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il giornale della scuola san francesco di francavilla fontana
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Maggio-Giugno 2009 - numero 3 scuola media “San Francesco”
La Terza A
cede il testimone
Conferenza
L’handicap è lutto Lo scrittore Matteo Schianchi alla scuola “S. Francesco”
L a nostra classe in
questi tre anni si è
cimentata nella rea-
lizzazione di vari giornali e
ha lavorato come in una
vera redazione, affrontando
tutti i tipi di articoli ( cro-
nache, interviste, articoli di
opinione, inchieste, recen-
sioni). Abbiano raccontato
esperienze e attività, abbia-
mo maturato ed espresso
opinioni, abbiamo imparato
a crescere.
Adesso siamo arrivati
all‟ultimo numero e non
nascondiamo di provare
una po‟ di malinconia. Spe-
riamo comunque che que-
sto nostro progetto sia con-
tinuato da altri ragazzi del
corso o della scuola in ge-
nere.
“Il Nostro Giornale” è
nato qui, tra i banchi della
terza A e, anche se ora è
diventato il giornale di tut-
ta la scuola, permetteteci
di rivendicare l‟orgoglio di
averlo fondato.
Vi auguriamo con sinceri-
tà un buon lavoro futuro
Terza A
V enerdì 24 aprile 2009, pres-
so l’auditorium della scuola
“San Francesco” di Franca-
villa Fontana, si è tenuta una con-
ferenza sul tema dei disabili. Il pre-
side, Tiziano Fattizio, ha presenta-
to lo scrittore Matteo Schianchi
anch’egli disabile. “Sono 650milioni
i disabili nel mondo, oltre il 10%
della popolazione mondiale. Tutti
insieme popolerebbero la Terza na-
zione del Mondo, dopo Cina e India.
In Italia sono circa 6milioni…” Cosi
ha iniziato l’autore del libro “La
Terza Nazione del Mondo” , un sag-
gio sulla disabilità che nasce pro-
prio dalla sua esperienza personale.
(A 18 perde la gamba e il braccio
sinistro in un incidente stradale).
“La disabilità non è una scelta, è un
trauma che nessuno vorrebbe vivere,
che sconvolge i corpi, le soggettività,
le relazioni degli indivi-
dui e del mondo circo-
stante. Oltre che trau-
ma, l’handicap è lutto.
Lutto per la perdita della
normalità”. Prosegue
illustrando le numerose
cause della disabilità: i
rischi, le inadempienze
e gli errori che produce
il mondo che ci circon-
da e ancora la fatalità,
la casualità, le assurdità
cui sono soggette le no-
(Continua a pagina 8)
N ei giorni 28 aprile,
5 e 12 maggio, a
conclusione del
progetto continuità, i ragaz-
zi dei tre circoli didattici si
sono incontrati con quelli
della scuola media “San
Francesco”.
Da tre anni è ormai con-
suetudine proporre la lettu-
ra del medesimo libro di
narrativa sia nelle scuole
(Continua a pagina 8)
Gli alunni delle elementari in visita alla “San Francesco” Si conclude il progetto continuità
Gelmini...in meditazione
Mi sto ricrean-
do lo spirito…
devo fare anco-
ra molti cam-
biamenti nella
scuola
All‟interno speciale cultura:
Le Torri colombaie a cura della 1^ e 2^ A
Reportage:
Per la prima volta in gita…
di tre giorni della terza A
Intervista a... Tiziano Fattizzo
Questo è stato un anno di cambiamenti per tutti nella
scuola, lei ha cambiato sede, ordine di scuola e ruolo:
da docente di scuola superiore a dirigente di scuola
media. Vuol fare con noi un bilancio di questo primo
anno qui da noi?
