64
1 Astrologia e Mito .................................................................................... 3 Taurus Feste della Tradizione nel Ciclo della Natura ........................ 14 La Visitazione Scongiuri e Preghiere ........................................................................... 22 L’incantesimo della mela Per tenere vivo l’amore della persona amata Per legare a sè l’innamorato... Per avere notizie della persona amata... A santa Rita per conoscere una verità nascosta I Messaggeri Divini ............................................................................... 27 I Cherubini Il Libro delle Erbe .................................................................................. 32 I fiori di Bach: Agrynomy Biancospino Luna di Maggio ........................................................................................ 40 Calendario del Mese Luna del fiore L’Erba Magica Cristalloterapia .......................................................................................... 48 L’avventurina Il Tarocco ..................................................................................................... 51 “II” La Papessa La Natura in tavola ................................................................................ 58 Cosa bolle in pentola? La ricetta del mese L’esperto risponde ................................................................................... 62 I quesiti dei lettori SOMMARIO

Il Quinto Arcano- Maggio 2010

Embed Size (px)

DESCRIPTION

MAGGIO 2010

Citation preview

Page 1: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

1

Astrologia e Mito .................................................................................... 3Taurus

Feste della Tradizione nel Ciclo della Natura ........................ 14La Visitazione

Scongiuri e Preghiere ........................................................................... 22L’incantesimo della melaPer tenere vivo l’amore della persona amataPer legare a sè l’innamorato...Per avere notizie della persona amata...A santa Rita per conoscere una verità nascosta

I Messaggeri Divini ............................................................................... 27I Cherubini

Il Libro delle Erbe .................................................................................. 32I fiori di Bach: AgrynomyBiancospino

Luna di Maggio ........................................................................................ 40Calendario del MeseLuna del fioreL’Erba Magica

Cristalloterapia .......................................................................................... 48L’avventurina

Il Tarocco ..................................................................................................... 51“II” La Papessa

La Natura in tavola ................................................................................ 58Cosa bolle in pentola?La ricetta del mese

L’esperto risponde ................................................................................... 62I quesiti dei lettori

SOMMARIO

Page 2: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

2

Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam. (Non a noi o Signore, non a noi, ma al Tuo nome dai gloria).

Cari lettori,

è con questo intramontabile motto dei cavalieri templari che mi piace porgervi un affettuoso ben ritrovati. Una preghie-ra con la quale i “guardiani del tempio” esprimevano tutta la loro aspirazione al retto agire secondo la dottrina tradiziona-le, fine indispensabile che doveva carat-terizzare gli appartenenti all’ordine dei templari.Uno stato d’animo, una forma mentis, che, mese dopo mese, cerchiamo di tra-smettere con le nostre rubriche fortemen-te ancorate a tradizioni, pratiche e rituali tramandati di generazione in generazione dai nostri antenati, ma oggi, ahimé, qua-si smarriti nella ribattezzata “società del benessere”.E se è vero, com’è vero, che la verità sta nelle cose più semplici, che è costante-mente sotto i nostri occhi, ma noi siamo troppo distratti e sempre più presi dalle “terrene cose” per riconoscerla ed interio-rizzarla, allora, forse, la strada migliore da seguire, per rimetterci sulla via maestra, è proprio quella di tornare alla semplicità della vita che caratterizzava le giornate dei popoli d’un tempo, specie di quelli con-tadini.Certamente non si può pensare di cam-biare il nostro stile di vita improvvisa-mente, dall’oggi al domani, ma dedicar-vi, quotidianamente, dei piccoli spazi di

tempo sicuramente sì. E quale momento migliore per aprirci al richiamo primor-diale della forza vitale della Natura se non a Maggio, mese che con l’esplosione prorompente della Natura porta con sé colori, odori e fiori a volontà.In questo numero andremo alla riscoper-ta delle feste che i popoli antichi dedica-vano al mese di Maggio affinché vi fosse abbondanza e qualità in ogni settore pro-duttivo, dall’agricoltura agli allevamenti. E poi la mitologia del segno del Toro, l’Agrimonia, primo rimedio di Bach, una pianta straordinaria come la borragine, le ricette dello chef Gino Bonaventura e tanto altro ancora. Buona lettura!

Fabio [email protected]

REDAZIONALE

Page 3: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

3

Rappresentazione del Toro secondo le antiche carte del cielo

Page 4: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

4

dal 21 Aprile al 21 Maggio

TAURUS

a cura di Lorenzo La Spada

Elemento: TERRA

Qualità: FISSA

Polarità: FEMMINILE

Domicilio: VENERE

Esilio: MARTE

Esaltazione: LUNA

Colore: VERDE

Metallo: RAME

Pietra: AVVENTURINA

Erba magica: ROSA

Profumo: VANIGLIA

Giorno: VENERDI’

Punto debole: COLLO, BOCCA,

CORDE VOCALI

Page 5: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

5

Grazie all’influenza ignea dell’Arie-te, il germe che giaceva sotto terra ha iniziato la sua manifestazione,

ora è chiamato a subire le prove successi-ve del quaternario degli Elementi. Attra-versando la Terra opaca, la spinta vegeta-le deve affrontare l’Aria agitata, resistere alle sue folate, assorbire l’Acqua e gon-fiarsi, per prestarsi finalmente alla ma-turazione mediante il Fuoco estivo. Il se-condo segno, quello del Toro, è terrestre in quanto marca l’epoca in cui le giovani piante mettono radici per alimentarsi, mentre il possente animale con il proprio

lavoro prepara la terra alla fecondità. Tale animale non è più l’aggressivo e impulsi-vo liberatore delle energie imprigionate, ma il pesante e metodico lavoratore che si assume la valorizzazione della superficie terrestre. Il Toro lavora senza entusiasmo, ma nulla lo ferma; la sua foga è conte-nuta, disciplinata, applicata; nessuno slancio impetuoso, ma lo sforzo paziente sormonta le resistenze più ostinate.

LA TERRA FECONDAVa distinto il Bue dal Toro fecondatore, il favorito di Ishtar, dea del mantenimento

ASTROLOGIA

Bassorilievo del II-III secolo raffigurante una tauroctonia, Mitra che sacrifica il toro sacro.

Page 6: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

6

Statua del Toro Apis proveniente dal Serapeo di Saccara - Museo del Louvre.

Page 7: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

7

e della trasmissione vitale. Il Toro rappre-senta tutto il vigore primaverile della ter-ra che manifesta la sua fecondità dando colori e profumi dappertutto. Quando il Toro sorge a Est insieme al Sole, è tempo di primavera, tempo fertile di ricchezza e abbondanza, mentre quando insieme al Sole, a Est, sorge il suo opposto, ovvero il perfido Scorpione, il Toro viene a trovar-si dall’altra parte del cielo al suo tramon-to. Allora il potente fecondatore taurino è sacrificato, come lo mostrano i monu-menti del culto mitriaco, lo Scorpione lo attacca ai suoi genitali, determinando l’avvicinamento dell’inverno, la terra non è più feconda, giacché il Toro è prostrato dall’impotenza.

L’UTERO PIENOSi è riempito l’utero vuoto del tempo d’Ariete ; è divenuto utero pieno . Questo indica il glifo del segno, oltre che la possente testa del bovino. Siamo in un segno fisso, posto al centro della sta-gione primaverile, ricco di prorompente fecondità. E generazione e fecondità ri-chiamano le corna bovine, dalla forma di un crescente lunare. Luna che in Toro è esaltata, mentre Venere, che domina il segno, è fecondissima come l’egizia vacca celeste Hathor, la Dea dal manto coper-to di stelle. E di stelle è coperto il manto della Vergine Maria che incarna il princi-pio divino della maternità, che secondo la tradizione trova domicilio nel mese taurino di Maggio. La Terra del Toro è ricca di forza vitale venusiana, carica di energia organica che ci fa vivere fisiologi-camente. Energia che la madre trasferisce al neonato attraverso il ricco latte del suo seno e che gli antichi ne rappresentavano l’alto simbolismo iniziatico nelle figure

delle dee allattanti, da Iside con il piccolo Horus, alla Vergine con il bambino Gesù. La vita fisiologica non è tuttavia ciò che abbiamo di più prezioso, giacché l’anima-lità non è per l’uomo che il supporto di una vita più elevata. Questa è la ragione per la quale l’Iniziato deve uccidere in sé il Toro, cioè morire dalla grossolanità dei propri istinti e delle passioni.

MATERIA E SPIRITOQuando Gilgamès offende Ishtar, respin-gendo le sue proposte, egli si afferma emancipato dalla schiavitù dei sensi, ma nello stesso tempo si attira la collera ven-dicatrice della dea della sensualità. Ishtar è la seduttrice che fa amare la vita. Ella attira lo spirito per unirlo alla materia e lo costringe ad elaborare quest’ultima, per affinarla e spiritualizzarla. L’iniziato

Page 8: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

8

Page 9: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

9

Tu fai crescere l’erba per il bestiame e le piante che l’uomo coltiva per trarre cibo dalla terra. (Dal salmo 103)

Page 10: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

10

sa che questa dea ricompensa grossola-namente gli esseri volgari, ma riserva un salario superiore a chi si eleva alla nobiltà dei sentimenti generosi. Colui che ama il Vero, il Bene ed il Bello è amato dalla Madre dei viventi, Afrodite eterica, che non è più la Venere del Toro,

sensuale e materialmente feconda, ma la Vergine celeste che nell’Amore incorrut-tibile genera spiritualmente figli immor-tali. Il Sole transita nel segno del Toro dal 21 Aprile al 21 Maggio circa, fissando il cen-tro della stagione.

