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Il percorso di Formazione - itcmacerata.gov.ititcmacerata.gov.it/images/BAGLIONE_Neoassunti16_17... · La formazione in ingresso dei docenti Per i docenti neo assunti a tempo indeterminato

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Il percorso di Formazione

neoassunti a.s.2016/2017incontro propedeutico di accoglienza

Ambito Territoriale di Macerata

26 Gennaio 2016

Dott.ssa Maria Teresa Baglione

Il contesto attuale

� Complessità crescente e rapidità di cambiamento

� Progressi scientifici e tecnologici continui e sorprendenti

� Superamento rapido delle distanze geografiche

� Moltiplicazione degli strumenti di comunicazione

VILLAGGIO GLOBALEnecessità di comprendere e superare le

differenze

La formazione in ingresso deidocenti

Per i docenti neo assunti a tempoindeterminato è previsto un anno di

prova e formazione in ingresso

Obiettivi della formazione�Conoscenza degli ordinamenti�Conoscenza dell’organizzazione della

scuola�Costruzione di una professionalità riflessiva�Acquisizione della capacità di

sistematizzare l’esperienza e utilizzarla per una crescita professionale continua

Il contesto attualeEducare, formare e istruire nella complessità

� Passione, curiosità, studio continuo, creatività

� Possesso di strumenti culturali

� Competenze disciplinari, psicopedagogiche, metodologiche, didattiche, comunicative, organizzative, relazionali, tecnologiche,

di ricerca, di documentazione e di valutazione

La formazione dei neo-assunti

in 7 mosse

• 1. Oltre l’aggiornamento

• 2. Il laboratorio “adulto”

• 3. Il peer teaching

• 4. La centralità dell’aula

• 5. Verso standard professionali

• 6. Il portfolio come strumento formativo

• 7. I luoghi della formazione

Oltre l’aggiornamento….Dalla formazione in servizio allo

sviluppo professionale

• La formazione non è solo la frequenza di un “corso”

• Al centro un’idea di professionalità in evoluzione

• Gli strumenti del professionista riflessivo (patto di ingresso, bilancio di competenze, portfolio di documentazione)

• La dinamica pro-attiva: il piano personale di sviluppo

• L’inserimento in una comunità professionale

Il laboratorio “adulto”…la formazione “sul campo”

• Un modello di formazione per problemi e non per esercizi

• Il legame teorie, pratiche, soluzione dei problemi della classe

• Oltre le metodologie “espositive”:

fare laboratorio

• L’esemplarità delle situazioni di apprendimento

• Il formatore della “porta accanto”

• Come progettare unità formative

Il peer teachingDall’empatia all’assertività

• La formazione come accompagnamento, autorevole e competente

• Il docente neo-assunto come protagonista della formazione

• Il formatore come tutor: supervisione professionale

• Ascolto, empatia, rispetto, sospensione del giudizio:

per promuovere abilità pro-sociali e capacità

metacognitive

• Incrementare il lavoro collaborativo tra docenti

• Costruire la comunità professionale.

La centralità del lavoro d’aula

Come entrare in punta di piedi nell’aula

- non si tratta di proporre visite a sorpresa, ma di condividere alcuni indicatori per l’osservazione reciproca

- la classe come ambiente di apprendimento

- non va sottovalutato il valore dei contenuti culturali (rapporto tra allievi, saperi, docenti, per costruire le conoscenze)

- lavorare per le competenze “chiave” degli allievi

Costruire i pilastri di un sistema di “sviluppo professionale” dei docenti a

partire dalla “formazione in ingresso”

SVILUPPO PROFESSIONALE CONTINUO

Formazione in ingresso

DM 850/2015Bilancio di competenze autovalutazione

Portfolio del docente – Riflessione sulla didattica

Nuovi modelli formativi e contenuti didattici

Formazione in servizio

Piano di formazione docenti 3 ottobre 2016

Sistema di misurazione continua della soddisfazione del docente e del sistema di formazione

Anno di formazione e di prova

� Il personale docente della scuola è nominato in prova. La nomina decorre dalla data di iniziodell’anno scolastico e il docente è ammesso a un anno di formazione, che è valido comeperiodo di prova (art. n. 437 del D.L.vo 16.04.1994 n. 297).

� Il periodo di prova é finalizzato ad ottenere la conferma in ruolo.

� Il periodo di prova è considerato servizio di ruolo in tutti i sensi e dispiega, pertanto, effettiper il regime delle assenze, per la progressione dell’anzianità ai fini della carriera ecc.

� Solo dopo il superamento del periodo di prova, è possibile che il personale confermato inruolo possa chiedere la ricostruzione di carriera, i cui effetti decorrono dal momento stessodella conferma (art. n. 490 del D.L.vo 16.04.1994 n. 297).

� Nell’anno scolastico in cui si è stati assunti a tempo indeterminato, la sede di servizio èprovvisoria.

