II Capitolo

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    II CapitoloLA MISTAGOGIA: CONTESTUALIZZAZIONE DELLARIFLESSIONE

    Il termine mistagogia, che ha origine dal verbo greco myéô che significa insegnare

    una dottrina, iniziare ai misteri, rimanda alla particolare relazione che esiste tra il cristiano

    e il mistero creduto, celebrato e vissuto nella comunità. 1 L’espressione, nei primi secoli di

    vita della chiesa, designava la prassi della comunità ecclesiale «di radunare i neo-battezzati

    uotidianamente durante l’ottava pasuale per consolidare la loro fede attraverso un pi!

     profonda conoscenza dei riti per mezzo dei uali essi erano entrati definitivamente e

     pienamente nel mistero di Cristo".#  $re gli elementi che costituivano l’essenziale del

    metodo mistagogico% «la valorizzazione dei segni sacramentali& l’interpretazione dei riti

    alla luce degli eventi biblici& il significato in vista dell’impegno cristiano".' In particolare il

     prof. (. )uta, sottolinea due accezioni del termine mistagogia%

    In genere per *mistagogia* s+intende due realtà distinte e tra loro connesse.  In particolare, ci siriferisce alla liturgia medesima o alla sua intelligenza intus-legere, dopo averla celebrata, pi!specificatamente alla fase terminale dell+iniziazione cristiana degli adulti, che si svolgeva di solito lasettimana dopo asua, uale coronamento e approfondimento della celebrazione congiunta dei tresacramenti battesimo, confermazione, eucaristia durante la /eglia pasuale. i! in generale, indica iltipo di formazione cristiana che ricorre al metodo singolare, detto per l+appunto *mistagogico*, checonsiste nel valorizzare i segni liturgici esperimentati, nel+interpretarli alla luce della storia della

    1 Cfr. 0. 2332, La mistagogia. Le catechesi liturgiche della fine del quarto secolo e il loro metodo,CL/, )oma 1445#, 16. 

    #  7. 7I)89:I, Un pastore di fronte alle urgenze di una pastorale più mistagogica, in «)ivista diastorale Liturgica" #; 14

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    salvezza mediante un originale approccio biblico ..., nel predisporre i fedeli all+impegno cristiano chescaturisce dalla vita nuova in Cristo, accolta e personalizzata nella celebrazione sacramentale. Inentrambi i versanti, la costante pi! evidente ? che l+esperienza precede la spiegazione e la riflessione.rima dell+esplicitazione verbale, c+? l+evento in una successione di gesti e parole intimamenteconnessi. 6

    La citazione permette di delineare un orizzonte semantico abbastanza ampio, per 

    riflettere su una mistagogia che ? «ultimo tempo dell’iniziazione" )IC2 '; e, uindi,

     parte integrante del processo, e stile pastorale nell’orizzonte dell’integrazione fede-vita

    vissuto da una comunità con un trama relazionale intensa e coinvolgente, sostenuta dalla

    dall’0ucaristia domenicale. La mistagogia, in uanto tempo dell+IC, ? il tempo della sintesi

    tra il mistero asuale vissuto nella liturgia, annunziato nella arola e testimoniato nella

    carità e la vita del credente. L+integrazione asua-vita, accompagnata nella liturgia,

    nell+ascolto della arola, nella catechesi e nella carità apre il cuore del credente alla

     progressiva novità della fede accolta, alla viva appartenenza alla comunità ecclesiale, la

    7posa dell+2gnello, e ad una visione rinnovata ed evangelica del mondo. In uanto stile

     pastorale ? caratterizzata dal primato e dalla prevalenza del mistero di @io e la conseguente

    esigenza di lasciarsi toccare e visitare da parte del credente& dalla duplice centralità della

    comunità trinitaria e della comunità umana% «non vi ? mistero senza la presenza dell’uomo,

    come non vi ? mistero senza la presenza di @io& e non vi ? mistero de la duplice presenza

    dell’uomo e di @io non implica un rapporto di unione"& A dalla gradualità di un istero che

    svelandosi nella vita del credente illumina e porta al compimento (7 ##. Lo stile

    mistagogico fa, dunue, sintesi tra il paradigma Berigmatico e il paradigma comunitario-

    esistenziale, ponendo al centro la vita del credente come luogo in cui si dà allo stesso

    tempo il desiderio di senso e il istero di @io%

    istagogia significa accompagnamento a scoprire il mistero già presente in ogni esperienza di vita, per cercare @io, che non si aggiunge per cos dire dall’esterno e come completamento alla nostra vita,ma già presente in essa, pur restando sempre colui che deve venire. 7i tratta uindi di introdurre aun’interiorità e alla percezione di DualcosaE che ? meraviglioso, venerando e santo, che in definitivaincomprensibile e inesprimibile in e DdentroE tutto ciF che si puF comprendere ed esprimere cheuindi ? trascendente nel cuore della vita.5 

    6 (. ) =$2, istagogia. !lcuni punti nodali e alcune questioni di fondo "parte prima#, in «Itinerarium"#> #>1# A#, 46-4A.

    A @. 82)79$$I,  Il mistero della $assione%orte%&isurrezione, in «)ivista di astorale Liturigica" #1456 ', 4A-45.

    5 G. B 270) , 'ornare al primo annuncio, in «Il )egnoH@ocumenti" A6 #>>4 11, '6>.

    'A

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    La riflessione del capitolo si sviluppa in uattro paragrafi%

    1. 2lcune proposte magisteriali e riflessive sulla mistagogia&

    #. Il nodo pastorale&

    '. I punti di non ritorno di una mistagogia con gli adolescenti&

    6. =na riflessione conclusiva.

     

    1. ALCUNE PROSPETTIVE MAGISTERIALI E RIFLESSIVE SULLA 

    MISTAGOGIA

    Compito del presente paragrafo ? costruire un uadro di riferimento sulla mistagogia

     ponendosi in ascolto di cinue documenti scelti,;  il )IC2, la II :ota sull’Iniziazione

    Cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, la :ota per l’accoglienza e l’utilizzazione del

    catechismo C0I, 0vangelii (audium e gli orientamenti nazionali DIncontriamo (es!D, per 

    sottolineare e cogliere gli elementi centrali della mistagogia in uanto tempo

    dell’iniziazione cristiana e stile pastorale. :ella seconda parte della riflessione, si

    analizzeranno criticamente le prospettive di alcuni autori contemporanei italiani /.2ngiuli, . Cacucci, L. eddi, (. )uta attraverso i uali approfondire la prospettiva

     pastorale premessa necessaria alla descrizione del nodo pastorale nel secondo paragrafo.

    1.1. I documenti

    ;  C9:0)0:32  0I7C92L0  I$2LI2:2,  &ito dell(Iniziazione cristiana degli adulti ed. Italiana dell’)rdo Initiationos *hristianae !dultorum, 0ditio $Jpica, $Jpis olJglottis /aticanis 14;# , Libreria 0ditrice/aticana, Città del /aticano 144

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     &I*!

    L’introduzione al &I*! precisa che la mistagogia ? tappa dell’iniziazione e uindi e

     parte integrante del processo iniziatico con funzioni proprie che integrano, completano il

    cammino iniziato, inserendo il credente sempre di pi! in una prospettiva evangelica sulla

    vita. Il percorso iniziatico si realizza in una comunità viva e capace di coinvolgere i

     battezzati. In tale senso la mistagogia ? caratterizzata dall’incontro tra la catechesi,

    l’esperienza della celebrazione e la vita del credente. 2i nn. '; - '4 il )IC2 cos descrive

    la mistagogia%

    @opo uest+ultimo grado, la comunità insieme con i neofiti prosegue il suo cammino nellameditazione del /angelo, nella partecipazione all+0ucaristia e nell+esercizio della carità, cogliendosempre meglio la profondità del mistero pasuale e traducendolo sempre pi! nella pratica della vita.uesto ? l+ultimo tempo dell+iniziazione cristiana cio? il tempo della mistagogia dei neofiti.

    In realtà una pi! piena e fruttuosa intelligenza dei misteri si acuisisce con la novità della catechesi especialmente con l+esperienza dei sacramenti ricevuti. I neofiti infatti sono stati rinnovatiinteriormente, pi! intimamente hanno gustato la buona arola di @io, sono entrati in comunione conlo 7pirito 7anto e hanno scoperto uanto ? buono il 7ignore. @a uesta esperienza, propria delcristiano e consolidata dalla pratica della vita, essi attingono un nuovo senso della fede, della Chiesa edel mondo.

    La nuova e freuente partecipazione ai sacramenti, se da un lato chiarisce l’intelligenza delle sacre7critture, dall’altro accresce la conoscenza degli uomini e l’esperienza della vita comunitaria, cos che

     per i neofiti divengono pi! facili e pi! utili insieme i rapporti con gli altri fedeli. erciF il tempo dellamistagoga ha una importanza grandissima e consente ai neofiti, aiutati dai padrini, di stabilire pi!stretti rapporti con i fedeli e di offrire loro una rinnovata visione della realtà e un impulso di vitanuova.

