9
ALMA MATER STUDIORUM – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA CAMPUS DI CESENA, DIPARTIMENTO DI PSICOLOGIA Corso di Laurea Magistrale in Psicologia Clinica Impulsività e compulsività in adulti con dipendenze, binge eating o disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività Presentata da Marianna Campana Relatrice Prof.ssa Paola Gremigni Tesi di laurea in Tecniche di analisi dei dati in Psicologia Clinica discussa in data 16/11/2020 (sessione autunnale A.A 2019-2020)

Impulsività e compulsività in adulti con dipendenze, binge

  • Upload
    others

  • View
    0

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Impulsività e compulsività in adulti con dipendenze, binge

ALMA MATER STUDIORUM – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BOLOGNA

CAMPUS DI CESENA, DIPARTIMENTO DI PSICOLOGIA

Corso di Laurea Magistrale in Psicologia Clinica

Impulsività e compulsività in adulti con

dipendenze, binge eating o disturbo da deficit

dell’attenzione e iperattività

Presentata da

Marianna Campana

Relatrice

Prof.ssa Paola Gremigni

Tesi di laurea in Tecniche di analisi dei dati in Psicologia Clinica

discussa in data 16/11/2020 (sessione autunnale A.A 2019-2020)

Page 2: Impulsività e compulsività in adulti con dipendenze, binge

IMPULSIVITÀ E COMPULSIVITÀ: UNO SPETTRO DI DISTURBI

Impulsività e compulsività sono tratti, ovvero caratteristiche interne e piuttosto stabili della persona,

che possono esprimersi in misura lieve e non causare particolare disagio, oppure manifestarsi in

diversi possibili disturbi del comportamento. Entrambi questi tratti derivano da una difficoltà del

cervello a “dire di no” di fronte all’impulso a compiere una determinata azione (ovvero nel controllo

inibitorio).

L’impulsività è la difficoltà a trattenersi dal compiere un’azione, che, quando messa in atto, è

spontanea e non pianificata/premeditata (ad esempio assumere una sostanza, comprare una

determinata cosa, abbuffarsi).

La compulsività è l’incapacità di smettere di fare un’attività già iniziata, messa in atto in modo

ripetitivo (più e più volte), automatico (come se non se ne potesse fare a meno), e stereotipato, ovvero

sempre nella stessa modalità e secondo regole rigide (ad esempio con una specifica sequenza nei gesti

o in specifici momenti della giornata). Un’azione qualunque (che sia lavarsi, chiudere la macchina,

mangiare) risulta compulsiva se messa in atto con una modalità ripetitiva, stereotipata e automatica.

Un’importante differenza tra impulsività e compulsività è che la persona impulsiva sente una forte

tensione prima dell’azione ma si calma e prova piacere dopo aver compiuto l’azione, mentre la

persona compulsiva non raggiunge mai un appagamento e persevera nel ripetere l’azione più e più

volte senza che la sua tensione cali. Sia impulsività sia compulsività portano a disinibizione cognitiva

(pensieri ripetitivi su un tema, un’azione) e comportamentale, ovvero il mettere in atto

frequentemente e ripetutamente una determinata azione.

È dagli anni ’90 del 1900 che la ricerca scientifica si interroga sulla relazione tra questi tratti:

impulsività e compulsività. Inoltre, sono stati condotti diversi studi per evidenziare quali persone più

comunemente manifestano impulsività e compulsività. Un tempo si pensava che chi avesse tratti

impulsivi non potesse avere anche tratti compulsivi, e viceversa. Poi la ricerca ha capito che in una

stessa persona possono coesistere impulsività e compulsività, quindi che la presenza di una

caratteristica non preclude l’altra, e anzi la loro compresenza è frequente. Ci sono persone che

possono avere bassi livelli di impulsività e compulsività, cosicchè questi non hanno un impatto

negativo sul loro funzionamento, inteso come la capacità di adempiere alle diverse funzioni per vivere

bene. Ci sono persone che invece hanno alti livelli di impulsività e/o compulsività e manifestano un

disagio o un disturbo (come il disturbo ossessivo-compulsivo, l’ADHD, l’autismo, le dipendenze, i

disturbi alimentari, e tanti altri…). Si dice che queste condizioni appartengono allo spettro dei

disturbi impulsivo-compulsivi, ovvero una grande classe di disturbi i cui tratti peculiari sono proprio

impulsività e compulsività. Questi disturbi spesso si presentano insieme in uno stesso individuo o in

Page 3: Impulsività e compulsività in adulti con dipendenze, binge

uno stesso nucleo famigliare, e rispondono agli stessi farmaci/alle stesse terapie. Inoltre, individui

che sono più impulsivi, col tempo possono diventare più compulsivi e viceversa: ci può essere

un’evoluzione di un tratto nell’altro.