� Nel corso del medesimo anno, secondo la tempistica e le procedure dettate dal MIUR, e dallaLegge 107/2015, il personale presenterà la domanda di trasferimento.

Anno di formazione e di provaLa Legge 107/2015 - Buona Scuola

art. 1Comma 116. Il superamento del periodo di formazione e di prova è subordinato allo svolgimento del servizio effettivamente prestato per almeno centottanta giorni, dei quali almeno centoventi per le attività didattiche.

Comma 117. Il personale docente ed educativo in periodo di formazione e di prova è sottoposto a valutazione da parte del dirigente scolastico, sentito il comitato per la valutazione istituito ai sensi dell'articolo 11 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, come sostituito dal comma 129 del presente articolo, sulla base dell'istruttoria di un docente al quale sono affidate dal dirigente scolastico le funzioni di tutor.

Comma 118. Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca sono individuati gli obiettivi, le modalità di valutazione del grado di raggiungimento degli stessi, le attività formative e i criteri per la valutazione del personale docente ed educativo in periodo di formazione e di prova.

Comma 119. In caso di valutazione negativa del periodo di formazione e di prova, il personale docente ed educativo è sottoposto ad un secondo periodo di formazione e di prova, non rinnovabile.

Comma 120. Continuano ad applicarsi, in quanto compatibili con i commi da 115 a 119 del presente articolo, gli articoli da 437 a 440 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n.297.”

Anno di formazione e di provaalla luce del DM 850/2015 della CM 36167 del 5/11/2015 e della

C.M. 28515 del 04/10/2016

Cosa cambiaLa novità introdotta è quella che richiede, nell’ambito dei 180 giorni validiper il compimento del periodo di prova, che almeno 120 siano statiprestati per le attività didattiche.

Cosa restaRimangono in vigore, per quanto compatibili con le nuove norme, gli articoli da 437 a 440 del T.U. 297/94.

È confermata la procedura di formazione, con il modello 2014- 2015:

50 ore complessive, in presenza e a distanza, attività peer to peer e laboratori didattici coordinati dai tutor.

Formazione Impegno orario

Tipologia formazione ORE Suddivisione ore

Incontri propedeutici e di restituzione 6 ORE Incontri propedeutici : 3 oreIncontri di restituzione : 3 ore

Laboratori formativi 12 ORE 4 incontri di 3 ore, scelti tra le proposte dell’USR. Obbligatorio un modulo su BES e disabilità

Peer to peer 12 ORE Progettazione condivisa: 3 oreOsservazione neoassunto/tutor: 4 oreOsservazione tutor/neoassunto: 4 oreVerifica dell’esperienza: 1 ora

Formazione on line e portfolio professionale 20 ORE Bilancio iniziale competenze. 3 orePortfolio professionale, questionari, consultazione…: 14 oreBilancio finale competenze: 3 ore

TOTALE ORE 50 ORE

Anno di formazione e di provaalla luce del DM 850/2015 della CM 36167 del 5/11/2015 e della

C.M. 28515 del 04/10/2016

Chi fa cosa?

Anno di formazione e di prova

Patto Formativo

•Iscrizione

•Curriculum Formativo

•Bilancio iniziale

Laboratori

• Attività Didattica 1

• Attività Didattica 2

Peer to peer• Bilancio finale

Curriculum

• Bisogni Formativi

• Portfolio

• Questionari

Anno di formazione e di provaFinalità

L’anno di prova coincide con l’anno di formazioneil periodo iniziale ha una duplice valenza

� SI CONSOLIDANO LE BASI FORMATIVE PREVISTE DAL PROFILO DOCENTE;

� SI VERIFICANO LE COMPETENZE PROFESSIONALI DEL DOCENTE (osservate nell’azione didattica e nelle attività ad essa preordinate e strumentali, nonché nell’ambito delle dinamiche organizzative dell’istituzione scolastica)

al fine di CONSEGUIRE GLI STANDARD PROFESSIONALI RICHIESTI

Il neoassunto180 giorni

120 giorni

Incontri propedeutici

e di restituzione

Bilancio

competenze iniziali

e finali

Patto per lo

sviluppo

professionaleFormazione on

line e portfolio

professionale

Peer to peer

Laboratori formativi

Colloquio

davanti al CdV

Nei 180 GIORNI sono computati tutti i giorni di effettivo servizio compresi

– tutte le domeniche, i giorni festivi e le festività soppresse, le vacanze pasquali e natalizie

– il periodo fra il 1° settembre e l'inizio delle lezioni, se sono previste attività di programmazione didattica

– i periodi d'interruzione dell'attività didattica dovuti a ragioni di pubblico servizio (chiusura scuole, elezioni ecc)

– i giorni dedicati agli esami e scrutini, compresi gli esami di Stato, se vi si partecipa per la classe di concorso di insegnamento

