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IL SOGNO DEL RE E ALTRI RACCONTI La vera storia del cioccolato Bodrato

Il sogno del Re e altri racconti

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Libro di favole sulla nascita dei prodotti dell'azienda Bodrato.

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  • IL SOGNO DEL REE ALTRI RACCONTI

    La vera storia del cioccolato Bodrato

  • IL SOGNO DEL REE ALTRI RACCONTI

    La vera storia del cioccolato Bodrato

    Tesi di:

    Gaia DAguanno

    Maura Gallitelli

    Juan Ricardo Hernndez Verbel

    Elisa Stagnoli

    Giulio Stella

    Sharon Strada

  • LA CORTE AL COMPLETO

  • 5

  • 6RE REGINA

    PRINCIPESSA

    Teobromo Nivis

    Lili

    DUCHESSA DI PANCALIERI

    MARCHESA DI CUNEO

    Arvensis Berlubi

    CONTESSINEDI GARBAGNA

    CONTESSA DI OLEGGIO

    Cerasunta e Giresana Sinnam

    VISCONTE DELLE LANGHE

    Tribolo

    Limino

    BARONI DI SICILIA

    BARONE DEL MONFERRATO

    SinenseScilli

    SIGNORE

    Rubiacio

  • IL SOGNO DEL RE

  • 9

  • ra le basse colline del Piemonte, in un vasto territotorio

    F fertile e ricco viveva lanziano sovrano Oliviero con la sua unica

    figlia Nivis. Essendo egli ormai stanco e affaticato, decise

    di richiamare a corte un valoroso cavaliere delle lontane Americhe,

    a cui la bella Nivis era stata promessa in sposa: si trattava del re Teobromo,

    un giovane dallaspetto fiero e gentile, dalla carnagione bruna e con occhi neri,

    profondi come la notte. Arrivato a Palazzo dopo trenta lunghi giorni di viaggio,

    il giovane port in dono delle fave di cacao, con le quali era in grado di creare

    una bevanda amara tipica delle sue zone.

    I primi giorni a corte per il bel Teobromo non furono semplici:

    parlare con la principessa era impossibile, perch nessuno dei due conosceva

    la lingua dellaltro, e quel dono, che lui recava con tanta dedizione, non piaceva

    a Nivis, per niente abituata a quel sapore cos amaro. Sconsolato per non essere

    riuscito a far breccia nel cuore della principessa con il suo amato cacao, pass giorni

    e giorni girovagando tra i verdi territori piemontesi, alla ricerca di un rimedio.

    Si narra che una sera, stanco e triste, il buon Teobromo si ferm nei pressi

    di una stalla e qui, tra un forte aroma di latte e una lieve brezza, cadde in un sonno

    profondo. Nella sua mente assopita apparvero cascate di latte fresco che si mescolava

    alla polvere di cacao, creando guizzi profumatissimi che si spargevano ovunque.

    Al risveglio il giovane vide in quel sogno la soluzione del suo problema:

    torn a palazzo, si rinchiuse nelle sue stanze e ne usc solo dopo alcuni giorni,

    con una tavoletta dal profumo dolcissimo, dono speciale per la sua principessa.

    La avvolse in una carta sottile e vi pose accanto un biglietto che recava il suo sigillo.

    Quando Nivis la assaggi rimase inebriata: quello era sicuramente il cibo

    pi buono mai esistito, ed era stato inventato solo per lei!

    Finalmente furono celebrate le loro nozze: quel giorno a Palazzo arrivarono i nobili

    di tutto il contado, dalla duchessa di Pancalieri ai conti di Garbagna, dal Visconte

    delle Langhe ai Baroni di Sicilia. Tutti quanti, durante la festa, ebbero occasione

    di assaggiare quel nuovo cibo dal sapore divino.

    Fu cos che il matrimonio tra Teobromo e Nivis sanc in Piemonte ununione

    duratura, che cera una volta e che c ancora oggi.

