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1 Anno III 5 Iyar - Sivan 5755 Maggio 2015 IL BOLLETTINO DELLA COMUNITA’ EBRAICA Pochi giorni prima del suo compleanno, mentre erano in preparazione i festeggiamenti, Rav Elio Toaff ha terminato la sua vita terrena. Era nato il 30 Aprile 1915 a Livorno, si era laureato a Pisa in Giurisprudenza giusto prima dell’espulsione degli ebrei (studenti e professori) a seguito delle leggi razziste del 1938 volute dal fascismo. La sua formazione rabbinica era avvenuta nel famoso Collegio Rabbinico di Livorno, che tanti altri maestri aveva formato nei secoli precedenti, sotto la guida del padre, Alfredo Sabato Toaff, Rabbino Capo della Comunità. La notizia della sua scomparsa si é propagata in tempo reale in tutta Italia, non solamente in quella ebraica, e già nella sera della Domenica telefonate di Quotidiani locali, messaggi ed email hanno iniziato ad arrivare alla Comunità ed agli iscritti. Nonostante il suo magistero rabbinico si fosse espletato essenzialmente fuori dalla città (Ancona – Venezia – Roma) era nel cuore dei concittadini che lo avevano conosciuto; il suo grande carisma, la sua umanità, la tolleranza e l’ironia, l’intelligenza, la perseveranza nella lotta per la giustizia e la convivenza lo fanno rimanere nel cuore dei semplici cittadini come delle Autorità. Un esempio per tutti é questo messaggio ; “... ho appena saputo della morte di Elio Toaff. Sono profondamente addolorata, ho avuto la fortuna di conoscerlo e di parlarci a lungo : ricordo ancora una bellissima giornata in Comune ,quando ci parlava di quella scalinata che i fascisti gli avevano fatto scendere a calci e che quella mattina lo aveva accolto con il tappeto rosso delle cerimonie (Conferimento Livornina d’Oro n.d.r.). E gli pareva il simbolo dei tempi nuovi e migliori. E mi piaceva la calata livornese che non ha mai perso... e vorrei dirti tante cose, tanti episodi ma sono troppo triste. Ti prego di esprimere al Presidente della Comunità i sensi delle mie condoglianze....

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Anno III N° 5

Iyar - Sivan 5755 Maggio 2015

IL BOLLETTINO DELLA COMUNITA’ EBRAICA

Pochi giorni prima del suo compleanno, mentre erano in preparazione i festeggiamenti, Rav Elio Toaff ha terminato la sua vita terrena.

Era nato il 30 Aprile 1915 a Livorno, si era laureato a Pisa in Giurisprudenza giusto prima dell’espulsione degli ebrei (studenti e professori) a seguito delle

leggi razziste del 1938 volute dal fascismo. La sua formazione rabbinica era avvenuta nel famoso Collegio Rabbinico di

Livorno, che tanti altri maestri aveva formato nei secoli precedenti, sotto la guida del padre, Alfredo Sabato Toaff, Rabbino Capo della Comunità.

La notizia della sua scomparsa si é propagata in tempo reale in tutta Italia, non solamente in quella ebraica, e già nella sera della Domenica telefonate di

Quotidiani locali, messaggi ed email hanno iniziato ad arrivare alla Comunità ed agli iscritti.

Nonostante il suo magistero rabbinico si fosse espletato essenzialmente fuori dalla città (Ancona – Venezia – Roma) era nel cuore dei concittadini che lo

avevano conosciuto; il suo grande carisma, la sua umanità, la tolleranza e l’ironia, l’intelligenza, la perseveranza nella lotta per la giustizia e la convivenza

lo fanno rimanere nel cuore dei semplici cittadini come delle Autorità.

Un esempio per tutti é questo messaggio ;

“... ho appena saputo della morte di Elio Toaff. Sono profondamente addolorata, ho avuto la fortuna di conoscerlo e di parlarci a lungo : ricordo ancora una bellissima giornata in Comune ,quando ci parlava di quella scalinata che i fascisti gli avevano fatto scendere a calci e che quella mattina lo aveva accolto con il tappeto rosso delle cerimonie (Conferimento Livornina d’Oro n.d.r.). E gli pareva il simbolo dei tempi nuovi e migliori. E mi piaceva la calata livornese che non ha mai perso... e vorrei dirti tante cose, tanti episodi ma sono troppo triste. Ti prego di esprimere al Presidente della Comunità i sensi delle mie condoglianze....”

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Anche Lui era rimasto legato fortemente alla città natale (come ha detto suo

figlio Ariel,” ...era ebreo, italiano e soprattutto..... livornese”) ed a Livorno ha voluto essere seppellito; accanto al padre, alla moglie ed ai familiari.

Dopo gli omaggi resi dagli Ebrei Romani nella Sinagoga Centrale rimasta

aperta fino a notte, la salma é stata trasportata a Livorno ove si é svolta la Cerimonia Civile, nello spiazzo antistante la Sinagoga.

