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 IL VATE D’ANNUNZIO Volo su vienna Nonostante D’Annunzio avesse proferito questa frase estremamente aggressiva, il volo su Vienna non fu una missione militare ma una rilevante operazione politio!psiologia" Il volo su Vienna fu altres# importante per $iversi aspetti" Il primo $i questi, nient’a%atto trasura&ile, ' quello tenio" Il volo infatti, ' per prima osa una s($a ontro i limiti e le apait) $ell’uomo, $ella ma*ina, ontro le on$izioni meteorologi*e, ontro la natura stessa" La missione su Vienna venne i$eata $a D’Annunzio nell’otto&re ++- al ritorno $a un volo su Trento, quan$o a margine $i una fotogra(a aveva sritto .Done a$ metam/ Vienna01 .2ino alla meta/ Vienna1" Il Vate, erto $i poter portare a termine la missione, la propose al 3oman$o 4upremo, ma le apait) teni*e, in relazione all’autonomia $i volo $ei velivoli *e a quel tempo erano in uso alla 5egia Aeronautia, ne sonsigliavano la realizzazione" Infatti l’impresa $i D’Annunzio $oveva essere realizzata on il trimotore 3apr oni 6in uso a quel tempo7, l’utilizzo $ell’aereo era onsi$erato perioloso" Innanzitutto per l’autonomia, avre&&e avuto &isogno infatti $i rifornirsi in territorio nemio, quin$i era assolutamente impossi&ile, per non onsi$erare la veloit) e l’altitu$ine $i volo" Il lavoro $i preparazione $ella missione sare&&e quin$i stato partiolarmente $i8ile" D’Annunzio, *e non era pilota ma 9aggiore osservatore $ella regia Aeronautia militare, $ovette trovare il velivolo a$atto, aumentarne la apait) $i volo e trovare una giornata limpi$a per e%ettuare le prove $i $urata" 5ior$iamo infatti *e a quei tempi il volo era a vista, al massimo on artina, &ussola e ronometro" Il piano si pot' realizzare impiegan$o gli 4V A, 64avoia :V er$uzio: Ansal$o7" ;uesti aerei avevano una apait) $i volo, $i veloit) e $i quota superiore ai 3aproni" D’Annunzio stesso volle $elle mo$i(*e ai ser&atoi per ren$ere l’autonomia $i volo $el velivolo a$eguata" Nel ++< fu autorizzato $al 3oman$o 4upremo a ompiere un volo $i prova $i mille *ilometri su territorio italiano e, nonostante il attivo tempo rius# perfettamente" Nel giugno $el ++= ottenne (nalmente l’autorizzazione al

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IL VATE DANNUNZIOVolo su vienna Nonostante DAnnunzio avesse proferito questa frase estremamente aggressiva, il volo su Vienna non fu una missione militare ma una rilevante operazione politico/psicologica. Il volo su Vienna fu altres importante per diversi aspetti. Il primo di questi, nientaffatto trascurabile, quello tecnico. Il volo infatti, per prima cosa una sfida contro i limiti e le capacit delluomo, della macchina, contro le condizioni meteorologiche, contro la natura stessa.La missione su Viennavenne ideata da DAnnunzio nellottobre 1915 al ritorno da un volo su Trento, quando a margine di una fotografia aveva scritto Donec ad metam: Vienna! Fino alla meta: Vienna.Il Vate, certo di poter portare a termine la missione, la propose al Comando Supremo, ma le capacit tecniche, in relazione allautonomia di volo dei velivoli che a quel tempo erano in uso alla Regia Aeronautica, ne sconsigliavano la realizzazione. Infattilimpresa di DAnnunzio doveva essere realizzata con il trimotore Caproni (in uso a quel tempo), lutilizzo dellaereo era considerato pericoloso. Innanzitutto per lautonomia, avrebbe avuto bisogno infatti di rifornirsi in territorio nemico, quindi era assolutamente impossibile, per non considerare la velocit e laltitudine di volo. Il lavoro di preparazione della missione sarebbe quindi stato particolarmente difficile.DAnnunzio, che non era pilota ma Maggiore osservatore della regia Aeronautica militare, dovette trovare il velivolo adatto, aumentarne la capacit di volo e trovare una giornata limpida per effettuare le prove di durata. Ricordiamo infatti che a quei tempi il volo era a vista, al massimo con cartina, bussola e cronometro.

Il piano si pot realizzare impiegando gli SVA,(Savoia-Verduzio-Ansaldo).Questi aerei avevano una capacit di volo, di velocit e di quota superiore ai Caproni. DAnnunzio stesso volle delle modifiche ai serbatoi per rendere lautonomia di volo del velivolo adeguata.Nel 1917 fu autorizzato dal Comando Supremo a compiere un volo di prova di mille chilometri su territorio italiano e, nonostante il cattivo tempo riusc perfettamente. Nel giugno del 1918 ottenne finalmente lautorizzazione al compimento della missione. Limpresa si sarebbe compiuta entro i primi dieci giorni di agosto con undici velivoli SVA.Il Comando Supremo per ci tenne a precisare:

Il volo avr carattere strettamente politico e dimostrativo; quindi vietato di recare qualsiasi offesa alla citt Con questo raid lala dItalia affermer la sua potenza incontrastata sul cielo della capitale nemica.Sar vostro Duce il Poeta, animatore di tutte le fortune della Patria, simbolo della potenza eternamente rinnovatrice della nostra razza.Questo annunzio sar il fausto presagio della Vittoria.

Alle ore 05:50 del 9 agosto 1918 gli uomini dell87a squadriglia La Serenissima decollarono con gli undici aerei SVA (di cui solo uno biposto, espressamente modificato da DAnnunzio, pilotato dal Capitano Natale Palli), pilotati da Palli, Locatelli, Allegri, Sarti, Ferrarin, Censi, Aldo Finzi, Granzarolo, Masprone e Contratti.I velivoli di Ferrarin, Masprone e Contratti dovettero atterrare subito dopo il decollo, mentre Sarti a causa di problemi tecnici al motore dovette atterrare sul campo Wiener-Neustadt sabotando lo SVA prima di essere catturato. I rimanenti sette SVA volarono sul cielo di Vienna verso le 9.20 e dopo aver effettuato delle foto iniziarono il lancio di cinquantamila volantini scritti da DAnnunzio, e trecentocinquantamila volantini tricolore, con traduzione in tedesco, del testo scritto da Ugo Ojetti, che invitavano gli austriaci alla resa.Gabriele D'Annunzioper la stesura dei suoi primi romanzi si rifece molto al superomismo nietzschiano. Infatti molti dei temi toccati nelle opere dannunziane sono quelle della ricerca del protagonista nel diventare un ascetico, un essere perfetto in grado di controllare la Natura, le passioni che provengono da essa, e perfino le passioni stesse che egli prova stando con le sue amanti. Un elemento forse che separa D'Annunzio dal superomismo di Nietzsche proprio il fatto della relazione amorosa del protagonista "superuomo" con le donne. Non vi opera nella produzione di D'Annunzio in cui il protagonista non sia solo senza una donna.Ad esempio neL'innocenteil protagonista Tullio ha vari rapporti amorosi con la sua donna e dopo che viene a conoscenza dell'esistenza di una via per arrivare a guardare la sua esistenza senza dolore, abbandona per sempre l'amata. Tuttavia questa incinta e cos Tullio si ritrova come frenato nel percorrere il suo percorso filosofico all'infuori della vita terrena. Egli fortemente collegato al suo mondo perch ora sta per diventare padre. Per liberarsi di quel calvario uccide il figlio non appena nasce.NelTrionfo della morteil nobile protagonista Giorgio, la cui stirpe pone le radici nella citt abruzzese diGuardiagrele, distrutto proprio dal fatto che possiede un'amante troppo invadente: Ippolita. Giorgio, dopo aver trovato una delusione nel tornare nel suo paese d'origine daRoma, si trasferisce in una casa aSan Vito Chietinosopra un eremo che oggi chiamato "Eremo Dannunziano". Ma neanche l trova la pace, perch si accorge che un male lo tormenta. Pian piano Giorgio scopre che l'origine del suo male di vivere proprio Ippolita stessa, dissuadente e infantile. Nel romanzo ci sono molte citazioni dalCos parl Zarathustrain cui Giorgio cerca di emulare, senza riuscirci, i dettami del filosofo nietzschiano. Dopo aver avuto un'ennesima delusione nell'essersi accorto come la gente della sua terra d'Abruzzofosse caduta in basso, Giorgio focalizza definitivamente in Ippolita la suaNemica, la ragione del suo male. Disperato egli si suicida coinvolgendo anche l'amante.NelFuocotutto cambia: Stelio un uomo acceso dalla passione per l'arte e per la fama, gi consapevole di essere "superuomo". L'oggetto del suo desiderio ovviamente sono sempre le donne nude e cos Stelio si sazia sia della consapevolezza di essere "superuomo nietzschiano" che del suo potere sulle donne. Infatti ne ama molte, consapevole inoltre di essere un favorito del compositoreRichard Wagner. Quando muore costui, Stelio ha un attimo di debolezza, ma non si perde d'animo. InForse che s forse che noi protagonisti sono molti e il tema del superuomo gi in secondo luogo, perch la tragedia giganteggia nelle varie storie.