Vergine col Bambino

Page 11: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

11

Presso la spiaggia fenicia di Sidone, la giovinetta Europa con le sue compa-gne, gioca felice e spensierata mentre

le loro risa si fondono col mormorio delle acque della risacca. Cade, sulla fanciulla in fiore, lo sguardo di Zeus che, subito, si fa voglioso delle sue fresche braccia, della sua bocca profumata. “Non spaventiamola col nostro fulgore” pensa il dio e, rapido, si muta in un superbo toro bianco dalle corna splendenti come la luna. S’accosta, mansueto, l’animale ad Europa, la fissa con gli occhi lucenti, l’annusa, la sfiora col muso, s’inginocchia ai suoi piedi. Accarez-za, Europa, il candido mantello, il collo possente, e appende ghirlande alle lucide corna, e sale sulla groppa invitante. S’alza il toro e trotterella lungo la battigia; poi, d’un tratto, s’avventura decisamente verso le onde e s’inoltra nel salso mare. Grida, Europa, invano; e così le sue com-pagne. Quasi vola sull’acqua l’imponente bestia divina e giunge a Creta. E là, presso una sorgente, Zeus, in aspetto umano gode della fanciulla. Solo i platani assistono all’unione e ne ottengono di non perdere

mai le foglie. Un toro, a memoria dell’even-to, è posto da Zeus nello Zodiaco.

IL MINOTAUROTre figli ottiene Zeus da Europa (Minosse, Sarpedonte e Radamante) e poi la marita al re di Creta, Astrerio. Muore, Asterio, e Minosse è in lite coi fratelli per il regno. Si rivolge allora a Poseidone, dio del mare: “Fa sorgere dall’acque un toro, a segno del-la legittimità del mio potere, ed io, grato, te l’offrirò in olocausto!”, invia, il dio, il toro bellissimo. Quale prestigio il possederlo! E Minosse ne sacrifica un altro al suo posto. Sventura su chi non osserva la fondamen-tale norma Pacta sunt servanda! Ovvero: I patti devono essere osservati! Né s’ingan-nano impunemente gli dèi: il toro fatidico, infatti, s’infuria e semina il terrore nella regione. Ma molto di più: Pasifae, mo-glie di Minosse, lascivamente s’invaghisce dell’animale e con uno stratagemma riesce ad unirsi all’animale. E dal bestiale accop-piamento nasce Minotauro mostro dal cor-po d’uomo e dalla testa di toro, che viene chiuso da Minosse nel dedaleo labirinto:

MITO

L’evangelista Luca e il Toro

Page 12: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

12

la casa del labrys, l’ascia a due lame simbolo del potere minoico che è anche il fulmine di Zeus, con il quale esercita la giustizia divina. E giustizia è fatta sulla macabra vicenda del Minotauro che muore per mano dell’eroe Teseo, aiutato da Arianna che, pure, da Mi-nosse e Pasifae era stata generata.

IL SANGUE SALVIFICORicco di forza e violenza è il mito del Toro, accompagnato dal sangue, dal rosso e dal calore, tutti elementi che ricordano il ci-clo vitale di cui il Toro ne rappresenta la rinascita nelle antiche civiltà. “All’inizio era il Toro”, così si legge nell’iscrizione su uno Zodiaco babilonese. Marduk “toro nero dell’abisso” crea dal nulla l’umanità. Presso gli antichi egizi infatti la rinascita del mon-do avveniva ogni anno alla congiunzione Sole-Luna (novilunio) nel segno del dio Api, il Toro sacro simbolo della generazio-ne della forza fecondante. E il salvatore Mi-

thra cavalca il toro sacrificale e gli affonda nel collo la daga volgendo il capo quasi a non vedere il sangue che fiotta dalla feri-ta e si sparge copioso in terra. E bagna, il sangue del toro, la terra che tutta fiorisce e l’iniziato al mitraico mistero, che sarà Re-natus in Aeternum. Il sangue assume un forte valore salvifico che dal sacrificio del Cristo scaturisce come lavacro che pulisce tutto il creato facendolo rinascere a nuova vita. Muggisce il Toro ed è un tuono lonta-no che si avvicina sempre più. Il Toro cele-ste, infatti, porta la tempesta ma anche la pioggia feconda. Il suo muggire è un suono originario, creatore è la Parola che rompe il silenzio primordiale. Nella visione del profeta Ezechiele è uno dei quattro piedi sul quale poggia il trono di Dio. Uno dei quattro fondamenti delle Sacre Scritture è il Toro dell’evangelista Luca, simbolo della terra elementare fissata, ancorata alla Veri-tà che non vacilla.

Il ratto d'Europa, (Guido Reni, 1630 circa)

Page 13: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

13

Dal corpo del toro una volta sgozzato, vengono emanate tutte le piante salutari, in particolare la vite dal suo sangue e il grano dal suo midollo.

Page 14: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

14

Page 15: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

15

LE FESTE DELLA TRADIZIONENEL CICLO DELLA NATURA

La Visitazione, (Jacopo da Pontormo, 1528-1529)

LE FESTE DELLA TRADIZIONENEL CICLO DELLA NATURA

Page 16: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

16

A Maggio si assiste al trionfo della natura, che si appresta ad offrire agli uomini i suoi doni. La rac-

colta notturna di fiori, erbe o rugiada alla vigilia delle feste maioline è di buon au-spicio per i germogli e, in generale, per la rinascita della Natura. Nell’antica Roma, si svolgevano alcuni riti collegati alla ri-generazione e alla fecondità della natura. I Floralia venivano celebrati tra la fine di Aprile e i primi di Maggio con giochi e spettacoli. Nel festeggiare Flora, divinità opulenta e licenziosa, erano tutti invitati a ornare case, piazze e giardini con ghir-lande di fiori colorati e profumati. E per rendere ancora più vivo il simbolismo della natura come sessualità feconda, ve-nivano sparsi a terra semi di varie piante. In mezzo alla stagione primaverile, in cui la madre terra produce il meglio dei suoi frutti, tutto il mondo antico celebrava una-nime la fertilità divina della rigenerazione.

MADRE E FIGLIAIn accordo con il culmine della rigoglio-sità erano le Tesmoforie, le feste pubbliche celebrate in maggio in onore di Demetra e Persefone, la madre e la figlia. Dalla ter-ra genitrice nacque Persefone, fanciulla dal ridente viso in fiore, che un giorno fu rapita da Ade, dio degli Inferi per farne la sua sposa. La madre si strappò ornamenti e vesti variopinte per coprirsi di cupi veli che oscurarono il cielo e, afferrate le faci ad illuminare la sua disperata ricerca, per nove giorni percorse le terre che si deserti-ficarono e sorvolò i mari che si gonfiaro-

no tempestosi. Demetra inaridì, divenne vecchia e sterile, gli uomini, che non pote-rono più raccogliere i frutti della terra ed allevare gli animali, piombarono nella ca-restia. Così, per ordine divino, Persefone poté ritornare ad abbracciare la madre, ma solo per alcuni mesi. La gioia di Demetra fu tale che, per accogliere degnamente la figlia, abbellì la Terra con i fiori, i frutti e il calore della primavera e dell’estate. Il loro abbraccio fecondo rigenerò la terra a nuova vita. Gli antichi usavano festeggia-re questo meraviglioso e salutare evento, mangiando le verdi spighe primaticce ab-brustolite, facendone dono ai vicini come buon auspicio per il raccolto.

L’INCONTROAncora oggi il mistero dell’abbraccio fe-condo rivive nella tradizionale Visita fra Maria ed Elisabetta, a conclusione del mese di Maggio e delle feste dedicate alla Vergine delle vergini. Elisabetta, sterile e sfiorita negli anni, attende un figlio, rappresentazione di Demetra addolorata, cioè della terra invernale che racchiude in sé il seme fecondo. Maria fanciulla feconda attende un figlio divino, figura di Persefone tornata alla luce, cioè della verde spiga che racchiude in sé il grano, il solare frutto divino. Maria riceve nella sua dimora l’annuncio divino e presto si mette in viaggio. Elisabetta appena sente la sua voce, esulta di gioia e cor-rendole incontro l’abbraccia e l’accoglie nella sua casa. Poi la tradizione racconta che Maria rimane dalla sua parente cir-

a cura di Lorenzo La Spada

LA VISITAZIONE

Page 17: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

17

La Visitazione (Luca Della Robbia, 1445)

Page 18: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

18

Page 19: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

19

ca tre mesi, per poi far ritorno al luogo da dove era partita, chiaro riferimento al ciclo del grano che ritorna in terra così come Persefone, trascorsi i mesi della sua permanenza con la madre, fa ritorno nel mondo sotterraneo. A questo misterioso quanto sottile parallelismo si riallaccia un altro incontro-ritorno che in questi giorni fecondi trova la sua celebrazione, è l’Ascensione, la Notte che protegge le spighe e il Giorno designato per guarire dalle malattie umane e delle piante.

