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Il quartiere sud- orientale nell’ambito del progetto Leopoli- Cencelle 1

Il QuartIl quartiere sud

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Il quartiere sud- orientale nell’ambito del progetto Leopoli- Cencelle

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Page 1: Il QuartIl quartiere sud

Il quartiere sud- orientale nell’ambito del progetto Leopoli- Cencelle

Nell’anno 1994 è partito il progetto archeologico “Leopoli- Cencelle”,

promosso e diretto dalla “Sapienza” Università di Roma1, dapprima in regime

di concessione di scavo da parte del Ministero per i Beni e le Attività

Culturali, tramutatosi poi dal 2003 in regime di convenzione2, progetto che si è

avvalso sin dall’inizio della collaborazione dell’Università “G.D’Annunzio” di

Chieti3, per i primi sei anni dell’Ecole Française de Rome4 e per brevi periodi

dell’Università della Tuscia ( Viterbo)5 e dell’Università di Perugia6.

1 Inizialmente dalla cattedra di Archeologia Medievale ( prof.Letizia Ermini Pani) alla quale si è unita negli anni la cattedra di Topografia Medievale ( in successione prof. Letizia Ermini Pani, prof. Elisabetta De Minicis, prof. Francesca Romana Stasolla). Si segnala la bibliografia edita a seguito delle campagne archeologiche: Leopoli- Cencelle 1; Leopoli - Cencelle 2; Leopoli- Cencelle 3; BOUGARD- PANI ERMINI 2001; PANI ERMINI 2003; DE MINICIS- MARCHETTI 2003; DEL LUNGO 2003; ZAGARI 2003; GIUNTELLA- ANTONELLI- SOMMA- DELLA MORGIA 2003; ANNOSCIa-----: ANTONELLI------; ERMINI PANI -----; SOMMA------; STASOLLA ------; PANI ERMINI in c. st.( Tarquinia); STASOLLA in c. st. ( Tarquinia); PANI ERMINI- STASOLLA in c.st.2 La convenzione è stata stilata fra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per i Beni Archeologici e Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale) e il Dipartimento di scienze storiche, archeologiche e antropologiche dell’Università.3 Cattedra di Archeologia Medievale, prof. Anna Maria Giuntella fino al 2005 e in seguito prof. Maria Carla Somma.4 Con la direzione del prof. François Bougard.5 Negli anni 1994 e 1995 con la cattedra di Archeologia Medievale, prof. Gabriella Maetzke.6 Unicamente nell’anno 2006 con la cattedra di Archeologia Medievale, prof. Donatella Scortecci.

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Page 2: Il QuartIl quartiere sud

Il progetto incentrato sullo scavo della città di fondazione altomedievale si

estende allo studio del suo territorio di pertinenza, studio questo che è stato

programmato su due livelli: è iniziato dalla schedatura e individuazione su base

cartografica esistente (1/10.000 o 1/5.000 o altro?) di tutti i dati documentari

( editi e/o di archivio) e cartografici esistenti, sia relativi all'assetto territoriale su

base naturale ( fiumi, torrenti, sorgenti , terreni agricoli, boschivi, a pascolo etc.,

grotte, cave etc) sia su base antropizzata, anche attraverso la ricerca delle tracce

osservabili dalle foto aeree a diversa altezza e con diversificati programmi di

rilevamento, al fine di costituire in una prima fase un quadro di riferimento

attraverso la messa in relazione dei dati fisico- ambientali con i dati antropici

noti. La seconda fase prevede il controllo sul terreno, attraverso un programma

sistematico di ricognizioni, degli indicatori archeologici, rilevati e localizzati

sulla cartografia in precedenza elaborata. Sono previsti inoltre interventi di

scavo su siti archeologici di particolare interesse, uniti ad analisi geologiche,

petrografiche , paleobotaniche-------che consentano di arricchire il quadro dello

sfruttamento delle risorse naturali.

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Page 3: Il QuartIl quartiere sud

Un centro questo di Leopoli- Cencelle, assumendo nel binomio la prima7 e la

seicentesca8 sua denominazione, come vedremo fondato per volontà papale

nelsecolo IX e abbandonato nella sua funzione urbana nel corso del XV, un

centro che si iscrive in una specifica e unica stagione della sua storia racchiusa

fra l’alto e il basso medioevo, e in un preciso contesto: la messa in sicurezza

dalle invasioni saracene della popolazione residente nella città portuale romana

di Centumcellae e nello stesso tempo la creazione di un baluardo difensivo

verso i territori dell’alto Lazio appartenenti al Patrimonium della Chiesa di

Roma.

7 LP, II, p.132, biografia di Leone IV: “8 Così è denominata la vignetta di un insediamento turrito nelle carte di Luca Hostenio nella Galleria delle Carte geografiche in Vaticano ( ALMAGIÀ 1952, FRUTAZ 1972, pp. 47- 51)

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Page 4: Il QuartIl quartiere sud

← Un intervento che se sul

piano ideale e politico può essere collegato all’opera papale intrapresa a partire

da Leone III con il progetto di fortificazione del borgo vaticano di fatto non9,

quindi da Gregorio IV con la Gregoriopoli10 e soprattutto da Leone IV con

l'attuato circuito murario intorno all'insediamento vaticano e l'istituzione della

Civitas Leoniana11 sino a Giovanni VIII con la Giovannipoli12, non può

confrontarsi con essa sul piano materiale, in quanto in tutti i casi nominati si

trattò di costruire le mura intorno a delle realtà insediative già esistenti, mentre

per la Leopoli, in un luogo a quanto sembra già antropizzato da strutture

precedenti, ma al momento non più funzionali, si attuò, a fundamentis, la

costruzione di una vera e propria città a cominciare dal suo complesso

episcopale posto sulla sommità della collina13.

9 Si tratta del progetto di costruzione del circuito murario intorno al burgus venutosi a creare in relazione al santuario di Pietro in Vaticano, un progetto non portato a termine per la morte del pontefice, ma il cui inizio si è proposto di riconoscere in alcuni tratti delle mura della Civitas Leoniana, costruiti con paramento litico ( Cfr. proposta in PANI ERMINI 1992, in part. pp. 249- 250)10 Con la costruzione delle mura intorno all’insediamento venutosi a formare in relazione al santuario di Aurea nel suburbio di Ostia e la costituzione della Gregoriopoli ( Si rimanda a PANI ERMINI 1992, in part. pp.518- 519, da cui MARAZZI 2001, pp. 265- 266 e da ultimo la nuova lettura proposta da PANNUZI 2008). 11 Per la costruzione delle mura vaticane e la costituzione della Civitas Leoniana cfr. da ultimo PANI ERMINI 2000, pp. 401- 412, ivi bibliografia precedente.12 Rimando a PANI ERMINI 2000, pp. 412- 417.13 Accertato sul piano archeologico, allo stato attuale della ricerca, relativamente al battistero con edificio autonomo e all’area funeraria.