    @a uno sguardo di sintesi al )IC2 ? possibile ricostruire cinque tensioni

    fondamentali nella *mistagogia* intesa come processo in un contesto pi! strutturato, che ?

    appunto l+IC% la tensione liturgica, la tensione catechetico2educati0a, la tensione 3i3lica, latensione ecclesiologia e la tensione 0ocazionale2esistenziale. Le cinue tensioni si

    ritrovano, se pur con accenti diversi, in tutte le accezioni di mistagogia a conferma del fatto

    che il progetto di catecumenato introdotto dal )IC2 ? il punto di riferimento per il

    rinnovamento dell+IC non solo per gli adulti, ma anche per i ragazzi, seppur con le dovute

    attenzioni legate allo specifico della loro esperienza di fede. In particolare il )IC2

    sottolinea uanto la mistagogia sia un tempo in cui ravviare la (razia del sacramento e un

    ';

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    sacramenti celebrati& sostegno allo sviluppo della coscienza morale& orientamento della

    dimensione vocazionale& educazione alla misionarietà& educazione al servizio.-1# anni necessariamente

    la mistagogia segue nella fascia 1#-16, ma ? determinata dalla consapevolezza, nell+intento

     pastorale e pedagogico del CI, che le cinue tensioni della mistagogia, come cinue semi,

     possono sbocciare nella vita del soggetto, solo se seminati nel terreno fertile

    dell’adolescenza IC) #1%

    La forma misteriosa e dirompente della crescita puberale, come il processo di identità, rende ilragazzo come foglio sparso di un libro in balia di un vento impetuoso M...N. a chi crede di poterlousare con ordine e puntualità, con precisione e metodo, non potrà che cozzare contro una realtà chenon ubbidisce a un perentorio comando. 0 non si tratta di ribellione cosciente, ma di incapacità dicoordinamento e di riordinamento dei significati del proprio crescere vorticoso. 8isogna credere cheanche dentro uesto crescere disordinato c+? la forza della vita che viene da @io e che risponde a unorientamento che per il momento, con al pazienza di @io, l+educatore assume come impegno di

     presenza e accompagnamento, con la possibilità di orientare progressivamente ueste energie versol+energia spirituale della fede.4 

     /0angelii 1audium

     :ell’esortazione apostolica /0angelii 1audium, papa rancesco parla di prospettiva

    mistagogica e di prospettive 5erigmatica, indicandole come le due vie attraverso le uali la

    catechesi assolve al suo compito di educare e servire la crescita del battezzato 0( 156-

    155. er uanto concerne il recupero dell’impostazione 5erigmatica della catechesi il apa

    sottolinea che% Dtutta la formazione cristiana ?, prima di tutto, l’approfondimento delOerJgma che va facendosi carne sempre pi! e sempre meglio, che mai smette di illuminare

    l’impegno catechistico e che permette di comprendere adeguatamente il significato di

    ualunue tema che si sviluppa nella catechesiE 0( 15A. La sottolineatura della

     prospetti0a mistagogica, che indica il recupero della dimensione esistenziale, permette,

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    invece, di rileggere la catechesi nei tratti di un’esperienza continua& essa si realizza

    rispettando due dimensioni% Dla necessaria progressività dell’esperienza formativa in cui

    interviene tutta la comunità e una rinnovata valorizzazione dei segni liturgici

    dell’iniziazione cristianaE 0( 155. =no stile d’iniziazione ed educazione alla fede,

    uindi, che nella circolarità tra logica Oerigmatica e logica esistenzialeHcomunitaria,

    accompagna lo sviluppo degli atteggiamenti stabili della vita cristiana e la maturazione

    della fede, attraverso il percorso dell’interiorizzazione-integrazione del messaggio e

    l’abilitazione all’esercizio della vita cristiana. La mistagogia ? lo stile che caratterizza tutto

    il sistema educativo ecclesiale in uanto realizza l’incontro tra l’azione liturgia portatrice

    del mistero, la catechesi chiamata a sviluppare la ricchezza di senso dell’azione liturgica, la

    arola rivelatrice del senso ultimo della vita e la vita della persona Dluogo privilegiatoE in

    cui si rivela e abita il mistero della $rinità.

     Incontriamo Gesù

    (li 9rientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia  Incontriamo 1esù  parlano di

    mistagogia al n. 5#. In particolare i vescovi definiscono il principio pastorale e pedagogico

    della discontinuità degli itinerari mistagogici con gli adolescenti rispetto ai momenti precedenti del processo iniziatico. uesto comporta inuadrare gli itinerari mistagogici

    all’interno di una pastorale per gli adolescenti che «tenga conto non solo delle mutate

    attitudini cognitive ma anche dello sviluppo psico-affettivo-corporeo e spirituale che

    investe la loro vita" I( 5#.

    arlare di «itinerari mistagogici" significa accettare modalità esperienziali, capaci di servirsi di attivitàdi laboratorio, prevedere uscite sul territorio percorrendo distanze sempre pi! ampie, con l’interventodi esperti e di testimoni& definire la modulazione fra tempi di liturgia e spiritualità, riflessione e

    approfondimento, assunzione e restituzione creativa. L’adesione alla comunità si configura poi anchecome maturazione di adeguate responsabilità e in esperienze di servizio caritativo ed educativo. =nvalore straordinario ha, in uesta fascia di età, l’accompagnamento spirituale e la proposta delladirezione spirituale I( 5#.

    =na nota da sottolineare ? la rilettura di tutto l’impegno con gli adolescenti

    nell’ottica mistagogica. 2l n. #A infatti i vescovi affermano che l’attenzione ai percorsi di

    accompagnamento degli adolescenti, accompagnano il passaggio dalla catechesi di

    iniziazione cristiana alla catechesi permanente. In tale senso la mistagogia diventa tempo

    6>

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     propizio per ancorare la proposta iniziatica all’ordinarietà della vita della comunità& tempo

     propizio in cui immergere il ragazzo in cerca di un senso per la propria vita, nella ricchezza

    del senso celebrato, creduto e vissuto nella vita $rinitaria.

    2lla luce di uanto già analizzato potremmo trarre un primo bilancio parziale. Le

     prospettive magisteriali proposte presentano la mistagogia costituita da relazioni profonde

    tra la tensione liturgica, la tensione catechetico2educati0a, la tensione 3i3lica, la tensione

    ecclesiologia e la tensione 0ocazionale2esistenziale, se pur con accenti ed enfasi diverse.

    0videnziano inoltre la necessità che la mistagogia sia pensata all’interso di una visione di

     pastorale integrata per gli adolescenti, in cui il radicamento nella comunità e la centralità

    della uestione integrazione fede-vita sono condizioni necessarie. Il passaggio successivo

    sarà arricchire uanto fin ui descritto con le riflessioni di alcuni autori italiani scelti.

    1.. Uno !"u#$do #d #%cuni #uto$i it#%i#ni: V. An"iu%i& F. C#cucci& L. Meddi& G. Rut#

    2ssumere al mistagogia come criterio pastorale di fondo non ? nella logica dei

    rattoppi o degli aggiustamenti, ma si colloca nell’orizzonte di una radicale «conversione

     pastorale" che dica uno stile ecclesiale capace di generare e accompagnare l’esperienza di

    fede. 2ttraverso una lettura critica e sintetica delle prospettive di uattro autori, che integra

    la lettura ragionata dei documenti magisteriali appena compiuta, si vuole completare

    l’elaborazione di un uadro riflessivo che introduca la prospettiva pedagogica e pastorale

    del presente studio.

    mons. Vito !ngiuli

    La riflessione di mons. /ito 2ngiuli parte da una consapevolezza% perseverare nel

    lungo lavoro di ricezione delle istanze teologico-pastorali del Concilio /aticano II vuol

    dire investire su una svolta mistagogica della pastorale.1> Il mistero asuale ? il cuore di

    un agire pastorale-educativo mistagogico e la /eglia pasuale, in uanto madre di tutte le

    azioni celebrative in cui la vita dell’uomo si immerge nella vita di @io, ? il paradigma

    1>  er l’approfondimento del pensiero dell’autore si confronti% /. 2 :(I=LI,  /ducazione comemistagogia. Un orientamento pedagogico nella prospetti0a del Vaticano II, CL/, )oma #>1>.