La giunta Comunale aveva , in riunione straordinaria, decretato la giornata di lutto cittadino come “... partecipazione dell’intera città al cordoglio per la

scomparsa del rabbino emerito di Roma Elio Toaff... per l’impegno profuso nel corso della sua vita sui grandi temi che investono la società civile, in uno

spirito di fratellanza fra popoli, civiltà e religioni... sempre ricercando gli elementi di unione...”.

Nello spiazzo antistante la Sinagoga, presenti i gonfaloni del Comune e della Provincia, si era radunata una folla di cittadini che attendeva di rendere

omaggio ad un grande Maestro che, a cavallo di due secoli, ha fatto la Storia Ebraica Italiana .

All’arrivo della salma sono iniziate, alla presenza di tutte le Autorità cittadine, le testimonianze di omaggio: il Rabbino capo Rav Yair Didi, il Presidente

Vittorio Mosseri, il Sindaco Nogarin, il Presidente della Comunità di Roma Riccardo Pacifici, l’Ambasciatore d’Israele, Naor Gilon, il Presidente UCEI Renzo

Gattegna, il Vescovo di Livorno Giusti, il Ministro alla Pubblica Istruzione Stefania Giannini ed il figlio Ariel Toaff hanno ricordato aspetti salienti della

vita irripetibile di un grande Uomo, di un Maestro, simbolo dell’Ebraismo

italiano, che riuscì ad aprire le porte di dialogo e di confronto tra gli Ebrei e la Chiesa di Papa Giovanni Paolo II .

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Nella Cerimonia religiosa, svoltasi nella Cappella del Cimitero Ebraico, insieme

ai familiari ed ai correligionari erano presenti Rabbanim di quasi tutte le Comunità, molti di essi allievi di Rav Elio Toaff, già direttore del Collegio

Rabbinico Italiano.

Hanno ricordato la figura del Maestro Rav Yair

Didi – Rav Riccardo Disegni – Rav Alfonso Arbib – Rav Momigliano - Rav Umberto Piperno

e Rav Hazan.

E’ stato il simbolo ed il riferimento di tutti i

rabbini italiani, é stato detto; amava la pace, avvicinava alla Torà; solo chi ama la gente può

farlo. Unico nella sua generazione é riuscito a ricostruire la Comunità di Roma ed a ridare

identità all’Ebraismo italiano dopo la tragedia della Shoà. Era amato e stimato da tutti coloro

che lo conobbero e, chi é amato dagli uomini, é amato da D’o.

Ha chiesto che, durante la Cerimonia, nelle hakafòt intorno alla bara fossero presenti i suoi discepoli e che, in uno dei giri, fosse letto il salmo 91.

Queste richieste provano il grande valore da Lui attribuito all’insegnamento ed

alla trasmissione della Torà che gli allievi continueranno dopo di lui. La lettura del salmo 91 mostra il grande amore per Livorno, dove la tradizione

della mistica cabbalistica é stata elemento caratteristico. Un importante ex Ministro italiano ha detto di aver imparato da Rav Toaff che

si può imparare anche da persone di fede diversa; la trasmissione dei valori ebraici a favore di tutti é stato una caratteristica del suo Magistero.

Nella Torà la morte di Giacobbe é descritta in dettaglio, ma si dice che egli non

é morto: se vive in me, se la sua discendenza é viva anche lui é vivo. Rav Toaff come Direttore del Collegio Rabbinico Italiano ha formato dei

discepoli, con loro personalità, che continueranno trasmissione ed

insegnamento della Torà.

All’inizio dei Pirkè Avot si parla dell’insegnamento e della trasmissione della Torà scritta e della Torà orale. Noi sentiamo la perdita di persone importanti;

oggi ci chiediamo come sarà difficile senza di Lui che, come i Maestri della Grande Assemblea avevano saputo trasmettere com’era la perduta “grande

Corona” della Torà e la Fede nella sua pienezza come ci era stata data da Moshè, ha saputo restituire l’antica

Corona alla Comunità di Roma, all’Ebraismo italiano ed a tutto il popolo d’Israele facendoci realizzare che non

eravamo stati abbandonati.

Nel Talmud un grande Rav, un Maestro, è paragonato

ad un capitano di una nave, che guida la nave. Abbiamo sentito che da Lui sono stati formati tanti

discepoli e quindi pensiamo che la nave sia sempre guidata. Ricordo il mio primo incontro con il Maestro,

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38 anni fa, e come riuscì a risolvere il problema della mancanza dello shoket a

Roma.

Riportiamo un tratto di una intervista, rilasciata anni fa da Rav Toaff alla rivista

“Shalom”, che ci pare ben rappresentare l’ispirazione del suo lungo e proficuo Magistero:

”...la nostra, in casa, era una religiosità vissuta con allegria nella quale non é mai mancata la discussione , il dibattito ed il confronto delle idee e delle

opinioni. In quell’ambiente ho imparato che anche con le persone che ti sembrano apparentemente lontane nelle idee e nei valori si può trovare, con il

dialogo e la perseveranza un piano comune per intendersi...”