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Page 5: Il QuartIl quartiere sud

← Va rilevato che la romana

Centumcellae era dotata di un circuito murario restaurato da Gregorio III nel

74014, che anche se avrebbe, nove anni dopo tale data, ricevuto l’attacco degli

eserciti longobardi alla guida del duca Grimoaldo, se si vuole tener fede al

discusso racconto del monaco Benedetto di Sant’Andrea del Soratte15, e nell’813

il saccheggio del porto da parte dei Mauri registrato da Eginardo16, di fatto aveva

mantenuto la sua efficienza. Questa potrebbe essere confermata, anche in questo

caso se può ritenersi storicamente valido il documento17, relativo alla donazione

da parte di Ludovico I beato Petro principi apostolorum e in suo nome domno

Paschali summo pontifici et universali papae et successoribus eius in

perpetuum, insieme a cunctis civitatibus, castellis, oppidis ac viculis in Tusciae

partibus, anche di Centumcellas con le sue pertinenze 18. e senza dubbio

dall'intervento del pontefice Pasquale I che negli anni 821- 822 19 aveva offerto

doni alla cattedrale di San Pietro20. E’ quindi con gli sbarchi dei Saraceni che la

città diviene di fatto per gli invasori una testa di ponte verso i territori della

Tuscia romana attraverso la valle del Mignone e lungo il fiume stesso nonché

14 LP, I, p. 421: “ …in Centumcellensium civitate murus dirutus pene a fundamentis fortissime construere fecit”.15 “ Astolfus misit Grimuald a Centumcellensi ut custodiret vie finibus romani et portua maris “ ( Cfr. Chronicon Benedetto monaco, p.68). 16 Annales Regni Francorum, p.102; Vita Karoli, c.17, p. 188.17 Tale la ritengono Calisse e Duchesne ( CALISSE 19 36, pp. 55- 56; DUCHESNE 1967, p. 84) mentre propende per una falsificazione BREZZI 1947, p.44:18 M.G.H., Capitularis regum Francorum. I, Legum sectio II, p.353, n.172.19 Tenendo presente la successione cronologica del pontificato proposta da GEERTMANN 1975, p. 81.20 LP, II, p. 59: “obtulit in ecclesia beati Petri apostoli in Centumcellas calicem et patenam ex argento deauratos, pensam libras IIII uncias III ”. la donazione papale alla chiesa vescovile di Centumcellae è stata letta come ringraziamento al vescovo Pietro per la missione diplomatica in nome della Chiesa romana presso Ludovico il Pio ( Vita Hludowici imperatoris, p. 402).

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Page 6: Il QuartIl quartiere sud

per mezzo della via Aurelia verso Roma21 perdendo quindi il rapporto

privilegiato con la Chiesa romana.

21 Cfr. sulla discussa cronologia delle incursioni saracene BOUGARD 2001, p.129 e da ultimo DEL LUNGO 2000, in part. pp.16- 28 e TOTI 2008, pp. 37- 42.

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Page 7: Il QuartIl quartiere sud

← In verità quasi nulla

conosciamo sul suo assetto urbano nell’alto medioevo e in particolare nel

momento dell’invasione saracena; solo di recente scavi urbani, finalizzati a

lavori di pubblica utilità, hanno avuto una prima edizione22 e anche se i dati

acquisiti sono da ritenersi validi unicamente per quel settore della città

prospiciente il porto e corrispondente all'attuale Forte Michelangelo, tuttavia

documentano attraverso lo spazio funerario una continuità di vita almeno sino al

IX secolo23. Per il periodo immediatamente successivo non abbiamo dati

materiali che ci offrano testimonianza di una eventuale sopravvivenza anche

parziale dopo il trasferimento papale 24 ( civitatem mutare si legge nel Liber

Pontificalis 25), sopravvivenza che anche se vi è stata si deve ritenere minima e

non più partecipe di una realtà urbana, stando allo spostamento della sede

episcopale da parte del vescovo Domenico nella nuova civitas. Si discute ancora

sulla possibile continuità dell’attività portuale che peraltro allo stato delle nostre

attuali conoscenze non può essere suffragata da alcuna fonte testuale o

archeologica, né possiamo disporre di dati storici che consentano di fissare ad

una data precisa la ripresa della vita nell’antico insediamento, se non ad una

generica anteriorità rispetto alle prime testimonianze dell’esistenza del nuovo

centro della Civitas Vetula nei documenti farfensi della seconda metà del secolo

XI, ove nella cessione all’abbazia, da parte di Sassone dei conti di Civita

Castellana, della metà della città con le sue pertinenze, oltre a possessi terrieri,

sono menzionate domus, casae, casalina, aecclesiae, monasteria 26 venendo

22 VAUDO 2006, pp. 101- 127.23 VAUDO 2006, pp. 112- 116.24 Si sottolinea l'assenza in VAUDO 2006, p. 127. 25 LP, II, p. 131: il pontefice prega affinchè “ ( ei dono gratiae suae ( Domini) dignaretur ostendere quo in loco pro salute et liberazione crebro dicti cristiani populi Centumcellensis civitas mutari potuisset”. 26 Nell’anno 1072 Sassone dei conti di Civita Castellana, confermando un precetto del padre Rainero, concede al monastero di Farfa medietatem civitatis vecclae con tutte le sue

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Page 8: Il QuartIl quartiere sud

pertanto a documentare la presenza di un patrimonio edilizio anche in via di

sviluppo nei suoi terreni edificabili ( casalina). Resta ancora da valutare sul

piano cronologico e su quello funzionale, il castrum Civitate veterem che

Innocenzo II, tra il 1133 e il 1143, dona a Petro Latro della famiglia dei Corsi27.

Sono stati attribuiti al circuito murario del castrum i resti murari a grossi blocchi

di tufo e nefro, impiantatisi sulle strutture romane nell'area tra la darsena e il

bacino portuale, un'area circondata su tre lati dal mare e pertanto perfettamente

adatta all'organizzazione di uno spazio fortificato secondo scelte insediative già

attuate dall'esercito bizantino durante le guerre greco. gotiche28. L' unico

accesso al castrum della Centumcellae romana, qualora possa essere stabilta la

sua istituzione in un' epoca sino al secolo IX, ovvero della Civitas Vetula se

posteriore, è visibile dalla parte di terra a seguito degli sventramenti avvenuti

nell' ultimo conflitto mondiale, come pure si conoscono due torri che sembrano

segnarne due angoli29.

pertinenze, dentro e fuori e cioè domos, casas, casalina, terras cultas et incultas, prata, silvas,fontes et rivos,nonché portus et redditus eius, aecclesias, monasteria omnia cum cellis suis, ad eccezione della chiesa di S. Lustro, concessa già dal padre a S. Angelo sub ripa. Lo stesso conte Sassone si obbliga ad eseguire la cessione promessa in una composizione amichevole pattuita a Roma in Campidoglio nel successivo anno 1084, con l’assenso dell’imperatore Enrico IV ( R.F., V. doc. n. 1096, a. 1072, pp. 91- 92; doc. n. 1097, a. 1084, pp. 92- 93). 27 KEHR , Reg. Pont. Rom., Latium, II, p. 2002, GREGOROVIUS , VIII, c.III,2.28 Calzante è il confronto con il castrum attuato dal generale Giovanni per garantire la difesa di Taranto, puntualmente descritto da Procopio "(il generale Giovanni )ebbe quest'idea: isolò dal resto della città la parte dell'istmo, la cinse da mura dall'una all'altra parte del mare e fece scavare attorno al muro una fossa profonda. Ivi concentrò non soltanto i Tarentini, ma anche tutti gli abitanti dei paesi vicini e lasciò loro un corpo di guardia rilevante" ( Procopio di Cesarea, La guerra gotica, trad. it, F. M. PONTANI, Perugia 1974, l. III. cap. 23, p. 261).

