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Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 02/03/2005 - Spediz. in abb. postale: D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB LIVORNO Anno XIV - n° 147 Settembre 2014 Settembre 2014 Settembre 2014 Settembre 2014 Settembre 2014 L’Editoriale di Enrico Dello Sbarba Ci perdiamo anche nelle cose piccole segue a pag. 2 Smemoranda DC Un articolo dell’On. Ivo Butini Il 19 agosto di sessanta anni fa moriva a Sella di Valsugana Alcide De Gasperi. La sua stagione politica era finita nel giugno 1953 con il fallimento di una legge eletto- rale che la sinistra accanitamente chiamò “legge truffa”. Il 12 agosto di questo 2014 Massimo Teodori, un brillante intellettua- le con ascendenze radicali, suggeriva di tornare a quella legge “onesta e priva di risvolti truffaldini” (Corriere della Sera). Il 14 agosto seguente Roberto Pertici, sul- l’intera pagina 5 dell’Osservatore Roma- no, quotidiano della Città del Vaticano, ri- cordò episodi ignoti ai più, con una rico- struzione ampia e documentata. Già nell’ultimo numero, prima delle vacanze, chiamiamole anco- ra così, vista la grave crisi che sta attraversando il nostro pae- se, avevamo sollevato la man- canza di quel senso della solida- rietà, componente essenziale in grado di concorrere seriamente a facilitare l’uscita dalla crisi nel- la quale siamo precipitati ormai da sei anni. Avvertivamo, con preoccupazio- ne, l’aggravarsi di un clima peri- coloso ed inquietante, presente in diversi ambienti, in particolare in quello dell’informazione (tele- visiva e giornalistica) di mettere, sempre più in evidenza, solo ed esclusivamente i mali ed i ritardi del Paese senza dare risalto al- cuno ad aspetti positivi che sono pur presenti nella complessa re- altà del paese. Un riferimento vogliamo farlo proprio sulla mancanza di uno straccio di responsabilità nazio- nale che dovrebbe invece esse- re un comune denominatore tale da legare Istituzioni centrali e periferiche, associazioni di cate- goria, sindacati ed organi di in- formazione. Quando si attraversa una crisi Pertici centra il suo intervento sui rapporti che De Gasperi ebbe con Piero Treves, fi- glio del socialista Paolo Treves che negli anni 1924-1925 visse con De Gasperi l’espe- rienza dell’Aventino. Paolo Treves andò in esilio. Le sue ceneri tornarono in Italia, insieme a quelle di un altro leader sociali- sta, Filippo Turati, nel 1948. De Gasperi, allora Presidente del Consiglio, rese omag- gio a Milano alla loro memoria. Disse fra l’altro De Gasperi: “nella storia della demo- crazia più che lo statuto o le costituzioni, conta l’esperienza”. Quando nel 1951 De Gasperi tornò a Lon- V ener dì 10 Ottobr e, h. 21 Sala Don Nardini - Via dei Lavoratori Rosignano Marittimo Presentazione del libro di Enrico Dello Sbarba Editrice «Il Quadrifoglio» - Livorno La mia Dc Moderatrice: Elisabetta Arrighi giornalista de Il Tirreno Saluti di Alessandro Franchi Sindaco del Comune di Rosignano M.mo Relatori: Francescalberto De Bari pubblicista Nicola Graziani giornalista quirinalista Paolo Rotelli ex Capogruppo Consiliare Dc Comune di Rosignano M.mo. Spezzoni di vita politica e i rapporti con il Sen. Andreotti V ener dì 19 Settembr e, h. 17 Auditorium di Villa Henderson Via Roma - Livorno per ricordare il 60° Anniversario della morte di Alcide De GASPERI sarà presentato il libro De Gasperi Uno studio di Giuseppe Sangiorgi Direttore dell'Ist. L.Sturzo - Roma Presentazione: Dott. Enrico Dello Sbarba Direttore de IL CENTRO Saluti del Dott. Giorgio Kutufà Presidente della Provincia e del Dott. Gabriele Cantù Presidente Istoreco Moderatore: Avv. Angiolo Mancusi Relatori: Dott. Gianluca Della Maggiore Istituto Istoreco Ing. Francesco Butini Ist. Studi Politici R. Branzi - Firenze segue a pag. 2

Il Centro Settembre 2014

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Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 02/03/2005 - Spediz. in abb. postale: D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB LIVORNO Anno XIV - n° 147 Settembre 2014Settembre 2014Settembre 2014Settembre 2014Settembre 2014

L’Editorialedi Enrico Dello Sbarba

Ci perdiamoanche nellecose piccole

segue a pag. 2

Smemoranda DCUn articolo dell’On. Ivo Butini

Il 19 agosto di sessanta anni fa moriva aSella di Valsugana Alcide De Gasperi. Lasua stagione politica era finita nel giugno1953 con il fallimento di una legge eletto-rale che la sinistra accanitamente chiamò“legge truffa”. Il 12 agosto di questo 2014Massimo Teodori, un brillante intellettua-le con ascendenze radicali, suggeriva ditornare a quella legge “onesta e priva dirisvolti truffaldini” (Corriere della Sera). Il14 agosto seguente Roberto Pertici, sul-l’intera pagina 5 dell’Osservatore Roma-no, quotidiano della Città del Vaticano, ri-cordò episodi ignoti ai più, con una rico-struzione ampia e documentata.

Già nell’ultimo numero, primadelle vacanze, chiamiamole anco-ra così, vista la grave crisi chesta attraversando il nostro pae-se, avevamo sollevato la man-canza di quel senso della solida-rietà, componente essenziale ingrado di concorrere seriamentea facilitare l’uscita dalla crisi nel-la quale siamo precipitati ormaida sei anni.Avvertivamo, con preoccupazio-ne, l’aggravarsi di un clima peri-coloso ed inquietante, presentein diversi ambienti, in particolarein quello dell’informazione (tele-visiva e giornalistica) di mettere,sempre più in evidenza, solo edesclusivamente i mali ed i ritardidel Paese senza dare risalto al-cuno ad aspetti positivi che sonopur presenti nella complessa re-altà del paese.Un riferimento vogliamo farloproprio sulla mancanza di unostraccio di responsabilità nazio-nale che dovrebbe invece esse-re un comune denominatore taleda legare Istituzioni centrali eperiferiche, associazioni di cate-goria, sindacati ed organi di in-formazione.Quando si attraversa una crisi

segue a pag. 2

Pertici centra il suo intervento sui rapportiche De Gasperi ebbe con Piero Treves, fi-glio del socialista Paolo Treves che neglianni 1924-1925 visse con De Gasperi l’espe-rienza dell’Aventino. Paolo Treves andòin esilio. Le sue ceneri tornarono in Italia,insieme a quelle di un altro leader sociali-sta, Filippo Turati, nel 1948. De Gasperi,allora Presidente del Consiglio, rese omag-gio a Milano alla loro memoria. Disse fral’altro De Gasperi: “nella storia della demo-crazia più che lo statuto o le costituzioni,conta l’esperienza”.Quando nel 1951 De Gasperi tornò a Lon-

Venerdì 10 Ottobre, h. 21

Sala Don Nardini - Via dei LavoratoriRosignano Marittimo

Presentazione del libro

di Enrico Dello SbarbaEditrice «Il Quadrifoglio» - Livorno

La mia Dc

Moderatrice:Elisabetta Arrighi

giornalista de Il TirrenoSaluti di Alessandro Franchi

Sindaco del Comune di Rosignano M.moRelatori:

Francescalberto De Baripubblicista

Nicola Grazianigiornalista quirinalista

Paolo Rotelliex Capogruppo Consiliare DcComune di Rosignano M.mo.

Spezzoni di vita politicae i rapporti con il Sen. Andreotti

segue a pag. 2

Venerdì 19 Settembre, h. 17

Auditorium di Villa HendersonVia Roma - Livorno

per ricordare il 60° Anniversariodella morte di Alcide De GASPERI

sarà presentato il libro

De GasperiUno studio

di Giuseppe SangiorgiDirettore dell'Ist. L.Sturzo - Roma

Presentazione:Dott. Enrico Dello SbarbaDirettore de IL CENTRO

Saluti del Dott. Giorgio KutufàPresidente della Provinciae del Dott. Gabriele Cantù

Presidente Istoreco Moderatore: Avv. Angiolo Mancusi

Relatori:Dott. Gianluca Della Maggiore

Istituto IstorecoIng. Francesco Butini

Ist. Studi Politici R. Branzi - Firenze

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Ci perdiamo anchenelle cose piccole

dalla prima pagina

dalle dimensioni sempre più ampie (molticommentatori assimilano la situazione dioggi ad una guerra mondiale non combat-tuta con le armi), la solidarietà dovrebbeessere presente ad ogni livello.Purtroppo ciò non sta assolutamente ac-cadendo ed in proposito vogliamo citaredue piccoli esempi di per se “emblemati-ci” che dimostrano e confermano come lasolidarietà nazionale appartenga, in molticasi, al mondo della favole.Nel maggio del 2015 sarà inaugurata aMilano L’Expo - l’esposizione universale- un evento dalle dimensioni mondiali cheporterà in Italia milioni di visitatori prove-nienti da tutto il globo.Di fronte ad un tale avvenimento “un pa-ese normale” dovrebbe sfruttare questaoccasione per mostrare “alcune eccellen-ze” di cui, magari immeritatamente, ne sia-mo ricchissimi.Ebbene erano stati richiesti i due famosis-simi “bronzi di Riace” confinati, diciamoanche giustamente perché recuperati in untratto di mare di quella regione, nel Mu-seo Archeologico di Reggio Calabria evisitati,dicono le statistiche, da non piùdi 10.000 visitatori all’anno.Alla richiesta di un provvisorio trasferi-mento, circoscritto alla durata dell’Expo,si è opposto un netto rifiuto giustificatodalle difficoltà del trasloco. Qualche gior-no dopo, il Sindaco di Cremona (città chedista pochi chilometri da Milano), ha op-posto analogo secco rifiuto a trasferire ildipinto del cinquecento dell’Arcimboldo(si tratta di un dipinto che raffigura “L’Or-tolano che rappresenta Priapo - divinitàdegli orti e della fertilità) opera particolar-mente indicata al tema dell’Expo che hacome mascotte “Foody”.“Chi vuol vedere l’opera - ha dichiarato ilgiovane Sindaco della città del torrone -venga a Cremona e sarà certamente benaccolto”.Se a questi episodi disdicevoli aggiungia-mo i continui litigi tra Comune di Milano eRegione Lombardia su quell’evento, ab-biamo un quadro, veramente edificante,di quale sia il senso di solidarietà presen-te nel nostro paese.Vittorio Sgarbi, personaggio strambo mavalido ed intelligente, ha tentato,negli ul-timi giorni, di contattare i direttori dei musei di Vienna e Stoccolma per vederese fosse stato possibile avere la disponi-bilità di alcune opere del grande pittore:

purtroppo, per impegni assunti in prece-denza, la richiesta non è stata accolta.“Purtroppo è tardi”, ha dichiarato il famo-so critico d’arte “e così l’Italia rischia dicadere nel guicciardiano - particulare - conle città di appartenenza che difendono ilproprio campanile che non è certamentequello di Milano e della Lombardia, madell’intero Paese”.Ecco, cari lettori, non ho toccato argomenti“scottanti “ ma solo due esemplificazionidel “sistema Italia”e di come funzioni ilsenso della solidarietà e degli interessi co-muni in questo nostro caro paese.Purtoppo queste vicende, di ridotto spes-sore ma significative, accentuano lo scon-certo e lo sconforto per il nostro futuro.Un’ultima considerazione, proprio nel gior-no in cui il Governo Renzi ha presentato ilprogramma “Sblocca Italia”e sul quale sistanno già scatenando rilievi e critiche deigrandi giornalisti e degli economisti itali-ci: sono provvedimenti che, pur nelle gra-vi difficoltà in cui ci troviamo e che nonpossono essere certo “esaustivi”, cerca-no di rompere l’immobilismo in cui l’Italiaè immersa da troppo tempo.Anche per questi “eterni soloni della criti-ca” dovrebbe valere e prevalere il mes-saggio che abbiamo voluto lanciare.

