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2 » PRIMO PIANO | IL FATTO QUOTIDIANO | Martedì 9 Febbraio 2016 IL DAY AFTER L esodo Addio movimento arancione: L Altra Europa, Rifondazione e civatiani preparano le alternative Anche Sel si vuole sfilare: si rischia leffetto Liguria Sala, la sinistra ora ci ripensa e cerca un nome nuovo Giuseppe Civati Il leader di Possibile: Esito scontato, Giuliano Pisapia vuole fare lala di MatteoAdesso Milano ha tre candidati di destra Ma tanti dem non voteranno il managerL INTERVISTA/2 » LUCA DE CAROLIS T anti nel Pd non voteranno Giuseppe Sala. E noi pre- senteremo una lista alterna- tiva, civica e di sinistra, per- ché ora a Milano ci sono tre candidati di centrodestra. Il leader di Possibile, lex dem Giuseppe Civati, prepara la trappola al Pd renziano: sotto il Duomo ma anche a Roma. Stiamo lavorando a un pro- getto anche nella capitale. Però ora è tempo che Ignazio Marino decida cosa fare. A Milano la sinistra si è sui- cidata come suo costume, con due candidati. Le primarie sono parse fun- zionali a un certo esito. Non voglio parlare di messa in scena, ma di certo cerano tutti gli elementi per capire come sarebbe finita. Pier- francesco Majorino si era candidato già in estate, poi però è apparsa Francesca Balzani. Era il nome del sindaco u- scente Giuliano Pisapia. Latteggiamento di Pisapia non è stato lineare. Prima non pareva così critico verso Sala, poi ha detto che sarebbe stato un arbitro. E infine ha sostenuto la Balzani. Troppo ondivago? Lui vuole fare lala sinistra di Renzi, teorizza l a l l ea n z a con il Pd. E lei invece prepara la boto- la per il Pd a Milano, con una lista rossa. Nessuna trappola, voglio da- re voce a tutta quella sinistra non rappresentata da questo Pd. E parlo anche di tanti dem, mi creda. In una città dove sono in corsa tre mana- ger (Sala, Parisi e Passera, n- dr) cè ampio spazio anche per altro. Confessi: lei si candiderà a sindaco di Milano? Non sono candidato né can- didabile. Penso a un espo- nente autorevole della socie- tà milanese, che andrà scelto dalle associazioni e dai par- titi di sinistra, da Rifondazio- ne fino ai socialisti. Che nomi ha in testa? Non ne faccio. Il candidato dovrà essere scelto dal basso, da una rete. Cè un mondo che non può essere racchiuso in sigle. E se scelgono lei? Io non mi candiderò, lo ripe- to. Sel sarà della partita? Lo spero vivamente. Il suo schema vale per tutte le città? Certamente, il progetto è quello. Anche a Roma, dove sabato è in programma unas- semblea, denominata Conta- ci, proprio per fare il punto. Lex sindaco Marino pare pronto a presentarsi con u- na lista civica. Tra lui e Stefano Fassina (ad oggi candidato per Sinistra i- taliana, ndr) bisognerà trova- re una composizione. Detto questo, Marino dovrebbe di- re chiaramente cosa vuole fa- » GIANNI BARBACETTO Milano C on la vittoria di Giu- seppe Sala alle pri- marie del centrosi- nistra, stavolta si è chiuso un campionato e se nè aperto un altro. Quelle scorse, vinte nel 2010 da Giu- liano Pisapia, sono poi sfo- ciate nella festa della vittoria in piazza Duomo, con tanto di effetti speciali (un doppio arcobaleno). Queste no, sono diverse. I protagonisti (il sin- daco Giuliano Pisapia, gli sfi- danti Francesca Balzani e Pierfrancesco Majorino) giurano che sosterranno lealmente il vincitore, a giu- gno, quando si dovrà votare il sindaco. Ma non possono ga- rantire che i loro elettori fa- ranno altrettanto. Si è consu- mata una rottura irreversibi- le, nella surreale serata di do- menica al Teatro Elfo Pucci- ni, quando è stato proclama- to il vincitore. Una parte del pubblico non festeggiava af- fatto. Si rendeva conto che, malgrado la retorica dello stiamo tutti insieme, stava avvenendo una svolta: nel momento in cui il commissa- rio Expo saliva trionfante sul palco, finiva lera Pisapia fi- niva e iniziava unaltra sto- ria. Non si sa ancora quale, ma di certo diversa. LA POSSIBILITÀ dunque che compaia sulla scena un nuo- vo candidato sindaco per le e- lezioni di giugno è molto con- creta. Ci stanno pensando in tanti. I gruppi di sinistra che avevano scelto di rimanere fuori dalle primarie, dalla Li- sta Tsipras a Possibile di Pip- po Civati, da Rifondazione comunista ai Comunisti ita- liani. Ma anche molti che alle primarie hanno partecipato, sostenendo Balzani o Majo- rino, sono convinti che Sala non possa rappresentare tut- to il centrosinistra milanese. Sel sta