Immaginario e percezione visiva

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  • 8/14/2019 Immaginario e percezione visiva

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    2009 Neuroscienze.netJournal of Neuroscience, Psychology and Cognitive Science

    On-line date: 2009-04-16

    Immaginario e percezione visiva

    di Paolo Manzelli

    Keywords: Fenice, EGO-CreaNET, LRE, Acromatopsia, Alchimia, Evoluzione, Immaginario

    Un cambiamento profondo delle nostre concezioni sulla percezione e' estremamente necessario dal

    momento che i sistemi di comunicazione tecnologica stanno modificando gradualmente la

    formazione cerebrale dell' uomo. Per tale ragione il LRE-EGO-CreaNET ha proposto da alcuni

    anni una riflessione sulle modificazioni cognitive che necessitano di essere considerate per dare

    una coerente significazione alla percezione visiva, vista in relazione allo sviluppo evolutivo del

    funzionamento cerebrale le cui tracce si possono reperire in alcuni articoli pubblicati in rete. ( vedi

    ad es:: WEB-Bibliografy 1)-6).) A livello psichico cosciente e' infatti certamente rischioso ritenere

    di poter mantenere inalterati i fondamenti della nostra cultura 'meccanica', in special modo a

    proposito della interpretazione delle relazioni cognitive sussistenti tra 'forma ed informazione'.

    Essendo evidente che non basta osservare per capire , e' presumibile che la ignoranza delfunzionamento cerebrale della percezione in un mondo comunicativo dei mass-media, conduca le

    giovani generazioni a subire gli effetti di una notevole carenza di strumenti concettuali di lettura,

    limitando la loro capacita' di interpretazione del mondo altamente tecnologico in cui vivono.

    Quanto sopra genera gia' adesso evidenti sintomatologie nevrotiche, provocando traumi di

    psico-sociali, i quali, in ultima analisi sono anche la conseguenza di una interpretazione obsoleta

    ed illusoria della percezione, in quanto quest' ultima e' ancora basata sulla 'Metofora Fotografica'

    che come tale determina la impossibilita' di aver coscienza della necessita' di nuove interpretazioni

    che correlino evolutivamente il reale, il simbolico e l' immaginario. Uno dei fattori fondamentali di

    contrasto tra osservazione e cognizione , risiede nella contraddizione sussistente tra la

    meccanicizzazione dell' interpretazione delle funzioni umane e il procedere della 'umanizzazione'

    delle macchine, che tende a provocare, a livello delle funzioni cerebrali superiori, unadissociazione psichica in gran parte causata dalla limitatezza delle capacita' interpretative nella

    percezione visiva nel contesto dello sviluppo sociale ed umano contemporaneo. Ad esempio

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    http://www.neuroscienze.net/
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    sappiamo che gia' sono funzionanti computer in ambiente acquoso, i quali , a similitudine di

    quanto accade nel cervello, utilizzando segmenti di DNA per elaborare segnali e che tali

    computers molecolari , possono riprodurre immagini su schermo, in modo del tutto simile alle

    simulazioni di rappresentazione che possiamo osservare nei piu' comuni computers digitali . (7)

    Purtroppo pur sapendo che nel mondo contemporaneo cambia e cambiera' ancor piu' rapidamentela interazione 'uomo-macchina', generando notevoli incomprensioni tra 'reale ed virtuale',

    dobbiamo constatare come permanga nella attivita' di insegnamento un sostanziale mantenimento

    di concezioni meccanicistiche a riguardo dell' uomo, che cozza culturalmente con tutte le

    prospettive di sviluppo teorico-pratico sulla base delle quali si 'biologizzano' le macchine. Non e'

    quindi difficile capire, come tale situazione di arretratezza cognitiva determini, nell' inconscio

    sociale-collettivo, un degrado della capacita' creativa, proprio in quanto ogni possibile

    interpretazione innovativa, viene bloccata dal costante riferimento a concezioni obsolete, rese

    ormai storicamente inutili dagli avanzamenti dello sviluppo scientifico e tecnologico.