– il primo mese di congedo per maternità/interdizione dal lavoro per gravi complicanze

– il periodo di servizio oltre al 30 aprile, per docenti rientrati in servizio e impiegati in attività didattiche che rientrino nella classe di concorso di titolarità

– la frequenza di corsi di formazione e aggiornamento indetti dall'amministrazione scolastica

– il servizio prestato in qualità di componente le commissioni giudicatrici dei concorsi a cattedre

– periodo compreso tra l'anticipato termine delle lezioni a causa di elezioni politiche e la data prevista dal calendario scolastico (C.M. 180 dell'1 1.7.1979)

– i periodi di aspettativa per mandato parlamentare

180 Giorni, 120 giorni

Nei 180 GIORNI non sono computati : – I giorni di ferie, di assenza per malattia (compreso l'infortunio) e di aspettativa per ragioni

familiari o altre aspettative (a meno che la legge che le regola non preveda esplicitamente che sono considerate nel periodo di prova)

– le vacanze estive

– I periodi di congedo di maternità/interdizione dal lavoro (escluso il primo mese), di congedo parentale o di malattia del bambino, anche se retribuiti, previsti dal T.U. 151/2001

– I permessi retribuiti e non retribuiti (es. congedo matrimoniale, permessi per motivi personali, per lutto, legge 104/92 ecc.).

PER QUANTO RIGUARDA LE ATTIVITÀ DIDATTICHE, nei 120 GIORNI sono computati sia i giornieffettivi di lezione sia i giorni impiegati presso la sede di servizio per ogni altra attivitàpreordinata al migliore svolgimento dell'azione didattica, ivi comprese quelle valutative,progettuali, formative e collegiali.

ANNO DI PROVACHI NON LO HA SUPERATO NEL 2015/16 POTRÀ SVOLGERE UN

SECONDO PERIODO NON RINNOVABILE. VERIFICA DI UN DIRIGENTE TECNICO

• L’art 1 comma 119 della legge 107/2015 detta: “in caso di valutazione negativa del periodo di formazione e di prova, il personale docente ed educativo è sottoposto ad un secondo periodo di formazione e di prova, non rinnovabile”.

• I docenti, quindi, che non hanno superato l’anno di prova (ESITO NEGATIVO) possono svolgerlo soltanto per una seconda volta. Sebbene la norma non lo dica esplicitamente, è chiaro che alla seconda “bocciatura” non ci potrà essere la conferma in ruolo e non si potrà svolgere la professione docente.

Il DM 850 all’art. 14 prevede:

“nel secondo periodo di formazione e di prova è obbligatoriamente disposta una verifica, affidata ad un dirigente tecnico, per l’assunzione di ogni utile elemento di valutazione dell’idoneità del docente. La relazione rilasciata dal dirigente tecnico è parte integrante della documentazione che sarà esaminata in seconda istanza dal Comitato [di valutazione dei docenti] al termine del secondo periodo di prova”.

Art. 14 Valutazione del periodo di formazione e di prova

Comma 3 – giudizio SFAVOREVOLE

� RIPETIZIONE del periodo:• Indicazione elementi di criticità • Individuazione forme di supporto formativo e di

verifica del conseguimento degli standard richiesti

� verifica da parte di un DIRIGENTE TECNICO

SECONDO PERIODO NON RINNOVABILE

� I docenti, che ripetono l’anno di prova, dunque, saranno sottoposti ad una verifica da parte di un dirigente tecnico, volta a rilevare tutti gli elementi utili per verificare l’idoneità del docente.

� Il dirigente tecnico, sulla base della citata verifica, stilerà una relazione che sarà poi vagliata dal Comitato di Valutazione, chiamato ad esprimere un parere in merito, sulla base del quale il DS confermerà o meno in ruolo il docente.

ANNO DI PROVA

Chi ottiene il SOLO PASSAGGIO DI CATTEDRA, che non implica quindi il passaggio in ruolo, non è tenuto ad effettuare nulla, né formazione ma neanche la prova dei 180 giorni di servizio e/o i 120 gg di attività didattica.

Chi, invece, ottiene IL PASSAGGIO DI RUOLO, dovrà, secondo le ultime indicazioni ministeriali, e salvo successive rettifiche, effettuare la prova (i 180 giorni di servizio e 120 gg. di attività didattica) ma anche la formazione con tutto ciò che essa comporta. Come se fosse un neoassunto in ruolo (circolare ministeriale Prot. N.36167 del 5/11/2015).

NOTA BENE Quando si ritorna in un ruolo precedente in cui si è già svolto l’anno di prova non bisogna ripetere l’anno di prova e la formazione.

