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supplemento mensile de Il Futurista dedicato alle Marche - aprile 2012. Speciale Elezioni 2012
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n° 40 marche
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a.it mensile indipendente
LA PAROLAAI CITTADINI
SPECIALEMARCHE AL VOTO
marcoCATALANI
IL 6 E IL 7 MAGGIO, anche nelleMarche, i cittadini saranno chiamatia decidere le sorti legislative deipropri comuni. Nella nostra regionesi vota in 15 comuni tra i quali fi-gurano realtà importanti e popolosecome Jesi, Fabriano e Civitanova.Circa 200mila marchigiani. Si sa-rebbe anche dovuto votare per la Provincia diAncona che invece, visto il recente declassamentovoluto dal Governo, diventerà ente di secondolivello votato da sindaci e consiglieri comunali chedovranno eleggere tra loro la futura assembleaprovinciale (12 consiglieri compreso il presidente).Calendario alla mano, confrontato con la leggeelettorale partorita dall'Esecutivo nazionale, se neriparlerà a luglio. La Provincia anconetana farà in-somma da cavia a livello nazionale. Avremo mododi riparlarne sui prossimi numeri del nostro futu-rista marche. Altro test più imminente riguarda ipartiti. L'appeal dei politici è sotto le scarpe e ladomanda che viene subito alla mente è: reggerannol'urto della cosiddetta "antipolitica"? La sensazioneè che in tempi così critici, vuoi per la crisi economica,vuoi per una mancanza di credibilità che la politicasi è conquistata a causa del lassismo del precedenteGoverno Berlusconi e di ripetuti comportamenti(e l'alter ego del Pdl, il Pd, non è esente da colpe)che hanno sempre più distaccato la casta dalla vitareale del paese, la gente sia stanca. Cittadini stufimarci dei privilegi che cercano qualcosa di nuovo.Anche Monti sta deludendo. Aveva promesso rigoreed equità. Finora si è visto solo il rigore. E famiglie
ancor più in difficoltà. Lo abbiamo già detto qualchetempo fa. Se quello sulle Province resta l’unicotaglio sui costi della politica, questo è destinato adiventare un intuibile specchietto per le allodole.
Non è stato un bel segnale la bocciatura del-l'emendamento di Mario Baldassarri che, a nomedi tutto il Terzo Polo, chiedeva di tagliare le spesesuperflue per alleggerire le tasse ai cittadini. Parerenegativo della Ragioneria dello Stato. Ora, che do-vrebbe dire la gente se poi sente, come si è sentito,dire a esponenti del Pd (il tesoriere Antonio Misianie la stessa Rosi Bindi) che i partiti non possono ri-nunciare ai rimborsi elettorali, pena la chiusura?Che dovrebbe ribattere un padre di famiglia, con
le bollette aumentate, la benzinaalle stelle, le tre tranche dell'Imu,quando viene a sapere che i soldipubblici ai partiti sarebbero servitiper coprire le spese della "Family"leghista? Il quadro nazionale si in-terfaccia con il locale. I politici co-munali sono quelli a più stretto
contatto con i cittadini e questo potrebbe giocarea favore di un'affluenza accettabile. Ma il proliferaredi liste civiche è emblematico. A Fabriano corronosette candidati. A Jesi sono otto.
A Civitanova ce ne sono cinque in lizza. A To-lentino, lo ha notato anche Beppe Grillo (che isondaggi danno in aumento costante), abbiamo20mila abitanti e 14 liste. I sondaggi dicono che il50% degli elettori è orientato ad andare al mare.Se andranno, non voteranno un partito tradizionale.Per questo serve alla politica un cambio di marciache non sia solo nella veste. A Pietrasanta, il presi-dente Fini ha parlato di "movimento" e non di"partito". Futuro e Libertà, nelle varie realtà in cuiè chiamato a correre, si è adeguato. E al cospettodi un'alleanza valida, coerente con le idee e con iprogrammi, ha saputo fare un passo indietro ri-nunciando al simbolo.
In 15 comuni, Futuro e Libertà si presenta con ilsuo simbolo solo a Civitanova. L'auspicio è che, difronte ad un'eventuale batosta, la mossa di nonpresentarsi con il proprio simbolo non funga daalibi. Serve quanto prima il varo del Polo della Na-zione. Un obiettivo che nelle Marche è ben lontanodall'essere raggiunto in tempi brevi. �
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Partiti, occorre cambiare pelle e sostanza
Il proliferare di liste civiche la dice lunga sull'appeal dei partiti
il futurista marche
Anno 1 - numero 4inserto mensile de Il FUTURISTAdirettore FILIPPO ROSSI
REDAZIONE MARCHEcapo redattore MARCO CATALANI
In redazioneMaurizio Grilli, Sergio Solari
Hanno collaborato:Cristina Corradetti, Rossella Favi, Piero Casula, Felice Munafò, Veronica Fortuna,Alessandro Buccelli, Luca Giordani, Gessica Menichelli, Gabriele Baldassarri.
ci trovi anche su facebook e twitter@futuristamarcheinfo: [email protected]
IL FUTURISTA MARCHE
3aprile 2012
pesaroe provincia
maceratae provincia
fermoe provincia
ascolie provincia
al voto
regione
anconae provincia
SPECIALE AL VOTO DA PAG. 06 A PAG. 09
Finita l'era Belcecchi, a Jesi è tempo di rinnovamento.Nella "Milano delle Marche" il favorito è senza dubbio il
centrosinistra che ha coagulato le sue forze attorno adAugusto Melappioni. Medico, ex assessore regionale allaSanità, Melappioni ci aveva già provato cinque anni fa con ilprogetto Jesi é Jesi che si è rivelata una forza dirompente epropositiva all'interno del poi nato Partito Democratico.
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JESI, MELAPPIONI CI RIPROVA
Fabriano, il Polo è 3.0
In questo periodo abbiamo
assistito a parecchi colpi di
scena. A partire dalle primarie
del Partito Democratico. Non
tanto per chi le ha vinte, il
vicepresidente uscente della
Provincia Giancarlo Sagramola,
quanto per le conseguenze nel
day after. La rivale di
Sagramola, Sonia Ruggeri,
assessore uscente alla Cultura
della giunta Sorci, ha infatti
annunciato di voler lasciare il
Pd. A quanto pare – dice lei –
qualcuno l'ha convinta a
candidarsi e poi l'ha scaricata.
Un modo per non far sembrare
le primarie, una barzelletta
con un candidato unico.
Sagramola comunque, ha
ottenuto 1082 voti (su 1476
votanti) lasciando la Ruggeri a
quota 382 voti. Sagramola ha
sposato in pieno il Modello
Marche. È appoggiato dall'Udc
e dall'Idv ed ha stretto alleanza
anche con i Verdi. Più la civica
Cresci Fabriano. Fuori i partiti
della sinistra radicale che si
divide per tre candidati:
Emanuele Rossi con Sel, Jouri
Venturelli con il Partito
Comunista dei Lavoratori e
Renato Paoletti appoggiato da
Federazione della Sinistra e
lista Paoletti. Per darsi un tono,
anche il Pdl si è orientato sulle
primarie. Le ha vinte Urbano
Urbani, già candidato in
Regione due anni fa e non
eletto a causa della "strage di
preferenze" dell'altro ex
forzista Bugaro (circa 9000 in
tutta la Provincia-collegio). Ora
Urbani è appoggiato, oltre che
dal Pdl, dalle civiche Urbani
Sindaco e Fabriano Cambia. E
che dire della Lega Nord? Dopo
aver snobbato le primarie del
Pdl, ha annunciato di voler
correre da sola ma all'ultimo
non è riuscita a presentare la
sua lista. Futuro e Libertà ha
scelto una formula nuova per
candidarsi ed ha varato la lista
Polo 3.0. Il capolista è Sergio
Solari fino all'ultimo papabile
alla candidatura a sindaco, poi
toccata a Marco Ottaviani.
L'altra lista del cartello
elettorale finiano è Noi Centro.
Si è tentato fino all'ultimo di
poter presentare il Terzo Polo
compatto ma alla fine l'Udc ha
preferito il Modello Marche e
l'appoggio a Sagramola. Non
poteva essere altrimenti nella
città natale dell'assessore
regionale ai Trasporti Viventi
che proprio in forza di questa
alleanza ha ottenuto le deleghe
nel governo regionale pur non
essendo stato eletto.
Ottaviani ha proposto subito
l'azzeramento delle indennità
"di sindaco e assessore cui
lasceremo il diritto al rimborso
delle vere spese autorizzate e
sostenute", giunta a 5 assessori
(e non 7), gettone di presenza
per i consiglieri da 90 a 45
euro e solo con l’effettiva
presenza continuativa, sedute
consiliari alle 21 per evitare il
rimborso alle aziende private
e commissioni ridotte da 7 a 3
membri con gettone di 30
euro". In lizza c'è anche Joselito
Arcioni con il movimento
Fabriano 5 Stelle. Beppe Grillo
è stato a Fabriano la settimana
scorsa ed è rimasto vittima di
una polemica che riportiamo
che chiudere con un sorriso. Il
Pdl lo ha accusato di aver
parcheggiato il camper
contromano. Visto il concetto
di legalità che regna nel partito
di Berlusconi a livello
nazionale, la critica si
commenta da sola. Grillo ha
risposto che il parcheggio gli è
stato segnalato dai carabinieri
e ha mostrato in video i suoi
"rimborsi elettorali": frutta,
verdura e vino donati dai
fabrianesi.
aprile 2012 5
Nel 2007 a Jesi si votò con Ds e Margherita ancora divisi. Solo dopo diverso tempo dalla fondazione, Melappioni decise di
aderire lasciando lo scranno conquistato in consiglio comunale. Inquesti 5 anni deve aver lavorato parecchio per la sua candidatura.Tanto che le primarie del centrosinistra lo hanno visto prevalere suicandidati forti dello stesso partito come l'assessore uscente DanieleOlivi e l'ex segretario cittadino Nicola Vannoni. Non sono mancatepolemiche per l'alta affluenza di stranieri al voto e per i sospetti dibrogli ma alla fine la vittoria è stata giudicata legittima.
