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supplemento al n° 40 marche www.ilfuturista.it mensile indipendente LA PAROLA AI CITTADINI SPECIALE MARCHE AL VOTO

il futurista marche - 4

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supplemento mensile de Il Futurista dedicato alle Marche - aprile 2012. Speciale Elezioni 2012

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a.it mensile indipendente

LA PAROLAAI CITTADINI

SPECIALEMARCHE AL VOTO

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marcoCATALANI

IL 6 E IL 7 MAGGIO, anche nelleMarche, i cittadini saranno chiamatia decidere le sorti legislative deipropri comuni. Nella nostra regionesi vota in 15 comuni tra i quali fi-gurano realtà importanti e popolosecome Jesi, Fabriano e Civitanova.Circa 200mila marchigiani. Si sa-rebbe anche dovuto votare per la Provincia diAncona che invece, visto il recente declassamentovoluto dal Governo, diventerà ente di secondolivello votato da sindaci e consiglieri comunali chedovranno eleggere tra loro la futura assembleaprovinciale (12 consiglieri compreso il presidente).Calendario alla mano, confrontato con la leggeelettorale partorita dall'Esecutivo nazionale, se neriparlerà a luglio. La Provincia anconetana farà in-somma da cavia a livello nazionale. Avremo mododi riparlarne sui prossimi numeri del nostro futu-rista marche. Altro test più imminente riguarda ipartiti. L'appeal dei politici è sotto le scarpe e ladomanda che viene subito alla mente è: reggerannol'urto della cosiddetta "antipolitica"? La sensazioneè che in tempi così critici, vuoi per la crisi economica,vuoi per una mancanza di credibilità che la politicasi è conquistata a causa del lassismo del precedenteGoverno Berlusconi e di ripetuti comportamenti(e l'alter ego del Pdl, il Pd, non è esente da colpe)che hanno sempre più distaccato la casta dalla vitareale del paese, la gente sia stanca. Cittadini stufimarci dei privilegi che cercano qualcosa di nuovo.Anche Monti sta deludendo. Aveva promesso rigoreed equità. Finora si è visto solo il rigore. E famiglie

ancor più in difficoltà. Lo abbiamo già detto qualchetempo fa. Se quello sulle Province resta l’unicotaglio sui costi della politica, questo è destinato adiventare un intuibile specchietto per le allodole.

Non è stato un bel segnale la bocciatura del-l'emendamento di Mario Baldassarri che, a nomedi tutto il Terzo Polo, chiedeva di tagliare le spesesuperflue per alleggerire le tasse ai cittadini. Parerenegativo della Ragioneria dello Stato. Ora, che do-vrebbe dire la gente se poi sente, come si è sentito,dire a esponenti del Pd (il tesoriere Antonio Misianie la stessa Rosi Bindi) che i partiti non possono ri-nunciare ai rimborsi elettorali, pena la chiusura?Che dovrebbe ribattere un padre di famiglia, con

le bollette aumentate, la benzinaalle stelle, le tre tranche dell'Imu,quando viene a sapere che i soldipubblici ai partiti sarebbero servitiper coprire le spese della "Family"leghista? Il quadro nazionale si in-terfaccia con il locale. I politici co-munali sono quelli a più stretto

contatto con i cittadini e questo potrebbe giocarea favore di un'affluenza accettabile. Ma il proliferaredi liste civiche è emblematico. A Fabriano corronosette candidati. A Jesi sono otto.

A Civitanova ce ne sono cinque in lizza. A To-lentino, lo ha notato anche Beppe Grillo (che isondaggi danno in aumento costante), abbiamo20mila abitanti e 14 liste. I sondaggi dicono che il50% degli elettori è orientato ad andare al mare.Se andranno, non voteranno un partito tradizionale.Per questo serve alla politica un cambio di marciache non sia solo nella veste. A Pietrasanta, il presi-dente Fini ha parlato di "movimento" e non di"partito". Futuro e Libertà, nelle varie realtà in cuiè chiamato a correre, si è adeguato. E al cospettodi un'alleanza valida, coerente con le idee e con iprogrammi, ha saputo fare un passo indietro ri-nunciando al simbolo.

In 15 comuni, Futuro e Libertà si presenta con ilsuo simbolo solo a Civitanova. L'auspicio è che, difronte ad un'eventuale batosta, la mossa di nonpresentarsi con il proprio simbolo non funga daalibi. Serve quanto prima il varo del Polo della Na-zione. Un obiettivo che nelle Marche è ben lontanodall'essere raggiunto in tempi brevi. �

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Partiti, occorre cambiare pelle e sostanza

Il proliferare di liste civiche la dice lunga sull'appeal dei partiti

il futurista marche

Anno 1 - numero 4inserto mensile de Il FUTURISTAdirettore FILIPPO ROSSI

REDAZIONE MARCHEcapo redattore MARCO CATALANI

In redazioneMaurizio Grilli, Sergio Solari

Hanno collaborato:Cristina Corradetti, Rossella Favi, Piero Casula, Felice Munafò, Veronica Fortuna,Alessandro Buccelli, Luca Giordani, Gessica Menichelli, Gabriele Baldassarri.

ci trovi anche su facebook e twitter@futuristamarcheinfo: [email protected]

IL FUTURISTA MARCHE

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3aprile 2012

pesaroe provincia

maceratae provincia

fermoe provincia

ascolie provincia

al voto

regione

anconae provincia

SPECIALE AL VOTO DA PAG. 06 A PAG. 09

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Finita l'era Belcecchi, a Jesi è tempo di rinnovamento.Nella "Milano delle Marche" il favorito è senza dubbio il

centrosinistra che ha coagulato le sue forze attorno adAugusto Melappioni. Medico, ex assessore regionale allaSanità, Melappioni ci aveva già provato cinque anni fa con ilprogetto Jesi é Jesi che si è rivelata una forza dirompente epropositiva all'interno del poi nato Partito Democratico.

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JESI, MELAPPIONI CI RIPROVA

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Fabriano, il Polo è 3.0

In questo periodo abbiamo

assistito a parecchi colpi di

scena. A partire dalle primarie

del Partito Democratico. Non

tanto per chi le ha vinte, il

vicepresidente uscente della

Provincia Giancarlo Sagramola,

quanto per le conseguenze nel

day after. La rivale di

Sagramola, Sonia Ruggeri,

assessore uscente alla Cultura

della giunta Sorci, ha infatti

annunciato di voler lasciare il

Pd. A quanto pare – dice lei –

qualcuno l'ha convinta a

candidarsi e poi l'ha scaricata.

Un modo per non far sembrare

le primarie, una barzelletta

con un candidato unico.

Sagramola comunque, ha

ottenuto 1082 voti (su 1476

votanti) lasciando la Ruggeri a

quota 382 voti. Sagramola ha

sposato in pieno il Modello

Marche. È appoggiato dall'Udc

e dall'Idv ed ha stretto alleanza

anche con i Verdi. Più la civica

Cresci Fabriano. Fuori i partiti

della sinistra radicale che si

divide per tre candidati:

Emanuele Rossi con Sel, Jouri

Venturelli con il Partito

Comunista dei Lavoratori e

Renato Paoletti appoggiato da

Federazione della Sinistra e

lista Paoletti. Per darsi un tono,

anche il Pdl si è orientato sulle

primarie. Le ha vinte Urbano

Urbani, già candidato in

Regione due anni fa e non

eletto a causa della "strage di

preferenze" dell'altro ex

forzista Bugaro (circa 9000 in

tutta la Provincia-collegio). Ora

Urbani è appoggiato, oltre che

dal Pdl, dalle civiche Urbani

Sindaco e Fabriano Cambia. E

che dire della Lega Nord? Dopo

aver snobbato le primarie del

Pdl, ha annunciato di voler

correre da sola ma all'ultimo

non è riuscita a presentare la

sua lista. Futuro e Libertà ha

scelto una formula nuova per

candidarsi ed ha varato la lista

Polo 3.0. Il capolista è Sergio

Solari fino all'ultimo papabile

alla candidatura a sindaco, poi

toccata a Marco Ottaviani.

L'altra lista del cartello

elettorale finiano è Noi Centro.

Si è tentato fino all'ultimo di

poter presentare il Terzo Polo

compatto ma alla fine l'Udc ha

preferito il Modello Marche e

l'appoggio a Sagramola. Non

poteva essere altrimenti nella

città natale dell'assessore

regionale ai Trasporti Viventi

che proprio in forza di questa

alleanza ha ottenuto le deleghe

nel governo regionale pur non

essendo stato eletto.

Ottaviani ha proposto subito

l'azzeramento delle indennità

"di sindaco e assessore cui

lasceremo il diritto al rimborso

delle vere spese autorizzate e

sostenute", giunta a 5 assessori

(e non 7), gettone di presenza

per i consiglieri da 90 a 45

euro e solo con l’effettiva

presenza continuativa, sedute

consiliari alle 21 per evitare il

rimborso alle aziende private

e commissioni ridotte da 7 a 3

membri con gettone di 30

euro". In lizza c'è anche Joselito

Arcioni con il movimento

Fabriano 5 Stelle. Beppe Grillo

è stato a Fabriano la settimana

scorsa ed è rimasto vittima di

una polemica che riportiamo

che chiudere con un sorriso. Il

Pdl lo ha accusato di aver

parcheggiato il camper

contromano. Visto il concetto

di legalità che regna nel partito

di Berlusconi a livello

nazionale, la critica si

commenta da sola. Grillo ha

risposto che il parcheggio gli è

stato segnalato dai carabinieri

e ha mostrato in video i suoi

"rimborsi elettorali": frutta,

verdura e vino donati dai

fabrianesi.

aprile 2012 5

Nel 2007 a Jesi si votò con Ds e Margherita ancora divisi. Solo dopo diverso tempo dalla fondazione, Melappioni decise di

aderire lasciando lo scranno conquistato in consiglio comunale. Inquesti 5 anni deve aver lavorato parecchio per la sua candidatura.Tanto che le primarie del centrosinistra lo hanno visto prevalere suicandidati forti dello stesso partito come l'assessore uscente DanieleOlivi e l'ex segretario cittadino Nicola Vannoni. Non sono mancatepolemiche per l'alta affluenza di stranieri al voto e per i sospetti dibrogli ma alla fine la vittoria è stata giudicata legittima.