Ricordiamo che il 18 maggio (29 Iyar) sarà la ricorrenza del mese dalla

tumulazione di rav Elio Toaff z.l.. Per l’occasione è in fase di organizzazione a Livorno un raduno di Rabbanim,

stranieri ed italiani, e di Ebrei romani che renderanno omaggio, al Cimitero ed in Sinagoga, con Limud e commemorazioni al Maestro.

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- LA PAGINA della TRADIZIONE - (Rubrica a cura dell’Ufficio Rabbinico)

Shavuot – Zeman Matàn Toratènu – Festa della Torà

In questo giorno i nostri Padri – usciti dall’Egitto – si

trovarono sotto il Monte Sinai e ricevettero i Dieci

Comandamenti. Sentirono le Dieci Parole, come dice con

più precisione la Torà. Ma, come è scritto nel

Deuteronomio (cap. 29, vv 13, 14), Mosè disse al popolo:

“Ma non soltanto con voi io stabilisco questo patto e

questo anatema, ma con quelli che sono con noi oggi

presenti davanti al Signore D-o nostro ed anche con

quelli che non sono oggi qui con noi”.

Così, tutte le generazioni di Ebrei da quel giorno sono

impegnate a mantenere la promessa dei nostri Padri

“faremo e ascolteremo”.

E possiamo dire che la lunga storia del popolo ebraico ha

dimostrato la fedeltà alla promessa, con tutte le difficoltà di attraversare una storia così lunga e

problematica, e spesso non felice. Nonostante tutto, in ogni momento, il popolo ebraico non si è mai

allontanato da quell’insegnamento “Adshem Elokenu – Adshem Echad”, che è l’inizio e la ragione di tutto.

Era sembrato che lentamente i Dieci Comandamenti fossero entrati anche nelle civiltà e nelle culture degli

altri popoli, che fossero alla base del vivere civile delle nazioni.

L’unità di D-o e l’unità del genere umano, il rispetto della vita, della proprietà e della dignità dell’uomo

erano valori che molti codici avevano alla base della convivenza. Molte religioni apparivano derivate

dall’Ebraismo, soprattutto per l’accettazione dei principi contenuti nei Dieci Comandamenti.

Gli avvenimenti che si sono susseguiti in questi ultimi anni, ora che le parole d’ordine sono “prevaricazione”

e “violenza”, fanno dubitare che la lezione dei Dieci Comandamenti sia davvero penetrata nelle civiltà e nei

costumi umani.

È per questo che celebreremo anche quest’anno e con maggior forza i due giorni di Shavuot (24 e 25

maggio), e seguiremo la lettura della Torà, che contiene la rivelazione del Sinai, per ricordare che “non di

solo pane vive l’uomo, ma vive da ciò che esce dalla bocca del Signore” (Deut., 8,3)

Le regole principali:

Cos’è:

la festa di Shavuot (settimane), prescritta dalla Torà (Devarìm, 16, 16), è una delle Shalòsh Regalìm, le feste

che comportavano il pellegrinaggio a Gerusalemme.

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Quando è:

cade il 6 di Sivan (fuori da Israele anche il 7) ed è chiamata Chag habikkurìm, festa delle primizie, perché in

questa stagione si raccoglievano le primizie portate poi a

Gerusalemme. La frutta migliore veniva scelta e posta in

cesti festosamente decorati e portata in città dai

proprietari, che erano accolti con canti e musiche, e

successivamente veniva da loro consumata con tutti i poveri

della città accorsi per festeggiare.

Shavuot è detta anche Zeman Mattàn Toratènu, il tempo in

cui ci è stata data la Torà.

Significato:

Shavuot significa “settimane” e si riferisce alle sette

settimane trascorse dall’uscita dall’Egitto fino al momento

in cui è stata donata la Torà. Diversi milioni di uomini, donne e bambini furono testimoni della rivelazione di

D-o. il Midràsh insegna che le anime di tutte le generazioni, passate e future, erano presenti al Sinai. I saggi

dicono che dobbiamo sempre vedere la Torà come se l’avessimo appena ricevuta: a Shavuot dobbiamo

rinnovare l’impegno di studiarla e osservarla.

Approfondimento:

con le parole “naassè venishmà” – faremo e ascolteremo – il popolo ebraico accettà di osservare i

comandamenti di D-o anche prima di capirli, diventando così il simbolo della presenza di Hashèm nel

mondo, esempio di comportamento etico e morale basato sulla legge di D-o. la Torà è ben più di un libro

sacro e il suo contenuto va al di là delle conoscenze e della saggezza. La parola “Torà” deriva da una redice

che significa “insegnare”: la differenza tra insegnamento e saggezza è che quest’ultima è una conoscenza

astratta nella quale le conclusioni sono raggiunte per mezzo della ragione e pertanto soggette a revisioni.

La Torà, invece, offre una serie di leggi divine, una guida universale applicata in tremila anni da tutti gli

ebrei. È formata da due parti, una scritta e una orale, entrambe date a Mosè sul Sinai.

La seconda spiega e chiarisce quella scritta ed è stata trasmessa di generazione in generazione fino alla sua

compilazione finale, la Mishnà e la Ghemarà. Insieme formano il Talmud che ci collega alla rivelazione sul

Sinai e ci offre una guida per la vita di ogni giorno: ovunque e in ogni situazione, la Torà – scritta e orale – ci

fornisce gli strumenti per giudicare le nostre azioni.