Jesi ha una forte tradizione di sinistra ma la sensazione è che ildecennio di Belcecchi non abbia entusiasmato: la sconfitta di Olivi,uno degli massimi esponenti dell'ultimo governo cittadino, è lì a te-stimoniarlo. Melappioni ha dalla sua un'ampia coalizione che va dalPd al Pdci, passando per Idv, Sel, repubblicani e socialisti. RifondazioneComunista, in polemica con Sel e Pdci per aver partecipato alleprimarie del Pd anziché puntare al cartello della Federazione dellaSinistra, va da sola e appoggia Daniela Cesarini. Dall'altro lato dellabarricata, Pdl e Lega Nord (prima volta alle Comunali jesine) vannoseparate. I pidiellini hanno scelto Paolo Marcozzi mentre il Carrocciosi affida a Michela Pergolini. Non va meglio per il Terzo Polo.Futuro e Libertà ha scelto Massimo Bacci come suo cavallo ma ilcandidato è allergico ai simboli di partito. Questo non è stato unproblema per i finiani (che infatti sono nella lista Jesiamo cheinsieme Patto per Jesi lancia Bacci) ma per l'Udc sì.
I casiniani, in un primo momento tentati dal Modello Marche e infase di ripiego sul Terzo Polo, hanno infine deciso di non rinunciareal loro simbolo e di correre da soli con Paolo Cesaretti. Il progettodi Bacci ha però attirato persone di ogni estrazione politica. Come iconsiglieri del centrodestra uscente Cesare Santinelli e DanieleMassaccesi, che nell'ultimo anno erano già confluiti nel gruppomisto ma anche l'uscente presidente del consiglio comunale PaoloCingolani, in rotta con il Pd per la vicenda Sadam poi per un breveperiodo all'Idv e ora nella lista di Jesiamo. Anche Noi Centro hapensato ad altro e con Insieme Civico e Partito Popolare Sicurezza eDifesa ha candidato Marco Giampaoletti. Chiude la lista dei con-tendenti il grillino Massimo Gianangeli. �
Unico caso nelle amministrative marchigiane,
Civitanova presenta il simbolo di Fli per Luisella
Cellini, candidata a sindaco. Una sfida coraggiosa e
coerente quella dei finiani. Sull'altro lato della
medaglia politica si registrano infatti, passi indietro e
beghe di sezione da risolvere. Inizialmente infatti il
Terzo Polo si sarebbe dovuto coagulare insieme ad
altre liste civiche e altri partiti scontenti dei modelli
impostati dai loro vertici. Con Idv e con Erminio
Marinelli c'erano stati diversi contatti che poi, alla
conta finale, si sono rivelati melina politica con i
rispettivi schieramenti di appartenenza. L'Udc corre
da sola non mancando di evidenziare un certo
scontento tra chi avrebbe preferito altro. Non sta
meglio il Pd che candida Corvatta, vincitore delle
primarie sul favoritissimo ex presidente della Provincia
Giulio Silenzi che si è accontentato del ruolo di
capolista.
Civitanova, i finiani puntano sulla Cellini per la fascia tricolore
di Rossella Favi
Sfida a cinque per le prossime elezioni ammini-strative a Civitanova Marche: il 6 e 7 maggio
oltre 38mila civitanovesi potranno scegliere tracinque diversi schieramenti per eleggere il propriosindaco e i membri del consiglio comunale. Il ter-mine di consegna degli elenchi è scaduto lo scorso3 marzo, e quindi il quadro che si presenta ora èquello definitivo. Cinque, si diceva quindi, icandidati a sindaco, e 366 i candidati che aspiranoad un seggio in consiglio comunale (ventiquattro i“posti” disponibili). Il primo cittadino uscenteMassimo Mobili, centrodestra, si presenta con l’ap-poggio di cinque diverse liste: Pdl, Lega Nord Mar-che, Insieme per Civitanova con Marinelli, Liberae Vince Civitanova.
Il centrosinistra risponde con la candidatura deldottor Tommaso Corvatta, sostenuto da sei liste:Pd (con capolista l’ex presidente della Provincia diMacerata Giulio Silenzi che invece contava divincere le primarie), Sel, Idv, Federazione della Si-nistra, La Nuova Città, Uniti per Cambiare. Il Mo-vimento Cinque Stelle, i cosiddetti “grillini”, pro-pongono invece la candidatura di Mirella Emiliozzi
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, mentre l’Udc corre da sola con Laura Ruggeri. Ma c’è una terzadonna che corre per la fascia tricolore di Civitanova: si tratta del-l’avvocato Luisella Cellini, già capogruppo di Alleanza Nazionale,ora candidata per Futuro e Libertà e Primo Polo. Con lei in lista,tra gli altri, il coordinatore provinciale di Fli a Macerata GiorgioPollastrelli e il vice coordinatore Felice Munafò. “Civitanova –spiega Pollastrelli – è l’unica città nelle Marche in cui il partito diFini scende in campo con una propria lista ed un proprio candidatosindaco, sostenuto dalla lista civica Primo Polo per Civitanova.
Negli ultimi mesi, la presenza del Presidente Fini in città,assieme al lavoro di confronto continuo tra diverse civiche, partitie Fli ha dato vita ad un rinnovato spirito della politica, al di fuoridei soliti schieramenti contrapposti”. Il tutto, prosegue il coordi-natore provinciale, nell’ottica “dell’ormai probabile lista civicanazionale che si creerà nel 2013”. Fli e Primo Polo “hanno decisocoraggiosamente di osare per il bene della città”. “Un programmaserio e credibile, un candidato sindaco capace di governare al difuori della solita divisione tra destra e sinistra per il bene esclusivodella città: “Semplice, puoi” è lo slogan, che mette al centro laquestione della libertà di poter scegliere chi votare in base ai pro-grammi e non al potere detenuto”. In Fli e Primo Polo si realizzail record di presenze giovani (su 44 candidati, gli under 35 sono21), molte le donne, e solo tre delle persone in lista hanno giàavuto ruoli nell'amministrazione comunale.
Dal documento programmatico, articolato in vari punti, “scaturisceuna proposta di una nuova governance per la città, un’alternativacredibile alla politica degli ultimi anni. I tempi impongono rigoreed impegno nella gestione della spesa della Pubblica Amministra-zione ed è sempre più improrogabile un investimento parsimoniosoe ponderato delle risorse in modo da garantire aspetti per noi es-senziali, quali la coesione sociale e la ripresa di fiducia da partedei cittadini”.
Tra le parole d’ordine, trasparenza, partecipazione, politicheper i giovani, rilancio economico della città. Fli, conclude Pollastrelli,si batterà “per una città moderna, libera, che riprenda la corsaverso lo sviluppo ed il benessere. Per questo un accordo con ilvecchio sistema, con chi c'era trent’anni fa e c'è ancora oggi, nonpoteva essere fatto”. �
aprile 2012 7
Gli oltre 15mila abitanti di Sant’Elpidio a Mare, potrannoscegliere il loro sindaco tra ben 7 candidati. Una frammen-
tazione politica da record che evidenzia come anche in uno deidistretti calzaturieri più importanti delle Marche la politica nonsia in grado di uscire dall’impasse generale, ancora troppo ancoratasui personalismi e logiche partitiche che hanno stancato granparte dell’opinione pubblica. Liste partitiche e liste civiche più omeno disposte a dichiarasi apartitiche, col rischio che quest’at-teggiamento schizzofrenico oltre che frammentanto disincentivigli elettori a manifestare il loro voto. In attesa di conoscere lescelte degli elettori e capire se e come arriverà un segnale peruna rivoluzione politica, ci hanno pensato i protagonisti stessi afornire colpi di scena per agitare lo scenario politico locale: apochi giorni dalla consegna delle liste, finiani ed ex finiani hannotrovato la quadra costituendo Alleanza Comunale che poi si èalleata con la lista Forza Giovani coordinata al consigliereprovinciale Diomedi. Entrambi sostengono il candidato a sindacoOrsili.
Gli altri in lizza per aggiudicarsi lo scranno più alto nell’assiseelpidiense sono: Mariani (lista 7stelle), Sabbatini (Movimento
5stelle), Terrenzi (Partecipazione Democratica, Democratici Po-polari, IdV), Valentini (lista Voltiamo Pagina, Pdl, Unione Popolare,Lega Elpidiense) e Zallocco (Pd, Psi, Api, Udc). C'è anche, in ex-tremis, il candidato di Sel. Platano è stato riammesso alla compe-tizione elettorale grazie al Tar delle Marche che ha accolto ilricorso dei vendoliani dopo che erano stati esclusi dalla competi-zione dalla commissione elettorale.�
Sant'Elpidio, un candidato ogni 2000 abitanti
Porto San Giorgio,ammucchiata di civiche e guerre fratricide
Tutti divisi, tutti contro. A Porto San Giorgio appuntamento elettorale
da resa dei conti con gli esponenti del Pdl (ma anche Fli) divisi tra
l'ex sindaco Andrea Agostini, sfiduciato lo scorso anno in consiglio
dalla sua stessa maggioranza di centrodestra e ora di nuovo in
corsa con liste civiche, e il candidato "ufficiale" Roberto Mandolesi,
tenuto a battesimo nei giorni scorsi da Maurizio Gasparri e Mara
Carfagna arrivati in città per sostenerlo. E Fli? Spaccato. Mentre i
vertici provinciali hanno firmato l'accordo con Agostini, la segreteria
comunale sangiorgese ha respinto l'indicazione preferendo Mandolesi.