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    dell’agire pastroale-educativo mistagogico : 11. La pastorale mistagogica ? mediata

    da un agire ecclesiale centrato sul mistero pasuale di Cristo, cuore dell’esistenza cristiana,

    e da un agire educativo inteso come accompagnamento mistagogico%11

    La mistagogia crea un circolo virtuoso tra ortodossia, ortoprassi e ortopatia. Il cristiano celebra ciFche crede, DsenteE come realtà personale ciF che professa nella fede comune ed ? invitato a praticareciF che celebra. /erità di fede, comportamento esistenziale e celebrazione si rapportanovicendevolmente in un fecondo intreccio tra assenso veritativo, orientamento della vita e consonanzacon ciF che il mistero comunica a tutti MPN. Q auspicabile che il rinnovamento pastorale già in atto,assuma sempre pi! la forma di un Daccompagnamento mistagogicoE.1# 

    0ducare, nella prospettiva dell’autore ?, uindi, introdurre al mistero di Cristo come

    sola verità del mistero dell’uomo, ? accompagnare l’uomo ad esplorare il suo mistero nella

    luce di Cristo. I luoghi privilegiati in cui il mistero dell’uomo, il desiderio di vita

    dell’uomo, incrocia il istero di @io, il desiderio di riverlarsi di @io trino, sono la liturgia,

    la catechesi e la vita stessa dell’uomo. :ella celebrazione e nella mistagogia liturgica si ?

    afferrati da Cristo ? introdotti alla vita divina. Q lui il mistagogo che agisce e provoca

    l’esperienza della grazia nel singolo e nella comunità. :ella catechesi mistagogica la

    comunità accompagna, con la forza dello 7pirito, nella consapevolezza del dono ricevuto e

    nella conoscenza, intesa come  s7pere I( #; , del mistero di Cristo. :ella vita e nellamistagogia della vita uotidiana si ? accompagnati nella maturazione di una lettura

    evangelica della propria storia e della propria esistenza, nella consapevolezza che ogni

    attimo della vita ? il luogo in cui si rivela il volto di Cristo. La vita del battezzato ?

    assimilata sempre di pi! alla vita di Cristo, tanto da ritrovare il senso di 7R nel $u

    amorevole di Cristo.1'

     :ell’accompagnamento mistagogico ? il mistero di Cristo che introduce al mistero

    dell’uomo e ciF ? possibile perchR il mistero di Cristo si riflette nel mistero dell’uomo.16

     Intal senso compito della mistagogia ? guidare l’uomo verso il suo mistero iniziandolo ad un’

    esperienza di fede che ? compimento del suo desiderio di senso e incontro con il istero di

    comunione della trinità.1A 7e il centro dell’agire educativo in stile mistagogico ? il istero,

    11 Cfr. 2 :(I=LI, /ducazione come mistagogia, 1'-5>.1# 2 :(I=LI, /ducazione come mistagogia, A4-5>.1' Cfr. 2 :(I=LI, /ducazione come mistagogia, A5-5>.16 Cfr. 2 :(I=LI, /ducazione come mistagogia, 1>1-1>5.1A Cfr. 2 :(I=LI, /ducazione come mistagogia, 45-1>1.

    6#

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    l’autore identifica due differenti azioni mistagogiche relative alle prospettive antropologica

    e teologica sul istero% una mistagogia come esperienza liturgico%sacramentale  del

    mistero e una mistagogia come esperienza esistenziale e 0itale del mistero. «:ella prima

    accezione mistagogia significa sia il compimento di un’azione sacra e in particolare la

    celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione sia la spiegazione orale o scritta del mistero

    nascosto nella 7crittura e celebrato nella liturgia".15  :ella seconda accezione, mistagogia

    significa percepire la presenza di @io nella vita uotidiana& significa introdurre ad una

    rilettura in chiave misterica della propria esistenza, per scorgere la presenza di @io che ?

     pi! intimo a me di uanto lo sia io stesso @C0 1;. Le due prospettive sono distinte, ma si

    integrano tra di loro nell’accompagnamento mistagogico% l’una ? essenziale all’altra. «MPN

    0sse sono correlate l’una con l’altra perchR entrambe, a livelli diversi, si propongono di

    realizzare l’unità della persona attraverso la corrispondenza tra ortodossia, ortoprassi e

    ortopatia".1;  Concludendo la lettura della prima prospettiva, l’educazione come

    accompagnamento mistagogico ? far sperimentare il istero attraverso l’amore, celebrato

    e percepito nella propria vita, ? favorire il raccordo tra il dinamismo chiave del mistero

    dell’uomo, la ricerca di un senso, e il dinamismo chiave dell’esistenza di @io, donarsi in

    uanto /ita piena, (ioia piena.

    mons. 8rancesco *acucci

    L’importanza della mistagogia come scelta pastorale ? il nucleo della riflessione del

    secondo autore, mons. rancesco Cacucci.15.14 Cfr. C2C=CCI, La mistagogia, A;-5#.

    6'

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    sono i motivi che giustificano la scelta di una pastorale mistagogica% la natura stesso del

    mistero della $rinità in cui si immerge il mistero dell’uomo& la significatività del mistero di

    Cristo per la vita del credente. )itorna la duplice accezione della scelta mistagogica, una

    mistagogia come esperienza liturgico-sacramnetale e una mistagogia come esperienza

    esistenziale e vitale del mistero. 0ntrambi le scelte sono integrate in un accompagnamento

     pastorale che ? progressivo inserimento nel istero perchR, sperimentato nell’azione

    liturgica, possa illuminare la vita del credente. 7i tratta di una mistagogia permanente che

    sostiene il credente nella fedeltà al dono ricevuto.#> Il cuore della mistagogia permanente ?

    la celebrazione della domenica in uanto pasua della settimana& dalla domenica giorno in

    cui la comunità celebra il mistero di Cristo, viene la luce che sostiene i battezzati nel

    cammino di conformazione a Cristo.#1

    «=n autentica pastorale mistagogica tenderà alla sintesi tra la via della verità, la via

    del mistero e la via della responsabilità".## La via della verità ? nell’ottica di un penetrare il

    mistero di (es!, conoscerlo e «gustarne la bontà e l’amore" I( #;. La via del mistero

    apre alla celebrazione e alla partecipazione del istero attraverso il rito%

    La capacità di poter cogliere il mistero, partendo dai segni visibili, ? innanzitutto dono di @io, pi! chefrutto dell’intelligenza e dell’impegno dell’uomo. Con la fede egli ci ha donato anche occhi penetranti,capaci di passare da ciF che si vede a ciF che ? invisibile. La fede, dunue, ? l’elemento essenziale che

     permette alla mistagogia di non ridursi a semplice operazione di intelligenza o a sola spiegazione deiriti, ma di passare dai riti al istero in essi presente e operante.#'

    La via della responsabilità, in fine, esprime l’attenzione della comunità alle tante

     povertà sulle uali discerne. 7entire profondamente la passione per l’uomo, per lenire le

    ferite del corpo sociale con il balsamo della misericordia e della carità.

     prof. 1iuseppe &uta

    La terza prospettiva ? uella proposta dal prof. (iuseppe )uta.  #6  In particolare egli

    identica nell’espressione DmistagogiaE due realtà distinte ma connesse% la liturgia celebrata

    #> Cfr. C2C=CCI, La mistagogia, #1-#>', ##5.#' C2C=CCI, La mistagogia, 65.#6  ) =$2,  istagogia& (. )  =$2,  istagogia. /sperienze in atto e indicazioni metodologiche, in

    «Itinerarium" #1 #>1' A'-A6, 1'4-15>

    66

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    e la sua intelligenza alla luce della celebrazione& l’attenzione formativa della comunità che

    attraverso i riti, la centralità della arola e l’attenzione alla vita, accompagna i fedeli nella

    maturazione della vita nuova in Cristo.#A  )itornano le due accezioni, liturgica ed

    esistenziale, già riscontrate negli autori precedenti. In entrambe le accezioni la costante

    sottolineata dall’autore ? il precedere dell’esperienza sulla spiegazione, la fede prima

    ancora che contenuto spiegato ? l’incontro vivo con il 7ignore della vita 7p7 #. 7copo

    della mistagogia «? introdurre nella conoscenza del mistero MPN guidare la fede nella

    conoscenza di uesta dimensione ontologica che va oltre ciF che si vede e ciF che si tocca

    MPN guidare gli occhi della fede verso la verità".#5  L’autore individua tre scelte

    metodologiche fondamentali% il primato dell’agire divino& la centralità dell’interazione tra

    la comunità trinitaria e la comunità ecclesiale& la gradualità e la continuità del cammino

    mistagogico per accompagnare la progressiva conformazione al istero. entre, per 

    uanto concerne l’essenza della mistagogia egli sottolinea tre aspetti% la centralità sulla vita

    del soggetto& la consapevolezza del istero in cui il credente ? immerso& il rapporto

     personale con il istero del $u divino%

    La mistagogia ? l’integrazione della persona nella dinamica del mistero secondo il modo del misterostesso MPN la vita stessa in uanto giudicata degna di essere vissuta perchR campo dell’esperienza delmistero.#;

    istagogia ? allora penetrare il mistero della $rinità presente nel mistero dell’uomo

    e, allo stesso tempo, accompagnare la rilettura della propria vita, del proprio desiderio di

    senso, nella luce della /erità di Cristo. La mistagogia, dunue, non ? solo una scelta di

    tecnica pastorale o di strategia pastorale, ma ? uno stile ecclesiale, ? uno stile di educazione

    alla fede in cui discernere, progettare e agire.

     prof. Luciano eddi

    #A Cfr. ) =$2, istagogia, 4'-4A.#5 0. 2332, *he cos’< la mistagogia, in «)ivista di astorale liturgica" #; 14

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    L’ultima prospettiva ? il *atecumenato crismale riflettuto dal prof. Luciano eddi.#<

    artendo dalla consapevolezza che l+IC dei ragazzi deve avere delle attenzioni pedagogiche

    diverse dall+IC degli adulti, l’autore riflette la mistagogia non tanto come una tappa post-

    sacramentale, ma come vera strada catecumenale, come dinamica che precede e

    accompagna l+IC sacramentale. Considerata la peculiarità del periodo fanciullezza -

     preadolescenza - adolescenza e il rinnovato contesto culturale in cui oggi la comunità

    ecclesiale inizia alla fede, nella proposta iniziatica del catecumenato crismale la mistagogia

    ? via all+IC dei ragazzi. @ue le opzioni di fondo%

    La prima riguarda l’adattamento dei uattro momenti alle età evolutive. 7i propone di individuaremeglio i tempi dell’evangelizzazione, iniziazione mistagogia collegandoli seguendo non solo la logicaliturgico-sacramentale ma anche uella psico-logica. La seconda mette in luce il tema del rapporto tradono sacramentale e libertà della persona suggerendo di riconsiderare il tempo formativo, legato allacelebrazione dei sacramenti, nella prospettiva della crescita della persona. :asce cos unaorganizzazione della IC dei ragazzi che% accoglie la prospettiva catecumenale, la ripensa adattandolaall’età psico-sociali e non lascia intendere che gli obiettivi perseguiti fossero totalmente estranei allasituazione pastorale.#4

     :ella prospettiva mistagogica l+IC pone in sinergia i passaggi della fede, i passaggi

    della vita, le condizioni di apprendimento e la trasformazione ed elaborazione del

     personale progetto di vita. La mistagogia ? uindi cuore del processo iniziatico ed ? anchevia preferenziale dell’iniziazione cristiana. $utta la riflessione sul Catecumenato crismale

    verte su una tesi centrale che lo stesso prof. eddi esplicita nel suo secondo testo

    sull’argomento  Il catecumenato crismale. &isorsa per la pastorale degli adolescenti.

