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 Il Comité Invisible erede dell'  Encyclopédie des Nui sances La letteratura è la ragion d'essere dei situazionisti, ed i «situs» si smarcano dal resto dell'estrema sinistra per il loro culto del libro e la loro mania borghese di costruire le frasi nel modo più complicato possibile. Lo stile così caratteristico de l'  Insurre ction qui vient  è nato con Guy Debord, anche se lui stesso l'ha ripreso dal Cardinale de Retz (un uomo di corte e un cospiratore del XVII secolo). Per comprendere la visione del mondo assai particolare del Comité invisible in quanto attivisti eredi dei situazionisti, si deve notare l'influenza liquidatrice e diffusa che ha avuto il gruppo letterario dell'  Encyclopédie de s Nuisances  durante gli anni '90 su tutta una frangia dell'intelligentzia dell'estrema sinistra contestataria non marxista. L'  Encyclopédie des Nuisance s  diceva nel 1997 : «En réalité, personne ne souhaite plus, et surtout pas parmi les pauvres, prendre une quelconque responsabilité dans la marche catastrophique du monde». Perché una simile liquidazione di ogni prospettiva di rovesciamento? Perché per loro il sistema macchinico ha inghiottito e digerito gli esseri umani, gli individui, la classe e il mondo intero. Per il Comité invisible, il punto di partenza è identico. Il globo è percorso da flussi lungo i quali transitano dei pacchetti umani di individui che non cessano di fuggire da Si devono pertanto bloccare questi flussi, generare un caos per cui il funzionamento della macchina sociale si arresti e per cui la sua carcassa immobilizzata possa essere visionata e criticata. Da quel momento gli individui potranno infine essere, parlarsi, respirare. Lì comincia e lì finisce il loro progetto di liberazione, poiché per loro il mondo materiale e tutta l a sua armatura tecnica non meritano che ce se ne occupi, e che ce se ne appropri collettivamente e durevolmente. La metropoli è un «courant qui passe par tout un réseau de fibres optiques, de lignes TGV , de satellites, de caméras de vidéosu rveillance, pour que jamais ce monde ne s’arrête de courir à sa  perte. Un cou rant qui voudr ait tout entraîner da ns sa mobilité san s espoir , qui mobilise cha cun. Où l’on est assailli d’informations comme par autant de forces hostiles . Où il ne reste plus qu’à courir.» (L'insurrection qui vient) Le Comité invisible dice ugualmente : « Rutilant ou déglingué, le mobilier urbain - mais où commence-t-il ? où finit-il ? - matérialise notre commu ne dépossession.  Persévéra nt dans son né ant, il ne demand e qu’à y r etourner pou r de bon. Conte mplons ce qui n ous entour e : tout cela attend son heure, la métropole pr end d’un coup des airs de nostalgie, comme seuls en ont les champs de ruines.» Il testo «Relevé provisoire de nos griefs contre le despotisme de la vitesse» pubblicato dall'  Encyclopédie de s Nuisances  propagava esattamente lo stesso nichilismo nel 1991: «Au ter me de ce processu s, la promesse d'émancipation que contenait le fait de ne plus être contraint de

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Il Comité Invisible

erede dell' Encyclopédie des Nuisances

La letteratura è la ragion d'essere dei situazionisti, ed i «situs» si smarcano dal resto dell'estremasinistra per il loro culto del libro e la loro mania borghese di costruire le frasi nel modo più

complicato possibile.

Lo stile così caratteristico de l' Insurrection qui vient è nato con Guy Debord, anche se lui stesso l'ha

ripreso dal Cardinale de Retz (un uomo di corte e un cospiratore del XVII secolo).

Per comprendere la visione del mondo assai particolare del Comité invisible in quanto attivisti eredidei situazionisti, si deve notare l'influenza liquidatrice e diffusa che ha avuto il gruppo letterario

dell' Encyclopédie des Nuisances durante gli anni '90 su tutta una frangia dell'intelligentzia

dell'estrema sinistra contestataria non marxista.

L' Encyclopédie des Nuisances diceva nel 1997 : «En réalité, personne ne souhaite plus, et surtoutpas parmi les pauvres, prendre une quelconque responsabilité dans la marche catastrophique du

monde».

Perché una simile liquidazione di ogni prospettiva di rovesciamento?

Perché per loro il sistema macchinico ha inghiottito e digerito gli esseri umani, gli individui, la

classe e il mondo intero.

Per il Comité invisible, il punto di partenza è identico. Il globo è percorso da flussi lungo i quali

transitano dei pacchetti umani di individui che non cessano di fuggire da sé

Si devono pertanto bloccare questi flussi, generare un caos per cui il funzionamento della macchina

sociale si arresti e per cui la sua carcassa immobilizzata possa essere visionata e criticata. Da quelmomento gli individui potranno infine essere, parlarsi, respirare.

Lì comincia e lì finisce il loro progetto di liberazione, poiché per loro il mondo materiale e tutta la

sua armatura tecnica non meritano che ce se ne occupi, e che ce se ne appropri collettivamente e

durevolmente.