Jesi ha una forte tradizione di sinistra ma la sensazione è che ildecennio di Belcecchi non abbia entusiasmato: la sconfitta di Olivi,uno degli massimi esponenti dell'ultimo governo cittadino, è lì a te-stimoniarlo. Melappioni ha dalla sua un'ampia coalizione che va dalPd al Pdci, passando per Idv, Sel, repubblicani e socialisti. RifondazioneComunista, in polemica con Sel e Pdci per aver partecipato alleprimarie del Pd anziché puntare al cartello della Federazione dellaSinistra, va da sola e appoggia Daniela Cesarini. Dall'altro lato dellabarricata, Pdl e Lega Nord (prima volta alle Comunali jesine) vannoseparate. I pidiellini hanno scelto Paolo Marcozzi mentre il Carrocciosi affida a Michela Pergolini. Non va meglio per il Terzo Polo.Futuro e Libertà ha scelto Massimo Bacci come suo cavallo ma ilcandidato è allergico ai simboli di partito. Questo non è stato unproblema per i finiani (che infatti sono nella lista Jesiamo cheinsieme Patto per Jesi lancia Bacci) ma per l'Udc sì.

I casiniani, in un primo momento tentati dal Modello Marche e infase di ripiego sul Terzo Polo, hanno infine deciso di non rinunciareal loro simbolo e di correre da soli con Paolo Cesaretti. Il progettodi Bacci ha però attirato persone di ogni estrazione politica. Come iconsiglieri del centrodestra uscente Cesare Santinelli e DanieleMassaccesi, che nell'ultimo anno erano già confluiti nel gruppomisto ma anche l'uscente presidente del consiglio comunale PaoloCingolani, in rotta con il Pd per la vicenda Sadam poi per un breveperiodo all'Idv e ora nella lista di Jesiamo. Anche Noi Centro hapensato ad altro e con Insieme Civico e Partito Popolare Sicurezza eDifesa ha candidato Marco Giampaoletti. Chiude la lista dei con-tendenti il grillino Massimo Gianangeli. �

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Unico caso nelle amministrative marchigiane,

Civitanova presenta il simbolo di Fli per Luisella

Cellini, candidata a sindaco. Una sfida coraggiosa e

coerente quella dei finiani. Sull'altro lato della

medaglia politica si registrano infatti, passi indietro e

beghe di sezione da risolvere. Inizialmente infatti il

Terzo Polo si sarebbe dovuto coagulare insieme ad

altre liste civiche e altri partiti scontenti dei modelli

impostati dai loro vertici. Con Idv e con Erminio

Marinelli c'erano stati diversi contatti che poi, alla

conta finale, si sono rivelati melina politica con i

rispettivi schieramenti di appartenenza. L'Udc corre

da sola non mancando di evidenziare un certo

scontento tra chi avrebbe preferito altro. Non sta

meglio il Pd che candida Corvatta, vincitore delle

primarie sul favoritissimo ex presidente della Provincia

Giulio Silenzi che si è accontentato del ruolo di

capolista.

Civitanova, i finiani puntano sulla Cellini per la fascia tricolore

di Rossella Favi

Sfida a cinque per le prossime elezioni ammini-strative a Civitanova Marche: il 6 e 7 maggio

oltre 38mila civitanovesi potranno scegliere tracinque diversi schieramenti per eleggere il propriosindaco e i membri del consiglio comunale. Il ter-mine di consegna degli elenchi è scaduto lo scorso3 marzo, e quindi il quadro che si presenta ora èquello definitivo. Cinque, si diceva quindi, icandidati a sindaco, e 366 i candidati che aspiranoad un seggio in consiglio comunale (ventiquattro i“posti” disponibili). Il primo cittadino uscenteMassimo Mobili, centrodestra, si presenta con l’ap-poggio di cinque diverse liste: Pdl, Lega Nord Mar-che, Insieme per Civitanova con Marinelli, Liberae Vince Civitanova.

Il centrosinistra risponde con la candidatura deldottor Tommaso Corvatta, sostenuto da sei liste:Pd (con capolista l’ex presidente della Provincia diMacerata Giulio Silenzi che invece contava divincere le primarie), Sel, Idv, Federazione della Si-nistra, La Nuova Città, Uniti per Cambiare. Il Mo-vimento Cinque Stelle, i cosiddetti “grillini”, pro-pongono invece la candidatura di Mirella Emiliozzi

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, mentre l’Udc corre da sola con Laura Ruggeri. Ma c’è una terzadonna che corre per la fascia tricolore di Civitanova: si tratta del-l’avvocato Luisella Cellini, già capogruppo di Alleanza Nazionale,ora candidata per Futuro e Libertà e Primo Polo. Con lei in lista,tra gli altri, il coordinatore provinciale di Fli a Macerata GiorgioPollastrelli e il vice coordinatore Felice Munafò. “Civitanova –spiega Pollastrelli – è l’unica città nelle Marche in cui il partito diFini scende in campo con una propria lista ed un proprio candidatosindaco, sostenuto dalla lista civica Primo Polo per Civitanova.

Negli ultimi mesi, la presenza del Presidente Fini in città,assieme al lavoro di confronto continuo tra diverse civiche, partitie Fli ha dato vita ad un rinnovato spirito della politica, al di fuoridei soliti schieramenti contrapposti”. Il tutto, prosegue il coordi-natore provinciale, nell’ottica “dell’ormai probabile lista civicanazionale che si creerà nel 2013”. Fli e Primo Polo “hanno decisocoraggiosamente di osare per il bene della città”. “Un programmaserio e credibile, un candidato sindaco capace di governare al difuori della solita divisione tra destra e sinistra per il bene esclusivodella città: “Semplice, puoi” è lo slogan, che mette al centro laquestione della libertà di poter scegliere chi votare in base ai pro-grammi e non al potere detenuto”. In Fli e Primo Polo si realizzail record di presenze giovani (su 44 candidati, gli under 35 sono21), molte le donne, e solo tre delle persone in lista hanno giàavuto ruoli nell'amministrazione comunale.

Dal documento programmatico, articolato in vari punti, “scaturisceuna proposta di una nuova governance per la città, un’alternativacredibile alla politica degli ultimi anni. I tempi impongono rigoreed impegno nella gestione della spesa della Pubblica Amministra-zione ed è sempre più improrogabile un investimento parsimoniosoe ponderato delle risorse in modo da garantire aspetti per noi es-senziali, quali la coesione sociale e la ripresa di fiducia da partedei cittadini”.

Tra le parole d’ordine, trasparenza, partecipazione, politicheper i giovani, rilancio economico della città. Fli, conclude Pollastrelli,si batterà “per una città moderna, libera, che riprenda la corsaverso lo sviluppo ed il benessere. Per questo un accordo con ilvecchio sistema, con chi c'era trent’anni fa e c'è ancora oggi, nonpoteva essere fatto”. �

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aprile 2012 7

Gli oltre 15mila abitanti di Sant’Elpidio a Mare, potrannoscegliere il loro sindaco tra ben 7 candidati. Una frammen-

tazione politica da record che evidenzia come anche in uno deidistretti calzaturieri più importanti delle Marche la politica nonsia in grado di uscire dall’impasse generale, ancora troppo ancoratasui personalismi e logiche partitiche che hanno stancato granparte dell’opinione pubblica. Liste partitiche e liste civiche più omeno disposte a dichiarasi apartitiche, col rischio che quest’at-teggiamento schizzofrenico oltre che frammentanto disincentivigli elettori a manifestare il loro voto. In attesa di conoscere lescelte degli elettori e capire se e come arriverà un segnale peruna rivoluzione politica, ci hanno pensato i protagonisti stessi afornire colpi di scena per agitare lo scenario politico locale: apochi giorni dalla consegna delle liste, finiani ed ex finiani hannotrovato la quadra costituendo Alleanza Comunale che poi si èalleata con la lista Forza Giovani coordinata al consigliereprovinciale Diomedi. Entrambi sostengono il candidato a sindacoOrsili.

Gli altri in lizza per aggiudicarsi lo scranno più alto nell’assiseelpidiense sono: Mariani (lista 7stelle), Sabbatini (Movimento

5stelle), Terrenzi (Partecipazione Democratica, Democratici Po-polari, IdV), Valentini (lista Voltiamo Pagina, Pdl, Unione Popolare,Lega Elpidiense) e Zallocco (Pd, Psi, Api, Udc). C'è anche, in ex-tremis, il candidato di Sel. Platano è stato riammesso alla compe-tizione elettorale grazie al Tar delle Marche che ha accolto ilricorso dei vendoliani dopo che erano stati esclusi dalla competi-zione dalla commissione elettorale.�

Sant'Elpidio, un candidato ogni 2000 abitanti

Porto San Giorgio,ammucchiata di civiche e guerre fratricide

Tutti divisi, tutti contro. A Porto San Giorgio appuntamento elettorale

da resa dei conti con gli esponenti del Pdl (ma anche Fli) divisi tra

l'ex sindaco Andrea Agostini, sfiduciato lo scorso anno in consiglio

dalla sua stessa maggioranza di centrodestra e ora di nuovo in

corsa con liste civiche, e il candidato "ufficiale" Roberto Mandolesi,

tenuto a battesimo nei giorni scorsi da Maurizio Gasparri e Mara

Carfagna arrivati in città per sostenerlo. E Fli? Spaccato. Mentre i

vertici provinciali hanno firmato l'accordo con Agostini, la segreteria

comunale sangiorgese ha respinto l'indicazione preferendo Mandolesi.

