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SCUOLA DEL PD PIEMONTESE 2011 – L’ARTE DI AMMINISSTRARE – IL NUOVO MODELLO DI GOVERNO DEL TERRITORIO PAOLO FOIETTA IL NUOVO MODELLO DI GOVERNO DEL TERRITORIO IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE TEMI E CONSUMO DI SUOLO 4

IL NUOVO MODELLO DI GOVERNO DEL TERRITORIO · pianificazione territoriale PTR e PPR Piano ... Piano Regolatore Generale Comunale o Intercomunale ... delle risultanze della consultazione

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SCUOLA DEL PD PIEMONTESE 2011 – L’ARTE DI AMMINISSTRARE – IL NUOVO MODELLO DI GOVERNO DEL TERRITORIO PAOLO FOIETTA

IL NUOVO MODELLO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE

TEMI E CONSUMO DI SUOLO

4

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La pianificazione territoriale, secondo l'impostazione data dalla legislazionenazionale (L.1150/42 e s.m.i) e ripresa dalla legislazione urbanisticaregionale (l.r. 56/77 e s.m.i) vigente, si articola in tre livelli interconnessitra loro secondo un rapporto di tipo gerarchico:

LIVELLO REGIONALE

LIVELLO PROVINCIALE

LIVELLO COMUNALE

Pianificazione Territoriale in Italia

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GOVERNOMinistero Infrastrutture

Linee fondamentali dell’assetto del territorio

nazionale

Documento di Programmazione Economica

e Finanziaria(DPFR)

GOVERNOMinistero dell’Economia

Quadro di riferimento, di indirizzo e

coordinamento strategico

dei programmi e delle

politiche di settore

Indicativa

CIPE

PARLAMENTO

CARATTERISTICHEDELLO

STRUMENTO DI PIANIFICAZIONE

EFFICACIAGIURIDICA

DELLO STRUMENTO

SOGGETTI DELLA PIANIFICAZIONE E PIANI

STATO Livello nazionale

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GIUNTAAssessorato alla

pianificazione territoriale

PTR e PPR Piano Territoriale Regionale

e Piano Paesaggistico Regionale

Piano di sviluppo e Piano pluriennale

di intervento e di spesa

GIUNTAAssessorato

alla programmazionee bilancio

IndicativaDirettiva

PrescrittivaOperativa

Indirizzo generale di

sviluppo economico ed

assetto territoriale,

priorità e strategie

d’intervento

Specificazione attuazione

della pianificazione

territorialeCONSIGLIO REGIONALE

PTO-Progetto Territoriale OperativoAccordi di programma

CARATTERISTICHEDELLO

STRUMENTO DI PIANIFICAZIONE

EFFICACIA

GIURIDICADELLO

STRUMENTO

REGIONE Livello regionale

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DirettivaPrescrittivaOperativa

IndicativaDirettiva

PrescrittivaOperativa

Piano Territoriale di

Coordinamento

Programmi pluriennali di

sviluppo e spesa

GIUNTA DELLAPROVINCIA O DELLA

CITTA’ METROPOLITANA

COMUNITA’ MONTANA

Piano di sviluppo

- Piano di struttura e coordinamento

dellapianificazione urbanistica

locale

-Indirizzo di sviluppo ed assetto

urbanistico, priorità di

intervento

-Specificazione edattuazione

del PTC

CARATTERISTICHE

DELLO STRUMENTO

DI PIANIFICAZIONE

EFFICACIAGIURIDICA

DELLO STRUMENTO

CONSIGLIO PROVINCIALE O DI CITTA’

METROPOLITANA

CONSIGLIOREGIONALE

PTO

PTR-PPR

PROVINCIA Livello sub- regionale, provinciale

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Piano Regolatore Generale Comunale o Intercomunale (PRGC - PRGCI)

COMUNE,ASSOCIAZIONE DI COMUNI,

COMUNITA’ MONTANA

Strumenti urbanistici esecutivi

PP PEC PIPPEEP PdR

Permesso di costruire

INTERVENTO

Zonizzazione, servizi, vincoli,norme

tecnicheper l’intero territorio

comunale

Progettazione urbanistica

dell’attuazione del PRG

mediante convenzionamento pubblico-

privato o attuazione pubblica

Prescrittiva

PrescrittivaOperativa

Operativa

CONSIGLIOCOMUNALE

CARATTERISTICHE

DELLO STRUMENTO DI

PIANIFICAZIONE

EFFICACIAGIURIDICA

DELLO STRUMENTO

GIUNTA REGIONALE

COMUNE Livello comunale

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Gli strumenti per il governo del territorio secondo la legislazione urbanistica del Piemonte – l.r. 56/77 e s.m.i.

