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I. 2011 23 Edizione italiana

Incontroluce 23 IT - iGuzzini Magazine

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L’Italia festeggia i 150 anni della sua unificazione. Da “espressione geografica” come la definì all’inizio dell’800 Klemens Wenzel von Metternich, plenipotenziario dell’Impero Austro-Ungarico, oggi l’Italia è una nazione moderna con un ruolo significativo nel Mondo. Questo ruolo è stato raggiunto grazie alla sua storia, alla bellezza del paesaggio, alla sua millenaria cultura e alla grandezza delle produzioni artistiche che si sono susseguite nei secoli. Negli ultimi 50 anni l’immagine internazionale del nostro Paese si è diffusa anche attraverso la capacità creativa e produttiva delle aziende: il Made in Italy. Oggi, all’estero, Made in Italy significa passione e cultura, rimanda soprattutto alla bellezza estetica, alla qualità, alla creatività. [...]

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I. 201123 Edizione italiana

Cari lettori,

L’Italia festeggia i 150 anni della sua unificazione. Da “espressione geografica”come la definì all’inizio dell’800 Klemens Wenzel von Metternich, plenipotenziariodell’Impero Austro-Ungarico, oggi l’Italia è una nazione moderna con un ruolosignificativo nel Mondo. Questo ruolo è stato raggiunto grazie alla sua storia, allabellezza del paesaggio, alla sua millenaria cultura e alla grandezza delle produzioniartistiche che si sono susseguite nei secoli.Negli ultimi 50 anni l’immagine internazionale del nostro Paese si è diffusa anche attraverso la capacità creativa e produttiva delle aziende: il Made in Italy.Oggi, all’estero, Made in Italy significa passione e cultura, rimanda soprattutto alla bellezza estetica, alla qualità, alla creatività. Questi sono termini associati alla produzione italiana da oltre il 70% di opinion leaders cinesi e statunitensi,intervistati per una recente indagine commissionata dal Comitato Leonardo. Questi termini sono, per molti, associati ai cosiddetti settori tradizionali - il settoretessile e quello alimentare - ma si sono progressivamente estesi anche a quelli piùmoderni, in particolare all’arredamento e al design. Le radici del Made in Italyaffondano profondamente nel nostro Paese. Per scoprirlo occorre conoscere i territori italiani, le città, i borghi, il “saper fare” e le competenze di tutta la filieradella rete produttiva. È proprio questo sistema “a rete”, infatti, che caratterizza laforma produttiva italiana contemporanea che nasce come coordinamento di piccoleimprese, circostanziate ad un territorio specifico.Il Made in Italy è oggi l’unico sistema produttivo al mondo nel quale il progettistainterviene all’interno di tutti i passaggi del ciclo progettuale: il momento ideativo,quello produttivo, la distribuzione e, soprattutto, i processi di consumo. Qualsiasi progettista che collabora con il nostro sistema produttivo, pur provenendoda paesi diversi dal nostro, una volta che collabora con il nostro sistema, diventa“italiano”. I progetti internazionali di architettura che abbiamo presentato in questi13 anni di “Incontroluce” sono esempi del Made In Italy realizzato nel mondo nel settore in cui opera la nostra azienda.

Adolfo Guzzini

Editoriale

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23 Incontroluce

Sommario

I. 2011

Editoriale

ProgettazioneLuce italiana per la sede del Ministero dell’Ambiente Cinese

ProgettiRolex Tower

L’illuminazione di una nuova sede Sanofi Aventis

Northbridge Piazza

Il Museo Nazionale Germanico e l’esposizione permanente “Rinascimento-Barocco-Illuminismo”

Negozio Faraone

International School of Zug and Luzern

Presentato ufficialmente il nuovo MACRO

The Briggait

Una luce biodinamica per gli affreschi di Villa della Farnesina

Museo del Design di Holon

La sede del Banco Nacional de España

Nuovo negozio Desigual all’Opera

Auditorium de La Porta del Parco

Lusso per uffici in Boulevard Saint Germain

La sede centrale di Woodland Trust

Il Complesso del Palazzo di Shirvanshahs

Showroom Domestica

Il nuovo edificio Pirelli

IBM Software Executive Briefing Center

Cultura dell’aziendaRon Arad: Restless

Anticorpi / AntibodiesFernando e Humberto Campana1989-2010

LED - Lighting Exhibition DesigniGuzzini Danimarca

Dean Skira ospite della iGuzziniWorkshop “Luce, arte, tecnologia”

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Luce italiana per la sede del Ministero dell’Ambiente Cinese