Tu chiamale se vuoi scosse di assestamento. Il day after del
terremoto della politica italiana. In casa futurista non sono mancati
scambi di accuse. Il portavoce comunale Giuseppe Marocchi ha
attaccato la consigliera regionale Franca Romagnoli e il coordinatore
provinciale Renato Rossi di non aver ascoltato la base. Quest'ultimo
ha chiesto le dimissioni di Marocchi accusandolo di essere tesserato
anche ad un altro partito e di aver infranto l'articolo 3 dello
Statuto di Fli. "Il sostegno ad Agostini, come candidato sindaco a
Porto San Giorgio – ha sottolineato Rossi - l’esecutivo provinciale lo
ha deciso in assenza della Romagnoli". Eccoci qua. Il 6 e 7 maggio
si vota. In griglia di partenza, sette candidati e 19 liste. Sono
chiamati alle urne quasi 16mila elettori per decidere chi sarà il
nuovo sindaco. Per trovare i finiani occorre studiare bene la
lezione. Non c'è il simbolo di Futuro e Libertà ma due candidature
– quella di Enrico Gibellieri e Maria Adele Tomassini – nella civica
Viva Porto San Giorgio, collegata alla candidatura di Agostini. L'ex
sindaco punta sulle civiche. Con lui anche Uniti per la Città, Senso
Civico Psg, La Città che Ami e Nuova Prospettiva. Maldolesi oltre
agli esodati finiani, raduna Pdl, Democrazia Cristiana, San Giorgio
Democratica-Psi, Per Maldolesi e San Giorgio Libera. Non va meglio
nel centrosinistra dove il il Modello Marche (Pd-Udc-Idv) che
governa la Regione è naufragato. Nicola Loira, democrat vincitore
delle primarie sui candidati di Sel e Pdci, e figlio di Franco Loria,
già sindaco sangiorgese negli anni '80, è in lizza con la civica Psg si
Muove ma in coalizione mancano l'Udc e l'Idv. Gli uomini di Casini
volevano andare con il Pd ma alla fine non è stato raggiunto alcun
accordo. La loro lista tuttavia, in appoggio a Giancarlo Fermani, è
stata rigettata dal Tar per irregolarità in quattro delle 100 firme
presentate. Il Consiglio di Stato ha successivamente rigettato il
ricorso presentato, confermando quanto stabilito dal Tar. E manca
anche l'Italia dei Valori che insieme alla civica Art. 1 Lavoro va con
il candidato Daniele Strovegli. Chiudono il quadro Prc (candidato
Paolo Pennente), Rinascita Italiana (candidato Francesco Della
Barca) e la grillina Antonella Capriotti.
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Elezioni amministrative anche per Pedaso, che,con i suoi 3,65 kmq, è per superficie il Comunepiù piccolo della regione Marche. A contendersila poltrona di sindaco, due donne, entrambeavvocato, ciascuna a capo di una lista civica.Barbara Toce, attuale vice del sindaco uscenteGuido Monaldi, si confronterà con Maria GraziaD’Angelo, consigliere comunale uscente.“Progetto per Pedaso” il nome della listaguidata dalla vicesindaco, e riconducibileall’area politica del centrosinistra, “Insiemeper Pedaso” quella capeggiata dalla D’Angeloè di area centrodestra. Maria Grazia D’Angeloci riprova dopo essere stata sconfitta nel 2007proprio da Guido Monaldi, e la sua presenzanon era data per scontata, poiché l’assenza dimovimenti significativi in prossimità dellesponde pedasine di centrodestra aveva indottoa pensare che la Toce non avrebbe avutoavversari. Nei primi giorni di aprile, invece,sono state formalizzate entrambe lecandidature.
In tutto sono 15 in comuni delle Marche chiamatial voto per il rinnovo del consiglio comunale.Tra i più piccoli ci sono anche Frontino inprovincia di Pesaro Urbino, Penna San Giovannie Pieve Torina nel Maceratese e, in provinciadi Ascoli Piceno Acquaviva Picena eRipatransone. A Frontino, poco più di 300abitanti, sfida tra il commerciante AndreaSpagna e l'ex insegnante di chimica, ora inpensione, Graziano Larghetti. Due candidatianche a Penna San Giovanni, 1200 abitanti.Stefano Burocchi, già sindaco dal '94 al 2002tenta un ritorno contro Giuseppe Mancinelli,ex dirigente di banca in pensione, espressionedella precedente amministrazione. A PieveTorina (appena 1479 abitanti) si va al votoanticipato dopo la sentenza del Tribunale diCamerino che ha decretato l'ineleggibilità delsindaco Gentilucci al momento della sua vittorianel 2009. Lui ci riprova, nonostante un rinvioa giudizio per peculato e voto di scambio(vicenda legata alle Provinciali 2009). Glicontendono lo scettro Luca Buratti el'imprenditore Augusto Fulgenzi. Infinel'Ascolano. A Ripatransone (poco più di 4mila)Remo Bruni (centrosinistra) ha gioco facile. Ilcentrodestra non si presenta e per evitare aBruni l'obbligo di superare il 50% per essereeletto, il Pd ha pensato di schierare una listacivetta con Barbara Bassetti. Infine, AcquavivaPicena: 3200 votanti, 4 liste. Giovanni Olivieri(Sel), Pierpaolo Rossetti (parte del Pd) e dueamministratori uscenti in rotta: il vicesindacoTeodorico Compagnoni e l'assessore FrancescoSgariglia.
Pesaso, sfida in rosa
Il voto nei gli altri comuni
Le sfide di Corinaldo e Rosoradi Maurizio Grilli
In provincia di Ancona si vota anche a Corinaldo e a Rosora. Nellaprimo caso, sono Cesare Morganti, candidato per “Vivi Corinado”,
e Matteo Principi per “Corinaldo Democratica”, gli aspiranti allacarica fascia tricolore di uno dei borghi marchigiani più belli d’Italia.Gli elettori corinaldesi, pertanto, in attesa di coinvolgersi nella ce-leberrima "Contesa del pozzo della polenta" che è la più antica rie-vocazione storica della provincia anconetana, sono chiamati a dareil loro consenso alla politiche finora adottate dal sindaco LivioScattolini e dall’amministrazione uscente di cui Morganti è espressionedi continuità avendo egli stesso ricoperto un ruolo in giunta,oppure sulle promesse che il suo avversario, Principi, può metteresul proprio piatto della bilancia elettorale. I finiani corinaldesi sonochiamati a raccolta per Morganti. Il candidato di "Vivi Corinaldo,40 anni, ha un lunga esperienza amministrativa alle spalle: dal1994 al 2000 è stato consigliere comunale e dal 2002 al 2007 asses-sore. Nell'ultima legislatura ha ricoperto la carica di assessore aiLavori Pubblici, Qualità Urbana, Verde Pubblico, Protezione Civile,Politiche Agricole e Partecipazione. A Rosora, nemmeno 2000abitanti, ci sono ben 3 candidati in lizza per la poltrona di sindaco.Lamberto Marchetti sindaco uscente (cinque anni fa aveva raccoltoil 55,46% dei consensi) è un esponente di area del Partito Demo-cratico. Punta al secondo mandato alla guida della lista “Centrosinistraper Rososa”. Gli sfidanti sono Marcello Scaloni di Sel con la lista“Partecipazione Attiva e Trasparenza” e Laura Porfiri della listacivica “Cambiare per crescere” che rifiutando il sostegno palese deipartiti cercherà di attrarre il consenso sia nell'elettorato di centrodestrache in quello di centrosinistra. Un'altra "allergica" ai partiti tradizionaliche potrebbe raccogliere il voto di protesta.
Le Comunali a Tolentino hanno
portato una grande novità: nessuna
novità. Scontata la candidatura del
consigliere regionale Comi, membro
influentissimo del Pd provinciale,
candidato senza problemi dal suo
partito e con la solita spaccatura
dell'Udc tra Modello Macerata e
dissidenti dello stesso. Troppa sinistra
per i centristi. Con Comi ci sono,
oltre al Pd, Idv, ci sono anche Prc,
Pdci e Sel. Più il Psi e le civiche
Cento Città e Città Futura. L'Udc ha
preferito portare acqua ad Andrea
Passacantando, candidato della civica
W Tolentino.
Nessuna sorpresa nelle candidature
che rispecchiano una stasi della
politica che ancora non dà risposte
alla crisi che attanaglia una dei due
poli industriali (con Civitanova) della
provincia. Anche nel centrodestra si
sbadiglia. La candidatura dell'ex
assessore provinciale Pezzanesi (Pdl)
è sostenuta, senza alcuna incisività,
da Dc e dalla civica Tolentino nel
Cuore. Si sarebbe fatto volentieri a
meno di notare il sostegno della Lega
Nord (caso più unico che raro) che
non porta certamente contenuti
straordinari sia come proposte
politiche che progetti politici
innovativi. Una novità potrebbe essere
la non riconferma dei consiglieri
comunali uscenti ma somiglia più ad
un regolamento di conti nel Pdl che
ad altro.
Faide interne che la dicono lunga
sui rapporti nel partito del capogruppo
regionale Massi. Forse questo sarà
l'unico motivo per ricordare queste
elezioni che non mostrano forti
movimenti popolari o di opinione e
che restano all'ombra della crisi
industriale che attanaglia il modello
artigianale e industriale di Tolentino.
In corsa anche il grillino Gian Mario
Mercorelli e Fausto Domenicucci (lista
civica Voce alla Città). Nessun
progetto, nessuna alternativa per
maestranze abbandonate a loro stesse,
che pagano per progetti inesistenti,
per finanziamenti che le banche non
erogano, per prospettive che
diventano sempre più lontane nel
tempo fino a perdersi nei sogni che
vengono distribuiti a piene mani da
una classe politica sempre più
spiazzata dalla dura realtà della crisi.
Nessuna risposta ai bisogno della
gente e nessuna novità nei nomi di
chi vuole governare il nulla, come è
stato prima e come continuerà ancora
dopo. Poca voglia di partecipare e
votare tra i circa 16mila elettori.
(Fe.Mu.)