È per esempio il caso del docente che è stato per anni nella scuola dell’infanzia, poi ha ottenuto il passaggio di ruolo nella scuola primaria e nel 2016/17 ottiene un nuovo passaggio di ruolo nell’infanzia (ruolo precedente). In questo caso, ha risposto il Ministero per le vie brevi, dal momento che l’anno di prova e di formazione si svolge una sola volta in un determinato grado o ruolo, il docente che ha già svolto l’anno di prova nell’infanzia e ritorna in detto ruolo non deve fare nulla (né prova, né formazione)

ANNO DI PROVA

L'aspetto maggiormente caratterizzante la

formazione delineata nel D.M. 850/15 sembra

essere la personalizzazione dei percorsi

formativi dei neoassunti

si cercherà, infatti, di potenziare i punti di

debolezza di ciascun di essi, desunti dal primo

bilancio di competenze che deve essere stilato

dopo due mesi dell'assunzione in servizio.

Docente neoassunto e Dirigente stipulano un patto di sviluppo professionale

L'anno di prova e formazione, alla luce della riforma, dovrebbe comunque essere più selettivo e impegnativo

che in passato, come testimonia anche il nuovo e più decisivo ruolo dei tutor che guidano il percorso dei neo assunti dall'accoglienza al bilancio delle competenze e

alla sottoscrizione del patto formativo, dalla progettazione alla piena partecipazione alle attività

della scuola, dal bilancio finale delle competenze all'“istruttoria" compiuta in merito alle attività

formative predisposte ed alle esperienze di insegnamento e partecipazione alla vita della scuola del

docente neo-assunto (art.13 del D.M. 850/2015).

– ���� PATTO formativo (con DS e tutor)

– delineare IMPEGNI e PERCORSI FORMATIVI per migliorare la propria professionalità

– � strumento PEDAGOGICO, non valutativo !!!

Art. 5 c. 3 - Il dirigente scolastico e il docente neo-assunto, sulla base del bilancio delle

competenze, sentito il docente tutor e tenuto conto dei bisogni della scuola,

stabiliscono, con un apposito patto per lo sviluppo professionale, gli obiettivi di

sviluppo delle competenze di natura culturale, disciplinare, didattico-metodologica e

relazionale, da raggiungere attraverso le attività formative

Patto formativo

Percezione di AUTOEFFICACIA

Ai fini della personalizzazione delle attività di formazione, anche alla luce delle prime attività didattiche svolte, il docente neo-assunto traccia un primo bilancio di competenze, in forma di autovalutazione strutturata, con la collaborazione del docente tutor.

Bilancio di competenze, analisi dei bisogni formativi e obiettivi

della formazione

PATTOPER LO SVILUPPO PROFESSIONALE

... dopo aver VALUTATO il bilancio iniziale di competenze:

• obiettivi di sviluppo delle competenze

• attività formative

• programmazione annuale

• nuovo bilancio di competenze

I Bilanci delle competenze nel contesto della formazione Neoassunti

� Il Curriculum formativo, il Bilancio iniziale delle competenze e il Patto formativo definiscono la traiettoria formativa del docente durante l’anno di prova e costituiscono utili indicazioni per il tutor affinché, in particolare durante la fase peer to peer, supporti il docente neoassunto a comprendere meglio il proprio stile di insegnamento, a valorizzarne i propri punti di forza e/o a potenziare i punti deboli.

� Il Bilancio finale consente una riflessione ex-post di quanto sperimentato durante l’anno di prova e di come questo ha inciso sulle proprie competenze.

Il Bilancio di CompetenzeIl bilancio Ieri e Oggi

Cambiamenti

Il profilo di competenze è “costruito” con università di Macerata (Rossi, Magnoler):

- metissage tra i profili di competenze dell’insegnante nel mondo francofono (Référentiel francese, MEQ in Québec) e anglofono (Teachers Standards UK e definite dall’INTASC), per fornire un quadro orientativo per l’analisi che ciascun neo-assunto avrebbe dovuto effettuare per esplicitare la propria esperienza, molto spesso non comunicabile e condivisibile

- domande guida con l’unico scopo di aiutare la focalizzazione su aspetti specifici (comportamenti, risultati e problemi).

Bilanciodelle competenze

I Bilanci iniziale e finale delle competenze sono strumenti chiave dell’anno di formazione e prova dei docenti neoassunti e dei docenti che effettuano il passaggio di ruolo, così come indicato nella normativa in materia emanata dal MIUR (Legge 107/2015; DM 850/2015; nota DGPER 6768/2015).