Smemoranda DC

dra trovò una lettera di Piero Treves chegli ricordava “con orgoglio e vergogna” ilviaggio di De Gasperi, ministro degli AffariEsteri, nel tragico settembre 1945, quandoun ambiente ostile accolse l’ex perseguita-to De Gasperi, chiamato ora a riscattare ladannosa eredità della dittatura fascista.Piero Treves tornò in Italia a metà deglianni cinquanta e scrisse sul quotidiano “LaStampa” di Torino. Nella “rubrica dellamemoria” da lui curata, il 19 agosto 1973scrisse un saluto a De Gasperi, nel dician-novesimo anniversario della morte. Lo sa-lutò insieme a quelli che, pur non condivi-dendo la fede e l’appartenenza politica diDe Gasperi, collaborarono alla sua opera“cristiana, cioè di umana e italiana civiltà”.Piero Treves chiuse il suo saluto scriven-do che “guardando l’Italia del 1973 non sistupiva che vent’anni di silenzio la sepa-rassero da quelle vette”. In quegli anni chesembravano preparare il compromesso sto-rico, scrive Roberto Pertici, si “appanna-va” la memoria di De Gasperi, quasi si at-tendesse una sorta di vittoria postuma deisuoi oppositori “interni ed esterni alla DC”.10 agosto 2014. Nel suo domenicale inter-vento su “La Repubblica”, Eugenio Scal-

Periodico mensiledel Circolo Culturale

Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 2/3/2005Redazione ed Amministrazione:

Via Trieste 7, tel. 0586/427137 - Livornoe.mail: [email protected]

www.circoloilcentro-livorno.it

DIRETTORE RESPONSABILE:Enrico Dello Sbarba

Giornale chiuso in tipografia il 4/9/2014

Hanno collaborato a questo numero:

Paolo Arzilli, Marcello Battini, Jaco-po Bertocchi, Ettore Bonalberti, IvoButini, Massimo Cappelli, LauraConforti Benvenuti, Nicola Grazia-ni, Luca Lischi, Mario Lorenzini,Antonio Melani, Silvia Menicagli,Franco Spugnesi.

COMITATO DI REDAZIONE:Massimo Cappelli,

Laura Conforti BenvenutiAlberto Conti, Salvatore D’Angelo,

Francescalberto De Bari,Davide Livocci, Mauro Paoletti,

Marisa Speranza, Franco Spugnesi.

STAMPA: Editrice «Il Quadrifoglio»,Via Pisacane 7, tel. 0586/814033 - Livorno

fari commentava fatti e propositi delle ri-forme costituzionali in corso in Italia. Citò,in conclusione, un lungo intervento dellostorico Guido Crainz, sempre su “La Re-pubblica”. Si stava entrando nella fase piùtesa della guerra fredda e c’era molta in-certezza sulle consultazioni elettorali, ave-va scritto il professor Crainz. De Gasperi, enon solo lui, il monocameralismo lo teme-va come il possibile annuncio di “un go-verno dell’assemblea” giacobino e nefa-sto. Scalfari ne spiega il senso: “avrebbeseguito le decisioni del demagogo di tur-no”.E avverte: “il parere di De Gasperi non ècertamente un parere da poco perché DeGasperi è stato il vero costruttore dellaRepubblica”.E, aggiungo io, sperimentò la fatica dellagovernabilità del Paese e avvertì la debo-lezza dell’impianto costituzionale dei par-titi.Quattro giorno dopo l’articolo di Scalfari,Roberto Pertici, ricordate “le vette” dellamemoria degasperiana di Piero Treves del1973, concludeva che “a quelle vette l’Ita-lia del 2014 non riesce più nemmeno a sol-levare lo sguardo”. Cattolici compresi, pur-troppo.

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Cosa rimane oggidell’insegnamento degasperiano ?

di Ettore Bonalberti

Avevo nove anni quando, il 19 Agosto 1954,moriva a Borgo Val Sugana, Alcide De Ga-speri.Nella mia casa e in parrocchia, che frequen-tavo da giovane “aspirante”, si respirava datempo aria di DC e il drappo del “comitatocivico” era sempre pronto ad essere stesosul balcone del centro sociale parrocchialead ogni vigilia di consultazione elettoralepolitica o amministrativa.Siamo cresciuti, noi della generazione DC acavallo tra la terza e la quarta, nel ricordo enel mito dello statista trentino. I nostri de-mocristiani più anziani erano stati partecipi etestimoni dei suoi comizi nelle piazze gremitedelle città del Veneto e quelli della terza ge-nerazione che ci accolsero nel partito agliinizi degli anni’60, seppur già divisi, dopo larottura della corrente di “ Iniziativa Demo-cratica” e l’avvento dei “pallidi salmodian-ti” dorotei della Domus Mariae che poserofine all’egemonia fanfaniana sulla DC, ci par-lavano di De Gasperi come del padre fonda-tore nel cui ricordo tutti ci si ritrovava uniti.Era stato De Gasperi, infatti, a redigere unopuscolo clandestino a firma di Demofilo il26 luglio del 1943 quelle che passeranno allastoria della DC come “le idee ricostruttivedella DC”; di fatto, il primo schema program-matico della futura Democrazia Cristiana, al-l’indomani della caduta del fascismo e del-l’apertura di una nuova stagione di confron-to politico in Italia.Non si potrebbe comprendere il senso au-tentico del capolavoro storico-politico di DeGasperi se non si tenesse conto, da un lato,delle condizioni internazionali in cui si collo-cava il caso italiano e, dall’altro, della speci-ficità del tutto particolare di una nazione che,seppur inserita all’interno del mondo occi-dentale, in virtù delle scelte compiute daiGrandi alla conferenza di Yalta, vantava, al-tresì, la presenza del più forte partito comu-nista dell’Occidente: il più grande partito co-munista al mondo, dopo quelli dell’URSS edella Cina, per capacità di consenso eletto-rale liberamente e democraticamente acqui-sito, e per organizzazione di quadri e di mili-tanti inseriti stabilmente nel partito e nelleorganizzazioni sociali di diretta emanazionedel partito stesso.

E’ all’interno di questa realtà effettuale chesi concretano le scelte degasperiane decisi-ve, destinate a garantire alla DC un ruolofondamentale e centrale per gli equilibri po-litici dei successivi decenni:- il coinvolgimento di tutto il mondo cattoli-co su una politica democratica di moderatoriformismo e, dunque, l’azione da lui svoltaper garantire l’adesione della Chiesa alla ri-nascente democrazia italiana. Di qui il tenta-tivo, in larga parte riuscito, di mobilitare l’uni-tà dei cattolici attorno alla DC;- la scelta atlantica ed europea da una lato,con tutte le implicazioni di ordine economi-co e sociale che esse comportavano e, dal-l’altro, quella delle alleanze con i partiti diispirazione laica, liberale e del socialismo de-mocratico, quale base dell’equilibrio centri-sta anche dopo e nonostante la maggioran-za assoluta conquistata dalla DC nelle ele-zioni del 18 Aprile 1948.- Una politica di apertura e di collaborazionecon le forze laiche, socialiste democratichee liberali in un clima di grande tolleranza e diintelligente moderazione aperta alle istanzedelle classi popolari da tenere in equilibriocon gli interessi del ceto medio.Sono queste le fondamentali scelte dega-

speriane destinate a caratterizzare la realtàdi un partito che, proprio in virtù delle stes-se, finirà con il rappresentare e rappresente-rà oggettivamente, l’alternativa democrati-ca, fondata su un vasto consenso popolare,al polo comunista che egemonizzava specu-larmente ed in maniera indiscutibile l’areadelle forze di opposizione di sinistra del Pa-ese.Un’opposizione che per molto tempo nonmancherà di caratterizzarsi nel senso di unaautentica alternativa al “sistema di poteredominante” con continui richiami alla co-struzione di una futura società “democrati-ca e socialista”.Divisione del mondo in blocchi; presenza diun fortissimo partito comunista che, per moltianni, conserverà i caratteri di partito rivolu-zionario di derivazione terzinternazionalista,legato indissolubilmente alle direttive delCominform; politica delle alleanze al centro,anche come conseguenza di un sistema elet-torale fondato sulla proporzionale rigida:sono questi gli elementi entro i quali si im-pernia la figura e l’opera politica straordina-ria di Alcide De Gasperi che, possiamo abuon diritto, annoverare tra i grandi Padridella Patria e, sicuramente, tra i massimi espo-nenti politici di tutta la nostra storia unitaria.Se sul fronte politico De Gasperi lega indis-solubilmente il suo nome e la sua epoca aquella del centrismo, su quello del partito,l’età di De Gasperi è il tempo in cui si assisteal passaggio del primato dalla prima alla se-conda generazione democratico-cristiana e,dunque, all’avvento alla guida della DC diAmintore Fanfani. Una guida, quest’ultima,destinata a segnare profondamente la natu-ra, la struttura organizzativa e gli stessi ca-ratteri di un partito che, pur tra fasi alterne esuccessivi adattamenti e modificazioni, giun-se pressoché inalterato, praticamente sinoalla fine.Cosa rimane oggi dell’insegnamento dega-speriano?Per quelli come me, che si considerano “ DCnon pentiti”, al di là delle cerimonie celebra-tive, sentono impellente l’esigenza di un ri-torno agli insegnamenti popolari sturziani edegasperiani per superare questa brutta fase

Alcide De Gasperi (Pieve Tesino, Trento, 1881 -Borgo di Valsugana 1954).

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di stallo e di mistificante trasformismo dellapolitica italiana.Ecco perché sono impegnato in prima per-sona, con altri autorevoli amici a concorrerealla costruzione del nuovo soggetto politi-co laico, democratico, popolare, liberale, ri-formista, europeista, transnazionale ispira-to ai valori dell’umanesimo cristiano, nellaquale far confluire in rete tutte le associazio-ni e gli italiani che si riconoscono nei valoridel PPE e intendono declinarli secondo gliinsegnamenti delle encicliche “Caritas inveritate” e “ Evangelii Gaudium”.Si tratta di attualizzare il pensiero sturzianoe degasperiano non come operazione no-stalgica e rievocativa, ma come recuperodella nostra migliore tradizione passata, in-verarla nel presente e concorrere con quan-ti sono interessati a costruire una prospetti-va politica futura, in grado di uscire dai limitidi questa lunga stagione di transizione, su-bentrata dopo la fine della cosiddetta PrimaRepubblica: questo l’ambizioso obiettivoche ci si propone.In sintesi si tratta di:1) trarre ispirazione dalla dottrina socialedella Chiesa: sussidiarietà e solidarietà stel-le polari dell’iniziativa politica dei cattoliciinsieme alla difesa strenua dei “valori nonnegoziabili”: difesa vita umana dalla nascitaalla morte; valore della famiglia fondata sul-l’unione di un uomo e di una donna; difesadella libertà di educazione;2) concorrere alla ricostruzione dell’unitàculturale e politica dei o di cattolici essen-do consapevoli che:- il mondo cattolico ha una potenza superio-re a qualsiasi altra presenza culturale, socia-le e politica di questo periodo in Italia, an-che se non certo a livello massmediatico. Altempo stesso, tuttavia, essa non è incanala-ta e compattata in logiche unitarie (De Rita)

La danzadel

Peshmergadi Nicola Graziani

Una cosa colpisce, nell’accellerazio-ne della crisi siriana che si è verifica-ta a metà' agosto: la superficialità concui si è arrivati alla conclusione cheera ineluttabilmente necessario arma-re i peshmerga. Ultimo baluardo con-tro la follia dell’autoproclamato ca-liffato sunnita nel nord dell’Iraq, iguerriglieri indipendentisti curdihanno finalmente ottenuto dall’Oc-cidente cio' che generazioni si eranovisti rifiutare: mitragliatrici e missilida sparare sui sunniti.Bene, l'Isis probabilmente non meri-ta trattamenti di riguardo. La lotta delpopolo curdo per l’indipendenza in-vece sì. Ma al mondo non c’è peg-gior politica dell'abbracciare una cau-sa giusta nel modo sbagliato, e perdi più sotto la spinta dell’emergen-za. Ragion per cui, in un caso comequello curdo, abbiamo posto le pre-messe sia per la possibile soluzionedel problema Isis, sia per il peggio-ramento di una crisi che va avanti dacent’anni, dal 1918. Anno in cui ven-nero stabiliti i confini dei paesi me-diorientali, sulla base di un’enormeingiustizia.Di tutti i popoli della zona, solo i cur-di non si videro riconoscere il dirit-to ad uno stato. Anzi, vennero spar-pagliati tra Iraq, Iran, Siria e Turchia.Da allora, con tanta encomiabile per-vicacia e - per l'appunto - grandescarsità di armi, hanno condotto unabattaglia solitaria contro i gas diSaddam Hussein e di Assad e l'effi-cienza letale dell'esercito curdo.Grazie alla decisione ferragostana delnostro parlamento ora la lotta -unavolta luquidato l’Isis - tornerà a con-centrarsi sui vecchi obiettivi. Conarmi nuove e peshmerga più agguer-riti. Non stupiamoci allora che dan-zassero di gioia, qualche settimanafa.E prepariamoci ad una nuova fasedella crisi iniziata dalla dissennata in-vasione dell’Iraq del 2003.