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Page 9: Il QuartIl quartiere sud

← Una città dunque che nel

nome Civitas Veccla o Vetula mantiene la memoria dell’antico insediamento il

cui nome è passato alla nuova civitas di fondazione papale che viene dunque a

segnare alla metà del secolo IX l’abbandono, ancorchè temporaneo, di un porto

e di un insediamento costiero per dare inizio, nella fascia collinare, dopo

l’organizzazione del territorio con villae, ad un nuovo sistema di popolamento

con insediamenti centralizzati, in particolare castra, di cui la fondazione di

Leopoli rappresenta, naturalmente tra i nuovi, il primo e unico caso con dignità

urbana30. Ad esso è rivolto il nostro progetto.

← L’attuazione sul campo del

progetto è stata preceduta dalla raccolta sistematica delle fonti edite, dei pochi

titoli bibliografici31 e da una prima lettura delle strutture ancora in elevato

riferite nella quasi totalità ai resti della cinta muraria 32.

← Ma soprattutto ci si è

interrogati sulla cultura e sui presupposti tecnici che dovevano essere in

possesso della committenza e delle maestranze che intrapresero alla metà del IX

secolo la costruzione di un nuovo insediamento urbano.

29 Una delle torri si affaccia su piazza Calamatta, l'altra circolare è stata rilevata da Salvatore Bastianelli nel 1948 durante i lavori per la ferrovia. Cfr. TOTI 2008, p. 46.30 Già rilevato in PANI ERMINI 2001, p. 138. Sul popolamento dell'area contigua alla nuova Civitas Centumcellensis si rimanda a VALLELONGA 2006, pp. 129- 155.31 LAUER 1900; CALISSE 1936; TRON 1982; TOTI 1988; TOTI 1993. Di recente è uscito un ulteriore lavoro di Odoardo Toti che nella nuova edizione assume come sottotitolo la nostra definizione di Leopoli- Cencelle " una città di fondazione papale", con taluni aggiornamenti documentari desunti in massima parte dal saggio di JAMME 2005.32 L’esame e lo studio di dette strutture hanno avuto una ricaduta didattica con l’elaborazione della tesi di laurea di Sara Nardi, relatore prof. Letizia Ermini Pani, i cui primi risultati sono stati editi in NARDI 1993.

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Page 10: Il QuartIl quartiere sud

← Un primo contributo è

venuto dai trattati di carattere militare che a partire dall’età giustinianea avevano

normato la prassi, da ritenersi in quel momento in atto, relativa alla fondazione

di nuove città fortificate , ovvero ad interventi strutturali in insediamenti

esistenti, atti a garantire la sicurezza dei cittadini. Illuminante in tal senso un

passo del De re strategica: “ Chiunque intenda fondare una città deve per prima

cosa esaminare il sito per verificare se è appropriato, in modo che le mura che

saranno costruite saranno capaci di resistere ad un assedio. Subito dopo occorre

esaminare l’acqua per appurare se è buona da bere e se è bastante per la

popolazione della città e anche per tutti coloro che potrebbero trovarvi rifugio in

tempo di pericolo. Se la sorgente d’acqua è situata fuori dalle mura, la

costruzione della città deve essere abbandonata, oppure si deve trovare il modo

per consentire ai portatori d’acqua di uscire dalla città anche in presenza del

nemico. ....... Si deve scoprire se c’è a disposizione della pietra, già tagliata o

facilmente estraibile, in modo che non sia necessario trasportarla da una lunga

distanza a grande rischio. Si deve anche scoprire se il legname deve essere

trasportato da molto lontano o attraversando terreno difficile, così che sia

pressochè impossibile averlo a portata di mano per la costruzione. .... Si deve

scoprire se la zona produce abbastanza cibo oppure può esservi trasportato da

altre zone. ...... Se a tutte queste cose si può rispondere affermativamente, si

proceda con la costruzione; ma se non è così, è meglio abbandonare il

progetto”33.

33 Strategy, capp. 10-12, pp. 31-37, trad. ital. in GUIDONI 1991, p. 332. 10

Page 11: Il QuartIl quartiere sud

← Queste le prescrizioni che

dovevano essere ben note ai funzionari del patriarchio lateranense alla metà del

secolo IX, se la ricerca di un luogo con tali requisiti , ove fondare la nuova

città, che doveva dare asilo agli abitanti della romana Centumcellae a seguito

delle incursioni saracene, fu lunga e laboriosa: loca quae ei affinitate erant

coniuncta diligenti cura se studio praevidit atque conspexit. Sed ubi locus

videbatur idoneus ad urbem aedificandam, aquae gestabat penuriam” riferisce

il biografo attribuendo la ricerca direttamente al pontefice Leone IV ( 847- 855)

che finalmente “ pervenit ad locum optimum valdeque munitum...”, un luogo

“ottimamente” adatto alla fondazione del nuovo insediamento e ben difeso sul

piano geomorfologico essendo in altura, anche se l’aggettivo potrebbe

sottintendere l’esistenza di precedenti strutture di fortificazione 34, “et aquarum

copiam ad populum confortandum et caeteras utilitates humanas , aquimolosque

molentes pleniter subministrant”35. Quindi il pontefice, grato al Signore per la

possibilità di fondare la “civitas, cui ex nomine proprio Leopolim nomen

imposuit” e di “ aquae abundantiam ministrare, etiam lapides et arenam inibi

tribuere”, una città in cui “populus salvus existeret.”, assegna l’incarico della

costruzione ad un magister militum, Pietro, la cui formazione potesse quindi

garantire l’efficienza della difesa in modo che il nuovo centro urbano,

quantunque per “angustia loci” limitato nel suo spazio, “ ne unquam ab hostibus

capiatur vel invagatur” 36.

34 A parte, come si vedrà, il riconoscimento di resti di un oppidum di età etrusca, “forti elementi indiziari” (tratto murario costruito con grossi blocchi di riutilizzo nel settore VI, materiali lapidei- iscrizioni ed elementi scultorei di VI secolo- rimessi in opera nella chiesa di S. Pietro), anche se ancora non prove archeologiche certe , inducono, come semplice ipotesi di lavoro, a proseguire la ricerca su un possibile utilizzo della sommità in età bizantina ( cfr. a tale proposito anche un breve cenno in GIUNTELLA 2003, in part. p. 36).35 LP, II, p.131. 36 LP, II, p. 132.