Struttura del Bilancio iniziale delle competenze

i. AREA DELLE COMPETENZE RELATIVE ALL’INSEGNAMENTO (Didattica)

a) Organizzare situazioni di apprendimento 1) Descrittore 2) …

b) Osservare e valutare gli allievi secondo un approccio formativo 1) Descrittore 2) …

c) Coinvolgere gli allievi nel processo di apprendimento 1) Descrittore 2) …

ambiti

Struttura del Bilancio iniziale delle competenze

i. AREA DELLE COMPETENZE RELATIVE ALLA PARTECIPAZIONE ALLA VITA DELLA PROPRIA SCUOLA (Organizzazione)

a) Lavorare in gruppo tra docenti

1) Descrittore 2) …

b) Partecipare alla gestione della scuola 1) Descrittore 2) …

c) Informare e coinvolgere i genitori 1) Descrittore 2) …

ambiti

Struttura del Bilancio iniziale delle competenze

i. AREA DELLE COMPETENZE RELATIVE ALLA PROPRIA FORMAZIONE (Professionalità)

a) Affrontare i doveri e i problemi etici della professione 1) Descrittore 2) …

b) Servirsi delle nuove tecnologie per le attività progettuali, organizzative e formative

1) Descrittore 2) …

c) Curare la propria formazione continua 1) Descrittore 2) …

ambiti

Le dette competenze saranno oggetto del bilancio summenzionato, come previsto

dall’ articolo 5 comma 1.

Il bilancio, "consente di compire un'analisi critica delle competenze possedute, di delineare i punti da potenziare e di elaborare un progetto di formazione in servizio coerente con la diagnosi compiuta".

Sulla base di esso il dirigente scolastico e il neo assunto, sentito il tutor, fissano tramite un patto per lo sviluppo professionale gli obiettivi di potenziamento delle competenze da attuare tramite le attività formative previste all’articolo 6 del decreto.

Indicazioni per la compilazione del Bilancio iniziale

Per ciascuno degli ambiti di competenza ti chiediamo di prendere in considerazione e selezionare da 1 a 3 descrittori di competenza e, con l’aiuto delle domande guida, di elaborare un testo discorsivo di massimo 2.000 battute spazi inclusi, per motivare le ragioni della tua scelta e il livello di competenza percepito.

I descrittori delle competenze sui quali ti chiediamo di riflettere sono stati pensati unitariamente, tuttavia abbiamo ritenuto utile proporre lievi differenziazioni per i diversi ordini di scuola e per il sostegno. Dove non diversamente specificato i descrittori sono rivolti a TUTTI i docenti.

Le domande guida a lato dei descrittori di competenza sono utili a chiarire il contesto, il significato e l’articolazione della competenza corrispondente, oltre a costituire una potenziale traccia per il testo libero da inserire alla fine di ogni ambito.

Per selezionare i descrittori di competenze puoi utilizzare i seguenti 3 criteri: � competenze non possedute che però si ritengono importanti e si vorrebbero

acquisire� competenze note ma che di cui si vorrebbero approfondire alcuni aspetti� competenze che si ritiene di possedere a un livello adeguato o nelle quali ci si

percepisce come esperti.

Il Bilancio iniziale ha una doppia valenza

� informare su quali siano le competenze che la ricerca in ambito educativo a livello nazionale e internazionale, ritiene proprie della professionalità del docente

� consentire al docente di riflettere su queste competenze, anche in relazione a quanto scritto nel Curriculum formativo, al fine di individuare e selezionare quelle che ritiene essere propri punti di forza o, al contrario, di debolezza, in un processo di autovalutazione auspicabilmente sostenuto dal tutor.

* In piattaforma INDIRE, per favorire questo processo di analisi, riflessione ed esplicitazione tramite la

scrittura, ogni competenza è accompagnata da una o più domande utili a chiarirne il significato.

Il Bilancio iniziale

La redazione del Bilancio iniziale rappresenta inoltre la base per l’elaborazione del Patto formativo, tramite il quale il docente condivide con il tutor e il Dirigente Scolastico (art. 5, DM 850/2015;

art. 4, CM 36167/2015), gli obiettivi formativi e le conseguenti azioni che intende intraprendere durante l’anno di prova.

Il Bilancio iniziale

un’elaborazione accurata del Bilancio iniziale delle competenze consente al docente di:

� autovalutare le proprie competenze� individuare elementi sui quali far convergere l’attenzione del tutor� predisporre una documentazione didattica chiara e pertinente con

cui individuare i cambiamenti necessari a migliorare il proprio agire professionale;

� conoscere le dimensioni della professionalità docente come individuate dalla ricerca internazionale

� agevolare la preparazione della fase istruttoria curata dal tutor di fronte al Comitato di Valutazione (art. 13, DM 850/2015).

IL BILANCIO FINALE

� Il Bilancio finale, semplificato rispetto alla versione dell’edizione 2015/2016, consente al docente di ripensare se e come le proprie competenze professionali si siano trasformate durante l’anno di prova, tenendo in considerazione quanto indicato nel Bilancio iniziale.

� Inoltre il docente nel Bilancio finale ha anche la possibilità di indicare autonomamente competenze diverse da quelle elencate nel Bilancio iniziale.