     :ell’introduzione al testo egli richiama una delle uestioni centrali evidenziate nella sintesi

    della discussione fatta in occasione del Convegni Catechistici )egionali del #>1# '>  sulla

    forma pedagogica che l’itinerario di IC dovrà assumere. In merito egli afferma%

    non sembri strana al lettore la tesi centrale di uesto libro, secondo la uale tale forma devemettere a tema la uestione dell’età pi! adatta e della durata dell’ultimo tempo dell’IC% lacelebrazione della cresima-confermazione. $utta uesta riflessione si sta riassumendo conl’espressione catecumenato crismale.'1

    #1>& L. 0@@I, Il catecumenato crismale. &isorsa per la pastorale degli adolescenti, 0lledici, $orino #>16.

    #4 0@@I  S @’2 :(0L9,  I nostri ragazzi e la fede, .'1 0@@I, Il catecumenato crismale, 4.

    65

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    14/31

     

    La scelta mistagogica, come stile di una pastorale con gli adolescenti, ? nell’ottica di

    una offerta formativa inuadrata nelle finalità proprie dell’IC, cio? l’inserimento nel

    istero pasuale e nella comunità e l’abilitazione alla missione della Chiesa

    discepolato,'# con lo sviluppo e la responsabilità evolutiva di ogni persona. In tal senso,

    nel riflettere l’IC e nello specifico la mistagogia, la comunità ecclesiale dovrà tener 

     presente tre attività precise% la presentazione della proposta traditio& interiorizzare il dono

    dello 7pirito attraverso la vita sacramentale e l’accompagnamento redditio& orientare la

    comprensione del istero di Cristo, sostenere la risposta della fede e formare i nuovi

    credenti receptio. 2 partire dalla terza attività, l’autore comprende il processo di IC come

     processo di trasformazione costituito da uattro passaggi% socializzazione,

    evangelizzazione, interiorizzazione e integrazione. L’integrazione di uattro passaggi che

    descrivono la portata antropologia del processo iniziatico, favorisce l’accoglienza della

    fede e accompagna in una rilettura della propria vita e delle proprie categorie culturali alla

    luce del /angelo%

    2bbiamo uindi bisogno di un’impostazione di IC) che metta in stretta unione il rapporto tra passaggidella fede, passaggi della vita e condizioni di apprendimento, trasformazione ed elaborazione del personale progetto di vita. er superare la crisi occorre infatti un modello olistico capace, cio?, diincludere le dimensioni della vita% la conoscenza, l’adesione della volontà, l’abilitazione a realizzare la

     proposta evangelica.''

     In altri termini, l’IC e in particolare la mistagogia, per la sua peculiarità ? il luogo

    dell’inculturazione della fede, sola via dell’adesione personale a Cristo% «la istagogia

    come via della formazione per emettere l’atto di fede".'6 «Il catecumenato crismale ha,

    uindi, il compito di sviluppare uesta dimensione dei appropriazione culturale e sociale

    della fede da parte delle nuove generazioni".'A CiF ? possibile se nella proposta dei percorsi

    iniziatici si tenga conto sia delle tappe evolutive della dimensione religiosa del ragazzo in

    modo da agganciare la proposta di fede alla specifica apertura al trascendente presente

    '#  7ul concetto di discepolato cfr% =. 9:$I7CI,  L’adulto nella fede= traguardo dell’Iniziazione*ristiana>-2+, «Catechesi" 16 #, ;A.

    '' 0@@I, Il catecumenato crismale, '5.'6 0@@I, Il catecumenato crismale, ';. Cfr. anche 'A-'

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    nell’adolescente, sia ai compiti di crescita e di sviluppo del ragazzo stesso.'5  Il

    Catecumenato crismale 11-14 anni, posto dall’autore al termine dell’IC, ? una vera

    mistagogia della vita cristiana%';  rileggere e narrare se stessi alla luce del /angelo&

    comprendere il proprio posto nella Chiesa e nella società& maturare una adeguata sintesi

    della propria fede per dare ragione della propria speranza& annunciare la arola che libera e

    salva.

    )itornando a considerare, in un’operazione inclusiva, il cuore della mistagogia alla

    luce delle indicazioni magisteriali e degli aspetti fondamentali delle tesi degli autori

     presentati, si sottolineano tre scelte di metodo per una impostazione mistagogica della

     pastorale con gli adolescenti% un nuovo sguardo sulla realtà& un modo nuovo di percepire la

    fede& un nuovo modo di vivere il tempo e lo spazio. er uanto concerne la prima scelta, si

    tratta di accompagnare ad uno sguardo pi! profondo sulla realtà, educando alla verità, alla

     bellezza e alla bontà. La vita cristiana ? accoglienza della /erità ed ? apertura all realtà

    nella sua bellezza, bontà e amabilità.

    La seconda indicazione metodologica riguarda il modo di proporre l’esperienza di

    fede. Q fondamentale evitare ogni spiritualismo o pragmatismo, ma proporre una vita di

    fede come esperienza profondamente umana che coinvolge l’uomo in tutte le sue

    dimensioni e potenzialità. Immergersi nella vita di fede ? vivere profondamente i tratti

    caratteristici della propria umanità guardano all’uomo nuovo (es! il Cristo. /ivere

    secondo @io perchR si ? capaci di @io& perchR aperti alla rivelazione di @io comunicata a

    noi nel suo /erbo per mezzo del uale tutto ? fatto e tutto esiste.

    La terza indicazione ? relativa ad un nodo nuovo di viere lo spazio e il tempo. CiF

    che maggiormente caratterizza la realzione dell’uomo postmoderno con il tempo e lospazio ? la tensione verso la riduzione al presente, il ridurre tutto ad un consumo bulimico

    del presente. La mistagogia in uanto DluogoE del ritorno sull’esperienza vissuta, puF

    mediare un’esperienza di spazio abitato dal istero celebrato, uindi capace di

    '5 Cfr. L. 0@@I, *atechesi e formazione della 0ita cristiana, essaggero di adova, adova #>>6, cc.5-;.

    '; Cfr. Il catecumenato crismale, 51-4#.

    6

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    coinvolgere, e un’esperienza del tempo in cui testimoniare l’eredità del memoriale e la

     prospettiva della speranza escatologica.

    Completo le tre scelte metodologiche con l’indicazione di tre scelte pratiche

    fondamentali riscontrabili in modo trasversale nelle prospettive esaminate% la centralità

    della comunità per la pastorale mistagogica& l’importanza di proporre percorsi ed

    esperienze nelle uali, tenendo conto delle peculiari caratteristiche della percezione e

    dell’apprendimento dell’adolescente, sia possibile sperimentare la fede come generatrice di

    uno stile di 0ita? l’essenzialità della liturgia mistagogia del tempo e dello spazio, in uanto

    nei suoi tempi percorso propizio che da ritmo e spazio alla processo di maturazione della

    fede.

    )ilanciare la riflessione sulla mistagogia partendo dalle peculiarità dell’adolescenza

    riletta nella prospettiva fenomenologica ? fondamentale se si vuole riflettere un’iniziazione

    ed un’educazione alla fede che aiutino i nostri ragazzi a fare memoria del dono di @io nella

    loro vita, nella loro esperienza di adolescenti, se si vuole accompagnare la contemplazione

    del istero celebrato nei sacramenti, in uanto istero di amore in cui celebrare la vita.

    In tale senso una mistagogia che vuole coinvolgere la vita dei ragazzi, che vuole

    accompagnare la progressiva maturazione del dono della fede in loro e di un’appartenenza

    viva alla comunità ecclesiale e che vuole comunicare le basi per il complesso compito di

    costruzione di un orizzonte di significato innervato dai valori evangelici maturare una

    mentalit7 di fede  - )dc '

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    comunità. Q importante prima di tutto, prima di costruire eventuali proposte di formazione

    cristiana di respiro catecumenale, riflettere sul significato ecclesiale della loro presenza. T

    necessario recuperare, accanto alla centralità della categoria della DpresenzaE letta

    nell’orizzonte della cura pastorale, l’attenzione alla categoria della DpresenzaE colta nella

    dimensione del protagonismo dell’adolescente, data la peculiare ricchezza della sua

    esperienza di fede per la comunità.