Regione Provincia Comune

PTR

PPR

DST

QGT

PTC PRGC

SUE

PSP

Pianificazione Territoriale in Italia

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Il Piano territoriale di coordinamento provinciale – PTC, oltre a riprendere esviluppare le indicazioni dei piani regionali, ai sensi dell’art. 20 del Testo unicodelle leggi sull’ordinamento degli enti locali - d.lgs. 267/2000

deve determinare gli indirizzi generali di assetto del territorio indicando:

- Le destinazioni del territorio in base alla vocazione delle sue parti

- La localizzazione delle infrastrutture e linee di comunicazione

- Le linee di intervento per la sistemazione idrica, idrogeologica, idraulico-forestale e per il consolidamento del suolo e la regimazione delle acque

- Le aree nelle quali sia opportuno istituire Parchi o Riserve naturali

Pianificazione Provinciale – IL PTCP

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l.r 56/77 e smi (articolo 5)Il PTCP definisce:

la tutela delle risorse primarie, la difesa del suolo dal dissesto idrogeologico, laprevenzione e difesa dall’inquinamento

la valorizzazione dei beni storico-artistici ed ambientali, dei parchi, delle riservenaturali, delle aree di interesse paesaggistico e turistico

le reti infrastrutturali, i servizi, le attrezzature e gli impianti produttivi

i criteri, gli indirizzi, le prescrizioni per i piani di livello comunale o di settore

Il PTCP configura l’assetto del territorio:

tutelando e valorizzando l’ambiente naturale nella sua integrità

considerando la pianificazione comunale esistente

coordinando le politiche per la trasformazione e la gestione del territorionecessarie per promuovere un corretto uso delle risorse ambientali e naturali e larazionale organizzazione territoriale delle attività e degli insediamenti

Area Pianificazione Territoriale della Provincia di Torino

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Il procedimento di formazione ed approvazione del nuovo Piano si articola sulla base deidisposti della l.r. 56/77Lo Schema di PTC2 è stato adottato in sede di Giunta con delibera n. 16644/2009 il14/04/2009Il Progetto Preliminare di PTC2 è stato predisposto dalla Giunta Provinciale condeiliberazione n. 644 - 49411/2009 del 29/12/2009Il Progetto definitivo è stato adottato dal Consiglio Provinciale con deliberazionen.26817 del 20/07/2010

1996 – costituzione Ufficio di Piano

1999 – adozione in Consiglio Provinciale

2003 – approvazione in Consiglio Regionale

2007 – avvio lavori per l’aggiornamento e adeguamento del PTC

PTC vigente

PTC2

La L. 142/90, sostituita dal D.Lgs 267/2000, ha ridefinito i ruoli e le competenze degli Enti Locali, riservando competenze di pianificazione territoriale anche alle Province, da cui i Piani territoriali di coordinamento provinciali. I contenuti del PTCP sono stati definiti dall'art. 15 della L. 142/1990, ora art. 20, comma 2° del D. Lgs 267/2000:

Area Pianificazione Territoriale della Provincia di Torino

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La crisi economica

Il cambiamento climatico e gli impegni del Protocollo di Kyoto

L’emergenza posta dall’elevato consumo di suolo

I Motivi della Revisione del PTCP1

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

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Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

• lo sviluppo (la modernizzazione del sistema insediativo e del sistema

delle infrastrutture)

• un nuovo assetto dei sistemi insediativi e quindi del consumo delle

risorse primarie (new green deal)

• una maggiore equità della distribuzione della ricchezza prodotta dallo

sviluppo (sia “sociale” che “geografica” – la “città diffusa”)

• una adeguata “sicurezza” dei cittadini (idrogeologica, sismica,

ambientale)

Occorre un nuovo patto tra tutti gli attori (economici, sociali, territoriali),

per condividere “valori comuni” basati su una nuova “etica del

territorio” : assumere l’impegno di razionalizzare il “consumo delle risorse

primarie”, evitando sprechi, che in una situazione di “crisi strutturale” sono

un enorme costo sociale (debito per le generazioni future)

Questi “valori”, comuni e condivisi, devono orientare, gli strumenti

urbanistici, i grandi progetti infrastrutturali, gli interventi “delle forze

economiche e sociali” .