In particolare, le dipendenze da sostanza, quelle comportamentali e il binge eating appartengono

allo spettro: essi insorgono con caratteristiche impulsive e progressivamente diventano disturbi

compulsivi. Con il termine “dipendenze comportamentali” si intendono condizioni in cui vi è un

pensiero ripetitivo nei confronti di un’esperienza o un comportamento (come giocare d’azzardo, fare

sesso, fare shopping, usare Internet, ecc.) e l’urgenza ripetuta di metterlo in atto, anche se si rivela

controproducente. La persona arriva a non poter fare a meno di mettere in atto quel comportamento,

con la sensazione di non riuscire a smettere (come una persona con una dipendenza da sostanze sente

di non riuscire a smettere di assumere la sostanza da cui dipende). Il binge eating (BED), o disturbo

da alimentazione incontrollata, è invece un disturbo alimentare in cui la persona sperimenta frequenti

episodi di abbuffata, nei quali sente di perdere il controllo e mangia una quantità di cibo maggiore

del normale, molto più velocemente, fino a sentirsi sgradevolmente pieno. Il BED è spesso

considerato anche come una dipendenza da cibi, in particolare da quelli ricchi di sale, grassi,

zucchero. Nei primi stadi di questi disturbi l’assunzione di una sostanza, di cibo, o la messa in atto di

un comportamento sono volti alla ricerca di piacere in maniera non pianificata e spontanea (prevale

l’impulsività). Pian piano, quegli stessi comportamenti sono messi in atto in maniera sempre più

automatica e stereotipata, e non più per ricercare un piacere ma in risposta a una tensione interna

(prevale la compulsività).

Per quanto riguarda l’ADHD (disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività), sono pochi gli studi

che valutano la compulsività di tratto in queste persone perché storicamente l’ADHD era visto come

opposto al disturbo ossessivo compulsivo. Tuttavia, studi recenti hanno mostrato che adulti con

ADHD presentano spesso sintomi ossessivo-compulsivi, e che questi, quando presenti, amplificano

e peggiorano i momenti di disattenzione e di conseguenza il funzionamento della persona. La

compulsività si sviluppa negli ADHD come strategia per mettere ordine ad un ambiente percepito

internamente ed esternamente come caotico, ma diventa poi disfunzionale e causa ulteriore disagio.

Inoltre, persone con ADHD di frequente fanno uso compulsivo di sostanze psicostimolanti: spesso si

innescano dipendenze sia da sostanze sia comportamentali (in particolare sono frequenti quella da

gioco d’azzardo e da Internet in persone con ADHD). L’ADHD viene quindi ritenuto parte dello

spettro dei disturbi impulsivo-compulsivi.

Per la necessità di esplorare meglio questi aspetti, è stato realizzato uno studio volto a indagare

l’impulsività e la compulsività in persone con dipendenze da sostanza e/o comportamentali (in

Anna
Evidenziato
Anna
Evidenziato
Page 4: Impulsività e compulsività in adulti con dipendenze, binge

particolare sono state considerate il gioco d’azzardo, la dipendenza da Internet e da shopping), con

binge eating (BED) e con disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD).

OBIETTIVI

Gli obiettivi del presente studio erano tre:

1. Il primo era volto a indagare la relazione tra impulsività e compulsività di tratto, per verificare

se si tratta di caratteristiche separate ma associate tra loro o di caratteristiche sovrapposte (che

parzialmente indicano uno stesso aspetto).

2. Il secondo intendeva in primis verificare che persone con dipendenze, con binge eating, con

ADHD manifestino maggiori impulsività e compulsività rispetto alla popolazione generale

(siccome dipendenze, binge eating e ADHD appartengono allo spettro dei disturbi impulsivo-

compulsivi). Dopodichè si intendeva indagare se impulsività e compulsività fossero associate

o avessero un effetto sulle dipendenze in un gruppo di dipendenti, sul binge eating in un

gruppo di binge eaters e sull’ADHD in un gruppo di ADHD.