NIETZSCHEl terminesuperuomorappresenta la traduzione originale che fu data all'espressionebermensch; tuttavia rilevante l'interpretazione successiva diGianni Vattimo, il quale afferma che la traduzioneoltreuomo, secondo lui pi letterale, risulta pi appropriata e rispecchia meglio l'ideale portato da Nietzsche[2]. Questa traduzione per contestata dal filosofo Domenico Losurdo[3].Altri autori che usarono il termine, bench con un diverso contenuto semantico, furono il teologoHeinrich Mller, nell'operaGeistliche Erquickungsstunden(1664),Johann Gottfried von Herdere il filosofo indianoSri Aurobindo.Johann Wolfgang von Goetheha usato il termine in senso ironico nelFaust(Welch erbrmlich Grauen fasst bermenschen dich!, parte I, scena I, v. 490) e nella sua poesiaZueignung(1787).Il superuomo abbandona le ipocrisie dei moralisti e afferma se stesso, ponendo di fronte alla morale comune i propri valori. Egli identifica il ritorno al mondo del pensiero dionisiaco, guidato dallepassioni. Nietzsche convinto dell'esistenza di un'unica vita terrena, legata alla corporeit fisica; l'uomo dunque solo corpo e deve lasciarsi guidare dalle propriepulsioni, lacerando cos il "Velo di Maya" introdotto daSchopenhauer, ovvero la Volont che opprime l'individuo.Lo scopo del superuomo non posto in un universotrascendente, matrascendentaleche punta alla felicitimmanentetramite la capacit creativa. Egli visto come il grado pi alto dell'evoluzione, ed esercita il diritto dettatogli dalla forza e dalla superiorit sugli altri. Questo diritto gli si presenta tuttavia anche come dovere di contrapporsi all'ipocrisiadella massa e va contro la stessa tradizionale etica del dovere. Il superuomo contrappone al "Tu devi!" cristiano il nietzschiano "Io voglio!".

Ritratto diZarathustra, il filosofo persiano ripreso da Nietzsche nell'operaCos parl ZarathustraNel concetto di superuomo essenziale lavolont di potenza, che va vista come movente della storia dell'uomo. Essa si presenta nella creazione della natura cos come nelle strutture sociali, e va continuamente oltrepassata. Nel superuomo non rientra tuttavia alcuna prospettiva diviolenzao spirito di dominio. Nietzsche non va assolutamente inteso come precursore diHitler, in quanto nella figura del superuomo non viene identificato un capo carismatico, ma un annunciatore di una nuova figura di uomo.Zarathustra colui che rende l'uomo consapevole di essere solo un ponte verso una sua pi completa e "umana" affermazione, nella quale si serve di un supplemento di coscienza e di spirito per adempiere al soddisfacimento della propria esistenza. Nonostante esso sia un modello del tutto a-morale, non pu essere identificato come celebrazione delgermanesimo, n con ilsuperomismolegato al modello estetico diGabriele d'Annunzio.Ma tutto questo una violenza sull'opera di Nietzsche: non mai stato nazionalista, anzi. Detestava quelli che osannano il nuovo stato "Germania" nato nel 1871. Detestava l'antisemitismo che andava di moda in quell'epoca. Certo, Nietzsche contraddittorio, alcuni aspetti della sua opera si prestano ad essere interpretati in modo tendenzioso. Soprattutto il concetto di "bermensch" che stato tradotto "uomo superiore" o "superuomo" stato usato dai nazisti identificandolo con l'uomo superiore della razza ariana.

In realt il concetto di "bermensch" corrisponde pittosto ad un "oltre-uomo", cio ad un uomo che va oltre i limiti posti dalla tradizionale metafisica. Questo "bermensch" ha, secondo Nietzsche, abbandonato ogni fede, ogni desiderio di certezza, per reggersi "sulle corde leggere di tutte le possibilit". Non subisce i valori tradizionali, bens crea quelli nuovi. Il "superuomo" di Nietzsche un uomo senza patria n mta che ama la ricchezza e la transitoriet del mondo. Questo ovviamente un concetto dell'uomo che non ha niente a che fare con quello del nazismo.