    T

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  • IL CIOCCOLATOSENZA CIOCCOLATA

  • 13

  • ra le Basse Langhe piemontesi vi era un re molto particolare che viveva,

    in insieme alla sua famiglia, circondato dal cioccolato: nel suo giardino

    vi erano fontane di cioccolata, negli androni del Palazzo erano numerose

    le statue scure e profumate, e nelle sue sale era frequente trovare unguenti e creme

    a base di cacao. Aveva stabilito che tutta la famiglia mangiasse cioccolata almeno tre

    volte al giorno, perch rinvigorisce la mente, rafforza le membra e sazia la pancia!,

    diceva lui. Lili per, ultima delle sue figlie, appena mangiava anche solo un granello

    di cacao, si riempiva di bolle rosse e iniziava a starnutire.

    Vennero chiamati tutti i medici a corte e il responso era sempre lo stesso: Lili non

    poteva mangiare cioccolata. Il re pass giorni e giorni a pensare a un rimedio,

    finch un pomeriggio esclam:Qui ci vuole un cioccolato senza cioccolata!

    Eman cos un bando in paese con cui invitava ogni singolo cittadino a realizzare

    una tavoletta di cioccolato speciale, senza cacao, ma dolce e gustosa allo stesso

    modo. La richiesta venne accettata con gran fervore da tutti, che si adoperarono

    immediatamente, ma senza riuscire nella difficile impresa. Caso volle che in citt

    fosse da poco arrivata una giovane donna delle lontane Americhe, Melipona, abile

    cuoca ed esperta conoscitrice di aromi. Nel suo piccolo orto coltivava una pianta

    dal profumo dolce e delicato, dalla cui lavorazione nasceva una polverina bianca,

    sottile come il cacao. Melipona ne mescol un po a burro e latte e riusc a creare

    una gustosa tavoletta per la principessina. Subito ella stessa la port a corte

    e la fece assaggiare a Lili, che la mangi di gusto senza spiacevoli conseguenze!

    Melipona, inventrice del cioccolato bianco, divent dama di compagnia

    della principessina e tutto il paese fu in festa per 7 giorni e 7 notti per celebrare

    la fortunata scoperta.

    T

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  • LA DUCHESSADI PANCALIERI

  • 17

  • A rvensis, duchessa di Pancalieri, era la dama pi bella di tutto il contado: aveva capelli scuri come la terra e grandi occhi verdi e profondi. La fanciulla passava i giorni nel giardino della sua tenuta, dove vi era una pianta dalle foglie

    profumatissime, dello stesso colore dei suoi occhi. Era talmente tanto

    il tempo che trascorreva l, che quel profumo era divenuto parte di lei,

    e quando usciva in paese quellaroma si spargeva nellaria indicandone

    larrivo. Di ritorno dalle sue passeggiate, di tanto in tanto la bella duchessa

    si concedeva delle soste nella bottega di Pulegio, un giovane cioccolataio.

    I due consumavano l il loro amore segreto, tra laroma del cioccolato

    e la fragranza di menta. Ahim, in poco tempo le voci arrivarono al Duca,

    che subito decise di cogliere i due di sorpresa. Durante un assolato

    pomeriggio di fine estate la duchessa si rec in paese e, come suo solito,

    si ferm a far visita a Pulegio. Pos il suo cestino pieno di menta

    sul bordo di un calderone di cioccolata e si avvicin al suo amato.

    Non passarono che pochi minuti quando il Duca buss prepotente alla porta.

    Di corsa la duchessa usc da un pertugio, ma nella fretta molte foglie

    di menta finirono nel calderone. Pulegio apr la porta e il Duca

    immediatamente entr: sua figlia non cera, ma nellaria si sentiva

    quellinconfondibile odore di menta!

    Mia figlia stata qua, ne sono sicuro!

    N-no n-no signor Duca, le giuro...

    Giuri il falso! Ne distinguo bene il profumo!

    Il giovane, in preda alla paura, gioc lultima carta rimasta:

    N-no signor Duca, quello che lei sente laroma della mia nuova creazione!