    .1. I% !i"ni'ic#to ecc%e!i#%e de%%# ($e!en)# de%%*#do%e!cente ne%%# comunit+

    L’adolescenza, come già ampiamente motivato nel primo capitolo, costituisce una

    condizione esistenziale in uanto ? il periodo nel uale si struttura la tensione alla ricerca

    di senso, uell+inuietudine creativa che determina il dinamismo autoformativo del

    soggetto, e che, uindi, provoca costantemente la comunità ecclesiale nel suo essere

    custode e mediatrice della arola di vita che si offre in uanto senso e speranza.

    L’inuietudine adolescenziale, il modo peculiare di abitare il tempo e lo spazio, nella

    tensione a ricercare un senso oltre la propria vita, caratterizza la dimensione esodale

    dell’’adolescenza. :el suo essere un modo particolare di stare nel mondo, l’adolescenza va

    considerata, uindi, nel suo protagonismo creativo e stimolante all+interno del tessuto

    connettivo della comunità ecclesiale.'

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    comunità a non fermarsi su forme statiche di espressione della fede e di comunicazione

    della fede ma, fecondata dall’erranza adolescenziale, ? stimolata a curare l’attitudine al

    cambiamento e alla traforazione.

    Il secondo carattere concerne la domanda forte di relazione, in particolare l’esigenza

    di relazioni di ualità. L’esigenza di relazioni sincere e calorose ? determinata dal desiderio

    di alleanza nell’esperienza dell’errare. La relazionalità non ? vissuta solo come una

    modalità di interazione, ma ? uno dei significati centrali dell’esistenza. CiF stimola la

    comunità a curare il tessuto relazionale per evitare di essere percepita come istituzione

    vuota. 2lla base di molti abbandoni della vita comunitaria c’? proprio la percezione della

    Chiesa come una istituzione vuota e insignificante perchR priva di relazioni significative.

    Il terzo o carattere esprime l’esigenza di concretezza di pregnanza dell’esperienza

    religiosa per la 0ita. La tensione a giudicare l’esperienze vissute nel’orizzonte dell’utilit7

    coinvolge necessariamente anche la sfera religiosa. $ale tensione se da una parte puF dire

    un pericolo di utilitarismo e pragmatismo nel relazionarsi con il sacro, dall’atro esprime un

     bisogno di concretezza, di immediato rimando di uanto vissuto nella relazione con @io, ai

    vissuti fondamentali per il ragazzo. L’esigenza di trovare nell’esperienza di @io una

    risposta ai propri drammi, ai propri dubbi, alle proprie incertezze, esprime il desiderio di

    un’esperienza di @io che prenda carne nella vita, che tocchi la vita e che sia significativa

     per la vita. @io ? percepito come colui al uale rivolgere le proprie invocazioni, una

     presenza reale capace di agire direttamente nel proprio vissuto. Q sicuramente il retaggio di

    una percezione infantile di @io ma, d’altro canto, esprime un valore fondamentale per la

    significatività dell’esperienza religiosa% vivere la fede come generatrice di uno stile di vita.

    $ale carattere stimola la comunità a ridire la propria fede in modo che possa incontrare i

    modelli culturali degli adolescenti. Leggere e riscrivere il /angelo con gli adolescenti partendo dalla loro situazione perchR incroci la vita reale degli stessi, la loro esigenza di

    senso e i loro desideri pi! profondi.

    L’ultimo carattere descrive la tensione alla pri0atizzazione dell’esperienza religiosa.

    rogredire nella lettura personale dell’esperienza religiosa, molto spesso coincide con la

    riduzione della propria partecipazione alle pratiche rituali. La separazione dalla pratica ?

    nell’orizzonte di un’enfasi sull’accezione soggettiva della fede, potremmo dire che ? un

    A1

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     passaggio uasi obbligato nella maturazione dell’esperienza religiosa. La

    soggettivizzazione progressiva si muove proprio verso la costruzione di una propria

    religiosità sempre pi! indipendente dall’istituzione. In realtà tale caratteristica non

    costituisce necessariamente un male, nR la causa diretta dell’abbandono adolescenziale, ma

    ? un’indicazione chiara per la progettazione educativa nelle nostre comunità. Infatti

    sottolinea l’esigenza di un tessuto comunitario forte, non nel senso di rigido,

    autocelebrante e autoreferenziale, ma perchR composto da una trama comunionale intensa,

    dinamica e duttile, e, uindi, capace di adattarsi per accogliere e accompagnare l+incostanza

    e l+imprevedibilità della presenza adolescenziale.

    ensare una mistagogia per gli adolescenti per le nostre comunità, vuol dire uindi

    investire sul potenziale trasformativo del ragazzo, affinchR egli sperimenti uanto, nel dono

    della fede, nel dono dei sacramenti e nel dono della arola condivisi con i sui compagni

    nella propria comunità, ? Cristo stesso a raccontargli la 8ellezza della sua vita.

    .. L# comunit+ c#(#ce di #ccom(#"n#$e %# ($e!en)# de%%*#do%e!cente

    2lla luce di uanto fin ui riflettuto ? doveroso porci una domanda% in uale

    comunità ? possibile pensare ad una proposta formativa che investa sulla ricchezza della

     presenza degli adolescentiU La partecipazione ? il contesto pedagogico-pastorale in cui

    recuperare il significato ecclesiale della presenza dei ragazzi. Q necessario rafforzare

    l’impegno nell’accoglienza degli adolescenti per realizzare un’educazione alla vita di fede

    attraverso itinerari adeguati e personalizzati che, coinvolgendo la famiglia e integrando le

    indicazioni psico-pedagogiche, li conducano ad un’esperienza autentica di @io in seno alla

     propria comunità, fino alla misura alta della santità.

    La complessità della postura esistenziale dell’adolescenza comporta pensare ad uno

    stile ecclesiale capace di investire sulla peculiarità della presenza adolescenziale e allo

    stesso tempo orientare verso la realizzazione della progettualità.'4 Q importante chiedersi

    come accompagnare gli adolescenti nella loro ricerca perchR non perda consistenza e non

    si smarrisca nell’indifferenza e nell’individualismo. L+accompagnare, nasce dal desiderio

    '4 Cfr. 7. 82)80$$2, Una comunit7 per rie0angelizzare gli adolescenti, in «Catechesi" ;6 #>>6-#>>A A, #;-';.

    A#

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    di coinvolgersi con colui che si accompagna, di guardare al cuore. Coinvolgersi non ?

    tirare l+accompagnato, costringendolo ad un passo che non riuscirebbe a tenere, ma ?

     prenderlo su di sR, ? caricare sulla propria vita la sua vita, specialmente nelle fase di avvio

    del cammino di ricerca, uando si sperimenta la fatica di iniziare, di rompere con la

    tranuillità dello scontato e del conosciuto, per avventurarsi sui sentieri della crescita.

    =n’immagine evangelica molto suggestiva, che riconsegna il valore dell+atteggiamento del

    farsi carico e del prendersi cura, ? uella del 7amaritano che carica il malcapitato sul suo

    giumento. :on si limita a soccorrerlo, ma gli fa spazio nella sua vita e si prende cura di lui.

    La comunità ecclesiale non puF limitarsi a soccorre o a rimettere in piedi la persona,

    indicando verso uale direzione andare ma, per un tratto di strada, deve prendere su di se la

    vita del ragazzo& deve mostrare come nella sua vita il 7ignore (es! si ? rivelato, perchR

    l+altro possa riconoscerlo nella propria vita e realizzare, cos, la propria esistenza.

      La capacità educativa di coinvolgersi, di farsi carico ? caratterizzata da alcuni

    atteggiamenti fondamentali che la comunità deve assumere. roviamo a identificarne

    uattro. Il primo ? l(accettazione incondizionata  dell’adolescente. Il sentirsi accettato

    radicalmente facilita l+auto-rivelarsi, agevola la creatività nei propri comportamenti,

    sostiene e accresce la fiducia nel fronteggiare le situazioni educative difficili.

    L+atteggiamento di accettazione comporta la sospensione del giudizio, un profondo rispetto

    e interessamento, la capacità di identificarsi con la parte sofferente dell+altro, di leggere le

    esperienze positive o difficili che sta vivendo e che lo condizionano. 7entirsi accettato,

    aiuta il ragazzo ad accettarsi, ad incontrare se stesso e il suo vissuto profondo con

    speranza, con desiderio di crescere. L+accettazione incondizionata genera la fiducia, per la

    uale il cuore dell’adolescente puF aprirsi all+accompagnamento, tanto da chiedere

    ospitalità *sulla vita* della comunità.Il secondo atteggiamento ? la stima e il rispetto della 0ita e dell(essere

    dell(adolescente. romuovere con la stima e con il rispetto uei comportamenti funzionali

    alla crescita, puF contribuire a rendere pi! efficace il processo educativo e puF sostenere il

     benessere dei ragazzi. La priorità di tale atteggiamento, permetterà, inoltre, di aiutare

    l’adolescente ad individuare uei comportamenti disfunzionali alla sua crescita. La stima e

    il rispetto possono veicolare uei mezzi intellettuali, uelle convinzioni e motivazioni che

    A'

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    sostengono il ragazzo nel processo di ricerca e uindi di educazione& aiutarlo a maturare la

    consapevolezza delle proprie risorse e dei comportamenti positivi, agevola l+acuisizione di

    conoscenze e competenze che concretizzano un miglioramento ualitativo della vita.

