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12 » ESTERI | IL FATTO QUOTIDIANO | Lunedì 9 Novembre 2015 L Europa 70 anni fa L » LEONARDO COEN ei cera, professore Yves Beig- beder, è uno dei pochissimi testimoni oculari rimasti. Ci racconti la sua esperienza, chiede lesimio professore John Q. Barrett, che insegna diritto alla St. Johns School di New York. Ed è autore della biografia di Robert Hou- ghwout Jackson, procurato- re capo del processo di No- rimberga. Luomo si accomo- da. Ha 91 anni, ben portati. Si guarda attorno. E la memoria lo riporta indietro nel tempo. Tutto è rimasto come allora. Come settantanni fa. Qui si a- prì, il martedì 20 novembre del 1945, la prima di 407 u- dienze, qui furono ascoltati 166 testimoni, qui vennero depositati e presi in esame più di centomila documenti, quattromila dei quali venne- ro tradotti dal tedesco in rus- so, in inglese, in francese e fu- rono usati come prove. AULA 600del Palazzo di Giu- stizia di Norimberga, sussur- ra il professore Beigbeder, più a se stesso che alla gente che lo ascolta. Durante i week-end laula 600 è aperta a chi vuole vedere dove cominciò lo sto- rico processo ai principali ge- rarchi del Terzo Reich. Ed im- mergersi nellatmosfera di al- lora. Quando il mondo recla- mava giustizia. E castigo. Per la prima volta nella storia, i di- rigenti di uno Stato erano ac- cusati di crimini contro luma- nità, ricorda Barrett. Sì. Il reato era ben definito dallarticolo 6 dello statuto del Tribunale militare interna- zionale di Norimberga: las- sassinio, lo sterminio, la de- portazione e la riduzione in schiavitù e ogni altro atto di- sumano commesso contro le popolazioni civili, così come ogni persecuzione per motivi di ordine politico, razziale, re- ligioso, sono atti che caratte- rizzano il crimine contro lu- manità. Questa stessa defini- zione venne ripresa nel 1946, in occasione delle risoluzioni adottate dallassemblea gene- rale dellOnu, che gli dette una portata e un significato uni- versali. Qui venne posata la prima pietra di una giustizia interna- zionale... però bisognerà at- tendere mezzo secolo perché siano istituite, su iniziativa dellOnu, due istituzioni giu- ridiche internazionali che ab- biano la potestà di giudicare i responsabili di crimini di guerra e di genocidio.... Il tribunale penale inter- nazionale per la Ex-Yugosla- via, nel 1993, e il tribunale pe- nale internazionale per il Ruanda.... So che la materia è di sua competenza...Comincio dallinizio. Il 20 novembre di settantanni fa stavo ancora a Parigi, dove mi ero appena laureato. Pochi mesi dopo, nel marzo del 1946, divenni lassistente di Henri Donnedieu de Vabres, che era uno dei giudici principali. Il mio compito finì ad agosto. Il processo si concluse il primo di ottobre. Poi ho fatto carrie- ra in alcune organizzazioni internazionali (Fao, Oms). So- no stato docente universitario in Francia, Svizzera, Canada e negli Stati Uniti. Ho pubblica- to saggi su giustizia e crimini di guerra. Dunque, fu fondamentale essere stato presente alle u- dienze del processo di Norim- berga?Certo. I grandi capi del na- zismo erano lì. Uno accanto allaltro, Hermann Goering, Rudolf Hess, il delfino di Hi- tler, limpeccabile Joachim von Ribbentrop, il ministro degli Esteri nazista. Il feldma- resciallo Wilhelm Keitel in di- visa...Chi mancava?HITLER E GOEBBELS si erano suicidati. Heinrich Himmler si ammazzò subito dopo esse- re stato catturato dai britanni- ci. Robert Ley, il ministro del Lavoro, si era tolto la vita il 24 ottobre, nella sua cella della prigione di Norimberga. Era stato uno dei primi sostenitori di Hitler. Morì lo stesso giorno in cui venne fucilato a Oslo Vidkun Quisling, colpevole di collaborazione criminale. Martin Bormann venne giudi- cato in absentia: era fuggito e ancora oggi non si sa bene che fine abbia fatto. Il nazismo e i suoi orrori al- la sbarra...Inizialmente il processo doveva tenersi a Berlino, ma non cera spazio per accoglie- re gli addetti ai lavori e i gior- nalisti che si erano accreditati. Lì si svolse la sessione inaugu- rale. Dopo, il processo fu spo- stato a Norimberga. IMMAGINO ANCHE per il suo carico simbolico. Certo. Era stata la sede di oceaniche manifestazioni di regime, soprattutto proprio a Norimberga furono emanate le infami leggi discriminatorie del 15 settembre 1935, quelle sulla protezione del sangue e dellonore tedesco e la legge sulla cittadinanza del Reich. Crimini contro la pace. Contro lumanità. Crimini di guerra: erano queste le accu- Alla sbarra Gli imputati durante il processo che ha segna- to la storia dellEuropa Norimberga, aula 600 Così si processò il Male Il racconto di cosa fu Il professore Yves Beigbeder è uno dei pochissimi testimoni oculari rimasti: parla del valore di quelle 407 udienze e quale era il clima La scheda n LEGGI RAZZIALI Norimberga, dove si celebrò il processo ai gerarchi nazisti e le relative condanne a morte, è luogo simbolico: è qui che Hitler decise di emanare le leggi razziali del 1935 n I RADUNI ANNUALI La città ha rivestito un ruolo in tutta lepoca nazista come sede di raduni di propaganda hitleriana, allo Zeppelinwiese in cui si teneva il Parteitag