Ilmito del Superuomo, nella prima met del secolo scorso, non affascina solo lambiente letterario, ma anche quello politico, anche se le questioni di tale ambiente rimangono estranee al filosofo, dato che il nazionalismo per lui un punto di vista troppo angusto. Egli toccato solo da una questione che gi stata messa in gioco nel suo tempo e particolarmente in Germania: lantisemitismo. Il suo rifiuto energico, spesso direttamente astioso di questo movimento, che determin la rottura perfino con lunica sorella, le sue numerose conoscenze ebree, ci fanno oggi apparire completamente incomprensibile il fatto che la Germania razzista del 1933 potesse esaltare proprioNietzschecome "suo" filosofo. E ancor pi grottesco si fa poi la storia, quando si viene a sapere che larchivio nietzschiano di Weimar, temporaneamente covo ideologico di questa idea di Stato, era stato fondato con capitali ebrei!Linterpretazione nazista di Nietzsche, che ha trovato la pi emblematica espressione nel libro di Alfred Baeumler "Nietzsche, il filofoso e il politico" (1931), stata facilitata da una singolare vicenda filologica, consistente nel fatto che la sorella, Elisabeh Forster-Nietzsche, nel desiderio di fare del fratello il teorico di una palingenesi reazionaria dellumanit, non esit, dopo essersi impadronita degli inediti, a manipolare i testi del filosofo, pubblicando nel 1906 la "Volont di potenza" nella quale il pensiero di Nietzsche assume quella fisionomia anti-umanitaria ed anti-democratica sulla quale far leva la lettura nazista.Nella cultura tedesca tra le due guerra,Baeumlergioca un ruolo di primo piano. Egli pu essere considerato il filosofo classico della cultura di quel tempo, anzi, il maestro cui si rifanno molti intellettuali delpartito nazionalsocialista. Come esprime lo stesso titolo della sua opera, Baeumler sostiene la tesi che Nietzsche sarebbe a un tempo filosofo e politico; non a caso lo studio si divide in due parti fondamentali, rispettivamente intitolate "Nietzsche filosofo" e "Nietzsche politico", che sono tra loro strettamenta unite. Con ci Baeumler vuole sottolineare che nel pensiero nietzschiano non si pu distinguere il momento teorico da quello pratico. Tale unit inscindibile tra teoria e prassi viene messa particolarmente in evidenza nella seconda parte del suo studio, quando considera Nietzsche come un "pensatore esistenziale", la sua tematica culturale non si esaurisce nelle polemiche che egli conduce in tutti i suoi scritti nei confronti della cultura del suo tempo, ma sorretta da unimpostazione metafisica che si esprime nella sua dottrina della volont di potenza.Lopera che va sotto la denominazione di "Volont di potenza", secondo Baeumler, rappresenta il complesso dei pensieri postumi del filosofo, collegati tra loro secondo una interna coerenza; essi presentano un pensare che ci richiama da vicino quello eracliteo. Considerare uomo e mondo secondo una concezione eraclitea significa considerarli in uncontinuo divenireche come tale non pu mai esaurirsi. Tale concezione filosofica prende il nome di "realismo eroico". Cos le due espressioni "pensiero esistenziale" e "realismo eroico" sono in fondo affini e intendono mettere in luce un filosofare eracliteo come continuo superamento, anzi, come continua lotta. Ora, proprio il concetto di lotta (Kampf), inteso appunto in senso metafisico porta Baeumler a cogliere lunit del filosofare nietzschiano nei due momenti indissolubili, quello teorico e quello pratico. In altre parole, il concetto metafisico di lotta presenta il terreno comune tra filosofia e politica. si pu cos dire che Nietzsche filosofo in quanto politico o, che lo stesso, politico in quanto filosofo. Cos riceve un senso nuovo lindividualismo nietzscheano, dato che lessenza dellindividuo pu realizzarsi solo in una dimensione politica che trova la sua espressione ultima nella concezione dello stato. Lo Stato riceve in tal modo una sua configurazione metafisica, anzi, si rivela come lespressione ultima del filosofare eroico o del filosofare esistenziale. Baeumler convinto che, sebbene non si possa dedurre dagli scritti di Nietzsche una dottrina sullo stato, tuttavia le sue riflessioni aprono la via per una nuova dottrina su di esso. Daltra parte, pure convinzione di Baeumler che il ben noto individualismo nietzscheano non esclude un suo legame intrinseco con lo Stato. Infatti, se Nietzsche parla di individuo, egli intende alludere soltanto alla superiorit dello spirito e non gi a una dimensione anarchica dellindividuo. Anzi, Baeumler ritiene che sia possibile mettere in luce nel pensiero di Nietzsche un terreno comune tra questa concezione dellindividuo come superiorit dello spirito e la dimensione del collettivo a partire dalla tematica del corpo che centrale nel filosofare nietzscheano. Non occorre far notare che per Baeumler il terreno del collettivo nel quale si radica il momento di individualit non tanto un vago concetto di umanit quanto ununit concreta, come pu essere una razza, un popolo o uno stato. Del resto Baeumler di avviso che chi pensa secondo langolo visivo del corpo, non pu essere un individualista nel senso negativo del termine.Daltra parte, il singolo batte il cammino della grandezza solo quando partecipa delle tensioni che hanno luogo tra le unit storiche del mondo. Sotto questo aspetto si pu vedere come il momento filosofico incominci a prendere forma proprio in quello pratico che, come detto, trova nel concetto di stato lespressione filosofica pi alta. Ora, se si tiene presente tale filosofare eroico o filosofare esistenziale, assume un suo preciso significato, la concezione del Superuomo che non sarebbe altro, secondo Baeumler, che unespressione per denotare tutto ci che eroico nel puro concetto terrestre.Zarathustra sarebbe proprio colui che annuncia tale pensiero esistenziale ed eroico a un tempo.Questo spiega perch Baeumler faccia di continuo presente che con la sua interpretazione egli intende porsi decisamente in polemica con quella interpretazione che egli denomina dionisiaca e che purtroppo predominante nei primi decenni del secolo. Baeumler convinto che ponendo in primo piano la componente dionisiaca che senza dubbio presente in Nietzsche, ci si espone al pericolo che rimanga in realt coperta la dimensione autentica del suo filosofare. Nietzsche in primo luogo amico dei Greci ed scolaro di Eraclito e non gi di Dioniso. Senza dubbio, proprio questa interpretazione del Superuomo porta Baeumler alla convinzione che il pensiero delleterno ritorno non pu rientrare nellambito del filosofare nietzscheano che dominato da una interna coerenza. Questa data proprio dal carattere eracliteo del mondo.Di qui la conclusione che laconcezione delleterno ritorno, che sostiene una concezione dionisiaca del reale, si trova in opposizione alla concezione eraclitea e perci non pu rientrare nel pensare unitario tipico della problematica nietzscheana. In fondo, la concezione delleterno ritorno pu essere considerata come concezione di unesperienza personale e non pu quindi essere inserita nel contesto oggettivo di un sistema unitario e coerente come appunto quello nietzscheano. Quindi il rapporto tra la dimensione delleterno ritorno e quella della volont di potenza soltanto un rapporto esterno e non gi interno. Leterno ritorno non rientra nellambito dellaccadere dellessere. Si pu dire pertanto che la concezione delleterno ritorno a livello religioso, mentre quella della volont di potenza a livello filosofico. Questo comporta che la concezione delleterno ritorno non pu pi rientrare nella problematica della verit, che ha luogo soltanto su un terreno strettamente filosofico come quello della volont di potenza. Nelleterno ritorno domina ladimensione dellamore, mentre nella volont di potenza domina lopposizione, la divisione, la lotta, che sono momenti tipici della dimensione eraclitea. Nietzsche ha voluto in tal modo delineare limmagine di un filosofo aperto al rischio, il quale ha il coraggio di opporsi al filosofare sognatore, chiuso in una realt religiosa e mistica che rappresenta appunto la realt del dionisiaco.Secondo Baeumler, inoltre,la dimensione politica del pensiero di Nietzsche ha anche una valenza storica. Il filosofo fa propria la tematica nietzscheana del destino, la forza che agisce nella storia sarebbe in fondo solo quella del destino e non gi quella del singolo essere umano. Secondo questo modo di considerare il reale, le azioni sarebbero momenti accidentali a servizio di unidea. Ci porta per alla conseguenza che viene offuscato il fondamento ultimo della stessa azione. In fondo, Baeumler vuole mettere in guardia il tedesco da quella visione storica secondo la quale le singole rivoluzioni che ci sono state in Germania non avrebbero fatto altro che preparare ci che nella cultura del suo tempo viene riconosciuta come "la rivoluzione tedesca". A suo avviso non ha senso enumerare i motivi che hanno concorso al successo di queste rivoluzioni, poich ci significherebbe scambiare la fisiologia con la politica. fondamentale, per capire il pensiero di Baeumler a riguardo, tener presente che nel terreno nietzschiano della tematica politica non si deve distinguere il piano della possibilit dal piano della realt. Questo implica che si deve finalmentesuperare la concezione di una idea che agisce sulla storianon solo sul piano puramente teoretico ma pure su quello pratico. La rivoluzione autentica non frutto di una pura somma di azioni ma qualche cosa di pi profondo che secondo Baeumler sarebbe dato da una forza misteriosa che sin dai tempi antichi conosciuta come destino. Solo in forza di questo si pu parlare di autentica unit. Il momento di unit non segue lazione ma ci che la precede. determinante quindi il momento di anticipazione che ha luogo in una dimensione di decisione che sfugge alla comprensione del singolo. Il momento profondo di tale unit non per a livello di pura idea ma soltanto a livello di unesistere fattuale. Cos, lazione storica non il momento particolare che deve essere realizzato nellambito di un orizzonte pi generale, ma quella sua realizzazione fattuale il segno di una forza misteriosa che in s dominata dalla legge della necessit.Secondo Baeumler,Hitlernon ha criticato laRepubblica di Weimarcon argomenti a livello teorico, ma la sua stessa azione in quanto azione storica si pone come critica a tutto lapparato culturale che sosteneva la concezione di una simile repubblica. In altre parole, la legittimit dellazione di Hitler da cogliersi solo nel fatto della sua azione. Agli occhi della borghesia ci doveva essere considerato come una mostruosit. Per proprio tale carattere di mostruosit sarebbe tipico di chi agisce. Il popolo tedesco deve pertanto, secondo Baeumler, divenire cosciente dellagrandezza delle singole azioni del Fuhrer, anche se queste hanno un simile carattere di mostruosit. Questo momento del resto contenuto nella dimensione esistenziale di decisione, che supera il puro piano individuale per rivelarsi come decisione del destino. Nella decisione non c fiducia in un particolare svolgimento di unazione considerata in un contesto pi ampio, ma c solo la fiducia nellazione per s stessa. Il rapporto di chi compie lazione si conclude solo con la propria decisione che fa tuttuno con lorizzonte del destino.Perci, secondo Baeumler,le azioni di Hitler ricevono il loro senso profondo nel loro contesto politico come azioni in rapporto con lorizzonte del destino. Si tratta di azioni del tutto particolari che superano il piano etico, dato che ricevono il loro senso