riflettendo su che cosa fare: se restare nellalleanza con il Pd e sostenere Sala, op- pure rompere e tenere le ma- ni libere. Ne stiamo discu- tendo, decideremo, dice Mirko Mazzali, capogruppo di Sel in Comune. Dobbia- mo lasciar sedimentare i ri- sultati delle primarie e le ine- vitabili polemiche che ne so- no scaturite, aggiunge Civa- ti, e poi dobbiamo parlarci, mettere insieme tutti quelli che non se la sentono di vo- tare Sala. Ma attenzione: non solo le sigle, i gruppi politici, ma la società, i pezzi della cit- tà che vogliono cercare un candidato alternativo. Al- cuni esponenti della sinistra milanese hanno preparato un appello (Ma con Sala no) che sta cominciando a girare tra personalità della società civile milanese, alla ricerca di un nome che possa mettere daccordo non solo la sinistra, ma anche quel mon- do civicoche ora resta or- fano del movimento aran- cionedi Pisapia. Non solo: il tentativo è di coinvolgere an- che il Movimento 5 stelle, o almeno i suoi elettori. La politica non lascia spa- zi vuoti, dichiara il presi- dente del Consiglio comuna- le di Milano Basilio Rizzo, e- sponente della Federazione della sinistra. Vi sarà dun- que ampio spazio per chi non vorrà votare alle prossime e- lezioni Stefano Parisi o Giu- seppe Sala, due direttori ge- nerali di giunte di centrode- stra. La politica deve offrire unalternativa a chi vuole una città che non torni indietro. Civati incalza: Il candidato uscito dalle primarie del cen- trosinistra è così spostato a destra che lascia uno spazio enorme. Entro l inizio di marzo dobbiamo proporre un nome che unisca tutti. Intanto la corsa per Palaz- zo Marino si avvia a essere u- no scontro tra city manager: quello di Letizia Moratti, Sa- la, schierato dal Pd; e quello di Gabriele Albertini, Parisi, scelto dal centrodestra. I due ex direttori generali del Co- mune di Milano si aggiungo- no a Corrado Passera, già da tempo in campagna elettora- le. PIÙ CHE ELEZIONI per il sin- daco, sembrano un concorso per il manager dellanno, i- ronizza Civati. Ma proprio per questo il quarto candida- to in arrivo potrebbe essere in grado di sparigliare le car- te. A condizione che non sia un esponente di partito della sinistra marginale, ma che sappia parlare alla città tutta, compresi gli elettori del Mo- vimento di Beppe Grillo non troppo convinti della candi- data scelta dai militanti, Pa- trizia Bedori. Rischio: leffetto Liguria. Nel 2015, là le primarie furo- no vinte da Raffaella Paita, ma lo sconfitto Sergio Coffe- rati denunciò brogli e non ne riconobbe lesito. Così alle regionali accanto a Paita si candidò anche Luca Pastori- no, sinistra Pd, sostenuto da Possibile. Il risultato fu la vit- toria del candidato del cen- trodestra, Giovanni Toti. Tutti, a Milano, dicono di vo- lerlo evitare, l’“effetto Ligu- ria, ma sembra davvero dif- ficile che il quarto candidato non faccia presto la sua com- parsa in scena. © RIPRODUZIONE RISERVATA Con lui noUn appello contro il commissario di Expo già circola tra gli orfani di Pisapia Mr Expo Giuseppe Sala domenica al teatro Puccini e a giugno con Renzi a Expo Ansa Costruiremo unalternativa, ma io non mi candiderò. Ora Ignazio decida cosa fare, cè spazio anche nella Capitale ISCRITTI DIMEZZATI Crollo delle tessere: i dem romani si fermano a 7.000 q A ROMA METÀ del Partito demo- cratico è scomparsa. In appena due anni. Le tessere sottoscritte nel 2015 sopo solo 7.000. Nel 2013 gli iscritti erano 16.731. Circa 9.000 persone hanno rinunciato alla militanza nel Pd, nei mesi dello scandalo Mafia Capitale e dellallontanamento del sindaco Ignazio Marino, eletto sotto il sim- bolo del partito dopo aer vinto le primarie. Il dato del 2015 non è ancora ufficiale, ma il numero finale non dovrebbe discostarsi molto da quota 7.000: in questi giorni, in ogni caso, verranno compiute le ultime ve- rifiche sullautenticità delle tessere sotto- scritte. Nonostante la cruda realtà descrit- ta dai numeri, il commissario del Pd roma- no, Matteo Orfini, sostiene di non essere preoccupato. Ma quale crollo degli iscrit- ti? sostiene lex giovane turco . Certo ri- spetto al 2013, il famoso tesseramento gonfiato dai capibastone di corrente, cè stato un calo. Abbiamo lavorato per chiu- dere quella stagione e ora a Roma si sta fa- cendo un tesseramento vero e ci sono al- meno 1.000 iscritti in più nellultimo anno. Per la prima volta, dopo Mafia Capitale, ab- biamo fatto un tesseramento vero.