Ѐ stato un anno importante per la mia vita perché è cam-
biato il mio ruolo e la mia funzione ed è stato anche im-
pegnativo dal punto di vista istituzionale. Il bilancio è
comunque positivo anche se, arrivare in una scuola il
primo settembre e dover affrontare una serie di problemi
per avviare al meglio l’ anno scolastico, non è stato faci-
le. Non nascondo che ci sono stati anche dei momenti di
scoramento, mi è venuta voglia di mollare tutto, poi, pian
piano, sono riuscito a superare le difficoltà, anche gra-
zie all’appoggio di tutti i docenti e collaboratori. Quindi
ho cominciato ad apprezzare il lavoro da dirigente solo
dopo un po’ di tempo. Sostanzialmente un anno fatico-
so, ma molto positivo: molte cose cha avevo in mente
sono state realizzate e nei prossimi anni ne realizzeremo
anche altre. Porteremo la scuola media S. Francesco
alla ribalta nel territorio
E i cambiamenti prodotti dall’alto, dal Ministro Gel-
mini ? Noi ragazzi, lo abbiamo già detto in un articolo
del numero precedente, avvertiamo come una sorta di
destabilizzazione della scuola, con risvolti negativi
per tutti.
Li avvertite voi, immaginate noi e i vostri insegnanti. Ci
sono stati dei cambiamenti che, secondo me, non sono
stati organici perché la scuola italiana ha bisogno di
essere riformata, ma le riforme devono essere fatte lenta-
mente e in maniera omogenea per tutti i livelli di scuola.
Quest’anno c’è stata una certa confusione nella comuni-
cazione dei cambiamenti: più volte abbiamo dovuto mo-
dificare le nostre direttive perché i decreti e le circolari
fatte dal Ministero sono state poi smentite. Non hanno
capito che è facile scrivere e dare ordini, ma è molto
difficile poi applicarli, soprattutto quando questi ordini
presentano delle piccole contraddizioni. Quindi non c’ è
stato rispetto per il lavoro degli operatori della scuola.
Spero che l’anno prossimo le cose si stabilizzino e si
possa lavorare con maggiore tranquillità.
Noi quest’anno abbiamo partecipato a molti progetti
piuttosto impegnativi ed è stato anche faticoso studia-
re e tenere il passo con le lezioni curriculari. Crede
che sia comunque utile proseguire su questa linea ?
Ovviamente la scuola non deve essere fatta solo di pro-
getti, la scuola si deve basare sui programmi e deve for-
nire delle nozioni di base, deve fare in modo che i ragaz-
zi siano preparati per proseguire gli studi. I progetti
servono per approfondire determinati aspetti e argomenti
che nelle lezioni curriculari non è possibile trattare. Se
gli insegnanti propongono qualcosa di innovativo, che
può servire alla crescita dei ragazzi, dico che sì, si può
continuare su questa linea, ma se i progetti sono di basso
profilo e servono solo per impegnare i ragazzi qualche
ora pomeridiana e non hanno una ricaduta anche
all’esterno della scuola, io sarò il primo a dire agli inse-
gnanti di non portarli avanti. I progetti innanzi tutto
devono essere utili per la maturazione dei ragazzi e de-
vono avere anche un’importanza sociale. Io credo pos-
sano servire anche a fare crescere l’intera comunità
francavillese, forse è troppo ambizioso pensare che una
scuola media possa far crescere la società, ma io ho pro-
vato comunque a muovermi in questa direzione .
I progetti che sono stati realizzati quest’anno sono stati
molto interessanti, a partire da quello del giornalismo
che è servito a far conoscere all’esterno quello che si fa
nella scuola e quali sono le vostre considerazioni su
argomenti extrascolastici. Un altro progetto importante
è stato quello sulla Shoah, apprezzato anche da altre
scuole, dalle famiglie e dall’intera cittadinanza. La
scuola ha avuto una visibilità esterna significativa. C’è
stato poi il progetto “Incontro con gli autori”. Noi ab-
biano provato a portare a scuola scrittori contempora-
nei, li abbiamo presentati a voi alunni e li abbiamo pro-
posti ad altre scuole e ai vostri genitori. Avremmo volu-
to più partecipazione e più coinvolgimento da parte delle
famiglie, ma forse abbiamo sbagliato noi nella comuni-
cazione.
Che cosa vuol consigliare ai nuovi alunni della scuola
“San Francesco d’Assisi” ?