Pechino, Cina

Progettazione

L’edificio del 4C ospita il Ministero dell’Ambiente cinese. Progettato attorno al concetto di sostenibilità nelle sue molteplici accezioni quali:adattabilità, riconoscibilità, sostenibilità energetica, accessibilità, crea un edificioche contribuisce alla valorizzazione dell’identità locale. L’adattabilità all’ambiente e l’inserimento armonioso nel contesto urbano hanno influenzato la sua forma architettonica. L’edificio, attraverso l’architettura, assume una connotazione esteticae formale riconoscibile, creando una presenza fortemente identificabile nel paesaggiourbano della capitale.La luce rende fortemente riconoscibile l’edificio, rivelando i particolari architettonici. La facciata nord è caratterizzata dal concetto di chiusura, nato dall’esigenza di schermare l’edificio dalla viabilità di grande traffico, di proteggerlo dai venti freddiinvernali provenienti da nord, nord-ovest, e dall’esigenza, manifestata dalla commit-tenza, di conferire solennità a questo prospetto. Tale facciata appare monumentale e compatta. L’architetto Occhiuto ha pensato adun grande parallelepipedo, sospeso su un volume vetrato a doppia altezza, disegnatodalla scansione di pietre di grandi dimensioni e segnato da tagli orizzontali e verticaliche ne denunciano le aperture. La maglia compositiva di base viene interrotta e resadinamica dalla presenza di elementi a grande scala: due logge a doppia altezza eduna loggia ad altezza singola che accentuano il concetto di vuoto, e da un tagliovetrato (la crash room) che percorre verticalmente tutto l’edificio ed esce fuori dallafacciata, che rappresenta invece il concetto di pieno.

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Foto: LV Hengzhongrendering per gentile concessione Francesca Storaroritratto: Rino Malgrande

1. L’edificio 4C illuminato secondo i colori de “Le Quattro Stagioni”

2. Rendering progettuale “Le Quattro Stagioni”

3. Rendering “La Terra”

ClienteMinistero dell’Ambiente cinese

Progetto architettonicomOa - Mario Occhiuto Architetture

Lighting designerFrancesca Storaro

Strutture ed impiantiFMi- Favero & Milan ingegneria S.r.l. a.

Partners AssistanceiGuzzini illuminazione iGuzzini illuminazione China

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Luce italiana per la sede del Ministero dell’Ambiente Cinese

Progettazione

Francesca Storaro ha utilizzato per evidenziare questi quattro segni, differenti tonalitàcromatiche ispirandosi alle quattro stagioni come rappresentazione di un ambientein divenire evolutivo.Esse generano dei cambiamenti nell’ambiente, seguendo un processo evolutivo climatico e cromatico. L’idea luministica è quella di rappresentare quindi l’ambientee l’ architettura che lo rappresenta in questo edificio, attraverso le quattro stagioni e le loro simbologie cromatiche. Le stagioni sono un simbolo del rinnovarsi periodicodella natura e sono strettamente correlate alla tradizione astrologica degli influssicelesti sul mondo sublunare; scandiscono i ritmi della natura e della vita umana;esprimono una concezione ciclica del tempo. Nella mitologia greca e romana le divinitàolimpiche corrispondenti alle stagioni erano: Flora per la primavera; Demetra per l’estate; Dioniso per l’autunno; Saturno per l’inverno. Le stagioni corrispondono anche ai momenti fondamentali della vita dell’uomo: la nascita (primavera), la maturità(estate), il declino (autunno) e la morte (inverno).Le quattro stagioni in Cina invece sono rappresentate da: il crisantemo (autunno), il pruno (primavera), il pavone (inverno) e il loto (estate).Francesca Storaro ha pensato di rappresentare attraverso una specifica stagione ognisegno architettonico.Ha attribuito quindi alle finestre verticali, che esprimono un processo in movimento,in crescita, in evoluzione, il valore della Primavera, dell’elemento Aria e l’ha rappre-sentata con il colore Blu, il colore del pensiero, della liberazione, della sensazione,dell’intuizione. Le finestre orizzontali rappresentano la stabilità, la linea di terra, l’orizzonte, o un uomo a riposo, esprimono una forma statica, assimilabile all’Autunno e all’elemento Terra.L’Autunno è rappresentato con il colore Arancio, il colore della crescita, dell’amore,del nucleo familiare, della passione unita al sentimento.