- ci sono tre componenti diverse e per oranon convergenti:a) c’è la componente del popolo di Dio chesi ritrova nei momenti rituali e comunitari eche solo da poco tempo assume atteggia-mento sociali e culturali di stampo extra ec-clesiastico;b) c’è la componente delle grandi organizza-zioni di rappresentanza e di azione socialeche avvertono la necessità di rinnovare(quelli degli incontri di Todi: ACLI-MCL-CISL-CL-CdO-Sant’Egidio sin qui poco co-struttivi);c) c’è la componente della diaspora della DCcon i diversi rami partitici in cui i cattolicifanno azione politica cercando di collegarsicon la realtà ecclesiale o almeno interpretar-ne le attese. Ci sono “i cattolici adulti allaRosy Bindi e Prodi” e i cattolici ubbidienti enon sempre coerenti del centro-destra. An-che all’interno della Chiesa ci sono differen-ziate sensibilità e competenze non sempreconvergenti . Ci sono quelli dei “DC nonpentiti” e popolari che lavorano per la ri-composizione dell’area popolare.d) Ci sono due estremi opposti da evitare:l’appartenenza obbligata in un solo partitocome si trattasse di un dogma di fede, impos-sibile dopo il Concilio Vaticano II e la diaspo-ra, ossia l’altrettanto dogmatica tesi della ne-gatività di qualsiasi forma di unità e raccordopolitico dei cattolici. Il criterio più convincen-te potrebbe/dovrebbe essere quello del-l’“Unità possibile”. Il che significa che: l’uni-tà è fattibile e che la si attuerà secondo il re-sponsabile giudizio prudenziale relativo aitempi, alle situazioni e alle scelte in gioco.Si tratta di adoperare, citando Mons Crepal-di, arcivescovo di Trieste, il motto: “ In es-sentialibus unitas, in dubiis libertas, in om-nibus caritas”. Ossia sulle questioni fonda-mentali ci vuole unità, in quelle dubbie è le-cito adoperare il libero giudizio personale, intutto ci vuole la carità

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da pag. 3

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Non c’è giorno che Grillo e esponenti delmovimento 5 Stelle cerchino di attirare l’at-tenzione dei media e del pubblico conuscite ad effetto, spesso sconcertanti, avolte contraddittorie.Abbiamo capito che il loro credo si basasulla contestazione delle istituzioni e delsistema politico ma, facendo anche loropolitica, dove si collocano?Occorre allora esaminare i pochi fatti con-creti ufficialmente compiuti e tra questic’è, di indubbia importanza, l’adesione alivello europeo al Gruppo “Europa dellaLibertà e della Democrazia diretta”. L’ade-sione presuppone una condivisione de-gli obiettivi, del modo di agire e di pensa-re, delle idee nelle quali gli aderenti trova-no un comune sentire.Questo gruppo è formato da partiti conun programma contrario al centralismo del-l’Unione Europea, favorevole ai naziona-lismi e viene identificato negli schieramen-ti politici europei tra la destra e l’estremadestra.Per dare significato a tale collocazioneesaminiamo i singoli partiti e movimentiche fanno parte del raggruppamento checonta 48 deputati di sette paesi europeicosì suddivisi:- Movimento 5 Stelle Italia: 24 seggi- UKIP Gran Bretagna: 17 seggi- Ordine e Giustizia Lituania: 2 seggi- Democratici svedesi Svezia: 2 seggi- Unione dei Verdi e Contadini Lettonia:

1seggio- Partito Cittadini Liberi Rep. Ceca: 1seg-

gio- Deputato indipendente uscito dal Fron-

te Nazionale Francia: 1 seggio.Per poter partecipare al lavoro delle Com-missioni europee il Raggruppamento deverappresentare almeno 7 stati membri del-l’Unione Europea. Sino all’ultimo questoRaggruppamento è stato in bilico e solol’adesione di una deputata francese fuo-riuscita dal partito di Marine Le Pen haimpedito questo fallimento. Anche que-sto può essere un indicatore della valuta-zione che tali partiti hanno da parte deglialtri rappresentanti europei.Vediamo ora i principi ispiratori degli al-leati del Movimento 5 Stelle.

Alcuni esponenti continuano a dire “noi non siamo né di destra né di sinistra”

L’UKIP è un partito politico britannicoeuroscettico, fondato nel 1993 da un grup-po di scissionisti del Partito Conservato-re con l’obiettivo di far uscire il RegnoUnito dall’Unione Europea.Nel 2014 ,alle elezioni europee l’UKIP,guidato da Nigel Farage, ha ottenuto il27,5% risultando il primo partito , supe-rando Laburisti e Conservatori. Dobbia-mo però dire che i risultati delle europee,sino ad oggi, non sono stati ripetuti nelleelezioni politiche dove l’UKIP non è mairiuscito ad ottenere seggi.Il Partito Ordine e Giustizia della Lituaniaè un partito conservatore e nazionalista,caratterizzato da una ideologia populistadi destra e dall’euroscetticismo. Dal 2012,pur essendo uscito fortemente ridimensio-nato dalle elezioni politiche ( dal 12,7% al7,3%) fa parte del governo di coalizionecon Laburisti e Socialdemocratici.Il Partito dei Democratici Svedesi è unpartito di matrice nazionalista. Il partito(secondo Wikipedia) è stato “fondato nel1988 tramite l’unificazione della vasta ga-lassia dei gruppi neo-nazisti svedesi conl’obiettivo di contrastare fenomeni qualil’immigrazione e l’islamizzazione . Pur

avendo rinunciato la dirigenza del partitoalle idee esplicitamente neo-naziste, siqualifica come partito di estrema destra.Il partito Unione dei Verdi e dei Contadinidella Lettonia è una federazione di partitiruralisti, conservatori e euroscettici attivisin dal 2002. Alle elezioni europee del 2014hanno ottenuto per la prima volta 1 seg-gio. Ideologicamente si colloca tra il cen-tro e il centrodestra con tratti conservato-ri e nazionalisti.Il Partito dei Cittadini liberi della Repub-blica Ceca è un partito liberale conserva-tore fondato nel 2009. Impegnato a destra,ha come obiettivo la riduzione delle tassee la soppressione delle sovvenzioni pub-bliche. A livello europeo è contrario allaintroduzione dell’euro e dichiaratamenteeuroscettico.La deputata francese che proviene dalFronte Nazionale della Le Pen è ovviamen-te di destra.Questa è la compagnia del Movimento 5Stelle in Europa. Perché allora alcuni espo-nenti continuano a dire “noi non siamo nédi destra né di sinistra”?Perché sorgono proteste e distinguo quan-do vengono definiti di destra?A livello locale, passando dall’Europa aLivorno, quale coerenza ritroviamo nel-l’appoggio dato ai 5 Stelle da una lista disinistra quale Buongiorno Livorno?Molto più coerente, a mio modesto avvi-so, quello avuto da Fratelli d’Italia dellasignora Amadio.Penso che tutto sia lecito e consentito indemocrazia, se fatto nel rispetto delle leg-gi e delle regole, tuttavia le contraddizioniche abbiamo visto e vediamo destano for-ti perplessità e fanno pensare che la su-perficialità spesso la fa da padrona. Nonlamentiamoci poi delle conseguenze.

Movimento 5 Stelle: chi sono? di Massimo Cappelli

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e-mail: [email protected] Attualità

Velocità dell’Informazione. Senza rischi?Ormai le notizie sono trasmesse 24 ore su 24

La velocità domina la nostra era dellaglobalizzazione. Bisogna andare obbli-gatoriamente veloci e schiacciare sul-l’acceleratore perché abbiamo realizza-to strumenti e mezzi che lo permettonoe che sono indispensabili per dare no-tizie in tempo quasi reale. Tali mezzi of-frono la possibilità di collegamenti im-mediati dai luoghi in cui avvengono ifatti. Quello che accade in una qualsia-si parte del globo è possibile che vengaalla luce con un sms, un twitter, o unvideo trasmesso in internet. Tutti po-tenzialmente diventano dispensatori diinformazioni e di notizie. Si insinua cosìin ogni individuo l’esigenza di sapereche cosa accade minuto per minuto.Basta accendere il pc o la tv o la radio ele notizie sono a raffica. Addirittura 24ore su 24. Sempre connessi e in primalinea, per dare informazioni, per susci-tare interesse con flash veloci e accatti-vanti. Sempre connessi, con internet adisposizione senza limiti. E così siamopermanentemente in attesa e pronti perricevere notizie, per voler essere i primia sapere che cosa accade nel mondoglobale e con la presunzione di essere aconoscenza del tutto quando invece sihanno informazioni “ad intermittenza”che colgono solo in minima parte i fatti.I media, gli organi di informazione, sele-zionano le notizie “che vanno”, che in-curiosiscono, che suscitano attenzioneda parte del pubblico che diventa sem-pre più esigente perché vuole sapere,sempre di più, desidera instancabilmen-te andare nel privato dei fatti, aspira adentrare nella vita della gente, nell’inti-mità più profonda degli individui.Così per accontentare il pubblico chesegue e che assolutamente non biso-gna perdere, per far crescere lo share, eper essere così i veri protagonisti del-l’informazione e incrementare il proprioappeal, le trasmissioni che dispensanonotizie vanno sempre più veloci, senzamettere limiti, senza pudore, senza por-si dei dubbi sul “premere l’accelerato-re” e sulle conseguenze che ne deriva-no. La velocità diventa indispensabile,

altrimenti la notizia invecchia e non “tiprende più”, passa subito nel dimentica-toio perché le notizie sono un’infinità, sisusseguono infatti in modo continuo eframmentato tanto che non “fanno me-moria”, passano veloci nella nostra men-te e raramente si soffermano ad interpel-lare la sensibilità del cuore. Solo in po-chi, rarissimi casi quando gli organi diinformazione tornano ripetutamente sul-la notizia si realizza un pensare, un anda-re più a fondo, un memorizzare, una con-divisione del fatto e una sua partecipa-zione.Basta cambiare canale o sintonizzarsi suivari media con un click e non trovarenotizie attraenti che subito si perde in-teresse e si cambia velocemente con unozapping continuo e nevrotico. La veloci-tà richiede prontezza, essere sempre alpasso, essere sempre connessi, senzapausa, ogni secondo è buono per coglie-re qualcosa da offrire agli altri. Bisognafare in fretta, guai meditare troppo, per-dere secondi significa perdere posizioni,arrivare dopo gli altri. Qualsiasi cosa,qualsiasi notizia per non lasciare troppovuoto il contenitore dell’informazionepuò potenzialmente andare bene.Meglio però è trovare per primi la notiziache piace, che suscita fascino e attratti-vità. E così accanto alla velocità si insi-nua l’altro aspetto dell’era della globaliz-zazione: l’eccesso, l’eccesso delle cose,delle notizie, l’eccesso di tutto, senza al-

cun pudore.Un mondo che si allarga e può permette-re di dare più notizie è una grande occa-sione da non perdere. Il problema è chel’eccesso provoca un riempimento tra-boccante della nostra capacità di rice-zione delle cose. Si diventa sopraffattidalle cose, incapaci di governare bene lenotizie e così si rischia fortemente direcepire tutto come giusto, vero e ne-cessario.Diventa sempre più difficile fare discer-nimento. E l’eccesso porta a non farememoria, a dimenticare presto tutto quel-lo che si coglie in modo istantaneo eimmediato perché le notizie sono veloci,brevi e accattivanti ma poco approfon-dite. Si condensano in 140 caratteri o alpiù in pochi minuti di messaggi video everbali che non penetrano nella mente enel cuore.Restano in superficie e si perdono pre-sto fino a divenire scarti per far posto adaltro. La dimenticanza e l’oblio sono laconseguenza dello scarto, di quel biso-gno di gettare via quello che si è coltovelocemente, di passaggio.Ogni giorno riparte un treno e qualcosabisogna lasciare a terra, pochi bagagli epoco contenuto. Qualcosa bisogna perforza scartare e gettare. Ecco che la ve-locità produce “rifiuti” e i rischi di inqui-namento aumentano. Possiamo permet-terci notizie che non fanno memoria, che

di Luca Lischi

Una delle svariate testate televisive che grasmettono notizie 24 ore su 24.

segue a pag. 7

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 7Attualità 7

L’anno scolastico 2014-2015 iniziail 15 settembre e per la prima voltanella storia della scuola livornesein un istituto secondario cittadinoè stata istituita una sola prima clas-se.Trattasi dell’Istituto Tecnico per Ge-ometri Buontalenti.E’ un dato negativo che deve pre-occupare non solo l’Istituto interes-sato ma anche le istituzioni cittadi-ne come la Camera di Commercio ela Confindustria in primo luogo.Nel giro di cinque anni verranno amancare quei giovani che un Istitu-to come il Buontalenti ha, nel suolungo passato, formato e messo adisposizione del mondo del lavorocittadino.Il motivo di questo abbandono,diquesta mancata scelta lo devonocercare oltre all’Istituto scoasticoanche le Istituzioni che pur nel pas-sato hanno collaborato con la for-mazione professionale.E’ vero che la situazione cittadinanon è brillante,che l’edilizia è in cri-si come sono in crisi anche altri set-tori produttivi ma non si spiega ilboom di alcuni indirizzi che invecesi registrano in altri Istituti e la crisidel Buontalenti.La nostra è una segnalazione cheriteniamo necessaria.Ci auguriamo che venga presa inconsiderazione da chi ha la respon-sabilità per la formazione e il futurodei nostri giovani.Una domanda: con la soppressionedella PROVINCIA chi si occuperàdella SCUOLA?Leggo su IL CORRIERE DELLASERA del 14 agosto ISTRUZIONE:le novità che troveremo sui ban-chi. Informatica dalla primaria ealla maturità si parlerà in inglese.Nel prossimo numero ce ne occu-peremo.

