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Il genio di Leonardo Segreti e invenzioni nei Codici da Vinci Il laboratorio ideale di Leonardo presentato in questo ipertesto è composto di molte stanze, nelle quali potrai scoprire quali sono stati i suoi progetti principali. Clicca sulle stanze che ti interessano e … Stanza della guerra Stanza della meccanica Stanza della musica Stanza della pittura Stanza della geometria Stanza del volo Stanza delle macchini semplici Esci Realizzato da …buona visita! Le nostre fonti

Il genio di Leonardo Esci - icslavallettabrianza.edu.it · Segreti e invenzioni nei Codici da Vinci Il laboratorio ideale di Leonardo presentato in questo ipertesto è composto di

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Il genio di LeonardoSegreti e invenzioni nei Codici da Vinci

Il laboratorio ideale di Leonardo presentato in questo ipertesto è composto di molte stanze, nelle quali potrai scoprire quali sono stati i suoi progetti principali. Clicca sulle stanze che ti interessano e …

Stanza della guerra

Stanza della meccanica

Stanza della musica

Stanza della pittura

Stanza della geometria

Stanza del volo

Stanza delle macchini semplici

Esci

Realizzato da

…buona visita!

Le nostre fonti

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Le macchine sempliciPrima di entrare

nel laboratorio

fantastico di

Leonardo, è

possibile scoprire

ed esplorare le

macchine semplici

ideate dal genio,

che vengono da

lui definite

«gruppi di

meccanismi, non

semplificabili

ulteriormente.

Carrucola

Ingranaggio

Catena

Le stanze diLeonardo

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La carrucola (Codice Madrid I, f. 71 r)

La carrucola è una ruota con un solco

dentro la quale scorre una fune che

viene utilizzata per sollevare o muovere

pesi. Quando la fune viene tirata,

l'attrito mette in moto la carrucola, la

quale, girando sul suo asse, permette di

sollevare pesi difficilmente spostabili

direttamente con la sola forza dell'uomo.

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Macchine semplici

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Codice

Madrid I

f. 71 r

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Macchine semplici

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Il piano inclinato(Codice Madrid I, f. 64 v)

È un metodo che sfrutta la forza di gravità: si tratta di una superficie

inclinata che rende più facile tirare, spingere o far rotolare

carichi pesanti. La pendenza dei piani inclinati

può variare in base all'uso

che se ne deve fare e alla

forza d'attrito che il

carico esercita sopra

il piano stesso.

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Macchine semplici

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Codice

Madrid I

f. 64 v

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Macchine semplici

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La leva(Codice Madrid I, f. 23 r)

La leva è una lunga trave che si usa per spostare carichi pesanti o trasmet-

tere il moto di spinta da un punto a un altro. Quando il matematico greco

Archimede scoprì la leva disse che, se avesse avuto una leva abbastanza

lunga e un punto d’ appoggio, avrebbe potuto sollevare il

mondo. La trave ruota attorno

a un punto fisso detto

“fulcro” e quanto più

vicino il fulcro è al peso,

tanto minore è lo sforzo

necessario per sollevare il peso stesso.

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Macchine semplici

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Madrid I

f. 23 r

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Macchine semplici

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L’ ingranaggio (Codice Madrid I, f. 4 r)

Un ingranaggio è una ruota dentata che

trasmette movimento a un’altra ruota o

elemento dentato. Quando è piccolo

viene comunemente chiamata “pignone”,

quando è grande viene chiamata

“corona”.

Gli ingranaggi sono disegnati per

ridurre al minimo l’ attrito e l’ usura e

possono essere di due tipi : ruote con

denti o bastoncini tenuti assieme come

una gabbia per uccelli.

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Macchine semplici

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Madrid I

f. 4 r

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Il dente d’arresto (Codice Madrid I, f. 12 r)

È una macchina molto simile a un ingranaggio

i cui denti hanno una particolare forma che

permette la rotazione della ruota in un solo

senso di marcia. Può essere impiegata per

assicurare la salita di un peso utilizzando

una carrucola. Una staffa si incastra di

volta in volta nei denti d’arresto e non

permette alla ruota di “ tornare indietro”,

anche se si applica una forza contraria.

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Macchine semplici

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Madrid I

f. 12 r

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Il cuneo(Codice Madrid I, f. 46 r)

Il cuneo è un elemento dalla forma triangolare o trapezoidale

(forma con quattro lati di cui due paralleli). Spinto con forza

all’interno di cavità o tra due corpi, è in grado di dividerli e

allontanarli. Gli spacca legna adoperano

un cuneo che battono con una mazza

su tronchi di legno. Il principio

di funzionamento del cuneo è lo

stesso che viene applicato negli

attrezzi da taglio o per perforare

come coltelli, gli aghi, gli scalpelli,

i chiodi, i bulloni e gli spilli

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Madrid I

f. 46 r

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L’asse (Codice Madrid I, f. 28 r)

L’asse è costituito da un cilindro rigido il cui

centro coincide col perno di una ruota, di un

ingranaggio o di uno oggetto in rotazione.

l’asse può essere solidale o slegato dall’ogget-

to al quale fa da perno.

L’esempio più conosciuto è quello applicato

alla ruota, che ha permesso all’uomo

di compiere i primi viaggi, prima

su rudimentali carretti trainata da

animali e oggi su automobili e treni.

Anche le eliche delle navi e degli aeroplani

ruotano attorno ai loro assi.

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Macchine semplici

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Madrid I

f. 28r

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La vite(Codice Madrid I, f. 15r)

Durante la sua rotazione la vite avanzata

a una direzione grazie a una filettatura.

La vite sviluppa grandi forze e può

essere utilizzata per sollevare pesi

notevoli o per produrre grandi pressioni:

basti pensare a come una vite

tiene uniti strettamente due

pezzi di legno o come una serie

di viti utilizzate contemporaneamente

sia in grado di sollevare grandi pesi.