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Shavuot si differenzia dalle altre Shalòsh Regalìmper la sua breve durata, solo

un giorno e non una settimana, e per il fatto che non ha precetti. A prima

vista sembrerebbe dunque la festa più “povera”.

Il Rebbe di Lubavitch spiega che questa non è da considerarsi una mancanza,

ma una superiorità che essa ha sulle altre. Nelle altre feste, infatti, l’unione

che abbiamo con Hashèm non è diretta, ma avviene tramite determinate

azioni, come quelle legate alla matzà e alla sukkà. L’unione che si ha a

Shavuot, invece, non ha bisogno di tramite perché in essa si rivela l’essenza

che unisce Israel con D-o, che è al di sopra della divisione del tempo.

Per questo dura solo un giorno e per questo non ha bisogno di precetti,

perché quando l’ebreo riceve la Torà l’unione di Hashem è immediata poiché

Israel, la Torà e Hashem sono legati profondamente.

Regole:

1. accedere le candele entrambe le sere per la benedizione Shehekheyanu

2. recitare il Kaddish e consumare il pasto festivo

Usanza:

durante la festa di Shavuot si usa mangiare latticini e

in alcune comunità solo un pasto, mentre in altre

questo uso è esteso ai due giorni. Una delle molte

spiegazioni di questo costume è che quando gli ebrei

ricevettero la Torà non erano ancora esperti delle

leggi della shekhità (macellazione rituale) e quindi si

astennero dal mangiare carne. Inoltre, la Torà è

tradizionalmente paragonata a tutto ciò che è dolce,

e per questo è associata anche ai latticini, che hanno

un gusto dolce.

Si può anche aggiungere un’interpretazione legata al

valore numerico della parola latte (Khalav), che è di

40, come i giorni in cui Moshè è rimasto sul Sinai.

Durante tutta la prima notte di Shavuot si usa studiare testi della Torà scritta e orale, e in particolare le 613

mizvot.

Halakhot:

Poiché Shavuot deve essere il cinquantesimo giorno da Pesach, non si può fare Kiddush prima dell’uscita

dalle stelle, altrimenti i cinquanta giorni non sarebbero completi.

La festa di Shavuot, come abbiamo detto, non ha particolari mizvot, perciò ci limitiamo alle regole generali

di Yom Tov. I giorni di Yom Tov si differenziano dallo Shabbat perché in essi si può cucinare e si può

trasportare per accrescere la felicità della festa. In ogni caso il fuoco deve essere acceso da un altro fuoco

precedentemente acceso e non può essere spento durante la festa.

Solo se il tipo di cibo lo richiede, la fiamma può essere diminuita. Il fuoco può essere spento da un non

ebreo o, in caso estremo, dall’acqua in ebollizione che fuoriesce da una pentola. Ogni giorno di Yom Tov si

può cucinare solo per quel giorno stesso, a eccezione del Venerdì nel quale, facendo un rito speciale

chiamato Eruv Tavshilìn, si può cucinare sia per venerdì che per Shabbat.

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EVENT I I

MISCELLANEA &

INFORMAZION I I

Aprile 2015, mese ebraico di Nissan considerato come quello più lieto dell’anno

perché coincide con la liberazione del Popolo Ebraico dalla schiavitù d’Egitto, per la Comunità di Livorno é stato costellato dalla perdita di tre correligionari

che vogliamo ricordare:

- Rosina Coen Novelli z.l., moglie del Parnas Guido Novelli (z.l.) e madre anche dell‘ex-consigliere della nostra Comunità David Novelli.

- Rebecca Levi Funaro z.l., venuta giovanissima da Smirne a Livorno, si era profondamente integrata nella nostra Comunità e continuava,

nonostante la veneranda età, a venire in Sinagoga il sabato accompagnata dal figlio Alberto.

- Rav Elio Toaff z.tz.l., figlio di Rav Alfredo Sabato Toaff (z.l.) nato e

formatosi a Livorno, Maestro amato ed apprezzato da tutti quelli che lo

conobbero in Italia ed all’estero, Rabbino Capo (e poi Emerito) di Roma dal 1962, rimasto legato alla sua città, ove ha voluto ritornare.

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22 Aprile: abbiamo ricordato, anticipatamente Yom ha’Atzma’ut, Giorno dell’Indipendenza dello Stato d’Israele.

Mercoldì sera, dopo la preghiera di Arvit ci siamo riuniti in Sala Lampronti per un momento conviviale e di ringraziamento al

Signore per il 67° Anniversario dello Stato.

23 Aprile: momento di riflessione e preghiera interreligiosa per il Centenario del Genocidio Armeno. La

manifestazione, organizzata da Comunità Ebraica – Chiesa Ortodossa Romena – Chiesa Evangelica

Olandese – Amicizia Ebraica Cristiana – Comunità S. Egidio – Cooperatori Paolini e Mov. Focolari - é

consistita in analisi e riflession della tragedia

Armena e su un momento di preghiera comune per le vittime, basata sulla lettura di Salmi.