Tu chiamale se vuoi scosse di assestamento. Il day after del

terremoto della politica italiana. In casa futurista non sono mancati

scambi di accuse. Il portavoce comunale Giuseppe Marocchi ha

attaccato la consigliera regionale Franca Romagnoli e il coordinatore

provinciale Renato Rossi di non aver ascoltato la base. Quest'ultimo

ha chiesto le dimissioni di Marocchi accusandolo di essere tesserato

anche ad un altro partito e di aver infranto l'articolo 3 dello

Statuto di Fli. "Il sostegno ad Agostini, come candidato sindaco a

Porto San Giorgio – ha sottolineato Rossi - l’esecutivo provinciale lo

ha deciso in assenza della Romagnoli". Eccoci qua. Il 6 e 7 maggio

si vota. In griglia di partenza, sette candidati e 19 liste. Sono

chiamati alle urne quasi 16mila elettori per decidere chi sarà il

nuovo sindaco. Per trovare i finiani occorre studiare bene la

lezione. Non c'è il simbolo di Futuro e Libertà ma due candidature

– quella di Enrico Gibellieri e Maria Adele Tomassini – nella civica

Viva Porto San Giorgio, collegata alla candidatura di Agostini. L'ex

sindaco punta sulle civiche. Con lui anche Uniti per la Città, Senso

Civico Psg, La Città che Ami e Nuova Prospettiva. Maldolesi oltre

agli esodati finiani, raduna Pdl, Democrazia Cristiana, San Giorgio

Democratica-Psi, Per Maldolesi e San Giorgio Libera. Non va meglio

nel centrosinistra dove il il Modello Marche (Pd-Udc-Idv) che

governa la Regione è naufragato. Nicola Loira, democrat vincitore

delle primarie sui candidati di Sel e Pdci, e figlio di Franco Loria,

già sindaco sangiorgese negli anni '80, è in lizza con la civica Psg si

Muove ma in coalizione mancano l'Udc e l'Idv. Gli uomini di Casini

volevano andare con il Pd ma alla fine non è stato raggiunto alcun

accordo. La loro lista tuttavia, in appoggio a Giancarlo Fermani, è

stata rigettata dal Tar per irregolarità in quattro delle 100 firme

presentate. Il Consiglio di Stato ha successivamente rigettato il

ricorso presentato, confermando quanto stabilito dal Tar. E manca

anche l'Italia dei Valori che insieme alla civica Art. 1 Lavoro va con

il candidato Daniele Strovegli. Chiudono il quadro Prc (candidato

Paolo Pennente), Rinascita Italiana (candidato Francesco Della

Barca) e la grillina Antonella Capriotti.

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Elezioni amministrative anche per Pedaso, che,con i suoi 3,65 kmq, è per superficie il Comunepiù piccolo della regione Marche. A contendersila poltrona di sindaco, due donne, entrambeavvocato, ciascuna a capo di una lista civica.Barbara Toce, attuale vice del sindaco uscenteGuido Monaldi, si confronterà con Maria GraziaD’Angelo, consigliere comunale uscente.“Progetto per Pedaso” il nome della listaguidata dalla vicesindaco, e riconducibileall’area politica del centrosinistra, “Insiemeper Pedaso” quella capeggiata dalla D’Angeloè di area centrodestra. Maria Grazia D’Angeloci riprova dopo essere stata sconfitta nel 2007proprio da Guido Monaldi, e la sua presenzanon era data per scontata, poiché l’assenza dimovimenti significativi in prossimità dellesponde pedasine di centrodestra aveva indottoa pensare che la Toce non avrebbe avutoavversari. Nei primi giorni di aprile, invece,sono state formalizzate entrambe lecandidature.

In tutto sono 15 in comuni delle Marche chiamatial voto per il rinnovo del consiglio comunale.Tra i più piccoli ci sono anche Frontino inprovincia di Pesaro Urbino, Penna San Giovannie Pieve Torina nel Maceratese e, in provinciadi Ascoli Piceno Acquaviva Picena eRipatransone. A Frontino, poco più di 300abitanti, sfida tra il commerciante AndreaSpagna e l'ex insegnante di chimica, ora inpensione, Graziano Larghetti. Due candidatianche a Penna San Giovanni, 1200 abitanti.Stefano Burocchi, già sindaco dal '94 al 2002tenta un ritorno contro Giuseppe Mancinelli,ex dirigente di banca in pensione, espressionedella precedente amministrazione. A PieveTorina (appena 1479 abitanti) si va al votoanticipato dopo la sentenza del Tribunale diCamerino che ha decretato l'ineleggibilità delsindaco Gentilucci al momento della sua vittorianel 2009. Lui ci riprova, nonostante un rinvioa giudizio per peculato e voto di scambio(vicenda legata alle Provinciali 2009). Glicontendono lo scettro Luca Buratti el'imprenditore Augusto Fulgenzi. Infinel'Ascolano. A Ripatransone (poco più di 4mila)Remo Bruni (centrosinistra) ha gioco facile. Ilcentrodestra non si presenta e per evitare aBruni l'obbligo di superare il 50% per essereeletto, il Pd ha pensato di schierare una listacivetta con Barbara Bassetti. Infine, AcquavivaPicena: 3200 votanti, 4 liste. Giovanni Olivieri(Sel), Pierpaolo Rossetti (parte del Pd) e dueamministratori uscenti in rotta: il vicesindacoTeodorico Compagnoni e l'assessore FrancescoSgariglia.

Pesaso, sfida in rosa

Il voto nei gli altri comuni

Le sfide di Corinaldo e Rosoradi Maurizio Grilli

In provincia di Ancona si vota anche a Corinaldo e a Rosora. Nellaprimo caso, sono Cesare Morganti, candidato per “Vivi Corinado”,

e Matteo Principi per “Corinaldo Democratica”, gli aspiranti allacarica fascia tricolore di uno dei borghi marchigiani più belli d’Italia.Gli elettori corinaldesi, pertanto, in attesa di coinvolgersi nella ce-leberrima "Contesa del pozzo della polenta" che è la più antica rie-vocazione storica della provincia anconetana, sono chiamati a dareil loro consenso alla politiche finora adottate dal sindaco LivioScattolini e dall’amministrazione uscente di cui Morganti è espressionedi continuità avendo egli stesso ricoperto un ruolo in giunta,oppure sulle promesse che il suo avversario, Principi, può metteresul proprio piatto della bilancia elettorale. I finiani corinaldesi sonochiamati a raccolta per Morganti. Il candidato di "Vivi Corinaldo,40 anni, ha un lunga esperienza amministrativa alle spalle: dal1994 al 2000 è stato consigliere comunale e dal 2002 al 2007 asses-sore. Nell'ultima legislatura ha ricoperto la carica di assessore aiLavori Pubblici, Qualità Urbana, Verde Pubblico, Protezione Civile,Politiche Agricole e Partecipazione. A Rosora, nemmeno 2000abitanti, ci sono ben 3 candidati in lizza per la poltrona di sindaco.Lamberto Marchetti sindaco uscente (cinque anni fa aveva raccoltoil 55,46% dei consensi) è un esponente di area del Partito Demo-cratico. Punta al secondo mandato alla guida della lista “Centrosinistraper Rososa”. Gli sfidanti sono Marcello Scaloni di Sel con la lista“Partecipazione Attiva e Trasparenza” e Laura Porfiri della listacivica “Cambiare per crescere” che rifiutando il sostegno palese deipartiti cercherà di attrarre il consenso sia nell'elettorato di centrodestrache in quello di centrosinistra. Un'altra "allergica" ai partiti tradizionaliche potrebbe raccogliere il voto di protesta.

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Le Comunali a Tolentino hanno

portato una grande novità: nessuna

novità. Scontata la candidatura del

consigliere regionale Comi, membro

influentissimo del Pd provinciale,

candidato senza problemi dal suo

partito e con la solita spaccatura

dell'Udc tra Modello Macerata e

dissidenti dello stesso. Troppa sinistra

per i centristi. Con Comi ci sono,

oltre al Pd, Idv, ci sono anche Prc,

Pdci e Sel. Più il Psi e le civiche

Cento Città e Città Futura. L'Udc ha

preferito portare acqua ad Andrea

Passacantando, candidato della civica

W Tolentino.

Nessuna sorpresa nelle candidature

che rispecchiano una stasi della

politica che ancora non dà risposte

alla crisi che attanaglia una dei due

poli industriali (con Civitanova) della

provincia. Anche nel centrodestra si

sbadiglia. La candidatura dell'ex

assessore provinciale Pezzanesi (Pdl)

è sostenuta, senza alcuna incisività,

da Dc e dalla civica Tolentino nel

Cuore. Si sarebbe fatto volentieri a

meno di notare il sostegno della Lega

Nord (caso più unico che raro) che

non porta certamente contenuti

straordinari sia come proposte

politiche che progetti politici

innovativi. Una novità potrebbe essere

la non riconferma dei consiglieri

comunali uscenti ma somiglia più ad

un regolamento di conti nel Pdl che

ad altro.

Faide interne che la dicono lunga

sui rapporti nel partito del capogruppo

regionale Massi. Forse questo sarà

l'unico motivo per ricordare queste

elezioni che non mostrano forti

movimenti popolari o di opinione e

che restano all'ombra della crisi

industriale che attanaglia il modello

artigianale e industriale di Tolentino.

In corsa anche il grillino Gian Mario

Mercorelli e Fausto Domenicucci (lista

civica Voce alla Città). Nessun

progetto, nessuna alternativa per

maestranze abbandonate a loro stesse,

che pagano per progetti inesistenti,

per finanziamenti che le banche non

erogano, per prospettive che

diventano sempre più lontane nel

tempo fino a perdersi nei sogni che

vengono distribuiti a piene mani da

una classe politica sempre più

spiazzata dalla dura realtà della crisi.

Nessuna risposta ai bisogno della

gente e nessuna novità nei nomi di

chi vuole governare il nulla, come è

stato prima e come continuerà ancora

dopo. Poca voglia di partecipare e

votare tra i circa 16mila elettori.

(Fe.Mu.)

