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Il ruolo di CA15-3 nel monitoraggio della terapia nel carcinoma mammario
metastatico: un caso clinico
C. Cocco1, B. Caruso1, E. Fiorio2
1Laboratorio Analisi (sede di BT) 2Oncologia (sede di BT), AOUI, Verona
Il caso clinico
Oncologia
Laboratorio
analisi
Specialisti delle
diverse U.O.
Attività istituzionale, didattica
formazione, linee guida AOUI
Esame dei casi clinici
NCCN Guidelines
version 2.2013 COMPONENTI DEL MONITORAGGIO
Periodica valutazione dei sintomi, visita
medica esami di laboratorio di routine,
esami radiologici (imaging) and “..where
appropriate, use of blood biomarkers”.
PRINCIPI DEL MONITORAGGIO DELLA
MALATTIA METASTATICA
Marcatori tumorali circolanti
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Data
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ncen
trazio
ne
grafici cumulativi
UTILITA’ DEI BIOMARCATORI
CIRCOLANTI:
Valutare la:
•Risposta alla terapia,
•Stabilità della malattia,
•Progressione della malattia metastatica
Paziente di 62 anni con patologia mammaria in fase avanzata: con una storia clinica che inizia nel 1987 di Carcinoma duttale infiltrante della mammella dx con secondarietà ossee ed epatiche e progressione biochimica nel 2010.
Descrizione del caso clinico
La storia clinica in sintesi
Nel 1987 , quadrantectomia dx, svuotamento ascellare;TX,N2,M0 Recettori ormonali (-), HER2 (-). Terapia con la combinazione di chemioterapici CMF + Radioterapia.
Nel 2007 mastectomia dx , EstrogeniR (+), PgR (-). Terapia con combinazione di chemioterapici FEC + bifosfonati, successivamente Letrozolo fino al 2009.
Dal 2009 al 2010 per progressione biochimica ed ossea la paziente prosegue bisfosfonati e sostituisce Letrozolo con Exemestane
CA 15-3
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A marzo 2010 gli esami strumentali e biopsia ossea mostravano infiltrazione midollare, metastasi ossee ed epatiche. L’inibitore dell’Aromatasi (antiestrogeno) veniva sospeso e ai bifosfonati veniva aggiunto il Paclitaxel (Chemioterapico “gruppo deiTaxani”) Il marcatore presentava all’inizio valori elevati poi diminuiva significativamente indicando una risposta alla terapia.
CA 15-3 Biopsia ossea + IMAGING: ECO addome-pelvi e TAC Total body + mdc
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CA 15-3
Le concentrazioni del Marcatore risultavano poi costanti(in 3 controlli) intorno a valori di 150 KU/L .I dati indicavano quindi una malattia stabile e l’Imaging rivelava una stazionarietà delle lesioni epatiche. Anche se stabili i valori discretamente elevati del CA15-3, hanno orientato l’Oncologo verso un potenziamento della terapia: al Paclitaxel (Chemioterapico) è stato
quindi aggiunto il Bevacizumab (Anticorpo monoclonale) in grado di stimolare il sistema immunitario ad aggredire le cellule tumorali e bloccare l’angiogenesi.
IMAGING: ECO addome-pelvi e TAC Total body + mdc
Stabilità
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CA 15-3
Nonostante la modifica il marcatore non diminuiva, la concentrazione anzi mostrava un incremento ed i valori si posizionavano intorno a 180-200 KU/L. L’Imaging risultava invariato rispetto al precedente. La valutazione dell’ Oncologo è stata quella di malattia in progressione; è stata pertanto modificata la terapia ed il Chemioterapico Paclitaxel dopo circa 5
mesi di trattamento è stato sostituito con
Tamoxifene (antiestrogeno non steroideo) + Bevacizumab.
IMAGING: ECO addome-pelvi e TAC Total body + mdc
Progressi
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Un mese dopo la modifica di terapia la concentrazione di CA15-3 mostrava una “fiammata” fino ad un picco massimo. Ben presto però si poteva osservare la risposta al trattamento con una marcata diminuzione del marcatore, poi una certa stabilità..