Devono pensare innanzitutto a impegnarsi e troveranno
insegnanti disposti a dare se stessi per farli crescere e
per farli diventare buoni cittadini. Noi non vogliamo
ragazzi che vengano “per scaldare i banchi”, è vero sì
che siamo in una scuola dell’obbligo, ma tutti devono
rispettare le regole. Solo in questo modo potremo anda-
re d’accordo e crescere tutti insieme.
di Grazia Distante
Quando i documenti diventano... Storia I ragazzi della terza A scrivono un libro sulla Shoah
S i è concluso con la pubblicazione di un libro il pro-
getto “Come si fa una ricerca”. I ragazzi della Terza
A, coordinati dalla professoressa Loredana Weiss, hanno
consultato documenti dell‟epoca fascista e nazista. Ciò ha
permesso loro di ricostruire e “toccare con mano” vicen-
de storiche altrimenti lontane da loro.
Il progetto è iniziato con l‟allestimento della mostra foto-
grafica, tenuta nei locali della scuola a gennaio scorso, in
occasione della “Giornata della Memoria” ed è prosegui-
to per tutto l‟anno, durante le ore aggiuntive.
Il risultato è un vero e proprio libro diviso in capitoli,
ognuno curato da un gruppo di alunni, con tanto di mate-
riale iconografico, appendice documentaria, e una ricca
sitografia e bibliografia.
le leggi razziali,
i campi di concentramen-
to e di sterminio
tedeschi e italiani
Progetto “ Come si fa una
ricerca”
Terza A a cura della prof.ssa Loredana Weiss
C’è chi studia nuove tecnologie,
chi invece studia le straordinarie
risorse idriche della natura
e scopre è utilizza le eccellenti
proprietà della sorgente d’acqua
minerale naturale ANGELA.
Sulla sua acqua,particolarmente
ricca di minerali, si racconta una
leggenda.
“Un soldato romano gravemente
ferito si dissetò alla sorgente e
ritrovò la vitalità perduta”.
DA OGGI USA L’OLIO PRINCIPE: DA OGGI USA L’OLIO PRINCIPE:
POTRAI TRASFORMARE ANCHE POTRAI TRASFORMARE ANCHE
I PIATTI PIU’ SEMPLICII PIATTI PIU’ SEMPLICI
IN CAPOLAVORI.IN CAPOLAVORI.
Prodotto esclusivamen-
te nelle nostre
campagne da olive sane
e fresche, colte al giusto
grado di maturazione
Spremute subito
dopo la raccolta
Di lato due manifesti
realizzati dalla secon-
da A nell’ambito del
progetto linguistico
curriculare “La pub-
blicità”.
I ragazzi, coodinati
dalla professoressa
Fiorella Polito, hanno
approfondito il lin-
guaggio della pubbli-
cità, studiandone gli
aspetti linguistici e
grafici. Hanno quindi
realizzato una serie
di manifesti tipo di
pubblicità commer-
ciale e di stato.
G li alunni della seconda H han-
no partecipato al progetto
“Liberi di scegliere”, un program-
ma di prevenzione dell‟abitudine al
fumo.
I ragazzi, con l‟aiuto dell‟insegnate
di lettere, professor Michelangelo
Capobianco, e dell‟insegnante di
Tecnologia, professoressa Lina
Ligorio hanno realizzato filastroc-
che, aforismi e manifesti con slo-
gan contro il fumo.
Il tutto è stato raccolto in un opu-
scolo.
Liberi di scegliere... Nella pagina vengono presentate
alcune fra le ultime attività svolte
durante l ‟anno scola s t ico
2008/2009.
La scuola “San Francesco” si è
distinta per i numerosi progetti
realizzati dagli alunni.
Grande impegno da parte di tutti
gli operatori della scuola, ma so-
prattutto da parte degli studenti che
hanno potuto conoscere e appro-
fondire argomenti e realizzare,
anche con l‟uso di mezzi multime-
diali, prodotti di un certo interes-
se.