24 Aprile: Commemorazione anticipata del 70° Anniversario

della Liberazione d’Italia. Poichè il 25 Aprile coincideva con il Sabato, la Comunità Ebraica di Livorno ha deciso

di effettuare, Venerdì 24 prima di Shabbat, l’Omaggio al Monumento ai Caduti ed al Bassorilievo ai

Partigiani caduti nella Lotta di Liberazione. Ottenuto il benestare della Prefettura e definito

l’itinerario con il Comune, un nutrito gruppo di Ebrei livornesi, con Rav Yair Didi, si é radunato in

P.zza Magenta. Alla presenza del Capo Gabinetto del Sindaco, del Gonfalone cittadino e di una

Rappresentante della

Prefettura é stata deposta una corona

d’alloro al Monumento ai Caduti.

Si é poi formato un piccolo corteo dietro lo striscione della

Brigata Ebraica (operò nel 1944-‘45 in Emilia Romagna e lungo la Linea Gotica)

che si è diretto verso il Bassorilievo ai Partigiani.

E’ stato reso omaggio ai Caduti nella Resistenza con la lettura, in ebraico ed in italiano, di un salmo e la recitazione di un Kaddish.

26 Aprile : Brit milà di Matatiàu Moshè Mosseri. Tutti presenti, con il pensiero,

alla Cerimonia di circoncisione del secondo nipote del nostro

Presidente, svoltasi a Bruxelles. Un caloroso “matzal tov” ai genitori dalla Redazione del Bollettino.

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26 Aprile : Presentazione del Volume "PRO ARMENIA. Voci ebraiche sul

genocidio armeno". L’Evento é stato organizzato da Benè Berith

Livorno “Isidoro Kahn” nella Sala degli Specchi di Villa Mimbelli in

occasione del Centenario del Genocidio Armeno.

Relatore era il Prof. Francesco Berti dell'Università di Padova, uno

dei due curatori del libro, con la partecipazione dell'editore Daniel

Vogelmann; ha “moderato” Gadi Polacco per Benè Berith.

“Un grazie al prof. Bruno Di Porto che, impossibilitato a

partecipare per altro impegno già assunto, ha inviato una

preziosa relazione, inserita nel sito internet di Bené Berith.

Numerosi gli interventi provenienti dal pubblico, a riprova

dell'interesse che questa tragica pagina storica, per troppi versi

ancora sconosciuta e occultata, riveste.” (cortesia “Comunitando”

n.d.r.)

27 Aprile : ad una settimana dalla sepoltura di Rav. Elio Toaff z.l., l'Ufficio Rabbinico ha effettuato una commemorazione al Cimitero di via

don A.Mei alle ore 18,30. La Cerimonia si é conclusa in Sinagoga con la preghiera di Minchà,

un Limud in memoria del Maestro ed Arvit.

28 Aprile : Presentazione di “Il Racconto di

una salvezza”, pubblicazione

promossa dal Comune di Livorno

con la Comunità Ebraica. La Signora

Rosa Distaso, Settore Cultura del

Comune, ha presentato, presso la

Sala Badaloni della Biblioteca

Labronica il volumetto in cui ha

raccolto la testimonianza di Dino

Molho, che a Magenta riuscì a

sfuggire alla furia nazista grazie

all’aiuto di alcuni concittadini, riconosciuti poi “Giusti tra le

Nazioni”, che lo ospitarono con la famiglia, in uno stanzone ricavato

entro un capannone industriale abbandonato. Questa permanenza

nella “Casa Segreta” si protrasse per oltre un anno dal ’44 al ’45.

Dino Molho, e sua moglie Lydia Levi, sono discendenti delle famiglie

ebraiche livornesi dei Bassano e dei Castelli, rispettivamente.

Il vivido racconto di quel periodo, fatto da Dino, ormai ultra

ottuagenario, e la sua grande umanità hanno suscitato molti

apprezzamenti e domande da parte del folto pubblico presente.

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29 Aprile : “URLA NEL SILENZIO” Corteo umanitario contro l’indifferenza per le

vittime civili, bambini-studenti-uomini e donne, perpretrate in

Medioriente e Nord Africa.

La marcia é stata promossa da “Confronto con Livorno” .

Mercoledi' 29 aprile alle 17, rappresentanti della Comunità Ebraica

– Comunità Musulmana – Chiesa Cattolica –

Chiesa Valdese e di Associazioni laiche e

religiose e con l’ex Sindaco Lamberti, si sono

radunati al monumento dei Quattro Mori, di

fronte al Porto, simbolo della multietnicità di

Livorno e della vicinanza con tutti i Popoli del

Mediterraneo.

Sfilando per Via Grande – P.zza Cavour – Via

Ricasoli, il corteo é terminato davanti al

Teatro Goldoni, scelto come simbolo della

condivisione delle diversita' culturali,

religiose e civiche.

E’ stato letto il Comunicato Stampa, già

fornito ai media Lunedì 27, seguito da un momento di silenzioso

raccoglimento.