3. Infine, il terzo obiettivo era volto a valutare se e quanto impulsività e compulsività abbiano

impatto sulla qualità di vita (valutata come la personale soddisfazione e appagamento per

vari aspetti della propria vita), in diversi gruppi a confronto. Fino a oggi la ricerca si è

focalizzata molto sull’impatto della depressione e dell’ansia sulla qualità di vita, trascurando

quello di impulsività e compulsività. Si sa che molti disturbi caratterizzati da impulsività e

compulsività insorgono in giovane età, riducono la qualità di vita e impattano negativamente

sul funzionamento individuale e interpersonale, per la scarsa flessibilità cognitiva, la

disinibizione comportamentale e la presa di decisioni svantaggiose. Abbiamo perciò ritenuto

importante indagare meglio questo aspetto.

PARTECIPANTI E MISURE

Per il presente studio sono stati coinvolti in totale 360 partecipanti, suddivisi in quattro diversi

gruppi. Un gruppo era costituito da 62 persone con dipendenze varie (da sostanze e alcool, da gioco

d’azzardo, da shopping, da Internet e videogiochi). Un altro gruppo era composto da 51 persone con

binge eating, un altro da 65 persone con ADHD, e l’ultimo da 182 persone reclutate dalla

popolazione generale, quindi che non presentavano nessuna delle condizioni caratterizzanti gli altri

gruppi. Tutti i partecipanti sono stati reclutati online, pubblicando il link a una batteria di questionari

in gruppi, pagine Facebook o in forum di auto aiuto per persone con uno stesso problema o disturbo,

dopo aver ottenuto il consenso degli amministratori. Sono stati inclusi nello studio solo partecipanti

con età maggiore o uguale a 16 anni. I gruppi erano piuttosto omogenei tra loro per l’età e la

Anna
Evidenziato
Page 5: Impulsività e compulsività in adulti con dipendenze, binge

distribuzione di maschi e femmine, ad eccezione del gruppo dei binge eaters (per l’88% femminile).

Tuttavia, la ricerca conferma che i maschi hanno difficoltà ad ammettere di avere un disturbo

alimentare e ancor più a cercare aiuto per esso.

I dati sono stati raccolti da aprile a luglio 2020. I partecipanti, che acconsentivano spontaneamente

alla partecipazione allo studio, hanno risposto ad una batteria di test, costituita da alcune domande

iniziali socio-anagrafiche e da 10 questionari brevi che valutavano:

- L’impulsività come tratto (caratteristica interna e stabile)

- La compulsività come tratto (caratteristica interna e stabile)

- Comportamenti intermedi impulsivi e compulsivi (era fornita una lista di 33 comportamenti

comuni che, quando messi in atto in maniera ripetuta, diventano impulsi compulsivi o

compulsioni impulsive: il soggetto doveva indicare la frequenza con cui li mette in atto).

- La tendenza a fare abbuffate

- L’abuso o dipendenza da alcool e droghe

- Comportamenti di acquisto compulsivo (il fare shopping in risposta a stati di tensione o stati

d’animo negativi, senza poterne fare a meno)

- La tendenza al gioco d’azzardo

- L’uso di Internet problematico (attività online eccessiva che genera dipendenza)

- La sintomatologia ADHD negli adulti

- La qualità di vita, ovvero il grado di personale soddisfazione e appagamento per vari aspetti

della propria vita (la salute fisica, il lavoro, le relazioni sociali, famigliari ecc.)

RISULTATI

Per quanto riguarda il primo obiettivo (valutare la relazione tra impulsività e compulsività di tratto

nel campione totale di 360 partecipanti), è emerso che impulsività e compulsività non sono

caratteristiche sovrapposte, ma sono caratteristiche separate e associate. Questo significa che spesso

chi manifesta ad alti livelli di una, manifesta anche alti livelli dell’altra. La compulsività era descritta

da due aspetti: da una parte da un marcato senso di responsabilità ed eccessiva importanza attribuita

ai propri pensieri e dall’altra da una tendenza al perfezionismo e timore dell’errore. L’impulsività era

descritta dalla difficoltà a controllare i propri impulsi. È emerso come persone impulsive hanno un

moderato senso di responsabilità per le proprie azioni, il timore di recare danno a qualcuno e il timore

di non riuscire a controllare i propri pensieri (poichè possono tramutarsi in agiti impulsivi). Inoltre,

persone impulsive, anche se in misura minore, possono provare fastidio per i propri errori ed essere

esigenti da sé stesse, perseguendo standard di perfezionismo.