Occorre perseguire insieme:

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La formazione del PTC2 ha costituito un eccezionale momento di consultazione e confronto

con il territorio sul tema delle politiche territoriali ed urbanistiche.La Provincia di Torino ha trasmesso ai 315 Comuni ed alle 12 Comunità Montane, oltre che alle

Comunità Collinari, alle associazioni di categoria, alle forze economiche, alle associazioni ambientaliste e ai diversi soggetti portatori di interesse, lo Schema di Piano, il Rapporto

preliminare al Rapporto ambientale e i quaderni di approfondimento.In seguito si sono svolti 10 incontri al fine di illustrare i contenuti del documento “Schema di

PTC2” e di raccogliere osservazioni e contributi. Hanno partecipato a tali incontri 262 rappresentanti relativi a 170 amministrazioni comunali, oltre che la quasi totalità delle

Associazioni di categoria. Gli interventi dei convenuti sono stati verbalizzati e sono inoltre pervenute alla provincia di Torino 12 documenti scritti.

PROVINCIA DI TORINO

315 Comuni

2.277.686 abitanti

AREE TERRITORIALI

OMOGENEE

Partecipanti agli

incontri

Consultazione e partecipazione al processo di piano

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Nel Dicembre 2009, la Giunta provinciale ha predisposto la Variante del Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Torino (PTC2) e il relativo Rapporto ambientale preliminare sulla variante al PTC (dGp n. 49411 del 29/12/2009), tenuto conto delle risultanze emerse dalle azioni di Concorso secondo quanto stabilito dai commi 4 e 5 dell’art. 9ter della l.r. 56/77 smi e delle risultanze della consultazione di cui ai commi 1 e 2, art. 13 del d.lgs. 152/06 smi.

Nel mese di Febbraio 2010, la Provincia ha dunque provveduto al deposito degli atti[ ed alla loro trasmissione ai Comuni e alle Comunità Montane per l’espressione del parere motivato con deliberazione consigliare, entro e non oltre sessanta giorni dalla pubblicazione sul B.U.R.della Regione Piemonte n. 7 del 18 febbraio 2010. (ex art. 7, comma 2, l.r. n. 56/77 smi, art. 13 del d.lgs. 152/06 smi).

Tutta la documentazione è stata pubblicata sul sito Internet della Provincia.

Consultazione e partecipazione al processo di piano

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La variante di PTC è stata pubblicata sul BUR il 18 febbraio 2010. Alla stessa dataè stata trasmessa formalmente tutta la documentazione a Comuni e Comunità

Montane ed il piano è stato pubblicato sul sito internet della Provincia, così come

illustrato al capitolo precedente. I termini per la presentazione di pareri ed

osservazioni, con scadenza al 18 aprile 2010, e sono stati su richiesta dell’ANCI

differiti al 18 maggio 2010 con dGp 13787 del 13/4/ 2010 “Variante del Piano

territoriale di coordinamento provinciale - precisazioni in merito al termine per

l'approvazione dei pareri dei comuni e delle comunità montane”

Tutte le osservazioni pervenute (n. 128) sono state esaminate dal’Ufficio di Piano(sia quelle arrivate nei termini, sia quelle fuori termine), articolandole nei diversi

temi trattati dal Piano (consumo di suolo, infrastrutture, attività economiche,...).

Osservazioni e controdeduzioni

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1. Occorre programmare e sviluppare il progetto generale (PTCP2)

fondandolo su valori condivisi in una visione comune fondata su

una nuova “etica del territorio”, rispettosa dell’ambiente, orientata

allo sviluppo, lungimirante ed innovativa;

2. il PTCP è declinato attraverso un sistema di regole da applicare (a

tutti i livelli) in forma “co-pianificata”;

3. definisce (in assenza di un quadro normativo “adeguato”, ed in

attesa della sua compiuta definizione), un primo sistema di

strumenti necessari per applicare tali regole con rigore, efficacia

ed efficienza (NdA – Linee guida – Osservatori).