Elezioni da sbadigli per Tolentino

Corridonia, voto in deficit di politicadi Felice Munafò

Moltissima confusione sotto il cielo di Corridoniaper queste elezioni comunali. Sono circa 12mila i cit-tadina chiamati al voto ma la mancanza di politica edei partiti si fa sentire nella città di Filippo Corridoni,che non sarebbe soddisfatto nel vedere che succedetutto e il contrario di tutto. Il sindaco Nelia Calvigionisi appoggia al progetto Macerata di Pd e Udc peressere rieletta, dimenticando come nulla i vari flirtcol pdiellino Capponi e amici vari del centrodestramaceratese. La sua coalizione si è sfaldata nel tempodopo chiarimenti e discussioni varie che hanno fattodi un progetto interpartititco e civico un Vietnam.Manca l'Idv che prima aveva tentato un accordo conla lista Corridonia Insieme e poi aveva scelto di can-didare Daniele Valenti. Escluso per mancanza di can-didati, l'Idv lascia il Progetto Macerata in mano agliamici del presidente provinciale Pettinari e dell'as-sessore regionale Marconi dimostrando la crisi semprepiù pesante. Il nuovo centrodestra vede il Pdl spaccatoe in preda a convulsioni, con scomuniche e anatemi,tra personalismi e interessi di vario genere. Da unaparte Alberto Rita, sostenuto dalla lista Città Virtuosa,appoggiata da Pdl, Lega Nord e La Destra. Dall'altrala civica di Enzo Salvucci, appoggiata dall'ex sindacoGiustozzi. Infine si candida anche Luigi Ciocci conLega per le Marche. In sostanza, la politica (quellavera, quella che dice cosa vuole fare e non vuole fare)manca e non ritorna ancora. Le faide e le scomunichereciproche continuano e aggravano ancora di più unadisaffezione alla politica che vedrà alta la astensionedei cittadini di Corridonia. Molta confusione e nessunprogetto per fronteggiare crisi e problemi. Nessunavoglia di affrontare l'annoso problema della convivenzacon gli stranieri, parte importante della popolazione.Nemmeno una proposta reale per cercare di risolverele necessità dei cittadini.

aprile 2012 9

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Occasione persa: il Terzo Polo punta ad abbassare le tasse

ma il Governo risponde picche

Il governo risponde picche alla richiesta di Baldassarri di lottarecontro la corruzione per abbassare le tasse delle famiglie. Che

avrebbe incalzato il governo, il senatore finiano lo aveva promessoa Pietrasanta. Ora si passa alle proposte concrete. Peccato che ilgoverno abbia perso l'occasione, dando parere negativo alleproposte del Terzo Polo, di dare seguito a una delle parole chiaveche avevano contraddistinto l'alba della sua azione: equità. Un nofrutto del parere "assolutamente contrario" della RagioneriaGenerale dello Stato. E ora Baldassarri annuncia un esposto"contro Rgs e governo per palesi falsi e giudizi politici". Eppure ilragionamento era semplice. Partendo dai numeri della Corte deiConti (60 miliardi di corruzione e 120 miliardi di evasione) e con-siderando le stime fatte per il reddito degli italiani dal Fondo Mo-netario Internazionale (-2,2%) e dalla Banca d'Italia (-1,5%) pervia dei quali Baldassarri prevede fino a 500mila disoccupati in piùrispetto ad oggi, un intervento si rende necessario.

"È possibile applicare – ha detto Baldassarri in Senato – quelloche nei paesi civili di chiama zero-based budgeting. È una misuramolto semplice che consiste nell'assegnare budget di spesa e nonpagare a piè di lista e a babbo morto: perché il babbo è già morto

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Page 11: il futurista marche - 4

Baltico-Adriatico, l'unione passa per Ancona

Allungare il corridoio Baltico

Adriatico fino ad Ancona. E

magaari comprendere tutta la

dorsale adriatica fino alla Puglia.

Nei giorni scorsi il capogruppo

finiano in consiglio regionale

Daniele Silvetti è stato in

missione a Bruxellese insieme al

democrat Enzo Giancarli per un

confronto con gli eurodeputati

che siedono nella Commissione

Trasporti (Debora Serracchiani,

Carlo Fidanza, David Sassoli e

Antonio Cancian). I due

marchigiani, rispettivamente

vice e presidente della

commissione regionale Trasporti

hanno fatto il punto sugli step

superati e da affrontare e

ribadito la centralità delle

Marche nell'ambito dell'intero

progetto. Ancona avrà un ruolo

da protagonista per quanto

riguarda le infrastrutture

ferroviarie e marittime. "La

concreta realizzazione di

quest'opera di collegamento

viario europeo potrebbe

veramente portare importanti

benefici economici per tutte le

Marche – ha detto Silvetti - Siamo

certi che facendo squadra con i

nostri rappresentanti nelle

istituzioni europee,

raggiungeremo un importante

traguardo per il rilancio della

nostra regione". Una proposta

che si sposa alla perfezione con

il varo, nel 2014, della

Macroregione Adriatico Ionica per

la quale c'è una visione comune

tra i finiani e il governatore Gian

Mario Spacca. E che colleberebbe

la "nostra" macroregione con

quella Baltica. Il corridoio

Baltico Adriatico, che prevede

tutta una serie di infrastrutture

di collegamento, attualmente è

previsto tra Helsinki a Ravenna.

Un tracciato che attraversa

Polonia, Repubblica Ceca,

Repubblica Slovacca, Austria e

Italia. Nei mesi scorsi da più

parti se ne è chiesto il

prolungamento e la stessa

Assemblea Legislativa delle

Marche aveva approvato una

risoluzione in questo senso.

Successivamente si erano

impeganti anche i parlamentari

marchigiani Vannucci (Pd) e

Ciccanti (Udc) si erano uniti ad

una mozione presentata

dall'onorevole Di Pietro per I

parlamentari marchigiani, ad

esempio, per far impegnare il

Governo a concertare in sede

europea il prolungamento del

corridoio anche a Marche,

Abruzzo, Molise e Puglia con

l'inserimento dei porti di Ancona,

Bari e Brindisi. Mozione

approvata e ora si attende

l'Europa che a giugno sarà

chiamata a definire i vari

corridoio sul suo territorio e tra

questi, ovviamente, anche il

Baltico Adriatico per il quale

Ancona potrebbe raggiungere un

ruolo di primo piano: porta

d'Oriente, tappa delle Autostrade

del Mare e anche la conferma da

parte di Ferrovie dello Stato

della tratta Ancona-Bologna nel

servizio di trasporto merci.

e le cambiali di 31 anni fa sono sulle spalle nostre, ma soprattuttodei nostri figli, e ci costano 100 miliardi di euro di interessiall'anno su quel macigno di debito pubblico. Il prmo scambiopolitico è: meno ruberi e meno tasse alle famiglie attraverso unaproposta di deduzione per i membri della famiglia, come i figli e inonni a carico". Una proposta che conteneva anche sgravi per leimprese con sussidi in forma di credito d'imposta anziché finan-ziamenti a fondo perduto.

Secondo l'economista "ci sono 38 miliardi che vanno dalle cassedello Stato alle imprese nella voce trasferimenti alla produzione econti capitali. Alcuni capitoli non sono comprimibili ma restano18 miliardi di competenza delle Regioni alle quali si può dire diutilizzarli come crediti di imposta. Con questa operazione siliberano risorse e quindi si può procedere a ridurre il caricofiscale alle imprese, obiettivo che noi proponevamo di realizzareattraverso l'esclusione del monte salari dall'Irap". Peccato che laRagioneria si sia messa di traverso. In una relazione tecnica laRgs e l'ufficio legislativo del Ministero dell'Economia hanno so-stenuto che la spesa per gli acquisti non può essre ulteriormentelimata dopo i tagli degli scorsi anni.

"Un giudizio di carattere politico – secondo Baldassarri – chespetta al Governo o al Parlamento ma non certo all'ufficio legislativodi un Ministero, né tanto meno alla Ragioneria se non fosse cheproprio quella affermazione risulta palesemente falsa perché idati statistici del Ministero dell'Economia dimostrano che la voceacquisti di beni e servizi nel settore della sanità è aumentata del50% negli ultimi cinque anni, nelle Regioni del 37%, nei Comunidel 23% e nei Ministeri del 17%. Da questo si evince che abbiamostrozzato in un certo senso Ministeri e Comuni e abbiamo lasciatoscialacquare le Regioni: questi sono i dati di fatto statistici". Sefosse vero, conclude, "il ministro giarda alle prese con la spendingreview cosa taglierà se nulla più è possibile tagliare?". �

aprile 2012 11

i l capogruppo in consiglio regionale Daniele Si lvetti

Page 12: il futurista marche - 4

Dal 2007 sono membro del cda dell'Atac spa diCivitanova, azienda a totale capitale pubblico,

che gestisce diversi servizi: trasporti, servizio idricointegrato (in house), illuminazione pubblica, lampadevotive cimiteri. L'Atac è anche azienda madre e sociaunica della Gas Marca, commerciale per la venditadel gas. Questa azienda ha compiuto nel 2011 i suoi100 anni di attività, ma in realtà nasce come aziendatrasporti e solo negli ultimi 12 anni per scelte politi-che-amministrative gli sono stati conferiti tutti glialtri servizi. Purtroppo ciò è avvenuto senza unastrategia aziendale adeguata e non si era pronti, siacome personale che come strutture logistiche e orga-nizzative. Spesso e volentieri queste aziende sonoper la politica braccio operativo per clientele ed as-sunzioni, veri e propri carrozzoni in periodo di "vacchegrasse". Poi quando non c'è più niente da "mungere"ci si ritrova come nel mio particolare caso e quellodei miei colleghi consiglieri a dover bloccare

assunzioni, contenere investimenti, manutenzioniordinarie e straordinarie, dover rinunciare al rinnovodel parco macchine per il trasporto, dover alzare latariffa idrica vertiginosamente per poter tamponareil passivo dell'azienda, ma ciò non ha evitato la rica-

Partecipate pubblichedi Veronica Fortuna

Farmaciedi Felice Munafò

pitalizzazione dell'azienda pochi mesi fa. Non nascondo che dopo questa esperienza io sia molto

scettica sull'efficienza di queste aziende che non hanno la capacita'economica per investire sui servizi realmente e competere con laconcorrenza. Mi sembra inoltre assurdo che a Civitanova Marche,unacittadina di 40mila abitanti, ci siano ben 7 aziende pubbliche. Moltospesso in questi casi si propone la razionalizzazione delle aziende inun'unica multiservizi per abbattere i costi delle indennità dei cda,che è più un palliativo e un modo per fare semplice demagogiapolitica e non di certo la risoluzione del problema. Se vogliamodavvero guardare al futuro con coraggio oggi la grande sfida devenecessariamente essere quella di partire dal territorio, dalle piccolee grandi amministrazioni comunali, che fanno fatica a mantenere ilpatto di stabilità, proporre di mettere a gara, cioè liberalizzare, iservizi come previsto dall'Ue. Avremmo un abbassamento di costi etante risorse in più per opere pubbliche, edilizia convenzionata perle giovani coppie, studenti, anziani, nuovi asili nido. Per questo nelnostro programma amministrativo proporremmo la chiusura delleaziende partecipate.

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LIBERALIZZAZIONI, CI SALVEREMO DAVVERO?