Elezioni da sbadigli per Tolentino
Corridonia, voto in deficit di politicadi Felice Munafò
Moltissima confusione sotto il cielo di Corridoniaper queste elezioni comunali. Sono circa 12mila i cit-tadina chiamati al voto ma la mancanza di politica edei partiti si fa sentire nella città di Filippo Corridoni,che non sarebbe soddisfatto nel vedere che succedetutto e il contrario di tutto. Il sindaco Nelia Calvigionisi appoggia al progetto Macerata di Pd e Udc peressere rieletta, dimenticando come nulla i vari flirtcol pdiellino Capponi e amici vari del centrodestramaceratese. La sua coalizione si è sfaldata nel tempodopo chiarimenti e discussioni varie che hanno fattodi un progetto interpartititco e civico un Vietnam.Manca l'Idv che prima aveva tentato un accordo conla lista Corridonia Insieme e poi aveva scelto di can-didare Daniele Valenti. Escluso per mancanza di can-didati, l'Idv lascia il Progetto Macerata in mano agliamici del presidente provinciale Pettinari e dell'as-sessore regionale Marconi dimostrando la crisi semprepiù pesante. Il nuovo centrodestra vede il Pdl spaccatoe in preda a convulsioni, con scomuniche e anatemi,tra personalismi e interessi di vario genere. Da unaparte Alberto Rita, sostenuto dalla lista Città Virtuosa,appoggiata da Pdl, Lega Nord e La Destra. Dall'altrala civica di Enzo Salvucci, appoggiata dall'ex sindacoGiustozzi. Infine si candida anche Luigi Ciocci conLega per le Marche. In sostanza, la politica (quellavera, quella che dice cosa vuole fare e non vuole fare)manca e non ritorna ancora. Le faide e le scomunichereciproche continuano e aggravano ancora di più unadisaffezione alla politica che vedrà alta la astensionedei cittadini di Corridonia. Molta confusione e nessunprogetto per fronteggiare crisi e problemi. Nessunavoglia di affrontare l'annoso problema della convivenzacon gli stranieri, parte importante della popolazione.Nemmeno una proposta reale per cercare di risolverele necessità dei cittadini.
aprile 2012 9
Occasione persa: il Terzo Polo punta ad abbassare le tasse
ma il Governo risponde picche
Il governo risponde picche alla richiesta di Baldassarri di lottarecontro la corruzione per abbassare le tasse delle famiglie. Che
avrebbe incalzato il governo, il senatore finiano lo aveva promessoa Pietrasanta. Ora si passa alle proposte concrete. Peccato che ilgoverno abbia perso l'occasione, dando parere negativo alleproposte del Terzo Polo, di dare seguito a una delle parole chiaveche avevano contraddistinto l'alba della sua azione: equità. Un nofrutto del parere "assolutamente contrario" della RagioneriaGenerale dello Stato. E ora Baldassarri annuncia un esposto"contro Rgs e governo per palesi falsi e giudizi politici". Eppure ilragionamento era semplice. Partendo dai numeri della Corte deiConti (60 miliardi di corruzione e 120 miliardi di evasione) e con-siderando le stime fatte per il reddito degli italiani dal Fondo Mo-netario Internazionale (-2,2%) e dalla Banca d'Italia (-1,5%) pervia dei quali Baldassarri prevede fino a 500mila disoccupati in piùrispetto ad oggi, un intervento si rende necessario.
"È possibile applicare – ha detto Baldassarri in Senato – quelloche nei paesi civili di chiama zero-based budgeting. È una misuramolto semplice che consiste nell'assegnare budget di spesa e nonpagare a piè di lista e a babbo morto: perché il babbo è già morto
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Baltico-Adriatico, l'unione passa per Ancona
Allungare il corridoio Baltico
Adriatico fino ad Ancona. E
magaari comprendere tutta la
dorsale adriatica fino alla Puglia.
Nei giorni scorsi il capogruppo
finiano in consiglio regionale
Daniele Silvetti è stato in
missione a Bruxellese insieme al
democrat Enzo Giancarli per un
confronto con gli eurodeputati
che siedono nella Commissione
Trasporti (Debora Serracchiani,
Carlo Fidanza, David Sassoli e
Antonio Cancian). I due
marchigiani, rispettivamente
vice e presidente della
commissione regionale Trasporti
hanno fatto il punto sugli step
superati e da affrontare e
ribadito la centralità delle
Marche nell'ambito dell'intero
progetto. Ancona avrà un ruolo
da protagonista per quanto
riguarda le infrastrutture
ferroviarie e marittime. "La
concreta realizzazione di
quest'opera di collegamento
viario europeo potrebbe
veramente portare importanti
benefici economici per tutte le
Marche – ha detto Silvetti - Siamo
certi che facendo squadra con i
nostri rappresentanti nelle
istituzioni europee,
raggiungeremo un importante
traguardo per il rilancio della
nostra regione". Una proposta
che si sposa alla perfezione con
il varo, nel 2014, della
Macroregione Adriatico Ionica per
la quale c'è una visione comune
tra i finiani e il governatore Gian
Mario Spacca. E che colleberebbe
la "nostra" macroregione con
quella Baltica. Il corridoio
Baltico Adriatico, che prevede
tutta una serie di infrastrutture
di collegamento, attualmente è
previsto tra Helsinki a Ravenna.
Un tracciato che attraversa
Polonia, Repubblica Ceca,
Repubblica Slovacca, Austria e
Italia. Nei mesi scorsi da più
parti se ne è chiesto il
prolungamento e la stessa
Assemblea Legislativa delle
Marche aveva approvato una
risoluzione in questo senso.
Successivamente si erano
impeganti anche i parlamentari
marchigiani Vannucci (Pd) e
Ciccanti (Udc) si erano uniti ad
una mozione presentata
dall'onorevole Di Pietro per I
parlamentari marchigiani, ad
esempio, per far impegnare il
Governo a concertare in sede
europea il prolungamento del
corridoio anche a Marche,
Abruzzo, Molise e Puglia con
l'inserimento dei porti di Ancona,
Bari e Brindisi. Mozione
approvata e ora si attende
l'Europa che a giugno sarà
chiamata a definire i vari
corridoio sul suo territorio e tra
questi, ovviamente, anche il
Baltico Adriatico per il quale
Ancona potrebbe raggiungere un
ruolo di primo piano: porta
d'Oriente, tappa delle Autostrade
del Mare e anche la conferma da
parte di Ferrovie dello Stato
della tratta Ancona-Bologna nel
servizio di trasporto merci.
e le cambiali di 31 anni fa sono sulle spalle nostre, ma soprattuttodei nostri figli, e ci costano 100 miliardi di euro di interessiall'anno su quel macigno di debito pubblico. Il prmo scambiopolitico è: meno ruberi e meno tasse alle famiglie attraverso unaproposta di deduzione per i membri della famiglia, come i figli e inonni a carico". Una proposta che conteneva anche sgravi per leimprese con sussidi in forma di credito d'imposta anziché finan-ziamenti a fondo perduto.
Secondo l'economista "ci sono 38 miliardi che vanno dalle cassedello Stato alle imprese nella voce trasferimenti alla produzione econti capitali. Alcuni capitoli non sono comprimibili ma restano18 miliardi di competenza delle Regioni alle quali si può dire diutilizzarli come crediti di imposta. Con questa operazione siliberano risorse e quindi si può procedere a ridurre il caricofiscale alle imprese, obiettivo che noi proponevamo di realizzareattraverso l'esclusione del monte salari dall'Irap". Peccato che laRagioneria si sia messa di traverso. In una relazione tecnica laRgs e l'ufficio legislativo del Ministero dell'Economia hanno so-stenuto che la spesa per gli acquisti non può essre ulteriormentelimata dopo i tagli degli scorsi anni.
"Un giudizio di carattere politico – secondo Baldassarri – chespetta al Governo o al Parlamento ma non certo all'ufficio legislativodi un Ministero, né tanto meno alla Ragioneria se non fosse cheproprio quella affermazione risulta palesemente falsa perché idati statistici del Ministero dell'Economia dimostrano che la voceacquisti di beni e servizi nel settore della sanità è aumentata del50% negli ultimi cinque anni, nelle Regioni del 37%, nei Comunidel 23% e nei Ministeri del 17%. Da questo si evince che abbiamostrozzato in un certo senso Ministeri e Comuni e abbiamo lasciatoscialacquare le Regioni: questi sono i dati di fatto statistici". Sefosse vero, conclude, "il ministro giarda alle prese con la spendingreview cosa taglierà se nulla più è possibile tagliare?". �
aprile 2012 11
i l capogruppo in consiglio regionale Daniele Si lvetti
Dal 2007 sono membro del cda dell'Atac spa diCivitanova, azienda a totale capitale pubblico,
che gestisce diversi servizi: trasporti, servizio idricointegrato (in house), illuminazione pubblica, lampadevotive cimiteri. L'Atac è anche azienda madre e sociaunica della Gas Marca, commerciale per la venditadel gas. Questa azienda ha compiuto nel 2011 i suoi100 anni di attività, ma in realtà nasce come aziendatrasporti e solo negli ultimi 12 anni per scelte politi-che-amministrative gli sono stati conferiti tutti glialtri servizi. Purtroppo ciò è avvenuto senza unastrategia aziendale adeguata e non si era pronti, siacome personale che come strutture logistiche e orga-nizzative. Spesso e volentieri queste aziende sonoper la politica braccio operativo per clientele ed as-sunzioni, veri e propri carrozzoni in periodo di "vacchegrasse". Poi quando non c'è più niente da "mungere"ci si ritrova come nel mio particolare caso e quellodei miei colleghi consiglieri a dover bloccare
assunzioni, contenere investimenti, manutenzioniordinarie e straordinarie, dover rinunciare al rinnovodel parco macchine per il trasporto, dover alzare latariffa idrica vertiginosamente per poter tamponareil passivo dell'azienda, ma ciò non ha evitato la rica-
Partecipate pubblichedi Veronica Fortuna
Farmaciedi Felice Munafò
pitalizzazione dell'azienda pochi mesi fa. Non nascondo che dopo questa esperienza io sia molto
scettica sull'efficienza di queste aziende che non hanno la capacita'economica per investire sui servizi realmente e competere con laconcorrenza. Mi sembra inoltre assurdo che a Civitanova Marche,unacittadina di 40mila abitanti, ci siano ben 7 aziende pubbliche. Moltospesso in questi casi si propone la razionalizzazione delle aziende inun'unica multiservizi per abbattere i costi delle indennità dei cda,che è più un palliativo e un modo per fare semplice demagogiapolitica e non di certo la risoluzione del problema. Se vogliamodavvero guardare al futuro con coraggio oggi la grande sfida devenecessariamente essere quella di partire dal territorio, dalle piccolee grandi amministrazioni comunali, che fanno fatica a mantenere ilpatto di stabilità, proporre di mettere a gara, cioè liberalizzare, iservizi come previsto dall'Ue. Avremmo un abbassamento di costi etante risorse in più per opere pubbliche, edilizia convenzionata perle giovani coppie, studenti, anziani, nuovi asili nido. Per questo nelnostro programma amministrativo proporremmo la chiusura delleaziende partecipate.
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LIBERALIZZAZIONI, CI SALVEREMO DAVVERO?