UNA BENEDIZIONE SPECIALEAnticamente, in questi giorni, si usavano recitare le “Rogazioni”, preghiere speciali per il bene delle piante, del frumento e degli uomini. Salendo il Cristo al cielo, per andare incontro al Padre, conclude grandiosamente il suo ciclo terreno fa-cendo ritorno alla sua dimora celeste, lasciando cadere sugli uomini ogni sorta di benedizione. Così il sole, elevandosi da terra verso il punto solstiziale, annun-cia l’arrivo dell’estate carica di frutti che i contadini propiziavano facendo fuochi con paglia verde ( fumo ), onde scacciare le nebbie nocive ai seminati. Passati qua-ranta giorni dopo la Pasqua, l’operatività agricola è ormai avanzata e la festa cade a proposito per invocare le giuste con-

dizioni atmosferiche da cui dipende la favorevole maturazione delle messi. L’ac-qua era l’elemento primordiale invocato in abbondanza dai contadini, perché si riteneva che in questo periodo dell’anno possedesse il massimo della forza vitale. C’era la credenza che in concomitanza con l’Ascensione, al preciso scattare della mezzanotte, l’acqua del mare s’alzasse per diventare dolce mentre l’acqua delle fonti diventasse benedetta. Era per questo che i pastori adornavano le greggi per condurle alle sorgenti, mentre il popolo andava in-tenzionalmente a passar l’acqua, cioè ad attraversare per ben sette volte il corso di un ruscello, con la speranza che “l’immer-sione” guarisse da molteplici mali.

RITUALE DELL’ASCENSIONELa sera dell’Ascensione, tramontato il sole, mettete in una ciotola piena d’ac-qua dei petali di rosa e su un panno delle monete. Lasciatele, quindi, scoperte al cielo notturno. All’alba, appena spunta il primo raggio di sole, bevete un po’ di quell’acqua e con la stessa acqua lavate-vi le mani e il viso. Conservate i petali a casa e le monete nel portafoglio, badando bene di non spenderli mai fino al prossi-mo anno. È un augurio di prosperità e salute.

Page 20: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

20

Page 21: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

21

Page 22: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

22

Nessuno conosce né intuisce tutte le ri-sposte e nessuno è al corrente dei proble-mi che riguardano quella materia profon-da e complessa che è il cuore umano. La nostra comprensione della magia risale sicuramente ad un passato molto lonta-no. La comprensione dei rapporti umani e dell’amore ci deriva invece dalle perso-ne che abbiamo amato, dalle gioie e dalle sofferenze accumulate in tutta una vita. La magia è un’arte, un modo di focaliz-zare la volontà, è un qualcosa che non ha bisogno di credenti, si fa e basta….. e funziona anche nelle persone che hanno convinzioni diverse.Sono ancora oggi in uso preghiere e ritua-li antichi per chi, deluso dalla vita, vuole riconquistare l’amore perduto. Tali prati-che fanno parte delle culture di tutti i po-poli e servono a suscitare e trasmettere il potere magico custodito nella recitazione delle preghiere e degli scongiuri. L’impor-tante è, come raccomandano gli antichi, operare a tempo ed ora determinata. E bisogna essere audaci nel saper rubare il segreto della parola che, ai più meritevo-li, viene a volte donato. La conoscenza dell’arte magica è stata sempre tenuta se-greta per paura delle persecuzioni e per questo venne conservata e tramandata all’interno di tradizioni familiari. Chi pratica l’arte della magia si serve di og-getti e strumenti vari, ma esistono anche persone molto potenti che operano senza usare nessun oggetto rituale e si limitano

solamente ad usare la forza di volontà. Per poter operare gli incantesimi rivolti ad attirare l’amore, non è necessario es-sere una strega. Gli appunti che seguono vogliono essere una piccola guida di un passato che vive ancora e conserva un pizzico di magia, un saggio introduttivo e divertente per chi sconosce l’argomento.

L’INCANTESIMO DELLA MELALa mela, frutto sacro a Venere, figura come elemento principale nella magia d’amore. L’incantesimo riportato qui di seguito è stato tradotto dal manuale se-greto di una strega tedesca. Bene, procu-ratevi una mela, un foglio di carta nuovo, un coltello e dei rametti di mirto.

“Quando di venerdì si leva il sole,Coglierai la più bella delle mele,Poi col tuo sangue dal rosso coloreScrivi il tuo nome e quello del tuo amoreSu di un foglio di carta immacolatoChe da nessuno mai sia stato usato.Con un coltello il frutto taglierai,Il foglio scritto dentro vi porrai.Le due metà della mela riunisciCon due rametti di mirto ben lisci.Mettila ad asciugare dentro il forno,Foglie di mirto avvolgile d’intorno.Celala nel guanciale dell’amata,Ma bada che sia fatto a sua insaputa.E se il segreto tu potrai serbarePresto la bella ti darà il suo amore”.

SCONGIURI E PREGHIEREDEL POPOLO CONTADINO

a cura di Claudio Scibilia

Page 23: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

23

Bonasera cuscinu.Bonasera cuscinu miu.Bonasera a te N…Bonasera a me N…Chi hai ca non pensi a mia?

Na reggiri na binari.

Non a ripusari, pazzu e folli a divintari,a tutti ta scurdari sempri a mia a pinsari.

Fiatare tre volte sul cuscino e dire:

L’umbra mia avanti a tia

recitare 3 Ave Maria

PER TENERE VIVO L’AMORE DELLA PERSONA AMATA

(Formula tradizionale Sicilia Orientale)

Page 24: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

24

Page 25: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

25

PER LEGARE A SE’ L’INNAMORATO E SPINGERLO AD UNA PROMESSA

DI MATRIMONIO O PER ELIMINARE UN RIVALE IN AMORE(Formula scongiuro all’Angilu di l’Eterna Luci)

Angilu di l’eterna lucivai e iettici tri vuciaddenti e forti cci l’ha jittari,ca lu cori ppi mia cià spinnari.Angili, Arcangili, Serafini e Cherubinitutti pari attonnu a miaassistitimi cu la vostra compagnia.Si siti tutti angili veramenti,l’aviti a purtari cca a mia tempu nenti.Tanti signali m’aviti a purtari:riloggi a sunari, campani a sunari,jaddi a cantari, cristiani a passaricani abbaiari, crapi a mauliari.

Angelo dell’eterna lucevai e gettagli tre gridaArdenti e forti le devi gettare,che il suo cuore per me deve spasimare.Angeli, arcangeli, serafini e cherubinitutti attorno a me assistetemi con la vostra compagnia.Se siete tutti angeli veramente,lo dovete portare da me in breve tempo.Tanti segnali mi dovete portare:orologi devono suonarecampane devono suonaregalli devono cantarepersone devono passarecani devono abbaiarecapre devono belare.

PER AVERE NOTIZIE DELLA PERSONA AMATA CHE RITARDA

NEL TORNARE A CASAQuesto scongiuro va recitato in un luogo

solitario e senza distrarsi. Alla fine recitare 3 Pater, Ave e Gloria.

A ntinzioni di me soru è luntana,ca scorta nun aviri né piriculu, sana e salva l’aviti a fari turnari,signali boni m’aviti a dari.Cani abbaiarijaddu cantaricampani sunarisceccu arragghiari.

L’intenzione di mia sorella è lontana,non deve avere né scorta e né pericolo,sana e salva la dovete far tornare,buoni segnali datemi.Cani abbaiaregallo cantarecampane suonareasino ragliare.

A SANTA RITA PER CONOSCERE UNA VERITÀ NASCOSTA

Santa Rita mia gradita,fusturu vergini e fusturu zitapi la vostra santitàfacitimi sugnari sta virità.

(da una raccolta personale tramandatami)

Page 26: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

26

La Visione di Ezechiele (Raffaello, 1518)

Page 27: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

27

I MESSAGGERI DIVINIa cura di Lorenzo La Spada

“Scacciò l’uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all’albero della vita”.

Dopo aver perso lo stato paradisiaco del Giardino dell’Eden, l’umanità non ha più accesso diretto all’Albero della Vita. Come dice la Bibbia, la via che condu-ce all’Albero è guardata da una coppia di CHERUBINI, due angeli armati di una spada fiammeggiante. Ciò però non significa che la via sia del tutto inacces-sibile. Secondo la tradizione orale, i due Cherubini rappresentano le due polarità fondamentali dell’esistenza, così come si esprimono sui piani più elevati della consapevolezza. Con il graduale ravvici-namento e la riunificazione di tali princi-pi, questi angeli cessano di essere i Guar-diani della Soglia, il cui compito consiste nell’allontanare tutti coloro che non han-no il diritto di entrare, e diventano inve-ce i pilastri che sostengono la porta che ci riconduce al Giardino dell’Eden. La loro stessa presenza serve da indicazio-ne e da punto di riferimento per quanti stanno cercando di ritornare a Casa. Non si tratta però di un lavoro facile. I due Cherubini hanno in mano una spada fiammeggiante a doppio taglio, tali spade possono trasformarsi in due coppie di ali incrociate in alto e insieme definiscono l’arco posto al di sopra del portale d’en-trata al Giardino dell’Eden: la Cinquan-tesima Porta della Conoscenza, “la Porta

del Signore, attraverso la quale vengono i giusti”. Essi diventano così i Cherubini che sovrastano l’Arca dell’Alleanza, con-ducendo al cospetto di Dio.