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2 » PRIMO PIANO | IL FATTO QUOTIDIANO | Martedì 9 Febbraio 2016

IL DAY AFTER

L’esodo Addio movimentoarancione: L’Altra Europa,Rifondazione e civatianipreparano le alternativeAnche Sel si vuole sfilare:si rischia l’effetto Liguria

Sala, la sinistra ora ci ripensae cerca un nome nuovo

Giuseppe Civati Il leader di Possibile: “Esito scontato, Giuliano Pisapia vuole fare l’ala di Matteo”

“Adesso Milano ha tre candidati di destraMa tanti dem non voteranno il manager”

L’I N T E RV I STA /2

» LUCA DE CAROLIS

Tanti nel Pd non voterannoGiuseppe Sala. E noi pre-

senteremo una lista alterna-tiva, civica e di sinistra, per-ché ora a Milano ci sono trecandidati di centrodestra”. Illeader di Possibile, l’ex demGiuseppe Civati, prepara latrappola al Pd renziano: sottoil Duomo ma anche a Roma.“Stiamo lavorando a un pro-getto anche nella capitale.Però ora è tempo che IgnazioMarino decida cosa fare”.

A Milano la sinistra si è sui-cidata come suo costume,con due candidati.

Le primarie sono parse fun-zionali a un certo esito. Nonvoglio parlare di messa inscena, ma di certo c’eranotutti gli elementi per capire

come sarebbe finita. Pier-francesco Majorino si eracandidato già in estate, poiperò è apparsa FrancescaBalzani.

Era il nome del sindaco u-scente Giuliano Pisapia.

L’atteggiamento di Pisapianon è stato lineare. Primanon pareva così critico versoSala, poi ha detto che sarebbestato un arbitro. E infine hasostenuto la Balzani.

Troppo ondivago?Lui vuole fare l’ala sinistra diRenzi, teorizza l’a l l ea n z acon il Pd.

E lei invece prepara la boto-la per il Pd a Milano, con unalista rossa.

Nessuna trappola, voglio da-re voce a tutta quella sinistranon rappresentata da questoPd. E parlo anche di tantidem, mi creda. In una città

dove sono in corsa tre mana-ger (Sala, Parisi e Passera, n-dr) c’è ampio spazio ancheper altro.