ultimo soltanto dalla realt della decisione. Queste considerazioni ci mostrano il momento di fondo in forza del quale possibile distinguere lazione politica dallazione non-politica. Pertanto, lazione diventa politica solo perch si trova in rapporto con la dimensione del destino. Si deve pure precisare che solo cos tale azione politica diventa unazione storica. Inoltre il momento storico determinante acquista la dimensione di grandezza solo se mantiene la sua carica esistenziale originaria della quale il sigillo vivente. Ci implica il problema di uneducazione autenticamente politica. Si capisce cos perch Baeumler dica che lautentica educazione politica per il popolo tedesco consiste nel tener lo sguardo aperto alla misteriosa forza del destino. In tal modo, Baeumler mette in rilievo un rapporto intrinseco tra la sua posizione dellessere nietzscheano come volont di potenza, con la concezione politica del nazionalsocialismo. O meglio, Baeumler intende dare a tale concezione un fondamento filosofico, anche se riconosce i limiti profondi della problematica nietzscheana nellambito di tale cultura: in Nietzsche il concetto di vita non viene inteso in modo univoco in chiave biologica di razza.Nellambito del nazionalsocialismo un altro interprete del pensiero di Nietzsche Oehler. Egli vede nel filosofo ilmomento culminante di tutta lanima tedescache nel corso della storia tende nostalgicamente a realizzare il sogno romantico di grandezza di tutto un popolo, che diventa realt solo grazie a Hitler. Purtroppo Oehler affascinato dalla figura di Hitler in modo tale che talvolta arriva ad offuscare la stessa figura del filosofo. Cos, Hitler viene considerato non solo come uomo deccezione per le sue qualit personali, ma soprattutto comeuomo del destino, il cui compito sarebbe proprio quello di realizzare la missione storica del popolo tedesco. Hitler diventa la pi autentica realizzazione storica del Superuomo nitzscheano.Ci spiega perch Oehler intrecci di continuo alla tematica di Nietzsche dei brani presi dall'operaMein Kampfdi Hitler. L'interpretazione nazista del filosofo trova una sua giustificazione anche nella critica nietzscheana del popolo tedesco e della Germania: secondo Oehler, infatti, egli critica solo la cultura tedesca del suo tempo, poich la struttura dello Stato molto lontana dal creare ci che solo ilTerzo Reichstava creando; inoltre, il filosofo si mostra contro la democrazia perch essa rivela un triste livellamento dei pi autentici valori della persona. La democrazia rappresenta la perdita della fede nei confronti dell'uomo grande. Di conseguenza, tale forma di Stato porta al nichilismo, la cui espressione storica pi oggettiva sarebbe data dal Marxismo. Pertantonella sua lotta contro il marxismo Hitler pu considerarsi il Superuomo capace di superare il fenomeno culturale del nichilismo.Molto nota anche un'altra interpretazione del pensiero nietzscheano, fornita daWalther Spethmann, e che considera il Superuomo non soltanto sotto l'aspetto politico, ma addirittura sotto l'aspetto famigerato dell'igiene della razza. Secondo lui la cultura politica doveva ricevere il suo significato e quindi la sua ultima giustificazione solo dal potere, o pi esattamente solo da coloro che via via si succedevano nell'affermazione del potere. Spethmann difende Nietzsce dalle accuse di follia e di ateismo affermando che se il filosofo si mostra critico nei confronti della Chiesa cristiana, lo fa perch vede in essa uno strumento politico, dato che la Chiesa pretende di ridurre tutti gli uomini alla stesso livello di eguaglianza.La dottrina del Superuomo e quindi la distinzione tra signori e schiavi viene letta alla luce della dottrina del Nazionalsocialismo come eliminazione dei malati e dei deboli per la formazione di una razza superiore che deve dominare su altri popoli. Anzi, Spethmann si rif eslicitamente a Hitler come a quelli cui dato il compito di formare una razza pura che deve coincidere con quella autenticamente germanica.AncheMuller-Rathenowinterpreta la figura di Hitler come nuova espressione storica del Superuomo: per Hitler, come Fuhrer destinato da Dio, determinante, come nel Superuomo nietzscheano, la volont di potenza intesa come forza che non ha altro scopo che quello dell'ebbrezza dionisiaca dell'atto continuo di forza.Tutte queste riflessioni essenzialmente di natura politica sulla dimensione del Superuomo nietzscheano mostrano come l'ambiguit e talvolta la scarsa chiarezza della concezione del filosofo abbiano condotto gli esponenti dell'ideologia nazista ad usufruire del suo pensiero, in realt esente da ogni carattere politico, per giustificare una cultura che prevede come fine ultimo la conquista del potere assoluto e lideologia di un uomo, che stato per lEuropa come la nube che porta con s la folgore: Hitler.BIOTECNOLOGIE BIOETICALaffermazione del pluralismo etico dipende da svariati fattori, tra i quali un ruolo significativo spetta al progresso tecnologico tipico della nostra societ. Mezzi di trasporto sempre pi rapidi consentono a un gran numero di persone di muoversi nel mondo e di venire a contatto con culture diverse; i progressi in ambito biologico e sanitario consentono di superare i vincoli naturali e mettono in discussione il principio della sacralit della vita: ora che la tecnica ci consente di controllare i processi biologici, perch non modificarli al fine di soddisfare le esigenze umane? Nel tentativo di dare risposta a questo interrogativo si manifestano le nuove esigenze di autonomia che portano allaffermazione del pluralismo etico. Daltra parte, quando con tecnica si intende la tecnologia genetica, il problema dellintervento sulla vita assume i contorni di una pervasivit inquietante: le biotecnologie, infatti, a differenza di ogni altra tecnologia tradizionale, giungono ad 3 investire contemporaneamente la salute umana, lambiente, il rapporto tra scienza e societ, leconomia, prospettando una nuova concezione della medicina stessa e prima ancora una nuova rappresentazione del corpo umano. Sono motivi che richiedono: un approccio etico complesso che sappia contemperare criteri, valutazioni, scelte tra considerazioni di ordine differente che si traducono in ultima analisi nel difficile ma irrinunciabile bilanciamento tra efficienza economica, giustizia sociale, tutela dei diritti individuali. (Comitato Nazionale per la Bioetica, Considerazioni etiche e giuridiche sullimpiego delle biotecnologie, 2001). 2. LA RIVOLUZIONE GENETICA: BASI SCIENTIFICHE La determinazione adeguata di ogni approccio etico, soprattutto poi quando si tratti di un approccio cos complesso, deve partire da una chiara definizione di campo. Il documento del Comitato fornisce al riguardo due definizioni: in senso lato, le biotecnologie possono essere definite come un insieme di procedimenti tecnici atti a modificare la struttura e la funzione di organismi viventi per la produzione di materiali biologici utili nella medicina, nellindustria e nellagricoltura.. La definizione pi ristretta coincide con il concetto di ingegneria genetica: le tecniche del DNA ricombinante usate per modificare geneticamente organismi viventi a fini terapeutici o produttivi. Prima di passare a questioni specificamente etiche sollevate dalluso dellingegneria genetica, necessaria una sintetica esposizione delle basi scientifiche e delle applicazioni biotecnologiche di quella che pu essere chiamata a giusto titolo la rivoluzione genetica. Queste le acquisizioni che tra il 1940 e il 1970 avviarono questa rivoluzione: - la scoperta della natura chimica della sostanza portatrice dellinformazione genetica, lacido desossiribonucleico, il DNA; - la definizione della struttura chimica del DNA, una lunga macromolecola in cui si succedono in serie continua quattro diverse molecole (Adenina, Guanina, Citosina, Timina), supportate da uno scheletro fosfo-desossiribonucleico; - la determinazione della struttura spaziale del DNA, una lunga macromolecola a doppia elica; - la scoperta infine del codice genetico e cio il linguaggio in cui linformazione implicita in ogni gene scritta insieme al processo della sua decodificazione. Su queste basi si fonda la rivoluzione genomica: ogni organismo vivente porta inscritto in ogni sua cellula un programma, il genoma appunto, dalla cui attivit coordinata e integrata con migliaia di altre informazioni, trasmesse da cellula a cellula, dipende fondamentalmente tutto il suo sviluppo e il suo funzionamento. In alcuni esponenti si cercato di vedere nel genoma immutato il luogo dellidentit pi profonda dellessere vivente, quasi unanalogia con lentit chiamata classicamente anima. Contro un tale modo di argomentare, non sono mancate significative obiezioni, di carattere scientifico innanzitutto, dal momento che la rappresentazione di un genoma assolutamente stabile non affatto sostenibile scientificamente: ogni organismo vivente, infatti, soggetto a cambiamenti pi o meno spontanei del patrimonio genetico, senza che questo porti ad un mutamento della specie. Unanalisi attenta degli argomenti difesi dagli avversari di ogni forma di ingegneria genetica fa emergere lanalogia tra gli argomenti di oggi e quelli che i creazionisti di ieri portarono in campo contro la teoria darwiniana dellevoluzione. Allora si difendeva il fatto che le specie fossero state volute da Dio cos comerano, mentre oggi si ripete la medesima figura argomentativa, passando dalla specie al genoma e alla sua integrit. (si veda per es. gli argomenti contro la realizzazione di animali transgenici o contro lo xenotrapianto) Sulla base delle acquisizioni sopra riportate, due scoperte aprirono, nei primi anni settanta, la via 4 allingegneria genetica: - la scoperta di enzimi nucleari capaci di riconoscere e tagliare il DNA in siti specifici; - la scoperta del DNA ricombinante, tecnica che permette di tagliare segmenti di DNA dal genoma di una cellula e di inserirli mediante un vettore in altre cellule, le quali possono replicare il segmento miliardi di volte durante la proliferazione cellulare. 3. Questioni etiche nella ricerca genetica di base: il sequenziamento del genoma umano Sotto forma di bozza di lavoro, lannuncio dellavvenuta decifrazione dellintera informazione genetica umana stato dato il 26 giugno del 2000, alla fine di unimpresa durata 12 anni e conclusa con qualche anno in anticipo, visto che la realizzazione della bozza era prevista per il 2003, cinquantenario della determinazione del modello strutturale del DNA ad opera di Crick e Watson. I risultati definitivi sono stati pubblicati su Nature del 15 febbraio 2001 e su Science del 16 febbraio, firmate rispettivamente da Collins, direttore dello Human Genoma Project consorzio internazionale pubblico e da Venter, direttore dellindustria biotecnologica privata Celera Genomics. La decifrazione del genoma umano ha una portata simbolica molto vasta, segnando linizio di una nuova era scientifico-tecnologica, caratterizzata dalla presa di potere da parte delluomo sulla struttura intima dellorganizzazione del vivente. Troppo preoccupati forse dalla gestione delle nuove potenzialit diagnostiche e terapeutiche fornite dal sequenziamento del genoma umano, scienziati, medici e esperti di bioetica non affrontano ancora adeguatamente questioni pi radicali: il fenomeno della vita, della sua origine e della sua evoluzione pienamente spiegabile in termini di uninterazione tra geni e fattori ambientali, oppure non riducibile ad unesclusiva dinamica biochimica, per quanto questa sia essenziale al suo funzionamento? Rischio: una semplificazione fuorviante della novit costituita dalla scoperta del codice della vita. Segno di questa semplificazione pu essere il ricorso acritico a metafore ingannevoli come programma, progetto, fotocopia, istruzioni, stampi: esse contribuiscono al diffondersi dellerronea idea che conoscere i geni equivalga a conoscere la persona, come se fosse possibile disporre di un supporto magnetico in cui sia iscritto il proprio profilo e codice genetico, e lidentit personale (concetto filosofico-ontologico) fosse riducibile o riconducibile alla sequenza delle basi biochimiche del DNA. 4. Questioni etiche nella genetica applicata in campo vegetale: il dibattito sugli OGM Sono ormai diverse in campo vegetale le variet di organismi geneticamente modificati (OGM). Si producono e si commercializzano variet di frumento, mais, patata, pomodoro, riso, soia. In campo vegetale si ricorre alla manipolazione genetica essenzialmente per aumentare la resistenza delle piante agli insetti e ai parassiti (es. il mais Bt), agli erbicidi (in modo tale che possibile irrigare i campi con diserbanti senza danneggiare le piante modificate geneticamente), alle condizioni ambientali (es. una variet di cotone che ha bisogno di poca acqua e pu quindi essere coltivato in zone desertiche. 