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Madrid I

f. 15r

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La biella (Codice Madrid I, f. 28 r)

È l’accoppiamento di una manovella a una ruota con un perno e serve a convertire il

moto rettilineo in modo rotatorio e viceversa. Nel disegno di Leonardo la biella viene

mossa da una manovella posta su una ruota, e durante

la rotazione fa avanzare

e indietreggiare

periodicamente un

pezzo scorrevole

lungo un

asse di

legno.

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Macchine semplici

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Madrid I

f. 28r

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La catena (Codice Madrid I, f. 10 r)

È un organo meccanico di tradizione,

costituito da una successione di anelli chiusi,

collegati fra loro. Le catene di sollevamento

devono potersi avvolgere su ruote munite di

scanalature (dette "impronte") nelle quali le

maglie debbono incastrarsi. Oggi la catena

viene anche utilizzata nei mezzi di trasporto,

come le motociclette e le biciclette, e

serve per trasmettere la forza

del motore, e quindi il

movimento, alle ruote.

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Macchine semplici

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Madrid I

f. 10 v

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La molla (Codice Madrid I, f. 85 r)

La molla è un corpo elastico, generalmente

in metallo, usato (soprattutto negli orologi)

per accumulare energia meccanica

quando viene caricata. Leonardo

utilizza la molla per esempio

nel progetto dell'automobile,

dove funziona come motore.

Si tratta di un uso analogo alle

macchinine giocattolo che vengono

caricate per poi essere liberate e

lasciate correre.

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Mcchine sempliciMacchine semplici

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Madrid I

f. 85r

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Macchine semplici

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Le camme (Codice Madrid I, f. 8r)

Le camme sono elementi meccanici che

producono movimenti alternati e

ripetuti nel tempo, che cambiano a

seconda del loro numero e della loro

forma. Poste solitamente

lungo un asse in rotazione

intercettano ripetutamente

altri elementi meccanici che

vengono urtati e mossi

provocando nuove azioni.

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Macchine semplici

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Madrid I

f. 8r

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Macchine semplici

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Stanza della meccanica, idraulica e nauticaLeonardo è spinto da

una continua e

accanita ricerca che ha

lo scopo fondamentale

di sollevare l’uomo

dalla fatica. Non

sempre però inventa

cose nuove; a volte

infatti trae ispirazione

da meccanismi già

esistenti, cercando però

di migliorarli,

aggiungendo spunti

geniali.

Barca a pale e pedali

Sega meccanica

Le stanze diLeonardo

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L’automobile

Il foglio 812 R del Codice Atlantico racchiude uno dei progetti più interessanti e avvincenti di Leonardo e probabilmente uno dei più conosciuti della sua intera opera. Egli fu particolarmente attratto dai problemi riguardanti la locomozione, come testimoniano i numerosi schizzi e disegni di carri e veicoli, sparsi nei codici. Il modello rappresenta un esempio di carro automotore in cui venivano applicati meccanismi (in particolare balestre e ruote dentate) già conosciuti ed usati da Leonardo. Non è un’automobile destinata al trasporto di cose o persone, ma un progetto ancora più ambizioso. Molto probabilmente un congegno teatrale programmabile, in grado di muoversi da solo, non solamente in linea retta ma anche seguendo traiettorie curve.

Funzionamento

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Stanza meccanica

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Stanza meccanica

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Stanza meccanica

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Codice AtlanticoFoglio 812 R

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Stanza meccanica

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Stanza meccanica

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FunzionamentoIl carro doveva essere azionato da un sistema di caricamento manuale delle balestre chedovevano, attraverso complicati ingranaggi, trasmettere alle ruote motrici la forzaimmagazzinata. La trasmissione, che era indipendente su ogni ruota era assicurata da uncongegno a ruotismi che ne permetteva la differenza di velocità. Una terza ruota dovevaessere collegata da una specie di timone che serviva a direzione di carro.Le dimensioni della macchina molto probabilmente erano contenute: studi svolti su altrimanoscritti svelano un possibile dimensionamento di circa un metro per un metro edun’altezza di poco inferiore.

Un complicato sistema d’ingranaggi permetteva di caricare le mole che fanno da motorea questa macchina. A questo punto dalle quinte di un teatro veniva lasciata entrare inscena coperta di pupazzi in cartapesta, che potevano muovere alcune loro parti: peresempio girare la testa o spostare le braccia.Si trattava dunque di un fantastico effetto speciale teatrale.

Meccanismo

Apparato motore

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Stanza meccanica

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Stanza meccanica

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MeccanismoA. Le due grosse molle aspirale, disposte sotto leruote dentate orizzontali,forniscono la forza motrice.Le molle serate in untamburo di legno, vengonocaricate in direzione inversae rilasciano l’energiaaccumulata facendo ruotarein senso inverso le ruotedentate orizzontali alle qualisono direttamente collegate.Le due ruote sonoaccoppiate e trasmettonol’energia accumulata agli altrimeccanismi del carro.

B. I dispositivi angolari del carro,oltre a trasmettere il moto alleruote, azionano la coppia dimolle a balestra situate nellaparte superficiale del carro.

C. Un piccolo dispositivo si rivela essenziale per il funzionamento del carro:il freno a mano a controllo remoto. Esso consiste di un regolo di legno, chepuò slittare lungo una staffa che viene incastrato tra i denti combaciantidelle due ruote orizzontali. In tal modo, dopo che le ruote motrici sonostate caricate, viene impedito alle ruote orizzontali di iniziare a ruotare; diconseguenza il carro resta fermo. All’anello può essere applicata una cordache tirata, sblocca le ruote.

Stanza meccanica Torna indietro

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Struttura apparato motore

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Stanza meccanica

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La barca a pale e pedali

Leonardo pensò ad un’imbarcazione che potesse navigare agevolmente con un sistema più pratico dei remi. Questi infatti devono essere manovrati con un movimento ripetitivo e con una produzione di energia non continua. Con il sistema a pale, invece, i manovratori azionano il movimento delle braccia le grandi ruote laterali fornendo così all’imbarcazione un moto senza interruzioni.