    Il terzo atteggiamento < la gentilezza. Il ragazzo sperimenta la percezione e la

    valutazione della comunità anche nel modo in cui uest+ultima accoglie e accompagna. ar 

    sentire gli adolescenti un peso per la loro indisponibilità a lasciarsi coinvolgere in cammini

     precostituiti dice una mancanza di accoglienza e di attenzione al loro vissuto. =na presenza

    educativa caratterizzata dalla fretta, dalla superficialità e dalla durezza relazionale, medierà

    una scarsa considerazione della vita di colui che si educa. La gentilezza e la cordialità,

    mentre, sono fattori facilitanti nel processo educativo e aiutano il ragazzo a crescere nella

    sicurezza mediata dalla cura e dall’attenzione. uando in comunità la relazione educativa ?

    vissuta con calore umano, con uno stato di animo positivo, l’adolescente sperimenta

    apprezzamento e rispetto. L+ultimo atteggiamento ? l(ottimismo. La comunità deve essere

    fiduciosa circa la possibilità di riuscita dell’adolescente. L+ottimismo apre la relazione

    educativa alla fiducia e alla positività, in uanto attitudine psicologica positiva che

    incoraggia e valorizza il ragazzo, sostenendolo nel raggiungimento delle proprie mete e

    nelle svolte positive alle difficoltà che incontra. In un clima relazionale caldo e accogliente,

    l+ottimismo suscita energie e risorse impensate, fondamentali per rafforzare la struttura

    motivazionale che sostiene la crescita.6>

    I uattro atteggiamenti tratteggiano uno stile ecclesiale ed educativo che potremmo

    definire un accompagnare che guarda al cuore. Q lo sguardo compassionevole di (es!.

    uante volte (es! guarda il suo popolo con compassione t 4,'5, guarda al cuore

    dilaniato dalla solitudine e dispersione e, guardando, lo ama e, amandolo, si rivela uale

    essia nella potenza di arole ed opera che annunziano vita e speranza. (uardare al cuore? farsi carico dell+altro ? riconoscerlo nella sua originalità e fare spazio nel tessuto

    ecclesiale perchR l’adolescente possa esprimersi e cos essere protagonista nel modo in cui

    la comunità racconta se stessa e annuncia il /angelo.

    2ccogliere l’adolescente, pensare partendo dal suo protagonismo una mistagogia

    adatta, ? generare nuovamente, ? accompagnare verso nuovi modi di esprimere la propria

    6>  (li atteggiamento sono declinati dalla riflessione del prof. ormella. Cfr. 3. 9)0LL2, L’educatore maturo nella comunicazione relazionale, 2racne, )oma #>>4, 5A-;1.

    A6

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    vita. =na comunità generativa si appassiona del futuro dei ragazzi e partecipa alla

    costruzione di un mondo migliore. (eneratività ?, appunto, pronunziare il nome di chi si

    educa, restituire la bellezza e l+originalità della sua identità, in una relazione educativa in

    cui l+educando si rivede nello sguardo appassionato e speranzoso di chi educa. er lo stesso

     principio, la comunità ecclesiale ? chiamata a rigenerare sempre nella fede i suoi figli,

    accompagnandoli nei passaggi di vita pi! critici.61 L’accompagnamento ?, uindi, lo stile

    ecclesiale da assumere nella mistagogia con gli adolescenti. rima di delineare i tratti

    fondamentali di una mistagogia in cui la comunità accompagna, ? necessario approfondire

    lo stile dell’accompagnamento.

    L+accompagnamento ? caratterizzato da tre tensioni fondamentali% la fiducia, il 

     sostegno e la progettualit7. :ella  fiducia  l’adolescente si apre a nuove esperienze e

    situazioni che attivano il processo di crescita e che segnano positivamente la maturazione

    della fede. CiF ? possibile solo se percepisce la vita della comunità come garanzia della

     bontà del percorso educativo. La fiducia fonda l+autorevolezza della comunità e degli

    educatori% il ragazzo si lascia dire, ? disponibile a lasciarsi accompagnare e orientare

     perchR legge nello sguardo e nei gesti degli adulti della comunità il bene e il desiderio di

     bello per lui e percepisce nella vita della comunità la 8ellezza della vita evangelica. La

    fiducia educativa ? la condizione perchR, colui o colei che si accompagna nel cammino di

    fede, si apra alla arola che svela la propria identità e dona il senso profondo della vita.

     4el sostegno  la comunità fa sentire il ragazzo accolto e compreso. 9gni processo

    educativo ? dinamismo costante di crisi e nuovi euilibri, uindi ? faticoso, ? dispendioso e

    uindi non puF essere un+avventura solitaria. L+accompagnamento sostiene il ragazzo

     perchR, nel passaggio adolescenziale, nella crisi del nuovo modo di percepire il mondo e

    gli altri, possa rifondare le motivazioni che sostengono il suo stare in educazione. :ei passaggi di vita che scandiscono la crescita, una comunità ecclesiale presente ? sostegno

    nel cammino di ricerca, ? luogo in cui poter incontrare il 7ignore della /ita, (es! Cristo.

     La progettualit7 sintetizza tutta la fecondità dell+accompagnamento, che ha come fine

    ultimo, l+autonomia del ragazzo. 0gli deve percepire che il cammino iniziato lo guiderà alla

    61 Cfr. . 700)2)9,  $er una pastorale generati0a. Il cammino di rinno0amento dell’Iniziazione*ristiana, iter $hev, 2lbano #>16& er una riflessione biblica e pedagogica cfr. V.. 79::0$, 1enerare <narrare, /ita e ensiero, ilano #>16.

    AA

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    realizzazione di un proprio progetto di vita. 2ccompagnarlo nella progressiva

    consapevolezza di tale compito, sostenerlo nella libera scelta dei valori di riferimento, vuol

    dire camminare con lui lungo la strada della sua maturazione integrale. er la comunità

    ecclesiale che educa vuol dire accompagnare la maturità della fede, misura della uale ? la

    capacità, di colui o colei che ? accompagnatoHa, di vivere la fede come prospettiva di

    sintesi della sua vita e di appartenere alla comunità ecclesiale in uanto luogo della sua

    crescita permanente. In tale senso, la fiducia, il sostegno e la progettualità sono tre tensioni

    che caratterizzano un accompagnamento capace di intercettare tutte le energie vitali e

    motrici della crescita.

     :ell+educazione alla fede, accompagnare richiede la capacità di affiancarsi con

    rispetto a colui che sta cercando e va interrogandosi. I modi e i tempi della ricerca non

    vanno imposti da colui che accompagna perchR, in realtà, l+educatore si affianca al

    cammino di ricerca e riscoperta di sR nella fede. I tempi, i luoghi e i processi della ricerca

    sono dettati dal cammino interiore e dal progressivo dischiudersi di colui che cerca. Chi

    accompagna, in altre parole, serve il cammino interiore delle persone. 7a ascoltare,

     provocare per sostenere l+entusiasmo e, allo stesso tempo, sa coinvolgersi, raccontando la

    sua esperienza di ricerca e di fede. )accontare la propria fede, vuol dire presentare il

    /angelo a partire dall+esperienza di vita, facendolo risuonare come proposta di senso e

    speranza, nella ricerca di chi si accompagna. 2ccompagnare ? sostenere il sogno di vita nel

    cuore di chi cerca, in particolare, accompagnare nel cammino della fede ? trasmettere la

    /erità che trasforma. :ell+accompagnare, mettendo in gioco la sua fede, la comunità

    testimonia la memoria dell’incontro con @io che si muove per primo, che crea e salva, che

    trasforma. Con il cuore radicato nella arola, annunzia l+amore di @io, sola forza che puF

    trasformare il cuore di chi ? in ricerca.2ccompagnare ? un’esigenza intrinseca alla comunità adulta% non ? viva una

    comunità che non assume su di sR la responsabilità della generatività& non ? madre una

    comunità che non assume su di sR la responsabilità di sostenere e accompagnare le nuove

    generazioni nel cammino della fede. La comunità capace di accompagnare ? il contesto in

    cui progettare una mistagogia per gli adolescenti condivisa ed inclusiva. Condivisa perchR,

    ogni soggetto che agisce nella comunità, siano essi movimenti o singoli fedeli che vivono

    A5

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    24/31

    il servizio educativo, deve sentire la responsabilità di un’azione educativa unitaria, nella

     prospettiva della rete e della pastorale integrata e integrale. Inclusiva perchR, non considera

    gli adolescenti unicamente come destinatari dell’azione pastorale, ma valorizza la loro

     presenza nell’ambito della progettazione della pastorale e dei percorsi mistagogici. La

    comunità, nella diversità dei suoi protagonisti, accoglie la peculiarità dell’esperienza di

    Cristo dei ragazzi e, accanto alle altre, la considera origine della ricchezza della fede

    condivisa. $rovare dei punti di contatto non ? un movimento unilaterale della comunità

    verso l’adolescente, ma ? un crocevia nel uale convergono i diversi carismi in movimento,

    nella consapevolezza che la comunione delle diversità messe in rete ? un luogo dall’infinita

     potenzialità di crescita.6# =na mistagogia pensata nell’orizzonte di una pastorale inclusiva

    che faccia sintesi tra una pastorale della solidarietà, del farsi prossimo per svelare il senso

     pieno del vivere, e una pastorale del protagonismo, in cui ogni battezzato, nelle sue risorse,

    ? pietra viva dell’edificio spirituale ual’? la comunità cristiana.