“Dottore, ho un problema”. Nel 90% delle conversazioni in far-macia si ascolta questa domanda. Questo avviene perché nell’Ita-lia degli 8000 Comuni la Farmacia è ancora il primo serviziosanitario a cui il cittadino si rivolge. Guardie Mediche lontane, file
Pietrasanta, il movimento abbia inizio
Meno partito, più movimento. Meno
schemi, più dinamicità. Ideologie
retaggio del secolo scorso. Dialogo
con chi vuole modernizzare l'Italia
nell'ottica del "patriottismo
repubblicano". A Pietrasanta sono
passati questi concetti. Il
presidente Fini si è detto pronto
a lottare contro la corruzione
dilagante (uno dei temi cari a
Mario Baldassarri) con la messa al
bando dalla pubblica
amministrazione per chi è
condannato in via definitiva e
l'estromissione dalle liste elettorali
di chi è condannato, anche fosse
solo al primo grado di giudizio.
Opportunità per la quale Fini ha
annunciato di voler raccogliere le
firme all'interno del Terzo Polo.
La pattuglia delle Marche è tornata
da Pietrasanta con la conferma di
una consapevolezza che già era
nell'aria. Mario Baldassarri è la
persona giusta per confrontarsi
con il governo Monti. Un tecnico
che va a parlare con i tecnici. Si
capiscono, parlano lo stesso
linguaggio. Nessuno, da una parte
e dall'altra del tavolo, può bluffare.
Verrebbe scoperto in un
nanosecondo. Fini nel suo discorso
d'apertura ha anche citato più
volte gli argomenti che il
coordinatore delle Marche propone
da una decina di anni: lotta alla
corruzione, agli sprechi delle
pubbliche amministrazioni. Proprio
per prepararsi alla convention
toscana, i finiani delle Marche si
erano riuniti a Jesi per strutturare
il movimento. Baldassarri ha
suddiviso la squadra in 14
dipartimenti con altrettanti
responsabili che dovranno fare da
collante con la società civile:
famiglia, imprese, donne, giovani,
anziani, infrastrutture, energia,
cultura, terzo settore, federalismo,
università, salute, immigrazione,
sicurezza. Al tempo stesso ha
strizzato l'occhio al governatore
Spacca per quanto riguarda la
macroarea Adriatica-Ionica.
"Condivido la sua posizione – ha
detto il senatore – non ci sono
pregiudiziali" e trovato in Umbria
e Abruzzo ("le nostra è un'area
storicamente integrata, insieme
avremo più peso specifico") due
ottimi alleati per fare fronte
comune. L’impressione è che sia
tutto pronto per rilanciare, con
concretezza, l’azione politica
anche nelle Marche. Non dobbiamo
dimenticare che la disaffezione
dei cittadini verso la politica è
forte soprattutto verso i partiti,
percepiti spesso a ragione, come
apparati incapaci di produrre
opportunità di interesse generale.
Fli non esula da queste
considerazioni generali pertanto
dobbiamo riprendere il percorso
orientato a sfidare il presente,
assumendo anche decisioni con
rapidità, captando le singole
istanze provenienti dalla società
in qualunque forma esse si
presentino, senza tralasciare le
iniziative sul territorio che
consentano di farci parlare alla
gente, ma anche di saperla
ascoltare. Qualità. Perché mentre
la stagione del populismo degli
slogan è ormai il passato, ci rimane
un presente ricco di disillusioni e
diffidenze. O saremo interpreti
della richiesta di cambiamento
nella politica o saremo travolti
dal fallimento del sistema che ha
portato L’Italia a questi livelli.
d’attesa dai medici di base, pronto soccorso intasati e ingolfati. LaFarmacia, privata o pubblica, è il luogo dove ogni domanda hasempre una risposta. Questo era uno di quei capisaldi di una castada liberalizzare ad ogni costo? È necessario per far ripartire l’Ita-lia? Io penso che si usi la Farmacia come diversivo per coprire benaltri mercati da liberalizzare e che sia servita, la Farmacia, comescambio per ottenere l’appoggio di partiti che vogliono aprire unmercato (quello del farmaco) a grandi interessi. In Italia c’è unafarmacia in media ogni 3500 persone. La stragrande maggioranzasono private, le quali lavorano in monopolio nella distribuzionedel farmaco per il Servizio Sanitario. Però, a ciò si accompagnauna presenza capillare, un controllo qualitativo e commercialeunici in Italia, una reperibilità costante e la continua necessità diadeguarsi ai bisogni ed alle richieste di una clientela (i pazienti)che ha necessità sempre in evoluzione.
La salute è un concetto che negli ultimi anni ha avuto cambia-menti di prospettiva epocali. Non c’è più richiesta di preparazioniche suppliscano a mancanze di medicinali sul mercato, mentresempre più persone chiedono alla farmacia risposte su alimenta-zione sana e qualità della vita. Anche la qualità dei servizi offerti,sempre in evoluzione, è in continuo aumento. Risulta perciòstrano che gli esperti decidano di abbassare il numero di personeper farmacia (quorum) per far aprire ancora più punti vendita.Non si capisce che con ciò si rende antieconomico tenere apertoun punto vendita? E la vendita di prodotti fuori farmacia? Qual-siasi cittadino italiano che compra una semplice aspirina, la com-pra per necessità contingente e non per puro piacere dasoddisfare. Un medicinale, un prodotto curativo e per tale motivocercato ed acquistato, viene comprato per soddisfare una necessitàche porta ad una richiesta, la quale non può nascere da una offertaallargata ma da fattori incontrollabili. E tutto ciò in barba alla ne-cessità di controllare il consumo di medicinali e sostanze curative,come una normale intelligenza richiederebbe ad uno Stato che haa cuore la salute dei suoi cittadini.
Grossi favori alla Grande Distribuzione Organizzata? Apriremercati chiusi per far ripartire l’Italia con poche decine di farmaci-sti che possono aprire farmacie nuove? Io non penso che l’Italiache vogliamo sia così simile ad altre nazioni, vedi Usa o RegnoUnito. Abbiamo un ottimo servizio farmaceutico. Non distruggia-molo. Ci mancherà di sicuro quando dovremo chiedere “Dottore,ho un problema”.
aprile 2012 13
14
“La cultura del debito pubblico, ovvero pensareche ci sarà sempre qualcuno a risolvere i problemi,è una concezione sbagliata. Per uscire da questacrisi è necessaria una “rivoluzione” culturale”,così ha detto Roberto Napoletano, direttore delSole 24 Ore, intervenuto alla conferenza“Tecnologia e globalizzazione: la sfida per piccolee grandi imprese”, organizzata da Banca Marchee tenutasi presso la sede dell’Istao di Ancona.Una conferenza che ha visto presenti personalitàdi spicco dello scenario economico e giornalisticoitaliano come Gennaro Sangiuliano, vice direttoredel Tg1 e moderatore dell’evento, Paolo Andreani,presidente Confindustria Marche, MassimoBianconi, direttore generale di Banca Marche,Michele Ambrosini, presidente di Banca Marchee Valeriano Balloni, economista e direttorescientifico dell’Istao. Il “modello Marche” cheper molti anni ha caratterizzato il tessutoimprenditoriale marchigiano sta diventando oggiun modello superato e per questo le impresedevono intraprendere un percorso di rinnovamentoe aggiornamento che possa portarle fuori dal“pantano” di questa crisi economica. Il processodi globalizzazione che si è ormai avviato dadiversi anni deve essere vissuto dalle aziendecome un punto di svolta verso una nuovadimensione imprenditoriale, dove tecnologia,innovazione, investimenti e ricerca siano leparole chiave verso un nuovo modello d’impresa.Rimanere ancorati ai vecchi modelli imprenditorialisarebbe un errore che potrebbe costare caro inun’era economica nella quale novità e velocitàvanno a braccetto. Investire in formazione,tecnologie e differenziazione del prodotto èsicuramente un buon punto di partenza versoun’economia nuova, flessibile e pronta amodificarsi in base agli andamenti dei mercatimondiali. Non bisogna però dimenticare che ilprocesso di rinnovamento richiede molto tempoe risorse, e che non può essere attuato senzauna stretta collaborazione del governo nazionale,il quale deve mettere il tessuto imprenditorialeitaliano nelle condizioni di potersi innovare senzatroppe difficoltà di natura politica e burocratica.Inoltre, investire nella cultura del “saper fareimpresa” è sicuramente fondamentale al giornod’oggi. Solo se si è consapevoli di ciò che unsistema imprenditoriale sano può portare intermini economici e sociali ad un paese comel’Italia si può attuare la rivoluzione culturalemenzionata dal direttore Napoletano. Nell’eradella tecnologia e dell’ormai prossimo 3.0 nonci sono più scuse; le condizioni per uscire daquesto periodo negativo ma anche di grandeopportunità ci sono tutte. Non acquistare ilbiglietto di sola andata verso il futuro potrebbeessere una mossa dai risvolti alquanto nefasti.