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12 » ESTERI | IL FATTO QUOTIDIANO | Lunedì 9 Novembre 2015

L’E u ro p a70 anni fa

L» LEONARDO COEN

ei c’era, professore Yves Beig-beder, è uno dei pochissimitestimoni oculari rimasti. Ciracconti la sua esperienza”,chiede l’esimio professoreJohn Q. Barrett, che insegnadiritto alla St. John’s School diNew York. Ed è autore dellabiografia di Robert Hou-ghwout Jackson, procurato-re capo del processo di No-rimberga. L’uomo si accomo-da. Ha 91 anni, ben portati. Siguarda attorno. E la memorialo riporta indietro nel tempo.Tutto è rimasto come allora.Come settant’anni fa. Qui si a-prì, il martedì 20 novembredel 1945, la prima di 407 u-dienze, qui furono ascoltati166 testimoni, qui vennerodepositati e presi in esame piùdi centomila documenti,quattromila dei quali venne-ro tradotti dal tedesco in rus-so, in inglese, in francese e fu-rono usati come prove.

“AULA 600del Palazzo di Giu-stizia di Norimberga”, sussur-ra il professore Beigbeder, piùa se stesso che alla gente che loascolta. Durante i week-endl’aula 600 è aperta a chi vuolevedere dove cominciò lo sto-rico processo ai principali ge-rarchi del Terzo Reich. Ed im-mergersi nell’atmosfera di al-lora. Quando il mondo recla-mava giustizia. E castigo. “Perla prima volta nella storia, i di-rigenti di uno Stato erano ac-cusati di crimini contro l’uma -nità”, ricorda Barrett.

“Sì. Il reato era ben definitodall’articolo 6 dello statuto delTribunale militare interna-zionale di Norimberga: l’a s-sassinio, lo sterminio, la de-portazione e la riduzione inschiavitù e ogni altro atto di-sumano commesso contro lepopolazioni civili, così comeogni persecuzione per motividi ordine politico, razziale, re-ligioso, sono atti che caratte-rizzano il crimine contro l’u-manità. Questa stessa defini-zione venne ripresa nel 1946,in occasione delle risoluzioniadottate dall’assemblea gene-rale dell’Onu, che gli dette unaportata e un significato uni-versali”.

“Qui venne posata la primapietra di una giustizia interna-zionale... però bisognerà at-tendere mezzo secolo perchésiano istituite, su iniziativadell’Onu, due istituzioni giu-ridiche internazionali che ab-biano la potestà di giudicare iresponsabili di crimini diguerra e di genocidio...”.

“Il tribunale penale inter-nazionale per la Ex-Yugosla-via, nel 1993, e il tribunale pe-nale internazionale per ilRuanda...”.

“So che la materia è di suacompetenza...”

“Comincio dall’inizio. Il 20novembre di settant’anni fastavo ancora a Parigi, dove miero appena laureato. Pochimesi dopo, nel marzo del 1946,divenni l’assistente di HenriDonnedieu de Vabres, che era

uno dei giudici principali. Ilmio compito finì ad agosto. Ilprocesso si concluse il primodi ottobre. Poi ho fatto carrie-ra in alcune organizzazioniinternazionali (Fao, Oms). So-no stato docente universitarioin Francia, Svizzera, Canada enegli Stati Uniti. Ho pubblica-to saggi su giustizia e criminidi guerra”.

“Dunque, fu fondamentaleessere stato presente alle u-dienze del processo di Norim-berga?”