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si soffermano sulla superficie e sull’im-mediatezza, senza andare a fondo, basan-dosi su frettolose constatazioni? E’ pos-sibile che la velocità sia meno priva dirischi? Il rischio più preoccupante è quellodell’accumulo senza ritegno di notizie,che inondano in modo invasivo con unamiriade di informazioni e che costringo-no la nostra corteccia cerebrale a pensa-re poco o a non pensare affatto. Coglie-re frettolosamente i fatti e assorbire inmodo acritico le opinioni e dire, solodire, e ri-dire e non trovare mai queltempo necessario per approfon-dire. Cosìi nostri cervelli saranno sempre più po-veri di stimoli costruttivi e quindi più ma-nipolabili, più penetrabili “da altro e daaltri”, più ricchi di prodotti di scarto chenon fanno storia, che dimenticano pre-stissimo e che non instaurano legamisolidi con la realtà e neppure con se stessi.Internet ha potenzialmente dato voce atutti (anche se il 40% delle famiglie nel2013, secondo l’Istat, non ha ancora unaccesso al web). E ha dato il via alla modadel blog: chiunque ha potuto scrivere ipropri pensieri e le proprie opinioni ren-dendoli visibili (potenzialmente) a tuttoil mondo di internet.E’ nata l’editoria fai da te e la “libera”circolazione delle idee. Nel 2011 si conta-no 156 milioni di blog nel mondo e il 3%in Italia, che equivalgono a 4.680.000 te-state! Numeri che fanno riflettere. Se èpur vero che tale cifra è da “rivedere”tenendo conto dei tanti blog sperimen-tali che hanno avuto durata limitata neltempo, e che i blog operativi sono circamezzo milione, siamo ancora su cifre chefanno sobbalzare.Come allora far fronte a questa eccessi-va offerta e imparare a selezionare le in-formazioni per accrescere il nostro pen-siero, per governare in modo costruttivola nostra mente e sviluppare una crescitadel nostro cervello? Almeno quattro sono

le parole su cui concentrare la nostra at-tenzione:1. Limite (superare l’onnipotenza di in-ternet, meno internet e più incontri, piùrelazioni vere, più contatti e confrontidiretti, più dialogo, quindi meno relazio-ni virtuali). Il sociologo Bauman affermache “siamo inondati di informazioni, maconsumare tutto è impossibile”. Di fron-te al bombardamento di informazioni oc-corre munirsi di un “solido paracadute”.2. Lentezza (la velocità che caratterizza ilnostro vivere ha bisogno sempre di piùdi momenti in cui “facciamo sosta”, cifermiamo, per riflettere, per approfondi-re, per pensare).3. Lealtà (informazione corretta, giusta,onesta, che non ricerca la platealità, che harispetto per le persone, che ha pudore neldare notizie e pertanto, prima di gettarle nellarete, si fa assalire dal dubbio costruttivodella “vera e attendibile” notizia, distin-guendo bene i fatti dalle opinioni).4. Libertà (aspirare a quello che rende lepersone libere, anche di non farsi domi-nare da una informazione eccessiva e in-vadente, liberi per poter esercitare i no-stri “no”, liberi nel saper spegnere l’in-terruttore e essere capaci di rimanere insilenzio con noi stessi, liberi di confron-tare più informazioni su più mezzi, liberidi prendere la vita nelle nostre mani egovernarla e alimentarla saggiamente,ponendosi interrogativi e sani dubbi cheaiutano a far crescere la nostra cortecciacerebrale.E’ grazie alla libertà che possiamo instau-rare legami solidi con testate e giornalistiche danno fiducia, che favoriscono il dia-logo, il confronto rispettoso e accoglien-te, la relazione vera, che costruisce, cheinfonde senso, che dona vita.Il limite, la lentezza, la lealtà e la libertà.Sono queste quattro “elle” che possonoaiutarci a regolare la velocità dell’infor-mazione e a ridurre i rischi.Quattro parole per saper guardare un po’più lontano del presente.

Una solaprima classe

al ‘Buontalenti’

INIZIA L’ANNO SCOLASTICO 2014-15

di Mario Lorenzini

da pag. 6

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e-mail: [email protected] Attualità

1) una comunità costituita da 100 indivi-dui che vivono serenamente producen-do 100 Kg. di pane al giorno, (il PILgiornaliero della comunità), Kg.1, al gior-no, a persona (il livello di produttivitàdel sistema);

2) improvvisamente, appaiono nel villag-gio 100 “nuovi” individui che dichiara-no di voler vivere anch’essi nel villag-gio;

3) i “vecchi” del villaggio discutono traloro, poi decidono di accettare la ri-chiesta dei “nuovi” con le seguenti pre-cisazioni:

a) il villaggio non può produrre più di quan-to già non produca e non abbisogna di

altri lavoratori per la produzione abituale(no risparmio, no investimenti);

b) poiché il livello di sopravvivenza indivi-duale è di gr. 300 giornalieri (diritto dicittadinanza), essi offriranno questaquantità a ciascun nuovo concittadino,trattenendo la restante parte di gr. 700ciascuno, come compenso dovuto per lafatica del lavoro produttivo, ma non siimpegnano ad insegnare il mestiere;

c) per sdebitarsi di quanto loro assegnato,i “nuovi” dovranno offrire alla comunitàdei produttori, alcuni sevizi utili;

d) i “nuovi” accettano la proposta e si de-dicano ad intrattenere i “vecchi”, secon-do le loro capacità e competenze: chi bal-la,

Ryanair, la compagnia aerea leader in Ita-lia, ha inaugurato a partire dal 1° settem-bre il nuovo collegamento da Pisa a Cro-tone, antica città fondata dai coloni grecie affacciata su un litorale meraviglioso,ora facilmente raggiungibile, alle tariffe piùbasse d’Europa, grazie a Ryanair.Il nuovo collegamento da Pisa avrà tre fre-quenze settimanali (lunedì, mercoledì evenerdì) fino al 24 ottobre, che passeran-no a quattro a partire dal giorno 26 dellostesso mese, con l’aggiunta del volo do-menicale. Grazie a questo nuovo impor-tante collegamento, Ryanair prevede ditrasportare oltre 50.000 passeggeri nel pri-mo anno di operatività.Ryanair ha festeggiato l’avvio dei colle-gamenti Pisa-Crotone mettendo a dispo-sizione posti in vendita su tutto il suonetwork europeo a prezzi a partire da soliE.19,99 per viaggiare tra settembre e di-cembre. Questi posti a tariffe basse sonodisponibili per la prenotazione entro lamezzanotte di venerdì (5 settembre).

Una favoletta di fine estate(fino ad un certo punto)

di Marcello Battini

Ora anche Pisa-CrotoneDAL 1° SETTEMBRE RYANAIR COLLEGA IL TIRRENO ALLO IONIO

La meravigliosa costa ionica della Magna Grecia è raggiungibiledal Galilei con tre frequenze settimananli a partire da soli E.19,99

Il taglio della torta per il nuovo volo Pisa-Crotone da parte di Gina Giani, Amm. Delega-to e Direttore Generale di SAT SpA e GiuseppeBelladone, Sales and Marketing Executive diRyanair per l’Italia.

chi recita, chi canta, chi suona, chi si offreper lavori di pulizia e di cucina, qualcunoarriva ad offrire servizi di tipo sanitario.Nessuno, non a caso, si propone per farel’insegnante;

e) con questo accordo, la produttività disistema, scende a gr. 500 giornalieri,pro capite;

4) i “nuovi” ed i “vecchi” sembrano averraggiunto un buon livello di cooperazio-ne, ma le apparenze, talvolta, ingannano.I “vecchi” devono fare più attenzione aglisprechi alimentari, ma possono sostene-re la fatica del lavoro. I “nuovi”, invece,con quelle razioni da sopravvivenza, nonsono soddisfatti e, avendo tempo a di-sposizione, si organizzano politicamen-te per conquistare una maggiore razio-ne alimentare;

5) l’azione ha successo. Dapprima, i “nuo-vi” riescono ad ottenere razioni da gr.400 giornalieri, poi arrivano a gr. 450 e,sulle ali del successo, conquistano quo-ta gr. 500;

6) i “vecchi” sembrano incapaci di reagire,ma intanto, vuoi per la perdita di fiduciain se, vuoi perché la minore quantità dicibo riduce le loro forze fisiche (menoforza lavoro), la produzione complessi-va del sistema (PIL)scende a Kg. 80 gior-nalieri (gr. 400 pro capite), per cui se ilgruppo dei “nuovi” non vorrà far morirei “vecchi”, sostituendoli, poi, nel proces-so produttivo, cosa alla quale non sem-brano tenere molto, dovranno, da subi-to, rinunciare a larga parte delle loroconquiste (non più di gr.350 giornalieri)ed impegnarsi ad aiutare i lavoratori pro-duttivi nelle loro incombenze tecnologi-camente più semplici, per poter ritorna-re, il più rapidamente possibile, ad un li-vello di produttività non inferiore a gr.500 giornalieri a persona.

La parte economica di questa favola fini-sce qui.Il completamento della storia è squisita-mente politico ed ogni lettore ha il dirittodi scriverlo come meglio crede. Questo,fino alla fine della storia dell’umanità.

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 9Spigolature

Spigol

atureLa scivolata

di Guido GuastallaSono bastati solo pochi giorni a compri-mere “i peana” che Guido Guastalla -giàcandidato a sindaco di Livorno e consi-gliere comunale di Forza Itaslia, a farglicambiare idea sul sindaco di Livorno -Fi-lippo Nogarin.In una dichiarazione, apparsa sullastampa,dello scorso mese, Guido Guastal-la lanciava un messaggio di “irrefrenabileentusiasmno” nei confronti del nuovoPrimo cittadino, eletto, in circostanze for-tunose ed irripetibili.”Un saluto caloroso, un augurio di buonlavoro, la confessione di averlo votato efatto votare e la disponibilità “completa”ad aiutarlo nell’immane compito di ammi-nistrare questa città in caduta libera.Ma qualche giorno dopo, nel corso dellsanguinoso scontro tra Gaza ed Israele eproprio durante lo svolgimento di EffettoVenezia, i Centri Sociali e la Sinistra Estre-ma, grandi elettori di Nogarin,insieme aldott. Guastalla, hanno affisso uno stri-scione lungo via Borra nel quale compari-va la scritta “Israele criminale”.Alle proteste della Comunità Ebraica, del-la stesssa Ambasciata di Israele e di largaparte dell’opinione pubblica livornese,Nogarin -il sindaco grillino”, in un primomomento,offerto “un niet” alla richiesta di toglierequella odiosa scritta, affermando, novel-lo Ponzio Pilato,” che lui non c’entravaniente con l’episodio”.Poi montando le proteste è stata tolta.Resta il fatto che il comportamento del Sin-daco di Livorno è stato chiaramente “equi-voco”.All’amico Guastalla il consiglio del Man-zoni “Adelante, Pedro, sed con juidicio.

... ma anche Cannitoe Raspanti gli fannobuona compagniaTra gli imprevidenti che pensavano cheNogarin rappresentasse “il sole dell’av-venire” dobbiamo aggiungervi anche an-che Marco Cannito di Città Diversa, An-drea Raspanti di Buongiorno Livorno, en-trambi convinti sostenitori dell’uomo nuo-vo che avrebbe rovesciato Livorno “comeun calzino”.Di tutte le eclatanti dichiarazioni, fino ad

oggi, rilasciate alla stampa, quella che mi hamaggiormente sconvolto e che acuisce lamia preoccupazione riguarda l’ipotetica re-alizzazione del “lotto zero”: il traforo del Ro-mito che “il nostro” ha posto tra le sue prio-rità. Ignaro, “il poveretto” della storia degli ulti-mi cinquantanni che hanno arricchito le vi-cende ed i fallimenti di quest'opera così ne-cessaria ma,allo stato dei fatti, irrealizzabile.Forse la sua “esperienza di uomo dello spa-zio” (con quarantanove sic!) deve averglidato alla testa.