Funzionamento

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Stanza meccanica

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Stanza meccanica

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Codice AtlanticoFoglio 945 R

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Stanza meccanica

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Stanza meccanica

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FunzionamentoLa navigazione nei fiumi e nei canali artificiali pone problematiche diverse da quella in mare. Una volta risolto il problema del galleggiamento, l'imbarcazione doveva essere dotata di un sistema di propulsione che consentisse di risalire la corrente dei fiumi e di navigare velocemente nell'acqua lenta dei canali.

In questo a Leonardo sembrò determinante l'impiego della ruota a pale, che venne a costituire una alternativa all'uso dei remi. L'idea alla base di tale innovazione è quella di sostituire i remi con delle ruote, servendosi del principio di funzionamento inverso a quello dei mulini: non più lo sfruttamento della forza dell'acqua per far muovere la ruota ma, al contrario, l'aziona-mento manuale della ruota, in modo che l'impatto delle palle con l'acqua faccia avanzare l'imbarcazione.

Meccanismo

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Stanza meccanica

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Stanza meccanica

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MeccanismoAzionato dalla cinghia, il meccanismo centrale ruota in senso orario e trasmette il suo moto all’anello interno destro del blocco motore. Due molle interne, girando in senso orario, agganciano e ingranano l’anello esterno dentato.

L’anello esterno trasmette il moto rotatorio a sua volta alla gabbia superiore, che inizia a girare in senso antiorario. Il moto viene quindi trasmesso all’asse portante destro, la cui ruota a pale può girare in senso. Dopo questa sequenza si passa a premere il pedale destro e così via alternativamente.

Uno o più uomini iniziano a premere il pedale sinistro. Questo trascina una cinghia che fa ruotare il meccanismo centrale a gabbia.

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Stanza meccanica

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Stanza meccanica

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Il ponte girevoleUn ponte dal bellissimo design. Una struttura portante costruita attorno ad un grosso perno di rotazione posto su una delle rive del fiume consentiva il transito di mezzi di terra sul ponte e di imbarcazioni sul corso d'acqua. Il ponte girava attorno al perno portante, azionato da una o più persone che manovravano due comodi verricelli posti sulla terraferma.

Funzionamento

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Stanza meccanica

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Codice AtlanticoFoglio 855 R

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Stanza meccanica

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Stanza meccanica

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FunzionamentoIl ponte, costituito da una sola campata, èfissato ad una delle sponde su un pernoverticale che ne consente la rotazione eviene fatto ruotare per mezzo di unsistema di corde, argani e rulli.

Struttura

A. Argano di apertura: nella sua rotazione, fa avvolgere la fune di collegamento al ponte.

B. Un sistema di carrucole fisse sulla sponda permette lo scorrimento della fune, determinando la traettoria.

C. Sotto l’azione del tiraggio delle funi, il ponte viene fatto ruotare intorno al pilone centrale che funge da perno.

D. Per riportare il ponte alla sua posizione iniziale, si aziona l’argano opposto, facendo avvolgere la fune. E. L’estremità del

ponte si ricongiunge alla rampa secondaria di accesso.

F. Per favorire la manovra di apertura, è prevista la costruzione di un cassone di pietre da contrappeso.

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Stanza meccanica

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Stanza meccanica

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Struttura

Il disegno di questo ponte risale al primo periodo milanese di Leonardo, e probabil-mente, come gli altri, rientra tra quei progetti che gli menzionava nella lettera di presen-tazione a Ludovico il Moro, con i quali promuoveva le sue capacità di ingegnere civile e militare.La caratteristica princi-pale di questo ponte era la velocità di chiusura e di apertura che ne faceva uno strumento efficace per fermare l'avanzata del nemico.

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La sega idraulica

Una macchina per la lavorazionedi grossi tronchi di legno: ilmovimento dell'acqua, incanalatapresumibilmente in un mulino,azionava una grande ruota a paleche a sua volta forniva l'energianecessaria al movimento dellalama.

Contemporaneamente, la stessaruota movimentata dall'acquaazionava un sistema di carrucoleche permetteva il pesante tronco,posizionato su un carrello mobile,di scorrere lungo l'asse di taglio.

Funzionamento

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Stanza meccanica

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Stanza meccanica

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Codice Atlantico Foglio 1078 aRTorna indietro

Stanza meccanica

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Stanza meccanica

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Funzionamento

Struttura

A. Carrello superiore che trascina il tronco da tagliare.

B. Sistema a carrucole che permette l'avanzamento automatico e graduale del carrello superiore mentre il legno viene tagliato.

C. Ruota idraulica che sfrutta l'acqua che scorre nella canalina sottostante.

D. La ruota, munita di cassettoni di raccolta, viene azionata dallo scorrere dell’acqua, trasferendo l’energia ad altri meccanismi.

E. Questo mecca-nismo trasforma il moto rotatorio idraulico in energia necessaria ad azionare un siste-ma di carrucole e alberi a gomito che traina il vano per la legna.

F. In questa fase avviene la trasformazione del moto rotatorio in moto rettilineo alternato, grazie al quale la sega può compiere l'operazione di taglio.Torna indietro

Stanza meccanica

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Struttura

La sega ad avanzamento meccanico viene messa in funzione dall'energia idraulica. Grazie a un complesso sistema di ingranaggi che abbina biella e manovella al meccanismo ad arpione, la ruota idraulica trasmette in rapida successione il movimento alternato alla lama della sega e al carrello porta tronchi. Questo si sposta di un’unità per volta in modo sincronizzato. Il funzionamento della sega è reso così il più automatico possibile.

Torna indietroStanza meccanica

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Stanza del voloFin da bambino, Leonardo osserva

con particolare curiosità gli uccelli

volare nel cielo e come tutti sogna

di conquistare anche l'aria. Per

questo egli scrive un libro e

moltissimi altri appunti sul volo

degli uccelli, raccogliendo

osservazioni sul volo con ali battenti

e su quello planato; analizza le ossa

degli uccelli e le loro piume, cerca di

capire come fanno a cambiare la

direzione nell'aria e a non

precipitare e disegna progetti di

macchine volanti di tutti i tipi.