“Certo. I grandi capi del na-zismo erano lì. Uno accantoal l’altro, Hermann Goering,Rudolf Hess, il delfino di Hi-tler, l’impeccabile Joachimvon Ribbentrop, il ministrodegli Esteri nazista. Il feldma-resciallo Wilhelm Keitel in di-visa...”

“Chi mancava?”

“HITLER E GOEBBELS si eranosuicidati. Heinrich Himmlersi ammazzò subito dopo esse-re stato catturato dai britanni-

ci. Robert Ley, il ministro delLavoro, si era tolto la vita il 24ottobre, nella sua cella dellaprigione di Norimberga. Erastato uno dei primi sostenitoridi Hitler. Morì lo stesso giornoin cui venne fucilato a OsloVidkun Quisling, colpevole di‘collaborazione criminale’.Martin Bormann venne giudi-cato in absentia: era fuggito eancora oggi non si sa bene chefine abbia fatto”.

“Il nazismo e i suoi orrori al-la sbarra...”

“Inizialmente il processodoveva tenersi a Berlino, manon c’era spazio per accoglie-re gli addetti ai lavori e i gior-nalisti che si erano accreditati.Lì si svolse la sessione inaugu-rale. Dopo, il processo fu spo-stato a Norimberga”.

“IMMAGINO ANCHE per il suocarico simbolico”.

“Certo. Era stata la sede dioceaniche manifestazioni diregime, soprattutto proprio aNorimberga furono emanatele infami leggi discriminatoriedel 15 settembre 1935, quellesulla protezione del sangue ed el l’onore tedesco e la leggesulla cittadinanza del Reich”.

“Crimini contro la pace.Contro l’umanità. Crimini diguerra: erano queste le accu-

Alla sbarraGli imputatidu ra nteil processoche ha segna-to la storiade l l’Eu rop a

Norimberga, aula 600Così si processò il Male

Il racconto di cosa fu Il professore Yves Beigbederè uno dei pochissimi testimoni oculari rimasti:parla del valore di quelle 407 udienze e quale era il clima

La scheda

n L EG G IRAZZIALIN o r i m b e rga ,dove sicelebrò ilprocesso aige ra rc h inazisti e lere l a t i vecondanne amorte, èl u o gosimbolico: èqui che Hitlerdecise diemanare leleggi razzialidel 1935

n I RADUNIA N N UA L ILa città harivestito unruolo in tuttal’epocanazista comesede diraduni dip ro p a ga n d ahitleriana,alloZe p p e l i nw i e s ein cui siteneva ilPar teitag

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se?”“A Norimberga c’era l’Eu -

ropa, come società di tutti i po-poli europei, che giudicava icrimini commessi contro lasua civiltà, contro se stessa.Voglio ricordare le parole delprocuratore britannico Har-tley Shawcross, che duranteuna delle prime udienze con-cluse il suo intervento, soste-nuto da una schiacciante do-cumentazione: ‘Ora che l’in -cubo è finito, ora che i popolihanno potuto rialzare la testae trarre un respiro di sollievo,ora tocca a noi depositari dellagiustizia internazionale, di e-saminare la frode che ha per-messo agli attuali detenuti diperpetrare quella serie infini-ta di crimini, di assassinii, didevastazioni e di saccheggiche hanno lasciato il mondoinsanguinato e pieno di rovi-ne’.

“Dopo 218 giorni di dibat-timento, le sentenze furonolette dal magistrato inglese sirNorman Birkett. Dodici im-putati vennero condannatiall’impiccagione: Goering,von Ribbentrop, Keitel, Kal-tenbrunnen, Rosenberg,Frank, Frick, Streicher, Sauc-kel, Jodl, Seyss-Inquart e Bor-mann, contumace. Tre ebbero

l’ergastolo: Hess, Funk, Rae-der. Von Schirach e Speer pre-sero vent’anni. Von Neurath,15 anni. L’ammiraglio Doe-nitz, 10 anni. Tre le assoluzio-ni: von Papen, Schacht e Frit-sche. Le condanne a morte fu-rono eseguite nella notte tra il15 e il 16 ottobre del 1946. Alcapestro sfuggì Goering: qual-che ora prima di essere con-dotto al patibolo, inghiottì unacapsula di cianuro.