4.1. Biotecnologie e fame nel mondo Ragioni a favore: la disponibilit di piante geneticamente modificate altamente produttive e 5 resistenti a condizioni ambientali difficili e a parassiti ridurrannoo i costi e aumenteranno le produzioni di cibo. > Grande opportunit per i Paesi poveri. Ragioni contro: lintroduzione delle monoculture intensive, favorite dal ricorso agli OGM, contribuisce a spezzare il legame tra i contadini e la propria terra. Richiedendo inoltre forti investimenti di tecnologia, le specie transgeniche sono adatte a fattorie di medie e grandi dimensioni. Inoltre, i semi transgenici venduti dalle aziende sono sterili e dunque ad ogni semina i contadini devono provvedere a nuovi acquisti. > I piccoli produttori sono costretti a vendere i propri campi. 4.2. Biotecnologie e biodiversit Ragioni a favore: nulla di quello che oggi coltiviamo naturale, essendo stato da sempre selezionato dalluomo in vista della produzione di piante con migliori caratteristiche. Le biotecnologie non sono poi cos rivoluzionarie permettendo di fare la stessa cosa in tempi pi accelerati. Ragioni contro: la diffusione degli OGM esalta ed aggrava la tendenza dellagricoltura moderna alla monocultura intensiva. Se questo processo di omologazione si dovesse estendere, la riduzione delle variet tenderebbe veramente a diventare catastrofica. 4.3. Biotecnologie e sicurezza alimentare Ragioni a favore: per essere giudicato idoneo alla commercializzazione, un prodotto ogm destinato allalimentazione passa attraverso tutti i controlli del suo analogo naturale. Esperimenti hanno dimostrato che, sul breve periodo almeno, lassunzione ad esempio di mais o soia modificati non hanno avuto effetti sullorganismo umano. Ragioni contro: ci sono rischi che non sono ancora sotto controllo; in particolare rischi di allergie e resistenza agli antibiotici, un rischio questo dovuto non tanto alle biotecnologie in s, quanto ad uno speciale accorgimento tecnico che di solito si usa per distinguere le piante effettivamente modificate, senza che si debba arrivare alla fruttificazione. 4.4. Biotecnologie e rischio ecologico Ragioni a favore: mettendo a punto variet vegetali altamente produttive si possono ottenere raccolti abbondanti e sicuri senza luso massiccio di fertilizzanti che poi finiscono per inquinare fiumi e mari. Le biotecnologie aiuterebbero in questo senso a tenere pulito lambiente. Ragioni contro: con lintroduzione di geni che sviluppano tossine contro alcuni parassiti c il rischio che, nel giro di pochi anni, si sviluppi nei parassiti la resistenza a queste tossine e cos diventerebbero inutili proprio quelle capacit di autodifesa conferite alla pianta dalla manipolazione genetica. Altro rischio che le tossine prodotte dai geni pesticidi, insieme agli insetti nocivi uccidano anche insetti benefici, come anche uccelli predatori di insetti dannosi, alterando cos gravemente lequilibrio ecologico. Unultima perplessit si riferisce alle ripercussioni socio-economiche delle biotecnologie. Rifkin in Il secolo biotech denuncia che l80% dei 29 miliardi di dollari del mercato globale delle sementi controllato da 10 industrie agrochimiche e che la Novartis, nata dalla fusione tra la Sandoz e lagrochimica Ciba Geigy, lindustria agrochimica pi grande del mondo, la seconda di sementi, la terza farmaceutica, la quarta di medicina veterinaria. 6 5. Questioni etiche nella genetica applicata in campo animale Cos, nel corso del 2001, la rivista Scienze dava la notizia della prima scimmia transgenica: nata la prima scimmia geneticamente modificata. Si tratta di un esemplare al quale stato aggiunto un gene supplementare quando era allo stato di ovocita non fecondato. Tale frammento artificiale di codice genetico potrebbe suggerire un modo per accelerare la ricerca terapeutica su numerose malattie, fra cui diabete e cancro. Analogo metodo potrebbe essere applicato su altri animali da laboratorio portatori di geni associati a specifiche malattie, allo scopo di tentare di colmare il gap attuale fra topi transgenici ed esseri umani. Spunti per la discussione. La realizzazione di animali transgenici come modelli di sperimentazione solleva interrogativi di diverso ordine. 1) Ordine epistemologico: proprio necessario questo tipo di intervento sullanimale? Che valore hanno per luomo i dati forniti dal modello animale seppure modificato geneticamente? Ragioni a favore: la realizzazione in laboratorio di animali transgenici, per cos dire su misura ormai quasi una routine, fondamentalmente motivata dallesigenza scientifica di disporre di modelli sperimentali per la ricerca e losservazione in vivo dei meccanismi di azione di determinate patologie a base genetica, e per il conseguimento di possibili vantaggi derivanti dallutilizzo di apparati biologici che funzionano, come per esempio la ghiandola mammaria, quali bioreattori per la produzione di proteine di interesse farmacologico e alimentare. Ragioni contro: nessun significativo progresso nella ricerca del cancro finora venuto dagli oncotopi. Il ricorso alla scimmia, si potrebbe controbattere, stato pensato proprio per superare il divario tra uomo e topo. Contro argomento: i modelli animali sono, nel migliore dei casi, una buona imitazione della condizione umana, ma nessuna teoria pu essere approvata sulla base di unanalogia. Al di l del fatto che non esistono animali perfettamente simili alluomo, resta poi un grave problema etico: lecito somministrare un virus mortale ad animali sani? > 2) Ordine antropologico: si pone lesigenza di ripensare il rapporto uomo-animale. giusto che interventi cos profondi sulla vita animale vengano valutati solo sulla base dellimpatto che hanno per la vita umana? Assumendo una prospettiva antropocentrica moderata che, tra gli estremi di un antropocentrismo esclusivo e un biocentrismo radicale, riconosca la differenza di specie tra esseri umani e animali e insieme richieda alluomo, proprio in forza di questa sua differenza, una specifica sensibilit nei confronti degli animali, si pu ragionevolmente ammettere che gli interessi vitali degli animali debbano avere priorit su quelli non vitali delluomo. 3) Ordine ontologico. In molti casi le resistenze non sono tanto contro luso degli animali nella sperimentazione in s, quanto contro la transgenesi: lanimale transgenico stato visto come un essere ontologicamente diverso dallanimale naturale. Tra scienza, etica e politica: il principio di precauzione. Conclusioni. Nel presentare il profilo delle biotecnologie nel loro frenetico sviluppo abbiamo fatto riferimento a pi riprese allimpegno a bilanciare rischi e benefici. E tuttavia, se c una prima indicazione che emerge, questa data dalla constatazione di quanto sia difficile realizzare questopera di bilanciamento, data soprattutto lincertezza scientifica. A questa situazione si riferiscono diversi studiosi o esperti di bioetica quando parlano di scienza post-normale. Rispetto alla passata condizione normale della scienza, basata sulla certezza dei suoi mezzi e dei suoi risultati e su un modello incrementalista della conoscenza, dove sempre assicurato che le lacune dovute allignoranza saranno colmate dal progresso scientifico, si afferma la consapevolezza che lincertezza sia costitutiva. Nella scienza post-normale, anzi, lincertezza assume quasi un rilievo positivo poich getta le basi per un sistematico confronto tra esperi e cittadini, per uninterazione pi forte tra scienza e societ, applicando a livello sociale il modello di interazione che nel rapporto clinico prende il nome di consenso informato e che stato una componente determinante della nascita della stessa bioetica. Ma cosa si intende per incertezza della scienza post-normale? Essa innanzitutto unincertezza strutturale, determinata dal limite intrinseco agli strumenti che adopera; ma tale incertezza strutturale porta con s altre due aspetti di incertezza: laspetto oggettivo della imprevedibilit degli esiti, specialmente quando in questione sono interventi nel campo della vita; laspetto soggettivo della molteplicit delle possibili interpretazioni valutative e delleventuale disaccordo sui valori morali di riferimento, anche quando le conseguenze tecnico-scientifiche si possono prevedere. in questo contesto di presa di coscienza dellincertezza della scienza e insieme della necessit di arrivare a decisioni che assicurino un livello di sicurezza collettivamente ritenuto accettabile, che si profila nel nuovo orizzonte della riflessione bioetica tracciato dalle biotecnologie il principio di precauzione. La consistenza che questo principio venuto assumendo non solo etica, ma anche giuridica e politica, dal momento che inserito nel Trattato dellUnione 11 Europea del 1994. La comunicazione della Commissione Europea sul principio di precauzione, resa pubblica il 2 febbraio del 2000, rappresenta un comune quadro di riferimento per dare concretezza ad una gestione responsabile dei nuovi poteri di intervento sulla vita. NellIntroduzione la Comunicazione cos riassume i principi generali dellapplicazione del principio di precauzione: I responsabili delle decisioni sono continuamente messi di fronte al dilemma di trovare un equilibrio tra le libert e i diritti delle persone, dei settori di attivit e delle organizzazioni e la necessit di ridurre o eliminare il rischio di effetti nocivi per lambiente o la salute. Trovare il giusto equilibrio per prendere decisioni adeguate, non discriminanti, trasparenti e coerenti, pur assicurando il livello scelto di protezione, richiede di prendere decisioni in modo strutturale, fondato su dati scientifici e altre informazioni oggettive e dettagliate. Una tale struttura fornita dai tre elementi dellanalisi del rischio: valutazione del rischio, scelta della strategia della gestione del rischio e comunicazione del rischio. [] Il ricorso o meno al principio di precauzione una decisione che si prende quando le informazioni scientifiche sono incomplete, non definitive o incerte e anche quando ci sono elementi per ritenere che i possibili effetti sullambiente o la salute umana, animale o vegetale, potrebbero essere pericolosi e incompatibili con il livello di protezione scelto. la questione esposta sopra sullassunzione del genoma immutato come anima.