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Page 12: Il QuartIl quartiere sud

← E stata giustamente

evidenziata37 la carica simbolica di due avvenimenti particolari nel corso del

processo costruttivo: l'incarico ad un magister militum di radunare il popolo di

Centumcellae e portarlo nella nuova città, in un manifestato rapporto fra il

pontefice e un suo funzionario e la distribuzione di rogae alla popolazione stessa

a sottolineare la generosità papale. Ma quel che preme in questa sede mettere in

evidenza è che la sicurezza diviene aspirazione primaria, come lo era a partire

dall’opera di rafforzamento delle difese portata avanti da Giustiniano e ancora

una volta normata nel De re strategica “ di modo che la popolazione che vi vive

non subisca alcun danno dal nemico”38, un’aspirazione proclamata nell’epigrafe

di apparato che sovrastava la porta orientale, la principale , di accesso alla

neonata città di Leopoli “ Quamvis in parvo con(s)istat condita (loco39) urbs

haec nulla hominum se(u be)lla nocere va(lebunt). Desinat hinc bellator

(atr)oxiam, desinat hostis, non hanc ut q(uisquam valea)t urbem violare” 40. Di

fatto si può ben vedere come il trattato militare sopra ricordato, con le

prescrizioni in dettaglio per la scelta del sito -“ i luoghi per costruire una

città.....sono quelli su terreno elevato con pendii scoscesi tutto intorno, in modo 37 MARAZZI 1994, pp. 267- 268.38 Strategy, capp. 10-12, trad. ital. in GUIDONI 1991, p. 332.39 Si preferisce l’integrazione con loco più consona ad un processo di fondazione e rispondente al passo del Liber Pontificalis che parla di angustia loci, piuttosto che quella con muro proposta da MARAZZI 1994, p. 276. Cfr. INSOLERA 1984, pp. 11-21 che richiama anche un altro passaggio del Liber con l’implorazione con la quale il pontefice chiude la cerimonia di consacrazione nell’’854: “ ne umquam ab hostibus capiatur vel invagatur” con l’invocazione che chiude il testo epigrafico “ non hanc ut quisquam valeat urbem violare”, corrispondenza quest’ultima già evidenziata da MARUCCHI 1900, pp. 195- 204. L’epigrafe è incisa su una tabula ansata che ne sottolinea il carattere celebrativo ( per cui rimando a PANI 1986, pp. 209- 225), che reca nelle anse il nome del pontefice, anse erroneamente ritenute bracci orizzontali di una croce ( Così MARUCCHI 1900; INSOLERA 1984; TOTI 1986, dai quali MARAZZI 1994, p. 268.40 La grande lastra litica, una tabula ansata, con il testo epigrafico fu rinvenuta alla fine del secolo XIX all’altezza della porta orientale; conservata al Comune di Civitavecchia subì danneggiamenti in occasione dei bombardamenti dell’ultima guerra mondiale ed è oggi conservata, lacunosa e in più frammenti, nei depositi del Museo Archeologico di Civitavecchia in attesa di una più degna collocazione. Edita da MARUCCHI 1899, pp. 195- 203.

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Page 13: Il QuartIl quartiere sud

che l’accesso sia reso difficile”41- e nel porre come imprescindibili requisiti

all'attuazione del progetto la possibilità di difesa, l’approvvigionamento idrico-

alimentare , nonchè di materiali per l’edilizia , abbia posto le basi per una nuova

cultura nelle fondazionì di insediamenti urbani.

← Passando quindi alla

costruzione delle mura, oltre ai dettami sulle misure di altezza e di spessore, il

medesimo trattato prescriveva taluni interventi di particolare interesse per

garantire una maggiore difendibilità: “ stando lontani circa 30 o 40 picheis

( circa 25 metri) dal muro, rimoviamo la terra intorno alla collina in cerchio,

scavandola verticalmente in modo da creare una forte pendenza verso il basso .

Ciò pone due ostacoli sulla strada del nemico verso la cima della collina: il

taglio nella terra, che non dovrebbe essere meno profondo di tre picheis ( 2

metri) e il pendio assai ripido che si forma all’esterno di esso.

41 Strategy, capp. 10-12, trad. ital. in GUIDONI 1991, p. 332.13

Page 14: Il QuartIl quartiere sud

← All’analisi sul luogo

sembrerebbe facile a prima vista constatare come la collina prescelta dai

tecnici papali possa essere stata adattata alle esigenze costruttive della città,

secondo i dettami sopra ricordati, con interventi sui suoi fianchi, in particolare

su quelli ove il pendio era più dolce e nello stesso tempo risultavano esposti

verso l’accesso dalla costa, quindi verso il pericolo contingente. I tagli infatti si

notano con evidenza sul versante orientale, lungo il quale sale una delle vie di

accesso alla città, mediante tornanti sottofondati , ove è ancora visibile un salto

di quota determinato da un largo taglio verticale nella roccia, e sul versante

meridionale con altri due analoghi tagli posizionati ai lati della porta urbica.

Sottolineo l'uso del condizionale in quanto non si hanno prove archeologiche

dell'asportazione del terreno da parte delle maestranze papali, mentre è

chiaramente documentata nei tre tagli l'attività estrattiva come cava del materiale

trachitico 42 largamente impiegato nell’edilizia in età comunale e nella

pavimentazione delle strade, nonchè per il taglio ad Est della porta meridionale è

chiaramente visibile anche il suo utilizzo come supporto dell’antemurale, nel

tratto ancora oggi superstite. Certamente oggi la distanza fra i tagli della collina

e il circuito murario pertinente al cantiere di Leone IV, almeno nei tratti

attualmente percepibili, risulta minore rispetto alle disposizioni della

trattatistica, ma anche se deve necessariamente essere valutata l’attività

estrattiva rimane l’impossibilità di stabilire il fronte originario e di fatto di

acquisire un indizio a favore dell'aver messo in atto al momento della

fondazione le provvidenze stabilite dalla normativa funzionale ad una migliore

difesa che resta quindi per ora allo stato di pura ipotesi di lavoro.

42 Cfr. una prima segnalazione in LORUSSO et alii 1996, pp. 97- 98 cui si possono aggiungere alcuni dati da --------tesi di laurea.

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Page 15: Il QuartIl quartiere sud

← Le prescrizioni dei trattati

militari bizantini per la scelta insediativa , ma anche la trasmissione dei testi

tecnici classici relativi all‘archittettura, a cominciare dall’opera vitruviana, si

pongono dunque alla base del progetto della nuova città, elaborato all’interno

del patriarchio e affidato per la realizzazione ad un militare.

← Ma quali le

caratteristiche del sito di altura prescelto ?