4Francesca Storaro

Laureata in Architettura dal 2007 è docente e membro del consiglio direttivo dell’Accademiadella Luce. È membro delle maggiori associazioni di Lighting Designer: AILD (Associazione ItalianaLighiting Designer) AIDI, PLDA, (ProfessionalLighting Design Association), IALD (InternationalAssociation of Lighting Designers). Dal 2009insegna presso il master FSE di 2° livello per esperti in illuminotecnica architettonica e artisticaalla Facoltà di Architettura di Venezia. Sempre dal 2009 la rivista di illuminazione architettonica internazionale “Mondo Arc” ha inserito il suo studio tra i 50 studi di Lighting Design piùimportanti del mondo. Fra gli interventi più presti-giosi e più recenti ricordiamo soltanto: l’Ideazioneluministica, progetto architettonico, illuminotecnicoe direzione lavori per la Biennale di Venezia, 55° Mostra d’arte Cinematografica, l’illuminazione di Piazza del Campidoglio a Roma, in occasionedella settimana della moda, il progetto di illumi-nazione del Palazzo d’Arnolfo a San GiovanniValdarno, il progetto per l’illuminazione del CastelloVisconteo e di Piazza Sant’Antonio a Locarno, inSvizzera, l’illuminazione delle cupole del Correggioa Parma, l’illuminazione dei Villini delle Fate nelQuartiere Coppedè a Roma, oltre all’illuminazionedell’edificio 4C a Pechino, sede del Ministerodell’Ambiente Cinese e dell’edificio B2 per l’Expo di Shanghai 2010, ambedue progetti di MarioOcchiuto Architects. Ha collaborato inoltre conarchitetti quali Massimiliano Fuksas, studi d’inge-gneria quali Favero & Milan, ed artisti quali Mario Ceroli, oltre ad aver curato gli allestimenti di diverse mostre dedicate a Vittorio Storaro.

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4. Rendering “La Luna”

5. L’edificio con i colori de “Le Quattro Stagioni”, da diversa angolazione

L’illuminazione di queste finestre orizzontali e verticali è ottenuta grazie a Glim Cube RGB, curvi nelle finestre orizzontali ed invece lineari per le finestre verticali.La Crash room è un volume solido che uscendo fuori dalla facciata dell’edificio,esprime un concetto di pienezza, di prosperità. È stato quindi associato all’Estate,all’elemento Fuoco e al colore Rosso, simbolo di energia vitale: è il segno del positivo,dell’impulso, della potenza, della conquista. Ed il rosso è creato da Linealuce RGB. Le logge sono forme che hanno perso porzioni di volume, sono forme derivanti da sottrazioni, vuoti che esprimono mancanza, aridità. Sono paragonate quindiall’Inverno, all’elemento Acqua e al colore Verde, simbolo della conoscenza, delmistero, del destino; in questo caso gli apparecchi utilizzati sono proiettori PlateaRGB. La sua funzione di edificio governativo ha reso necessario connotare la facciatadenunciandone l’impronta ufficiale e monumentale. I due elementi di attacco a terra laterali, simbolo di stabilità, e l’elemento di chiusuratriangolare a coronamento dell’edificio, simbolo di solennità, diventano il quinto elemento, la quintessenza, l’elemento di unione. Sono la somma della concezioneciclica del tempo, esprimono l’anno, e sono rappresentati dal colore Bianco: pura luce, colore dei colori in quanto li contiene tutti. Ha sempre rappresentato laPurezza, il Candore, la Saggezza. È il colore dell’energia.Essendo le stagioni strettamente correlate alla tradizione astrologica degli influssicelesti sul mondo sublunare, finito il ciclo delle stagioni, gestito in maniera dinamica,gli elementi architettonici caratterizzanti l’edificio (finestre orizzontali, finestre verticali, vuoti e pieno) saranno tutti illuminati dal simbolo della Luna, dal coloreAzzurro, fino alla mezzanotte.Da mezzanotte all’alba, invece, tali elementi saranno ricondotti al simbolo da cuitutto l’ambiente nasce, la Terra, simboleggiata dal colore Arancio. La gestione deicambi di colore e delle fasi è affidata al Lighting Management System MasterPro.

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Rolex Tower

Dubai, United Arab Emirates

Progetti ClienteAhmed Seddiqi & Sons

Progetto architettonicoSkidmore, Owings e Merrill -NY office

Lighting DesignerBPI Shangai office - Chiming Lin

La prima Rolex Tower in Medio Oriente è statasvelata a Dubai, alla presenza di un folto numero di invitati e giornalisti. Il complesso,dotato di spettacolare facciata in vetro su cui si riflettono le innumerevoli luci della città, è firmato dallo studio di architettura Skidmore,Owings e Merrill. La torre di Dubai ospita 25piani di appartamenti, compresi due attici, oltre a 31 livelli di spazi commerciali. La forma estremamente semplice di un paralle-lepipedo, sembra ricoperta da un velo grazieall’uso di un vetro dall’effetto lattiginoso. Nella parte alta dell’edificio l’opacità cede il passo invece alla trasparenza con un effetto che ricorda i pixel delle immagini digitali.Lo studio di architettura ed il Lighting designerhanno voluto ricreare durante la notte lo stessotipo di effetto pixelato. Dall’accensione dell’edifico,avvenuta nel febbraio 2010, 800 apparecchispeciali a LED con accensioni diversificate piano per piano e gestite dal sistema di controllo,messi a punto ambedue dalla iGuzzini, ricreanol’effetto lattiginoso e via via più trasparente versol’alto che la torre ha durante il giorno. L’aspetto notturno inoltre prevede un’accensionepiù intensa sulla sommità dell’edificio, con unasorta di effetto torcia, come se l’edificio fossecoronato per ricordare il logo Rolex.All’accensione finale si è arrivati dopo un iter incui tre diverse filiali iGuzzini hanno sviluppatoognuna una parte del complesso progetto.