    E lo condusse vicino al calderone per fargli assaggiare cioccolato e menta.

    Di colpo lespressione del Duca cambi: quel composto era formidabile!

    Il giovane cioccolataio cos ebbe salva la vita e Pancalieri divenne famosa

    come la patria di un nuovo cioccolatino, il pi fresco e profumato

    mai esistito fino allora.

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  • LELISIR DELLA MARCHESA

  • 21

  • ra le grandi pianure piemontesi, in una tenuta immersa nel verde,

    vi vev a viveva la marchesa di Cuneo insieme ai suoi fedeli servitori e al suo

    s suo gatto, Stolone. Berlubi, questo il suo nome, in giovent era stata

    una delle donne pi belle del contado e non riusciva a rassegnarsi al fatto

    che la sua bellezza, con lavanzare dellet, stesse sfiorendo. Proprio per questa

    ragione aveva chiamato a corte Gorello, famoso saggio e alchimista del luogo,

    e gli aveva chiesto di creare per lei un elisir di eterna bellezza.

    La marchesa aveva fatto costruire per lui un grande laboratorio nel suo palazzo,

    pieno di libri rari, ampolle piene di spezie esotiche e calderoniin grande

    quantitper le sue preziose pozioni.

    Si narra che un pomeriggio, mentre Gorello era intento a sorseggiare della cioccolata

    calda davanti a uno di quei libroni, si intrufol nella stanzaStolone; curioso e attratto

    da tutti quegli odori egli metteva il musetto dappertutto e con la sua lunga coda

    stava facendo strage di tutte le ampolle! Lanziano Gorello prov a rincorrerlo

    per tutta la stanza, ma pi lo inseguiva e pi arnesi si rompevano, fino a quando

    Gorello, ormai impaurito, scapp fuori di gran corsa.

    Dopo aver rimediato a quel disordine infernale, Gorello torn alla scrivania e qui

    trov che tutte le fragole essiccate che stava usando per la pozione, erano cadute

    nella sua cioccolata e che avevano un odore, e soprattutto un sapore, buonissimo!

    Presto corse dalla marchesa e le fece assaggiare quel magico elisir che, se utilizzato

    quotidianamente, le avrebbe certamente giovato alla bellezza e al buon umore.

    Fu cos che nacque il delizioso abbinamento che da sempre mantiene belle

    le golose di ogni dove.

    T

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  • CERA UNA VOLTA UNA CONTESSA,

    ANZI DUE

  • 25

  • l Boero nasce molti anni or sono e ha origine dalle vicende di due gemelline, figlie del conte di Garbagna. Le due contessine, Cerasunte

    e Giresana, erano nate in un soleggiato giorno di Maggio,

    sotto un bellissimo ciliegio che campeggiava nella tenuta, e tra la terra

    e con la terra passavano le loro giornate.

    In tutta la valle erano famose per la loro vivacit e la loro attitudine

    a combinare guai. Tra tutti quei guai, per, ce ne fu uno che ebbe

    risvolti inaspettatamente soavi. Si narra che le due contessine fossero affidate

    a una bizzarra dama, Bo, che era solita far loro il bagnetto nel Dolcetto dOvada,

    un liquido dal profumo mandorlato e dal colore rubino, tipico delle loro campagne.

    Un bel giorno, al termine del bagnetto, le due approfittarono di un attimo

    di distrazione di Bo e sgattaiolarono in una cantina fresca e buia, in cui il padre

    conservava una polvere marrone, densa come la terra e sottile come

    la farina, e l rimasero a sollazzarsi per tre giorni e tre notti.

    Presto tutti si misero alla loro ricerca: guardavano sotto i letti, negli armadi,

    dietro i cespugli, tra gli alberi da frutta... Dappertutto, meno che in cantina.

    Il quarto giorno, prese dalla fame, Cerasunte e Giresana uscirono pian piano

    dalla cantina e si recarono in cucina, dove furono finalmente ritrovate.