“Dottore, ho un problema”. Nel 90% delle conversazioni in far-macia si ascolta questa domanda. Questo avviene perché nell’Ita-lia degli 8000 Comuni la Farmacia è ancora il primo serviziosanitario a cui il cittadino si rivolge. Guardie Mediche lontane, file

Page 13: il futurista marche - 4

Pietrasanta, il movimento abbia inizio

Meno partito, più movimento. Meno

schemi, più dinamicità. Ideologie

retaggio del secolo scorso. Dialogo

con chi vuole modernizzare l'Italia

nell'ottica del "patriottismo

repubblicano". A Pietrasanta sono

passati questi concetti. Il

presidente Fini si è detto pronto

a lottare contro la corruzione

dilagante (uno dei temi cari a

Mario Baldassarri) con la messa al

bando dalla pubblica

amministrazione per chi è

condannato in via definitiva e

l'estromissione dalle liste elettorali

di chi è condannato, anche fosse

solo al primo grado di giudizio.

Opportunità per la quale Fini ha

annunciato di voler raccogliere le

firme all'interno del Terzo Polo.

La pattuglia delle Marche è tornata

da Pietrasanta con la conferma di

una consapevolezza che già era

nell'aria. Mario Baldassarri è la

persona giusta per confrontarsi

con il governo Monti. Un tecnico

che va a parlare con i tecnici. Si

capiscono, parlano lo stesso

linguaggio. Nessuno, da una parte

e dall'altra del tavolo, può bluffare.

Verrebbe scoperto in un

nanosecondo. Fini nel suo discorso

d'apertura ha anche citato più

volte gli argomenti che il

coordinatore delle Marche propone

da una decina di anni: lotta alla

corruzione, agli sprechi delle

pubbliche amministrazioni. Proprio

per prepararsi alla convention

toscana, i finiani delle Marche si

erano riuniti a Jesi per strutturare

il movimento. Baldassarri ha

suddiviso la squadra in 14

dipartimenti con altrettanti

responsabili che dovranno fare da

collante con la società civile:

famiglia, imprese, donne, giovani,

anziani, infrastrutture, energia,

cultura, terzo settore, federalismo,

università, salute, immigrazione,

sicurezza. Al tempo stesso ha

strizzato l'occhio al governatore

Spacca per quanto riguarda la

macroarea Adriatica-Ionica.

"Condivido la sua posizione – ha

detto il senatore – non ci sono

pregiudiziali" e trovato in Umbria

e Abruzzo ("le nostra è un'area

storicamente integrata, insieme

avremo più peso specifico") due

ottimi alleati per fare fronte

comune. L’impressione è che sia

tutto pronto per rilanciare, con

concretezza, l’azione politica

anche nelle Marche. Non dobbiamo

dimenticare che la disaffezione

dei cittadini verso la politica è

forte soprattutto verso i partiti,

percepiti spesso a ragione, come

apparati incapaci di produrre

opportunità di interesse generale.

Fli non esula da queste

considerazioni generali pertanto

dobbiamo riprendere il percorso

orientato a sfidare il presente,

assumendo anche decisioni con

rapidità, captando le singole

istanze provenienti dalla società

in qualunque forma esse si

presentino, senza tralasciare le

iniziative sul territorio che

consentano di farci parlare alla

gente, ma anche di saperla

ascoltare. Qualità. Perché mentre

la stagione del populismo degli

slogan è ormai il passato, ci rimane

un presente ricco di disillusioni e

diffidenze. O saremo interpreti

della richiesta di cambiamento

nella politica o saremo travolti

dal fallimento del sistema che ha

portato L’Italia a questi livelli.

d’attesa dai medici di base, pronto soccorso intasati e ingolfati. LaFarmacia, privata o pubblica, è il luogo dove ogni domanda hasempre una risposta. Questo era uno di quei capisaldi di una castada liberalizzare ad ogni costo? È necessario per far ripartire l’Ita-lia? Io penso che si usi la Farmacia come diversivo per coprire benaltri mercati da liberalizzare e che sia servita, la Farmacia, comescambio per ottenere l’appoggio di partiti che vogliono aprire unmercato (quello del farmaco) a grandi interessi. In Italia c’è unafarmacia in media ogni 3500 persone. La stragrande maggioranzasono private, le quali lavorano in monopolio nella distribuzionedel farmaco per il Servizio Sanitario. Però, a ciò si accompagnauna presenza capillare, un controllo qualitativo e commercialeunici in Italia, una reperibilità costante e la continua necessità diadeguarsi ai bisogni ed alle richieste di una clientela (i pazienti)che ha necessità sempre in evoluzione.

La salute è un concetto che negli ultimi anni ha avuto cambia-menti di prospettiva epocali. Non c’è più richiesta di preparazioniche suppliscano a mancanze di medicinali sul mercato, mentresempre più persone chiedono alla farmacia risposte su alimenta-zione sana e qualità della vita. Anche la qualità dei servizi offerti,sempre in evoluzione, è in continuo aumento. Risulta perciòstrano che gli esperti decidano di abbassare il numero di personeper farmacia (quorum) per far aprire ancora più punti vendita.Non si capisce che con ciò si rende antieconomico tenere apertoun punto vendita? E la vendita di prodotti fuori farmacia? Qual-siasi cittadino italiano che compra una semplice aspirina, la com-pra per necessità contingente e non per puro piacere dasoddisfare. Un medicinale, un prodotto curativo e per tale motivocercato ed acquistato, viene comprato per soddisfare una necessitàche porta ad una richiesta, la quale non può nascere da una offertaallargata ma da fattori incontrollabili. E tutto ciò in barba alla ne-cessità di controllare il consumo di medicinali e sostanze curative,come una normale intelligenza richiederebbe ad uno Stato che haa cuore la salute dei suoi cittadini.

Grossi favori alla Grande Distribuzione Organizzata? Apriremercati chiusi per far ripartire l’Italia con poche decine di farmaci-sti che possono aprire farmacie nuove? Io non penso che l’Italiache vogliamo sia così simile ad altre nazioni, vedi Usa o RegnoUnito. Abbiamo un ottimo servizio farmaceutico. Non distruggia-molo. Ci mancherà di sicuro quando dovremo chiedere “Dottore,ho un problema”.

aprile 2012 13

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“La cultura del debito pubblico, ovvero pensareche ci sarà sempre qualcuno a risolvere i problemi,è una concezione sbagliata. Per uscire da questacrisi è necessaria una “rivoluzione” culturale”,così ha detto Roberto Napoletano, direttore delSole 24 Ore, intervenuto alla conferenza“Tecnologia e globalizzazione: la sfida per piccolee grandi imprese”, organizzata da Banca Marchee tenutasi presso la sede dell’Istao di Ancona.Una conferenza che ha visto presenti personalitàdi spicco dello scenario economico e giornalisticoitaliano come Gennaro Sangiuliano, vice direttoredel Tg1 e moderatore dell’evento, Paolo Andreani,presidente Confindustria Marche, MassimoBianconi, direttore generale di Banca Marche,Michele Ambrosini, presidente di Banca Marchee Valeriano Balloni, economista e direttorescientifico dell’Istao. Il “modello Marche” cheper molti anni ha caratterizzato il tessutoimprenditoriale marchigiano sta diventando oggiun modello superato e per questo le impresedevono intraprendere un percorso di rinnovamentoe aggiornamento che possa portarle fuori dal“pantano” di questa crisi economica. Il processodi globalizzazione che si è ormai avviato dadiversi anni deve essere vissuto dalle aziendecome un punto di svolta verso una nuovadimensione imprenditoriale, dove tecnologia,innovazione, investimenti e ricerca siano leparole chiave verso un nuovo modello d’impresa.Rimanere ancorati ai vecchi modelli imprenditorialisarebbe un errore che potrebbe costare caro inun’era economica nella quale novità e velocitàvanno a braccetto. Investire in formazione,tecnologie e differenziazione del prodotto èsicuramente un buon punto di partenza versoun’economia nuova, flessibile e pronta amodificarsi in base agli andamenti dei mercatimondiali. Non bisogna però dimenticare che ilprocesso di rinnovamento richiede molto tempoe risorse, e che non può essere attuato senzauna stretta collaborazione del governo nazionale,il quale deve mettere il tessuto imprenditorialeitaliano nelle condizioni di potersi innovare senzatroppe difficoltà di natura politica e burocratica.Inoltre, investire nella cultura del “saper fareimpresa” è sicuramente fondamentale al giornod’oggi. Solo se si è consapevoli di ciò che unsistema imprenditoriale sano può portare intermini economici e sociali ad un paese comel’Italia si può attuare la rivoluzione culturalemenzionata dal direttore Napoletano. Nell’eradella tecnologia e dell’ormai prossimo 3.0 nonci sono più scuse; le condizioni per uscire daquesto periodo negativo ma anche di grandeopportunità ci sono tutte. Non acquistare ilbiglietto di sola andata verso il futuro potrebbeessere una mossa dai risvolti alquanto nefasti.