LE POLITICHE PRINCIPALI DEL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO:

“Eliminare le “regole” per favorire un improbabile assestamento

“naturale” (in senso economico) del territorio” può produrre effetti

disastrosi.

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NLTLCorridoio V

Sistema Economico

Residenze

Qualità dell’ambiente

e Contenimento

del Consumo di Suolo

Politiche per ilSistema Insediativo

Relazionalità e ammodernamento del

sistema del T.P.e delle Infrastrutture

Obiettivi e Strategie

Sviluppo e crescita

economica

Sistema delle Aree libere dal costruito

Sicurezza Territoriale

Sistema Ferroviario

Metropolitano

Grandi Infrastrutture per la Mobilità

Contenuti del Piano Territoriale

di Coordinamento Provinciale

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L’obiettivo principale assunto fin dallo schema di Piano è stato il

contenimento del consumo di suolo.

Il PTC2 ha declinato tale obiettivo con un sistema di norme

particolarmente innovativo nel panorama italiano

che persegue la finalità del recupero e riutilizzo del patrimonio

edilizio esistente e concretamente penalizza i Comuni

che hanno consumato più suolo negli anni passati assumendo il

principio che il suolo “libero”, definito in accordo con i Comuni,

ha un alto valore ed è pertanto inedificabile.

1990 – 2000

consumati mediamente 265 ettari

di suolo ogni anno

+2.656 ha

+5.4%

TMAI 0.5%

2000 – 2006

consumati mediamente 803 ettari

di suolo ogni anno

+4.822 ha

+9.3%

TMAI 1.5%

Consumo di Suolo

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Regole per limitare il Consumo di Suolo

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Regole per limitare il Consumo di Suolo

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Art. 15 Consumo di suolo non urbanizzato. Contenimento della crescita incrementale del suolo non

urbanizzato, Art. 16 Definizione della aree, Art. 17 Azioni di tutela delle aree

LINEE GUIDA PER LA PERIMETRAZIONE DELLE AREE DENSE, DI TRANSIZIONE, LIBERE, DI CUI ALL’ART.16 DELLE

NORME DI ATTUAZIONE

Obiettivo strategico del Piano Territoriale di Coordinamento è il contenimento della crescita incrementale del suolo non urbanizzato.

Pertanto, come disposto nelle Norme di Attuazione, art. 15, 16 e 17, gli strumenti urbanisticigenerali e le relative varianti assumono l’obiettivo strategico e generale del contenimento del

consumo di suolo e dello sprawling, e privilegiano pertanto, per rispondere al fabbisognoinsediativo, gli interventi di riqualificazione e riordino del tessuto urbano esistente perseguendol’obiettivo di qualità edilizia ed urbanistica, nel rispetto degli standard urbanistici per servizipubblici e verde.

I Comuni e le Comunità Montane, nell'ambito della formazione del proprio strumento urbanistico(variante generale o variante ex LR 1/2007) formulano pertanto una propria proposta diperimetrazione delle aree dense, libere e di transizione estesa a tutto il territorio comunale al finedi stabilire in maniera condivisa limiti ed opportunità delle nuove espansioni urbane.

• La Provincia di Torino mette a disposizione alle amministrazioni comunali le proprie basi di dati, i propri studi e gli elementi conoscitivi in formato digitale.

• La Provincia è inoltre disponibile, nell'ambito delle funzioni di assistenzatecnica previste dal Testo Unico degli Enti Locali, a collaborare per ladefinizione di tali aree con le Amministrazioni Comunali, prima dellaconferenza di co-pianificazione.

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POLITICHE ED AZIONI DEL PTCP2 – I CONTENUTI

LE AZIONI E LE POLITICHE DEL PIANO TERRITORIALE

DI COORDINAMENTO PROVINCIALE

1. Realizzare la città diffusa: L’evoluzione del sistema insediativo

residenziale - dallo sviluppo “incrementale” allo sviluppo

“qualitativo”

2. Le vocazioni economiche della Provincia di Torino; creare le

condizioni e la “qualita’” per il loro sviluppo

3. Il sistema delle comunicazioni materiali ed immateriali

4. Qualità ambientale

5. Sicurezza territoriale ed ambientale: riduzione delle pressioni

ambientali, difesa del suolo, salute pubblica

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1. Realizzare la città diffusa: L’evoluzione del sistema insediativo

residenziale - dallo sviluppo “incrementale” allo sviluppo “qualitativo”

La "città diffusa" è in realtà una "città dispersa", non sufficientemente

organizzata.