← Si tratta di un duomo di

roccia ignimbritica comunemente nominata trachite43, articolato in due colli, il

primo scelto per costruire la nuova città, il secondo a settentrione denominato

Uliveto di Cencelle44, ambedue interessati da insediamenti preesistenti: nel

primo sono stati riconosciuti, come già detto, i resti di un oppidum etrusco45, nel

secondo fortificazioni della piena età del Bronzo, con continuità d’uso nel

periodo etrusco46 e in età tardo repubblicana con l’insediamento sulla sommità

di una fattoria47.

43 Cfr. Carta geologica dell’Istituto Geografico Militare, F° 142, Civitavecchia, scala 1:100.000, Firenze 1970. Trattasi di una “ ignimbrite da riolitica a quarzo latitica”: per i materiali litici della collina e per quelli utilizzati nelle’edilizia delloa citta si rimana a LORUSSO et Alii 1996. 44 Per il toponimo si rimanda a DEL LUNGO 1999, 45 NASO 1996. 46 TOTI et Alii 1986, p. 30; MANDOLESI- DI GENNARO- D’ERCOLE 1996. p.117. nn. 30- 32; NASO- ZIFFERERO 1996, p.127, nn. 13- 15. 47 DE LAURENZI- DEL LUNGO- FEI 1996, p.135, n. 91.

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Page 16: Il QuartIl quartiere sud

← L’intera collina è posta a

poca distanza dal fiume Mignone che le corre ad Ovest e dal rio Melledra che

la circonda da Ovest a Nord 48, garantendo quindi a breve distanza non solo

acqua ma anche sabbia per l’edilizia, come hanno documentato le analisi

effettuate sulle malte utilizzate nella costruzione della città. La stretta

connessione con il rio Melledra e l’affioramento in più punti della falda sono

richiamati in quella copia aquarum ricordata nel Liber Pontificalis, unita anche

agli aquimoli molentes, alla presenza cioè di mulini in attività ai quali è stato

proposto di riferire alcuni lacerti murari segnalati presso la sponda sinistra del

Melledra nelle vicinanze di una villa a seguito delle ricognizioni che nell’ambito

del progetto sono state effettuate sulle pendici della collina49. Inoltre sul

versante occidentale del massiccio di Ripa Maiale che fronteggia ad oriente la

città, sorgenti diverse hanno consentito di dotare il nuovo insediamento di un

acquedotto. Il suo percorso è stato intercettato più volte sia in occasione degli

sterri per la costruzione di una linea ferroviaria, sia degli scavi per l’apertura di

una nuova strada funzionale al borgo della Farnesiana50 cui si uniscono le

ricognizioni ad hoc che hanno consentito di rintracciare dalla Ripa della Fonte,

a Sud-Ovest, al Fontanile di Pian di Gallo, a Nord-Est sia ulteriori resti del

condotto, sia tratti con pietrame allettato con malta idraulica pertinenti forse ad

un piano di fondazione. L’acquedotto sotterraneo fu realizzato con una tecnica a

blocchi parallelepipedi di trachite di dimensioni variabili, con condotto interno

a sezione circolare e con innesti a ghiera e sul lato opposto di incavi per il loro

alloggiamento ( Fig. 1). E’ tuttora allo studio il punto di entrata dell’acquedotto

48 NARDI 1999, in part. p. 113 e fig.1.49 DEL LUNGO 2003, p. 20.50 L’acquedotto di Cencelle è rientrato nel più vasto quadro dei sistemi idrici altomedievali per cui si rimanda a ERMINI PANI 2008, pp. 00-00. Per gli ultimi ritrovamenti ringrazio Fabrizio Vallelonga che ha seguito per conto della Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale l’esecuzione dello scavo.

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Page 17: Il QuartIl quartiere sud

in città attraverso le mura, la plausibile istallazione di un castellum aquae e la

possibilità di un’organizzazione capillare. Il rifornimento idrico era assicurato

anche dalla presenza di cisterne – ne sono già state individuate quattro – che per

motivi di sicurezza non sono state ancora esplorate e per le quali pertanto non è

possibile stabilire il sistema di funzionamento, cioè se rifornite da acqua

condotta ovvero piovana.

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Page 18: Il QuartIl quartiere sud

← Il territorio in cui venne

inserita la nuova civitas doveva essere ben adatto alla coltivazione agricola,

come documenta in epoca classica la sua caratterizzazione segnata dalla

presenza della villa rustica che accanto ad altre di maggior lusso, ubicate lungo

la costa, come quella di Traiano nei pressi della romana Centumcellae51, è

attestata archeologicamente. Per quanto attiene l’area circostante la collina

sono documentate almeno sei presenze nelle località Montarozzi, Campo-Reale

Poggio dell’Aretta e Pian di Gallo52, come dimostrano alcuni ritrovamenti del

passato53, ma manca ancora nel medesimo territorio una valutazione di altre

tipologie insediative, in particolare sulla possibile presenza di vici, com'è noto

scarsamente attestati nella documentazione scritta e il più delle volte segnalati

dall'esistenza di chiese rurali e aree funerarie, nonchè della piccola proprietà

contadina che sembrerebbe nell'epoca "probabilmente molto più diffusa e

vitale"54. Strettamente legata all'attività di scavo nell'ambito urbano è iniziata la

ricognizione archeologica nel territorio della nuova civitas. portata avanti dalla

cattedra di Topografia Medievale della “Sapienza” Università di Roma55. Il

progetto ricognitivo basato sulla lettura oggettiva degli indicatori archeologici

porterà senza dubbio un notevole apporto alla conoscenza in quest'area del

periodo di transizione fra il sistema agrario tardoantico, cioè di un complesso

organico di strutture materiali , di forme sociali e di funzionamenti economici56

51 Cfr. FEI 1999, pp. 127- 128. Per la villa di Traiano CARUSO 1999. 52 Per una prima schedatura delle villae nel territorio circostante il colle si rimanda a DE LAURENZI- DEL LUNGO- FEI 1996, pp. 134- 135, nn. 67- 85, 89- 96, p. 136, nn. 108- 113, 115- 116. 53 54 VERA 1994, p. 138. 55 Ricognizioni di superficie sono in atto con stages in più momenti dell’anno aperti a studenti del corso di laurea in Scienze archeologiche ( triennale) e in Archeologia ( specialistica) con la direzione di Francesca Romana Stasolla e il coordinamento in loco di Fabrizio Vallelonga.56 Secondo la definizione di Domenico Vera ( rimando, ad esempio a VERA 1994, p. 136).

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Page 19: Il QuartIl quartiere sud

e il sistema medievale, quest'ultimo allo stato attuale ricostruibile in parte per i

secoli del pieno medioevo attraverso la documentazione testuale.