    Indubbiamente siamo comunque pressati da informazioni e stimoli, che agiscono a livello

    neurologico e sensoriale, ed obbligano la fisiologia cerebrale ad adattarsi alla velocit dei flussi di

    informazione; pertanto e' buona norma cercare di non subire passivamente questo inquinamento

    informativo, causato in primo luogo dalla incapacita' di selezionare le informazioni ricevute

    secondo criteri e metodi di lettura cognitivamente avanzati. E' molto probabile che per adeguare i

    processi cognitivi contemporanei allo sviluppo scientifico e tecnologico del mondo

    contemporaneo, cosi da superare ogni ricorso a logiche interpretative meccanicistiche, si debba

    ricorrere ad una analisi piu' attenta delle potenzialita' delle intuizioni profonde, che ancora

    risiedono nel miti piu' antichi, cosi' da poter rielaborare, a partire da essi le cognizioni piu'

    adeguate ai nostri tempi. Il LRE-EGO-CreaNET della Universita' di Firenze ha iniziato ad

    utilizzare una strategia di revisione dei miti alchemici, dai quali e' possibile riconsiderare

    cognizioni intuitive antiche, che parmangono espressione di un potente immaginario , che con

    estrema difficolta' stiamo riattivando agli inizi del nuovo millennio. Il Mito Alchemico dell' ArabaFenice (8) e' un esempio di come sia importante ricreare una concettualita' nella quale la

    percezione si dissolve nell' immaginario mentale. La visione della alchimia araba ci permette

    infatti di comprendere come l' intuizione sia uno strumento cognitivo flessibile e profetico, da cui

    e' possibile derivare uno straordinario potenziale di riflessioni concettuali moderne. Ricordiamo

    che la Fenice e' rappresentata da un bellissimo uccello dal becco contenente piu' di cento fori, dai

    quali il pennuto emette una musica ritmica e melanconica, quando sente l' avvicinarsi della morte.

    Allora la Fenice batte veementemente le sue ali piumate fino a quando si sprigionano scintille, che

    danno fuoco agli arbusti su cui si era posata, prevedendo l' ora della sua fine, prendendo fuoco

    anche essa e quindi trasformandosi in breve in cenere, dalla quale risorge una nuova Fenice piu'

    bella e fulgente di prima. Nel mito della Fenice il suono rappresenta l' informazione che e capace

    di riprendere la forma in un sistema di ciclico di trasformazione evolutiva della materia e della

    energia. L'informazione come 'elemento che precede la forma' e' il carattere fondamentale che si

    deduce dal mito della Fenice, che in vero gia' apparteneva ad una concettualita' antichissima

    quanto l' alchimia; cio' conduceva a ritenere globalmente la natura come un sistema intelligente,

    capace di recepire ed elaborare informazione in forme e trasformazioni, evitando in tal guisa quelle

    suddivisioni analiticamente riduttive , che sostanzialmente corrispondono a creare una barriera

    concettuale tra il sistema vivente e pensante e il mondo inanimato. Oggigiorno in un sistema di

    sviluppo ricorrente, similmente al mito della Fenice , le concezioni meccanicistiche divengono

    limitative della comprensione e dello sviluppo cognitivo contemporaneo, che infatti dovra' attuare

    la trasformazione tra un modello interpretativo meccanico e quello bio-tecnologico che sta

    avanzando, perseguendo al contempo la impellente necessita' di attuare una ampia e profondarevisione concettuale del precedente paradigma interpretativo. Una delle limitazioni concettuali

    essenziali che impedisce il fluire creativo di questo processo di revisione cognitiva , risiede

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    proprio nella concezione che porta a separare nettamente 'l' oggetto veduto dal soggetto vedente' .

    Tale arbitraria separazione fa' ritenere la percezione come un fenomeno generato da un sistema

    cerebrale di lettura di immagini, gia' delineate, in posizione rovesciata, da inesistenti raggi di luce

    sulla retina dell' occhio. Tale interpretazione costituisce oggi una vera assurdita' scientifica, in

    quanto nella nella retina avviene un processo di reazioni fotochimiche oscillanti (9), che di per senon descrivono alcuna rappresentazione di immagini, in quanto le reazioni fotochimiche possono

    soltanto inviare al cervello dati di informazione che quest'ultimo elabora con caratteristiche che

    hanno una dominante nella genetica umana. Il cervello, come vedremo di seguito, non ha infatti la

    funzione di riprodurre forme della realta' cosi come sono, ma di costruire rappresentazioni visive

    codificando interattivamente modelli cerebrali spazio/temporali della realta' esterna. Cio' che