Sopra la copertina del volume “C‟è chi nega”
1 2 3 4 5 6 7
8
9 10 11
12 13
14 15 16 17
18 19 20 21
22 23
24
25 26
27 28
ORIZZONTALI 1 Oggetto elettronico che si usa
per chiamare
8 Lo sono l’1 , il 2 , il 3 ecc.
9 Può essere musicale
11Napoli
12 O in inglese
13 una commedia è divisa in...
15 Cagliari
18 Nome del famoso Bonolis
21 Organizzazione delle Nazioni
Unite
22 Dopo il bis
23 Sinonimo di dentro
24 altro nome di reperti
25 Taranto
26 Primo pronome personale sog-
getto
27 In quel posto
28 Risposta negativa
VERTICALI 1 Animale domestico
2 Lo è quello dei poligoni
3. Articolo indeterminativo
4 Si alterna al sole
5 Chi è oggetto di adorazione
6 Indossa la corona , il mantello e
uno scettro
7 Lo è Superman
10 Lo è quello dei trionfi in Francia
14 Non chiusi
16 Soffi di vento
17. La nostra regione
19 Superficie
20.Cipolla in inglese
21.Posto dove si coltivano i pomo-
dori , il sedano ecc.
Speciale giochi estate
4 1 8
8 7
6 2 4
7 6 3
1
6 2
7 9 8
4 9
6 5 7
CRUCIVERBA
SUDOKU
LE DISAVVENTURE DI GIANFILIPPO di F. Sportillo e A. Piro
Ora mi diverti-
rò un po’.
Cosa stai
facendo?!?
Mi stavo eserci-
tando...
M ercoledì 13 maggio, ore
5.00: ritrovo di tutti i
partecipanti vicino alla
scuola.
Noi alunni, nonostante l‟orario,
siamo elettrizzati ed entusiasti di
partire e di rimanere fuori casa tre
giorni con i nostri compagni.
Il viaggio è molto lungo ma final-
mente, nel primo pomeriggio, arri-
viamo a Recanati, città natale di
Giacomo Leopardi. Visitiamo la
casa del poeta: è molto bella. Quel-
lo che più ci colpisce è una sala bi-
blioteca molto grande, in cui sono
conservate le “sudate carte” di
Leopardi. Gli oggetti che gli sono
appartenuti sono ancora oggi lì, nel-
le stanze della casa.
Ci spostiamo poi a Loreto dove visi-
tiamo il santuario. Esso contiene,
secondo un‟antica tradizione, la casa
nazaretana della Madonna, qui giun-
ta il 10 dicembre 1294, dopo la ca-
duta del regno dei crociati in Terra
Santa. Successivamente ci risistemiamo in
pullman diretti a Rimini.
In serata arriviamo in hotel, dove
ci assegnano le camere e, dopo aver
sistemato le nostre valigie, ceniamo
nel ristorante. L‟entusiasmo è
così forte che la prima notte
facciamo baccano, ma, dopo i
richiami degli insegnanti,
andiamo a dormire e finalmen-
te a riposarci.
Giovedì 14 maggio: sveglia
alle ore 7.00 e prima colazione
alle ore 8.00. Poi ci mettiamo
il pullman per andare al parco
di Oltremare. La visita è molto di-
vertente poiché assistiamo allo spet-
tacolo dei delfini e al volo dei rapaci.
Dopo il pranzo partiamo con una
nuova destinazione: la Repubblica di
San Marino. anche questa visita ci
ha lasciato un bel ricordo.
Rientriamo in hotel in serata, cenia-
mo e siamo pronti, questa volta subi-
to a dormire, per affrontare l‟ultimo
giorno della nostra gita.
Venerdì 15 maggio: mattinata dedi-
cata alla visita dell‟Italia in miniatu-
ra. È quella in cui ci divertia-
mo di più. Ci sono molte attra-
zioni (Venezia, monorotaia,
canoa, Sling shot, Arena spetta-
coli, piazza Italia cannonacqua,
Scuola guida interattiva, torre
panoramica, play mont, Pinoc-
chio, luna park della scienza) e
ci sembra di non riuscire a
vedere tutto.