Ancona, Istao: tecnologia e innovazionecome “ricetta” anti-crisidi Luca Giordani

Falconara, Luogo lascia il consiglio comunaledi Maurizio Grilli

AFalconara Fli perde il suo consigliere comunale e con esso larappresentanza istituzionale: Ludovico Luongo se ne va con

un’ultima polemica verso la maggioranza Brandoni, definita “retro-grada” e “provinciale”. Ludovico Luongo era passato a Fli nell’autunno2010, da berlusconiano a finiano in un battibaleno, con buona pacedel consigliere regionale Giacomo Bugaro e del suo entourage fal-conarese, che su di lui avevano puntato con decisione nella campagnaelettorale del 2008. La sua svolta finiana aveva colto di sorpresa unpo’ tutti, non solo la maggioranza falconarese, con la quale fin dasubito i rapporti sono divenuti tesi. Un ruolo certamente nonfacile, anche nel suo incarico di presidente della commissione ur-banistica – finché non si dimise causa “mobbing politico” – mapure a causa del suo lento e costante disimpegno sul territorio,dovuto sicuramente anche a motivi professionali, come all’assenzadi un gruppo locale che potesse di supporto: mancanza di collegamenticol territorio e col movimento finiano provinciale, insomma.Falconara è una realtà complessa e strategicamente importante,per Fli è quindi fondamentale esserci, purché si declini l’impegnopolitico attraverso azioni concrete, non solo come presenza “tantoper”. Finora, invece, c’è stato un susseguirsi di discutibili interventi– a mio parere – volti a segnalare un personalismo fine a se stesso:prima l’uscita dalla maggioranza per un appoggio esterno, poi le di-missioni dalla presidenza della commissione, infine le dimissionidal consiglio comunale. Nessuna traccia di un fattivo impegno peril territorio, attraverso il quale marcare la differenza politica che in-dubbiamente ha contraddistinto altrove Fli dal Pdl. Per Futuro e Li-bertà a Falconara si apre ora, invece, una nuova o, forse, la primastagione. L’incarico di referente sul territorio è ora affidato all’amicoLorenzo Giammarchi, futurista della prima ora, persona sicuramentepiù legata al territorio, anche professionalmente. Tocca a lui e al co-ordinamento provinciale sfidare, senza temere di scompaginare,l’attuale scenario politico locale. Rinnovare l’offerta politica innome del buon governo locale. L’obiettivo è “convocare ad esistereun nuovo elettorato” aggregandolo in un amalgama nuovo: unnuovo polo politico per Falconara, ovvero quel collante tra lapolitica e i soggetti al di fuori di essa. �

Luongo (a destra) con gli esponenti della maggioranza

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Anche ad Osimo, dobbiamo impegnarci tutti per

un sostanziale rinnovamento della politica con un

progetto ampio e inclusivo, capace di raccogliere

tutte le intelligenze cittadine, storie di impegno

politico e civile diverse tra loro, anche molto distanti

nel passato, ma che abbiano a cuore il desiderio di

un futuro migliore per il nostro territorio. Occorre

una sensibilità condivisa per dare forma ad un

nuovo e vero spazio pubblico in cui la discussione e

l’azione contrastino e compensino le lacune della

politica osimana e soprattutto dell'antipolitica: due

facce della stessa medaglia che rischiano di soffocare

Osimo. Puntare su idee convincenti e visioni di

lungo periodo, non su etichette ormai senza senso

e su slogan poco credibili. Riforme, meritocrazia

vera, spazi per i giovani che vogliono impegnarsi,

tutela dell’ambiente e consapevolezza culturale,

unite a una politica declinata, finalmente, in nuove

forme e su nuove coordinate: queste sono le stelle

polari del progetto che immaginiamo. Per questo

abbiamo incontrato i rappresentanti di Udc e Api,

per provare a gettarne le basi. Fli ad Osimo e per

Osimo, metterà davanti a tutto la dignità del

progetto, la capacità di immaginare una città che

non solo esce dalla crisi, ma che si erge a protagonista,

veloce, competitiva, moderna e dinamica nel

panorama provinciale e regionale.

Idee di destra o di sinistra? Agli osimani interessa

altro. Finora, invece, nelle segreterie locali dei

partiti è prevalsa la logica triste del "dover stare"

piuttosto che una coraggiosa "dover andare": noi

vogliamo impegnarci “per andare” verso il futuro,

senza aspettare di subire le dinamiche della politica

nazionale. Credo sia chiaro a tutti che l’odierno

scenario partitico e politico non può avere un

futuro. Dobbiamo scegliere con coraggio ed

entusiasmo di superare le politiche degli apprendisti

stregoni locali che guardano i loro ombelichi provando

a dar vita ad alchimie politiche che, è sotto gli

occhi di tutti, hanno come unico scopo la conferma

di poltrone e non il futuro di Osimo. Governare nel

prossimo futuro significherà abbandonare i vecchi

cliché ormai stantii, servirà di un up-grading, per

affrontare le nuove e complesse sfide essendo

propositivi, esprimendo sempre il proprio pensiero.

*membro direttivo provinciale Fli

La politica deve essere

confronto e nonpiù di scontro

di Alessandro Buccelli*

Buccelli: «Destra o

sinistra? Agli osimani

non interessa. Lo

scenario politico di oggi

non ha futuro».

Ancona: Rocco e Speciale, due big per Fli

Rocco e Speciale,due eccellenze

per il Fli di Ancona edelle Marche. La fami-glia finiana cresce e ilfatto che ruoli di re-sponsabilità finiscanoin mano a personaggidel calibro di GaetanoRocco e di Andrea Spe-ciale è un segno chel'idea alla base del movimento è buona e la strada in-trapresa quella giusta. Dopo che il sindaco FiorelloGramillano ha scongiurato le elezioni anticipate, co-stretto a digerire l'indigesta alleanza con l'Italia deiValori di David Favia, c'è tempo per organizzarsi e la-vorare sulla città. Gaetano Rocco, ingegnere moltostimato e conosciutissimo nel capoluogo dorico, èstato eletto al primo congresso cittadino di Fli Ancona."Da quando Gramillano è sindaco – ha detto Roccoal suo insediamento - nessuna proposta per il cittadinonessuna proposta per la città, nessuna proposta per igiovani. Ancona ha il poco invidiabile merito discalare molto velocemente la scala verso il bassodella non qualità della vita. Aziende che chiudono;per quelle che miracolosamente riaprono, Fincantieri,il merito non è certo del preside sindaco.

La cultura sta a zero, però l’inquinamento è alTop. Eppure la giunta e la coalizione al governo citta-dino si preoccupano di elemosinare uno o due votiper tirare a campare, per sopravvivere fino allaprossima mozione, al prossimo consiglio comunale;ma per che cosa poi, per quale progettualità daportare avanti, per quale sviluppo cittadino da com-pletare. Per quale futuro per la nostra città?". L'avvocatoSpeciale è uno che conosce bene Gramillano. Alle ul-time Comunali si è battuto contro di lui come candi-dato a sindaco dell'Udc. Speciale non lascia il suopartito ma ha deciso di dare un contributo tecnicoper il dipartimento famiglie, uno dei gruppi con cuicoordinatore regionale Baldassarri ha suddiviso illavoro in regione. "Baldassarri mi ha chiesto di dareuna mano ai cugini di Fli in quanto esperto – spiegaSpeciale, dimessosi da capogruppo Udc in consigliocomunale perché in dissenso con la decisione deicentristi di entrare nella maggioranza con Gramillano- Le politiche per la famiglia sono un tema difficile esul quale non c’è molta preparazione nel mondo po-litico. Non ho chiesto il permesso all’Udc ma nonvedo elementi di incompatibilità, mi auguro che nonsia un problema".

aprile 2012 15

Gaetano Rocco

Page 16: il futurista marche - 4

In questo periodo abbiamo sentito parlare molto spessodella situazione Ersu che appare, dalle opinioni espresse

dalle parti (Regione, Ersu, partiti politici di destra esinistra), poco chiara tanto che ci siamo presi la briga difare qualche indagine per capire meglio come mai ci sonotante parti che, animatamente, discutono sul futuro diquesto ente. Si sta approvando una legge che riordina gliErsu in modo superficiale e non adatto a risolvere i pro-blemi. Partendo sempre dal presupposto che l’Ersu sia unente pubblico non economico, con lo scopo unico dellatutela per il diritto allo studio, analizziamo insieme alcunipunti per capire come e se funziona il sistema. Ma la diri-genza Ersu che ne pensa? I presidenti dicono alla Regione“che l’invio di atti (delibere consiliari e determine diri-genziali) non ha lo scopo di verificarne la legittimità”,“che per atti di maggior importanza, quali bilanci, glistatuti, i regolamenti, atti di variazione delle piante orga-niche e di assunzione del personale, l’Amministrazionevigilante (la Regione) puo’ invitare gli Enti stessi a riesa-minarli, qualora risultino non conformi dando comunqueagli Ersu, la possibilità di contro deduzione degli stessi”,auspicando "che dagli uffici regionali vi sia nel proseguo

una puntuale attuazione delle procedure di cui alle ri-chiamate normative e non vengano piu’ esercitate formedi vigilanza da parte di organi o soggetti in essa non con-templati, ovvero su materia, quale la gestione del personale,di spettanza e responsabilità dirette degli Ersu". Altra do-manda. I lavoratori sapevano che da regionali sarebberodiventati dipendenti Ersu? Hanno dato illoro consenso?Per questo i presidenti Ersu chiedono "in ordine al trasfe-rimento del personale e delle risorse economiche corri-spondenti alla gestione diretta degli Ersu, si chiede la de-finizione della problematica relativa al trasferimento delleeffettive risorse in attesa della definizione del trasferimentoanche del personale”. Con la riforma regionale l'Ersu è di-ventato un società mista pubblico privata ma a beneficiodi chi. Mentre i presidenti chiedono "lo sblocco da partedella Regione della costituzione di società tra gli Ersucon altri enti pubblici (Università, Province e Comuni) esocietà private” a noi vengono altre domande. Se la GiuntaRegionale, quindi l’organo politico, oggi , quasi non con-trolla la gestione dell’Ersu, cosa accadrà quando verrà in-globato in una società mista Pubblico Privato? I dipendentipotranno passare alla società pubblica? Vi saranno dei ri-dimensionamenti di organico?

Può la creazione di tale Società portare a degli squilibrisul mercato avendo la forza per porsi in una posizionemonopolistica in un determinato settore nel nostro terri-torio? L’indebitamento della società mista relativo per in-vestimenti, gestione, i costi (compresi quelli dell’organodirigenziale e ad esso connesso), le consulenze, i costi

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Holding Ersu Spadi Piero Casula

Page 17: il futurista marche - 4

ERSU, TUTTE LE SPESE PER GLI IMMOBILI

L’Ersu dovrebbe Tutelare il

Diritto allo Studio. Noi

vogliamo Tutelare gli studenti.

Il Nostro futuro

Troppi investimenti

immobiliari, pochi quelli allo

studio. Si tratta di una holding

che gestisce immobili o un

ente che aiuta gli studenti?

Analizziamo alcuni dati. Ex

Scorpio Club: costo di acquisto

415.529 euro, ristrutturato nel

2003 per 146.479,16 euro. A

quale scopo inerente il

sostegno al diritto allo studio,

era ed è riservato questo

stabile? Il bene ora è all’asta a

630.000 euro: se il prezzo

medio di un locale in quella

zona è di 3.000 euro al mq,

come si può vendere all’asta

un immobile della superficie di

645mq con uno scoperto di

217mq a quel prezzo?