I GUARDIANIIl loro nome significa Colui che prega. Ricevono l’onda del Pensiero Divino, e l’energia per realizzarlo, direttamente dai Serafini. Costituiscono l’elemento dinamico: in base al Progetto, distribui-scono e organizzano le leggi e le struttu-re dell’energia divina emanata. Per tale motivo, li conosciamo quali guardiani dell’Arca dell’Alleanza e della Porta del Paradiso. I Cherubini, sono posti oltre il trono di Dio, espressione metaforica per indicare l’estrema vicinanza a Dio ed al suo potere; sono posti a guardia della luce e delle stelle. Secondo la visione del profeta Ezechiele essi hanno quattro ali e quattro facce, ovvero una di uomo, una di toro, una di leone ed infine una di aquila. Quattro elementi che si fondono in un unico essere Tetramorfo, immagine dell’antica sfinge che protegge la via della sapienza, ripresa poi come simbolo dagli evangelisti a custodia delle sacre scrittu-re. I Cherubini sono considerati dediti alla protezione. Essi stanno a guardia dell’Eden e del trono di Dio. Posti nella Prima Sfera, i Cherubini hanno una per-fetta conoscenza di Dio, superata soltan-to dall’amore di Dio dei Serafini. Quanto al loro nome, esso ci rivela il loro potere di conoscere e di contemplare la Divini-

CHERUBINI

Page 28: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

28

tà, la loro attitudine a ricevere il dono di luce più alto e a contemplare la dignità del Principio divino nella sua potenza originaria, la loro capacità di riempirsi del dono della saggezza e di comunicarlo, senza invidia.

RAZIELPOTENZA DELL’AMORE E

DEL SAPEREPrincipe del Coro dei Cherubini

L’Arcangelo Raziel è, per gli Esseri Uma-ni, l’aspetto comprensibile, visibile, del-la Divinità. Egli è colui che trasmette le Virtù Divine, il Cammino che conduce al Creatore dell’Universo; egli applica concretamente e visibilmente la Volontà invisibile.Raziel è l’Iniziatore, la scintilla attiva e permanente destinata ad accendere, a infiammare la nostra Coscienza. Il suo in-flusso, diretto alla scoperta della Verità,

non si risolve nell’intelligenza attiva, nel mondo del Pensiero, ma attraverso la ri-velazione diretta e immediata, al pari del bagliore di un lampo. Egli ha il compito di apportare ai ricercatori della Verità il dono provvidenziale, la ricompensa dovu-ta al loro sforzo di ricerca: è lo strumen-to vettore dei nostri desideri, colui che li orienta verso obiettivi sublimati, infon-dendo in essi una dose ingente di Volon-tà. In questa pulsione ed elevazione dei nostri sentimenti verso l’Alto per mezzo dell’Amore, si verificherà una frattura tra noi e ciò che si situa in Basso. Tale frat-tura, generata da una forza distruttrice, è nondimeno dovuta alla nostra elevazione in rapporto al livello nel quale noi ci tro-vavamo. Sotto l’aspetto materiale, l’Ar-cangelo, a causa del suo Amore traboc-cante, è l’aspetto distruttore di quanto è multiplo, diverso, perverso…. l’oscurità è costretta a convergere sull’Oscurità, affin-ché brilli la Luce. La sua energia vanifi

Page 29: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

29

ca tutto ciò che è in contraddizione con il Piano della Creazione, tutto ciò che ostacola il progredire dell’Opera Divina: egli è nemico di tutti coloro che vivono calpestando le regole cosmiche e divine. Egli governa l’alta Gerarchia Angelica dei Cherubini per mezzo della quale illumi-na il nostro cammino verso la Perfezione. Raziel ci accorda la Saggezza (e il Sapere) che ci guida verso la conoscenza della Ve-rità, così che ci sia dato di applicarla con Amore in seno alla Società che ci circon-da. Egli ci porta a desiderare l’Unità: ciò che è diverso è destinato a unificarsi, a essere Uno. La tradizione attribuisce il potere di azione dei Cherubini, dunque a Raziel, alla seconda parte dell’anno astrologico, dal 30 Aprile al 10 Giugno.

INVOCAZIONE A RAZIELGloria a Te, RAZIEL, fonte di Illuminato Sapere e di Amore Universale! Io Ti pre-go di irrorare il mio Albero della Vita con la Tua dolce Acqua; fa’ ricadere su di me la Tua pioggia benefica e la Luce perpe-tua del Tuo Fuoco, distruttore del Male. Sii mio iniziatore, nella Conoscenza che deve condurmi all’azione proficua, onde pormi al servizio dei miei contemporanei e dell’Opera Divina.

PREGHIERA AI CHERUBINIO sapientissimi Cherubini, tutti inten-ti alla divina contemplazione, fate ch’io bene apprenda la viltà mia e l’eccellenza del mio Signore ed ottenetemi sapienza e viva fede per vedere Colui che voi ammi-rate per sempre.

Cacciata dal paradiso,(Giusto de’Menabuoi)

Page 30: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

30

Page 31: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

31

Page 32: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

32

IL LIBRO DELLE ERBEAGRYNOMY

Rimedio floreale di Bach n. 1

“Per le persone gioviali, gaie e scherzose che ama-no la pace e sono angustiate dalle discussioni e dalle liti, al punto che sono disposte a con-cedere molto per evitarle. Benché generalmente abbiano dei disturbi e siano tormentate, agitate e inquiete nella mente o nel corpo, nascondono le loro preoccupazioni dietro il buon umore e gli scherzi e sono considerate degli ottimi amici da frequentare. Sovente abusano di alcool o droghe per stimolarsi e per aiutare se stessi a sopportare i propri problemi con allegria”

EDWARD BACH

a cura di Claudio Scibilia

Nome italiano Agrimonia Nome botanico Agrimonia EupatoriaEmozione di base IPERSENSIBILITA’ alle influenze e alle idee

E’ il fiore di Bach indicato per le persone che, dietro ad una maschera di benessere, riescono a nascondere i propri problemi; esse dietro una felicità che è solo apparen-te camuffano i propri pensieri tristi. La persona Agrimony potrebbe essere simile al pagliaccio che ride sempre, dimostra di essere in allegria, pur vivendo nell’ango-scia interiore continua, che la distrugge interiormente, però essa appare in ogni occasione l’anima della festa. Le persone vicine e in particolar modo gli amici, la ritengono la persona dalle mille risorse, l’uomo senza problemi, e spesso sono gli ultimi a capire che qualcosa nella loro vita non va. La persona Agrimony detiene segreti che difficilmente comunica a qualcuno, ha una parte di se che preferisce chiudere nel cassetto perché il solo fatto di affrontare un problema le creerebbe conflitti che produrrebbero ansia. Proprio per questo il più delle volte ricorre all’ uso di alcool, o di altre sostanze stimolanti, per riuscire a mantenere l’apparente allegria che gli corrode la mente. Sono soggetti incostan-ti, essi non riescono a seguire una dieta perché dopo poco tempo la loro continua inquietudine li porta a mangiare ancora di più.

Page 33: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

33

Nella maggior parte dei casi essi non amano stare da soli, perché quando non sono con-tornati da amici non riescono ad apparire sereni quindi il loro stato tende a deprimer-si. Quindi, per colmare questa loro carenza, si contorneranno sempre di amici, organiz-zando riunioni, feste e qualunque altra cosa possa distrarli. Di conseguenza, mentre durante il giorno sono persone che dimo-strano immensa felicità, alla sera, quando tornano a casa e rimangono da sole con i loro pensieri, si ritrovano a fare i conti con i tormenti dell’anima, che le torturano. Il rimedio Agrimony aiuta tale soggetto ad accettare e ad affrontare con corag-

gio i lati oscuri della vita e della propria personalità, ma soprattutto a trovare un compromesso con questi ultimi, in modo da essere pronti ad affrontare la vita in maniera più certa. Mai perderanno il senso dell’umorismo che per loro è innato, ma riusciranno a sminuire i loro problemi piuttosto che continuare a soffocarli e quindi ragione-ranno trovando la forza interiore di risol-vere ogni cosa. Questo rimedio di Bach, pertanto, aiuta chiunque si rifiuti di risolvere un proble-ma e si serva di battute spiritose e di sor-risi per evitare di guardare in faccia una dolorosa realtà.