Massimo Ciacchini:ora il nemicoè addirittura“Papa Francesco”Pubblichiamo integralmente la lettera del-l’ex consigliere comunale di Forza Italia, cla-morosamente trombato nelle ultime elezio-ni comunali a Livorno, apparsa su Il Tirre-no di domenica 17 agosto.Non vogliamo aggiungere nessun commen-to, solo osservare come questo “impavidogladiatore” abbia avuto “la spuderatezza” diaccusare perfino Papa Francesco di una qua-si connivenza con gli estremisti islamici.

- A fronte dell’ennesimo genocidio perpre-tato nei confronti dei cristiani e non, orain Irak, Nigeria, Pakistan, chiese fatte sal-tare in aria in Egitto, discriminazioniovunque comandano loro, donne rapite erese schiave per essere islamizzate, maanche nella ospitale Italia incitano allaguerra santa contro Israele e l’occidente,altri mussulmani che partono dalle basieuropee e compiono atti terroristici inAmerica, in Palestina si fanno giocare ibambini in zone di guerra per rivendicareil loro sangue contro i cattivi ebrei e ame-

ricani; ma il nostro presidente del consi-glio, papa-boy e scout non pentito, cosaaspetta a prendere posizione anche invirtù del tanto agognato scranno di pre-sidente di turno della comunità europea?Perfino il presidente Obama,nonostanteil premio Nobel, non ha esitato a bom-bardare i responsabili iracheni e a so-stenere il sacrosanto diritto di Israele aesistere.E infine mi piacerebbe che anche papaFrancesco, in visita in Corea, mettessein pratica quanto a suo tempo voleva fareil suo predecessore San Woytila. Alloraera il comunismo sovietico che opprime-va il popolo polacco e Giovanni Paolo IIvoleva andare nella sua terra per soste-nere la lotta di liberazione di Solidar-nosc. Oggi Francesco sarebbe bello simettesse anche fisicamente al fianco diquel popolo sofferente e povero cristia-no che scappa dalle sue case sotto i col-pi vigliacchi degli oppressori islamici.Sarebbe un modo per far capire che l’aiu-to agli immigrati ed ai sofferenti non èsolo per chi, mussulmani in testa, sbarcasulle nostre coste.

firmato:Massimo Ciacchini

50 annidalla mortedi Togliatti Nei giorni scorsi si sono svolte le cerimo-nie per ricordare i cinquantanni dalla mor-te di Palmiro Togliatti alle quali, per la vec-chia guardia, erano presenti solo Macalu-so e Sposetti. Ed è toccato proprio al vecchio, ma anco-ra arzillo esponente del PCI, Emanuele Ma-caluso, smentire la proposta “sciagurata”di Beppe Fioroni che, scrive AlessandroTrocino, sul Corriere della Sera di vener-dì 22 agosto a pag.13: Beppe Fioroni, cheha un'altra storia alle spalle (è stato demo-cristiano, poi popolare, poi margheritinoed ora pieddino) ha chiesto di dedicare laFesta dell’Unità ad Alcide De Gasperi.“La stupidità - replica Macaluso - non halimiti. De Gasperi si starà rotolando nellatomba. Bisogna saper rispettare i morti, lastoria, l’Unità e De Gasperi stesso”.Sapete cosa pensa lo spigolatore, così, d'in-tuito?Quasi quasi accoppio Beppe Fioroni aMassimo Ciacchini!!

Page 10: Il Centro Settembre 2014

e-mail: [email protected] Livorno

Trascorsi tre mesi dal quel fatidi-co 8 giugno che incoronò FilippoNogarin sindaco di Livorno, an-che se sarebbe prematuro trac-ciare un bilancio, è sicuramenteopportuno fare il punto specie inpresenza di pubbliche dichiara-zioni di disagio e perplessità ma-nifestate da personalità o asso-ciazioni cittadine, alcune dellaquali pubblicate in questo nume-ro del giornale.Da pochi giorni è stata finalmen-te completata la Giunta comuna-le. Se fino a ieri ci lamentavamodelle lungaggini che accompa-gnavano questo momento, cau-sate dalla difficoltà di determina-re con esattezza gli assessori chespettavano ai partiti della coali-zione (e più ancora alle varie cor-renti del Partito democratico), ilmovimento 5 stelle, che ha lamaggioranza assoluta, ha avutobisogno di tre mesi per selezio-nare i suoi uomini (e donne), si-curamente dotati delle competen-ze necessarie, ma nella maggiorparte del tutto estranei alla real-tà territoriale che dovranno go-vernare, così che corre il sospettoche l’unico vero requisito per su-perare la commissione di valuta-zione fosse l’immacolata fede nelverbo penta stellato.Questi 8 “cittadini” che imparere-mo a conoscere, poiché in cittàl’unico noto è Serafino Fasulo,sono, per quanto ne sappiamo,del tutto slegati tra di loro, nonhanno l’abitudine alla ricerca del-la collegialità che si apprendevauna volta nella vita politica, ma-turata nella condivisione e piùancora nella formazione e nellosviluppo di un progetto politico.Attitudine che da sola non assi-

Ora c’è da lavorare sul serio…Dopo 90 giorni dall’insediamento del nuovo sindaco e con le vacanze, almeno quelle canoniche, terminate

cura il buon governo, come dimo-strato dalla giunta precedente.Anche il programma di mandatopresentato dal sindaco, ed evi-dentemente elaborato senza tuttii suoi assessori assomiglia più auno spot elettorale che a un per-corso utile e percorribile.Discorso del tutto simile si può ap-plicare al gruppo consiglieri di

maggioranza. Venti cittadini sen-za alcun legame tra loro che soloparola del capo (certamente nonNogarin ma Grillo) che non pos-sono avere un parere personale,che non possono esprimere ungiudizio collettivo diverso da quel-lo previsto dal movimento, difficil-mente almeno per ora potrannorappresentare le istanze dei livor-nesi.Infatti, non consigliano il sindacoma semmai lo giudicano sulla suaosservanza precisa delle regoleinterne del movimento. FilippoNogarin in questi mesi, non soloper colpa sua, è sottoposto a unasovraesposizione mediatica, do-vuta all’eccezionalità del fattonon che abbia vinto a Livorno ma,come abbiamo scritto più volte, IlPD sia riuscito a perdere a Livor-no. Però anche ne gode, sia perun evidente narcisismo sia per-ché maschera, a colpi d’intervi-ste, una quasi toltale mancanzad’iniziative significative.E’ vero c’è l’estate e il Sindaco,da buon Livornese, corre a in-dossare l’infradito, simbolo di li-vornesità e della mentalità che difronte al mare e al sole il restopuò aspettare (solo che il solesembra se lo sia portato via Co-simi). Ora che le vacanze, alme-no quelle canoniche, sono finitec’è da lavorare sul serio… Spe-riamo bene.

di Franco Spugnesi

Serafino Fasulo, Assessore alla Cultura.

Page 11: Il Centro Settembre 2014

periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 11Livorno

Il segretario della Cisl in un intervento a La Nazione «attacca» il programma del sindaco

Volendo aprire un dibattito “sul modo diessere livornesi” lanciato [email protected] pubblichiamo questanota di costume che ci sembra moltoesemplificativa sull’urgenza per questacittà “in piena deflazione” secondo gli ul-timi dati Istat, di cambiare decisamentestrada.Una meta che “le fantasticherie” delSindaco Nogarin e dei “bravi ragazzi” checompongono la giunta , difficilmente saran-no in grado di realizzare. Una prospettiva,dopo il fallimento dell’ultimo decennio, ac-cresce, in maniera incommensurabile, lagenerale preoccupazione dei livornesi.Ma le perplessità che sta suscitando ilneosindaco alle prese, riteniamo, con uncompito superiore alle sue forze, hannocominciato a provocare, quasi quotidia-namente, puntuali prese di posizione, l'ul-tima quella di Giovanni Pardini - segreta-rio generale della CISL - apparsa sul quo-tidiano La Nazione di lunedì 11 agosto eche riportiamo integralmente.

Non poteva rimanere in silenzio il se-gretario provinciale della Cisl Giovan-ni Pardini dopo aver letto linee di go-verno presentate dal sindaco FilippoNogarin all’ultimo consiglio comuna-le. «L’essenza del progresso nel cambia-mento» ha spiazzato il segretario di viaGoldoni. «Sono rimasto molto perples-so - dice Pardini senza girarci tanto in-torno - non tanto perché non c’è stato

confronto con le confederazioni, nonera un atto dovuto anche se gradito.Parte di quello che ho letto ècondivi-sibile, e mi riferisco alla neces-sità di valorizzare la città trascurata: ilturismo, la storia, la cultura...». Insom-ma vada per l’impegno alla riscopertadella bellezza di Livorno, ma «quello cheinvece mi sembra preoccupante è che sielude e si trascura, in questa città idea-le, il settore industriale e quello legatoalla portuale se non, un breve e del tut-to insufficiente trafiletto». Insomma«non una parola sulla componentisti-ca, sull’azienda Azimut, sui bacini di

Giovanni Pardini, Segretario Cisl Livorno

Giovanni Pardini «boccia» Nogarincarenaggio, sullo stabilimento Eni, pernon parlare di Finmeccanica e del col-legamento di area con Collesalvettidove insiste l’interporto”

PARDINI SUGGERISCE al sindacoNogarin «un po’ più di umiltà»: «Ascol-ti anche le forze che lavorano a Livor-no perché la vera sfida che il sindaconon coglie è come attrarre investimen-ti, altrimenti non c’è lavoro». La Cislha la mano pesante: «Io non credo chesi possa trovare lavoro nelle cose cheNogarin scrive sul piano: qui servonomilioni di investimenti. Ha fatto la mi-tizzazione partecipativa, ma si è dimen-ticato di dire di che cosa camperanno icittadini livomesi nei prossimi anni.Qui la cultura industriale, per fortuna,esiste eccome, non è un orpello! Ma No-garin, nel suo programma, l’ha propriodimenticata». Il tasto dolente è semprelo stesso: lavoro. «Il comune deve sti-molare politiche per attrarre risorse, apartire dai bandi della Regione permilioni di euro che serviranno a pro-muovere innovazione delle piccole emedie imprese» e passa all’affondo:«Nel programma del sindaco ho lettodi politiche del riciclo rifiuto, vannobene ma che portino tutta questa occu-pazione... Insomma, una bottiglia po-trà diventare un paralume, ma qui c’èfame di posti di lavoro». E ancora: “In-staurare un sito comune per il barat-to”, “centri commerciali naturali”, “ilpiano del colore dei fabbricati”, “ortiurbani e il piano dei chioschi”,«Chiedoal sindaco quanta occupazione creeràil piano del colore dei fa-bricati o gliorti urbani. Tutto questo è un po’ nel-l’ideologia di Grillo, la visione buco-lica urbana dell’orto in casa».

INFINE PARDINI lancia la sfida: «Miricrederò se Nogarin riuscirà a ricon-vertire nelle piste ciclabili, tutti i postidi lavoro dell’industria». E chiude:«Mi sembra che il nuovo sindaco siavenuto dallo spazio... Vediamo cosasaprà fare senza dimenticarci dellenuove disoccupazioni e anche dellevecchie, Ex Delphy, Giolfo e Calca-gno....». Nessuno ne parla più, ma sonosempre lì.Il Sindaco Nogarin con la sua giunta quasi al completo.