La "città diffusa" che emerge in tendenza non esiste ancora.

Occorre definire una politica di programmazione e di pianificazione,

fondata sul principio della cooperazione fra le istituzioni e della

definizione di ambiti di autonomia nell'esercizio delle loro competenze

pianificatorie.

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1. Realizzare la città diffusa: L’evoluzione del sistema insediativo residenziale -

dallo sviluppo “incrementale” allo sviluppo “qualitativo”

Le politiche del PTC2 sono orientate alla realizzazione compiuta della

Città diffusa:

riconsiderare il rapporto centro-periferia;

attenuare gli squilibri esistenti;

ridurre le soglie di marginalizzazione delle aree più decentrate

garantendo a queste una più equa accessibilità ai servizi;

contenere lo sviluppo incrementale, dovuto anche a politiche fiscali

(utilizzo dei proventi degli oneri di urbanizzazione per le spese correnti;

valorizzare il policentrismo, attraverso:

1. l’analisi ed il riconoscimento delle articolazioni strategiche e

strutturali del territorio provinciale e del sistema di “gerarchie

urbane”;

2. la definizione di un sistema di poli urbani di diverso livello e delle relative aree di influenza e bacini funzionali;

3. la definizione di ambiti di approfondimento sovracomunalistrutturati intorno ai poli.

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2. Le vocazioni economiche della Provincia di Torino; creare le condizioni e

la “qualita’” per il loro sviluppo

Il settore agricolo e forestale – qualità e valorizzazione, presidio

territoriale ed ambientale

La vocazione produttiva e manifatturiera della Provincia di Torino – un

patrimonio da potenziare e da non disperdere

Il terziario pubblico: formazione, università e ricerca, offerta sanitaria

pubblica

Il settore commerciale - regole nuove per un sistema più “equilibrato” e

“compatibile”

Il settore turistico – l’eredità delle Olimpiadi del 2006: valorizzare il

Sistema dei beni paesaggistici, architettonici,culturali e percorsi turistici

Il settore energetico: migliorare l’efficienza energetica, contenere il

consumo di risorse non rinnovabili e ridurre le pressioni ambientali,

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3. Il sistema delle comunicazioni materiali ed immateriali

Trasporto pubblico : la scelta del ferro – Riqualificazione e potenziamento della

rete ferroviaria provinciale, del Sistema Ferroviario Metropolitano /Metro-Torino ,

la scommessa dei centri di interscambio modale

Corridoi europei e Provincia di Torino: stare nella “rete” per relazionarsi con

l’Europa e con il mondo

La scommessa dei grandi progetti infrastrutturali come opportunità per lo

sviluppo dei territori• Il piano strategico dei territori interessati alla nuova linea ferroviaria Torino-Lione• Il progetto di Corso Marche• Un nuovo modello della logistica ferroviaria ed intermodale come componente

specializzata del sistema produttivo: l’ interporto di Orbassano, i centri logistici diCarmagnola e Torrazza Piemonte

L’ammodernamento, riqualificazione e razionalizzazione del sistema

autostradale e stradale (I e II livello)• Il potenziamento e il completamento del Sistema Autostradale Tangenziale Torinese: il

ruolo della Provincia di promotore (IV corsia, Tangenziale Est, Corso Marche), e la

scommessa per un ruolo attivo nella realizzazione e gestione (Società ProvincialeInfrastrutture)

La realizzazione compiuta, per le tratte mancanti, dell’Anulare Esterna e della

Pedemontana Torinese.

Realizzare la Città diffusa: migliori accessibilità e relazioni tra il sistema dei centri (

viabilità di III e IV livello); I progetti di ammodernamento e rifunzionalizzazione

della rete stradale della Provincia (e trasferita da ANAS)

Comunicazioni immateriali – una Provincia cablata e senza digital-divide

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4. Qualità ambientale

IL SISTEMA DEL VERDE E DELLE AREE “LIBERE” DAL COSTRUITO

Aree Protette (Parchi, riserve naturali e Siti della Rete Natura 2000 – SIC, SIR,

SIP e ZPS)

Beni paesaggistici e Aree di particolare pregio ambientale e paesistico

(Fasce perifluviali, corridoi di connessione ecologica, Zone umide)