    Fu proprio in quellistante, quando la madre le prese tra le braccia e le baci

    sulle guance, che si accorse di un sapore forte e dolciastro.

    Nacque cos la ricetta del cioccolatino Boero, che ricopre una dolce ciliegia

    riposata nel dolcetto dOvada.

    I

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  • PER AMORDI SINNAM

  • 29

  • S ulla riva destra del fiume Ticino, in un territorio verde e rigoglioso, vivevano due importanti casate piemontesi: i duchi di Langosco e i conti di Oleggio. I loro figli, il duca Zelanico e la contessina Sinnam, trascorrevano insieme le loro giornate fin dallinfanzia, giocando

    e correndo tra quegli ampi possedimenti.

    Zelanico, crescendo, si era innamorato della bella Sinnam che, ormai in et

    da matrimonio, era corteggiata da molti nobili. Durante le loro passeggiate, il duca

    aveva spesso provato a farle intendere i suoi sentimenti ma, un po per la timidezza

    di lui e un po per il riserbo di lei, i suoi tentativi non erano mai andati a buon fine.

    Spinto da quel forte desiderio, egli decise di rivolgersi a Tisona, una misteriosa

    vecchina che viveva nel vicino bosco. Questa, esperta di pozioni ed incantesimi,

    gli consegn una boccetta contenente delle stecche di una profumatissima cannella

    che nasceva sulle rive del fiume e che, a suo dire, era il pi potente filtro

    damore mai esistito. Non meno di tre bocconi e la contessina sar tua! gli disse,

    e subito scomparve tra gli alberi in un oscuro sentiero. Come fare, per,

    a far mangiare a Sinnam tre bocconi di cannella? Dopo una lunga notte insonne,

    il duca decise: avrebbe preparato per lei dei deliziosi cioccolatini e allinterno

    vi avrebbe unito quella spezia. Subito si mise allopera e il giorno seguente si rec

    a far visita alla bella Sinnam per una delle loro abituali passeggiate.

    Questa, assai ghiotta di cioccolata e ben lieta del dono, tra un passo e laltro

    li mangi tutti. Il duca allora, rassicurato dalle parole di Tisona, la ferm e sotto

    la luce di uno splendido tramonto le rivel tutto il suo amore.

    La contessa, mossa forse da quel potente filtro o dalle tenere parole di lui, si gett

    tra le sue braccia e finalmente ricambi i suoi sentimenti. Fu cos, per amor

    della contessa Sinnam, che nacque la dolce ricetta del cioccolato alla cannella.

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  • LAPPRENDISTAVISCONTE

  • 33

  • ei territori dellAlta Langa, molto tempo fa, viveva un curioso

    apprendista cioccolataio. Egli non era ricco e non possedeva

    una bottega dove lavorare, ma praticava i suoi gustosi esperimenti

    nel bosco alle pendici di un colle. Nessuno conosceva il suo nome e in paese

    veniva soprannominato Tribolo a causa della sua pancia molto pronunciata

    e perfettamente rotonda. Non aveva amici allinfuori di uno scoiattolo, Nux,

    che portava sempre sulla spalla e con il quale, si diceva, fosse anche in grado

    di parlare. Le sue giornate trascorrevano in quel bosco, a contatto con la natura

    e con il suo amato cacao. Alle prime luci dellalba iniziava a lavorare il cioccolato

    su delle grezze tavole quadrate, al crepuscolo le faceva freddare e di sera

    le gustava sotto un cielo terso e stellato.

    Un fortunato pomeriggio, mentre Tribolo riposava tranquillo sotto le fronde

    di un nocciolo, Nux si accorse di una bellissima scoiattolina sul pi alto ramo

    dellalbero che si agitava e tremava, spaventata forse da quella cos alta quota.

    Subito inizi a correre da un ramo allaltro per raggiungerla, provocando

    una copiosa cascata di nocciole.