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e-mail: [email protected] Livorno

di Antonio Melani

La sconfitta del centro sinistra alle ele-zioni amministrative dell’8 giugno, e lavittoria del candidato del movimentopentastellato a Livorno, si prestano aduna duplicità di lettura. La prima, pia-na e semplice, fatta dei numeri, chedice chi ha perso e chi ha vinto. Laseconda un po’ più sofisticata e anali-tica, che assegna la sconfitta senzanessuna misericordia all’intero gruppodi direzione del Pd di Livorno, nessunoescluso, alleati compresi. Ma assegnaanche la sconfitta ai vincitori, i numeriche ha raccolto il movimento pentastel-lato, sono infatti inferiori a precedentioccasioni, quindi in verità, non il movi-mento è stato votato con intenzione,bensì il candidato nella fase di ballot-taggio, e sempre con la volontà di ne-gare il voto al pd, piuttosto che di as-segnare il voto al M5S. Insomma unvoto che ha saldato la sopravvenutainsopportabilità del pd con una sortadi rivolta dei privilegiati a cui non sipoteva più garantire ciò che era statoofferto finora.Sconfitta seria e grave anche del cen-tro destra, che in una sorta di folliacollettiva e di smanie di protagonismoindividuali, si è frazionato oltre ognimisura e si è condannato all’irrilevan-za.Chi ha vinto senza nessun dubbio, è ilgiovane movimento di Buongiorno Li-vorno, rappresentato con intelligenzae misura dal giovane Andrea Raspanti,e così, per le particolarità e le prove-nienze di quel movimento, lette assie-me ai risultati delle Europee, si puòconcludere che la città ha bocciato unpartito ed il suo esteso gruppo dirigen-te, senza modificare i punti di riferimen-to ideali di sinistra che l’elettorato li-vornese tradizionalmente esprime.Da queste considerazioni i punti di par-tenza dell’attività consiliare, sia di go-verno che di opposizione.Certo avrà bisogno di parecchio tempo

il pd per riequilibrarsi, in questo mo-mento l’unico gruppo di persone chehanno una propria legittimità sono ov-viamente gli eletti, troppo poco, e so-vrastati dalla sconfitta amministrativaper assegnare a loro la ricostruzione.Troppo vicine le elezioni regionali per-ché si possa sperare di avere un dibat-tito vero, quell’appuntamento è un in-quinante della purezza formidabile, percui, anche se continuo a sperare in unarapida rigenerazione, credo che ci saràda aspettare anni e, soprattutto da au-spicarsi un vasto e complessivo cam-bio della guardia.E questo percorso di rigenerazione edi cambio della guardia sarebbe auspi-cabile anche nel centro destra. Que-ste realtà sono state paradossalmen-te speculari: come il centro destra si èdiviso in piccoli gruppi, così il pd eradiventato una federazione di potentatiavulsi dalla realtà cittadina e con unasicurezza di vincere che è stata fatale.Naturalmente questi problemi sono sco-

Duplice lettura per la sconfittadella sinistra e il successo del M5S

ANCORA QUALCHE RIFLESSIONE SULLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DELL’8 GIUGNO

nosciuti a BL che sembra essere mol-to puntuale nelle affermazioni e pocopolemico, anche perché sembranoesserci parecchi punti di contatto conquanto viene indicato nelle intenzionidi governo del Sindaco.E qui si viene alla realtà di governo.Non credo sia giusto già da ora dareun giudizio. Troppo presto e non sonoancora un giudice troppo imparziale,la partecipazione alla campagna elet-torale è ancora troppo recente, perchépossa dire di avere metabolizzato i ri-sultati.Però curiosità mista a preoccupazio-ne lasciano quelle venature un po’ ide-ologiche contenute nelle dichiarazionie nel programma di governo. Penso alladismissione di investimenti che avreb-bero invece una qualche utilità, pensoalle dichiarazioni sull’estendersi delcontrollo di proprietà pubblica, pensoall’impegno indicato esplicitamente sunuove procedure e su nuovi regolamen-ti di partecipazione ma l’assenza di li-nee industriali, e insediative di impre-se, come se il solo turismo ed il solocommercio potessero raggiungerel’obiettivo del rilancio economico dellacittà. E infine preoccupa questa nondichiarata disponibilità a fare un qua-dro d’insieme con le altre realtà localie con i livelli istituzionali.Questione questa, assieme a quelleportuali, logistiche, insediative e di vi-sione dell’area, sulle quali il candidatodel centro sinistra, Marco Ruggeri, ave-va speso molto della sue proposteTuttavia è presto e vedremo più avanti,adesso il Sindaco deve vincere una bat-taglia che viene prima ed è quella del-la sua autonomia e della sua respon-sabilità. I livornesi hanno eletto lui edato meno voti al M5S, la legge con-cede al Sindaco questa capacità diessere l’interlocutore attraverso atti escelte della città che lo elegge, dun-que, come lo invita giustamente donPaolo Razzauti, governi e sia autono-mo, e se ci fosse qualche livornese dipiù e qualche architetto di meno….

Filippo Nogarin, Sindaco di Livorno.

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 13 Livorno

Solo Ruggeri ci mette la facciaDopo la pesante sconfitta del PD locale

di Enrico Dello Sbarba

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La stampa nazionale continua adoccuparsi,senza soluzione di continuità,del caso Livorrno all’indomani dello scon-volgente risultato elettorale delle ultimeamministrative che ha visto, inopinatamen-te, salire sul proscenio del Comune di Li-vorno, sede storica della nascita de P.C.I ,Filippo Nogarin - ingegnere spaziale - aSindaco di una delle città più comunisted’Italia.Lo shock è stato di una tale drammaticitàche ancora la classe dirigente, o quella cheera del PD, non sì è ripresa e latita sperdu-ta in un anonimato che sta assumendoaspetti sempre più preoccupanti.All’indomani della clamorosa sorpresa, neparlarono le televisioni e gli organi di in-formazione di tutto il mondo, non si osser-vano sintomi di ripresa: lo stordimento, la

“Vivereil centro”

Se un vecchio proverbio avverte che“il buon giorno si vede dal mattino”un altro replica che “Roma non fu fat-ta in un giorno”. Quest’ultimo peròlo prestiamo ai dirigenti del M5S comeprevedibile risposta al primo. Perchése è vero che giudicare l’operato del-la nuova amministrazione è prematu-ro è altrettanto vero che per quanto“riguarda lo stato della città” non siavvertono benchè minimi segnali dicontrotendenza e qualcuno già si di-chiara pentito di aver votato Nogarinal ballottaggio.Da rivelazioni attendibili sembra chenel corso di un colloquio tra l’asses-sore Gordiani e un gruppo di cittadiniche si lamentavano del traffico sem-pre più insostenibile e privo di regolein centro, lo stesso abbia risposto chenon si possono cambiare le abitudinidei livornesi e, per quanto riguaral’annunciata “chiusura shock di v.Grande” si era trattato di una esage-razione giornalistica. ll che presup-porrebbe invece di un buon mattino,una notte fonda. Se l’ospedale nuo-vo non si farà, se la Porto 2000 nonsarà privatizzata, se il Caprilli sembraaver trovato una sua collocazione, cisarà chi ne trarrà risvolti positivi.Ma per quanto riguarda: vivibilità, ri-sanamento ambientale, lotta al rumo-re, degrado urbano, per il momentonon si riscontra un briciolo di pro-gresso. Anzi nell’ordine, strade e piaz-ze sono sempre più incontrollate e in-tasate di veicoli e di comportamentiarbitrari, la sporcizia diffusa è la stes-sa e a livello infrastrutturale la man-cata cura dei particolari, non di disco-sta dagli standard consueti.Segno che la macchina comunale nonha subito nessuna apprezzabile "rivo-luzione”. La sera dell'8 Giugno quan-do ormai si delineava la vittoria dei 5Stelle in p.za Cavour qualcuno gridò:W Livorno libera!- Già, ma da cosa?

Paolo Cascinelli - Ivo LenziMario Cuconato - Marcello Bendinelli

sorpresa sono stati così violenti che an-cora, la ex classe dirigente del PD, non rie-sce, probabilmente, ancora, a farsene unaragione.E’ rimasto, praticamente, solo, come lo fudurante la sfortunata campagna elettora-le, il candidato sconfitto - Marco Ruggeri- già segretario provinciale e attualmenteconsigliere regionale - a tentare, in consi-glio comunale, di rialzare la testa dopo ilviolento trauma: nessuno, compreso il se-natore Marco Filippi, degli ex dirigenti li-vornesi del PD, ha avuto, fino ad oggi, ilcoraggio di “metterci la faccia” e di porsidegli interrogativi di come affrontare unfuturo denso di difficoltà e di prospetti-ve.Tutti attoniti ed intontiti, ancora scon-volti da quel terrificanìte trauma che hasconvolto la storia della città labronica.Nemmeno il quotidiano locale - Il Tirreno -testata storica della città - ha assunto unaposizione precisa e puntuale di fronte alleinquietanti prospettive che l’inesperienzaassoluta del Sindaco Filippo Nogarin edella schiera dei giovanii grillini livornesi,cresciuti e politicamente formatisi nelle“movide” di Calafuria e della BaracchinaRossa di Ardenza Mare, rischia di manda-re, definitivamente, in default, la città diLivorno.Il pressapochismo, la superficialità, elemen-ti negativi, emersi nelle prime sporadiche evelleitarie uscite e dichiarazioni, del neo-sindaco, l’incredibile “scenaggiata” sullenomine, degli assessori e dell'alta burocra-zia municipale, testimoniano una scarsadimestichezza con la gestione della cosapubblica che non può lasciare sconcertatie preoccupati tutti i livornesi: sulle spiag-ge di questa triste estate, anche coloro che,in buona fede, avevano optatoper “il nuovo” stanno cominciando a rim-piangere, addirittura, “l’usato datato”.Non vogliamo aggiungera altro a questo“cahiers de doleances”, solo sperare inuna sana riflessione sulla realtà livornesepregando, però, il Sindaco Nogarin,di evitare infelici battute come quella an-nunciata sulla realizzazione del “lottoZero”-, il famoso buco del Romito-.Siamo seri e realistici - signor Sindaco -anche se siamo costretti a fare nostra labattuta del grande Montanelli: “i sognimuoiano all’alba”.Marco Ruggeri

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e-mail: [email protected] Livorno

Il 12 ottobre verrà eletto il successore di Giorgio Kutufà e il nuovo Consiglio Provinciale

La Provincia al votoll Presidente della Provincia GiorgioKutufà ha convocato le elezioni di se-condo grado del nuovo Presidente del-la Provincia di Livorno e dei dodici com-ponenti del Consiglio Provinciale per ilgiorno domenica 12 ottobre 2014.Le operazioni di voto inizieranno alleore 08.00 e si chiuderanno alle ore20.00 e si svolgeranno presso i dueseggi istituiti: uno presso la Sala Con-siliare di Palazzo Granducale (Piazzadel Municipio n. 4 – Livorno) e l’altropresso la sottosezione istituita pres-

so il Palazzo della Provincia all’Isolad’Elba (V.le Manzoni n. 11 – Portofer-raio).Sono elettori i Sindaci e i Consigliericomunali di tutti i Comuni della Provin-cia in carica alla data della consulta-zione elettorale.Possono essere eletti alla carica di Pre-sidente della Provincia i Sindaci deiventi Comuni del territorio della provin-cia di Livorno in carica e i ConsiglieriProvinciali uscenti.Possono essere eletti, invece, alla ca-

Giorgio Kutufà

rica di Consigliere Provinciale i Sinda-ci ed i Consiglieri dei Comuni ricompre-si nel territorio della provincia di Livornoe i Consiglieri Provinciali uscenti.La presentazione delle candidature èfissata nei giorni domenica 21 settem-bre (con orario 08.00 – 20.00) e lunedì22 settembre (con orario 08.00 –12.00).Sul sito della Provincia di Livornowww.provincia.livorno.it è stata apertauna specifica sezione dove sono inse-riti i dettagli tecnici per le elezioni disecondo grado del nuovo Presidentedella Provincia di Livorno e dei dodicicomponenti del Consiglio Provinciale.

FRATELLI NERIS.P.A.

LIVORNO - ITALY

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 15Livorno

Al Prof. Luciano Vizzonila “Livornina d’oro”

GIUSTO RICONOSCIMENTO AL “GRANDE PEDIATRA”

Giovedì 16 agosto, nel corso di una ce-rimonia svoltasi nella sala del Consi-glio Comunale, il prof. Luciano Vizzo-ni, “il grande pediatra” per antonoma-sia, una figura di grande rilievo nella

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Prof. Luciano Vizzoni

Ci uniamo alla generale commozione ditutta la città per la improvvisa scompar-sa di Franco Ferrucci, fondatore delle li-brerie Gaia Scienza in via di Franco edErasmo in viale Avvalorati, quest’ultimaanche come casa editrice, uno dei princi-pali protagonisti della cultura livornesee con il quale, da anni, avevavamo intra-preso un comune percorso culturale.L’ultimo evento che avevamo organizza-to insieme, avvenuto martedì 22 luglioscorso, è stato la presentazione alla Libre-ria di Cala de’ Medici a Caletta, del librodi Massimo Nava “L’infinito amore”.Il Circolo “Il Centro” porge ai familiari lepiù vive condoglianze per la grave perdi-ta.

realtà livornese, è stato insignito del-la più significativa onoreficenza della cit-tà “La Livornina d’oro”.Disponibile in ogni ora ed in ogni mo-mento, ha messo a disposizione la suaeccezionale professionalità, il suo im-pegno e la sua grande passione perintere generazioni di livornesi e nonsolo.Esponente di rilievo del PSI, più volteconsigliere comunale ha svolto, anche

questa funzione pubblica, con grandeserietà e competenza.Luciano Vizzoni è un livornese che siè distinto, in ogni circostanza, per lasua proverbiale disponiblità in favore diiniziative benifiche di grande valenza so-ciale : quella della “Livornina d’oro”havoluto essere un meritato riconosci-mento per le sue poliedriche attivitàche hanno contribuito ad elevare il pre-stigio della città.