Quello che gli manca è solo il tempo

per realizzare gli esperimenti di volo

necessari a rendere il volo una

realtà.

Macchina volanteAla battente

Paracadute Vite aerea

Le stanze diLeonardo

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L’ala battente

L’ala battente fu probabilmente utilizzata per verificare la capacità della forza umana di battere con sufficiente energia l’ala della macchina. Secondo un’altra interpretazione, la stessa macchina potrebbe essersi dimostrata utile per verificare anche il comportamento dell’ala durante i forti movimenti che avrebbe dovuto compiere in fase di utilizzo.

Funzionamento

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Stanza del volo

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Manoscritto BFoglio 88v

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Stanza del volo

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FunzionamentoL’ala disegnata da Leonardo aveva principalmente due scopi: verificare se la forza di unuomo fosse sufficiente a sollevare un peso di 200 libbre (circa 80 kg) azionando un alameccanica. Il progetto delineato in questo foglio non è una reale macchina volante, masolamente un modello di studio sperimentale, in cui l’ala rappresenta una struttura fissa,simile ad un grande ventaglio.La struttura era un semplice cavalletto costruito in legno con un perno centrale,presumibilmente in metallo, per sopportare la forza e la velocità, che doveva esserenotevole, impressa dai colpi ripetuti dell’uomo. La leva da azionare era presumibilmentein metallo e abbastanza lunga da poter movimentare con agio l’ala battente.

Meccanismo

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Stanza del volo

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Meccanismo

Qui vediamo le ricostruzioni dell’ala battente in funzione. Se l’ala era ben costruita e l’uomo che l’azionava esercitava una forza sufficiente, il peso di 200 libbre veniva sollevato.

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Stanza del volo

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La macchina volanteDopo lo studio di numerosi meccanismi Leonardo si cimenta in più di un progetto di macchina volante. In questo particolare progetto sono ben chiare sia la posizione del pilota guidatore, sia le operazioni che quest’ultimo deve compiere per manovrare e mantenere presumibilmente in volo l’apparecchio.

Funzionamento

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Stanza del volo

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Manoscritto BFoglio 74v

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Stanza del volo

Page 52: Il genio di Leonardo Esci - icslavallettabrianza.edu.it · Segreti e invenzioni nei Codici da Vinci Il laboratorio ideale di Leonardo presentato in questo ipertesto è composto di

FunzionamentoIn questa macchina la posizione del volatore è studiata in modo che egli possa bilanciare mediante opportuni movimenti della parte inferiore del corpo. Le ali, che imitano quelle dei pipistrelli e dei volatili di grandi dimensioni, appaiono fisse nella parte più interna (quella vicino alla persona) e mobili in quella esterna che può essere piegata attraverso un cavo di comando azionato dal volatore per mezzo di maniglie. Leonardo è giunto a tale soluzione studiando la struttura alare degli uccelli, notando che la parte interna delle loro ali si muove più lentamente di quella esterna e che perciò serve più a sostenere che a spingere in avanti.

Struttura

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Stanza del volo

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StrutturaLa sequenza di immagini mostra

in vista frontale lo sviluppo e la

dinamica di funzionamento della

macchina volante. La sequenza

dall’alto verso il basso, sintetizza

la chiusura delle ali. Dal basso

verso l’alto si realizza la

riapertura.

In ogni sequenza è possibile

capire che tipo di movimenti la

macchina compie e quali

componenti sono ogni volta

coinvolti.

L’immagine è emblematica della

complessità del principio di

funzionamento.

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Stanza del volo

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Il paracaduteNella parte alta del foglio che contiene disegni relativi a studi per il volo meccanico appare il progetto di paracadute con relativa didascalia: “Se un uomo ha un padiglione di pannolino intasato di tela di lino (disposta cioè in modo da otturare ogni interstizio) che sia di 12 braccia per faccia è alto 12, potrà gittarsi d'ogni grande altezza senza danno di sé”.Dato che il braccio fiorentino è circa 60 cm il paracadute può schematicamente essere paragonato ad una piramide quadrangolare avente lato di base di circa 7,20 metri è uguale altezza.

Funzionamento

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Stanza del volo

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Codice AtlanticoFoglio 1058

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Stanza del volo

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Funzionamento

Per Leonardo, l'uomo appeso al paracadute sarebbe caduto: sia perché tirato dal suo peso, sia perché spinto verso il basso dall'aria, come voleva la filosofia aristotelica. Allo stesso tempo però, e qui sta la vera novità del pensiero di Leonardo, la resistenza dell'aria esercitata sul paracadute ne avrebbe rallentato la caduta. Dai documenti arrivati fino a noi non risulta che Leonardo abbia mai realizzato e provato il suo progetto di paracadute che non ebbe successo ai suoi tempi e rimase un progetto irrealizzabile anche perché il paracadute era enorme e rigido. Così come Leonardo l'aveva progettato anche ai giorni nostri non avrebbe possibilità di utilizzo.

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Stanza del volo

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La vite aerea

Comunemente ricono-sciuto come l’antenatodell'elicottero moderno,questo progetto èinteressante non tantoper le soluzioni mec-caniche, quanto per ilfatto che Leonardoindividuò nell'aria, comenell'acqua, un fluidodinamico meno denso,attraverso il quale poteravvitare una macchinacosì progettata: eccoperché è più corretta ladenominazione di “viteaerea” piuttosto chequella di “elicottero”.

Funzionamento

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Stanza del volo

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Manoscritto BFoglio 83 v

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Stanza del volo

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Funzionamento

Struttura

Quattro persone, impugnando le

quattro aste del timone di

manovra, rimangono ferme e

spingono con i piedi una struttura

che è collegata saldamente

all’elica. In questo modo l’elica

prenderebbe a girare e, raggiunta

un’ipotetica “presa” sull’aria,

volerebbe via lasciando a terra le

persone e il pilone centrale, che è

utilizzato come avvio.