Il Bilancio iniziale e finale

Si sottolinea, infine, che i Bilanci iniziale e finale non hanno un carattere valutativo (di cui tratta invece l'art. 4, DM 850/2015), ma sono pensati per supportare il docente nel processo di autovalutazione della propria efficacia rispetto ad alcune delle complesse funzioni che è chiamato a svolgere durante il proprio lavoro.

BILANCIO FUTURO

Il docente neoassunto può, attraverso questo Bilancio sui BISOGNI FORMATIVI FUTURI (rif. Art.1 comma 124 della legge 107)

posizionarsi per la formazione in servizio per il prossimo triennio (PNF-2016/2019) indicando per le “priorità” oggetto di interesse.

Articolo 5 comma 1 del D.M. 850/2015

Ai fini della personalizzazione delle attività di formazione, anche alla luce delle prime attività didattiche svolte, il docente neo-assunto traccia un primo bilancio di competenze, in forma di autovalutazione strutturata, con la collaborazione del docente tutor.

Attività didattica: personalizzazione e riflessione

Attività didattica , documentazione e

riflessione

ATTIVITA’ DIDATTICA

� Innesca un processo ciclico di pianificazione, azione e valutazione progressive e attraverso differenti spazi

�Valorizza un apprendimento individuale autoriflessivo e autoregolato: come funzione della capacità del soggetto di riflettere su obiettivi e strategie.

�La scrittura riflessiva viene quindi considerata come un momento critico attraverso cui la costruzione e la trasformazione di conoscenza prende piede

�Consente la documentazione e la continua riflessione sulle esperienze professionali

Progettazione dell’attività: indicizzazione

Ricerca e analisi

Sintesi, Classe, Competenze chiave

Metodologie didattiche Disciplinare e transdisciplinare

setting, strategie e valutazione

Attenzione alleMacro -categorie

�Sostegno�Potenziamento

�ICT nella mediazione

Favorire la ricerca e l’analisi delle migliori pratiche e la condivisione

Esplicitare le scelte e i motivi

Diversi elementi influenzano il modo in cui si

progetta il lavoro da condurre in classe. Questi

elementi variano da situazione a situazione,

essendo fortemente connessi sia alle richieste

che vengono dal sistema scolastico, sia ad

aspetti contingenti, sia al modo in cui ciascun

insegnante interpreta il suo ruolo.

alcuni spunti di riflessione

o L’attività si è sviluppata esattamente come avevi previsto? In caso contrario, come è stata modificata durante la sua realizzazione?

o Quali sono state le cause delle variazioni? (es: eventi imprevisti, stimoli costruttivi emersi durante la lezione, domande degli allievi, una non adeguata previsione dei tempi, una non adeguata valutazione delle difficoltà che avrebbero incontrato gli allievi, ecc.).

o Quali credi siano state le tue scelte più efficaci? Quali mediatori (consegne, organizzazione del lavoro, natura dei materiali, supporti digitali, ecc.) hanno meglio funzionato? E perché?

o Il modo in cui hai valutato l’andamento del lavoro ti ha fornito informazioni adeguate sugli apprendimenti? E ti ha aiutato a sviluppare il percorso?

o L’attività proposta potrebbe essere migliorata? o Se sì attraverso quali interventi? (es. intervenendo su: i) progettazione iniziale, ii)

rispondenza dell'attività alle linee guida/indicazioni nazionali, iii) sostenibilità, iv) bisogni e livelli di partenza della classe/sezione o dell’allievo?

o Le osservazioni del tutor hanno contribuito a considerare sotto una luce diversa la tua azione?

o Pensi che il modo in cui hai documentato possa influire sulla tua futura modalità di agire in classe/nella sezione?

Prototipo di RIFLESSIONE Complessiva

Il procedere nel lavoro a scuola si nutre di una continuo adattamento di quello che era stato progettato a quello che effettivamente avviene a scuola. Questo aggiustamento è ovviamente continuo.

• Individuare elementi da evidenziare nella fase peer to peer

(tutor e docente)

• Individuare e documentare i cambiamenti necessari

a migliorare la propria professionalità

(da inserire poi nel portfolio)

• Elaborare il documento istruttorio (da parte del tutor) per il Comitato di valutazione

Utilità del bilancio iniziale per...

peer to peer

Il peer to peer per i docenti neo-assunti

L’osservazione delle prassi didattiche costituisce dunque un mezzo molto potente per aiutare l’insegnante in formazione a “partire dalla pratica” (Danielson, 2007).