L’investimento a Castel

Cavallino: acquisto terreno

739.501, finanziamenti

regionali già stanziati

3.661.214,74, cofinanziamento

statale a disposizione

5.447.737, spese varie di

progettazione e consulenza

873.390. A cosa è servito

questo investimento? Possono

essere veramente tanto alte le

spese per la progettazione e

consulenza? Se è vero che tale

progetto è stato ormai

abbandonato, i finanziamenti

stanziati se e come sono stati

o verranno utilizzati?

Ristrutturazione Casa dello

Studente, costo 3.816.679,

svalutazione immobile

1.525.857. La differenza tra il

valore reale dell’immobile 8,6

milioni e la somma del valore

precedente 6.309.178 più la

ristrutturazione 3.816.679

(totale 10.125.857) ha

generato una svalutazione

immediata dell’immobile pari

a 1.525.857. Inusuale in

quanto il valore complessivo di

un immobile dovrebbe

aumentare dopo una

ristrutturazione. Questa

differenza è causata per

l’effettivo eccesso di lavori di

alto livello su una struttura

che dovrebbe alloggiare

studenti e che assomiglia ad

un albergo di lusso? Quanti

studenti possono permettersi

di alloggiare alla Casa dello

Studente e in quanti vi

alloggiano? Palazzina via

Petrucci, costo d'acquisto

1.679.263, interessi pagati nel

2009 pari a 82.826 per dare

alloggio a 27 studenti. A questi

costi vanno aggiunti tutti

quelli per la gestione dello

stesso, la restituzione del

capitale alla banca e tra

qualche occorrerà di certo

fare delle manutenzioni. Gli

studenti delle sedi distaccate

avrebbero preferito un'altra

soluzione? Locale in via Sasso,

acquistato a 222.600 euro. A

quale scopo inerente il

sostegno al diritto allo studio,

era ed è riservato questo

stabile?

aprile 2012 17

fissi ed eventuali acquisti sbagliati o un'eventuale gestione non oculata,ricadrà in futuro sull’ente e sui cittadini? Potremmo trovarci da qui a 5o 10 anni con una società mista indebitata all’inverosimile, dove magarila parte privata ha goduto di privilegi ed incrementi di introiti sia alivello finanziario che patrimoniale, mentre la parte pubblica si è trovatain carico la maggioranza delle passività? La creazione di una società, siaessa Pubbica, Privata o Mista, necessita prima di ogni altra cosa, di unprogetto di impresa. Questo progetto esiste? È condiviso da studenti,lavoratori e cittadini?

La proposta di Fli Pesaro Urbino è più potere agli studenti attraversouna riorganizzazione che preveda l'eliminazione del presidente con ipoteri al direttore (unico per tutti gli Ersu, nominato dalla Regione econ piena responsabilità giuridica, economica e risarcitoria degli attipropri e di quelli assunti dai vari cda) e a un cda ampliato con maggiorpotere agli studenti, l'utilizzo del revisore regionale anziché del revisoreunico dell'ente. Si è parlato spesso di annullare tutti i cda e di portaretutta la gestione ad Ancona, ma questo pregiudicherebbe la connessionetra l’ente ed il territorio. Un elemento essenziale.

Un cda così importante deve avere una compagine equilibrata: 2membri del comitato studentesco (uno dell’ultimo anno ed uno del pe-nultimo anno del proprio corso di studi), 2 membri nominati politicamentedalla maggioranza (espressione politica e democratica), un membrovotato a maggioranza dall’opposizione, un rappresentante dei lavoratorie uno dei docenti. Totale 7 membri, numero dispari, rappresentanza ditutto ciò che dovrebbe essere l’Ersu, tanto da compensare le nominepolitiche con rappresentanze studentesche e dei docenti, senza tralasciarecoloro che vi lavorano all’interno e che possono analizzare anche altriaspetti della gestione. �

Un blog per dire la vostra

L'Ersu territoriale è importante e strategica, occorre che l'ente

ed il suo ruolo vengano tutelati,

e che invece vengano perseguiti coloro, che hanno il compito di

gestire e non operano per il bene dello stato, del cittadino e, in

questo caso, degli studenti. Da tempo riceviamo chiamate, facciamo

incontri, discutiamo con studenti e dipendenti ersu, sulla situazione

dell’ente stesso? Chiediamo a tutti gli studenti, i docenti, i

lavoratori dell’ersu di aiutarci a capire come puo’ o dovrebbe

essere gestito questo ente. Futuro e Libertà apre un Blog apposito

sul suo sito, dove tutti potranno discutere sulla situazione, sulle

efficienze o inefficienze, sui pro e sui contro, su ciò che serve e

ciò che e’ superfluo o inutile per gli studenti.

Un luogo dove confrontare le idee, le problematiche ma soprattutto

le soluzioni.

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Dopo i casi di Bari,Savona, Vicenza, Modena e

Salerno e della Sardegna, l'ondata di tessere false

arriva anche nelle Marche con i vertici di Fli

Macerata e Gf Marche iscritti "d'ufficio" al Popolo

delle Libertà. Un caso immediatamente

denunciato alla Procura al quale è seguita una

sequenza di battute velenose da parte dei

pidiellini. Ma carta canta. Ai finiani è arrivata

anche la lettera di convocazione per votare al

congresso provinciale del partito di Berlusconi.

Colpa del "copia e incolla". L'ipotesi più probabile:

si prende il registro dell'anno prima, si copia e

incolla e si aggiungono i nuovi tesserati senza

depennare chi non ha rinnovato. Un atto

premeditato oppure ci si trova di fronte a tanto

pressapochismo? Quel che è certo è il risultato:

il Pdl, solo sulla carta, aumenta i consensi.

Pronto un espostoin Procura

L'ondata delle tessere falsecolpisce Macerata

di Rossella Favi

Tessere false del Pdl anche a Macerata: il caso, esploso a livellonazionale, non ha mancato di toccare anche la provincia mar-

chigiana, nella quale alcuni dirigenti locali di Fli si sono ritrovatiiscritti al partito di Silvio Berlusconi. Tra di essi, il coordinatoreprovinciale dei finiani Giorgio Pollastrelli, il suo vice Felice Munafòe anche il coordinatore regionale di Generazione Futuro VeronicaFortuna. La denuncia è stata lanciata anche da Gianmario Mariniello,coordinatore nazionale di Gf, sul sito del movimento. “Si tratta –ha detto Mariniello - dell’ennesima dimostrazione di come elenchidegli iscritti del Pdl siano stati copiaincollati, probabilmente percercare di nascondere il crollo del partito di Berlusconi sul territorio.Il milione di iscritti tanto esibito da Angelino Alfano – è l’affondodi Mariniello – è stato travolto in questi mesi dagli scandali: forseanche questo avrà contribuito a far crollare il Pdl in tutti i sondaggi.

La politica è un’altra cosa: non a caso Pollastrelli, Munafò eFortuna hanno scelto il progetto di Fli”. A tale proposito, MarioLattanzi, segretario provinciale del Pdl, ha decisamente respinto leaccuse, parlando di una strumentale confusione degli elenchi degliiscritti e smentendo, poiché i finiani non risultano aver rinnovatola tessera Pdl nel 2011, che questi avrebbero potuto paradossalmenteavere diritto di voto nel congresso regionale del partito svoltosi poipochi giorni dopo, il 4 marzo scorso, e nel quale Lattanzi è stato ri-confermato nel suo ruolo. Ottavio Brini, vice coordinatore regionaleaggiunto del Pdl, aveva parlato a sua volta di bufala, rispetto alleaccuse degli esponenti Fli, dichiarando che i vertici nazionali del

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Finalmente dopo un

lunghissimo periodo di

trattative, la vicenda della

Mediterranea S.r.l volge ad una

conclusione positiva. Risulta

infatti che la curatela

fallimentare abbia accettato la

proposta di conduzione in

affitto e successivo acquisto

complessivo di beni immobili e

mobili presentata

dall'amministratore delegato

della Mediterannea S.r.l.

unipersonale Vincenzo Ciulla.

Dunque se verranno rispettati

gli accordi presi in tale stipula

nei mesi futuri, 36 per

l'esattezza, un'azienda

matelicese importante per

tutta la comunità,

considerando le cento famiglie

vi prestano lavoro usciranno

dall'incertezza che negli ultimi

mesi hanno tenuto tutti con il

fiato sospeso, considerando il

bruttissimo periodo di crisi che

questo piccolo centro urbano

sta vivendo. Il Fli sempre

attento alle vicende territoriali

si augura vivamente che nei

Matelica, raggiunto l'accordo per la Mediterranea:salvi 100 posti di lavoro

di Gessica Menichelli

prossimi mesi tutta la vicenda

possa realizzarsi come dalla

documentazione presentata,

perchè questo territorio può

offrire molto, sia a livello

umano che professionale.

della vicenda, delle convocazioni per il congressoPdl recapitate invece nelle cassette postali deidirigenti di Futuro e Libertà proprio il giornosuccessivo. Quella che ancora Mariniello defi-nisce “prova schiacciante” della malafede deipidiellini.

La posizione dei finiani era stata presentatain una conferenza stampa contestuale alla con-segna dell’esposto, in cui Pollastrelli, Fortunae Munafò avevano portato documenti, elenchie mail a sostegno della loro tesi. “Ci aspettiamo– ha detto Pollastrelli - che Ceroni (deputato ecoordinatore regionale del Pdl, ndr) faccia chia-rezza. Lo chiediamo senza alcuna volontà po-lemica. Vogliamo solo che i congressi del Pdl sisvolgano all’interno del perimetro della legalità”.“Nessuna guerra al Pdl – aveva sottolineato inquell’occasione Felice Munafò –, se lo avessimovoluto ci saremmo recati alle urne domenica 4marzo per poi far scoppiare lo scandalo il giornodopo e chiedere di annullare il congresso. Noi,lasciando il Pdl, abbiamo fatto una scelta politicama anche personale perché abbiamo lasciatoanche tanti amici”. Ma ora, hanno concluso itre, “spetta alla Procura fare chiarezza”.