Agrimonia eupatoria detta il Fiore della Maschera

Page 34: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

34

Page 35: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

35

Page 36: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

36

BIANCOSPINO

Famiglia RosaceeNome siciliano Spinapuci, Arvulu spinu, JancuspinuAltri nomi Acanta da siepi, azzaruolo selvatico, spino alba, pruno bianco, russu-

lidda, spinazzo, cerasedda, pignatine, pom d’la Madona, spinapolce, calavrign, russuliddu, brissulin, prisset, cagaboi, azarolo selvatico, spin giancu, beccabò, glog, bagaboi, spinapedice, boce, bucciu, bruz-zulino, ciprauno, brusciolino, pettaro, calavughe, brussarina, spi-napùlici, pappa de volp, spinapuci, paroliner, spin blanc.

Parti utilizzate: Foglie fiori e fruttiProprietà: Ipotensive, Antidiarroiche, Astringenti ed Antinfiammatorie.

Crataegus Oxiacanta

Page 37: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

37

Il Biancospino o Crataegus oxiacanta, quest’ultimo nome botanico della pianta deriva dal greco facendo chiaro riferimen-to alla molteplicità di spine robuste e acu-te che ricoprono i rami di questo arbusto, è una pianta che può raggiungere i 500 anni di vita. L’uomo della preistoria si ci-bava di alcune parti della pianta, un arbu-sto dai rami spinosi che può raggiungere un’altezza di circa cinque metri. Il nome dal greco krataigos (kratos = forza e àigon = delle capre), nel senso dell’allusione ai giovani germogli brucati con avidità dalle capre. Si dice che questo albero crebbe dal bastone piantato in terra da Giuseppe d’Arimatea, arrivato in Inghilterra da Ge-rusalemme. Albero miracoloso quindi, che rappresenterebbe la Vergine Maria, con i fiori bianchi ad indicarne la purez-za, mentre gli stami rossi, come gocce di sangue, ed i rami spinosi, ne rappresente-rebbero la sofferenza.La specie Monogyna, invece, significa che possiede un solo pistillo, che è l’organo riproduttore femminile del fiore dato da ovario, stilo e stigma. Termine derivato dal greco monos = solo e ghiné = donna. A causa delle sue punte acuminate, si con-sidera una pianta protettrice delle case ed in grado di allontanare gli spiriti del male.

PRINCIPI ATTIVISe si analizzano i fiori, essi risultano pieni di un componente cristallizzato in cui vi sono tracce di manganese. Nelle bacche vi si riscontrano tracce di acido cianidri-co mentre nella corteccia sono invece presenti sostanze denominate crataegina e oxiacantina. Verso la fine dell’800 uno studioso sperimentatore, di nome Le-clerc, leggendo un opuscolo scritto da un

anonimo circa un centinaio di anni pri-ma, cominciò a utilizzarla come rimedio contro le palpitazioni e l’insonnia. Da allora il biancospino divenne una celebre pianta medicinale presente in tutte le far-macopee del mondo.

PARTI UTILIZZATEI fiori vengono raccolti ancora in boc-ciolo e si separano dalle foglie, vengono conservati i corimbi. Il biancospino era anche considerato una pianta ornamen-tale, tanto che proprio per i suoi fiori bianchissimi e per le sue bacche di colore rosso è un arbusto adatto per alzare siepi fitte e durature. Bello a tal punto che po-trebbe sostituire le recinzioni che imbrut-tiscono le nostre campagne, che grazie alla sua presenza godrebbero invece della protezione della siepe viva oltre che di un nutrimento vitale per il terreno. La sua crescita è lenta, viene seminata in settem-bre in terreno di consistenza soffice. Il Biancospino fra le piante in commercio è uno dei migliori antispasmodici, è sprov-visto di tossicità, lo si può adoperare per lunghi periodi senza inconvenienti, agi-sce contro i dolori cardiaci, spasmi vasco-lari, angina pectoris, tachicardia, aritmie, insonnia, irritabilità e nell’ipertensione lieve e moderata, contro le distonie neu-rovegetative, le vertigini, il ronzio delle orecchie, nei casi in cui la diagnosi verte verso un problema di alterazione del mi-crocircolo.

MEDICINA ANTICAI medici antichi avevano studiato e pro-vato l’azione antispasmodica del Bianco-spino che, attraverso il sistema simpatico, esercita sul cuore e sui vasi sanguigni. Oggi, dopo svariati studi, si sa che la

Page 38: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

38

pianta provoca una vasodilatazione dei vasi sanguigni addominali e di quelli co-ronarici che portano il sangue al cuore. In merito, uno studio effettuato su perso-ne che presentavano scompenso cardiaco moderato e ipertensione arteriosa, ha di-mostrato che con l’assunzione di Bianco-spino si sono ottenuti risultati apprezza-bili sulla normalizzazione della frequenza cardiaca, il gonfiore delle caviglie e nella regolarizzazione della pressione arteriosa. L’estratto di Biancospino ha proprietà rilassanti, aiuta a combattere lo stress e l’ansia. La somministrazione della pianta dà risultati apprezzabili nei disturbi del ritmo cardiaco, come la tachicardia, mi-gliorando la circolazione sanguigna.

VECCHIE CREDENZEGli antichi romani riconoscevano nella pianta del Biancospino il potere di cac-ciare gli spiriti maligni. Con i suoi frutti in passato si preparava un elisir che nel gusto assomigliava al sidro di pere e chi, con la sapienza della preparazione era in grado di prepararlo, ne custodiva il segreto, trasferendolo solo a pochi (pare addirittura che avesse dei forti poteri ine-brianti…). Al di là di queste prestazioni, le bacche di biancospino servono come nutrimento insostituibile per i passeri che se ne ser-vono specialmente nelle rigide stagioni invernali.

INFUSO DI FIORI DI BIANCOSPINO contro l’ insonnia

Mettere in un recipiente 250 cc di acqua bollente in infusione 10 grammi di fio-ri sminuzzati di biancospino. Lasciare riposare coperti per 10 minuti, filtrare e

berne una tazza tiepida la sera prima di andare a dormire.

DECOTTO RILASSANTEBiancospino fiori e foglie gr 40Passiflora sommità gr 20Valeriana radice gr 20Melissa foglie gr 20 Un cucchiaio di miscela per tazza, in infu-sione per 8 - 10 minuti, berne 2 - 3 tazze al dì.

INFUSO COADIUVANTE NELLA TERAPIA DEI DISTURBI CARDIACI

Biancospino fiori e foglie gr 40Leonorus cardiaca foglie gr 20Passiflora sommità gr 20Tiglio fiori e bractee gr 20

Un cucchiaino per tazza in infusione, ber-ne 2 – 3 tazze al dì.

Page 39: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

39

Page 40: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

40

Page 41: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

41

LUNA DI MAGGIO

a cura di Lorenzo La Spada

Page 42: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

42

1 S CALENDIMAGGIO f 2 D Sport e ginnastica f

3 L Depilazione - Cura delle unghie 4 M Depilazione - Cura delle unghie 5 M Trattamento capelli (anticaduta) h

6 G Trattamento capelli (anticaduta) h

7 V Bucato - eliminare macchie difficili i

8 S Bucato - eliminare macchie difficili i 9 D Bucato - eliminare macchie difficili i

10 L Trattamenti viso e corpo ^

11 M Trattamenti viso e corpo ^

12 M Rituale dell’acqua e delle rose _

13 G ASCENSIONE Mezza Primavera _

14 V Dieta disintossicante e tisana depurativa ore 03.05 _

15 S Massaggio profondo contro dolori e tensioni II

16 D Massaggio profondo contro dolori e tensioni II

17 L Se piove per l’Ascensione va ogni cosa in perdzione a

18 M Se di Maggio rasserena si avrà la spiga piena a

19 M Taglio dei capelli b

20 G Taglio dei capelli b

21 V Taglio dei capelli c

22 S Per santa Rita ogni rosa è fiorita c

23 D Trattamento capelli (anticaduta) d

24 L Trattamento capelli (anticaduta) d

25 M Bucato - eliminare macchie difficili e

26 M Bucato - eliminare macchie difficili e

27 G Bucato - eliminare macchie difficili e

28 V Dieta sgonfiante e tisana snellente

29 S Quel che fa Maggio, fa Settembre

30 D Depilazione - Cura delle unghie f

31 L VISITAZIONE DELLA VERGINE f

MAGGIO 2010Il mese della fioritura

Page 43: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

43

Detta Luna del Fiore, ma anche Luna del Latte, degli Amanti e dei Fuochi, Luna delle Madri,

Luna della Gioia.

Il nome Maggio deriva dal nome latino Ma-ius. Nel mondo romano questo mese, che era dedicato alla dea Maja, madre di Mercu-rio e dea della vegetazione e delle fioriture, veniva festeggiato con canti e balli, mentre davanti alle case si piantavano arboscelli o pali con regali appesi. È il mese della ferti-lità, tanto che nel suo primo giorno, cioè nel Calendimaggio, ricorreva la festa di Flora (Maia), dea della vegetazione. Antica-mente fra i Celti la notte fra il 30 aprile e il 1° maggio segnava il passaggio alla bella stagione: una notte di veglia, una specie di capodanno primaverile, che segnava l’inizio del trionfo della luce sulle tenebre celebrato con la festa di Beltane, da cui sarebbe suc-cessivamente derivato il Calendimaggio medievale.