Nietzsche e la politica[modifica|modifica wikitesto]

Edvard Munch,Ritratto di Friedrich NietzscheStato si chiama il pi freddo di tutti i mostri. freddo pur nel mentire; e questa la menzogna che esce dalla sua bocca: "Io, lo Stato, sono il popolo". (...) L dove lo Stato cessa d'esistere comincia luomo che non inutile: l comincia la canzone della necessit, intraducibile, unica. L dove lo Stato cessa d'esistere ma guardate un po' l, miei fratelli! Non vedete voi l'arcobaleno e i ponti dell'Oltreuomo?

(Friedrich Nietzsche,Cos parl Zarathustra, parte I, 11,Del nuovo idolo.)

Bench sostanzialmente poco interessato di politica, Nietzsche espresse anche opinioni riguardanti la gestione dello Stato e della societ. Nietzsche difende spesso i valori pagano-aristocratici contro quelli cristiano-democratici, come fa tutta la cultura del suo tempo, perch per lui i valori cristiani rispecchiano una visione falsa e nichilistica della vita che porta alla corruzione e al disgregamento della societ. Tuttavia il fatto che egli detesti ogni organizzazione statale moderna, nonch il suo rifiuto dell'autorit, lo hanno fatto considerare un filosofoantipolitico.[76]Nietzsche pi che farsi politico denuncia tutti gli ideali politici del suo tempo. Egli stato spesso associatoanche al pensieroanarchicoe individualista.Sebbene il filosofo tedesco abbia criticato l'anarchismo[77], il suo pensiero si dimostr influente per molti pensatori all'interno di quello che pu essere definito come movimento anarchico[78]. Infatti, "c'erano molte cose che attiravano gli anarchici a Nietzsche: il suo odio per lo Stato, il suo disgusto per lacondotta sociale irrazionale del "gregge", il suoanti-cristianesimo, la sua diffidenza nei confronti dell'effetto delmercatoe dello Stato sulla produzioneculturale, il suo desideriosuperomista, ossia il desiderio di un nuovo essere umano che non doveva esseren padrone n schiavo[78]e portatore di nuovi valori. Ci potrebbe essere il risultato dell'associazione, in questo periodo, tra le idee del filosofo e quelle diMax Stirner[79]. L'associazione tra Nietzsche e l'anarchia dura tuttora, in alcuni ambienti filosofici, ad esempio inMichel Onfray.Molto discussa, come detto, l'uso fatto degli scritti di Nietzsche da parte delfascismoe delnazismo, basandosi sulle interpolazioni e le opere curate dalla sorella, nazista e antisemita convinta. Nietzsche fu l'unico vero filosofo cheBenito Mussolinistudi in maniera approfondita, restando da lui (oltre che da Stirner) fortemente ammaliato in giovent. Dalla sua dottrina delsuperuomoegli trasse il senso da dare alla "rivoluzionefascista" che si sarebbe accinto a compiere di l a poco.[80]Adolf Hitlerinvece visitava spesso il museo diWeimardedicato a Nietzsche, e si faceva ritrarre fotograficamente mentre ostentava la contemplazione del busto del filosofo e, nel 1943, regal a Mussolini un'edizione completa di lusso dell'opera omniadi Nietzsche[81].Nel periodo fra le due guerre mondiali, alcuni nazisti impiegarono intensivamente vari espedienti per promuovere la propria ideologia, e segnatamenteAlfred Baeumlernella sua interpretazione deLa volont di potenza.[82]La vasta popolarit di Nietzsche tra i nazisti scatur in parte dai deliberati sforzi diElisabeth Frster-Nietzsche, sorella del filosofo che ne cur le pubblicazioni dopoil suo tracollo psichico, divenendo peraltro ad un certo punto un'aperta simpatizzante del partito nazionalsocialista (tanto che, quando nel 1935 mor, il Fhrer partecip ai suoi funerali).Per di pi,Mazzino Montinari, nel corso della pubblicazione di opere postume di Nietzsche durante glianni sessanta, scopr che Elisabeth, "creando" per cos dire La volont di potenzamediante l'attivit di revisione redazionale di frammenti postumi, ne aveva tagliato degli estratti, cambiato l'ordine, aggiunto titoli di sua invenzione, inserito passaggi di altri autori copiati da Nietzsche come se fossero stati scritti da Nietzsche stesso, e cos via.[83]In definitiva si pu dire che il vero pensiero di Nietzsche consideri lo Stato come un idolo sostitutivo del vecchio Dio (per questo non formula una sua proposta politica per i contemporanei, come feceMarx, e come far anche Hitler stesso, che la realizzer anche), quindi da uccidere anch'esso, perch sorga infine l'Oltreuomo. A causa dell'associazione tra il nazismo e Nietzsche (derivante anche da alcuni passi deL'anticristoin cui esalta il forte sul debole), le sue opere saranno di fatto proibite inGermania Estsotto il regimecomunista(1949-1990), e la tomba del filosofo abbandonata e dimenticata, fino al successivo restauro.[84]