Nel pomeriggio riprendiamo il viag-
gio di ritorno. Arriviamo a Franca-
villa alle ore 2.00 di notte.
Questa esperienza ci ha lasciato dei
ricordi bellissimi e ci siamo divertiti
tantissimo, anche con i ragazzi delle
altre classi. È stata un‟avventura che
ci ha fatto concludere al meglio
l‟esperienza della scuola media.
Grazia Distante
PER LA PRIMA VOLTA … UNA GITA DI TRE GIORNI Gli alunni della “San Francesco” a Rimini
Reportage
Biblioteca di casa Leopardi
Santuario di Loreto
Le Torri Colombaie a cura di
I. Paiano, M. Carucci, F. Milone,P. Nisi, N.Nocente,F.Saracino
Sapete tutto sulle torri colombaie? Noi ragazzi
della prima e seconda A, vi aiuteremo a sco-
prire la storia e le informazioni più curiose su
queste maestose costruzioni. Le abbiamo cono-
sciute attraverso il progetto di ricerca“Le torri
colombaie del Salento”
Cultura
Una caratteristica delle masserie fortificate del
Salento è la presenza di torri colombaie a base
circolare o quadrate. Servivano per allevare i
colombi torraioli. L‟aspetto delle torri è davve-
ro particolare: sono prive di volte e sono prov-
viste di una sola apertura posta a 2 metri dal
piano di campagna. Esternamente sono divise
in due livelli dai cordoni marcapiani sporgenti
di 20 o 30cm, che costituivano un ostacolo ai
rettili e ai roditori, particolarmente ghiotti di
uova di colombo. La parte superiore è costitui-
ta dal parapetto con motivi decorativi e archet-
ti. Spesso il parapetto è merlato, i merli servi-
vano esclusivamente per appoggio alla posa ai
colombi quando entravano e uscivano dalla
torre. Internamente le pareti presentavano nic-
chie atte alla nidificazione e al rifugio dei co-
lombi e gradini impostati in diagonale. Nelle
vicinanze della torre colombaia si rintracciano
piccole vasche, sopraelevate dal terreno di cir-
ca 1-2 metri per evitare che altri animali pos-
sano servirsene, realizzate come abbeveratoio
e bagno per colombi.
L a realizzazione di questi edifici si può far
risalire alla metà del XIII secolo, quando
Federico II cominciò a manifestare la sua
passione per la caccia col falcone, passione e-
spressa nel suo”De arte venerandi cum avibus”
ricco di miniature. In una di esse era raffigurata
proprio una
torre colomba-
ia di forma
c i l i n d r i c a .
Massima dif-
fusione delle
torri si ebbe
intorno alla
„500 quando,
nella terra d‟Otranto, si ebbe una ripresa demo-
grafica e un notevole sviluppo dell‟agricoltura.
Come sono...
Le origini storiche...
I n quel periodo l‟allevamento dei colombi
divenne importante perché utili nella cac-
cia ,“diletto e divertimento preferito” dei
nobili in quanto venivano usati nella cattura di
altri uccelli. Inoltre la carne del colombo, per
la sua proprietà nutrizionale, veniva usata per
l‟alimentazione dei bambini, degli anziani e
degli ammalati. Ma il motivo principale era il
fatto che i colombi producevano columbina,
sostanza che, oltre ad essere un ottimo fertiliz-
zante, serviva nella concia delle pelli. Questo
speciale guano contribuiva ad incrementare
l‟economia delle masserie incrementandone il
valore.
Le torri colombaie hanno rappresentato stori-
camente uno dei cardini dell‟economia agro-
pastorale del salento ed erano espressione della
condizione sociale del proprietario terriero. E‟
proprio sulle torri colombaie che il proprietario
colloca il suo stemma, fa incidere la data di co-
struzione.