Docente neoassunto

Azione del

docente tutor

Azione del docente

neo assunto

Docente tutor

Il tutor

� Accoglie il neo assunto nella comunità professionale

� Favorisce la sua partecipazione alla vita collegiale della scuola

� Esercita ogni utile forma di ascolto, consulenza e collaborazione

� Ricerca momenti di reciproca osservazione in classe per l’elaborazione, la sperimentazione e la validazione di risorse didattiche e unità di apprendimento

ESSERE TUTOR IMPLICA

• Assumere una responsabilità

• Diventare testimoni autorevoli

• Essere garanti dell’organizzazione

• Facilitare il processo di appartenenza

La Funzione del tutor

• 1. E’ designato dal DS sentito il parere del Collegio dei Docenti

• 2. Collabora al bilancio iniziale e finale delle competenze e al Patto formativo

• 3. Svolge le ore di peer to peer(progettazione,osservazione reciproca, analisi)

• 4. Presenta un parere motivato sulle caratteristiche dell’azione professionale del docente in formazione e prova

• 5. Integra il Comitato di Valutazione in occasione del colloquio sostenuto dal docente

• 6. Riceve un compenso economico (MOF ed eventualmente fondo di cui all’art. 1, c. 127 L.107/2015)

• 7. Riceve un’attestazione dell’attività svolta

IL TUTORLA FUNZIONE “STRATEGICA” DEL TUTOR ACCOGLIENTE…

� in questo quadro riconfermato, si preannuncia la valorizzazione e il riconoscimento della figura del tutor accogliente che FUNGE DA CONNETTORE con il lavoro sul campo e si qualifica come “MENTOR” per gli insegnanti neo-assunti, specie di coloro che si affacciano per la prima volta all’insegnamento.

� Il profilo del tutor si ispira alle caratteristiche del TUTOR ACCOGLIENTE DEGLI STUDENTI UNIVERSITARI impegnati nei tirocini formativi attivi.*

*(cfr. DM 249/2010, comma 6: L’attività di tirocinio nella scuola si conclude con la stesura da parte del tirocinante di una relazione del lavoro svolto in collaborazione con l’insegnante tutor che ne ha seguito l’attività. … La relazione consiste in un elaborato originale che, oltre all’esposizione delle attività svolte dal tirocinante, deve evidenziare la capacità del medesimo di integrare ad un elevato livello culturale e scientifico le competenze acquisite nell’attività svolta in classe e le conoscenze in materia psico-pedagogica con le competenze acquisite nell’ambito della didattica disciplinare e, in particolar modo, nelle attività di laboratorio. )

IL TUTORLA FUNZIONE “STRATEGICA” DEL TUTOR ACCOGLIENTE

� Tendenzialmente ogni docente in periodo di prova avrà un tutor di riferimento, preferibilmente della stessa disciplina, area disciplinare o tipologia di cattedra ed operante nello stesso plesso.

� In ogni modo il rapporto non potrà superare la quota di tre docenti affidati al medesimo tutor.

(C.M. 28515 del 04/10/2016)

Il Tutor accogliente

Tra le attività quella di osservazione tra docente tutor e docente neo assunto o comunque in anno di prova e formazione prevista dall’articolo 9 del D.M. n. 850/2015 e richiamata dalla circolare del MIUR n. 36167 del 5.12.2015, e 28515 del 4.10.2016 aventi per oggetto il periodo di formazione e prova per i docenti neoassunti.

Cosa osservare e perché….

� L’osservazione pone il focus su dati empirici fatti di “azioni e comportamenti” entro contesti concreti; le concezioni presenti nelle menti degli insegnanti possono così confrontarsi (o “scontrarsi”) con tali dati empirici e utilizzarli per strutturarsi e ristrutturarsi in nuove concezioni.

� La conoscenza degli oggetti e dei criteri delle osservazioni costituiscono condizioni fondamentali per coinvolgere attivamente l’insegnante in un circuito formativo virtuoso in cui il soggetto stesso analizza le proprie ed altrui prassi decentrandosi rispetto al proprio punto di vista e alle proprie “sicure pratiche” quotidiane.

Cosa osservare e perché

L’osservazione diviene inoltre particolarmente significativa, in termini di cambiamento delle concezioni, quando mette l’insegnante in una posizione “partecipativa”(Danielson, 2012), come avviene ad esempio nell’osservazione tra pari, dove, in modo reciproco e alternato, più insegnanti ricoprono i ruoli sia dell’osservato, sia dell’osservatore (Bell, Mladenovic, 2008), guardandosi dall’esterno e guardando all’esterno le pratiche altrui, allo scopo di attivare il proprio pensiero riflessivo, le proprie abilità di discussione e di confronto collegiale, le proprie capacità ad agire decisioni democratiche(House, Howe, 2003) per riprogettare e migliorare la didattica all’interno delle classi.