In occasione della Giornata della Memoria, qualche riflessione sul tormentato e talvolta distorto rapporto tra le teorie filosofiche di Friedrich Nietzche ed il regime nazista di Adolf Hiltler, passando per litalica ed estetistica interpretazione delle stesse da parte di Gabriele DAnnunzio. Il 25 agosto del 1900 moriva Friedrich Nietzsche, a Weimar, inconsapevole di aver appena varcato il Novecento, secolo del sorgere del nichilismo, profetizzato come quello del crollo del vecchio ordinamento mondiale. Il secolo in cui la volont di potenza si sarebbe impadronita del potere, lantisemitismo avrebbe causato lultimo dei delitti nichilistici ed un popolo, come egli stesso aveva scritto, avrebbe manifestato una cos grande volont di potenza da causare la propria distruzione, piuttosto che non volere, attraverso la terribile esperienza del Reich.Era noto per le sue profezie, Nietzsche in Ecce homo aveva scritto: Ho una terribile paura: che un giorno mi chiameranno santo ed aveva teorizzato la morte del Dio cristiano, ovvero del Cristianesimo come religione delloccidente. Nietzsche forse il migliore interprete della fine di un mondo, profeta di decadenza e rinascita, d origine alle interpretazioni pi discordi che si tradurranno in influenze diverse, in Italia oggetto dellinterpretazione estetizzante di Gabriele DAnnunzio ed esercita un indiscutibile fascino sui futuristi. E uno scrittore estremamente originale e non abbandona mai una ambiguit di base, non dicendo mai esplicitamente chi debba essere il superuomo o loltreuomo. Gabriele DAnnunzio legge Nietzsche, ne rimane affascinato ed influenzato, ma forza in un suo complesso di concezioni le teorie del filosofo tedesco. Mentre Nietzsche proclama il rifiuto del conformismo borghese e dei principi egualitari, esalta lo spirito della lotta e laffermazione di s, DAnnunzio d a questi concetti una coloritura aristocratica e vagamente imperialistica. Vagheggia infatti laffermazione di una aristocrazia che si elevi al di sopra della massa comune, attraverso il culto del bello e delleroico: esistono delle lites che hanno il diritto di affermare se stesse in sprezzo alle comuni leggi del male e del bene, attraverso una politica di dominio sul mondo. Il superuomo dannunziano unevoluzione dellesteta del periodo precedente e lestetismo si trasforma in un mezzo per dominare la realt. In DAnnunzio il superuomo trova la sua perfetta identificazione con lartista, un individuo teso allaffermazione di s, fuori di ogni remora di ordine morale e sociale, con un conseguente disprezzo delle masse, della plebe e del regime parlamentare che si basa su di essa. Sappiamo che la dottrina del filosofo tedesco si presta a molte ambiguit e secondo molti critici ha fornito un aiuto alla nascita del nazionalsocialismo di Hitler, grazie anche alle manipolazioni postume della seconda parte dei suoi scritti, operata dalla sorella Elisabeth. Sulla figura di questa donna ci sarebbe molto da dire: fu considerata dai nazisti una vera e propria musa ispiratrice ed intrattenne continui rapporti con i gerarchi pi potenti. Inoltre favor la trasformazione di alcune zone del sudamerica in un tranquillo rifugio per i criminali di guerra. Aveva sposato Bernhard Forster, ex insegnante e fanatico antisemita, invasato dalla teoria della superiorit della razza ariana. Con altre famiglie tedesche, i due fondarono in Paraguay un insediamento tedesco che fu chiamato Nueva Germania, nel 1887. Elisabeth torn nel suo paese e, dopo la morte del fratello, per calcolo o per incapacit, forn una interpretazione tendenziosa delle sue teorie, in linea con lantisemitismo che condivideva col marito. La donna ebbe fino alla morte un notevole appoggio economico da Hitler e leg le teorie del fratello al regime nazista. In realt il filosofo parla delloltreuomo pi che del superuomo, una figura che deve andare oltre alla ricerca di una civilt superiore, in grado di mettere in ordine il caos delle cose. Egli vede unlite intellettuale che deve guidare un popolo, ma vivere in democrazia, il genio, poi, si incarna nel popolo stesso. Secondo Hitler,invece, il superuomo era luomo ariano, che tramite ogni mezzo, anche la violenza, avrebbe riordinato il mondo, trionfando su una massa di deboli e schiavi. Con ogni probabilit Nietzsche non aveva intenzione di provocare del male col suo pensiero, ma in esso insita quella pericolosa ambiguit a cui facevamo riferimento, una indifferenza alla sofferenza altui. Primo Levi scrive: Il verbo di Nietzsche mi ripugna profondamente, stento a ritrovarvi una affermazione che coincida con il contrario di quanto mi piace pensare, non mi pare che compaia mai il desiderio della sofferenza altrui, lindifferenza quella s, quasi in ogni pagina. Il dolore del volgo un male minore, non desiderabile in s. Ben diversi erano il verbo e la prassi hitleriani. (I sommersi e i salvati).https://democraticieriformisti.wordpress.com/2013/01/15/dalle-teorie-di-nietzsche-alla-legittimazione-del-nazismo/La teoria razzialeAl centro della teoria di Hitler sta l'idea della razza. Tutta la storia, dice Hitler nel suo libro "Mein Kampf" (1925), solo espressione dell'eterna lotta tra le razze per la supremazia. La guerra l'espressione naturale e necessaria di questa lotta in cui il vincitore, cio la razza pi forte, ha il diritto di dominare. L'unico scopo dello stato mantenere sana e pura la razza e creare le condizioni migliori per la lotta per la supremazia, cio per la guerra. E la guerra l'unica cosa che pu dare un senso pi nobile all'esistenza di un popolo. Di tutte le razze quella cosiddetta "ariana" o "nordica" , secondo Hitler, la pi creativa e valorosa, in fondo l'unica a cui spetta il diritto di dominare il mondo.

Tradotto nella realt questo significava per Hitler prima l'unificazione del continente europeo sotto il dominio della nazione tedesca, per cercare poi nuovo spazio vitale all'est, cio in Polonia e in Russia. Ma questo doveva essere, come scrive Hitler, solo il preludio dell'ultima grande sfida, dello scontro finale contro gli Stati Uniti. un fatto singolare e molto significativo, che l'andamento reale della seconda guerra mondiale rispecchia quasi esattamente questa teoria, che Hitler aveva sviluppato 14 anni prima dell'inizio della guerra. un esempio lampante della testardaggine con cui Hitler seguiva le proprie idee e cercava di applicarle a tutti i costi, una caratteristica che si nota spesso in lui.

Ci sono numerose contraddizioni e imprecisioni nella teoria razziale di Hitler. Gi il concetto di base, la "razza ariana", un'assurdit storica. Inoltre Hitler confonde spesso "razza" con "popolo" o "nazione", confonde i concetti "tedesco", "germanico" e "ariano". Ma probabilmente tutto questo non molto importante per Hitler, dato che alcuni capitoli pi avanti scrive con molta franchezza "la propaganda non ha il compito di essere vera, ha invece l'unico compito di essere efficace."

Infatti, questa propaganda doveva rivelarsi molto efficace. Sicuramente al disoccupato faceva piacere sentire che in fondo non era un piccolo disgraziato ma uno che apparteneva a una razza superiore. Parlando del suo futuro Reich Hitler promette : "Essere uno spazzino in un tale Reich sar onore pi alto che essere un re in uno stato estero".

I nazisti boicottano i negozi degli ebrei (1933),sul cartello si legge: "Tedeschi! Difendetevi, non comprate dagli ebrei!"foto:Bundesarchiv

La linea ferroviaria che conduceva all'entrata del campo di Auschwitz (Polonia).Qui morirono ca. 3 milioni di persone (soprattutto ebrei polacchi)foto:Oleg YunakovL'antisemitismo:Il secondo elemento fondamentale l'antisemitismo. Per Hitler gli ebrei non sono una comunit religiosa, ma una razza, e cio la razza che vuole rovinare tutte le altre. Mescolandosi con gli altri popoli, gli ebrei cercano di imbastardirli, distruggendo la purezza della razza e eliminando cos la loro forza, necessaria per la lotta per la supremazia. L'ebreo il nemico pi pericoloso, cattivo fino in fondo. Hitler dice : "Gli Ebrei sono come i vermi che si annidano nei cadaveri in dissoluzione." L'antisemitismo diventa in Hitler una vera e propria ossessione. Pacifismo, marxismo, la democrazia, il pluralismo, persino il capitalismo internazionale e la "Lega dei popoli", predecessore del ONU, tutto questo risultato del lavoro distruttivo e sotterraneo degli ebrei. Hitler: "L'Ebreo colui che avvelena tutto il mondo. Se l'ebreo dovesse vincere, allora sar la fine di tutta l'umanit, allora questo pianeta sar presto privo di vita come lo era milioni di anni fa."

Oggi queste parole suonano decisamente ridicole, e anche all'epoca molti le ritenevano tali e vedevano in esse solo uno strumento politico per incanalare la rabbia del popolo su un capro espiatorio. Ma l'odio di Hitler contro gli ebrei non era solo strumento politico, era reale con tutto il suo evidente anacronismo e la sua irrazionalit. Gli orrendi eventi degli anni 1940-1945, quando l'antisemitismo non poteva pi servire come strumento politico, lo dimostrano in modo spaventoso. E nella lotta contro gli ebrei Hitler si vede come pioniere di tutta l'umanit: Nel aprile del 1945, quando Hitler presagiva gi la propria fine, detta al suo segretario: "Un giorno si ringrazier il Nazionalsocialismo del fatto che io ho annientato gli ebrei in Germania e in tutta l'Europa centrale".

Lo scrittore tedesco Hermann Hesse, in una foto del 1929foto:Gret WidmannLo scrittore tedesco Hermann Hesse scrisse sulle origini dell'antisemitismo:"L'uomo primitivo odia ci di cui ha paura, e in alcuni strati della sua anima anche l'uomo colto primitivo. Anche l'odio dei popoli e delle razze contro altri popoli e razze non si basa sulla superiorit e sulla forza, ma sull'insicurezza e sulla paura. L'odio contro gli ebrei un complesso di inferiorit mascherato: rispetto al popolo molto vecchio e saggio degli ebrei certi strati meno saggi di un'altra razza sentono un'invidia che nasce dalla concorrenza e un'inferiorit umiliante. Pi fortemente e pi violentemente questa brutta sensazione si manifesta nella veste della superiorit, pi certo che dietro si nascondono paura e debolezza." (1958)http://www.viaggio-in-germania.de/hitler-teoria.htmlUtilizzo da parte del nazismo[modifica|modifica wikitesto]

Sigilli con svastiche dallaValle dell'Indo, oggi preservati alBritish Museum.Mosaico romano con svastiche e altri simboli aLa Olmeda,Spagna.

Volto di Cristo al centro di una svastica in un rosone della chiesa di Santa Maria aBloxham,Inghilterra.Lo stesso argomento in dettaglio:NazionalsocialismoePolitica razziale nella Germania nazista.