Ancona, Istao: tecnologia e innovazionecome “ricetta” anti-crisidi Luca Giordani
Falconara, Luogo lascia il consiglio comunaledi Maurizio Grilli
AFalconara Fli perde il suo consigliere comunale e con esso larappresentanza istituzionale: Ludovico Luongo se ne va con
un’ultima polemica verso la maggioranza Brandoni, definita “retro-grada” e “provinciale”. Ludovico Luongo era passato a Fli nell’autunno2010, da berlusconiano a finiano in un battibaleno, con buona pacedel consigliere regionale Giacomo Bugaro e del suo entourage fal-conarese, che su di lui avevano puntato con decisione nella campagnaelettorale del 2008. La sua svolta finiana aveva colto di sorpresa unpo’ tutti, non solo la maggioranza falconarese, con la quale fin dasubito i rapporti sono divenuti tesi. Un ruolo certamente nonfacile, anche nel suo incarico di presidente della commissione ur-banistica – finché non si dimise causa “mobbing politico” – mapure a causa del suo lento e costante disimpegno sul territorio,dovuto sicuramente anche a motivi professionali, come all’assenzadi un gruppo locale che potesse di supporto: mancanza di collegamenticol territorio e col movimento finiano provinciale, insomma.Falconara è una realtà complessa e strategicamente importante,per Fli è quindi fondamentale esserci, purché si declini l’impegnopolitico attraverso azioni concrete, non solo come presenza “tantoper”. Finora, invece, c’è stato un susseguirsi di discutibili interventi– a mio parere – volti a segnalare un personalismo fine a se stesso:prima l’uscita dalla maggioranza per un appoggio esterno, poi le di-missioni dalla presidenza della commissione, infine le dimissionidal consiglio comunale. Nessuna traccia di un fattivo impegno peril territorio, attraverso il quale marcare la differenza politica che in-dubbiamente ha contraddistinto altrove Fli dal Pdl. Per Futuro e Li-bertà a Falconara si apre ora, invece, una nuova o, forse, la primastagione. L’incarico di referente sul territorio è ora affidato all’amicoLorenzo Giammarchi, futurista della prima ora, persona sicuramentepiù legata al territorio, anche professionalmente. Tocca a lui e al co-ordinamento provinciale sfidare, senza temere di scompaginare,l’attuale scenario politico locale. Rinnovare l’offerta politica innome del buon governo locale. L’obiettivo è “convocare ad esistereun nuovo elettorato” aggregandolo in un amalgama nuovo: unnuovo polo politico per Falconara, ovvero quel collante tra lapolitica e i soggetti al di fuori di essa. �
Luongo (a destra) con gli esponenti della maggioranza
Anche ad Osimo, dobbiamo impegnarci tutti per
un sostanziale rinnovamento della politica con un
progetto ampio e inclusivo, capace di raccogliere
tutte le intelligenze cittadine, storie di impegno
politico e civile diverse tra loro, anche molto distanti
nel passato, ma che abbiano a cuore il desiderio di
un futuro migliore per il nostro territorio. Occorre
una sensibilità condivisa per dare forma ad un
nuovo e vero spazio pubblico in cui la discussione e
l’azione contrastino e compensino le lacune della
politica osimana e soprattutto dell'antipolitica: due
facce della stessa medaglia che rischiano di soffocare
Osimo. Puntare su idee convincenti e visioni di
lungo periodo, non su etichette ormai senza senso
e su slogan poco credibili. Riforme, meritocrazia
vera, spazi per i giovani che vogliono impegnarsi,
tutela dell’ambiente e consapevolezza culturale,
unite a una politica declinata, finalmente, in nuove
forme e su nuove coordinate: queste sono le stelle
polari del progetto che immaginiamo. Per questo
abbiamo incontrato i rappresentanti di Udc e Api,
per provare a gettarne le basi. Fli ad Osimo e per
Osimo, metterà davanti a tutto la dignità del
progetto, la capacità di immaginare una città che
non solo esce dalla crisi, ma che si erge a protagonista,
veloce, competitiva, moderna e dinamica nel
panorama provinciale e regionale.
Idee di destra o di sinistra? Agli osimani interessa
altro. Finora, invece, nelle segreterie locali dei
partiti è prevalsa la logica triste del "dover stare"
piuttosto che una coraggiosa "dover andare": noi
vogliamo impegnarci “per andare” verso il futuro,
senza aspettare di subire le dinamiche della politica
nazionale. Credo sia chiaro a tutti che l’odierno
scenario partitico e politico non può avere un
futuro. Dobbiamo scegliere con coraggio ed
entusiasmo di superare le politiche degli apprendisti
stregoni locali che guardano i loro ombelichi provando
a dar vita ad alchimie politiche che, è sotto gli
occhi di tutti, hanno come unico scopo la conferma
di poltrone e non il futuro di Osimo. Governare nel
prossimo futuro significherà abbandonare i vecchi
cliché ormai stantii, servirà di un up-grading, per
affrontare le nuove e complesse sfide essendo
propositivi, esprimendo sempre il proprio pensiero.
*membro direttivo provinciale Fli
La politica deve essere
confronto e nonpiù di scontro
di Alessandro Buccelli*
Buccelli: «Destra o
sinistra? Agli osimani
non interessa. Lo
scenario politico di oggi
non ha futuro».
Ancona: Rocco e Speciale, due big per Fli
Rocco e Speciale,due eccellenze
per il Fli di Ancona edelle Marche. La fami-glia finiana cresce e ilfatto che ruoli di re-sponsabilità finiscanoin mano a personaggidel calibro di GaetanoRocco e di Andrea Spe-ciale è un segno chel'idea alla base del movimento è buona e la strada in-trapresa quella giusta. Dopo che il sindaco FiorelloGramillano ha scongiurato le elezioni anticipate, co-stretto a digerire l'indigesta alleanza con l'Italia deiValori di David Favia, c'è tempo per organizzarsi e la-vorare sulla città. Gaetano Rocco, ingegnere moltostimato e conosciutissimo nel capoluogo dorico, èstato eletto al primo congresso cittadino di Fli Ancona."Da quando Gramillano è sindaco – ha detto Roccoal suo insediamento - nessuna proposta per il cittadinonessuna proposta per la città, nessuna proposta per igiovani. Ancona ha il poco invidiabile merito discalare molto velocemente la scala verso il bassodella non qualità della vita. Aziende che chiudono;per quelle che miracolosamente riaprono, Fincantieri,il merito non è certo del preside sindaco.
La cultura sta a zero, però l’inquinamento è alTop. Eppure la giunta e la coalizione al governo citta-dino si preoccupano di elemosinare uno o due votiper tirare a campare, per sopravvivere fino allaprossima mozione, al prossimo consiglio comunale;ma per che cosa poi, per quale progettualità daportare avanti, per quale sviluppo cittadino da com-pletare. Per quale futuro per la nostra città?". L'avvocatoSpeciale è uno che conosce bene Gramillano. Alle ul-time Comunali si è battuto contro di lui come candi-dato a sindaco dell'Udc. Speciale non lascia il suopartito ma ha deciso di dare un contributo tecnicoper il dipartimento famiglie, uno dei gruppi con cuicoordinatore regionale Baldassarri ha suddiviso illavoro in regione. "Baldassarri mi ha chiesto di dareuna mano ai cugini di Fli in quanto esperto – spiegaSpeciale, dimessosi da capogruppo Udc in consigliocomunale perché in dissenso con la decisione deicentristi di entrare nella maggioranza con Gramillano- Le politiche per la famiglia sono un tema difficile esul quale non c’è molta preparazione nel mondo po-litico. Non ho chiesto il permesso all’Udc ma nonvedo elementi di incompatibilità, mi auguro che nonsia un problema".
aprile 2012 15
Gaetano Rocco
In questo periodo abbiamo sentito parlare molto spessodella situazione Ersu che appare, dalle opinioni espresse
dalle parti (Regione, Ersu, partiti politici di destra esinistra), poco chiara tanto che ci siamo presi la briga difare qualche indagine per capire meglio come mai ci sonotante parti che, animatamente, discutono sul futuro diquesto ente. Si sta approvando una legge che riordina gliErsu in modo superficiale e non adatto a risolvere i pro-blemi. Partendo sempre dal presupposto che l’Ersu sia unente pubblico non economico, con lo scopo unico dellatutela per il diritto allo studio, analizziamo insieme alcunipunti per capire come e se funziona il sistema. Ma la diri-genza Ersu che ne pensa? I presidenti dicono alla Regione“che l’invio di atti (delibere consiliari e determine diri-genziali) non ha lo scopo di verificarne la legittimità”,“che per atti di maggior importanza, quali bilanci, glistatuti, i regolamenti, atti di variazione delle piante orga-niche e di assunzione del personale, l’Amministrazionevigilante (la Regione) puo’ invitare gli Enti stessi a riesa-minarli, qualora risultino non conformi dando comunqueagli Ersu, la possibilità di contro deduzione degli stessi”,auspicando "che dagli uffici regionali vi sia nel proseguo
una puntuale attuazione delle procedure di cui alle ri-chiamate normative e non vengano piu’ esercitate formedi vigilanza da parte di organi o soggetti in essa non con-templati, ovvero su materia, quale la gestione del personale,di spettanza e responsabilità dirette degli Ersu". Altra do-manda. I lavoratori sapevano che da regionali sarebberodiventati dipendenti Ersu? Hanno dato illoro consenso?Per questo i presidenti Ersu chiedono "in ordine al trasfe-rimento del personale e delle risorse economiche corri-spondenti alla gestione diretta degli Ersu, si chiede la de-finizione della problematica relativa al trasferimento delleeffettive risorse in attesa della definizione del trasferimentoanche del personale”. Con la riforma regionale l'Ersu è di-ventato un società mista pubblico privata ma a beneficiodi chi. Mentre i presidenti chiedono "lo sblocco da partedella Regione della costituzione di società tra gli Ersucon altri enti pubblici (Università, Province e Comuni) esocietà private” a noi vengono altre domande. Se la GiuntaRegionale, quindi l’organo politico, oggi , quasi non con-trolla la gestione dell’Ersu, cosa accadrà quando verrà in-globato in una società mista Pubblico Privato? I dipendentipotranno passare alla società pubblica? Vi saranno dei ri-dimensionamenti di organico?
Può la creazione di tale Società portare a degli squilibrisul mercato avendo la forza per porsi in una posizionemonopolistica in un determinato settore nel nostro terri-torio? L’indebitamento della società mista relativo per in-vestimenti, gestione, i costi (compresi quelli dell’organodirigenziale e ad esso connesso), le consulenze, i costi
16
Holding Ersu Spadi Piero Casula
ERSU, TUTTE LE SPESE PER GLI IMMOBILI
L’Ersu dovrebbe Tutelare il
Diritto allo Studio. Noi
vogliamo Tutelare gli studenti.
Il Nostro futuro
Troppi investimenti
immobiliari, pochi quelli allo
studio. Si tratta di una holding
che gestisce immobili o un
ente che aiuta gli studenti?
Analizziamo alcuni dati. Ex
Scorpio Club: costo di acquisto
415.529 euro, ristrutturato nel
2003 per 146.479,16 euro. A
quale scopo inerente il
sostegno al diritto allo studio,
era ed è riservato questo
stabile? Il bene ora è all’asta a
630.000 euro: se il prezzo
medio di un locale in quella
zona è di 3.000 euro al mq,
come si può vendere all’asta
un immobile della superficie di
645mq con uno scoperto di
217mq a quel prezzo?