La metropoli è un «courant qui passe par tout un réseau de fibres optiques, de lignes TGV, desatellites, de caméras de vidéosurveillance, pour que jamais ce monde ne s’arrête de courir à sa

 perte. Un courant qui voudrait tout entraîner dans sa mobilité sans espoir, qui mobilise chacun.

Où l’on est assailli d’informations comme par autant de forces hostiles. Où il ne reste plus qu’àcourir.» (L'insurrection qui vient)

Le Comité invisible dice ugualmente : « Rutilant ou déglingué, le mobilier urbain - mais où

commence-t-il ? où finit-il ? - matérialise notre commune dépossession.

 Persévérant dans son néant, il ne demande qu’à y retourner pour de bon. Contemplons ce qui nousentoure : tout cela attend son heure, la métropole prend d’un coup des airs de nostalgie, comme

seuls en ont les champs de ruines.»

Il testo «Relevé provisoire de nos griefs contre le despotisme de la vitesse» pubblicato

dall' Encyclopédie des Nuisances propagava esattamente lo stesso nichilismo nel 1991: «Au termede ce processus, la promesse d'émancipation que contenait le fait de ne plus être contraint de

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 passer son existence dans un lieu unique s'est renversée en certitude malheureuse de ne plus être

chez soi nulle part, et d'avoir toujours à aller voir ailleurs si l'on s'y retrouve. Le TGV correspond à ce dernier stade: il y a en effet une certaine logique à traverser le plus vite

 possible un espace où disparaît à peu près tout ce qui méritait qu'on s'y attarde.» 

Il TGV (in italiano la sigla è TAV – ndt) è interpretato come il nec plus ultra dell'alienazione, dove

non si esiste più ma si fugge tutto e tutti, dato che niente ha più valore.

Il TGV è per il Comité invisible la stessa cosa che per l'Encyclopédie des Nuisances: il simbolo

della loro angoscia di fronte al mondo moderno, fattodi cose e di flussi impersonali dove non vi èpiù niente di umano e di stabile, il simbolo della loro emergenza piccolo borghese che

generalizzano facendola passare per la fine del mondo abitabile.

Per questi ideologi, la tecnica ha ucciso la lotta di classe appropriandosi del mondo sociale e

rendendo impossibile il suo rovesciamento.

Per loro non vi è né proletariato né borghesia, ma degli individui abitati dal nulla e trasformati in

buoni a nulla superflui per gli utensili e le macchine. 

«Puisque le temps social, historique, a été confisqué par les machines, qui stockent passé et avenirdans leurs mémoires et scénarios prospectifs, il reste aux hommes à jouir dans l'instant de leur

irresponsabilité, de leur superfluité, à la façon de ce qu'on peut éporouver, en se détruisant plusexpéditivement, sous l'emprise de ces drogues que le gauchisme ne s'est pas fait faute de louer.»

(Jaime Semprun, l'Abîme se repeuple)

Di conseguenza, gli esseri umani svuotati della loro sostanza dalla tecnica non hanno per destino

che la follia e l'autodistruzione: «l'effondrement intérieur des hommes conditionnés par la société industrielle de masses a pris de telles proportions qu'on ne peut faire aucune hypothèse sérieuse sur

leurs réactions à venir» (l'Abîme se repeuple)

Questa imprevedibilità è negativa per l' EdN , ma positiva per il Comité invisible.

L'EdN conclude logicamente e con grande piattezza che occorre scrivere, ritirarsi dal mondo e

coltivare il proprio giardino: « Ce n'est pas avec des émeutes de carrefour qu'on peut régénérer un

monde usé qui s'est trompé dans sa destination» (L'Abîme se repeuple, 1997).

Il Comité invisible dice il contrario, ma l'impotenza è identica, giacché la loro visionedell'insurrezione senza fine parte dallo stesso punto di vista: nessun proletariato, nessun progresso

storico, dunque nessuna presa del potere.

In ogni caso l'attacco controrivoluzionario è chiaro: viene negato il fatto che la classe operaia sia il

soggetto rivoluzionario e l'ultima classe della storia, guida delle forze produttive più avanzate etrasformatrice del mondo.

Perché definire questi situazionisti tecnofobi dei socialisti feudali? Qual è la parentela deisituazionisti con l'economia politica del fascismo?

Per i partigiani dell'artigianato e delle piccole comunità, l'industria è malvagia poiché suppone

un'organizzazione non locale, dà impulso ad una produzione che non dipende dalle stagioni e

socializza le forze produttive.

Avendo definito l'essere umano individualmente e localmente, legandolo individualmente al suo

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territorio, alla sua comunità ed ai suoi antenati, i nostalgici del feudalesimo non possono che vedere

l'insieme tecnico-industriale ed ogni tecnologia moderna in particolare come un corpo totalmenteestraneo, quindi alienante per definizione.

La grande industria dispiegata su tutto il territorio nazionale deborda dal quadro della potenza di unsignore particolare, nega il proverbio che recita «Ad ogni terra il suo signore».

L'insulto situazionista che colpisce la «merce» e la critica del denaro in quanto simbolo

dll'astrazione volatile hannno la stessa origine feudale: in effetti il denaro non ha padroni, ma

circola. La parentela con le tesi fasciste è chiara.