Anna
Evidenziato
Page 6: Impulsività e compulsività in adulti con dipendenze, binge

Per quanto riguarda il secondo obiettivo, innanzitutto è emerso che le persone del gruppo dei

dipendenti, dei binge eaters e degli ADHD presentano maggiore impulsività, compulsività e impulsi

compulsivi rispetto alla popolazione generale, ma non maggiori compulsioni impulsive. Queste

indicano azioni come “fare liste”, “lavarsi”, “sistemare/riordinare”, “pianificare/organizzare”,

“controllare sé stessi allo specchio”, “pulire troppo”, che in sé sono positive, ma quando messe in atto

in maniera compulsiva e ripetitiva causano disagio. Il dato è interessante perché indica che la

popolazione generale ha attribuito un significato positivo a queste azioni e quindi si evidenzia

l’esistenza di una simil-compulsività funzionale e positiva, che in realtà è indice di precisione e

organizzazione come caratteristiche positive, perché non pervasive e disfunzionali.

Sono state fatte poi delle analisi statistiche per comprendere quanto impulsività e compulsività siano

associate e abbiano un effetto sui vari comportamenti di dipendenza, sulle abbuffate e sulla

sintomatologia ADHD.

Þ Nel gruppo di persone con dipendenze, gli impulsi compulsivi (azioni come “fare gesti di

autolesionismo intenzionale”, “fare aggressioni verbali”, “dire parolacce/imprecare”,

“mentire”) predicono l’abuso/dipendenza da alcool e sostanze. Ciò significa che

all’aumentare di tali comportamenti impulsivi, aumenta la tendenza a fare abuso di alcool e

droghe, fino a diventarne dipendenti. Inoltre, è emerso che l’impulsività fa aumentare la

tendenza a fare acquisti compulsivi (o dipendenza da shopping). Questo risultato è in linea

con la ricerca precedente per cui esiste una dipendenza da shopping compulsiva che è anche

impulsiva ma non è vero il viceversa. Infatti, esisterebbero tre tipi di persone: gli acquirenti

non eccessivi (bassi livelli di impulsività e compulsività), gli acquirenti eccessivamente

impulsivi e gli acquirenti impulsivi-compulsivi. Si pensa anche che queste siano fasi

successive nella progressione della dipendenza. Siccome il campione dei dipendenti è

piuttosto giovane (l’età media è 33), si ipotizza che queste persone si trovino agli stadi iniziali

della dipendenza, e che per questo la dipendenza da shopping è quasi esclusivamente dettata

dall’impulsività e non dalla compulsività. Nello stesso campione, il gioco d’azzardo

patologico e l’uso problematico di Internet non sono risultati associati né all’impulsività né

alla compulsività né ai comportamenti intermedi impulsivo-compulsivi. Forse l’eterogeneità

del campione dei dipendenti (composto da persone che dichiarano di avere una

tossicodipendenza, come da persone che soffrono di dipendenza da gioco d’azzardo, da

Internet o da shopping, e da una persona con dipendenza affettiva) ha influito negativamente

sulla possibilità di far emergere le componenti impulsiva e compulsiva del gioco d’azzardo e

della dipendenza da Internet, che studi precedenti avevano rilevato. È emersa però

un’interessante associazione: alti livelli di dipendenza da shopping si associano ad un elevato

Page 7: Impulsività e compulsività in adulti con dipendenze, binge

e problematico uso di Internet. Questo può essere indicativo di una progressiva trasformazione

dello shopping “dal vivo” (nei negozi) in shopping online, che porta a far coincidere le due

dipendenze comportamentali.