L’Insegnante-Tutor…

… dovrebbe sapere che, nel nostro Paese, esistono strumenti di valutazione della qualità che hanno subito seri processi di validazione e che possono essere utilizzati in modo proficuo nelle scuole: -questionari per l’autovalutazione d’istituto, -scale per l’osservazione dei contesti, -strumenti di osservazione e valutazione delle pratiche dell’insegnante in classe. Esempi:PraDISI(Osservare le pratiche didattiche nella scuola dell’infanzia)PraDIVAP(Osservare le pratiche didattiche nella scuola Primaria)FAMT&L (Osservare situazioni di Valutazione Formativa in classe)

L’Insegnante-Tutor…

Il ruolo del Tutor, nel coordinamento competente di queste procedure all’interno del proprio istituto, è essenziale:

-sia nel maneggiare gli strumenti osservativi,

-sia nel condividere la sua expertise con altri colleghi,

-sia soprattutto nel leggere i dati e restituirli –tramite feedback formativi appropriati –ai colleghi, creando dinamiche virtuose di confronto collegiale e sviluppo professionale

La comunicazione del feedback

formativo tra colleghi Si basa sulla capacità del Tutor:-di saper osservare in modo analitico;-di usare un linguaggio assertivo, mai giudicante, rispettoso e non ambiguo.

Il feedback formativo ha lo scopo di sollecitare, sostenere e accompagnare le capacità riflessive del soggetto in formazione

RIFLESSIVITÀ come stile di professionalità:

- uso di un pensiero sistematico, scientifico- base per un continuo apprendimento- elemento che connota le abilità progettuali e valutative dell’insegnante professionista

Il feedback formativo tra colleghi

Il confronto collegiale dovrebbe caratterizzarsi come punto costante di riferimento per l’Insegnante-Tutor così come dovrebbero esserlo:

•la valutazione come occasione di scambio, di crescita professionale;

•la possibilità di costruire criteri di riferimento comuniversouna condivisa identità di scuola;

•La possibilità di costruire una documentazione di riferimento utile a tutti: (per esempio: archivi di strumenti, dati longitudinali di scuola…)

Incontri formativi e di accoglienza

Laboratori formativi dedicatiaccedendo al sito internet www.itcmacerata.gov.it / (sezione formazione neoassunti)

Laboratori formativi

Nuove risorse digitali e loro impatto sulla didattica

Gestione della classe e problematiche relazionali

Valutazione didattica e valutazione di sistema

BES e disabilità

Contrasto alla dispersione scolastica

Inclusione sociale e dinamiche interculturali

Orientamento e alternanza scuola-lavoro

Buone pratiche di didattiche disciplinari

Obbligatorio

Obbligatorio

� Sono organizzati sulla base dei bisogni rilevati e "tarati" sui bisogni formativisegnalati dai docenti neo-assunti,

� La frequenza è obbligatoria per complessive 12 ore di attività , corrispondenti a4 laboratori della durata di 3 ore ciascuno

� 2 laboratori sono obbligatori ( Nuove risorse digitali e loro impatto sulla didattica – BES e disabilità), 2 a scelta del docente tra le diverse proposte formative

� Sono rivolti a piccoli gruppi di docenti, orientativamente non più di 30

4 LaboratoriPosso scegliere?

SI, ma solo due perché gli altri due sono

obbligatori

Assenze?

Il DM 850/15 e la nota Ministeriale 28515 /2016non parlano di assenze…ma solo di

obbligatorietà

al percorso formativo…

Formazione on-line

...il portfolio...

Al termine del periodo di formazione e prova, il docente neo-assunto, con la supervisione del docente tutor, traccia un

nuovo bilancio di competenze

per registrare i progressi di professionalità, l’impatto delle azioni formative realizzate, gli sviluppi ulteriori da ipotizzare.

Art. 5 c. 4

Il Dirigente ScolasticoMette a disposizione il POF e

documentazione varia

Attesta le ore di

osservazione/ peer

to peer

Stabilisce il patto

per lo sviluppo

professionale

Designa il Tutor,

sentito il CdDPresiede il CdV

Visita la classe

del neoassunto

almeno 1 volta Presenta una

relazione per ogni

docente neoassunto

Emette

provvedimento

motivato di

superamento o

meno

dell’anno di

prova

Cosa valutare ?

L'articolo 4 del DM 850/15 individua i criteri per la valutazione del neo assunto, che delineano le

competenze caratterizzanti il profilo professionale docente

�competenze culturali, disciplinari, didattiche e metodologiche;

�competenze relazionali, organizzative e gestionali

�osservanza dei doveri connessi alla funzione docente;

�partecipazione alle attività formative e raggiungimento degli obiettivi dalle stesse previsti.

• NON E’ UNA FORMALITA’ !

• QUALITA’ dell’insegnamento !

• POSSIBILITA’ di PARERE SFAVOREVOLE • INIDONEITA’ del docente

• Gestione della classe• Aspetti relazionali

Anno di formazione e di prova

• “

Il vero insegnante è colui che ha sempre voglia di imparare,

perché solo così potrà trasmettere amore per la scuola”

Don Lorenzo Milani

Grazie per l’attenzione [email protected]