Boschi e foreste (Trasformazione delle foreste e Sink di carbonio)

Politiche specifiche per il contesto metropolitano e urbano (Aree periurbane

e Verde urbano)

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5. Sicurezza territoriale ed ambientale: riduzione delle pressioni

ambientali, difesa del suolo, salute pubblica

Aria e atmosfera• Qualità dell’aria

• Cambiamenti climatici• Inquinamento acustico• Emissioni elettromagnetiche• Inquinamento luminoso

Il sistema delle risorse idriche• Direttiva quadro e PTA

• Contratti di fiume

Infrastrutture ed impianti• Derivazioni d’acqua ad uso idroelettrico• Siti contaminati e da bonificare• Discariche ed impianti per il trattamento dei rifiuti• Stabilimenti a rischio di incidente rilevante

• Attività estrattive

Rischio idrogeologico e difesa del suolo• La manutenzione del territorio delle aree montane• Nodi strutturali “critici” ed interventi “urgenti”• Quadro del dissesto idrogeologico

Salute pubblica, PePS, pari oppurtunità

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Art. 19 Polarità e gerarchie territoriali (Direttiva)

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Art. 9 Ambiti di approfondimento sovracomunali (Direttiva)

Aree omogenee

Ambito 1 AMT - N.E.

Ambito 2 Chierese

Ambito 3 AMT – S.E

Ambito 4 AMT - Ovest

Ambito 5 AMT - Venaria

Ambito 6 Ciriacese

Ambito 7 Rivarolo

Ambito 8 Caluso

Ambito 9 Chivasso

Ambito 10 Collina Chivassese

Ambito 11 Poirinese

Ambito 12 Carmagnolese

Ambito 13 AMT – S.O.

Ambito 14 Pianura Pinerolese

Ambito 15 Pinerolese

Ambito 16 Val Sangone

Ambito 17 Val Pelice

Ambito 18 Val Chisone

Ambito 19 Alta Valsusa

Ambito 20 Bassa Valsusa e Val Chisone

Ambito 21 Valli di Lanzo

Ambito 22 Cuorgnè

Ambito 23 Castellamonte

Ambito 24 Ivrea

Ambito 25 Val Chiusella

Ambito 26 Valli Orco e Soana

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Art. 9 Ambiti di approfondimento sovracomunali (Direttiva)

Al fine di evitare che le politiche urbanistiche dei singoli Comuni generino incoerenze a causadella loro separatezza, il PTC2 afferma la necessità di coordinare le pianificazioni urbanistichecomunali all’interno di Ambiti di approfondimento sovracomunale, individuati nella tavola 2.1 "Isistemi residenziale e produttivo";

tali Ambiti costituiscono una prima articolazione del territorio provinciale per il coordinamentodelle politiche territoriali a scala sovracomunale. Le comunità montane e unioni collinari sonoinvitate a partecipare ai tavoli di approfondimento sovracomunale.

La tavola ha il valore di proposta e modalità aggregative potranno essere riviste sulla basedelle indicazioni dei diversi Comuni e dei diversi enti pubblici e privati. Alle conferenze potranno

essere invitati enti e portatori di interessi coinvolti nei temi affrontati.

I tavoli di approfondimento sovracomunale sono attivati per trattare di:

1. Infrastrutture2. Sistema degli insediamenti - Processi di sviluppo dei poli industriali – commerciali3. Sistemi di diffusione urbana, con processi insediativi di incentivo a carattere

residenziale su alcuni ambiti escludendone altri

4. Livelli di servizio di centralità di livello superiore5. Programmazione territoriale e paesistica degli spazi periurbani;

e ogni altro elemento progettuale di interesse sovracomunale.

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DISTRETTO PER LA RICERCA SCIENTIFICA - FARMACEUTICA

La Provincia propone, in collaborazione

con l’Università di Torino, lo sviluppo e la

realizzazione del nuovo Distretto per la

ricerca scientifica e farmaceutica.

Tale progetto costituisce una proposta

fortemente innovativa per il rilancio e lo

sviluppo di sinergie tra il sistema

pubblico e le aziende private,

riprendendo temi e suggestioni già

contenute nel progetto della “Città della

Salute e della Scienza”.