← Nello svolgimento del

progetto è stata inoltre rivolta la necessaria attenzione all’analisi

toponomastica57. Questa, accanto a dediche e toponimi per i quali è necessario

un ulteriore approfondimento, ne suggerisce già altri di notevole interesse, quali,

ad esempio, quelli che documentano nel territorio la presenza di possedimenti di

grandi famiglie romane, a cominciare dalla gens Anc(h)aria, le cui

testimonianze sono diffuse in tutta l’Italia centro-settentrionale, presenza che

compare nell’agro di Tarquinia in prediali dell’840 come massa Ancaraniense,

dell’853 come massa (o villa) Ancarana, nel 973 come Anchariano, giungendo

al XIII secolo come castrum Ancharani. e che trova un ulteriore documento in

un titolo funerario frammentario, rinvenuto fra i materiali riutilizzati nella chiesa

romanica di San Pietro all’interno della città, con dedica da parte di un

Ancarianus o Ancaranus a sua moglie 58. Un documento quest’ultimo che

consente di supporre nelle vicinanze la presenza di un possesso della famiglia,

dotato anche di spazio funerario.

57 Si veda DEL LUNGO 2003. 58 Per la procedura di trasformazione dei nomina latini in cognomina, ampiamente documentata a Roma nella tarda antichità cfr. KAJANTO 1963, pp. 62-63. Si rimanda inoltre allo studio in corso dei reperti epigrafici di età classica a cura di Ottavio Bucarelli.

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Page 20: Il QuartIl quartiere sud

← Oltre lo sfruttamento

agricolo organizzato che, anche nel caso di una sua cessazione, garantiva

comunque l’eredità di terreni atti alla coltivazione, almeno sino alle prime

scorrerie dei Saraceni deve essere tenuto in debito conto il rapporto tra

l’entroterra, quindi le villae, le fattorie e i possibili vici, con l’attività portuale

di Centumcellae, un rapporto che tramite una rete viaria indotta garantiva la

penetrazione delle merci , come ampiamente attestato almeno sino al secolo VII

dai ritrovamenti archeologici.

← Per il rifornimento del

legname non dovevano mancare le zone boschive , ancora oggi ampiamente

presenti in un paesaggio che ha mantenuto quasi intatte le sue caratteristiche.

← Infine per la costruzione

delle mura di cinta leoniane e per talune unità edilizie delle fasi più antiche

fu impiegato un tufo proveniente da cave aperte a poca distanza, nel territorio

della Farnesiana, Ponton del Porco, Bufalareccia 59, mentre con sviluppo

sistematico nell’età comunale si dovettero allestire cave direttamente, come si è

detto, nei tagli operati sui fianchi del duomo trachitico scelto per l’insediamento.

59 Analisi geo- petrografiche sono state effettuate su campioni prelevati da tratti delle mura leoniane e dal resto del pilastro circolare nell’edificio.......... del settore II (infra p.00) riconoscendovi un tufo di colore rosso- giallastro ( Tufo Rosso Litoide), proveniente dalle località La Farnesiana, Ponton del Porco, Bufalareccia nell’area ad est della città,ove sono state osservate anche tracce di coltivazione recente( Cfr. S. LORUSSO et alii 1996, pp. 95- 100.

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Page 21: Il QuartIl quartiere sud

← Tutte le prescrizioni

potevano essere quindi garantite e la città doveva essere già costruita almeno

nelle sue strutture essenziali - mura, strade, acquedotto, edifici cultuali, edifici

residenziali e più semplici abitazioni - quel 15 agosto 854 quando il pontefice

Leone IV mosse da Roma e con una solenne processione intorno alle mura e la

benedizione delle porte consacrò il nuovo insediamento, imponendogli dal suo

il nome di Leopoli 60. Si ripeteva nell’occasione un cerimoniale di lunga

tradizione che aveva visto la sua celebrazione più imponente nella istituzione

della Civitas Leoniana61.

← Leopoli, indicata nei

documenti successivi come civitas Centumcellensis, castrum Centumcellense ,

con i toponimi Cencelle- Cincelle nel ‘600 e oggi Centocelle (IGM 142, I, SE

“La Farnesiana”), è dunque ubicata sulla sommità di un’altura che “ XII a

Centumcellensi urbe miliario distat” 62, ad una quota di 160 slm. ( Fig.2).

60“.... urbem Leopolim saepedictus pontifex litaniis et orationibus pedibus propriis circuivit..........ac missarum, ut solitus erat, officium rite persolvens, et aquam benedictam per muros iactare praecipiens ....... octavo scilicet mense.....dieque decimo quinto,omnis murorum ambitus completus atque perfectus est, anno praesulatus eius octavo, indictione II ” (LP, II,. p.132). 61 LP, II, pp. 117- 119, 123- 125.62 LP,II, p. 131.

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Page 22: Il QuartIl quartiere sud

← La città voluta da Leone IV

costituisce ora sul piano urbanistico un eccezionale esempio, per molti aspetti

unico se non altro per la sua precisa data di nascita, attraverso il quale è

possibile conoscere criteri e modalità vigenti in età carolingia nei processi di

fondazione di committenza aulica, nel caso papale, affidata per l’esecuzione,

come si è visto, ad un magister militum esperto pertanto nel progettare

insediamenti militari fortificati. Essa, quale appare oggi ai nostri occhi, anche se

ampiamente ristrutturata in età comunale, lascia ancora intravedere resti della

sua prima fase di vita che tornano in luce man mano che proseguono le indagini

archeologiche.

← Una strada, evidenziata già

ai piedi della collina, pavimentata con grossi basoli ricavati nel piano roccioso,

saliva, come si è già detto, con tornanti poggiati su muri di sostruzione o sul

medesimo banco litico, il pendio orientale sino a raggiungere la porta

principale di accesso alla città. Una seconda porta si apriva sul versante

meridionale , raggiungibile da uno stretto sentiero funzionale, a quanto oggi si

può rilevare, unicamente ad un transito pedonale. Le due porte risalgono con

certezza al momento della fondazione , come del resto documentato nella citata

biografia del pontefice Leone IV 63.

← Una terza porta , aperta

sul versante occidentale, è attualmente allo studio per accertare se può essere

riferita anch’essa al momento della fondazione, come sembrerebbe dai primi

dati, ovvero debba appartenere alla fase ricostruttiva delle mura di età

comunale.

63 LP,II, p. 131.22

Page 23: Il QuartIl quartiere sud

← Rimangono ancora in

elevato cospicui tratti della sua cinta muraria allo stato attuale apprezzabile nei

complessivi 740 m con sette torri, cinta che nel suo percorso rispecchia le

scelte del progetto di fondazione, adeguandosi perfettamente alle curve di

livello e all’orografia della collina, realizzando pertanto una planimetria priva di

ogni forzatura geometrizzante ( Fig.3). Al contrario, le strutture murarie che

oggi emergono nell’abitato appartengono , ad eccezione di pochissimi resti in

elevato, a quanto è stato recuperato nelle annuali campagne di scavo. Queste

hanno interessato il settore sud-orientale a partire dalla porta e la sommità della

collina e hanno restituito un quadro urbano che consente di delineare ,

ancorchè nei limiti imposti dallo stato della ricerca , una prima ricostruzione

delle linee progettuali di età carolingia e degli interventi dell’età comunale.