30 Aprile : Brit milà del secondo figlio di Pelagatti – Savani. Nella Sinagoga di

Livorno, alle 10.30, è avvenuta la Cerimonia cui é seguito kiddush

offerto dalla famiglia. Matzal tov a Daniel Noàh.

07 Maggio : 33 giorni da Pesach - Lag Ba’omer. La Comunità comunica che

la tradizionale “braciata” sarà in realtà una “spaghettata” e

verrà effettuata, quest’anno, presso la Sala Lampronti alle ore

20.00.

09 Maggio : Bar Mitzvà di Leonardo Sichi. Matzal Tov al figlio di Romina

Giachetti. Tutti al Kiddush a festeggiare Leonardo !!

18 Maggio : Commemorazione Rav Elio Toaff, z.l.. Verrà effettuata una

giornata di celebrazione per il Maestro, ad un mese dalla sua

sepoltura.

Il Programma comunicato é il seguente:

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KHIZUK LESHAVUOT

PRIMA DI SHAVUOT E IN RICORDO DI RAV ELIO TOAFF Z.L. AD UN MESE DALLA

SUA INUMAZIONE,

IL

18 MAGGIO 2015 – 29 YIAR 5775

LA COMUNITÀ EBRAICA E L’UFFICIO RABBINICO DI LIVORNO HANNO

ORGANIZZATO UN PROGRAMMA DI CELEBRAZIONI.

Parteciperanno:

Rav Avraham Joseph, Rabbino Capo di Khulon e figlio di Rav Ovadià Joseph

Rav Goldberg, del Centro Rabbinico Europeo

Rav Joseph Hillel

ed il Rabbinato italiano

Programma pomeridiano:

Visite al Cimitero Monumentale e al Cimitero Nuovo, che ospita le tombe dei grandi Rabbini del

Settecento, con la preziosa guida e le spiegazioni di Rav Hillel.

Preghiera sulla tomba di Rav Toaff

Minchà

Limmud dei Rabbini presenti

‘Arvit

Buffet

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- ATTIVITA’ della COMUNITA’ -

Il Consiglio

La Riunione di Consiglio del mese di Aprile era stata

convocata per Lunedì 27 . Sopravvenuti impegni familiari e di lavoro del

Presidente hanno richiesto uno spostamento che ha trovato tutti i Consiglieri disponibili per Lunedì 11

Maggio ore 21.00. L’OdG in agenda è il seguente :

1. Approvazione Bilancio Consuntivo 2014 (nuovo

Sistema). 2. Ospitalità per la Sicurezza operante a Pitigliano.

3. Aggiornamento Situazione Immobili. 4. Offerta SVS x Corso di Primo Soccorso.

5. Livorno Ebraica - Proposta di Amaranta Service.

6. Offerta per CD Canti Sinagogali in memoria Rav Toaff. 7. Varie ed Eventuali (....)

Facciamo notare con piacere che quest’anno la Segreteria ha già redatto il

Bilancio Consuntivo 2014, realizzato con il sistema Privatistico. Ciò é stato possibile grazie al grande impegno profuso dai dipendenti e dal

consulente esterno. Questo consentirà di convocare l’Assemblea degli Iscritti già nel prossimo mese.

La lettura non sarà semplice considerando la trasformazione attuata di molte voci del vecchio sistema privatistico (in particolare i residui) e pertanto verrà

invitata la consulente esterna per la loro spiegazione.

Era stata anticipata la richiesta del Comune di Pitigliano di poter utilizzare gli appartamenti della Comunità per ospitare i militari coinvolti nel servizio di

sicurezza alle strutture della “Piccola Gerusalemme”.

Verrà fornito aggiornamento della situazione del nostro Patrimonio Immobiliare

e delle ultime richieste locative.

Dovrà essere deliberata la cifra dell’offerta a SVS il Corso di Primo Soccorso effettuato, in Comunità, ai nostri dipendenti ed ai membri della sicurezza.

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Verrà analizzata la Proposta/Offerta di Amaranta Service per la valorizzazione

dei nostri Beni Culturali : Progetto “Livorno Ebraica”.

Ringraziamento ufficiale ad Iris Fabrisco per voler sponsorizzare la realizzazione del CD e stato di avanzamento del progetto.

Saranno analizzati vari argomenti urgenti ( Biblioteca – Catalogazioni –

Cimiteri.... ) . Argomento di particolare rilievo è la Giornta Europea della Cultura Ebraica che quest’anno si svolgerà il 6 Settembre 2015 ed é basata su un Tema

di non facile realizzazione : “PONTI, CONNESSIONI, LINKS “.

Ricordiamo che la partecipazione alle Riunioni di Consiglio é aperta a tutti agli Iscritti; unica limitazione é la presentazione delle proprie eventuali osservazioni

per scritto al Presidente, che potrà eventualmente portarle in discussione.

- La PAGINA dei GIOVANI -

La Festa di Lag Ba’Omer é arrivata ma la “Braciata” non c’é stata !! Quest’anno solo spaghettata serale, lontana dal mare. Ma si può sempre rimediare e, Domenica 10, partire per Genova ed al mare festeggiare.