Nell’area di Grugliasco, di proprietà

della Provincia, già individuata dalla

Regione per tale finalità, intorno al Polo

scientifico di Grugliasco e alle strutture

ed ai laboratori pubblici per la ricerca e

l’innovazione, è possibile sviluppare

iniziative atte ad attrarre il sistema

industriale privato in un modello positivo,

già sperimentato in altre realtà europee

in grado di produrre “eccellenza” e

quindi condizioni per l’insediamento e lo

sviluppo di iniziative private, creando

possibilità di occupazione per

ricercatori e laureati nelle facoltà

scientifiche.

POLO FACOLTA’SCIENTIFICHE

POLO MEDICINASAN LUIGI DISTRETTO PER’

LA RICERCASCIENTIFICA

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Art. 20 Centri storici

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Art. 20 Centri storici

Il PTR individua quattro categorie di centri storici la cui importanza, anche attuale,

è legata spesso alla localizzazione baricentrica sul territorio; la suddivisione in

categorie (di competenza regionale o sub regionale).

Al di là del fattore dimensionale (che pone tra l'altro Torino al centro di un'area

particolarmente complessa), le prime tre categorie di centri storici individuate

riguardano insediamenti che interessano direttamente la Regione Piemonte sia alfine di innescare più approfonditi processi di analisi, di conoscenza, di

catalogazione e di tutela, sia al fine dell'avvio di politiche mirate alla loro

valorizzazione, anche con azioni incentivanti, e alla luce dell'attuale tendenza a

un progressivo fenomeno di deurbanizzazione.

Il PTC non ha la possibilità di intervenire su tali elenchi pena la incompatibilità con

il PTR.

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Art. 24 Settore produttivo, artigianale e industriale

Art. 25 Nuove aree produttive

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EPOREDIESE

PINEROLESE

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Per il raggiungimento dei propri obiettivi il PTC2 nella tavola 2.2 individua:

Ambiti produttivi di I livello. Ambiti strategici caratterizzate da una elevata vocazione

manifatturiera, che rappresentano i poli su cui investire per riqualificare e consolidare il sistemamanifatturiero provinciale.(Prescrizione che esigono attuazione) Negli Ambiti produttivi di I livello le politiche del PTC2sono quelle di conservazione, potenziamento, infrastrutturazione, concentrazione delle attività

produttive. Gli interventi ammessi negli AP-I sono: nuovo impianto, ampliamento,

ristrutturazione, trasformazione e riorganizzazione territoriale e urbanistica a carattereproduttivo. Gli AP-I sono, inoltre, gli ambiti preferenziali per la rilocalizzazione delle attivitàproduttive site in zone improprie.

Ambiti produttivi di II livello. Ambiti caratterizzati da presenze produttive significative o cherappresentano forme di presidio, in aree a vocazione ancora manifatturiera e industriale, ma

su cui è complesso, per ragioni territoriali, economiche, ambientali e sociali, favorire ulterioriprocessi di crescita e concentrazione.(Prescrizione che esigono attuazione) Negli Ambiti produttivi di II livello si confermano e

tutelano le destinazioni produttive, anche con la riorganizzazione funzionale degli spazi. In taliambiti sono ammessi limitati ampliamenti.

(Direttiva) Le attività artigianali di servizio alle funzioni residenziali, di carattere non nocivo emolesto, con superficie al disotto dei 500 mq di Sul (Superficie utile lorda), sono comunqueammesse all’interno dei contesti residenziali. Tali attività devono essere realizzate nel rispettodei criteri di cui al successivo articolo 25, comma 4.

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INFRASTRUTTURE PER LA MOBILITA’

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Art. 8 Misure di salvaguardia e loro applicazione

Art. 39 Corridoi riservati ad infrastrutture

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Art. 8 Misure di salvaguardia e loro applicazione

Art. 39 Corridoi riservati ad infrastrutture

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Art. 8 Misure di salvaguardia e loro applicazione

Art. 39 Corridoi riservati ad infrastrutture

Art.40 Area speciale di Corso Marche

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ART.40 AREA SPECIALE DI CORSO MARCHE

Area speciale di C.so Marche

Nelle aree inserite all’interno dell’Area speciale di C.so Marche, così come indicate alla tav. 4.2, escluse quelle di cui all’art. 39 comma 1 punto a):