23

Page 24: Il QuartIl quartiere sud

← La distribuzione della rete

stradale 64 trova, sin dalla fondazione , il suo asse principale nella via che dalla

porta orientale, con andamento Est/Ovest, sale verso la sommità della collina,

con un percorso riportato in luce nelle indagini archeologiche, di cui però non si

conosce il punto di arrivo in quanto la rimanente area occidentale della città è

ancora da scavare, ma che, presumibilmente, potrebbe riconoscersi

nell’incrocio con la via che entrava dalla porta meridionale, ovvero piegarsi e

volgersi essa stessa verso quell’uscita, a meno che esistendo sin dall'origine la

porta occidentale questa ne costituisse l'altro limite. La sua funzione di platea

maior, sembrerebbe attestata dalla posizione, come vedremo più avanti , di

cesura fra il polo religioso e il polo del potere civile, ma anche dalla sua

larghezza che consentiva il passaggio di due carri65( fig. 4). Nel settore sud-

orientale è stata individuata un’altra via parallela alla principale ( Fig. 5) ,

anch’essa risalibile, stando all’utilizzo della roccia come basoli, al progetto

iniziale, via che, almeno nella fase comunale, sfocia su una piazza

caratterizzata dalla presenza di una cisterna ( Fig. 6). Dalla medesima piazza

parte una via secondaria, di limitata larghezza che con andamento Sud/Nord

si dirige verso la via principale e insieme ad ulteriori assi con il medesimo

orientamento, ubicati all’interno e al limite dell’isolato civile sull’altura

sommitale, suggerisce per una parte dell’impianto viario uno schema pseudo-

ortogonale, pur con le dovute anomalie e condizionamenti derivati

dall’orografia della collina. Ancora dalla porta orientale si dirama verso Sud

e verso Nord un’ ulteriore strada che con tracciato curvilineo segue

l’andamento delle mura: è senza dubbio questo l’elemento nuovo che incide

64 Per una prima analisi della tecnica stradale si rimanda ad ANNOSCIA -----.65 Come, ad esempio, verrà codificato nel secolo XII nella legislazione di Enrico I d’Inghilterra ( GUIDONI 1991, p. 41)

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Page 25: Il QuartIl quartiere sud

profondamente nella cultura progettuale urbana medievale, per il quale

rimando alle illuminanti pagine di Enrico Guidoni66. Superata la porta orientale

ci si trovava quindi davanti ad un trivio che consentiva l’immissione nello

spazio urbano in tutte le direzioni ( Fig.4). Attraverso la documentazione scritta

è documentata l'esistenza di una via Carraria, sulla quale prospettano alcune

domus67, una via per la quale è ancora prematuro proporre una identificazione.

← Sul piano topografico

conosciamo per la fase di fondazione unicamente la posizione del complesso

episcopale sulla sommità della collina. Con la popolazione infatti si era

trasferito anche il vescovo della Centumcellae romana , Domenico, che si

conosce come presente al concilio indetto nell’853 dal medesimo pontefice

Leone IV68, un anno prima della consacrazione ufficiale di Leopoli e che

possiamo ritenere fosse presente nella nuova sede in cui al complesso

episcopale fu mantenuta la medesima dedica a San Pietro dell’antica cattedrale

nella città portuale. Domenico, ormai vescovo della nuova civitas

Centumcellensis, è presente ancora al concilio indetto nell’861 dal papa Nicolò

I69. Una reggenza vescovile di lungo periodo cui possiamo con certezza far

risalire l’organizzazione dell’insula episcopalis che le indagini archeologiche

stanno rimettendo in luce.

66 GUIDONI 1991, pp. 17- 40. 67 L'informazione è tratta da un contratto di affitto stipulato a Montefiascone il 29

agosto del 1349 con il quale Germano del fu Rainero e Gualnero del fu Giovanni Orsuzio, ambedue di Montefiascone affittano a Tommaso di Ione di Centumcellae alcune case di loro proprietà in ambito urbano, site sia nella contrada S. Nicola che sulla via Carraia ( Archivio di Stato- Viterbo, Pergamene , n. 515).6823 MANSI 1960- 1961, XIV, ad vocem ( 1020 p. o col.?)69 MANSI 1960- 1961, XV,ad vocem. ( 603 p. o col.?)

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Page 26: Il QuartIl quartiere sud

← Una seconda chiesa

menzionata nel documento di fondazione della città, dedicata a San Leone

Magno, il grande pontefice del secolo V di cui il papa committente di Leopoli

portava il nome70, non è stata ancora rintracciata. Ambedue le chiese, quella di

San Pietro, cattedrale, e l’altra di San Leone furono dotate al momento della

fondazione di ricca suppellettile e libri sacri dei quali il biografo papale

consegna ai posteri l’elenco71.

← Come sopra ricordato

molto poco conosciamo dell’abitato anteriormente alla grande ricostruzione

della città in età comunale che ha cancellato quasi totalmente quanto poteva

appartenere all’insediamento altomedievale. Attraverso l'individuazione di

buche di palo unite a tracce di lavorazione della roccia è possibile ricostruire la

presenza di strutture lignee di abitazione, segnatamente nel quartiere sud-

orientale oggetto del presente volume, ove in particolare è stata rilevata una

struttura lignea semiellittica associata ad una fossa scavata nel banco litico,

destinata con ogni probabilità alla conservazione di granaglie, fossa che

documenta la funzione abitativa della struttura stessa. I dati stratigrafici

consentono nel medesimo settore di cogliere la presenza di edilizia lignea

almeno sino al secolo XI , in contemporanea con strutture in muratura.

70 LP, I, p. 132. 71 LP, I, p. 132.

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Page 27: Il QuartIl quartiere sud

← Oggi il paesaggio

urbano mostra le consistenti fasi di ristrutturazione che si sono susseguite a

partire dal secolo XII sino al XIV. Dai documenti la città risulta divisa in

contrade, tra le quali nel sec. XIV è menzionata quella che prende il nome di S.

Nicola72, forse da una chiesa ivi ubicata, chiesa di cui peraltro non conosciamo

altre notizie.

← Sul piano edilizio dell'età

comunale i settori indagati hanno restituito nel quartiere sud-orientale la

presenza di case torri , di isolati organizzati con case a schiera ovvero nuclei

abitativi ricostruiti più volte su se stessi, di impianti artigianali con forgie per

la lavorazione del metallo e di botteghe per il commercio dei loro prodotti e

sulla zona sommitale del polo religioso sin dal momento della fondazione e

diviso da questo mediante la platea maior, del complesso comunale, preceduto

da un insediamento delimitato da un lungo muro e racchiudente una torre di

avvistamento, di cui è ancora in discussione la collocazione cronologica e da una

casa torre , nucleo iniziale di un articolato complesso edilizio.