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Stanza del volo

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Struttura

La struttura volante costa di una guida in fil di ferro che definisce il profilo elicoidale, fissata all'albero centrale attraverso una serie di raggi di legno, grazie ai quali è possibile apporre la copertura in tessuto e agganciarla alla struttura.

Un sistema di cavalletti in legno permette il fissaggio della struttura volante della vite aerea all'albero centrale e quindi alla base di manovra, dove degli uomini ne avrebbero azionato il meccanismo rotatorio.

La base di manovra, circolare è in legno, ospita gli uomini che avrebbero prodotto l'energia necessaria alla vite per sfruttare la densità dell'aria e volare.

Il tessuto suggerito da Leonardo per la copertura della struttura è il lino, trattato con amido per ridurre notevolmente la porosità.

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Stanza del volo

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Stanza della guerra

La bombardaLa catapulta

I carri falcianti

Nonostante Leonardo ripudiasse la guerra, che definiva “pazzia bestialissima”, ci ha lasciato disegni di stupefacenti macchine da offesa: carri falcianti, carri armati, catapulte di incredibile potenza, ponti d'attacco, lame e lance, nonché nuove tipologie di cannoni. E’ lui stesso che, presentandosi a Ludovico il Moro, dichiara di essere in grado di realizzare armi innovative.Leonardo ama però la vita e la natura e per questo progetta moltissimi sistemi e macchine per la difesa, oltre a passaggi segreti per i castelli e a volte inserisce volutamente nei suoi manoscritti degli “errori” per rendere le macchine non realizzabili.

Le stanze diLeonardo

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La catapulta

Funzionamento

La catapulta è un particolare congegno a doppia balestra che produce una quantità di energia molto elevata per scagliare proiettili, di pietra o di materiale incendiario, a distanze anche considerevoli. Le operazioni di carica delle due grosse balestre avvenivano attraverso una manovella posta sul lato.

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Stanza della guerra

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Codice AtlanticoFoglio 140 are 140 br

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Stanza della guerra

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Funzionamento

La catapulta aveva una gittata considerevole e veniva quindi impiegata per colpire bersagli anche molto lontani. In questo progetto Leonardo cerca di incrementare la potenza e la praticità d'uso dello strumento bellico.Le due grosse balestre, probabilmente costruite in legno piegato, garantivano una spinta molto forte.Quando la balestra era caricata, le due braccia di legno si trovavano in tensione, ricurve su di esse. Allora veniva caricato un peso nel cucchiaio e quando tutto era pronto, un operatore imprimeva un forte colpo sulla manovella anteriore.

Terminate le operazioni di lancio, la catapulta poteva essere ricaricata in poco tempo. L’operatore girava la manovella e faceva richiudere su se stessi gli archi di legno. Leonardo aveva pensato anche a un sistema autobloccante per le operazioni di ricarica

Struttura

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Stanza della guerra

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Struttura

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Stanza della guerra

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La bombarda

Il disegno che si trova sul primo foglio del codice Atlantico è molto affascinante e completo: rappresenta in pianta una bombarda con sedici cannoni disposti radialmente. La parte più interessante del progetto però si trova al centro della bombarda stessa, dove compaiono una coppia di pale meccaniche e alcuni ingranaggi a ruota che svelano solo in parte il possibile utilizzo di questa grande struttura. Le interpretazioni, infatti, possono essere più di una.

Funzionamento

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Stanza della guerra

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Puphamn. 1030

Londra, British Museum

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Stanza della guerra

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Funzionamento

Si è sempre ipotizzato che questa grande struttura possa essere una sorta di bombarda da collocare in cima ad una torre, o comunque ha una struttura civile terrestre. Analizzando bene il disegno però si possono scorgere una probabile copertura, poco coerente con questa interpretazione, e successivamente doppie linee sospese situate in prossimità di tutti i raggi di costruzione.Una possibile interpretazione ritiene che questi leggeri ma chiari tratti siano dei remi, per manovrare in acqua la macchina. In tutti i casi è bene ricordare che la bombarda multipla in acqua rimane solo una delle possibili interpretazioni di questo progetto. Struttura

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Stanza della guerra

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StrutturaTorna indietro

Stanza della guerra

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I carri falciantiUno dei manoscritti più belli di Leonardo, forse anche per impressionare Ludovico il Moro, rappresenta dei carri falcianti da utilizzare in battaglia. Trainati da cavalli in corsa, questi carri, dotati di lame taglienti, si muovevano nella mischia e colpivano a morte chiunque capitasse vicino.

Funzionamento

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Stanza della guerra

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Torino, Bibl.Reale, f. 15583rTorna indietro

Stanza della guerra

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Funzionamento

Struttura

Il sistema a doppia lama rotante evitava che i nemici potessero accedere al carro dalla parte posteriore.

Il carro trascinato vigorosamente dalla coppia di cavalli faceva presa a terra con due grosse ruote dentate, una delle quali, dotate di pioli, trasmetteva il moto rotatorio all'ingranaggio a gabbia principale. Inoltre su queste ruote erano montate due lame rotanti per impedire l'avvicinamento dei nemici.

L'ingranaggio a gabbia principale, messo in moto dalle ruote, trasmette l'energia rotatoria a due sistemi di lame, uno posteriore e l'altro anteriore.

Tramite un lungo albero motore, il moto rotatorio viene trasmesso al sistema anteriore di ingranaggi a gabbie, che aziona l'arma principale del carro, una struttura costituita da quattro falci.

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Stanza della guerra

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Struttura

Con una dettagliata analisi degli ingranaggi, si può notare che, sia nel disegno, sia nella ricostruzione, potrebbero esserci degli errori di funzionamento. Come nel progetto di carro armato, si potrebbe pensare che Leonardo abbia volutamente inserire tali errori, per nasconderne il corretto funzionamento.