COSÌ FU: È STORIA. Me nt rel’incontro di Barrett e Beigbe-der è discronia. Ma verosimi-le. Quello vero ci sarà tra pochigiorni: venerdì 20 novembre,alle 19 e 30, in occasione dellacommemorazione intitolata“70 anni dopo il Processo diNorimberga: i testimoni ocu-lari ricordano” che si svolgeràdentro la fatidica aula 600 delPalazzo di Giustizia di Norim-berga. Con Beigbeder e Bar-rett discuteranno altri due“che c’er an o”. Uno è GeorgeSakheim, 92 anni che ama de-finirsi un “testimone dellaStoria ”. Ebreo tedesco, emi-grò con la famiglia negli anniTrenta e fu reclutato dagli Al-leati per fare l’interprete du-rante il processo. L’altro è pa-dre Moritz Fuchs, aitante no-vantenne. Per diciotto mesi,dall’estate del 1945, il soldatoFuchs (che aveva combattutonei ranghi della First InfantryDivision, 26th Regiment, 3rdBattalion) fu guardia del cor-po del procuratore capo Jac-kson, che era stato 58esimoprocuratore generale degliStati Uniti. Lasciato l’esercitonel 1947, Fuchs divenne unprete cattolico e servì la Chie-sa per trent’anni. E’ Storia pu-re questo.

» SILVIA TRUZZI

Il giudice Jackson – pro-curatore al processo diNorimberga, disse: “Ilfatto che quattro grandi

nazioni, ricoperte di vittoriae colpite dall'ingiustizia ri-fiutino la vendetta e sotto-mettano i nemici al giudiziodella legge è uno dei più si-gnificativi tributi che il pote-re abbia mai pagato alla ra-gione”. Angelo d’Orsi, stori-co del Fascismo, ordinario diStoria del pensiero politico aTorino, la commenta così:“E’ una giustificazione, mol-to altisonante, della giustiziadei vincitori. Norimberga èstata giuridicamente un fattoinaccettabile, politicamenteutile, moralmente molto di-scutibile”.

Perché moralmente moltod i s c u t i b i l e?

Con il senno di poi, sappiamoche il mondo non era diviso inbuoni e cattivi in una manieracosì netta. I buoni avevanosulla coscienza altrettanteefferatezze dei cattivi. A co-minciare dalla politica deibombardamenti a tappe-to. Di cui Dresda è un po’il simbolo, anche perché èstata semidistrutta quan-do ormai la guerra era fi-nita. E con l’aggiunta gra-vissima del mitraglia-mento della popola-zione in fuga. Senzadire di Hiroshima eNagasaki. Poi è ov-vio che l’h i t l e r i-smo ha una sua

specificità nell’aver perse-guito l’eliminazione siste-matica di un popolo, ma an-che di tutti quelli che eranoconsiderati da eliminare.

Po l i t i c a m e n te?Fu utile per i vincitori, per ur-lare solennemente al mondoche loro rappresentavano laparte della verità e della giu-stizia. Dunque fu utile per co-struire il mito della guerragiusta. L’effetto cui io do piùimportanza è stato quello difar conoscere alla popolazio-ne tedesca cos’era stato il na-zismo. La tesi di Goldhagen,per cui tutti i tedeschi eranostati I volonterosi carnefici diHitler è molto discutibile:non è vero che tutti sapevano.A Norimberga comunquecadde l’alibi. Il processo èstato utile sul piano simboli-co. Tanto è vero che Norim-berga può essere usato comemetafora, anche fuori dalcontesto: io stesso l’annoscorso ho chiesto con un ap-pello pubblico una Norim-berga per Israele, dopo l’in-fame aggressione a Gaza.Giuridicamente si è creatoun poderoso (e pericoloso)precedente: chi vince, nonsolo ha vinto militarmente,ma pretende di avere ragionesul piano della giustizia.

Churchill avrebbe detto chenon ci fu una Norimber-

ga italiana perchéMussolini era giàstato ammazzato.

Lì si voleva dire chenon ce n’era bisogno.In realtà non abbiamoavuto una Norimbergae non abbiamo nemme-no fatto i conti con ilpassato. Non c’è stata u-na resa dei conti mora-

le e politica con il fascismo.Mentre la Germania l’ha fat-ta, eccome. Improvvisamen-te in Italia, appena caduto ilregime, i fascisti sono scom-parsi. Nessuno era mai statofascista. In Germania c’è sta-to un processo diffuso di pre-sa di coscienza. La contro-versia degli Anni 80, il “pas-sato che non passa”di Haber-mas, è stato un tentativo di

mettere una parola chiara sututto questo. La posizione diNolte, secondo cui il nazismonon era stato altro che una ri-sposta al bolscevismo, percui l’Europa doveva esseregrata a Hitler, storicamentenon regge ed è anche unaboiata pazzesca.

L’amnistia Togliatti ha favo-rito la rimozione?