P er tutelare l‟allevamento dei colombi
furono decretate leggi riportate negli sta-
tuti quattrocenteschi di Maria d‟Enghien,
nei capitoli di Bagnolo (1440), nei bandi di
Torchiarolo (1667). Dai documenti emerge
l‟importanza dell‟allevamento dei colombi, la
disciplina che ne regolava la caccia o la tutela,
il ruolo che questi pregiati volatili avevano nel-
le economie dei nobili del salento, e i divieti di
caccia ai colombi. Per esempio così si legge
negli statuti quattrocenteschi di Maria
d‟Enghien: “che nulla persona ausa occidere, o
menare con balestra, oy con archi alli palumbi
de palumbari, né pigliare ecc..” Lo stesso con-
cetto è nei capitoli di Bagnolo (1440):
“qualunque homo pigliasse palombi de palum-
baro cum rete, oy cum altro artificio paga la
pena de uno augustale..” Sono divieti rimasti
immutati anche nei secoli successivi, come per
esempio dai Bandi Pretori di Torchialoro
(1667) “s’ordina e comanda che nessuna perso-
na presuma stender reti a piccioni che saranno
dentro detto feudo, né di tirare a quelle con la
scoppetta…” Oppure
si legge nei Bandi di
N o v o l i ( 1 7 1 6 ) :
“s‟ordina e comanda
che nessuna persona
presuma ammazzare
o pigliare con reti
palombi alla pena di
giorni 15 di carcere..”
Emerge da questi
Bandi non solo l‟importanza della colombicol-
tura nell‟economia del tempo e quindi la ne-
cessità di proteggerli, ma anche l‟ assoluta per-
tinenza signorile e il privilegio della nobiltà, le
cui fortune dipendevano dalla rendita fondiaria.
Le torri colombaie cominciarono a ridursi e non
avere più importanza economica intorno al „700
e precisamente nel 1789, quando furono aboliti
i privilegi ai nobili e il governo dichiarò libere
“libere le caccie già regie”.
Oggi queste torri che un tempo erano magnifi-
che, maestose, si presentano abbandonate e di-
roccate.
Perché nacquero...
I documenti del tempo...
stre esistenze. Ci sono anche le
disabilità prodotte da traumi psi-
chici, da fenomeni tumorali, da
incidenti stradali o incidenti du-
rante attività ludiche, ecc…
Secondo Schianchi, chi è colpito da
invadilità è percepito dal normale
come disabile e quindi considerato
in modo pietistico e negativo. Da
qui il rifiuto, la discriminazione,
l’esclusione. Il normale tende a
rifiutare la disabilità perché la
teme. L’aspetto di quel corpo de-
formato lo rimanda infatti ad al-
cuni dolorosi aspetti della vita:
malattia, anzianità. Si ha paura di
diventare come la persona disabi-
le. “Siamo tutti destinati, presto o
tardi, a diventare disabili anche se
ci comportiamo come se non fossi-
mo minacciati da una vecchiaia
malaticcia o una fine dolorosa…”
Lo scrittore poi si rivolge al pub-
blico e chiede il parere dei ragazzi
sull’esclusione del disabile dal
GF9. A rispondere è una ragazza.
Sostiene che sono stati gli stessi
concorrenti ad escluderlo dal gioco
perché temevano che egli potesse
vincere sfruttando la sua disabili-
tà. Opinione condivisa dallo scrit-
tore. Alcuni programmi come i
reality sfruttano l’immagine dei
disabili e la strumentalizzano per
fare spettacolo e aumentare l’
audience.
Interviene anche il preside che gli
chiede che ruolo abbia lo sport nel
mondo dei disabili in base alla sua
esperienza. “Lo sport rappresenta
una dimensione fondamentale non
solo in termini di riabilitazione e di
benessere per corpi menomati, ma
anche relazionale e sociale. Con lo
sport è più facile integrarsi e cono-
scersi”. Pistorius, atleta disabile,
ha occupato le prime pagine dei
giornali, dei TG, per aver fatto
causa contro la decisione della fe-
derazione internazionale di atleti-
ca, che gli negava la possibilità di
correre alle olimpiadi poiché le sue
protesi alle gambe sembravano
fornirgli un vantaggio rispetto agli
atleti normali. È diventato un eroe.