    ,. I PUNTI DI NON RITORNO DI UNA MISTAGOGIA CON GLI ADOLESCENTI

    La riflessione sul protagonismo dell’adolescente all’interno della comunità, assume

    tutta la sua importanza nella riflessione sull’IC, cuore dell’agire pastorale ecclesiale. :el

    riflettere una IC adeguata ai nostri ragazzi, le singole comunità esprimono la loro

    responsabilità e la loro capacità di accoglienza, ma allo stesso tempo sono chiamate a

     pensare itinerari differenziati considerando, in ambito di progettazione, le peculiarità

     proprie delle età coinvolte negli itinerari di IC. In uesto senso, recuperiamo l’analisi

    fenomenologica del primo capitolo e la poniamo in sinergia con uanto riflettuto sulla

    mistagogia alla luce delle indicazioni magisteriali e delle prospettive degli autori

     presentati. La tesi fondamentale del presente studio ? considerare l’adolescenza tempo

     propizio per la istagogia. :on si tratta solo di un’opportunità legata alla scansione

    temporale degli itinerari di IC& infatti, ? la specificità della postura esistenziale6# er approfondire cfr. 7. :9C0$I, /ducare nella comunit7 cristiana, co%educarsi come comunita W, in

    . 3=2 a cura di, !pprendere nella comunit7. *ome dare :ecclesialit7; alla catechesi, 0lledici, Leumann$9 #>1#, ;;-46& 7. C=))9 W, 9alla comunit7 di pratica alla pratica del 3ello. 'ra un con0egno e l’altro, in3uppa a cura di, !pprendere nella comunit7. *ome dare :ecclesialit7; alla catechesi, #1A-##1.

    A;

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    dell’adolescente, caratterizzata dal compito evolutivo fondamentale della ricerca di senso e

    uindi della definizione della propria identità, che motiva l’opportunità della scelta

    mistagogica per l’educazione alla fede degli adolescenti. @i seguito si propongono cinue

     punti strategici di un itinerario mistagogico con gli adolescenti che riprendono,

    sviluppandole, le cinue tensioni individuate nella riflessione sulla mistagogia "la tensione

    liturgica, la tensione catechetico2educati0a, la tensione 3i3lica, la tensione ecclesiologia e

    la tensione 0ocazionale2esistenziale# 

    ,.1. L# cent$#%it+ de%%*e!(e$ien)# nei (e$co$!i mi!t#"o"ici

    Il primo fulcro ? la centralità dell’esperienza, come prospettiva pedagogica

    fondamnetale, che dica concretamente l’accoglienza, la cura e l’amore della comunità,

    mediazione essenziale per sperimentare l’amore del adre per ogni ragazzo coinvolto nel

    cammino mistagogico. «La mistagogia tende a trasmettere innanzitutto una vita e non idee&

    alla scuola della mistagogia, si ? pi! facilitati nel realizzare uella circolarità vitale tra

    arola, celebrazione e vita".6' La scelta esperienziale impone un percorso esigente che

    chiede di mettere al primo posto i ragazzi nella loro situazione esistenziale, i loro mondi

    vitali, le loro domande di vita, per operare una lettura evangelica della vita, per discernere

    le esperienze di (razia nel loro vissuto e per costruire percorsi di ricerca che investano

    sulle loro potenzialità e capacità caratterizzanti la loro tensione esodale. La mistagogia ?

    tempo in cui si sperimenta come si vive da cristiani e, uindi, come la dinamica di dono

     propria della fede intercetta il desiderio di ricerca e di progetto nella vita dell’adolescente.

     :ella tensione vocazionaleHesistenziale della mistagogia ? possibile agganciare

    l’inuietudine creativa dell’adolescente che si esprime nei vissuti che ne caratterizzano lo

    stile di vita. Le esperienze proposte e vissute negli itinerari coinvolgono il ragazzo e ne

    stimolano il processo di crescita alla luce dei valori proposti. Come ampiamente descritto

    nel primo capitolo, l’educazione deve essere esperienza catalizzante% nel suo carattere

    orientativo alla arola che plasma la vita, la mistagogia proporre esperienze ed attività

    innervate di /angelo per accompagnare il ragazzo nell’appropriazione personale dei

    significati proposti.

    6' 9:$I7CI, La mistagogia nell’iniziazione cristiana, ;'.

    A

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    ,.. L# c#tec-e!i e!!en)i#%e: d# un# tot#%it+ e!ten!i# #d un# tot#%it+ inten!i#

    Il secondo fulcro ? la scelta della catechesi essenziale, che in modo adeguato alle

    diverse situazioni, nella dinamica di un ritorno al dono ricevuto, introduce i ragazzi sempre

     pi! al cuore del istero celebrato. 7arebbe opportuno sottolineare, in relazione

    all+esperienza esodale e di crisi propria dell’adolescenza, i paradigmi biblici esodo % terra

     promessa, morte % 0ita,  passione % resurrezione, rileggendoli alla luce del criterio

    ermeneutico dell+integrazione fede-vita. =na catechesi che, nella sua organizzazione, nei

    suoi linguaggi, nei suoi strumenti, nelle sue ambientazioni e nella sua didattica, incontri

    subito la vita degli adolescenti, cercando di evidenziare l’essenziale del messaggio

    cristiano pi! che la completezza e lo colleghi alle dinamiche personali. In uesta

     prospettiva che recupera la centralità della scelta esperienziale, la catechesi «puF essere

    definita come comunicazione esperienziale significativa della fede cristiana".66  7tile

     privilegiato per realizzare la catechesi come comunicazione esperienziale ? la narrazione

    nella uale trovano una sintesi la storia di (es!, della Chiesa e di chi ascolta. 6A In tal senso

    la catechesi essenziale incarna le tensioni catecheticoHeducativa e biblica della mistagogia,

    nella prospettiva di una rilettura della storia personale del ragazzo come tassello della

    grande narrazione della salvezza.65  2ccompagnare il ragazzo nella comprensione e

     penetrazione graduale del istero del @io =no e $rino e della sua storia di amore con

    l’umanità, ? gettare una luce sulle contraddizioni, sulle energie, sulle tensioni che

    caratterizzando la sua vita%

    Il carattere storico del messaggio cristiano ha delle ripercussioni sulla catechesi. Chiede, in primoluogo, che sia potenziata la catechesi biblica, in vista di una proposta che faccia conoscere Dle opere ele paroleE con le uali @io si ? rivelato all’umanità e aiuti a leggerle alla luce della fede. ette in luce,

    inoltre, la necessità di una comunicazione della fede significativa per la persona umana.6;

     

    66  0. 2L80)ICK,  La catechesi oggi. anuale di catechetica fondamentale, 0lledici, Leumann $9#>>1, 11;.

    6A Cfr. ). $9:0LLI, La narrazione nella catechesi e nella pastorale gio0anile, 0lledici, Leumann $9#>>#, pp. ;4-

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     7i sottolinea, inoltre, come il recupero delle formule di fede neotestamentarie e della

    $radizione in cui si sintetizza il Berigma, potrebbe essere la via all’essenzialità in uanto

    testimonianze ed espressioni di una totalità intensiva e non estensiva.6

      La peculiare apertura al mistero dell’adolescente lo dispone ad un’esperienzaliturgica rivelatrice del istero. 7e sapientemente mediata e adattata, l’azione liturgica puF

    essere allo stesso tempo luogo in cui esprimere il desiderio di senso e luogo in cui aprirsi

    all’incontro con Cristo (es! conformando sempre pi! la propria vita alla sua. 2lfabetizzare

    al linguaggio liturgico ? abilitare il ragazzo a percepire il mistero a cui il linguaggio

    simbolico rinvia. Il simbolo evoca il istero, rende possibile accostarsi alla /erità di @io e

     pone il soggetto davanti la manifestazione del mistero. Iniziare alla simbolica liturgia ?

    donare al ragazzo la possibilità di esprimere il suo mistero e l’occasione per sperimentare ilistero della $rinità nella sua vita. In fine si sottolinea la centralità della domenica  per 

    l+itinerario mistagogico, perchR espressione dell+ordinarietà della vita comunitaria nella

    uale inserire l’adolescente e della essenzialità dell+eucaristia per il processo iniziatico.

    ,.. L*educ#)ione #%%*#''ettiit+ $e!(on!#0i%e

    6>', A#.