CA 15-3
Pic
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Marcata
diminuzi
one
Stabil
ità
“flar
e”
IMAGING: ECO addome-pelvi e TAC Total body + mdc
Un aumento del CA15-3 indica la progressione del tumore ma può essere visto anche nel contesto di risposta alla terapia. Un aumento isolato non è un indice di progressione della malattia.
CA 15-3: Note interpretative
Tempo (1
mese ca.)
Pic
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per un fenomeno citolitico
(“flare”)
si evidenzia un
rapidissimo incremento di
Ca15-3
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CA 15-3
Dopo meno di tre mesi un raddoppio della concentrazione dell CA15-3 allertava il Clinico sulla possibilità di una progressione. Per il dubbio veniva anticipato il controllo ECO+TAC: progressione epatica. Il clinico ricorreva quindi ad una nuova Terapia: due chemioterapici: Capecitabina e Vinorelbina .
incremen
to Progressione
IMAGING: ECO addome-pelvi e TAC Total body + mdc
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tra
zio
ne La concentrazione del
Marcatore cala lentamente ma progressivamente nei successivi 6 mesi e poi rientra nell’intervallo di riferimento.
CA 15-3
DISCUSSIONE: Il carcinoma mammario metastatico
I principali obbiettivi del trattamento sistemico della malattia metastatica sono:
prolungare la sopravvivenza alleviare i sintomi mantenere o migliorare la qualità di vita evitare la tossicità associata a trattamenti inefficaci
Oggigiorno queste possibilità sono più concrete grazie al continuo allargamento del ventaglio di farmaci disponibili!
Altre opzioni terapeutiche
(chemioterapia di combinazione, terapia ormonale, anticorpi monoclonali)
DISCUSSIONE: Il monitoraggio della malattia
Per il monitoraggio della malattia avanzata,in caso di metastasi ossee, le linee guida della NCCN segnalano per l’imaging funzionale come la PET/TAC, la mancanza, di un insieme di standard riproducibili, convalidati e ampiamente accettati. Da questo punto di vista Le metastasi ossee sono considerate pertanto“malattia non misurabile”.Anche perché la biopsia ossea non è un indagine praticabile frequentemente
Diverso è il caso delle metastasi epatiche per le quali è possibile utilizzare l’Ecografia. Nel caso qui illustrato erano infatti visibili con l’ Ecografia, ma in quel momento la prognosi della paziente non era dettata dalle metastasi epatiche ma dall’infiltrazione midollare
In alcune occasioni quindi la valutazione clinica è stata supportata solo dalla cinetica del marcatore biochimico.
Il CA 15-3 nel caso clinico: considerazioni
Il dibattito sull’utilità della determinazione del CA 15-3 è in corso da molti anni; il monitoraggio della malattia in fase avanzata è tuttavia uno scenario clinico preso in considerazione da varie Linee Guida (AIOM, ASCO, ESMO).
La strategia terapeutica ha comportato varie modifiche dei trattamenti : il CA15-3 ha orientato ad esempio la sostituzione della chemioterapia con la terapia ormonale in una fase in cui l’Imaging risultava immodificato oppure la decisione di anticipare le indagini strumentali confermando quindi l’opportunità di un nuovo trattamento chemioterapico.
Il CA 15-3 nel caso clinico: conclusioni
Nel caso da noi illustrato la valutazione del trattamento, in particolare dopo la biopsia ossea è stata effettuata con l’ausilio del marcatore più che con indagini invasive e Imaging
(la sede di malattia infatti non consentiva l’utilizzo dell’ Imaging e non era possibile il ricorso a ripetute biopsie ossee).
Quali i motivi principali ??
•La paziente presentava metastasi ossea dominante, una condizione in cui i marcatori tumorali possono essere più utili dell’ Imaging
•Un monitoraggio stretto ed una puntuale integrazione di tutte le componenti
•Una valutazione accurata e grafica della cinetica del MT ( “flare”)
•La malattia metastatica indolente della paziente ed una infiltrazione midollare che ha risposto molto bene alla chemioterapia