L’investimento a Castel
Cavallino: acquisto terreno
739.501, finanziamenti
regionali già stanziati
3.661.214,74, cofinanziamento
statale a disposizione
5.447.737, spese varie di
progettazione e consulenza
873.390. A cosa è servito
questo investimento? Possono
essere veramente tanto alte le
spese per la progettazione e
consulenza? Se è vero che tale
progetto è stato ormai
abbandonato, i finanziamenti
stanziati se e come sono stati
o verranno utilizzati?
Ristrutturazione Casa dello
Studente, costo 3.816.679,
svalutazione immobile
1.525.857. La differenza tra il
valore reale dell’immobile 8,6
milioni e la somma del valore
precedente 6.309.178 più la
ristrutturazione 3.816.679
(totale 10.125.857) ha
generato una svalutazione
immediata dell’immobile pari
a 1.525.857. Inusuale in
quanto il valore complessivo di
un immobile dovrebbe
aumentare dopo una
ristrutturazione. Questa
differenza è causata per
l’effettivo eccesso di lavori di
alto livello su una struttura
che dovrebbe alloggiare
studenti e che assomiglia ad
un albergo di lusso? Quanti
studenti possono permettersi
di alloggiare alla Casa dello
Studente e in quanti vi
alloggiano? Palazzina via
Petrucci, costo d'acquisto
1.679.263, interessi pagati nel
2009 pari a 82.826 per dare
alloggio a 27 studenti. A questi
costi vanno aggiunti tutti
quelli per la gestione dello
stesso, la restituzione del
capitale alla banca e tra
qualche occorrerà di certo
fare delle manutenzioni. Gli
studenti delle sedi distaccate
avrebbero preferito un'altra
soluzione? Locale in via Sasso,
acquistato a 222.600 euro. A
quale scopo inerente il
sostegno al diritto allo studio,
era ed è riservato questo
stabile?
aprile 2012 17
fissi ed eventuali acquisti sbagliati o un'eventuale gestione non oculata,ricadrà in futuro sull’ente e sui cittadini? Potremmo trovarci da qui a 5o 10 anni con una società mista indebitata all’inverosimile, dove magarila parte privata ha goduto di privilegi ed incrementi di introiti sia alivello finanziario che patrimoniale, mentre la parte pubblica si è trovatain carico la maggioranza delle passività? La creazione di una società, siaessa Pubbica, Privata o Mista, necessita prima di ogni altra cosa, di unprogetto di impresa. Questo progetto esiste? È condiviso da studenti,lavoratori e cittadini?
La proposta di Fli Pesaro Urbino è più potere agli studenti attraversouna riorganizzazione che preveda l'eliminazione del presidente con ipoteri al direttore (unico per tutti gli Ersu, nominato dalla Regione econ piena responsabilità giuridica, economica e risarcitoria degli attipropri e di quelli assunti dai vari cda) e a un cda ampliato con maggiorpotere agli studenti, l'utilizzo del revisore regionale anziché del revisoreunico dell'ente. Si è parlato spesso di annullare tutti i cda e di portaretutta la gestione ad Ancona, ma questo pregiudicherebbe la connessionetra l’ente ed il territorio. Un elemento essenziale.
Un cda così importante deve avere una compagine equilibrata: 2membri del comitato studentesco (uno dell’ultimo anno ed uno del pe-nultimo anno del proprio corso di studi), 2 membri nominati politicamentedalla maggioranza (espressione politica e democratica), un membrovotato a maggioranza dall’opposizione, un rappresentante dei lavoratorie uno dei docenti. Totale 7 membri, numero dispari, rappresentanza ditutto ciò che dovrebbe essere l’Ersu, tanto da compensare le nominepolitiche con rappresentanze studentesche e dei docenti, senza tralasciarecoloro che vi lavorano all’interno e che possono analizzare anche altriaspetti della gestione. �
Un blog per dire la vostra
L'Ersu territoriale è importante e strategica, occorre che l'ente
ed il suo ruolo vengano tutelati,
e che invece vengano perseguiti coloro, che hanno il compito di
gestire e non operano per il bene dello stato, del cittadino e, in
questo caso, degli studenti. Da tempo riceviamo chiamate, facciamo
incontri, discutiamo con studenti e dipendenti ersu, sulla situazione
dell’ente stesso? Chiediamo a tutti gli studenti, i docenti, i
lavoratori dell’ersu di aiutarci a capire come puo’ o dovrebbe
essere gestito questo ente. Futuro e Libertà apre un Blog apposito
sul suo sito, dove tutti potranno discutere sulla situazione, sulle
efficienze o inefficienze, sui pro e sui contro, su ciò che serve e
ciò che e’ superfluo o inutile per gli studenti.
Un luogo dove confrontare le idee, le problematiche ma soprattutto
le soluzioni.
Dopo i casi di Bari,Savona, Vicenza, Modena e
Salerno e della Sardegna, l'ondata di tessere false
arriva anche nelle Marche con i vertici di Fli
Macerata e Gf Marche iscritti "d'ufficio" al Popolo
delle Libertà. Un caso immediatamente
denunciato alla Procura al quale è seguita una
sequenza di battute velenose da parte dei
pidiellini. Ma carta canta. Ai finiani è arrivata
anche la lettera di convocazione per votare al
congresso provinciale del partito di Berlusconi.
Colpa del "copia e incolla". L'ipotesi più probabile:
si prende il registro dell'anno prima, si copia e
incolla e si aggiungono i nuovi tesserati senza
depennare chi non ha rinnovato. Un atto
premeditato oppure ci si trova di fronte a tanto
pressapochismo? Quel che è certo è il risultato:
il Pdl, solo sulla carta, aumenta i consensi.
Pronto un espostoin Procura
L'ondata delle tessere falsecolpisce Macerata
di Rossella Favi
Tessere false del Pdl anche a Macerata: il caso, esploso a livellonazionale, non ha mancato di toccare anche la provincia mar-
chigiana, nella quale alcuni dirigenti locali di Fli si sono ritrovatiiscritti al partito di Silvio Berlusconi. Tra di essi, il coordinatoreprovinciale dei finiani Giorgio Pollastrelli, il suo vice Felice Munafòe anche il coordinatore regionale di Generazione Futuro VeronicaFortuna. La denuncia è stata lanciata anche da Gianmario Mariniello,coordinatore nazionale di Gf, sul sito del movimento. “Si tratta –ha detto Mariniello - dell’ennesima dimostrazione di come elenchidegli iscritti del Pdl siano stati copiaincollati, probabilmente percercare di nascondere il crollo del partito di Berlusconi sul territorio.Il milione di iscritti tanto esibito da Angelino Alfano – è l’affondodi Mariniello – è stato travolto in questi mesi dagli scandali: forseanche questo avrà contribuito a far crollare il Pdl in tutti i sondaggi.
La politica è un’altra cosa: non a caso Pollastrelli, Munafò eFortuna hanno scelto il progetto di Fli”. A tale proposito, MarioLattanzi, segretario provinciale del Pdl, ha decisamente respinto leaccuse, parlando di una strumentale confusione degli elenchi degliiscritti e smentendo, poiché i finiani non risultano aver rinnovatola tessera Pdl nel 2011, che questi avrebbero potuto paradossalmenteavere diritto di voto nel congresso regionale del partito svoltosi poipochi giorni dopo, il 4 marzo scorso, e nel quale Lattanzi è stato ri-confermato nel suo ruolo. Ottavio Brini, vice coordinatore regionaleaggiunto del Pdl, aveva parlato a sua volta di bufala, rispetto alleaccuse degli esponenti Fli, dichiarando che i vertici nazionali del
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Finalmente dopo un
lunghissimo periodo di
trattative, la vicenda della
Mediterranea S.r.l volge ad una
conclusione positiva. Risulta
infatti che la curatela
fallimentare abbia accettato la
proposta di conduzione in
affitto e successivo acquisto
complessivo di beni immobili e
mobili presentata
dall'amministratore delegato
della Mediterannea S.r.l.
unipersonale Vincenzo Ciulla.
Dunque se verranno rispettati
gli accordi presi in tale stipula
nei mesi futuri, 36 per
l'esattezza, un'azienda
matelicese importante per
tutta la comunità,
considerando le cento famiglie
vi prestano lavoro usciranno
dall'incertezza che negli ultimi
mesi hanno tenuto tutti con il
fiato sospeso, considerando il
bruttissimo periodo di crisi che
questo piccolo centro urbano
sta vivendo. Il Fli sempre
attento alle vicende territoriali
si augura vivamente che nei
Matelica, raggiunto l'accordo per la Mediterranea:salvi 100 posti di lavoro
di Gessica Menichelli
prossimi mesi tutta la vicenda
possa realizzarsi come dalla
documentazione presentata,
perchè questo territorio può
offrire molto, sia a livello
umano che professionale.
della vicenda, delle convocazioni per il congressoPdl recapitate invece nelle cassette postali deidirigenti di Futuro e Libertà proprio il giornosuccessivo. Quella che ancora Mariniello defi-nisce “prova schiacciante” della malafede deipidiellini.
La posizione dei finiani era stata presentatain una conferenza stampa contestuale alla con-segna dell’esposto, in cui Pollastrelli, Fortunae Munafò avevano portato documenti, elenchie mail a sostegno della loro tesi. “Ci aspettiamo– ha detto Pollastrelli - che Ceroni (deputato ecoordinatore regionale del Pdl, ndr) faccia chia-rezza. Lo chiediamo senza alcuna volontà po-lemica. Vogliamo solo che i congressi del Pdl sisvolgano all’interno del perimetro della legalità”.“Nessuna guerra al Pdl – aveva sottolineato inquell’occasione Felice Munafò –, se lo avessimovoluto ci saremmo recati alle urne domenica 4marzo per poi far scoppiare lo scandalo il giornodopo e chiedere di annullare il congresso. Noi,lasciando il Pdl, abbiamo fatto una scelta politicama anche personale perché abbiamo lasciatoanche tanti amici”. Ma ora, hanno concluso itre, “spetta alla Procura fare chiarezza”.