    5>

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    Il uarto fulcro sottolinea l’educazione all’affetti0it7 responsa3ile, che espressione

    dell’accogliere e del lascarsi amare, dell’essere amabili e capaci di amore, orienta il

    desiderio di uscita verso l+altro, accompagna la tensione progettuale e sostiene il

     progressivo radicarsi delle motivazioni della fede per una presenza creativa e costruttrice

    nella comunità ecclesiale. $ale attenzione, nello specifico, ? coerente con la ricerca della

    ualità delle relazioni altro valore uotato nel vissuto adolescenziale. In tal senso molti

    degli abbandoni adolescenziali sono motivati dall’assenza di relazioni significative nella

    loro esperienza ecclesiale, relazioni nelle uali sentirsi riconosciuti come soggetti portatori

    di capacità e uindi capaci di arricchire il vissuto ecclesiale. La ualità relazionale entra, a

     pieno diritto, nella struttura dei valori significativi per un adolescente.  Investire sulla sfera affettiva nei percorsi mistagogici comporta prima di tutto

    riconoscere la specificità dell’altro. )elazionarsi sinceramente con l’adolescente,

    comunicare il riconoscimento della sua ricchezza, della peculiarità della suo relazionalità

    sessuata, vuol dire accoglierlo come portatore di un significato. 0d ? proprio nella

    relazione sincera, nell’accogliere il mistero che il ragazzo porta, che ? possibile introdurlo

    alla conoscenza del istero che porta in sR. Il secondo passaggio ? favorirne il

     protagonismo riconoscendo la libertà dell’adolescente di progettare il proprio futuro e

    anche di caratterizzare il tessuto ecclesiale in cui vive. :ell’itinerario mistagogico,

    l’adolescente ? il primo responsabile della sua formazione, perchR prende contatto con ciF

    che abbiamo indicato nel primo capitolo come il dinamismo fondamentale della crescita% la

    ricerca di significato. In uesto modo ? possibile alimentare e sostenere la progressiva

    maturazione di una appartenenza sincera e responsabile, garanzia di perseveranza nei

     percorsi di educazione alla fede. L’appartenenza, come espressione del protagonismo

    responsabile dell’adolescente nel tessuto relazionale della comunità, ? il valore educativo

    che specifica la tensione ecclesiologica della mistagogia.(arantire appartenenza all’adolescente vuol dire recuperare tutto il vissuto umano

    delle nostre comunità intesto come cammino di maturazione mai pienamente realizzato, in

    cui ognuno ? posto accanto all’altro nello specifico delle sue responsabilità% si tratta di

    comunicare un vissuto relazione vivo e dinamico, in cui l’adolescente cammina accanto

    all’adulto come al bambino, caratterizzando il passo con la peculiarità della sua andatura.

    51

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    ,.2. L# 'o$m#)ione #% !e$i)io i# de% ($ot#"oni!mo ne%%# comunit+ ecc%e!i#%e

    Il uinto fulcro concerne la formazione al ser0izio, come sostegno affinchR il ragazzomaturi la consapevolezza che ? giunto il tempo di cominciare a donare. In altre parole ? il

    tempo in cui i ragazzi vanno inseriti progressivamente in alcuni servizi importanti e

    significativi nella vita della comunità. ercorrere un cammino di fede in parrocchia

    richiede al ragazzo un apertura di sguardo e di impegno sui bisogni della vita della

    comunità. Il servizio va calibrato sulle capacità di ciascuno e deve essere presentato con

    stile positivo, perchR il cuore del ragazzo si apra all’entusiasmo nel viverlo. Il servizio, in

    uesto modo, svolge un duplice funzione% sostenere l’appartenenza alla comunitàecclesiale perchR il ragazzo si stente co-responsabile della vita interna& permette di

    esprimere la propria appartenenza nell’impegno e nella dedizione profuse nel servizio. Q

    importante che il servizio sia monitorato dall’educatore, uesto garantisce un sostegno

    motivazionale per il ragazzo che, nell’attenzione degli adulti, percepisce stima e rispetto. I

    servizi da svolgere in comunità sono vari% servizi liturgici% tutto ciF che direttamente o indirettamente ? legato alla vita

    celebrativa della comunità&

    sevizi catechistici% la possibilità di affiancare i ragazzi agli educatori in alcuneresponsabilità all’interno del cammino mistagogico, per coinvolgerli nella

     progettazione di alcune attività dell’itinerario& servizi caritativi% introdurre i ragazzi alla sensibilità verso alcune povertà

    nell’ottica dell’attenzione agli altri e ai loro vissuti& servizi manuali% indicare ai ragazzi tante piccole attenzioni necessarie alla vita

    uotidiana della comunità che richiedono disponibilità e cura.

    . UNA RIFLESSIONE CONCLUSIVA

    rima di coniare alcune attenzioni pedagogiche e scelte strateggiche per una

    mistagogia possi3ile con gli adolescenti, ? importante richiamare i passaggi fondamentali

    della riflessione fatta. :el primo capitolo ? stata introdotta l’adolescenza nella duplice

     prospettiva esistenziale e teleologica. er fare uesto si ? scelta una lettura fenomenologica

    dell’adolescenza con l’intento di identificare il dinamismo fondamentale che ne

    5#

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    caratterizza il modo di vivere. Leggendo in un+ottica sincronica il processo di sviluppo

    dell+individuo, l’adolescenza si presenta come periodo in cui si pongono uei processi che

     permangono ed influiscono sul cammino di costruzione del 7R. Con l’adolescenza si entra

    in un Oairos, un tempo mistico, perchR tempo in cui si svela il desiderio di futuro. L’essere

    in ricerca costituisce il modo di essere nel mondo dell’adolescente, un modo autonomo che

    dice la peculiarità del suo sguardo sulla realtà. Lo DspazioE e il DtempoE sono stati

     presentati come i vissuti in cui maggiormente l’adolescente esprime la sua esigenza di

    autonomia e la sua ricerca. Incidere sul processo esistenziale adolescenziale ? riempire di

    significato lo spazio e il tempo attraverso esperienze pregnate di valori. =no DspazioE

     percepito come significativo dal ragazzo sarà luogo in cui esprimere la complessità del suo

    vissuto e in cui aprirsi alla presenza educativa dell’adulto. Lo stesso vale per il DtempoE

    inteso come tempo vissuto e sentito espressione della dimensione temporale vissuta

    interiormente dal ragazzo. Q il tempo della vita interiore in cui prendono forma i progetti,

    in cui il passato ? riletto come bagaglio di esperienze per investire sul proprio futuro.

    L’adolescenza ?, uindi, il periodo della vita in cui nasce in modo consapevole

    l’esigenza di senso come elemento cruciale che ne costituisce l’essenza. Infatti ? nella

    rottura con lo stile di vita infantile, nella ricerca, a volte, confusionaria di un modo di

    esprimere se stessi e di vivere alcune situazioni, che il ragazzo intuisce la possibilità di un

    senso che lo aiuti a strutturare la sua originalità. Il senso percepito, desiderato e ricercato si

    concretizza in significati concreti che permettono al ragazzo di esprimere la sua

     personalità. 0sprimere se stesso ?, in altre parole, orientarsi ad un agire libero e

    responsabile. In tale senso, un passaggio fondamentale nella riflessione del primo capitolo,

    ? stato indicare l’esercizio della libertà e responsabilità come essenziali per progettare il

     proprio 7R% la ricerca di senso coincide, concretamente, con uno sviluppo inteso comecontinua riprogettazione. In prospettiva educativa l’adolescenza ? tempo da risignificare,

    nella consapevolezza che la ricerca di senso che ne costituisce il dinamismo essenziale, ?

    l’elemento strutturante la personalità adulta. 0ducare l’adolescente significa, allora,

     promuovere la ricerca di senso coltivando e orientando le sue tensioni allo sviluppo.

     :el presente capitolo la mistagogia, ? stata presentata come il tempo in cui

    risignifiare l’adolescenza, ? il tempo in cui considerare la tensione esistenziale della ricerca

    5'

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    di senso come la condizione trascendentale per accogliere il istero celebrato e vissuto.

    Inoltre sono stati tracciati i lineamenti fondamentali della mistagogia attraverso una lettura

    critica di alcuni documenti e di alcuni autori. =na pastorale e un’educazione mistagogica

    sono strutturate su una triplice esperienza% esperienza esistenziale-vitale& esperienza

    liturgico-sacramentale& esperienza conoscitiva. L’attenzione all’esperienza esistenziale-

    vitale, intesa come proposta dello stile di vita evangelico, permette di intercettare la

    fondamentale ricerca di senso e la tensione progettuale dell’adolescente. La cura per 

    l’esperienza liturgico-sacramnetale ? la possibilità, per il ragazzo, di leggere il suo mistero

    nel istero celebrato. 2pprofondire l’esperienza conoscitiva ? accompagnare il ragazzo

    nella conoscenza di Cristo e nel rendere ragione delle sue scelte di fede.

    Considerare l’adolescenza come tempo opportuno per la mistagogia ha permesso di

    individuare un nodo pastorale centrale nella progettazione degli itinerari mistagogici

    costituito da due uestioni% ual ? il significato ecclesiale della presenza degli adolescenti

    nelle nostre comunità e uale comunità ? capace di accompagnare la presenza

    dell’adolescente. 7i sono, uindi, descritti i tratti fondamentali dell’esperienza religiosa

    adolescenziale, per considerarne il peculiare protagonismo e, successivamente, si ?

    individuato Dnell’accompagnamentoE la virt! pastorale e pedagogica di una comunità

    responsabile della scelta mistagogica. :ell’ultimo paragrafo del capitolo si sono, in fine,

    individuati i fulcri di una mistagogia con gli adolescenti. Compito del capitolo successivo

    sarà indicare attenzioni pedagogiche e scelte strategiche per un itinerario mistagogico che

    concretizzi l’idea di mistagogia delineata.