Confessi: lei si candiderà asindaco di Milano?

Non sono candidato né can-didabile. Penso a un espo-nente autorevole della socie-tà milanese, che andrà sceltodalle associazioni e dai par-titi di sinistra, da Rifondazio-ne fino ai socialisti.

Che nomi ha in testa?Non ne faccio. Il candidatodovrà essere scelto dal basso,da una “rete”. C’è un mondoche non può essere racchiusoin sigle.

E se scelgono lei?

Io non mi candiderò, lo ripe-to.

Sel sarà della partita?Lo spero vivamente.

Il suo schema vale per tuttele città?

Certamente, il progetto èquello. Anche a Roma, dovesabato è in programma un’as-semblea, denominata Conta-ci, proprio per fare il punto.

L’ex sindaco Marino parepronto a presentarsi con u-na lista civica.

Tra lui e Stefano Fassina (adoggi candidato per Sinistra i-taliana, ndr) bisognerà trova-re una composizione. Dettoquesto, Marino dovrebbe di-re chiaramente cosa vuole fa-

» GIANNI BARBACETTO

Milano

Con la vittoria di Giu-seppe Sala alle pri-marie del centrosi-nistra, stavolta si è

chiuso un campionato e sen’è aperto un altro. Quellescorse, vinte nel 2010 da Giu-liano Pisapia, sono poi sfo-ciate nella festa della vittoriain piazza Duomo, con tantodi effetti speciali (un doppioarcobaleno). Queste no, sonodiverse. I protagonisti (il sin-daco Giuliano Pisapia, gli sfi-danti Francesca Balzani ePierfrancesco Majorino)giurano che sosterrannolealmente il vincitore, a giu-gno, quando si dovrà votare ilsindaco. Ma non possono ga-rantire che i loro elettori fa-ranno altrettanto. Si è consu-mata una rottura irreversibi-le, nella surreale serata di do-menica al Teatro Elfo Pucci-ni, quando è stato proclama-to il vincitore. Una parte delpubblico non festeggiava af-fatto. Si rendeva conto che,malgrado la retorica dello“stiamo tutti insieme”, stavaavvenendo una svolta: nelmomento in cui il commissa-rio Expo saliva trionfante sulpalco, finiva l’era Pisapia fi-niva e iniziava un’altra sto-ria. Non si sa ancora quale,ma di certo diversa.

LA POSSIBILITÀ dunque checompaia sulla scena un nuo-vo candidato sindaco per le e-lezioni di giugno è molto con-creta. Ci stanno pensando intanti. I gruppi di sinistra cheavevano scelto di rimanerefuori dalle primarie, dalla Li-sta Tsipras a Possibile di Pip-po Civati, da Rifondazionecomunista ai Comunisti ita-liani. Ma anche molti che alleprimarie hanno partecipato,sostenendo Balzani o Majo-rino, sono convinti che Salanon possa rappresentare tut-to il centrosinistra milanese.Sel sta riflettendo su che cosafare: se restare nell’alleanzacon il Pd e sostenere Sala, op-pure rompere e tenere le ma-ni libere. “Ne stiamo discu-tendo, decideremo”, diceMirko Mazzali, capogruppodi Sel in Comune. “Dobbia -mo lasciar sedimentare i ri-sultati delle primarie e le ine-vitabili polemiche che ne so-no scaturite”, aggiunge Civa-ti, “e poi dobbiamo parlarci,mettere insieme tutti quelliche non se la sentono di vo-tare Sala. Ma attenzione: nonsolo le sigle, i gruppi politici,ma la società, i pezzi della cit-tà che vogliono cercare un

candidato alternativo”. Al-cuni esponenti della sinistramilanese hanno preparatoun appello (“Ma con Salano”) che sta cominciando agirare tra personalità dellasocietà civile milanese, allaricerca di un nome che possamettere d’accordo non solo lasinistra, ma anche quel mon-do “civico” che ora resta or-fano del “movimento aran-cione” di Pisapia. Non solo: iltentativo è di coinvolgere an-che il Movimento 5 stelle, oalmeno i suoi elettori.