Insomma, ancora scintille tra Pdl e Fli, acolpi di nominativi, date ed elenchi: mera pub-blicità gratuita, accusano i berlusconiani, mentre

da Futuro e Libertà si addita la vicenda come il disperato tentativodi nascondere il calo degli iscritti del partito berlusconiano e la suaassenza sul territorio. �

partito berlusconiano avrebbero potuto valutare azioni legali.Da parte sua Fli, con Giorgio Pollastrelli, ha già presentato un

esposto in Procura lo scorso 1° marzo. Forte però, a questo punto

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a destra Gianmario Mariniello,

a sinistra i l coordinatore regionale Pdl Remigio Ceroni

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Ad un passo dalla tanto attesa riforma delmercato del lavoro, così auspicata dal governo

Monti, vale la pena di soffermarsi per un istante ariflettere sulle generali condizioni del lavoro a cuitutti in misura diversa, siamo sottoposti. Le instabilicondizioni di lavoro, precario, mal retribuito esempre più in crisi, non favoriscono certo unacrescita individuale né sul piano economico-occu-pazionale, né tantomeno sul piano di una realizzazionepersonale. Non c'è da stupirsi se a distanza di 50anni dalla “svolta industriale”, il territorio Fermanoè di nuovo dentro a una crisi molto grave che rischiadi determinare un basso riposizionamento dei livellisocio-economici e un arretramento del tenore divita.

Nella sola provincia di Fermo, che conta una po-polazione di circa 170.000 persone (Istat 2005), il

tasso di occupazione (15-64 anni) è al 62% (obiettivo Ue 70%); al16% oltre i 55 anni. Il tasso di disoccupazione è invece passato dal10,4% del 2006 al 13,7% del 2011 pari a 15.722 lavoratori, benoltre il dato nazionale del 9,4%. Analizzando i dati del Centro perl’Impiego emerge che le più colpite sono le donne 16%, (maschi al11,4%), seguite da giovani e immigrati. Inoltre, nella fascia di po-polazione compresa tra il 20 e i 39 anni di età, si rilevano i datipeggiori con picchi di disoccupazione pari al 26%. Stessa sorte pergli over 50 al 21,9% e per gli extracomunitari che passano dai1.021 disoccupati del 2006 ai 1.906 del 2011, pari al 12,12% deltotale. I licenziamenti si abbattono sul calzaturiero, servizi/terziario,costruzioni e metalmeccanico; in numero maggiore provenienti daaziende sotto 16 dipendenti. Nel 2011 sono aumentati gli avviamentirispetto al 2009 e al 2010 passando rispettivamente da 34.254 e37.470 a 38.341 (+4.087/+11,9%). Tuttavia, il dato è positivo soloin apparenza perché risulta che è drammaticamente aumentata laquota dei contratti di lavoro precario: nel 2009 la quota dei contratti

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a tempo indeterminato raggiungeva il 28,3%, nel 2011 la stessa siattesta al 13,7, il resto, oltre l’82%, è tutto precariato. È possibileriportare ordine in questo mare magnum lavorativo? Sembra doverosoe prioritario riaffermare i diritti degli uomini del lavoro come parteintegrante dei diritti umani, visto che mai come in questa epocal'uomo è stato tanto umiliato, offeso e impoverito d'animo e didenaro. Già perché la povertà di cui parliamo è una povertà indub-biamente economica, ma anche culturale, di sensibilità. E allora, èpossibile riabilitare l'uomo ripensando a un mercato del lavoro cheponga l'uomo al centro?

Il Governo Monti sembra volersi porre il nobile obiettivo di rifor-mare il grande fronte del mercato del lavoro, vale a dire piùflessibilità in uscita con la revisione dell’articolo 18 dello Statutodei lavoratori e revisione degli ammortizzatori sociali. Quali le di-rettrici? Sicuramente dialogo con i sindacati, sul piede di guerraogniqualvolta sentano parlare di riforma dell'articolo 18 - la modificaall'art. 18 è una posizione molto difficile da conciliare - e interesse

al modello Ichino, giuslavorista del Pd, che prevede più facilità dilicenziamento accompagnato però a un sistema di tutele a caricodelle aziende, denominato flexsecurity. Il che sostanzialmentesignifica più ricambi interni alle imprese ma più ammortizzatorisociali secondo il sistema in vigore in Danimarca. Anche il ministrodel Welfare Fornero ha già detto di apprezzare lo 'scandinavo' stru-mento del 'reddito minimo garantito' che potrebbe costituire monetadi scambio per la revisione dell’articolo 18, se e solo se i sindacatiaccetteranno e daranno il via libera. In sintesi: “Modello tedesco”per i licenziamenti (art. 18) e un percorso negoziale che consentaalla Cgil di stare al tavolo fino all'ultimo momento; obiettivo di unariforma profonda per gli ammortizzatori sociali, da mettere a regimetra cinque anni, che punta a un sistema su due pilastri, Cassa inte-grazione e indennità di disoccupazione; fermo intento di rimettereordine fra le diverse tipologie contrattuali per eliminare sacche diprecarietà. Centrale resta da capire dove verranno trovate le risorseper gli ammortizzatori sociali, ma soprattutto se questa riformasarà o no all’insegna del licenziamento facile e della flessibilità esa-sperata o di tutela rinnovata al lavoratore. Altra questione urgente,le cosiddette dimissioni in bianco. Nell'odierno mercato del lavorosembra vigere questa pratica illegale, ma purtroppo assai diffusa,secondo la quale il dipendente si vede costretto a firmare unalettera di dimissioni, senza data, al momento dell'assunzione e perla quale può essere obbligato dal datore di lavoro ad andarsene inqualunque momento.

La legge 188 del 2007 in realtà aveva introdotto dei meccanismiprocedurali che di fatto vanificavano la possibilità di apporre firmein bianco di pre-licenziamento al momento dell'assunzione, ma fuimmediatamente abrogata dal Ministro Sacconi nel 2008 al mutaredella legislatura. Una delegazione di donne della Provincia di Fermoha deciso di riaprire la questione aderendo alla mobilitazionenazionale "188 donne per la legge 188", consegnando al Prefettouna lettera indirizzata al Presidente del Consiglio, ai Presidenti diCamera e Senato, al Ministro del Lavoro e a tutte le Parlamentari,nella quale viene richiesto un intervento legislativo urgente edefficace per combattere il fenomeno. Agitatevi, organizzatevi, studiate,approfondite. Don Andrea Gallo lo chiede sempre ai giovani. Noi lochiediamo al governo Monti. �

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IL LAVOROCHE NON C'È E LE REGOLE

DEL GOVERNOMONTIdi Cristina Corradetti

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i l s indaco di Ascoli Castell i e

quello di San Benedetto Gaspari

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Il più importante strumento programmaticoche le amministrazioni comunali hanno

per poter prevedere lo sviluppo delle città,spesso e volentieri non viene utilizzato. Di-mostrazioni in tal senso si hanno anche nelterritorio piceno, con Ascoli e San Benedettoche, nonostante il succedersi di sindaci edamministratori alla guida delle città, nonriescono ad approvare un nuovo Piano Re-golatore. Attraverso il Prg le amministrazionidovrebbero stabilire quali dovrebbero esserela dimensione demografica delle città, comeincrementare il numero degli abitanti, doveprevedere lo sviluppo cittadino, come mi-gliorare e adeguare la rete stradale e farearee verdi. E invece tutto questo manca. AdAscoli, ad esempio, l’ultimo Piano Regolatoreè stato approvato quarant’anni fa e nono-stante i ripetuti annunci prima del sindacoPiero Celani e più recentemente del suosuccessore Castelli, ancora non si riesce aportare all’approvazione del consiglio co-munale gli elaborati che insigni professionistichiamati come consulenti stanno redigendoda alcuni lustri.

Appena insediatosi, nell’estate del 2009,l’attuale primo cittadino di Ascoli, insiemecon l’assessore all’Urbanistica della suagiunta, volle lanciare all’opinione pubblicaun segno di discontinuità con il suo prede-cessore ed annunciò le linee guida che sa-rebbero state le fondamenta del nuovo do-cumento programmatico che, si disse, sarebbestato approvato in tempi brevissimi. Sonopassati quasi tre anni e ancora nulla è suc-cesso. Anzi, l’Amministrazione continua adapprovare la costruzione di nuove palazziattraverso la concessione di deroghe al PianoRegolatore. Se per Piero Celani c’era il com-parto di via Firenze, per l’attuale ammini-strazione ci sono i Contratti di Quartiereche consentono di aggirare i piani regolatorie concedere autorizzazioni edilizie senzadare l’impressione di avere chiara l’idea disviluppo cittadino che si vuole perseguire.

Espandere la città verso Ovest, cercandodi riequilibrare il baricentro della città checon il passare degli anni si è sempre piùspostato verso la vallata del Tronto, oppureproseguire con un’estensione urbanisticaproiettata verso il mare? Espansione o ri-qualificazione cittadina? Rilanciare oppureno la zona del Colle San Marco? Se sì, inche maniera? Quali possono essere dei nuovicollegamenti viari che possano risolvere unavolta per tutte la viabilità cittadina? E, so-

prattutto, come arrestare il graduale e ine-sorabile decremento demografico di Ascolicittà capoluogo? Come invertire questa pe-ricolosa tendenza? La mancanza di proget-tualità ha causato l’impoverimento non soloeconomico del capoluogo. Sempre più spessole giovani coppie hanno scelto di trasferirsiin uno dei comuni limitrofi dove sia il costod’acquisto di una casa che quello d’affittosono notevolmente inferiori a quello del ca-poluogo. A San Benedetto la situazione nonè certo molto dissimile da quella di Ascoli.Anche in riviera non si è provveduto ad ap-provare un nuovo Piano Regolatore e si vaavanti a colpi di variante. E talvolta non siriesce neppure a trovare un accordo.

Come nel caso della zona ex Ballarin dovela Fondazione Carisap aveva deciso di fi-nanziare la riqualificazione della zona met-tendo a disposizione oltre che un maxi fi-nanziamento anche progettisti di fama in-ternazionale. Purtroppo le idee sul da farsiin quella parte della città unite a problemisulla proprietà dell’area scelta non hannoconsentito di andare avanti su quel progettocon la conseguenza che la Fondazione hadestinato quei soldi alla realizzazione diun’altra opera nel vicino comune di Grot-tammare. Esempi di mancanza di program-mazione territoriale che certamente frenanoanche il rilancio economico ed occupazionaledel territorio.�

Cercasi Piano Regolatore…disperatamente!

di Gabriele Baldassarri

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