L’amnistia non era così blan-da: il guaio è stato che coloroche l’hanno applicata eranostati tutti fascisti. L’amnistiaaveva una ragione politica:cambiare pagina e ricomin-ciare. È bizzarro che gli accu-satori di Togliatti siano spes-so quelli che denunciano laprosecuzione della “guerracivile” dopo il 25 Aprile .

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L’I N T E RV I STA

“La vendetta degli Alleatimoralmente discutibile”

DOPO UN CERTO NUMERO di decenni, la storiadiventa archeologia e non c'è documento che salvidall’evolversi della interpretazione. Essa segue inmodo naturale, ma anche inevitabile, l’evolversi del-la cultura. Così che oggi, a soli settant’anni di distan-za da fatti realmente accaduti, vissuti, testimoniati,il processo di Norimberga appare, a molti, alla luce diuna cultura completamente estranea a ciò che è ac-caduto. Oggi ci vengono presentate due ricostru-zioni che appaiono assurde e incomprensibili a chiquel processo, attraverso la radio e i cinegiornali, loha seguito e vissuto giorno per giorno. Le due rico-struzioni sono: il processo lo fanno sempre i vincitorie i vincitori dicono e fanno dire quello che vogliono

persino agli imputati. E: Norimberga èstata una vendetta. Occorreva l’umilia -zione del processo, la pubblicazione e ce-lebrazione delle colpe, e le esecuzioni ca-pitali che, in tutti i secoli, hanno sempresegnato la fine dei vinti. Tipico dell'ar-cheologia, a differenza della storia, è didisporre della sequenza e disposizione dei fatti (co-me i corpi ricavati dagli scavi di Pompei) senza do-versi curare delle ragioni, valori, e motivazioni degliesseri umani vivi a quel tempo. La seconda guerramondiale è stata iniziata da una violenta esplosionedi nazionalismo soggettivo. Questa esplosione ave-va interrotto tutte le regole di convivenza tra gli in-

vasori e gli invasi, compresa lo stesso statodi guerra, che era stato preparato e asse-condato da decisioni (morali, giuridiche, re-ligiose, storiche ) del tutto estranee alla co-munità degli Stati. La concezione soggetti-va che la Germania aveva di sé non chiedevavittoria nel senso di tutte le guerre. Chiede-

va sottomissione totale a una gerarchia di valori chela Germania aveva stabilito. Era inevitabile che unasimile guerra, segnata da una serie di atti criminalidel tutto, si concludesse non solo con la sconfittamilitare, ma anche con un evento pubblico: condan-nare i comandanti sopravvissuti e catturati, in mododa definire anche giuridicamente il crimine.

STOR I A&GEOGRAFIA

DEFINIRE IL CRIMINEFU ATTO NECESSARIO» FURIO COLOMBO

Le dateIl processogiudicò tra il1945 e il 1946ve n t i q u a t t rodei piùimpor tanticapi nazistic a t t u ra t i

20nove m breEra unmar tedì(anno 1945)quando siaprì la primadelle 407udienze chep ro ce ss a ro n oi nazisti, maal temposte ss oc a m b i a ro n ola storiadell’E u ro p a

1ot to breIl processodavanti altribunalem i l i t a rei n te r n a z i o n a l edurò pocomenodi un anno

TOM TOM

DNEL CENTRODELLA BAVIERA

Norimberga è una città extra-circondariale tedesca situatanel Land della Baviera. È il cen-tro economico e culturale dellaFranconia. Come grandezza è laseconda città della Baviera, conoltre mezzo milione di abitanti.Nell’aprile del 2005 è stata co-stituita l'area metropolitana diNorimberga e dintorni.

DERA IL SIMBOLODEL POTERE NAZISTA

. I processi si tennero nel Palaz-zo di Giustizia della città tede-sca dal 20 novembre 1945 al 1ºottobre 1946. Oltre a ragioni lo-gistiche venne scelta perché fuuna delle città simbolo del po-tere nazista.

DLE SS DICHIARATE“CRIMINALI”

Il 30 settembre 1946, i giudicidel tribunale del Processo diNorimberga condannarono an-che tutte le SS, dichiarandoleun’organizzazione criminale .

Angelo d’Orsi Il commento dello storico dell’epoca fascista

G i u r i d i c a m e n tesi è creato un poderosoe pericolosoprecedente: chi vince,pretende di avereragione sul pianodella giustizia

Stor ico Ange -lo d’Orsi èord i n a r iodi Storia delp e n s ie rop ol it icoa Torino

L’e ffettopiùi m p o r t a n teè stato farco n os ce real l ap o p ol a z i o n etede s c ac os’e rastatoil nazismo