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Stanza della guerra

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Stanza della geometriaEsaminando le pagine dei suoi

codici, i disegni geometrici spiccano

per la loro qualità, nonostante

Leonardo abbia affinato le sue

conoscenze matematiche solo col

tempo. Il codice Atlantico è ricco di

questo tipo di disegni: tra gli esempi

più famosi, troviamo l’uomo

Vitruviano. Lo studio delle

proporzioni del corpo umano,

utilizzando la geometria come base,

è uno dei meravigliosi esempi di

come l’artista riesca con il suo genio

a coniugare conoscenza tecnico-

scientifica con abilità artistica.

Leonardo svolge inoltre studi che

riguardano i solidi geometrici e le

proporzioni, senza limitarsi al

disegno, ma producendo anche dei

modellini in legno, carta o metallo.

Le stanze diLeonardo

Compassi Mazzocchio

Lunule Solido tridimensionale

Sezione aurea

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I compassi

Leonardo disegna numerosi compassi, da quelli più semplici a due gambe a quelli più complessi per utilizzi particolari: è interessante notare come egli cerchi di migliorare e progettare nuovi compassi che servono anche a lui per disegnare; alcuni sono talmente belli che potrebbero essere venduti anche oggi.I dettagli di alcuni di essi prevedono l’integrazione di piccole molle nelle aste, le quali permettono di appoggiare le punte sul foglio, ammortizzando la spinta impressa dalla mano del disegnatore. Un accorgimento come questo è sicuramente degno dei tempi moderni.

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Stanza della geometria

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Codice AtlanticoFoglio 264 v

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Stanza della geometria

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Il MazzocchioIl mazzocchio, così chiamato dallo stesso Leonardo, è formato da 32 sezioni con base ottagonale. Il manoscritto è molto accurato e non lascia dubbi sulla forma della struttura: egli schizza tutte le facce con i relativi vuoti, lasciando quindi trasparire la struttura sottostante, rendendola estremamente realistica. Oggetti come questo venivano realizzati come studio geometrico, ma, data la loro particolarità, potevano anche fungere da ornamento nelle grandi sale del castello del duca.

Struttura

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Stanza della geometria

Page 78: Il genio di Leonardo Esci - icslavallettabrianza.edu.it · Segreti e invenzioni nei Codici da Vinci Il laboratorio ideale di Leonardo presentato in questo ipertesto è composto di

Codice AtlanticoFoglio 710

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Page 79: Il genio di Leonardo Esci - icslavallettabrianza.edu.it · Segreti e invenzioni nei Codici da Vinci Il laboratorio ideale di Leonardo presentato in questo ipertesto è composto di

StrutturaÈ probabile che Leonardo costruisce dei modelli in legno, ma nelle note manoscritte presenti sul foglio sono presenti indicazioni per realizzare l'intero oggetto in metallo. E’ ipotizzabile che abbia prima disegnato il Mazzocchio, realizzato un prototipo in legno e solo successivamente pensato ad una realizzazione in cera e infine a una vera e propria fusione in metallo. Contare i pezzi uno per uno sarebbe sicuramente troppo difficile. Leonardo stesso, per fare i conti, moltiplica il numero di pezzi per il numero di sezioni, scrivendo il tutto su un foglio di carta questo.

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Stanza della geometria

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Contare i pezzi uno per

uno sarebbe

sicuramente troppo

difficile. Leonardo

stesso, per fare i conti,

moltiplica il numero di

pezzi per il numero di

sezioni, scrivendo il

tutto su un foglio di

carta questo.

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Stanza della geometria

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Le lunuleIn molti fogli del Codice Atlantico, Leonardo disegna numerosi cerchi o semicerchi che divide poi in aree bianche e nere. Gli spicchi che ricava con il compasso assomigliano a spicchi di luna: ecco perché vengono chiamati “lunule”. Si tratta di ricerche geometriche con le quali cerca la quadratura del cerchio, ovvero la possibilità di tagliare un cerchio in piccoli pezzi che, riuniti tra loro in altro modo, possano formare un quadrato. Le combinazioni possibili sono tantissime e nessuna è perfetta, per questa ne disegna tantissime. Le figure geometriche disegnati da Leonardo composte da lunule e parti del cerchio sono talmente belle che, se ripetute, potrebbero diventare degli elementi decorativi, per esempio per creare un intarsio su un tavolo.

Esempi

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Stanza della geometria

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Codice AtlanticoFoglio 455r

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Esempi

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Stanza della geometria

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Il solido tridimensionaleQuesta figura, che Leonardo usa come esercizio di disegno tecnico, nasce dall' intersezione di tre piani di uguali dimensioni: due sono posti sull'asse verticale, mentre il terzo si trova sul piano orizzontale. Per assicurare la stabilità del solido, ci sono 4 pezzi che collegano i punti mediani di ogni quadrato col centro del solido.

Struttura

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Stanza della geometria

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Codice AtlanticoFoglio 706

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Stanza della geometria

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Struttura

Le soluzioni per realizzarein legno il cubo diLeonardo sono molte. Lapiù semplice prevede larealizzazione di 4 pezzidiversi, i quali in quantitàdiverse compongonol'intero solidotridimensionale. Perrealizzare il cubo conquesti elementi occorronoin totale 16 pezzi.

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Stanza della geometria

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La sezione aureaLa sezione aurea è una delle costanti matematiche più antiche che esistano. È stata definita "sezione aurea", o rapporto aureo, proprio perché in architettura sembra essere il rapporto più estetico fra i lati di un rettangolo e si indica con Φ (dalla lettera iniziale del nome greco dello scultore Fidia).

La sezione aurea, in quanto legge strutturale del corpo umano, ha conosciuto in Leonardo da Vinci (1452-1519) un geniale assertore, infatti in moltissime sue opere si può ritrovare il rettangolo aureo.

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Stanza della geometria

Ne “L’uomo vitruviano”

Leonardo stabilì che le

proporzioni umane sono

perfette quando l’ombelico

divide l’uomo in modo

aureo.