Secondo l'ideologia nazista la "razza ariana" (intedescoarische Rasse) comprende tutti i popoli europei eccettuati ilapponi[4](Adolf Hitler,Mein Kampf). Al tempo stesso Hitler propone il principio della diversit tra gli ariani stessi, assegnando un primato "biologico" ai popoli nordici (intendendo non tanto iPaesi nordicicome oggi comunemente intesi, quanto quelli dove si parla unalingua germanica) rispetto agli altri ariani.Secondo il nazionalsocialismo i popoli semitici sono una presenza straniera presso le societ ariane; essi sono considerati la causa della distruzione dell'ordine sociale e portatori di valori che conducono alla rovina della civilizzazione e della cultura. Secondo gli ideologi nazionalsocialisti, la razza ariana ha sviluppato una civilt che ha dominato il mondo negli ultimi cinquemila anni. Questa civilt declinata in molti Paesi al di fuori dell'Europa perch le "razze inferiori" hanno mescolato il loro sangue con quello ariano; tracce della civilt ariana sono ancora visibili nelTibet(attraverso ilbuddismo[5]), inCina(Tocari[6]) e inIndia.Gi prima della salita al potere di Hitler,Heinrich HimmlerinviErnst Schferin Tibet e inNepal, che sono visti come la culla della civilt, dove riteneva fossero comparsi i primi Ariani. Con lui era l'antropologoBruno Beger, che effettu tutta una serie di misure biometriche sui nativi. La convinzione di un'unica civilt indoeuropea millenaria port il movimento nazionalsocialista ad adottare come simbolo ufficiale un antico simbolo indoeuropeo: lasvastica(in tedescoSwastika).Secondo l'ideologia nazista la storia una lotta tra la razza ariana, creatrice di civilt, e le altre razze, considerate inferiori (Untermenschen, cio sub-uomini) sia culturalmente che biologicamente. La "visione del mondo" (Weltanschauung) nazista deriva, in parte, anche da una distorsione del pensieronietzscheanocirca la contrapposizione tra l'uomo libero, forte, nobile (che "anela al superuomo") e l'uomo debole, meschino, malato nell'anima (dcadent, secondo la definizione nietzscheana). Tuttavia l'idea nietzscheana dibermensch[7]implica una "rivoluzione umana" (l'uscita dalnichilismomediante la costruzione di "nuove tavole di valori") che non ha nulla a che vedere con distinzioni su base razziale: per Nietzsche esistono uomini superiori, non razze superiori. L'immagine di un Nietzsche fautore dell'arianesimo e dell'antisemitismo dovuta alla manipolazione delle opere del filosofo a opera della sorellaElisabeth, moglie di un noto agitatore antisemita e fervente ammiratrice di Hitler (nonch "icona culturale" del suo regime) negli ultimi anni di vita.La teoria che la patria originaria ariana sia stata nelle steppe della Russia (Teoria kurganica, tutt'oggi ampiamente maggioritaria nell'indoeuropeistica) stata rifiutata in larga misura dai circoli nazionalisti inGermania. Secondo teoriepseudoscientifiche(per esempio quella diHans F.K. Gnther) l'ariano originario delle regioni meridionali dellaScandinaviao della Germania settentrionale, o almeno le caratteristiche razziali originarie si sono mantenute particolarmente pure in tali regioni. L'ariano stato considerato fisicamente e mentalmente superiore e sulla purezza stata basata la razza. L'ideologia del nazionalsocialismo ha interpretato cos il termine "ariano" come razza dominante puramente germanica, la cui missione era di sottomettere o estinguere tutti i presunti popoli inferiori. I nazionalsocialisti hanno cos giustificato la catalogazione di semiti e dislavicome "subumani" (Untermenschen). Hanno usato ancora un termine originariamente linguistico (semiti) in senso razziale. Gli abitanti delTerzo Reiche delle zone controllate dai nazionalsocialisti dovevano fornire il cosiddettoAriernachweisecome prova della loro purezza razziale. Con l'idea di mantenere pura la razza ariana, l'eutanasiao lasterilizzazionevennero usate su individui mentalmentehandicappatio altrimenti "indesiderabili".La natura apparentemente scientifica di tali teorie, proposta in particolare daAlfred RosenberginRazza e storia della razza, fu molto efficace nel diffondere le teorie ariane di supremazia tra gli intellettuali tedeschi all'inizio del XX secolo, particolarmente dopo laPrima guerra mondialee in misura eclatante con la presa del potere inGermaniadeinazionalsocialisti. Nell'estrema ricerca della purezza della razza fu varato un ampio programma dieugenetica(sterilizzazione obbligatoria dei malati mentali e mentalmente carenti), dieutanasia(uccisione dei disabili, fisici e psichici, istituzionalizzata con il programmaAktion T4), digenocidio(principalmente ebrei e zingari), oltre che di persecuzione eomicidiodi massa di altri gruppi identificati su basi pi sociali e politiche quali gliomosessuali, i cosiddetti "antisociali", gli oppositori del regime, i testimoni di Geova e gli appartenenti ad altre sette religiose. Inferiori agli ariani sono stati considerati dai nazionalsocialisti anche i popolislavidell'Europa orientale, che dovevano essere trasferiti pi ad est, lasciando i loro territori alla colonizzazione tedesca per assicurare lo spazio vitale (Lebensraum) alla Germania. NelMein KampfHitler disse che gli slavi dei territori ad est della Germania dovevano essere trattati come ipellerossainAmerica, sebbene lelingue slaverientrino nel gruppo indoeuropeo. Questa incoerenza ritorn alla luce durante la guerra: per esempio, diversi popoli slavi militarono al fianco dell'Asse(bulgari,croati,slovacchi) e durante l'operazione Barbarossai tedeschi trovarono conveniente identificare una "morfologia" delpopolo ucrainoaffine a quella germanica, per arruolarlo nelleSS.https://it.wikipedia.org/wiki/Razza_arianaNella prima parte delMein Kampf, Hitler affronta il problema della razza, sostenendo che lincrocio di razze diverse determina il decadimento fisico e spirituale della razza superiore. inutile ricercare quale sia la razza originaria portatrice della cultura umana; ci che conta sono i risultati attuali e quanto esiste di importante nel campo della cultura, dellarte, della scienza, della tecnica frutto del genio ariano. Come vi sono uomini di genio ed eroi, parimenti vi sono popoli creatori, che hanno, cio, particolari predisposizioni alla creazione della cultura.La razza ariana stata la molla dello sviluppo della civilt, tuttavia si corrotta a contatto con le razze inferiori e per questo necessario farle ritrovare tutta la sua purezza. Hitler definisce lebreo parassita dei popoli ed elenca le gravi conseguenze che causa linserimento degli Ebrei allinterno di una societ, sostenendo che questi stiano cercando di inquinare con ogni mezzo la purezza razziale dei popoli ariani; dopo aver raggiunto questo primo obiettivo, sar per loro facile diffondere tra le masse il marxismo e, infine, assoggettarle al loro potere.

Nella seconda parte dellopera, Hitler, parlando della costituzione dello Stato nazionalsocialista, getta le basi della sua politica razziale. Lo Stato deve porre al centro della politica demografica il concetto di razza, impedendo che siano messi al mondo bambini malati. Un solo popolo, quello tedesco, degno di governarela Terra, poich gli atri non sono altro che sottopopoli formati da sottouomini. Perch ci possa verificarsi necessario spopolare lEuropa per creare lo spazio vitale indispensabile allespansione del popolo tedesco, riempiendo i vuoti di popolazione con i prodotti della pura razza ariano-tedesca.

Alla luce dei fatti, che hanno segnato la storia della Germania, evidente come il progetto di Hitler sia stato unutopia per quanto riguarda la creazione di una razza pura, piano irrealizzabile cui il Fuhrer non ha mai rinunciato, provocando milioni di morti tra la popolazione ebraica. Pur considerando gli Ebrei i loro principali nemici, le teorie ideologiche della razza elaborate dal nazismo presero di mira anche altri gruppi, destinandoli alla persecuzione, alla prigionia e alla distruzione totale, tra i quali i Rom, i disabili, i Polacchi, i prigionieri di guerra sovietici, e gli Afro-Tedeschi. I nazisti consideravano nemici e/o minacce per la sicurezza anche i dissidenti politici, i Testimoni di Geova, gli omosessuali e gli individui definiti asociali, in quanto queste categorie o si opponevano apertamente al regime nazista, o avevano comportamenti che non rientravano nella percezione nazista della norma sociale.Attraverso una continua auto-epurazione della societ tedesca, i Nazisti cercarono di eliminare sia chi non si conformava alla loro visione, sia quelli che essi consideravano una minaccia per la purezza della razza. Lideologia nazista prevedeva che la razza superiore non solo avesse il diritto ma anche lobbligo di sottomettere e persino sterminare quelle inferiori.Il tentativo di creare una razza pura si rivelato unillusione, pertanto il concetto di razza ariana unassurdit storica. Hitler confonde spesso razza con popolo o nazione e i concetti di tedesco , germanico e ariano, ma probabilmente tutto questo non molto importante per Hitler, dato che nel suo libro scrive con molta franchezzaLa propaganda non ha il compito di essere vera, ha invece lunico compito di essere efficace.http://matteograsso.blogspot.it/2012/07/lillusione-di-creare-una-razza-pura.html