• è consentita l’attuazione di interventi derivanti da convenzionamenti già stipulati e/o

da permessi di costruire già rilasciati alla data di adozione del progetto definitivo delPTC2;

• per quanto attiene gli interventi già programmati e/o previsti dai PRG, ma non ancora

attuati, il “tavolo tecnico” di C.so Marche di cui al Protocollo d’Intesa sottoscritto traRegione, Provincia ed i Comuni di Torino, Grugliasco, Collegno e Venaria Reale,appositamente convocato, provvederà alla valutazione della coerenza degliinterventi proposti con le finalità generali del progetto;

• eventuali trasformazioni urbanistiche potranno essere proposte dai Comuni interessatisolamente con le modalità della L.R. 1/07. Alla Conferenza di Pianificazione, per lavalutazione della coerenza degli interventi proposti con le finalità del progetto diCorso Marche parteciperanno, oltre al Comune proponente, tutti gli altri Comunisottoscrittori del Protocollo d’Intesa, seppure senza diritto di voto.

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ART.34 AREA PERIURBANE E AREE VERDI URBANE

ART.35 RETE ECOLOGICA PROVINCIALE

ART.36 AREE NATURALI PROTETTE,AREE DI CONSERVAZIONE ..

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PROPOSTA AREE PROTETTE PROVINCIALI

AREE PROTETTE PROVINCIALI

PROPOSTE DI AMPLIAMENTO E/O NUOVA ISTITUZIONE

SCHEDA DENOMINAZIONE AREA (ha)

EUAPXXX1a Ampliamento Parco dei Tre Denti (Oasi faunistica) 298

PProv010p Riperimetrazione Parco dei Tre Denti 565

PProv009p Parco della Dora (ddl-672/2010) 1.914

PProv007p Tangenziale Verde I stralcio - Parco Borsetto 236

superficie totale aree protette proposte 3.013

Superficie totale area protetta proposta

Parco dei Tre denti e Freidour 862.75

Superficie parco naturale a gestione provinciale

Parco dei Tre denti e Freidour (ex LR 32 dell'8 novembre 2004 ) 821.50

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PROPOSTA AREE PROTETTE PROVINCIALI

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Rischio idrogeologico

Applicazione dei criteri diriclassificazione sismica ai sensidell’ordinanza del Presidente delConsiglio dei Ministri del 20marzo 2003

Abitati da trasferire o consolidare Classificati ai

sensi della Legge 9 Luglio 1908 n.445 e

seguenti

Rischio sismico

La sicurezza, diritto dei cittadini, non è solo la garanzia che

le regole del vivere civile siano rispettate e fatte rispettare,

ma è anche e soprattutto la possibilità di vivere in un

territorio “sicuro”,

in cui i luoghi dell’abitare, del lavoro, dello studio, del

divertimento, le reti di comunicazioni,

siano protetti e quindi i cittadini siano il meno possibile

esposti al rischio

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Presidente: Antonio Saitta

Coordinatore del progetto e e responsabile del procedimento:

Paolo Foietta - Direttore Area territorio,protezione civile

Gianfranco Fiora - Dirigente del servizio Urbanistica

Gabriele Bovo – Dirigente del servizio Pianificazione territoriale

Il Progetto definitivo di aggiornamento e adeguamento del Piano territoriale di coordinamento provinciale è il

risultato dell’elaborazione dell’Ufficio di Piano:

Abate Daga Ilario (servizio Pianificazione territoriale)

Alberico Simonetta (servizio Pianificazione territoriale)

Fabbri Giovanni (servizio Pianificazione territoriale)

Falletti Stefania (servizio Pianificazione territoriale)

Mortari Irene (servizio Pianificazione territoriale)

Vair Paola (servizio Pianificazione territoriale)

Marino Alessandro (servizio Urbanistica)

Viotto Luciano (servizio Urbanistica)

Briatore Elena (servizio GITAC)

Enrico Bena Daniele (servizio GITAC)

Borgna Stefania (servizio Pianificazione Trasporti)

Picco Paolo (servizio Pianificazione Trasporti)

Ballocca Andrea (CSI Piemonte)

Scalise Francesco (CSI Piemonte)

Variante al PTC ai sensi dell’art. 10 della legge regionale n. 56/77 e s.m.i.

secondo le procedure di cui all’art. 7, adottata dal Consiglio provinciale con

deliberazione n. 26817 del 20/07/2010