    limita la capacita di capire la costruzone cerebrale della percezione, consiste pertanto nel

    confondere la rappresentazione codificata cerebralmente con la effettiva realta' esterna che

    certamente non e' definita nei termini in cui e' stata codificata la sua rappresentazione mentale. Gli

    operatori che trasformano un segnale sensoriale dingresso in un segnale rappresentazione

    visiva in uscita, sono costituiti dalle varie tipologie di neurotrasmettitori che agiscono da

    catalizzatori nelle interazioni tra energia,materia ed informazione, e vengono regolati da un

    principio di bio-economia ,definito come Principio di Ferilita' Evolutiva. (10) La parte piu

    specificamente attiva nella trasformazione dei segnali sensori in percezione visiva organizzata,

    sappiamo essere collocata nella struttura striata della corteccia cerebrale occipitale del cervello

    .Quest' ultima riceve impulsi pre-elaborati principalmente dal il cosidetto 'nucleo genicolato

    laterale' ed e' strutturata in una serie di strati neuronali sovrapposti , distinti nelle proprie

    funzionalita', che vengono indicati come con indici che vanno da V 1 a V5 ( dove la V sta' per

    Vision). Sostanzialmente V1 e' lo strato piu' interno del campo ricettivo ed assume una funzione di

    selezione distributiva della informazione ricevuta dalle altre aree cerebrali che gia' hanno

    pre-elaborato la informazione sensibile percepita dalle retina oculare, lo strato V2 e' quello che

    codifica la dimensione spaziale delle forme statiche, essendo sensibile all' orientamento dei profiliombra/luce, lo strato V3 ha un compito differenziato dal precedente in quanto risulta

    maggiormente sensibile al movimento delle forme, codificando le differenze temporali del moto ,

    lo strato V4 e' essenzialmente deputato al riconoscimento del colore tramite la codificazione di

    impulsi corrispondenti alle frequenze della luce, mentre lo strato V5 procede ad un raffinamento

    ed alla sincronizzazione della codificazione di forme, movimento e colore. Il risultato di tale

    processazione analitica consiste in una mappa codificante gli impulsi bio-elettrici, che

    predispongono il processo della informazione visiva, ma tale mappatura non genera ancora alcuna

    visione cosciente del percepito, in quanto la percezione visiva non avviene in alcuna zona

    particolare del cervello, ma e' il risultato di una integrazione complessiva dell'intera rete di

    corrrelazioni, che procede nel generare la rappresentazione visiva, tramite continui confronti

    interattivi e procedure di integrazione e sincronizzazione dei segnali bio-elettrici e bio-chimici nel

    cervello Per inciso ad es le 'saccadi oculari' corrispondono ad un programma 'non casuale' del

    movimento degli occhi che attua una ricerca di dati informativi, che risponde interattivamente ad

    un confronto costante con sincronie percettive precedentemente memorizzate a breve o a lungo

    termine, mediante le quali il cervello ricerca di significare la conoscenza del mondo esterno,

    probabilmente perseguendo alcune informazioni integrative prodotte da un ancestrale determinante

    genetica. Quello che vediamo 'oggettivamente' come campo di rappresentazione visuale e' pertanto

    definibile come un 'pattern multimediale', fornito dalla analisi delle probabilita' delle possibili

    nostre interazioni corporee con l' ambiente. Tale risultato viene pertanto a dipendere anche dalla

    conoscenza del precedente esperito da ciascuno di noi e quindi non consegue solo ed

    automaticamente al meccanismo di codificazione selettiva di quanto viene percepitosensorialmente dagli occhi. La precedente interpretazione significante il processo della percezione

    visiva , essendo basata su dati scientifici piu' attuali e' indubbiamente piu' complessa, della

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    modalita obsoleta mutuata dal ritenere possibile una attivita 'fotografica' della

    retina oculare; proprio percio' la nuova interpretazione probabilistica, assume una rinnovata

    possibilita' di divenire utile mezzo di comprensione delle relazioni che accomunano il reale il

    simbolico e l' immaginario nell' epoca contemporanea . Sappiamo dagli studi sulle varie patologie

    di cecita' corticale che esse sono correlabili alla differenziazione funzionale dei procedimenti dicodificazione della corteccia visiva dell' uomo. Ad es un danno all' Area V4 provoca