Þ Nel gruppo di persone con binge eating è emerso che agire compulsioni impulsive

(comportamenti che diventano compulsivi quando ripetitivi, come “curare il proprio aspetto”,

“pianificare/organizzare”, “sistemare/riordinare”, “fare liste”) fa aumentare la probabilità di

fare abbuffate, come sintomo principale del binge eating. Questo risultato indica che soggetti

con binge eating avrebbero una tendenza alla ripetitività e alla compulsività nelle loro azioni

quotidiane. L’abbuffata nel binge eating facilmente diviene un’abitudine per alleviare uno

stato emotivo interno negativo (detta meccanismo di evitamento emotivo). È ampiamente

possibile che persone con binge eating mettano in atto anche altri meccanismi di evitamento

emotivo, come l’eccessivo controllo, la pianificazione, la cura ossessiva di sé, tutti

comportamenti identificabili come compulsioni impulsive. Dunque, la messa in atto di vari

comportamenti compulsivi nella vita quotidiana come meccanismo di evitamento emotivo

può essere campanello d’allarme per l’identificazione di un binge eating.

Þ Nel gruppo di adulti con ADHD è emerso come sia impulsività sia compulsività hanno un

effetto sulla sintomatologia ADHD, e in misura simile. L’impulsività fa aumentare la

sintomatologia del 12%, la compulsività del 10%. Questo risultato è innovativo e interessante

poiché mette in luce la marcata compulsività (quasi pari all’impulsività) che contraddistingue

gli ADHD adulti. Inoltre, la sintomatologia ADHD è risultata associata all’agire impulsi

compulsivi, come fare abuso di alcool e sostanze, “fare gesti di autolesionismo intenzionale”,

“fare aggressioni verbali”, “mentire”, “dire parolacce/imprecare”. L’associazione tra impulsi

compulsivi e sintomatologia ADHD testimonia ancora una volta che le dipendenze da

sostanza e comportamentali di frequente si sviluppano in comorbilità con l’ADHD.

Per quanto riguarda il terzo obiettivo, sono state realizzate delle analisi per valutare in ciascun gruppo

l’impatto di impulsività e compulsività sulla qualità di vita: ci si aspetta che queste dimensioni si

associno ad un calo della personale soddisfazione e appagamento per diversi aspetti della propria vita

(la salute fisica, il lavoro, le attività del tempo libero, le relazioni sociali, famigliari ecc.). Si è

osservato, in ciascun gruppo, anche un eventuale impatto dell’età e del sesso (maschile/femminile)

sulla qualità di vita.

Þ Nel gruppo di persone con dipendenze, solo l’impulsività determina un abbassamento nella

qualità di vita (all’aumentare dell’impulsività, la qualità di vita si abbassa di circa il 17%).

La compulsività non sembra avere effetto sulla qualità di vita in queste persone. Se

Anna
Evidenziato
Page 8: Impulsività e compulsività in adulti con dipendenze, binge

l’impulsività e gli impulsi compulsivi si erano dimostrati i principali predittori rispettivamente

della dipendenza da shopping e da sostanze, l’impulsività è anche il maggiore responsabile

della riduzione della qualità di vita in queste persone.

Þ Nel gruppo di persone con binge eating, è emerso che la compulsività determina un

abbassamento della qualità di vita del 23%. Dato che le compulsioni impulsive erano

associate all’aumento dei comportamenti di abbuffata, è naturale che la compulsività abbia il

principale effetto sulla riduzione della qualità di vita in questo gruppo. Si ottiene però un altro

risultato rilevante: in queste persone l’età si associa ad un abbassamento della qualità di vita.

Ciò significa che il binge eating diventa più invalidante dal punto di vista fisico, sociale,

famigliare nel lungo termine o in persone che hanno un’età più alta.

Þ Nel gruppo di adulti con ADHD si è ottenuto un risultato innovativo e interessante:

impulsività e compulsività si rivelano entrambe responsabili di un abbassamento della qualità

di vita. Tuttavia, mentre l’impulsività determinava in misura maggiore la sintomatologia

ADHD (12%) rispetto alla compulsività (10%), l’impatto sulla qualità di vita è opposto. La

compulsività impatta negativamente sulla qualità di vita degli ADHD in misura maggiore

rispetto all’impulsività (rispettivamente del 7% e del 6%). Questo risultato rivela che gli

ADHD che presentano anche compulsività di tratto hanno i sintomi più invalidanti e una

peggiore qualità di vita.