Intorno al caso Pistorius si è schie-
rato non solo il mondo dello sport,
ma tutta la macchina mediatica in
cerca di nuovi personaggi. Oggi un
contributo fondamentale ai disabi-
li lo ha dato la tecnologia, con le
protesi molto sofisticate e destinate
a un continuo miglioramento, che
permettono di superare molti limi-
ti e favoriscono la mobilità,
l’autonomia e la comunicazione.
Per far fronte alle diverse forme di
discriminazione ed esclusione di
quei 650 milioni di disabili è entra-
ta in vigore il 3 Maggio 2008 la
Convenzione delle Nazioni Unite
sui diritti delle persone con disabi-
lità. Il documento è stato siglato da
126 paesi e ratificato da 20. La
Convenzione si propone di
“promuovere, proteggere e garanti-
re il pieno ed uguale godimento di
tutti i diritti umani e di tutte le liber-
tà fondamentali da parte delle per-
sone con disabilità e contribuire in
modo significativo a riequilibrare i
profondi svantaggi sociali delle per-
sone con disabilità e a promuovere
la loro partecipazione nella sfera
civile, politica, economica, sociale e
culturale”.
L’autore ritiene però che le forme
di assistenza non siano ancora suf-
ficienti a costruire una integrazio-
ne delle persone disabili. In Italia
la legge 104 sostiene la necessità di
“garantire alla persona handicap-
pata e alla famiglia adeguato soste-
gno psicologico e psicopedagogico,
servizi di aiuto personale o fami-
gliare”. In realtà, ciò non avviene.
Sostegni sanitari, previdenze eco-
nomiche, politiche sociali sono ina-
deguati e inefficienti. In molti casi
i disabili e i famigliari affrontano il
problema in totale solitudine.
L’apporto del volontariato diventa
dunque fondamentale, ma solo dal
punto di vista umano perché i ser-
vizi che fornisce sono poco specia-
lizzati, poiché fatti da non profes-
sionisti. I volontari hanno buoni
propositi, più che specifiche com-
petenze. “E’ necessario offrire ai disabili gli strumenti psicologici, culturali e materiali per poter realizzare il pas-saggio dal «tutto è perduto », al «cosa posso fare adesso che ho un handicap?». I disabili sono diversi, ma sono pienamente persone.
M.Carucci, I.Paiano, F.Saracino, F. Milone, P.Nisi, N. Nocente
(Continua da pagina 1)
elementari, sia nelle scuole medie.
Gli argomenti ogni anno variano e
hanno lo scopo di condurre i ragazzi
a riflettere su vari problemi.
Quest‟anno è toccato al tema
dell‟amicizia. Il progetto prevedeva
la lettura del romanzo “Il diario se-
greto di Paul e Susi”
La manifestazione si è aperta con la
proiezione di una videoclip creata
dai ragazzi di prima A, che ha rias-
sunto tutto il romanzo ed è prosegui-
ta con gli interventi e la presenta-
zione dei lavori dei ragazzi delle
scuole elementari. Non sono mancati
le musiche, i canti e i video della
seconda H.
È stata un‟occasione importante per i
ragazzi che hanno potuto confrontar-
si ed esprimere le loro riflessioni.
Come hanno bene spiegato i ragazzi
del 3° circolo “ Volersi bene, stare
insieme, accettare l‟altro e perdona-
re” è il significato più profondo
dell‟amicizia.
Al termine della manifestazione i
ragazzi delle elementari hanno visita-
to i numerosi e attrezzati laboratori
della scuola.
Emanuele Guarino
(Continua da pagina 1)
Gli alunni delle elementari in visita alla “San Francesco
Redazione
Docente responsabile: Prof.ssa Loredana Weiss
Docente collaboratore Prof.ssa Fiorella Polito
Terza A: C. Argentieri E. Guari-
no, G. Distante, A. Maggio, F.
Ruggiero
Seconda A: F. Milone, P. Nisi,
N. Nocente, F. Saracino
Prima A: M. Carucci , I. Paiano
Vignettista: Fabio Sportillo