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No; neppure questo si può fare perché... c’é l’esame di Ebraico da superare !! Consolatevi con il prossimo Shabaton, ultimo di questo anno accademico, e poi.... studiare, studiare per l’esame finale di fine Corso a Giugno.

Nel sottostante Calendario riportiamo, come abitudine, le informazioni relative

alle cadenze religiose ed alle attività promosse dalle Associazioni ebraiche per

il mese di :

Maggio 2015 Vengono indicati anche gli eventi più importanti organizzati a livello cittadino.

Questo servizio ha lo scopo di favorire la partecipazione dei nostri iscritti alla

vita Comunitaria ed agli Eventi cittadini.

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Maggio 2015

Lunedì

Martedì Mercoldì Giovedì

Venerdì 1 Accensione

candele

h. 20.02

Omer 27

Sabato 2 “Shabbat Acherè Moth Kedoshim” Parashà Lev. 16:1-20:27

Aftarà Ez. 20:1-20

Uscita 21.26 Omer 28

Domenica3

Lezioni Talmud

Torà

Adulti/Ragazzi

Omer 29

4 Iyar 15

Shachrit 8.00

17.30 Lezione

Talmud Torà

Ragazzi

Omer 30

5 17.30 Lezione Talmud Torà Ragazzi

Adei h16.30

”Finchè le stelle saranno..” c/o Mosseri/Sarfatti

6

Omer 32

7 Shachrit h8.00

Lag

Ba’Omer

8 Accensione

candele

h. 20.10

Omer 34

9 “Shabbat Emor” Parashà Lev.21:1-24-23

Aftarà Ez..44:15-31

Uscita 21.15

Ann. Fond. S. Egidio

10 Iyar 21 Lezioni Talmud

Torà

Adulti/Ragazzi

Omer 36

11 Shachrit

h 8.00

17.30 Lezione

Talmud Torà

Ragazzi

Riunione

Consiglio

h 21.00

12 Iyar 23

h 17.30

Lezione Talmud

Torà Ragazzi

Omer 38

13

Omer 39

14

Shachrit h

8.00

Omer 40

15 Accensione candele h. 20.18

Omer 41

166° Anniv. Difesa Liv. h 9.30 S. Marco

16 “Shabbat

Behàr Sinàì-

Bechukkotài”

Parashà

Lev.25:1-27:34

Aftarà

Ger16:19-17:14

Uscita 21.22

Omer 42

17

Lezioni Talmud

Torà

Adulti/Ragazzi Omer 43

Adei Torino Assemblea

Gen. Iscritte

Omer 43

18 Shachrit

h 8.00 Giornata

Comm. Rav

Elio Toaff

Omer 44

19 Sivan 1

Rosh Chodesh

Shachrit h 7.45

h 17.30 Lezione Talmud

Torà Ragazzi

Omer 45

20

Adei Sede

16.30

Amos Oz

“Giuda”

Omer 46

21

Shachrit

h 8.00

Omer 47

22

Accensione

candele

h. 20.25

Omer 48

23 “Shabbat

Bemidbar”

Parashà

Num.1:1-4:20

Aftarà

Os.2:1-22

Vigilia

Shavu’ot

Uscita 21.29

24 Sivan 6 Shavu’ot

Shachrit h 9.00

1° Sefer

Es.19:1-20:26

2° Sefer

Num.28:26-31

Aftarà

Ez.1:1-28,3:12

25 Sivan 7

Shavu’ot 2°g

Shachrit h8.00

1° Sefer

Deut.15:19-16:17

2° Sefer

Num.28:26-31

Aftarà

Abac.2:20-3:19

Adei h 9.30

Riunione

Consiglio

26

h 17.30 Lezione Talmud

Torà Ragazzi

Adei h 16.30 “I 5 Pilastri del Islam” c/o Abitazione Paola Bedarida

27

28

Shachrit h8.00

29 10 Shevàt

Accensione

candele

h 17.09

30 “Shabbat

Nasò”

Parashà

Num.4:21-7:89

Aftarà

Giud.13:2-25

Uscita 21.36

31(Sivan 13)

Lezioni Talmud

Torà

Adulti/Ragazzi

17

Parashot del Mese

2 Maggio : Parashàh Acharè Moth e Kedoshìm (Lev.XVI,1- XX,27) Vengono esposte le Norme

che il sommo sacerdote deve seguire, una volta l’anno, quando faceva il suo ingresso nel

santissimo per per compiere i riti di espiazione per se, la famiglia ed il popolo. Al centro del rito

c’era il sacrificio di 2 capri, uno dei quali, caricato dei peccati del popolo, venive mandato nel

deserto lontano dalle abitazioni. Dopo il divieto di alcune usanze pagane, si fornisce l’elenco

delle unioni vietate ed incestuose e si proibisce il sacrificio umano al Loocco.

Sotto il termine di santità sono esposte le regole di varia specie ed importanza che riguardano i

doveri verso i genitori, i poveri, i forestieri e verso gli altri uomini; regole di carattere agricolo

e di onestà commerciale, contro la corruzione e le unioni peccaminose. Sono regole destinate,

ognuna nel suo campo, e tutte insieme nel campo della vita sociale ebraica a distinguere

Israele dalle depravate società pagane ed ad immunizarlo dai loro vizi.