IL GRANDE ALBERONella giornata del 1° maggio, cacciate le streghe, ovvero ricacciati i morti negli inferi, si portava, e si porta ancora dove la tradizione è sopravvissuta, un albero dal bosco collocandolo in mezzo al pae-se: è l’Albero di Maggio o semplicemen-te il Maggio. Veniva adornato di nastri e drizzato in piedi; poi il popolo vi danzava allegramente intorno a suon di musica. L’albero verde restava nel villaggio per poi essere sostituito da uno fresco il 1° mag-gio seguente. Sull’albero sfrondato, cui rimaneva soltanto una corona di foglie, venivano posti salsicce, dolci, uova e altri cibi oltre a nastri variopinti. I giovani vi si arrampicavano per impossessarsene: una sopravvivenza di queste usanze si ritrova

negli Alberi della Cuccagna delle nostre fiere. Ma a Beltane il palo di maggio ha anche un ovvio significato fallico, il po-tere fecondante della divinità maschile immerso nel grembo della Madre Terra è sormon tato spesso dalla ghirlanda fem-minile della Dea. Maggio è il mese delle Nozze Sacre del Dio e della Dea, un mese intero dedicato al mistero e al culto della Vergine Madre, che assicurava abbondan-za e fertilità nelle case, nei campi e nei rapporti fra le persone. Rompere questa sacra catena d’amore era considerato un gesto di disprezzo verso la provvidenza divina, cattivo auspicio che attirava le ira della divinità. Era (e spes so ancora è) tabù sposarsi a maggio, come recita un antico proverbio tramandatoci da secoli: La sposa majulina non si godi la curtina, ov-vero la sposa di maggio non gode di un lungo matrimonio. In Inghilterra non si comprano scope nuove nel mese di mag-gio perché esse spazzerebbe ro via la buo-na fortuna.In questo periodo, vero e proprio mo-mento “caotico” di passaggio, le leggi della realtà ordinaria sono quasi sospese e si aprono le porte dei regni fatati. Agli umani appaiono le fate e chiunque si addormenta sotto un biancospino (al-bero fatato) rischia di essere incantato e portato via da loro.

LA DANZA VITALETutto ciò che è vivente si manifesta con un simbolo vegetale e la vita che risor-ge celebra il suo trionfo intorno al palo delle danze, simboleggiata dai danzatori che, affer rato ciascuno l’estremità di uno dei nastri, muovevano in direzioni op-poste (gli uomini in un senso e le don-ne nell’altro), finendo con l’intrecciare i

Page 44: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

44

Flora è la dea romana delle fioriture. Presiedeva al risveglio primaverile e, in senso più ampio, a tutto ciò che deve sbocciare, la gioventù, i sensi amorosi le belle speranze. Aveva un carattere gioioso e ridente con un’inclinazione per la sensualità e il piacere

Page 45: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

45

nastri intorno al palo e con le coppie che si abbracciavano: è la danza della vita che muovendo in cerchi e spirali unisce tutti gli opposti, danza di morte e di rinascita. Maggi erano anche i ramoscelli che i gio-vani offrivano alle ragazze come augurio di amore e fecondità; oppure erano por-tati in processione di porta in porta da gruppi di questuanti che chiedevano cibi o dolciumi in cambio. Quelle processioni avevano la funzione di ottenere, grazie al «magico» maggio, rinnovamento e prospe-rità. Il palo di maggio non è altro che l’Al-bero Cosmico, l’Axis Mundi che collega i tre regni cosmici (celeste, terreno e infero) le cui fronde si trovano al di là del visibile, nel non manifestato, analogo alla scala di Giacobbe, l’asse del mondo grazie al quale si può giungere alla comunione divina. Piantato nel giardino di Eden, situato nel centro del mondo, l’Albero della Vita por-ta frutti d’eternità. Nacque così l’usanza, ancora viva in alcuni paesi fra cui l’Anda-

lusia, di sostituire l’albero con la Croce di Maggio. Non è d’altronde il Cristo, il frut-to salvifico dell’Albero della Vita?

L’ERBA MAGICALa ROSA è il fiore dell’amore e della bel-lezza per eccellenza. Si narra che Afrodite nacque dal mare insieme ad un cespuglio di rose bianche fiorite per mano degli dei; quando una spina le punse il piede, il sangue colorò di rosso i petali. Se oggi possiamo ammirare la soavità e la bellezza della rosa e attingere alle sue innumerevoli proprietà è tutto merito del dio Bacco. La leggenda narra infatti che il dio del vino, invaghitosi di una ninfa, tentò di conqui-starla, ma lei fuggì finché non inciampò in un cespuglio. Cespuglio che per ricono-scenza Bacco trasformò in rosa, facendogli spuntare splendidi fiori di un delicato co-lor rosato, il colore delle guance della sua ninfa. I riti d’amore sono sempre effettuati con le rose, dati i suoi influssi efficaci. L’ac-qua di rose distillata dai petali si unisce ai bagni d’amore per attirare un uomo. Un tè di boccioli di rosa, bevuto prima di andare a letto, dona sogni profetici. Per scoprire il nome del loro futuro marito, le donne di un tempo prendevano tre foglie di rosa e le chiamavano con i nomi degli innamo-rati. La foglia che rimaneva più a lungo verde, indicava il nome del marito. Petali sparpagliati per casa donano tranquillità e sollievo alla famiglia. Le rose piantate in giardino attirano le fate e si dice crescano meglio se rubate.Raccogliete le rose di mattina assai pre-sto, quando ancora nel cielo indugia la Luna. Mettete i petali in una boccettina con del finissimo olio di oliva e lasciateli riposare. Otterrete un ottimo unguento contro il mal di testa e i dolori nevralgici.

Page 46: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

46

Page 47: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

47

Per gli antichi Egizi la Rosa era il simbolo della “Conoscenza Segreta”, questa era consacrata ad Iside, antica divinità femminile, la quale generò Horus, il dio simbolo del Sole”

Page 48: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

48

Gli occhi delle antiche statue tibe-tane sono di avventurina. Alla gemma infatti venivano ricono-

sciuti poteri superiori: di sicuro quegli occhi sfavillanti avrebbero vegliato sulle fortune e sulla salute degli uomini. L’av-venturina era conosciuta nell’area medi-terranea e in Cina fin dai tempi più remo-ti, ma essa fu quasi certamente ritenuta giada e ciò lo suggerisce il fatto che nessun nome di origine orientale è attribuibile a questa pietra. La denominazione attuale della gemma ha origine da un caso fortui-

to. Fu nel Seicento che, “per avventura” un artigiano muranese del vetro fece cadere in un crogiolo di pasta vitrea fusa alcune pagliuzze di rame e, con meraviglia, notò che la massa vitrea aveva assunto una luc-cicante colorazione. Il nuovo pregevole prodotto fu chiamato avventurina, termi-ne che venne ripreso in mineralogia per indicare la pietra che presentava caratte-riste simili.

CARATTERISTICHELa pietra avventurina, di colore verde-

CRISTALLOTERAPIAdal cuore della Terra l’energia che viene dal Cielo

L’AVVENTURINA

Page 49: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

49

salvia, contiene inclusioni lamellari di mica fuchsite verde che riflettono la luce, dando luogo al fenomeno dell’avven-turinamento. L’avventurina era usata, nei rituali della ruota di medicina degli Indiani del Nordamerica, per collegare gli spiriti guida con la luce di guarigione emanata dal cuore. Si racconta che, po-nendo un’avventurina sul cuore durante il contatto con le guide, ciascun parteci-pante percepisse un’onda d’amore river-sarsi sopra di sé. Il verde scintillante dell’avventurina por-ta l’energia primaverile della crescita, associata al segno del Toro è una pietra ottimista e gioiosa... e si dice che porti fortuna al gioco. Il confine tra le virtù magiche e quelle terapeutiche che gli antichi attribuiscono a questa gemma è evanescente: l’avventurina aiuta a vincere l’ansia, stimola la mente, infonde l’alle-

gria, allevia la miopia, favorisce l’acutezza delle scelte e la creatività.. Il modo per be-neficare di tutto questo? Semplice, met-tersi al collo un ciondolo di avventurina! Se poi la gemma portasse inciso la figura di un drago o di un falcone, vi garantireb-be ricchezza e congrua posizione sociale, mentre la figura di un gallo terrebbe i de-moni a distanza di sicurezza.

Livello fisicoContro acne, allergie ed eczemi. Forfora ai capelli e cicatrici. Stimola l’autoguari-gione. Allevia l’orticaria, il prurito e la psoriasi. Favorisce la rigenerazione del muscolo cardiaco, il metabolismo dei grassi e l’ab-bassamento del tasso di colesterolo nel sangue. Adatta perciò nell’arteriosclerosi e in caso di infarto. Il verde dell’avventu-rina è antinfiammatorio e antidolorifico.

Page 50: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

50

Maria Maddalena, (Simon Vouet, 1614-15)

Per le allergie: prendete la pietra che vi si riscalda in mano e portatela solo sino a quando resta calda. Quando la pietra perde calore utilizzatene un’altra. Pulite accuratamente dopo l’uso. Evitate di riu-tilizzarla non pulita e di regalarla.Per l’acne: lavarsi con un elisir o immer-gere la pietra per 12 ore in olio d’oliva e tamponare con un batuffolo di cotone i punti malati al mattino e alla sera senza strofinare.