72 Archivio di Stato- Viterbo, Pergamene , n. 515. Si tratta del medesimo documento citato alla nota 63.

27

Page 28: Il QuartIl quartiere sud

← Si è visto come nell'atto di

fondazione della città la popolazione abbia rivestito un ruolo di primaria

importanza 73. Di questa popolazione conosciamo allo stato attuale, attraverso la

documentazione testuale a tutt'oggi edita74, alcuni nomi appartenenti a diversi

momenti storici e a diversificate classi sociali: di questi si propone di seguito un

sintetico elenco al fine di comporre un quadro della cittadinanza iniziando da

quella attiva e di rappresentanza , quadro che troverà un ulteriore contributo con

la conoscenza dei caratteri fisici genetici nutrizionali attraverso i risultati delle

analisi in corso75 sui resti ossei di molti individui inumati negli spazi funerari

urbani, anche in sepolture privilegiate, in un ampio arco di secoli ,

presumibilmente dal momento della fondazione a quello dell'abbandono della

città.

73 Cfr. supra p. 00.74 E' in corso , nell'ambito del progetto, la revisione generale della documentazione attraverso una sistematica ricerca d'archivio. Uno dei volume in preparazione sarà dedicato al Regesto di tale documentazione. 75 Le analisi sono affidate .........Le aree funerarie sinora accertate sono ubicate sulla sommità della collina in relazione al complesso di S. Pietro.

28

Page 29: Il QuartIl quartiere sud

← Per i cittadini di Leopoli-

Cencelle nel periodo anteriore all' età comunale gli unici dati in proposito

riguardano l'autorità ecclesiastica, con i vescovi Domenico, in cattedra al

momento della fondazione della città 76, Valentino che riconsacra, dopo la sua

ristrutturazione a seguito dei danni inferti dai Saraceni, la cella farfense di S.

Maria del Mignone77 e Azone la cui presenza al concilio di Roma dell'anno

1050 testimonia ancora la persistenza della sede diocesana 78. Per il medesimo

periodo compare il nucleo famigliare di Sintrude il cui figlio, Acerisio, indicato

come habitator castri Centumcellensis, prende in affitto, pagando annualmente

un canone di diciotto denari in moneta romana, alcuni possedimenti

dell'Abbazia di S. Maria di Farfa, ubicati nei pressi della cella di S. Maria al

Mignone, per lavorarli e goderne i frutti 79. Quindi i dati si moltiplicano a partire

dal XII secolo con menzione di autorità civili e di autorità religiose: mi limito in

questa sede a menzionare alcuni sindaci e podestà da Enrico di Accettante che

nel 1220, nella chiesa di S. Pietro sottoscrive un trattato di alleanza con Viterbo

alla presenza di un folto pubblico di suoi cittadini e di altri provenienti da

località diverse80, a Iacopo Sassi eletto nel 1290 con il compito di " chiedere e

supplicare " il pontefice Niccolò IV affinchè affidasse il governo degli affari

temporali del castrum Centumcellense alla Camera Apostolica81, a Maestro

Leone del fu Paolo di Leo, ancora sindaco e procuratore della città il 2 agosto

del 130782 sostituito il 14 del medesimo mese da Matteo di Iacopo83, a Colella di

76 Cfr. supra, p. 00. 77 R.F., III, doc. n. 439, p.152 ( tra gli anni 940/ 950), il vescovo è indicato come centumcellensis; Il Chronicon Farfense di Gregorio di Catino, a cura di U. BALZANI, II, Roma 1903 ( Fonti per la storia d'Italia, n.34), pp. 11- 13. 78 MANSI 1960- 1961, XIX, ad vocem. ( 582, 771 p. o col. ?)79 Chronicon Farfense, I, p. 302; II, p.12, n.1; Liber Largitorius, I, n. 77.80 Archivio di Stato- Viterbo, Pergamene, n.43.81 Liber Censum, I, IV, pp. 597- 598, n. CCCLXV.82 SUPINO 1969, p.169.83 SUPINO 1969, p. 170.

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Page 30: Il QuartIl quartiere sud

Iacopello nel 1362 84. Tra i religiosi conosciamo nel 1108 il priore Alfonso

Guidotto, nel 1110 i chierici Rolando figlio di Singoretto di Castellardo, Raniero

figlio di Leone e Raniero figlio di Rolando 85, nel 1224 Arlesio arciprete ,

Rainaldo prete e Guidone canonico, tutti della chiesa di S. Pietro, nel 1237

Rainaldo arcipresbitero86, Angelo canonico ambedue della medesima chiesa,

Ranerio, figlio quondam Acçi de Iustamonte canonico della chiesa di S. Maria di

Valle87, nel 1290 Leonardo priore e Giovanni canonico ambedue ancora di S.

Maria di Valle88. Conosciamo nel 1307 maestro Gepzio di Egidio vicario, quindi

notaio e castellano 89 e altri due notai, Giovanni Rubeo del fu Bartolomeo attivo

nel 1290 e nel 129190 e Secondiano Guerra da Corneto che roga nel 130791.

← Il recente saggio di A.

Jamme, cui rimando, ha messo a disposizione l' elenco dei castellani dal 1304 al

137092 cui seguono i possessori di greggi nel territorio di pertinenza della città93

aprendo pertanto per quell'arco temporale la possibilità di leggere l'edilizia

residenziale insieme ai cittadini possessori e fruitori.

84 SUPINO 1969, PP. 336- 337.85 SIGNORELLI----, p. 117. 86 Probabilmente il medesimo del 1224, salito nella carriera ecclesiastica.87 Liber IV clavium, doc. n. 307.88 Liber Censum, I, IV, pp. 597- 598, n. CCCLXV.89 SUPINO 1969, pp. 169- 170.90 Liber Censum, I, IV, pp. 597- 598, n. CCCLXV.91 SUPINO 1969, pp. 169- 170.92 IAMME 2005, pp. 402- 405.93 IAMME 2005, pp. 405- 406.

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Page 31: Il QuartIl quartiere sud

← Il presente volume

dedicato al quartiere sud- orientale presenta i risultati delle campagne di scavo

susseguitesi nell' area dal 1994 al 2002, articolate in tre settori , di cui il I

affidato in parte nei primi due anni all'Università della Tuscia e quindi alla "

Sapienza" Università di Roma insieme al II e il III all' École Française de

Rome. Pertanto la non unitarietà nella direzione delle indagini archeologiche ha

causato alcune disomogeneità nella presentazione dei dati, disomogeneità che

peraltro non inficiano la lettura stratigrafica e la collocazione tipologica,

funzionale e cronologica delle singole unità edilizie. Ci si è concordemente

attenuti all'edizione delle evidenze archeologiche strutturali e dei materiali,

astenendosi di proposito dal formulare letture storiche più ampie e non cedendo

alla tentazione, per convinzione metodologica, di proporre un modello di città

di fondazione, in funzione del quale sarebbe stato molto facile e allettante

presentare fasi cronologiche e tipologie di impianti e di strutture, che saranno

invece esaminate unicamente nei loro dati oggettivi.

L.E.P.

31