Haftarà (Ez.20:1-20) Il rapporto è il rimprovero del profeta per le abominazioni e le

disubbidienze delle regole descritte nella Prashàh-

9 Maggio : Parashàh Emor (Lev.XXI,1–XXIV,23) Si danno le norme di purità riguardanti i

sacerdoti ed il Sommo Sacerdote in particolare; si elencano le unioni che sono loro vietate, i

difetti fisici e le infezione che impediscono loro di compiere funzioni sacrificali e si stabilisce la

qualità degli animali che possono essere offerti sull’altare. Si passa, poi, a descrivere le

festività dell’anno con i loro caratteri, la loro durata e si completano le disposizioni circa i pani

di presentazione. Infine si narra di un grave episodio di vilipendio alla divinità che dette

occasione per una condanna capitale e si ripetono, a questo proposito, alcune norme di diritto

penale già note. Haftarà (Ez.44-15:31) Sono descritte norme per i sacerdoti del Santuario futuro come la

parashà descrive quelle del Santuario del deserto.

16 Maggio : Parashàh Behar-Sinaì e Bechukkotài (Lev.XXV,1–XXVII,34) Si descrive l’istituto

dell’anno sabbatico durante il quale doveva venir sospeso qualunque lavoro campestre e la terra doveva riposare e solennizzare il suo sabato. Ogni cinquant’anni doveva poi celebrarsi,

annunziandolo con il suono dello shofar, nel giorno del Kippur, il Giubileo, cioè l’anno della

libertà per gli schiavi e della restituzione agli antichi proprietari dei terreni venduti ad altri, se questi

non fossero già stati riscattati (com’era suo diritto) dal proprietario stesso o da qualcuno dei

suoi parenti. Per le case poste in città cinte da mura il diritto di riscatto scadeva dopo un anno; non così per le case poste in borghi aperti. Al riscatto delle proprietà levitiche non era posto

alcun limite.

18

Haftarà (Ger.32:6-27) Il rapporto con la Parashàh è il rispetto della prescrizione seguita da

Ezechiele per riscattare la proprietà di un familiare.

Il capitolo XVI éun solenne discorso formato di due parti: la prima contiene dolci promesse di

prosperità, sicurezza e pace come premio all’osservanza delle leggi sotto la vigile ed amorosa

protezione divina. La seconda parte contiene severe minacce di castigo e quindi carestie,

guerre, epidemie, vita di pene e di terrore e poi deportazione ed esilio sotto l’oppressione dello

straniero e l’abbandono delle desolate terre della patria. D’o però non dimentica il suo popolo e

la fedeltà dei padri. Il capitolo XXXVII espone le norme che dovevano regolare i voti con cui si consacravano a D’o

cose, animali o persone ed il loro, eventuale, riscatto. Haftarà (Ger.16:19-17:14) Corrispondentemente alle minacce contenute nella Parashah nel

caso che israele non osservasse le Norme della Toràh, anche qui si annunciano punizioni in

conseguenza delle colpe.

23 Maggio: Parashàh Bemidbàr (Numeri I:1-4:20)Mosè è incaricato di procedere al censimento

della popolazione maschile atta alle armi; il 1° cap. del IV Libro ne registra i risultati tribù per

tribù. I Leviti sono esclusi dal censimento essendo addetti al servizio del Tabernacolo. Quindi

viene dato l’ordine per la disposizione e l’organizzazione dell’accampamento in cui dovevano

schierarsi le tribù, tutto intorno al tabernacolo. Dopo un cenno alla famiglia sacerdotale di

Aronne, si fissano le funzioni dei Leviti, si da il numero dei componenti di ciascuna delle loro

famiglie ed i compiti rispettivi. Dopo aver proceduto ad un terzo censimento, quello dei

primogeniti che dovevano lasciare il loro posto di sacerdoti ai Leviti,si fa ancora una quarta

numerazione: quella delle famiglie dei Leviti addetti a speciali incarichi nel Tabernacolo. Haftarà (Osea 2:1-22) Rapporto con la Parashàh è l’accenno al grande numero degli Ebrei in

avvenire che richiama il numero effettivo del secondo anno dall’uscita dall’Egitto.

31 Maggio : Parashàh Naso (Num.4:21–7:89) Altre disposizione relative al censimento ed agli

incarichi attribuiti alle famiglie levitiche per il trasporto di parti del tabernacolo. Si ordina, poi,

l’allontanamento dal campo di persone impure o affette da particolari malattie; poiché

l’impurità non va limitata al corpo soltanto si emanano norme relative al reato di

appropriazione indebita e sospetto adulterio con la cerimonia cui doveva sottoporsi la donna accusata di infedeltà dal marito. Si parla poi di persone che facevano voto di nazireato, riti e

doveri relativi. Il capitolo si chiude con la benedizione sacerdotale. Il cap. VII descrive le

offerte dei principi delle tribù per la consacrazione del Tabernacolo. Haftarà (Giud.13:2-25) Rapporto con la parashàh è la narrazione di Sansone nazareo.

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19

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