Livello spiritualeL’avventurina ci infonde calma, pace inte-riore e buonumore, quindi è indicata per

chi vuole nuove amicizie. Aiuta a svilup-pare un atteggiamento emotivo e mentale positivo, libera dalla paura e dall’ansia. Il cuore affaticato e oppresso da sentimenti contrastanti ritrova ottimismo e leggerez-za prendendo le distanze dai problemi che lo affliggono; inoltre, durante una meditazione, permette di ricordare le paure represse che hanno avuto origine da traumi avvenuti nei primi sette anni di vita. E’ un amuleto portafortuna, in par-ticolare nei riti propiziatori di denaro e di ricchezza. Si purifica lasciandola qualche giorno in un bosco, assorbirà le energie positive per voi.

Page 51: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

51

LA PAPESSAfra gli “arcani maggiori” dei tarocchi emerge la figura della “sacerdotessa” che ha numero II

Page 52: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

52

La Papessa è la seconda figura dei tarocchi contrassegnata dal nume-ro romano II, il primo dei numeri

pari, essa è la prima porta attraverso la quale il Mago, rappresentato dal nume-ro I, può penetrare per portare la luce. Il numero Due è un numero passivo, in questo grado la materia è ancora inerte. Simboleggia la donna, il santuario, la ca-vità della terra e del corpo che deve es-sere penetrata dall’energia maschile, per creare nel segreto del suo ventre il figlio. La Papessa è il dubbio fecondo, il potere buio dell’anima che una volta illuminata diventa consapevole di una verità a cui difficilmente potrà rinunciare, essa rap-presenta le forze inconsce che si manife-stano.

La carta del tarocco ci presenta una don-na maestosa seduta, che tiene sulle gi-nocchia un libro parzialmente celato nel quale è racchiusa la conoscenza, un libro che ci invita allo studio. La sua figura ci spinge come il bagatto ad entrare in con-tatto con lei per poter continuare la stra-da della conoscenza intrapresa. Ci invita anche al dialogo introspettivo, facendoci intuire che la profonda conoscenza di noi stessi passa solo attraverso l’amore. Ella è la gran Sacerdotessa del mistero, la Dea, la forza passiva che recepisce lo Spirito divino. Il drappo che avvolge la Papessa è di co-lore azzurro, il colore delle forze celesti e della spiritualità, mentre nella veste che indossa prevale il colore rosso; esso è il colore del sangue e dell’energia vitale, del fuoco alchemico che si manifesterà non appena avrà scoperto gli arcani celati nel libro che la gran Sacerdotessa tiene nelle

mani, quasi come se volesse nasconder-lo. Ma esso è aperto, bisogna solo che l’iniziato entri in possesso delle chiavi di lettura di cui la Papessa rappresenta la porta. Per il momento ciò non accade: la forza del rosso è prorompente, essa parla all’iniziato senza riuscirci. Tuttavia, gli an-tichi alchimisti orientali sostenevano che il libro della Papessa racchiudesse nelle sue pagine tutta la sapienza tantrica della liberazione, secondo cui possono spezzar-si tutti i legami che uniscono l’anima al corpo fino ad ottenere la liberazione. Gli alchimisti occidentali sostengono in-vece che il libro sia un compendio con-tenente tutti gli insegnamenti occulti dell’ermetismo. Si tratterebbe, pertanto,

Page 53: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

53

Page 54: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

54

della famosa opera intitolata “La tavola di smeraldo” compendio di segreti ancestra-li per percorrere la strada dell’alchimia. E’ un arcano misterioso che impersona la proiezione della dea Isis, che secondo la tradizione si copriva con molti veli e, quando se ne spogliava, la terra si riempiva di luminosità e splendore, poiché Isis era rappresentazione della luce. Come Iside, sacerdotessa nella mitologia egizia, Ishtar ed Astarte, la carta della Papessa rappre-senta la dea personificatrice della fecondi-tà e della fertilità.

Le due colonne simboleggiano l’accesso al Tempio, esse rappresentano la dualità: il femminile raffigurato dalla colonna di co-lore azzurro e il maschile raffigurato dalla colonna di colore rosso; così anche il pavi-mento, come nelle camere massoniche, è a quadri bianchi e neri, cioè in armonico equilibrio di luce e ombra regolato dalle fasi lunari, di cui il copricapo isiaco ne fa rappresentazione. Bisogna sapere che per entrare nel libro dei segreti si deve unire la logica razionale all’intuito e all’immaginazione, simboleg-giati dalla tiara papale di cui la misteriosa donna ne è incoronata, ad indicare così il dominio sui tre mondi. La Papessa è seduta giusto a simboleggia-re la sua passività, è la matrice di tutte le cose, la madre di tutte le manifestazioni. La poltrona imponente sulla quale siede è la sfinge che è celata alla vista del profano da un drappeggio che simboleggia la clau-sura nel Tempio, che serve a proteggerla dalle insidie del mondo; il drappo posto alle sue spalle, invece, nasconde il cielo e i misteri a coloro che indegnamente si av-vicinano a lei. Essa rimane a guardia della

porta del Tempio dove attende l’iniziato ancora inerme, infondendogli la Fede. Una Fede che non è più passiva ma atti-va, che lo sprona alla ricerca personale del divino, annunciandogli, come fece la Mad-dalena agli Apostoli impauriti, la visione radiosa del Cristo risorto. Fra le mani tie-ne un vaso misterioso, una Coppa sacra la cui bevanda trasmuta l’amore sensuale in amore divino. La Peccatrice redenta, la passività divenuta attiva, porta l’uomo all’interno del Tempio, alla presenza della donna che ha conosciuto l’Amore e che in esso risplende: è l’Imperatrice, davanti alla quale il dubbio primordiale si è dileguato e la Fede lascia il posto alla Certezza.

Page 55: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

55

Nella tradizione la Maddalena tiene in mano il Graal, la coppa sacra che contiene la bevanda immortale

Page 56: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

56

Maialino marinato confunghi porcini e radicchio,all’aceto balsamico epecorino stagionato

Fettuccine aifunghi porcini

Filetto alla grigliacon crema al gorgonzolasu rostì di patate

La Cucina è aperta tutti i giorni:a pranzo dalle 12.30 alle 15.30a cena dalle 19.30 alle 23.30

MERCOLEDI CHIUSOGradita la prenotazione

Via san Nicola, 9 - 95015 Linguaglossa CTTel 095.647113 Fax 095.7611429 Cell. 3271620734

Email: [email protected]

Page 57: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

... Alle pendici dell’Etna, in prossimità della ridente Piazza dei Vespri Siciliani

(comunemente nota come Villa Giardino) nasce...

LA PENTOLACCIATRATTORIA

Cucina tipica sicilianaDegustazione prodotti locali

Pizzeria Specialità marinareGestione catering

VENITE A SCOPRIRE COSA BOLLE IN PENTOLA

Chef Gino Bonaventura

La trattoria elegante ed accogliente vi farà sentire subito a casa vostra, mentre la lunga esperienza e passione per la buona cucina dello Chef Gino, vi farà gustare nei piatti da lui preparati, un perfetto connubio di qualità e gustosità, garantiti dall’assoluta freschezza dei prodotti stagionali e dalla maestria nel ricercare gli Antichi Sapori.

Page 58: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

58

La borragine è una pianta originaria del Medio Oriente, introdotta in Europa dai Romani. Il suo nome deriva dal latino borra che significava tessuto di lana ru-vida, e le fu assegnato in quanto tutta la piantina è ricoperta di una ispida peluria. Altri fanno derivare il nome dall’arabo abu rach che significa padre del sudore, un termine apparentemente strano, ma pertinente ad una delle proprietà medi-cinali della borragine, quella di provocare la sudorazione. I Romani e i medici della scuola salernitana, famosa nel Medioevo, la consideravano un ottimo rimedio con-tro la malinconia. In tempi più recenti, in Francia e in Inghilterra, veniva coltivata come uno dei più importanti ortaggi e se ne traeva una fresca bevanda estiva. In passato, ma anche attualmente, era con-siderata una pianta adatta all’ apicoltura, tanto che se ne piantava un gran numero vicino agli alveari, poiché il suo nettare

conferisce al miele un aroma particolar-mente gradevole. La borragine o erba pe-losa è una pianta annuale molto diffusa in tutta l’Italia ed è conosciuta anche per i suoi bellissimi fiori blu a forma di stella, con un sapore simile a quello dei cetrioli; infatti le foglie fresche sono usate nelle insalate per sostituire i cetrioli, nelle mi-nestre e zuppe a cui aggiunge un sapore caratteristico, e per insaporire il tè freddo nonché le bevande alla frutta. I fiori sono usati nelle torte e altre preparazioni dol-ciarie come guarnizione delicata e man-tengono il colore anche dopo la cottura in forno. Si possono preparare delle otti-me tisane poiché la borragine ha un buon sapore ed effetti calmanti, che la rendono perfetta come tisana della buona notte. Gli antichi romani la usavano come anti-doto contro la tristezza aggiungendola al vino, ottenendo così una bevanda che li manteneva allegri.