La scomparsadi Franco Ferrucci

LA CULTURA LIVORNESE PERDE UNO DEI SUOI PRINCIPALI PROTAGONISTI

Franco Ferrucci

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e-mail: [email protected] Rosignano

Da un po’ di tempo, di fronte ad unostato generale di crisi che attanaglia, pur-troppo, anche il comparto turistico delnostro comune, Rosignano M.mo, inquesta estate così contrastata, merita in-dubbiamente la palma del migliore: è sta-ta la località “più mossa e la più vivace”.Questa sensazione trova conferma an-che da un buon incremento degli eserci-zi commerciali diversamente alla preoc-cupante tendenza alla chiusura che siregistra nelle località “marine”.Si sta, insomma, riproponendo la tradi-zione del “borgo antico” dove la vivibilitàè sicuramente migliore rispetto “agli smo-dati arrembaggi” che sono, ormai, unacostante negativa delle frazioni marine.A questa gradita inversione di tendenzapoco hanno contribuito le Amministra-zioni Comunali che si sono succedutenell’ultimo ventennio.Ci riferiamo ad alcune storiche carenzestrutturali, quali la viabilità, lo stato ca-rente delle strade e dei marciapiedi, l’ir-risolto problema del traffico in via Anto-nio Gramsci in particolare la caparbietàdi non voler prendere in esame una so-stanziale modifica del passaggio, pienodi costanti pericoli per la incolumità pub-blica, degli autobus pubblici tra quellavia e piazza Carducci. Vogliamo proprioaugurarci che, alla luce di questa inver-sione di tendenza che sta caratterizzan-do il capoluogo, la nuova giunta comu-nale dimostri una maggiore disponibili-tà, pur all’interno delle scarse disponibi-

lità finanziarie.Per esempio l’assenza sistematica dei vi-gili urbani non può trovare giustifica-zione alcuna una carenza che permetteincredibili abusi da parte degli automo-bilisti ed impedisce un serio controllodei comportamenti degli automobilistiindisciplinati.Ma dopo l’elenco delle negatività, dob-biamo registrare l’impegno, la determi-nazione, l’entusiasmo ed anche alcunescelte, “indovinate” che la Pro Loco,presieduta da Silvia Giorgerini - un au-tentico vulcano - coadiuvata, alla perfe-zione, dall’insostituibile “uomo ombra”alias Gabriele D’Avino l’autentico cata-lizzatore dei programmi dell’Ente, stamirabilmente portando avanti.Nella limitatezza delle disponibilità finan-ziarie, la Pro Loco ha certamente crea-to le condizioni per il rilancio turisticodel Capoluogo.L’azzeccata scelta di accogliere e favo-rire il Festival dell’Arte di Strada,giunto,ormai, alla 4° Edizione, ha certamentefavorito questa “escalation” che ha con-sentito di far conoscere ai tantissimi vi-sitatori (oltre 16.000 nell’ultima edizio-ne), la bellezza di un borgo che merite-rebbe una considerazione migliore.E la presenza della Pro Loco sta trovan-do finalmente riscontro anche nelle ini-ziative dei privati che stanno gradual-mente entrando nella giusta mentalità ecioè quella di organizzare, per esempio,delle azzeccate serate musicali da parte

La palma del migliorespetta al Capoluogo

dei due bar (Carducci e Chiarugi) cheinsistono di fronte a piazza Carducci,che hanno riscosso un vasto consensospecialmente da parte dei turisti.Il Centro Feste, razionale ed accoglien-te, costituisce un altro fiore all’occhiel-lo di questa “primavera rosignanese”.

E.D.S

E’ stata la località “più mossa e la più vivace” di questa pazza estate

Fabrizio Burchianti, Sindaco di Casa-le Marittimo, nonché uno dei fondatoridel Circolo Il Centro, è convolato anozze con Elena, una bellissima luc-chese.Alla coppia i più fervidi auguri di tuttala Redazione.

Il Sindacosi è sposato

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 17Cultura

(e.d.s.) - Una bella riproduzionedel passaggio della guerra daRosignano M.Mo, che fu al cen-tro di un durissimo e sanguino-so scontro tra reparti dell'eser-cito americano e tedesco, erastata, opportunamente colloca-ta, alcuni anni fa, in piazza SanNicola, all'inizio della Via dellaLombarda. La foto riproduceval'interno della Chiesa parroc-chiale, dedicata a San Nicolapatrono del capoluogo e note-volmente danneggiata per icruenti bellici, ed un gruppo digiovani militari americani che, inun momento di stasi dai combat-timenti, stavano mangiando e ri-posando.Ebbene, alcuni mesi fa, “qualchebarbaro” ha ritenuto “cosa giu-sta” darvi una martellata infran-gendola sulla parte sinistra: evi-dentemente, non soddisfatto, ha

ritenuto completare l'opera, asse-stando alla foto altre due colpirendendola quasi irriconoscibile.Invito il Sindaco, insieme ai i con-siglieri comunali del Capoluogoed alla stessa Pro Loco, ad in-tervenire affinchè la riproduzio-ne di quella memoria storica

Sconfiggiamo i “barbari”!Auspichiamo il ripristino di quella bella e significativa riproduzione del passaggio della guerra a Rosignano M.mo

venga rapidamente ripristinata:non possiamo darla vinta a que-sti nuovi barbari che rischianodi far rimpiangere, per la loro in-civiltà ed intolleranza, quelliveri che, per la verità, concor-sero, così insegna la storia, a va-lorizzare artisticamente l'Italia.

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Page 18: Il Centro Settembre 2014

e-mail: [email protected] Cultura

Monicelli e il genio delle linguePresentato con successo il libro di Fabrizio Franceschini

di Marisa Speranza

Che dietro i film di Monicelli ci fosse mol-to lavoro di preparazione linguistica, nonera certo noto al grosso pubblico che af-follava le sale cinematografiche all’uscitadi “La grande guerra” (1959), “L’armataBrancaleone” (1966), “Amici miei” (1975).L’occasione per parlarne, presso la Limo-naia di Castiglioncello, è stata la presen-tazione del libro diFabrizio Franceschi-ni , “Monicelli e ilgenio delle lingue”(Felici Editore).Un’iniziativa, que-sta, che è rientrata nelprogetto di cinema edi musica “Le nottidel Cormorano”, or-ganizzato dal Comu-ne di Rosignano, dalCentro Studi Com-media all’italiana edal Cinema Casti-glioncello, per ricordare personaggi famo-si legati alla storia del cinema che sonopassati da Castiglioncello.E Mario Monicelli fu uno di questi. Lo haricordato Masolino d’Amico, sofferman-dosi poi sul contenuto del libro, preziosoper l’analisi linguistica di quanto nei filmviene detto. Una lingua che era frutto diun lavoro raffinatissimo. Basti pensare alfinto linguaggio medioevale usato nel-l’Armata Brancaleone, inventato con ma-estria dagli autori (Monicelli, Age, Scar-pelli) che costruivano i film attingendo allaloro preparazione culturale e dedicando-

si, una volta scelto un soggetto, a vere eproprie “campagne di lettura” (“Io , dice-va Monicelli, ho letto come pochi al mon-do. Tutti i classici antichi e moderni”). Ilvolume di Franceschini è dedicato agli stu-denti universitari. “Fortunati i suoi alun-ni”, ha osservato Giacomo Scarpelli (fi-glio dello sceneggiatore Furio Scarpelli).Il testo è infatti di piacevole lettura, anchese “scientificamente approfondito”. Quan-do quei film uscirono, non si pensava cer-to che sarebbero diventati oggetto di stu-dio. E di serie riflessioni. Come quelle diRoberta Cella (Università di Pisa) per cuilo scopo del libro è di “mostrare come lalingua abbia valore fondamentale per laricostruzione dell’identità”. “La grandeguerra” mostra, ad esempio, gli effetti po-sitivi del conflitto sul processo di unifica-zione linguistica. Attraverso l’incontro dipopolazioni di vario dialetto, là nelle trin-cee nasce il nuovo italiano. Un momentodi svolta magistralmente rappresentato daMonicelli che ebbe la straordinaria capa-cità di mettere in scena le varietà linguisti-che dell’epoca.Così come in “Amici miei” viene propostasul grande schermo la comicità toscana ,attingendo a pieni mani a quella di Boc-caccio, fatta di crudeltà delle beffe, gustoper gli scherzi, i dileggi e gli intrighi. Sen-za contare il “nonsense” di tono sostenu-to (la “supercazzola”) che trova insigniprecedenti nelle novelle decameroniane diCalandrino,Bruno e Buffalmacco.La copertina del libro, ha poi conclusoFranceschini, non ritrae Monicelli con lamacchina da presa , ma con il gruppo diamici (Age, Scarpelli e Luigi Comencini)riunito in una stanza piena di libri. Così si

procedeva alla costruzione di un film : leconversazioni tra Monicelli e i suoi“soci”, la penna e la macchina da scrive-re venivano prima della macchina da pre-sa. In quanto alla loro collocazione, i trefilm rientrano nella “commedia” perchésotto questo nome “generalmente e uni-versalmente si tratta di tutte le cose”.“Tutto è da commedia” diceva Monicelli.E Furio Scarpelli non riteneva che fosse-ro due anime separate quella comica equella drammatica : “la realtà in sé è sem-pre drammatica , semplicemente perchéesistere è un’impresa dura anche per chiritiene di praticarla allegramente”.Gli autori sapevano che, per fare ridere, lastoria doveva essere drammatica. I tre filminfatti finiscono male : uno con la fucila-zione dei protagonisti ; l’altro con il falli-mento di Brancaleone; il terzo con la mor-te di Pierozzi (interpretato da PhilippeNoiret).Il libro di Franceschini è illuminante, esoddisfa le molte curiosità dei cinefili sve-lando i gustosi retroscena e la genesi la-boriosa di film amatissimi dal pubblico. Sibasa infatti su materiali di prima mano ,inediti o poco noti. E chi legge non puòche provare ammirazione per quel “geniodelle lingue”a cui, nel maggio 2005, l’Uni-versità di Udine ha conferito una laureaad honorem “per avere fornito uno stra-ordinario contributo alla conoscenza del-la storia d’Italia”.

Mario Monicelli

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 7Cultura 19

Si è tenuta a Collesalvetti una interessante conferenza sulla vita e le opere della poetessa

DARIA MANICANTIIn una conversazione di Giancarlo Cara

In accordo con l’amministrazionecomunale di Collesalvetti,continuaa svolgersi il programma con ilCentro Culturale GiorgioCaproni.di Livorno. Nella sala del-la Biblioteca comunale si è tenu-ta, recentemente, una conferen-za a cura del presidente del Cen-tro, Giancarlo Cara che ha pre-sentato la vita e le opere della po-etessa Daria Menicanti, con let-ture di alcuni testi per l’interpre-tazione di Dora Finis e LauraConforti.Lo scopo di queste manifestazio-ni è quello di riscoprire i poeti re-legati ai margini della cultura po-etica perché vissuti accanto ai“mostri sacri” della letteratura con-temporanea come Montale, Qua-simodo, Ungaretti ecc. La poetes-sa Erminia Libardo ha già pre-sentato con successo AntoniaPozzi; la prossima manifestazione,che si terrà il 2 settembre, sarà unapasserella di poesia all’aperto e il27 settembre Anna Lucia Buccheriparlerà di Emily Dickinson.Il relatore ha iniziato a parlare delnonno di Daria che pur essendoun possidente , fu costretto a la-

di Laura Benvenuti

sciare Livorno per Trieste a causadella sua vita dispendiosa.. Co-munque, prima di partire fece atempo a costruire a sue spese lascuola di Nibbiaia ed un collegioconvitto in Via Ernesto Rossi.a Li-vorno. Il padre di Daria, Gastone,studiò al liceo Classico di Livorno.Fra gli insegnanti ebbe GiovanniPascoli, il quale pronostico un no-tevole avvenire letterario. al suoallievo. A Trieste, Gastone si spo-sò con una ragazza fiumana e sitrasferì a Piacenza, dove nel 1914nacque Daria (quest’anno cade ilprimo centenario della nascita).Daria visse gli anni della sua ma-

turità a Milano dove insegnò e di-ventò preside. di scuola media. Aitempi dell’Università incontrò ungrande insegnante, il prof. Anto-nio Banfi, il quale aveva riunito in-tono a se un cenacolo di allieviche si affermarono autonomamen-te in diverse discipline: dalla filo-sofia alla psicologia ed alla lette-ratura, compresa la poesia. Suoicompagni di studi furono AntoniaPozzi e Vittorio Sereni. Daria tro-vò nella”Scuola di Milano” l’am-biente adatto per una sua maturi-tà intellettuale .Si sposò col filo-sofo Giulio Preti, che, nonostantela separazione, avvenuta nel1954, continuò a frequentare finoalla morte di lui. La produzione diDaria è molto nutrita, Nel 1964pubblicò la prima raccolta “Cittàcome” che le valse il premio Car-ducci. Seguiranno “Nero d’ombra”,”Poesie per un passante”,”Altriamici” , “Ferragosto” f ino al-l’”Ultimo Quarto”. Effettuò anchemoltissime traduzioni dall’inglese. Il pubblico ha apprezzato non solole notizie del relatore ma pure leinterpreti, che con garbo hannoletto un notevole numero di versitratti dalle opere di Daria.