    Cadendo, queste andavano a finire sul pancione di Tribolo: qui uscivano dalla

    loro buccia e rimbalzavano, fino ad immergersi nelle tavolette di cioccolata

    ancora fresca. Caso volle che si trovasse a passare di l il re di ritorno

    da una battuta di caccia e che, stanco e affaticato, chiedesse a Tribolo un po

    di ristoro. Il buon apprendista altro non aveva che quel cioccolato misto

    a nocciole e, titubante, glielo offr. Quando il re lo assaggi rimase estasiato:

    quello era sicuramente il cioccolato pi buono di sempre!

    Fu cos, per un caso fortuito, che Tribolo si guadagn il titolo di visconte delle

    Langhe, ebbe in dono una casa, un terreno di noccioli e una fama sconfinata.

    N

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  • UN BARONETTO TUTTO PEPE

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  • el grande palazzo baronale del Monferrato viveva il piccolo

    s Scilli, un bambino vivace e pasticcione, famoso per i dispetti

    c che era solito fare ai malcapitati ospiti della tenuta di famiglia.

    Il baronetto si ingegnava molto per le sue diavolerie e, dai bastoncini in legno

    ai sassolini appuntiti, dalle foglie umide ai nidi di vespe abbandonati, tutto per lui

    era linizio di una nuova marachella.

    Da poco il barone, suo padre, aveva fatto piantare nellorto delle piante di peperoncino,

    ricordo di un viaggio oltre oceano, e ben conoscendo il carattere del figlio,

    gli aveva spesso raccomandato di non toccare quei frutti rossi.

    assai noto per che quanto pi una cosa sia proibita, tanto pi siamo

    spinti a volerla e per Scilli fu esattamente cos: non appena ebbe la certezza di non

    esser visto, sgattaiol nellorto e prese alcuni di quei frutti. Ne morse subito uno

    e in bocca sent crescere come un fuoco!

    Che scoperta eccezionale! Quanti scherzi formidabili ne sarebbero usciti!

    Caso volle che alcuni giorni pi tardi arrivasse in visita la anziana zia Solanace,

    una donna severa e arcigna che il piccolo proprio non sopportava. Scilli aveva

    architettato un dispetto fantastico e aveva organizzato tutto nei minimi dettagli.

    Appena la zia si sistem nella sala da t, in attesa che il barone e la baronessa

    la raggiungessero, Scilli corse da lei a fare gli onori di casa e le offr quei frutti rossi

    provenienti da terre tanto lontane. Solanace accett ben volentieri il gentile omaggio

    e subito ne assaggi uno. Al primo morso il suo volto divenne rosso proprio come

    quei peperoncini! Spalanc gli occhi, cacci fuori la lingua e inizi a farle vento

    con il suo grande ventaglio. Scilli, non ancora soddisfatto, non le pass dellacqua

    ma della cioccolata amara, che la zia mand immediatamente gi.

    La reazione di Solacene stavolta fu inaspettata: sul volto torn il suo naturale

    colorito e comparve unespressione quasi compiaciuta. Il sapore del peperoncino

    misto a quello alla cioccolata era formidabile!

    Proprio in quel momento arrivarono il barone e la baronessa, che furono subito

    messi al corrente della scoperta. Cos Scilli ebbe il merito di quella squisita

    invenzione e grazie a lui fu avviata la produzione del nuovo saporitissimo

    cioccolato al peperoncino.

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  • LIMINOVS

    SINENSE

  • 41

  • S ulla costa orientale della soleggiata Sicilia vivevano due baroni, Limino e Sinense, fratelli gemelli in lite tra loro. Si narra che fu a causa di una donna che i due si divisero, ma la questione fu sepolta non appena entrambi ebbero preso moglie. Vivevano in due ville vicine

    e perfettamente identiche che circondarono di piante diverse per poterle

    identificare: Limino cinse la sua casa con bellissime piante di limoni,

    Sinense con alti alberi di arance e a chiunque arrivasse sulla costa apparivano

    allorizzonte due grandi macchie di colore, una gialla e una arancione

    luminosissime.Un giorno di autunno buss alle loro porte un messo del re

    per metterli al corrente di una grande notizia: colui che, nel giro di un mese,

    avesse portato al suo cospetto il dolce pi buono, avrebbe ricevuto la tenuta

    del Visconte della Maira, loro anziano zio.