    'Acromatopsia' e cioe' perdita della percezione dei colori. , mentre una lesione che colpisca

    specificamente l' area V3 e V5, fa' si che il paziente possa vedere perfettamente un oggetto

    immobile, ma il movimento sia dell' oggetto che della testa, lo fa sparire come per magia. Se e'

    colpita solo l' area V2, al contrario del caso precedente, tali individui hanno difficolta' a percepire

    forme immobili, ma spesso possono vedere la televisione in quanto le immagini televisive sono

    costruite dinamicamente. Se invece e' danneggiata l' Area V1, la cecita' e' completa; comunque se

    il danno e' limitato, questi pazienti presentano una fenomenologia detta della 'visione cieca'; cio' in

    quanto le altre aree sane della corteccia riescono a identificare, sia pure in maniera imperfetta e

    non del tutto affidabile, una parziale elaborazione di una ampia gamma di stimoli visivi, che

    permettono a tali soggetti di 'indovinare' situazioni di disposizione ambientale degli oggetti e del

    loro movimento, pur non percependo consapevolmente alcuna percezione visiva. Comprendendo

    infine, per quanto abbiamo considerato , che lorganizzazione delle conoscenze e dei

    processi del pensiero non si sviluppano in modo indipendente dalla significazione della percezione

    sensoriale, possiamo azzardare alcune considerazioni conclusive in coda a questa relazione Ad es.

    possiamo capire che l' utilizzazione massiccia della televisione va a formare preferenzialmente l'

    area V3, che predilige la codificazione temporale del movimento, rafforzandola in relazione allo

    sviluppo dell' area V2, agendo di conseguenza , in particolare nei giovani e giovanissimi, su una

    variazione dello sviluppo della differenziazione delle funzioni di codificazione percettive del

    sistema nervoso centrale rispetto agli adulti. . Inoltre datosi che la codificazione dello scorrere del

    tempo del movimento, viene associata ad un complicato intreccio di emozioni e pensieri , si puo'capire come i giovani possano maturare un rifiuto per la lettura statica dello scritto di un libro,

    ovvero per la osservazione di oggetti che prediligano le relazioni spaziali non dinamiche, quali la

    visita ad un museo. Se le considerazioni di cui sopra, acquisiranno un evidente validita'

    interpretativa, in vero sono ancora da confermare, allora possiamo supporre che nelle condizioni di

    sviluppo cerebrale del mondo contemporaneo, venga a riacquisire importanza il pensiero

    simbolico , che puo' essere esercitato per rileggere in modo creativo l' comunicativo altamente

    tecnologico in cui viviamo, al fine di decifrare le rinnovate relazioni tra reale e virtuale .Infatti,

    nella 'dimensione virtuale', la netta separazione tra oggetto e soggetto, conseguente alla

    considerazione della percezione 'oggettiva', non e' piu' applicabile, proprio in quanto tale

    distinzione con il ricorso al 'virtuale' tende drasticamente a sparire in una completa interattivita'

    soggetto/oggetto, nella quale il tempo e' ridotto all' istante della memoria a breve termine. (12) La

    distinzione del vero dal falso diviene quindi difficoltosa, se non fosse possibile correlarla a

    qualche altro sintomo di riferimento, che possa essere cognitivamente accettato; una soluzione

    possibile e' pertanto quella di fare ricorso ad elementi si antica simbologia interpretativa che

    assumono rinnovato valore attuale quali fattore dordine mentale del nuovo immaginario

    cognitivo. In seguito a tali riflessioni, rapidamente abbozzate in chiusura di questa relazione,

    abbiamo gia' da alcuni anni individuato e sperimentato nuove modalita' e le strategie di

    rinnovamento educativo, che sono state proposte sulla base di varie progettazioni dal Laboratorio

    di Ricerca educativa LRE/EGO-CreaNET della Universita' di Firenze. In vero sembra che tali

    progettazioni siano state fertili, non solo per i risultati ottenuti di volta in volta, ma proprio in

    quanto capaci di aprire un ampio confronto sulla necessita' di un profondo rinnovamento creativodei contenuti e delle metodologie della educazione contemporanea.

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    Informazioni aggiuntive

    Relazione di Paolo manzelli - LICEO SCIENTIFICO "G.Marconi" Pesaro [email protected]

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