Insomma, ancora scintille tra Pdl e Fli, acolpi di nominativi, date ed elenchi: mera pub-blicità gratuita, accusano i berlusconiani, mentre
da Futuro e Libertà si addita la vicenda come il disperato tentativodi nascondere il calo degli iscritti del partito berlusconiano e la suaassenza sul territorio. �
partito berlusconiano avrebbero potuto valutare azioni legali.Da parte sua Fli, con Giorgio Pollastrelli, ha già presentato un
esposto in Procura lo scorso 1° marzo. Forte però, a questo punto
aprile 2012 19
a destra Gianmario Mariniello,
a sinistra i l coordinatore regionale Pdl Remigio Ceroni
Ad un passo dalla tanto attesa riforma delmercato del lavoro, così auspicata dal governo
Monti, vale la pena di soffermarsi per un istante ariflettere sulle generali condizioni del lavoro a cuitutti in misura diversa, siamo sottoposti. Le instabilicondizioni di lavoro, precario, mal retribuito esempre più in crisi, non favoriscono certo unacrescita individuale né sul piano economico-occu-pazionale, né tantomeno sul piano di una realizzazionepersonale. Non c'è da stupirsi se a distanza di 50anni dalla “svolta industriale”, il territorio Fermanoè di nuovo dentro a una crisi molto grave che rischiadi determinare un basso riposizionamento dei livellisocio-economici e un arretramento del tenore divita.
Nella sola provincia di Fermo, che conta una po-polazione di circa 170.000 persone (Istat 2005), il
tasso di occupazione (15-64 anni) è al 62% (obiettivo Ue 70%); al16% oltre i 55 anni. Il tasso di disoccupazione è invece passato dal10,4% del 2006 al 13,7% del 2011 pari a 15.722 lavoratori, benoltre il dato nazionale del 9,4%. Analizzando i dati del Centro perl’Impiego emerge che le più colpite sono le donne 16%, (maschi al11,4%), seguite da giovani e immigrati. Inoltre, nella fascia di po-polazione compresa tra il 20 e i 39 anni di età, si rilevano i datipeggiori con picchi di disoccupazione pari al 26%. Stessa sorte pergli over 50 al 21,9% e per gli extracomunitari che passano dai1.021 disoccupati del 2006 ai 1.906 del 2011, pari al 12,12% deltotale. I licenziamenti si abbattono sul calzaturiero, servizi/terziario,costruzioni e metalmeccanico; in numero maggiore provenienti daaziende sotto 16 dipendenti. Nel 2011 sono aumentati gli avviamentirispetto al 2009 e al 2010 passando rispettivamente da 34.254 e37.470 a 38.341 (+4.087/+11,9%). Tuttavia, il dato è positivo soloin apparenza perché risulta che è drammaticamente aumentata laquota dei contratti di lavoro precario: nel 2009 la quota dei contratti
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a tempo indeterminato raggiungeva il 28,3%, nel 2011 la stessa siattesta al 13,7, il resto, oltre l’82%, è tutto precariato. È possibileriportare ordine in questo mare magnum lavorativo? Sembra doverosoe prioritario riaffermare i diritti degli uomini del lavoro come parteintegrante dei diritti umani, visto che mai come in questa epocal'uomo è stato tanto umiliato, offeso e impoverito d'animo e didenaro. Già perché la povertà di cui parliamo è una povertà indub-biamente economica, ma anche culturale, di sensibilità. E allora, èpossibile riabilitare l'uomo ripensando a un mercato del lavoro cheponga l'uomo al centro?
Il Governo Monti sembra volersi porre il nobile obiettivo di rifor-mare il grande fronte del mercato del lavoro, vale a dire piùflessibilità in uscita con la revisione dell’articolo 18 dello Statutodei lavoratori e revisione degli ammortizzatori sociali. Quali le di-rettrici? Sicuramente dialogo con i sindacati, sul piede di guerraogniqualvolta sentano parlare di riforma dell'articolo 18 - la modificaall'art. 18 è una posizione molto difficile da conciliare - e interesse
al modello Ichino, giuslavorista del Pd, che prevede più facilità dilicenziamento accompagnato però a un sistema di tutele a caricodelle aziende, denominato flexsecurity. Il che sostanzialmentesignifica più ricambi interni alle imprese ma più ammortizzatorisociali secondo il sistema in vigore in Danimarca. Anche il ministrodel Welfare Fornero ha già detto di apprezzare lo 'scandinavo' stru-mento del 'reddito minimo garantito' che potrebbe costituire monetadi scambio per la revisione dell’articolo 18, se e solo se i sindacatiaccetteranno e daranno il via libera. In sintesi: “Modello tedesco”per i licenziamenti (art. 18) e un percorso negoziale che consentaalla Cgil di stare al tavolo fino all'ultimo momento; obiettivo di unariforma profonda per gli ammortizzatori sociali, da mettere a regimetra cinque anni, che punta a un sistema su due pilastri, Cassa inte-grazione e indennità di disoccupazione; fermo intento di rimettereordine fra le diverse tipologie contrattuali per eliminare sacche diprecarietà. Centrale resta da capire dove verranno trovate le risorseper gli ammortizzatori sociali, ma soprattutto se questa riformasarà o no all’insegna del licenziamento facile e della flessibilità esa-sperata o di tutela rinnovata al lavoratore. Altra questione urgente,le cosiddette dimissioni in bianco. Nell'odierno mercato del lavorosembra vigere questa pratica illegale, ma purtroppo assai diffusa,secondo la quale il dipendente si vede costretto a firmare unalettera di dimissioni, senza data, al momento dell'assunzione e perla quale può essere obbligato dal datore di lavoro ad andarsene inqualunque momento.
La legge 188 del 2007 in realtà aveva introdotto dei meccanismiprocedurali che di fatto vanificavano la possibilità di apporre firmein bianco di pre-licenziamento al momento dell'assunzione, ma fuimmediatamente abrogata dal Ministro Sacconi nel 2008 al mutaredella legislatura. Una delegazione di donne della Provincia di Fermoha deciso di riaprire la questione aderendo alla mobilitazionenazionale "188 donne per la legge 188", consegnando al Prefettouna lettera indirizzata al Presidente del Consiglio, ai Presidenti diCamera e Senato, al Ministro del Lavoro e a tutte le Parlamentari,nella quale viene richiesto un intervento legislativo urgente edefficace per combattere il fenomeno. Agitatevi, organizzatevi, studiate,approfondite. Don Andrea Gallo lo chiede sempre ai giovani. Noi lochiediamo al governo Monti. �
aprile 2012 21
IL LAVOROCHE NON C'È E LE REGOLE
DEL GOVERNOMONTIdi Cristina Corradetti
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i l s indaco di Ascoli Castell i e
quello di San Benedetto Gaspari
aprile 2012 23
Il più importante strumento programmaticoche le amministrazioni comunali hanno
per poter prevedere lo sviluppo delle città,spesso e volentieri non viene utilizzato. Di-mostrazioni in tal senso si hanno anche nelterritorio piceno, con Ascoli e San Benedettoche, nonostante il succedersi di sindaci edamministratori alla guida delle città, nonriescono ad approvare un nuovo Piano Re-golatore. Attraverso il Prg le amministrazionidovrebbero stabilire quali dovrebbero esserela dimensione demografica delle città, comeincrementare il numero degli abitanti, doveprevedere lo sviluppo cittadino, come mi-gliorare e adeguare la rete stradale e farearee verdi. E invece tutto questo manca. AdAscoli, ad esempio, l’ultimo Piano Regolatoreè stato approvato quarant’anni fa e nono-stante i ripetuti annunci prima del sindacoPiero Celani e più recentemente del suosuccessore Castelli, ancora non si riesce aportare all’approvazione del consiglio co-munale gli elaborati che insigni professionistichiamati come consulenti stanno redigendoda alcuni lustri.
Appena insediatosi, nell’estate del 2009,l’attuale primo cittadino di Ascoli, insiemecon l’assessore all’Urbanistica della suagiunta, volle lanciare all’opinione pubblicaun segno di discontinuità con il suo prede-cessore ed annunciò le linee guida che sa-rebbero state le fondamenta del nuovo do-cumento programmatico che, si disse, sarebbestato approvato in tempi brevissimi. Sonopassati quasi tre anni e ancora nulla è suc-cesso. Anzi, l’Amministrazione continua adapprovare la costruzione di nuove palazziattraverso la concessione di deroghe al PianoRegolatore. Se per Piero Celani c’era il com-parto di via Firenze, per l’attuale ammini-strazione ci sono i Contratti di Quartiereche consentono di aggirare i piani regolatorie concedere autorizzazioni edilizie senzadare l’impressione di avere chiara l’idea disviluppo cittadino che si vuole perseguire.
Espandere la città verso Ovest, cercandodi riequilibrare il baricentro della città checon il passare degli anni si è sempre piùspostato verso la vallata del Tronto, oppureproseguire con un’estensione urbanisticaproiettata verso il mare? Espansione o ri-qualificazione cittadina? Rilanciare oppureno la zona del Colle San Marco? Se sì, inche maniera? Quali possono essere dei nuovicollegamenti viari che possano risolvere unavolta per tutte la viabilità cittadina? E, so-
prattutto, come arrestare il graduale e ine-sorabile decremento demografico di Ascolicittà capoluogo? Come invertire questa pe-ricolosa tendenza? La mancanza di proget-tualità ha causato l’impoverimento non soloeconomico del capoluogo. Sempre più spessole giovani coppie hanno scelto di trasferirsiin uno dei comuni limitrofi dove sia il costod’acquisto di una casa che quello d’affittosono notevolmente inferiori a quello del ca-poluogo. A San Benedetto la situazione nonè certo molto dissimile da quella di Ascoli.Anche in riviera non si è provveduto ad ap-provare un nuovo Piano Regolatore e si vaavanti a colpi di variante. E talvolta non siriesce neppure a trovare un accordo.
Come nel caso della zona ex Ballarin dovela Fondazione Carisap aveva deciso di fi-nanziare la riqualificazione della zona met-tendo a disposizione oltre che un maxi fi-nanziamento anche progettisti di fama in-ternazionale. Purtroppo le idee sul da farsiin quella parte della città unite a problemisulla proprietà dell’area scelta non hannoconsentito di andare avanti su quel progettocon la conseguenza che la Fondazione hadestinato quei soldi alla realizzazione diun’altra opera nel vicino comune di Grot-tammare. Esempi di mancanza di program-mazione territoriale che certamente frenanoanche il rilancio economico ed occupazionaledel territorio.�
Cercasi Piano Regolatore…disperatamente!
di Gabriele Baldassarri