    I due, eccitatissimi, iniziarono a pensare ad una ricetta nuova, da tenere

    assolutamente segreta. Dopo giorni di prove e di lunghe e laboriose

    ricette, arriv il momento della partenza ed entrambi si misero in viaggio

    con le loro creazioni. Le loro carrozze arrivarono insieme in Piemonte,

    e i due si presentarono contemporaneamente al cospetto del re. Non appena

    aprirono i grandi bauli con le loro preziose creazioni, in tutta la sala cal

    il silenzio. Entrambi presentavano la stessa ricetta!

    Limino aveva portato le scorze dei suoi limoni ricoperte di cioccolata e Sinense

    le scorze delle sue arance, anchesse ricoperte di cioccolata.

    Il re, divertito dal bizzarro caso e impaziente di assaggiarle, con la mano destra

    ne prese una al limone, con la mano sinistra una allarancia e, prima una e poi

    laltra, le assaggi. Quel gusto era cos nuovo, cos particolare, cos buono,

    che non riusc a scegliere il migliore. E lasci ai golosi a venire lardua sentenza.

    42

  • NESSUN DORMA!

  • 45

  • C ome ogni autunno, per il compleanno della principessina, il re aveva organizzato un grande torneo che richiamava in Piemonte i nobili di ogni dove. Le celebrazioni, della durata di tre giorni e tre notti, erano loccasione preferita dei cioccolatai della zona che,

    rimpinguando di dolci i gareggianti e gli spettatori, avevano modo

    di impressionare tutti con le loro meravigliose creazioni: castelli, giostre, troni

    e perfino corone di cioccolata erano stati esibiti negli anni precedenti, tutti bellissimi

    alla vista e buonissimi al palato. Si narra che quellanno, per celebrare i 10 anni

    della principessa, il re avesse fatto arrivare dal nuovo continente Rubiacio,

    un famoso cioccolataio che girava il mondo insieme al suo pappagallo Evri.

    Per il primo giorno di giochi, Rubiacio costru un fiume di cioccolata che,

    grazie a una fitta rete di tubi e passaggi, arrivava dritto dritto ai sovrani

    per saziarli e allietarli durante gli spettacoli. Il giorno seguente, mentre

    lavorava a un nuovo congegno, arriv da lui un messo del re in affanno

    per riferirgli uninsolita richiesta.

    Il re ha dato ordine che nessun dorma durante lultima notte di torneo!

    Vuole uninvenzione... Una scoperta... Un qualcosa che tenga tutti svegli!!

    Rubiacio inizi a pensare, ma pi si sforzava di concentrarsi e pi veniva

    distratto da un fastidioso e monotono picchettio: Evri, annoiato, stava battendo

    il becco su una cesta piena di cicchi duri e profumati che Rubiacio aveva

    portato con s durante il viaggio. Ma certo! Come aveva fatto a non pensarci

    prima? Avrebbe utilizzato proprio quei semi di caff, sconosciuti in Piemonte

    ma ben noti a lui, che avevano il potere di far passare il sonno e rinvigorire.

    Presto si mise allopera e, mescolando il caff alla cioccolata, cre dei bellissimi

    cioccolatini della stessa forma di quei chicchi. Il re la sera stessa prov

    con i suoi occhi che quei cioccolatini avevano davvero il magico potere

    di tenere tutti svegli!

    Rubiacio fu nominato cioccolataio di corte e per le grandi occasioni fu avviata

    la produzione di cioccolato al caff, che da sempre delizia gli animi e li risveglia.

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  • IL SOGNO DEL REE ALTRI RACCONTI

    La vera storia del cioccolato Bodrato