“La politica non lascia spa-zi vuoti”, dichiara il presi-dente del Consiglio comuna-le di Milano Basilio Rizzo, e-sponente della Federazione

della sinistra. “Vi sarà dun-que ampio spazio per chi nonvorrà votare alle prossime e-lezioni Stefano Parisi o Giu-seppe Sala, due direttori ge-nerali di giunte di centrode-stra. La politica deve offrireun’alternativa a chi vuole unacittà che non torni indietro”.Civati incalza: “Il candidatouscito dalle primarie del cen-

trosinistra è così spostato adestra che lascia uno spazioenorme. Entro l’inizio dimarzo dobbiamo proporreun nome che unisca tutti”.

Intanto la corsa per Palaz-zo Marino si avvia a essere u-no scontro tra city manager:quello di Letizia Moratti, Sa-la, schierato dal Pd; e quellodi Gabriele Albertini, Parisi,

scelto dal centrodestra. I dueex direttori generali del Co-mune di Milano si aggiungo-no a Corrado Passera, già datempo in campagna elettora-le.

“PIÙ CHE ELEZIONI per il sin-daco, sembrano un concorsoper il manager dell’anno”, i-ronizza Civati. Ma proprioper questo il quarto candida-to in arrivo potrebbe esserein grado di sparigliare le car-te. A condizione che non siaun esponente di partito dellasinistra marginale, ma chesappia parlare alla città tutta,compresi gli elettori del Mo-vimento di Beppe Grillo nontroppo convinti della candi-

data scelta dai militanti, Pa-trizia Bedori.

Rischio: l’effetto Liguria.Nel 2015, là le primarie furo-no vinte da Raffaella Paita,ma lo sconfitto Sergio Coffe-rati denunciò brogli e non nericonobbe l’esito. Così alleregionali accanto a Paita sicandidò anche Luca Pastori-no, sinistra Pd, sostenuto daPossibile. Il risultato fu la vit-toria del candidato del cen-trodestra, Giovanni Toti.Tutti, a Milano, dicono di vo-lerlo evitare, l’“effetto Ligu-ria”, ma sembra davvero dif-ficile che il quarto candidatonon faccia presto la sua com-parsa in scena.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

“Con lui no”Un appello controil commissario di Expogià circola tragli “or fani” di Pisapia

Mr ExpoGius eppe

Saladome n ica

al teatroP uccini

e a giugnocon Renzi

a Expo Ansa

Costr uiremou n’alternativa, maio non mi candiderò.Ora Ignazio decidacosa fare, c’è spazioanche nella Capitale

ISCRITTI DIMEZZATI

Crollo delle tessere:i dem romanisi fermano a 7.000

q A ROMA METÀ del Partito demo-cratico è scomparsa. In appena due

anni. Le tessere sottoscritte nel 2015 soposolo 7.000. Nel 2013 gli iscritti erano 16.731.Circa 9.000 persone hanno rinunciato allamilitanza nel Pd, nei mesi dello scandaloMafia Capitale e dell’allontanamento delsindaco Ignazio Marino, eletto sotto il sim-bolo del partito dopo aer vinto le primarie. Il

dato del 2015 non è ancora ufficiale, ma ilnumero finale non dovrebbe discostarsimolto da quota 7.000: in questi giorni, inogni caso, verranno compiute le ultime ve-rifiche sull’autenticità delle tessere sotto-scritte. Nonostante la cruda realtà descrit-ta dai numeri, il commissario del Pd roma-no, Matteo Orfini, sostiene di non esserepreoccupato. “Ma quale crollo degli iscrit-

ti? – sostiene l’ex giovane turco –. Certo ri-spetto al 2013, il famoso tesseramentogonfiato dai capibastone di corrente, c’èstato un calo. Abbiamo lavorato per chiu-dere quella stagione e ora a Roma si sta fa-cendo un tesseramento vero e ci sono al-meno 1.000 iscritti in più nell’ultimo anno.Per la prima volta, dopo Mafia Capitale, ab-biamo fatto un tesseramento vero”.