Nella Gioconda il rapporto aureo è

stato individuato nella disposizione

del quadro, nelle dimensioni del viso,

nelle aree comprese tra il collo e le

mani, tra la scollatura dell’abito e il

grembo.

Nell’Ultima cena,

Gesù, il solo

personaggio

veramente divino,

è dipinto con le

proporzioni divine,

essendo racchiuso

in un rettangolo

aureo.

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Struttura

Le soluzioni per realizzarein legno il cubo diLeonardo sono molte. Lapiù semplice prevede larealizzazione di 4 pezzidiversi, i quali in quantitàdiverse compongonol'intero solidotridimensionale. Perrealizzare il cubo conquesti elementi occorronoin totale 16 pezzi.

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Stanza della geometria

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Stanza della musica

Leonardo, forse pochi lo sanno, è

stato un grande amante della

musica: egli, nel suo trattato di

pittura, definì tale disciplina

un’arte seconda solo alla pittura.

Lui stesso era un abile musicista ed

anche un abile suonatore di lira.

Egli ha studiato lo sviluppo di

particolari strumenti musicali e ci

ha lasciato diversi progetti

(purtroppo poco dettagliati) di

strumenti del tutto innovativi : è il

caso della poco conosciuta ma

interessantissima “Piano viola” . In

questi congegni musicali Leonardo

svela tutta la sua genialità,

inventando originali sistemi

meccanici e mettendo a punto

soluzioni del tutto inedite. PianoviolaTamburo meccanico

Lira a forma di teschio

Le stanze diLeonardo

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La lira a forma di teschio

La lira a forma di teschio probabilmente è stata pensata da Leonardo più come effetto scenico che come strumento popolare. Rispetto ad altri progetti di strumenti musicali, questo non presenta particolari interessanti né dal punto di vista tecnico, né da quello strumentale. L’idea di ricavare strumenti musicali da organi e parti animali risale a usi preistorici, tuttavia si possono immaginare alcuni accorgimenti ai quali probabilmente lo stesso inventore poteva aver pensato: per esempio sfruttare le cartilagini del palato come interruttori delle corde, i denti come rudimentali piroli e la cavità cranica come cassa di risonanza.

struttura

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Stanza della musica

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Stanza della musica

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Ashburnham I, foglio Cr

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Stanza della musica

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Stanza della musica

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La piano-viola

Un progetto molto complesso per uno strumento difficilmente catalogabile.

Poteva essere indossato con un semplice imbrago e si suonava con una tastiera. Un crine di cavallo in continuo movimento al suo interno veniva il contrasto con le corde mosse dai tasti, emettendo, per lo strofinio, un suono simile a quello di un violino più che quello di clavicembalo.

struttura

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Stanza della musica

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Codice Atlanticofoglio 93r

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Stanza della musica

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Il tamburo meccanico

Il tamburo meccanico era concepito per essere utilizzato probabilmente durante i cortei lungo le vie della città, ma non è escluso che potesse anche essere impiegato in parate militari o addirittura in battaglia, per incitare i soldati a combattere o per intimorire il nemico.

Nel disegno di Leonardo si intuiscono alcune varianti di progetto: il carro poteva infatti essere trainato da una persona o da un animale, ma poteva anche essere azionato da una semplice manovella.

struttura

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Stanza della musica

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Codice Atlanticofoglio 837 r

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Stanza della musica

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StrutturaIl movimento del portatore, o la rotazione delle manovelle laterali che sostituiscono le ruote, mette in moto la

grande ruota dentata centrale, collegata all’asse stesso delle ruote. Quest'ultimo ingaggia il meccanismo a gabbia

nella parte inferiore dei rulli programmabili. I pioli programmabili inseriti nei fori dei rulli urtano le aste battenti

che percuotono ritmicamente la membrana del tamburo.

L'aspetto interessante e innovativo di questa macchina risiede principalmente nell'automazione dei meccanismi,

ma soprattutto nelle possibilità di programmazione della sequenza ritmica. Il musicista o il semplice portatore che

aziona il meccanismo, è in grado di impostare la macchina sul ritmo voluto e, una volta impostata, non deve far

altro che tenerla in movimento a velocità costante.

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Stanza della musica

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Stanza della pittura

La Vergine delle Rocce

La Gioconda

La fama di Leonardo è in gran parte dovuta alla sua opera di pittore, considerati i capolavori. All'età di 17 anni entra come apprendista nella bottega del pittore e scultore Andrea del Verrocchio, dove si fa notare per le sue doti eccezionali. Tre anni dopo inizia la carriera di artista autonomo. Leonardo considera la pittura come l'arte superiore a tutte le altre e anche in questo campo applica il suo metodo di teoria e pratica: sostiene l'importanza dell'osservazione della natura, dell'applicazione di conoscenze di geometria, ottica e anatomia. Tali conoscenze si rivelano utilissime per realizzare volti di straordinaria bellezza ed immagini di grandi realismo.

Le stanze diLeonardo

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La GiocondaLa Gioconda è un dipinto a olio su tavola eseguito da Leonardo da Vinci intorno al 1503. Misura 77 per 53 cm ed è oggi conservato al Museo de Louvre a Parigi.Il mistero che aleggia intorno all’identità della donna ritratta è un infondato luogo comune, alimentato dalla recente letteratura su Leonardo, che vede segreti nascosti praticamente ogni attività del maestro toscano. La soluzione è in realtà piuttosto semplice. Giorgio Vasari espone con chiarezza e sicurezza che Francesco del Giocondo, ricco mercante fiorentino, commissiona a Leonardo il ritratto di sua moglie Lisa Gherardini. Non illustra nei dettagli il motivo per cui l’opera non arriverà mai nella casa del suo committente, ma lo lascia intuire spiegando che il pittore ci lavora per ben quattro anni e non lo porta a compimento. Il quadro resta quindi al suo creatore e diventa per lui un esercizio di stile, tanto che continuerà a lavorarci e ad apportarvi modifiche per almeno dieci anni. Lo seguirà in tutti i suoi viaggi e sarà con lui fino alla fine, nella sua ultima dimora ad Amboise, dove, con ogni probabilità il re Francesco I lo acquista dall’allievo e erede Gian Giacomo Caprotti.