Se l'Encyclopédie des Nuisances spingesse fino in fondo la sua logica, invocherebbe un nuovo duceilluminato e responsabile di fronte alla nazione, come i fascisti.

Più probabile ancora è che essa si consideri un embrione di autorità spirituale, una sorta di Chiesacritica.

Per noi marxisti-leninisti-maoisti, la tecnica è il corpo inorganico in continua trasformazione dellasocietà, posseduto ed «orientato» dalla borghesia, ma fisicamente sulle spalle della classe operaia.

Il punto è che il capitalismo deve essere rovesciato, non soltanto bloccato.

Ma per loro, la tecnica non è un insieme di utensili e la maniera di utilizzarli, oggetti e saperipadroneggiabili, ma sono il mondo stesso che ci ingloba e che ha riportato una vittoria definitiva sui

corpi e sulle anime.

Ai loro occhi la «tecnica» non è più comandata né guidata da chicchessia, ma procede

autonomamente, diventa allora «ingenuo» cercare di riprendere il potere sulle cose poiché nonesiste più una classe trasformatrice del mondo, che incarni il nuovo.

Si tratta evidentemente di una critica contemplativa che prende per moneta sonante, ma in manierainversa, la propaganda capitalista che ci descrive come se fossimo giunti alla fine della storia,

tranne per il fatto che questa fine è vista da loro come una sconfitta e una malattia.

Si tratta di una critica reazionaria che rifiuta ogni prospettiva storica per la classe operaia

trasformatrice del mondo e dunque sua erede.

Le conclusioni di questo pensiero reazionario sono le stesse conclusioni di quello che i fascisti deglianni 1920-1930 chiamavano «realismo tragico».

Poiché la tecnica ha devastato tutto, soltanto l'individuo eroico può essere l'immagine dell'essereumano «autentico».

«C'est toujours une infantilisation, que ce soit par le voyage instantané en avion ou le paiement 

avec une carte de crédit, le récepteur d'image à domicile ou la lecture assistée par ordinateur; par

la contraception hormonale ou l'accouchement de confort sous péridurale.» (EdN : Remarques surl’agriculture génétiquement modifiée et la dégradation des espèces.)

Questi reazionari vociferano contro la grande ricchezza e la complessità della vita sociale di oggi,

giacché per essi, come per Pétain e Giono, la terra non mente e la vita è dura.

Tutto ciò che può trasformarla è associato al «declino», giacché per essi è sano e giusto che le

donne soffrano tutto il dolore possibile nel parto.

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I «post-situazionisti» dell'EdN fanno del parto con la peridurale un simbolo della violenza

tecnologica che cloroformizza gli esseri umani e un obiettivo della loro rivolta contro il mondomoderno, ma in un modo che è arduo differenziare da quello dei fascisti.

Il vero scandalo è che la medicina borghese e patriarcale abbia considerato questa operazione comeun lusso per pochi fino al 1994 (solo a partire da questa data l'operazione è stata accettata e

rimborsata), perché... così è la vita e «tu partorirai nel dolore» (maledizione lanciata da Dio a Evanella Genesi).

La peridurale era già conosciuta nel corso del XX secolo, ma era riservata alla chirurgia di guerra,per operare, ad esempio, coloro che erano stati feriti dallo scoppio di mine.

Il paragome evidenzia l'intensità del dolore provato, di cui l' Encyclopédie des nuisances e i suoi

eredi se ne fregano volentieri, da cinici violenti e maschilisti, passando sotto silenzio i tentativi

rivoluzionari per contrastare questo antico «sortilegio».

In Francia, il parto senza dolore è stato messo a punto dal dottor Lamaze e dalla sua équipe, dopo

aver assistito ad un parto nell'URSS agli inizi degli anni '50, dove queste pratiche umaniste efemministe erano già in uso.

Si tratta di insegnare alla futura madre come partorire, un po' come si insegna a nuotare, associando

la contrazione alla respirazione per ossigenare il nascituro, invece di associarla al dolore.

Ma aiutare le donne nel travaglio non entusiasma questi tristi signori. Allo stesso modo, il Comité

Invisible non apprezza lo slogan «il mio corpo è mio e lo gestisco io», che giudica narcisistico,vuoto e capitalista.

Ma i rivoluzionari si smarcano da tutti questi veleni reazionari e lottano per aprire la strada al solo

esito possibile dei nostri tempi: la rivoluzione della classe operaia e del popolo per la conquista di

tutto il potere.

Nota conclusiva di Omar Wisyam:

Questo articolo è tratto dal sito Révolution del Pc mlm (Parti Communiste marxiste-léniniste-

maoiste - Partito comunista marxista-leninista-maoista).La critica è necessaria, il progresso l'implica. Sembra curioso il versante da cui proviene, in questo

caso, e ci si può istruire ulteriormente con il Progetto di Manifesto del Partito Comunista mlm.Ma non credo che valga la pena. Tuttavia la critica è sempre utile, e qualche suggerimento lo si puòtrovare anche in queste righe.