COSA BOLLE IN PENTOLA?LA NATURA A TAVOLA

a cura di Gino Bonaventura

Borra, erba pelosa

Page 59: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

59

RICETTA DEL MESE

GNOCCHETTI DI BORRAGINE con fonduta di ragusano stagionato

Preparazione per gli gnocchetti di borragine100gr. di farina700gr. di patate400gr. di borraginesale q.b.

Mondate la borragine in una casseruola e fatela lessare in acqua salata. Nel frattem-po, in una pentola, fate cuocere le patate (meglio se tutte della stessa dimensione) mettendole a lessare con la buccia per cir-ca 30-40 minuti. A cottura ultimata, salate la borragine e strizzatela bene, una volta cotta il suo peso dovrà ridursi di circa la metà (intorno ai 200gr). Quindi, dopo la strizzatura, mettete su un tagliere la borra-gine e tritatela con un coltello. Quando anche le patate saranno cotte, lasciatele raffreddare per qualche minuto e sbuccia-

tele. Poi schiacciatele ottenendo così una purea, unite la borragine alla purea fino ad ottenere un impasto verde omogeneo e compatto, aiutandovi con della farina tipo 00 se è necessario. Si consiglia di non lavo-rare troppo l’impasto altrimenti gli gnoc-chetti risulteranno duri. Dividete l’impasto e formate dei picco-li filoni che dovranno avere lo spessore di 2-3 cm ciascuno. Poi, con un coltello, suddividete i filoni in tanti gnocchetti che andrete a rigare dandogli la classica forma dello gnocco (la tecnica migliore è quella di fare una leggera pressione sui rebbi di una forchetta). Disponete gli gnocchi su un canovaccio infarinato, cuoceteli in ac-qua bollente e conditeli con la fonduta di formaggio ragusano.

Preparazione per la fonduta di ragusano250ml. di panna200gr. di Ragusano stagionato1 rosso d’uovoSale e pepe q.b.

Page 60: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

60

Versate la panna in un tegame e aggiunge-teci il formaggio ragusano, quindi fatelo sciogliere a fuoco dolce; dopo di che fate leggermente addensare il tutto, aggiunge-te un rosso d’uovo e sbattete velocemen-te, aggiustate di sale e pepe e poi spegnete il fuoco.

SFORMATO DI BORRAGINE

250gr. di Borragine1 uovo50gr. di pannaParmigiano reggiano grattugiato, olio ex-travergine d’oliva, sale e pepe q.b.Mondate e sbollentate le foglie di borra-gine in acqua bollente e poi raffreddatele

in acqua e ghiaccio. Passatele al frullatore e aggiungete l’uovo sgusciato, panna, sale, pepe e parmigiano. Oliate degli stampini d’alluminio, riempiteli con il composto e cuoceteli a bagnomaria in forno, a 160 C° per circa 10 minuti.Ottimo per accompagnare, come contor-no, secondi piatti di carne o pesce.

Queste e tante altre ricette si possono degustare presso la trattoria “LA PEN-TOLACCIA”, accuratamente preparate dallo chef Gino Bonaventura, che offre la sua esperienza e la sua passione per la buona cucina in “A SCUOLA DA GINO - Corso sull’utilizzo delle nostre erbe spontanee nell’alimentazione popolare”.

Page 61: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

61

Page 62: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

62

Come promesso, la redazione de “Il Quinto Arcano”, mese per mese, risponderà alle domande

più significative poste dai lettori. Potrete far pervenire le vostre mail all’indirizzo [email protected] . I quesiti che, per esigenze di spazio, non potranno essere ospitati in questa rubrica, troveranno ri-scontro a mezzo posta elettronica.

Salve a tutti voi, sono Clelia e vorrei chiedervi: cosa s’intende quando si parla d’iniziato?

D. D. Cara Clelia, l’iniziato è colui, che abban-donata la vita comune intraprende la via della ricerca interiore. Egli dedica la sua vita non più alle distrazioni della massa volgare, che ogni giorno si affanna per la conquista del benessere temporale, ma allo studio e alle pratiche per raggiungere la vera libertà divenendo così un uomo nuovo.

Buongiorno, sono Rosaria Scandura, vi scrivo per dirvi che ho assai apprezzato la rubrica curata dallo chef, Gino Bonaventura. Vedo che promuove ricette con piante o frutti di sta-gione, ciò vuol dire che sia contrario al fatto che si consumino prodotti della terra non del periodo? Per iscriversi ad un suo corso cosa oc-corre fare? E’ gratuito?

R.S.

Cara lettrice, secondo gli studi tradiziona-

li sull’alimentazione naturale, mangiare i prodotti di stagione è alla base di una sana e corretta alimentazione, poiché tut-to sulla terra, uomini compresi, seguono uno stesso ritmo armonico. Vale a dire per esempio: in estate, quando fa caldo, con il sudore perdiamo tanto potassio, così la natura viene in nostro aiuto facen-do maturare il pomodoro ricco di solani-ne e potassio utili per regolare le funzioni del nostro organismo. Per quanto riguarda il corso abbiamo già delle adesioni, per qualsiasi informazione ci contatti al numero de LA PENTO-LACCIA.

Menomale che avete creato questa rubrica. Leggendo e rileggendo il vostro giornale mi ac-corgo come spesso siano presenti accostamenti tra i cicli della natura e le ricorrenze religiose. Mi sbaglio? Questo vuol dire che tutte le reli-gioni sono state inventate imitando ciò che av-viene nelle leggi della natura? Grazie. Mirko

Carissimo Mirko, non è facile in poche righe abbracciare tutto lo studio profon-do dei simboli sacri. Ciò che le religioni antiche hanno tramandato non è altro che la trasposizione del cielo sulla terra. L’unione manifesta del cielo divino con la terra umana come dichiara la tavola di Ermete Trismegisto: “E’ vero senza men-zogna, certo è verissimo. Ciò ch’è in bas-so è come ciò ch’è in alto, e ciò ch’è in alto è come ciò ch’è in basso, per fare i miracoli della cosa una”.

L’ESPERTO RISPONDEI QUESITI DEI LETTORI

Page 63: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

63

Scusate se approfitto di questo spazio, ma vorrei rappresentarvi un’esigenza. Ho letto diversi me-todi per la pulizia dei cristalli, dall’interramento al riposo nel sale. Spesso però, coi ritmi odierni, è un problema applicarli. Potreste indicarmi un metodo rapido ed efficace per la pulizia prima e la ricarica energetica dopo. Siete splendidi.

Alessia M.

Grazie Alessia per l’interesse dimostrato, ti suggeriamo un modo semplice ma al quanto efficace per i tuoi cristalli. Falli scaricare mettendoli sotto l’acqua corren-te fredda e quanto più possibile alla luce del sole. Anche se il metodo descritto nei numeri precedenti, quando è possibile, non va mai scartato.

Ogni cosa ha una sua gestazione, nascita, cre-scita e morte, ok? Se volessi programmare al meglio un esame universitario, che dovrei fare per esempio? Sono molto sfortunata. Ketty

Cara Ketty, fortuna e sfortuna non esisto-no. Io credo che sono solo i tuoi momen-ti di distrazione e la mente occupata ad altro ad ostacolarti il buon esito dei tuoi esami. È vero che esistono cicli della natura che determinano il funzionamento di alcune operazioni, ma in tutti i casi bisogna ap-plicare la volontà che, se non hai, nessu-no può farlo per te, astri compresi.

La Sibilla Persica è la più antica fra le vergini dotate di virtù profetiche ispirate da un dio (solita-mente Apollo), in grado di fornire responsi e fare predizioni

Page 64: Il Quinto Arcano- Maggio 2010

64

Direttore responsabile: Fabio Cantarella

A cura di: Claudio Scibilia, Lorenzo La Spada, Gino Bonaventura

Progetto grafico - impaginazione: Maria Leonardi

Edizione: HO.U.SE. srl - via M. Camperio, 920123 Milano

Redazione: Via V. Giuffrida, 495128 CataniaTel. - Fax 095 7169165 - www.ilquintoarcano.it

Pubblicità a cura di:HO.U.SE.: via M. Camperio, 9 - 20123 MilanoVia V. Giuffrida, 4 - 95128 Catania - Tel. - Fax 095 7169165www.housecomunica.it [email protected]: Eurografica La Rocca - Riposto (CT) - Tel. 095 931661MENSILE - Anno I - n. 2 - Maggio 2010 - Iscr. Reg. Trib. di CT n. 1/2010

Involontari errori o inesattezze non comportano specifiche responsabilità.Ogni articolo esprime il pensiero di chi lo firma e pertanto ne impegna la responsabilità personale. Non si restituiscono testi e materiali illustrativi non espres-samente richiesti. Riproduzione, anche parziale, vietata senza autorizzazione scritta dell’editore.

Abbonamento a 12 numeri: Italia € 26,40 - Estero € 52,80 (UK £ 48,06) - Arretrati: € 4,40

www.ilquintoarcano.it

disponibile in abbonamentoa Catania, Siracusa, Ragusa e Gela lo trovi anche in edicola