Þ Si è inoltre osservato come impulsività e compulsività di tratto impattino sulla qualità di vita

nel campione tratto dalla popolazione generale, un gruppo di 182 persone non reclutate da

gruppi specifici e quindi non aventi una delle condizioni cliniche considerate prima. È emerso

come sia l’impulsività sia la compulsività si associano a un peggioramento nella qualità di

vita, anche se minimo dato che il campione non è clinico (rispettivamente del 4% e del 7%).

Questo risultato dimostra ancora una volta che la compulsività ha un impatto più negativo

sulla qualità di vita rispetto all’impulsività: tratti di personalità compulsivi sono più

invalidanti rispetto a quelli impulsivi. Nello stesso gruppo è emerso però un altro dato

interessante: le compulsioni impulsive (comportamenti di ordine quotidiano che se ripetuti

possono diventare compulsivi) sono risultate associate ad un aumento della qualità di vita del

6%. Queste indicano azioni come “lavarsi”, “sistemare/riordinare”, “pianificare/organizzare”,

“pulire troppo”, “applicare regole”, “controllare sé stessi allo specchio”, “controllare cose tipo

serrature, interruttori della luce ecc.”: si tratta di comportamenti in sé positivi, quando non

sono messi in atto in maniera ripetitiva e automatica. Questo dimostra che, in persone che non

soffrono di particolare disagio psicologico, comportamenti di controllo, precisione e

Anna
Evidenziato
Anna
Evidenziato
Page 9: Impulsività e compulsività in adulti con dipendenze, binge

organizzazione possono rivelarsi funzionali e positivi per la qualità di vita, quando non

diventano compulsivi, ripetitivi e automatici.

Un ultimo importante risultato si è ottenuto dal confronto dei livelli di qualità di vita tra i quattro

gruppi coinvolti nello studio. Sulla base dei precedenti risultati, ci si aspettava che i gruppi con

maggiori livelli di impulsività e compulsività, dato l’impatto che queste dimensioni hanno sul

benessere, presentassero minore soddisfazione e appagamento per la propria vita. Infatti, binge eaters,

persone con dipendenze e ADHD riportano tutti una qualità di vita peggiore rispetto alla popolazione

generale. In particolare, i binge eaters hanno i livelli più bassi di qualità di vita, seguiti dagli ADHD

e infine dai dipendenti, anche se i punteggi ottenuti dai tre gruppi non si discostano di molto tra loro.

Invece i tre gruppi si discostano in misura rilevante dalla popolazione generale, che presenta una

qualità di vita più alta e con minore variabilità tra i membri del gruppo. Questo porta ancora una volta

ad affermare che la compulsività ha un impatto più negativo sulla qualità di vita rispetto

all’impulsività: infatti il binge eaters è la condizione emersa come più compulsiva, l’ADHD è

determinato sia da impulsività sia da compulsività e le dipendenze sono determinate solo da

impulsività. Non sono stati reperiti studi precedenti che confrontano la qualità di vita in questi

disturbi, e quindi i presenti risultati costituiscono un importante contributo.

CONCLUSIONE

Il presente studio è stato ispirato dall’importanza di mettere in relazione tra loro impulsività e

compulsività e di osservare come questi tratti si declinano in alcuni disturbi e come impattano sulla

qualità di vita degli individui.

Lo studio può avere diversi risvolti in ambito clinico. Riconoscere che impulsività e compulsività

sono aspetti separati ma di frequente associati evidenzia l’importanza di considerare entrambi gli

aspetti in una fase di valutazione psicologica e di mantenersi aperti alla possibilità che un disturbo

connotato da impulsività possa manifestare col progredire del tempo anche tratti compulsivi, e

viceversa. Inoltre, lo studio ha messo in luce la compresenza di impulsività e compulsività in persone

con dipendenze, con binge eating e con ADHD e suggerisce l’importanza di integrare strategie

terapeutiche che agiscano su entrambe queste dimensioni nel loro trattamento. Dato che la

compulsività ha rivelato un impatto più negativo sulla qualità di vita rispetto all’impulsività, lo studio

suggerisce anche l’importanza di agire precocemente sulle dipendenze, sul binge eating o su altri

disturbi dello spettro per impedire che i comportamenti impulsivi diventino compulsivi e quindi che

il disturbo progredisca nella fase più invalidante.

Anna
Evidenziato
Anna
Evidenziato
Anna
Evidenziato
Anna
Evidenziato