupano un posto centralenella moderna 'questione so-ciale"».PaoloVIloavevagiàin- ,tuito 40 anni fa.