Analisi dell’opera

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Stanza della pittura

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Il dipinto ritrae a metà figura una giovane donna con lunghi capelli scuri. È inquadrata di tre quarti, il busto è rivolto alla sua destra, il volto verso l’osservatore. Le mani sono incrociate in primo piano e con le braccia si appoggia a quello che sembra il bracciolo di una sedia. Indossa un sottile abito scuro che si apre sul petto in un’ampia scollatura. Il capo è coperto da un velo trasparente e delicatissimo che ricade sulle spalle in un drappeggio. I capelli sono sciolti e pettinati con una scriminatura centrale, i riccioli delicati ricadono sul collo e sulle spalle.Il voltoGli occhi grandi e profondi ricambiano lo sguardo dello spettatore con una espressione dolce e serena. Le labbra accennano un sorriso. Non indossa alcun gioiello, sulle vesti non appare nessun ricamo prezioso. La semplicità con cui si presenta esalta la sua bellezza naturale a cui, evidentemente, non necessita alcun orpello.Alle sue spalle è visibile la linea retta di una balaustra. Il balcone si affaccia su un paesaggio limpido e lontanissimo.Sulla sinistra del quadro si scorge una strada che si snoda attraverso una valle, fiancheggiata da ripide montagne, quindi uno specchio d’acqua, probabilmente un lago a giudicare dall’andamento dei riflessi, quindi ancora formazioni montuose sullo sfondo.

Sfondo a destraSul lato destro ancora una linea serpentinata descrive il corso di un fiume impetuoso, sono visibili rapide e cascate e un ponte su tre arcate. Il corso del fiume si perde in un altopiano aldilà del quale si scorge un altro lago, posto ad una quota più elevata rispetto al primo. Quindi ancora montagne che in modo graduale si innalzano fino a raggiungere altissimi ghiacciai.La linea dell’orizzonte taglia la figura all’incirca all’altezza della fronte, che risulta quindi essere quasi del tutto immersa nel paesaggio.Nell’esecuzione di questo ritratto Leonardo ha posto un’attenzione maniacale nello studio di ogni dettaglio: nella trasparenza del velo come nella terra rossa che ricopre la strada; nell’incarnato delle mani e del collo come nei riflessi dell’acqua; nello studio delle ombre sul volto come nella resa atmosferica. Lo studio dell’anatomia e dell’espressione umana si sposa perfettamente con l’indagine paesaggistica e geologica.Alla perfezione tecnica si unisce poi quell’elemento di moto che costituisce la vera e propria magia del dipinto: la figura è stante ma non immobile. La morbidezza delle carni lascia percepire il leggero movimento del respiro. Il volto, non in asse con le spalle, lascia intendere una delicata rotazione della testa. Una rotazione che ancora non si è conclusa, come suggerisce lo sguardo che compie un passo ulteriore rispetto alle spalle e al viso. Il sorriso e l’ovale dai contorni sfumati suggeriscono che le labbra e le guance stanno delicatamente cambiando espressione. Il moto è anche nella natura che la avvolge e accoglie: le rocce sono ora aspre ora erose, l’apparente immobilità dei ghiacciai si scioglie nelle acque tranquille dei laghi e in quelle rapide del fiume. È la vita stessa Il miracolo che si rivela in questo dipinto.

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Stanza della pittura

Sfumato

Tecnica che consente di

passare gradualmente da un

tono di colore ad un altro,

ammorbidendo i passaggi

chiaroscurali e annullando le

linee di contorno della figura.

Leonardo stesso scrive:

“le cose vedute per l’aria chiara e scura si confondono nell’oscurità”.

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La Vergine delle Rocce

Leonardo esegue l’opera La vergine delle Rocce per una chiesa di Milano sorta su un antico cimitero cristiano, detto «grotta». Forse per questo l’artista ambienta la scena su uno sfondo ombroso e roccioso che ricorda una grotta. Di questo quadro esistono due versioni, in quanto l’autore dipinse la prima senza rispettare le richieste dei suoi committenti che ne pretesero quindi una copia modificata.

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La Vergine Maria, al centro, abbraccia san Giovanni Battista spingendolo verso Gesù che lo benedice (l’indice e il medio sono tesi, mentre le altre dita sono piegate). A sua volta Maria apre la mano sinistra sul Figlio con un gesto di protezione, mentre l’Angelo, alle sue spalle, indica con lo sguardo san Giovanni a un ipotetico spettatore. I quattro personaggi, legati da un sapiente gioco di gesti, sguardi e movimenti, sono idealmente rinchiusi entro uno spazio piramidale tridimensionale che ha per vertice la testa di Maria.

Dietro il gruppo sacro si scorge un paesaggio fantastico che crea attorno alle figure una vasta penombra, sfumata verso una luminosità lontana. Leonardo riesce a dare l’illusione di profondità applicando alla pittura i risultati delle sue osservazioni sull’atmosfera e definendo lo spazio con l’uso della prospettiva aerea: maggiore è la distanza, minore deve essere la nitidezza dell’oggetto da rappresentare. Per questo, se la parte in primo piano è resa in modo dettagliato, il paesaggio in lontananza si perde invece nella foschia. I volumi, modellati dallo sfumato, sembrano reali, perché avvolti dall’atmosfera. Nella Vergine delle rocce, come in tutta la produzione pittorica di Leonardo, il tema centrale è la ricerca del rapporto tra luce e ombra. Nell’opera vi sono due fonti di luce: la prima filtra dalla spaccatura delle rocce e illumina il fondo della grotta, accentuando l’effetto di profondità e di mistero, la seconda, esterna al dipinto, illumina i protagonisti. Anche le approfondite ricerche dell’artista sulla natura trovano traccia nel dipinto, sia nella precisa e minuziosa riproduzione dell’erba, delle foglie, dei muschi (quasi da manuale botanico), sia nella forma e nella struttura delle rocce.

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