Da sin. Laura Conforti, Giancarlo Cara e Dora Finis.

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Le mete turistiche giovanilisono sempre affollate

Ibiza, Mykonos, Hvar, Lloret de Mar rimangono le “mecche” del divertimento

Se c’è qualcosa che questa estate 2014agli sgoccioli ci ha insegnato, è la cer-tezza che le mete turistiche giovanili piùin voga degli ultimi anni, quelle che, seper ragioni anagrafiche non si traman-dano di padre in figlio, lo fanno magarida zio a nipote, certamente da fratellomaggiore a minore - sono ancora lì, af-follate ed ambite oggi come e più delloscorso anno e di dieci anni fa.Mecche del divertimento, capitali delladisco, Ibiza, Mykonos, Hvar, Lloret deMar parlano gli stessi dialetti, e anzisono la stessa cosa, tanto che dalle lorosponde riusciamo a differenziarle soloper certi elementi d’architettura; l’ingle-se e il nostro italiano - l’immancabile na-poletano e il milanese maestrino - rap-presentano le lingue ufficiali, tanto del-le bionde e svolazzanti americane e olan-desi quanto degli abbronzati e sfrontatigiovani di Castel Volturno e di Abbiate-grasso.La regola è una soltanto, ed è semprequella: divertirsi, approfittando di ognidiscoteca, club o locale disponibile, in-somma di ogni fonte accessibile di mu-sica ballabile; lo slogan, taciuto eppuruniversale, è una reinterpretazione con-temporanea del più fascista tra i mottiantifascisti: “balliamo tutto e lo ballia-mo subito!”, ché non vi è tempo diaspettare, che le gambe fremono, le gon-ne svolazzano, gli inguini prudono.

Assiepati sui muretti dei lungomari, gliultimi anziani rimasti osservano il bruli-chio ed i polpacci dorati delle vacanzie-re, e tra loro commentano che se aves-sero avuto 50 anni di meno altro che!,quello sarebbe stato tutto cibo per leloro fauci, dato che - si sa - la passionenon conosce ostacoli linguistici, i ragaz-zi di oggi perdono troppo tempo, e neldopoguerra si sapeva come corteggiareuna donna.Se avessimo un figlio, sarebbe da por-tarlo su una di quelle colline che si tro-vano alle spalle delle coste montenegri-ne, ed in silenzio osservando la prateriadorata e vergine dall’alto gli diremmo“figliolo, un giorno tutto questo sarà unclub”, consapevoli che la vicinanza con

di Paolo Arzilli

la pericolosamente notturna Croazia fi-nirà prima o poi per contagiare tutto etutti.Così si osserva l’estate 2014: nell’ora del-l’aperitivo, quando il macho pescatorelancia le prime sapienti occhiate a fun-gere da esca, e di notte, quando i gruppidi giovani turiste troveranno confortoin anonimi amplessi - sia chiaro: anoni-mi non perché irrilevanti, semplicemen-te perché difficile sarà ricordare il nomedello stallone che offrì la propria crinie-ra.Nel frattempo, cisterne di Vermouth e dirum si riversano sulla città, il mondo ap-pare un luogo finalmente amico, e resi-stere alla calura che solletica gola, ad-dome e interno coscia non si può più.

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e-mail: [email protected] Cultura

UCSI e FISC con Ordine dei Giornalisti eAssociazione Stampa Toscana Antignano,Villa “Alma Pace” (viale Vespucci 50, Anti-gnano, Livorno) 12 e 13 settembre 2014 unconfronto con i comunicatori più giovani suitemi legati ai nuovi media e alle più moderneforme di comunicazione.Quest’anno si discuterà della “forma dellanotizia” attraverso internet, i socialnetwork, le tv all-news. Per ogni modulo èprevisto un incontro formativo con un te-stimone dei nuovi mezzi e un laboratorio-guidato dallo stesso formatore.E’ prevista anche un’introduzione al temadelle“regole” nell’uso della rete e alla neces-sità della verifica delle fonti.Programma provvisoriovenerdì 12 settembre, dalle 15 alle 20ore 14.30: accoglienza e salutoore 15: la forma della notiziaIntroduzione al tema a cura di Antonel-lo Riccelli (giornalista Telegranducato).Analisi delle diverse “forme” della notizianell’attuale scenario di comunicazione mul-timediale, sempre aggiornata.Presentazione dei laboratori e degli obietti-vi formativi del corso.ore 16: dare notizie su internetIntervento di Franco Maresca (giornali-sta Ansa e docente universitario)La costruzione di una piattaforma di notizie“on line”. Gli esempi dell’Ansa e di alcuniquotidiani campani. Le difficoltà nella tra-sformazione della notizia dalla dimensionecartacea a quella internet.Uno sguardo anche all’informazione tecnicae professionale: l’esempio del sito naziona-le dell’Ucsi sul mondo della comunicazionee del giornalismo (franco Maresca ne è ilcuratore).Ore 17: le regole di internetIntervento di Claudio Turrini (giornali-sta di “Toscana Oggi”Esercitazione sulle regole di scrittura dele

“Nuove reti, rinnovate professioni”Il 12 e 13 settembre a Villa Alma Pace (Antignano) al via la seconda edizione

notizie su internet: contenuti e forma, grafi-ca e multimedialità.ore 18: la notizia multimedialeIntervento di Micaela Nasca (giornalistaMediaset TgCom 24)La dinamica di una piattaforma “all news”.Come nascono le notizie, come si elaborano,come vengono aggiornate. Il passaggio dallatelevisione alla rete e ai social network.Dalle 19 laboratori guidati dalla stessaNasca e condivisione dei risultati.sabato 13 settembre, dalle 9 alle 13 e dalle14.30 alle 18ore 9: le regole da rispettare, la verifica del-le fonti, i rischi della velocità, la neutrali-tà possibileIntervento di Luigi Cobisi (Consiglierenazionale dell’Ordine dei Giornalisti)Il riferimento normativo, codici e deontolo-gia. Analisi delle difficoltà della notizia “intempo reale”, delle modalità di verifica, del-le questioni etiche.

Ore 10: il giornale che cambiaIntervento di Sara Bessi (giornalista “LaNazione”)I giornali su internet: come cambia il mestie-re del giornalista. Nasce una nuova “profes-sione”: il giornalista multimediale.Ore 11: il comunicato stampa multimedialeIntervento di Francesco Ceccarelli (re-sponsabile Comunicazione Scuola San-t’Anna)Come impostare un comunicato stampa mul-timediale: l’esperienza innovativa ed effica-ce della comunicazione della Scuola Sant’An-na di Pisa.Ore 12: la complessità delle fonti e i tempidell’informazioneIntervento di Luca Collodi (direttore Reteitaliana Radio Vaticana)La comunicazione politica e istituzionale nelcontesto attuale, la difficoltà di verificare lefonti e di rappresentare tutte le fonti.Ore 14.30: laboratori sui temi trattati almattinoOre 16: la scelta delle immagini, la formadiventa sostanzaIntervento di Angelo Serantoni (pubbli-cista cameraman di Telegranducato)L’importanza di una buona tecnica per la re-alizzazione delle immagini. La scelta dei di-versi mezzi di comunicazione multimediale.Ore 17: la notizia nella comunicazioned’impresa, i limiti e le possibilitàIntervento di Graziella Teta (giornali-sta nel Gruppo Piaggio) e Riccardo Cle-menti (giornalista in Enel)Comunicare l’impresa nel rispetto della de-ontologia professionale del giornalista.

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Il Centro è in distribuizione anche presso le seguenti punti:LIVORNO: Libreria Nino Belforte, Via della Madonna; Libreria Edizioni Paoline,Via Indipendenza; Libreria Erasmo, Viale Avvalorati; Edicola Iacopini Francesco,Piazza Civica 61; Edicola Cairoli, via Cairoli 18; Edicola Nelli, piazza Cavour 39;Edicola P.zza Grande, lato Farmacia Ospedale, Edicola Bianchi, via del Porticcio-lo, di fronte Camera Commercio; Edicola Attias, corso Amedeo; Edicola piazzaMatteotti; Edicola Paolini (Baracchina Bianca, piazza S. Jacopo; Ed. Lo Strillone,viale Italia 113; Edicola c/o Bar Oasi, Ardenza Mare; Edicola Barcellona, via Goito;Edicola Borghi, Corso Amedeo, angolo via dell’Origine; Tintoria Rossi, corso Maz-zini; Chico Sas, via C. Puini 9; Ed. Martelli Anna Lisa, via Meucci 5 (Coteto).CASTIGLIONCELLO: Edicola Rossi, P.zza della Vittoria; Edicola Tognotti, Staz. Ferroviaria.ROSIGNANO SOLVAY: Edicola Giovannoni, via Allende; Edicola Vallini, via O. Chiesa.ROSIGNANO MARITTIMO: Edicola “Il Punto”, via A. Gramsci.

Quadratura dei pisani, primo baluar-do di quel castrum liburni che preseavvio in un territorio condiviso tra pi-sani e labronici. In quel nucleo edifi-cato dalle menti di Puccio da Landuc-cio e Francesco Giovanni di Giordani,dove altre menti disquisiranno sull’uo-mo, espressione di tensioni emotive,ed elemento ormai debole di un pro-cesso evolutivo che non sta al passodelle capactà di adattamento ad unmondo che consuma a velocità incre-dibile le sue risorse. L’uomo in un co-stante conflitto con se stesso e lasocietà che a volte lo incanala in mec-canismi malati tesi soltanto verso unegoistico profitto, in un eterno scon-tro tra bene e male.Questo spazio conclusus, ospiteràvenerdì 5 e sabato 6 settembre “Li-brArti”, una due giorni di incontri lette-rari, discussi e condotti, accompagna-ti da musica, pittura e degustazione.Nei due pomeriggi che inizieranno alle17,00 confronteranno i loro lavori: Se-rena Libertà autrice milanese di unsaggio sull’anoressia, LambertoGiannini con la sua sfida educativa eSimone Lenzi con una serie di maliminori. Lo psicologo Piergiorgio Cur-

ti autore anche di numerose pubblica-zioni intorno ai vari disagi umani, arti-colerà un percorso con i tre autori traesposizione e discussione. Il sabato,secondo giorno, verrà affrontato il temadi aspetti di una società deviata e na-scosta. Due scrittori entrambi romaniAntonella Colonna Vilasi, presidentedel centro studi sull’intelligence presen-terà uno dei suoi lavori della trilogia suiservizi segreti, mentre Francesco Neri,giornalista collaboratore di “La GrandeStoria”, racconterà del suo lavoro a 4mani col pm Catello Maresca dal titolo“l’Ultimo bunker”. Ad articolare i raccon-ti dei due autori ci sarà Piero Giorgetti,giornalista televisivo di Granducato TV

nonché docente di storia contempora-nea.Le due giornate vedranno la presenzadi artisti quali Maurizio Biagini il vener-dì, apprezzato esponente della nuovapittura labronica, in atmosfere che ri-chiamano i grandi artisti degli anni ’70del secolo scorso, attraverso i linguaggidella pop art riproposti con una sensi-bilità che è sua propria, e che per noirealizzerà una maxi tela in estempora-nea. Il sabato sarà presente la SVSstreet band, diretta dal maestro Filip-po Ceccarini e formata da 32 elementiche animerà con tutta la sua energiàla serata. Un aperitivo verrà offerto atutti i partecipanti a “LibrArti”.L’iniziativa creata dall’Associazione“Terme del Corallo” onlus insieme alComune di Livorno, unitamente ai con-tributi di Autorità Portuale, Associazio-ne Pietro Napoli, Circolo musicale Ami-ci dell’Opera “Galliano Masini”, Asso-ciazione Guide Storiche Livorno e Cir-colo “Il Centro” è gratuita e aperta atutta la cittadinanza, e vuole promuo-vere il colloquio culturale, nell’ambitodi siti di importanza storica cittadinaoltre a pubblicizzare la raccolta firme“Luoghi del cuore” promossa dal FAI,incentrata questa volta sul recuperodelle Terme del Corallo, per la qualesaranno presenti i rappresentanti delladelegazione livornese.

“LibrArti”

di Silvia Menicagli

per parlare di libri, uomo e società

Venerdì 5 e Sabato 6 in Fortezza Vecchia incontri letterari condotti e discussi,accompagnati da musica, pittura e degustazione

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