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Foto: Oliver Jackson Photography

1. La Rolex Tower nel contesto della città. Evidente l’effetto torcia voluto per la cima dell’edificio

2.3. Diverse fasi di accensione del prodotto speciale

Turnkey ContractorDCC -Dubai Contracting Company

Partners AssistanceiGuzzini ChinaConsulenza per progettazione illuminotecnica

iGuzzini ItalySviluppo e produzione del prodotto speciale e del sistema di controllo iGuzzini MEAssistenza in cantiere, Mock Up ed installazione

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L’illuminazione di una nuova sedeSanofi Aventis

Massy, Francia

Progetti ClienteSOGAM

Agenzia di architetturaFranco CianfaglioneSCGMA (Société CianfaglioneGravereaux Maroun Architectes)

Questo complesso, inizialmente previsto, per accogliere 2.500 persone, si trova in un’area costruita in rue de Paris, una strada che collega l’autostrada al centro della città di Massy. Costruito su un’area di quasi 6 ettari, il progetto risponde alle richieste della città di Massy: collegare la zona di attività alle zoneresidenziali che occupano il centro città, passarecon gradualità dall’urbano al non urbano, fungere da punto di transizione tra le diversefunzioni di questa città dell’Essonne.Al di là di questa richiesta, l’obiettivo era anchequello di trovare l’equilibrio tra la necessità divisibilità voluta dagli investitori per questo edificiodi uffici e la necessità di armonia urbana.

Il progetto crea una rottura per le sue dimensioni,ma si integra perfettamente all’urbanistica della città.Per l’edificio sono stati utilizzati gli stessi mate-riali utilizzati nel settore abitativo: mattoni,vetro, calcestruzzo. La facciata principale èun’immensa scatola di vetro e l’edificio diventameno chiuso e ripetitivo; man mano che ci siallontana da essa le altre facciate sono semprepiù disordinate: il mattone, il legno e le aperturevengono introdotti secondo un ritmo aleatorio. La creazione di faglie visive larghe 15 m e l’introduzione di una passerella di vetro sonol’occasione per ottenere un edificio lungo 250 m,non ripetitivo o monotono, ma anzi dinamico.

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Foto: Didier Boy de la Tour

1. Facciata principale dell’edificio

2.3.4. Vista posteriore dell’edificio con le zone verdi

Ufficio studiBETHAC

InstallatorePhibor (gruppo Vinci)

PaesaggistaEmeraude PaysageChristophe Besson

Partners AssistanceiGuzzini illuminazione France SA

ll luogo vince la scommessa di allontanareinquinamento acustico e ambientale, per offrireuno spazio di relax, benessere e incontro. Questi sono i valori guida del progetto: era fon-damentale, per il locatario e l’architetto, metterein evidenza la funzionalità delle postazioni dilavoro (sobrie, chiare, tranquille, riposanti, chefavoriscano la concentrazione, statiche) e ilcomfort, il relax, il calore degli spazi fuori dallezone di lavoro (curve, colori, vita). I due trattamenti contrastanti adottati per glispazi interni richiamano anche il contrasto esi-stente fra l’esterno, geometrico, rigido e freddo,e l’interno, con curve ondeggianti e colorato dal colore rosso.

Consegnato alla fine del 2009, l’edificio di39.000 mq accoglie oggi 1.200 dipendenti dell’azienda Sanofi, locataria dei luoghi. Il progetto comprende una hall gigantesca dotatadi un pozzo di luce, una caffetteria/ristorantesovrastata da una vetrata, tre livelli di parcheggiosotterraneo, un livello di archivi, un giardino pae-saggistico, uno spazio per accogliere i visitatori,un auditorium da 350 posti, sale riunioni conpareti mobili e anche una palestra e uno spoglia-toio. In termini di illuminazione, durante il giornotutti gli uffici sono illuminati dalla luce naturaleche entra dalle faglie che corrono dal pavimentoal soffitto. La luce artificiale riprende poi durantele ore notturne l’effetto della luce naturale.

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L’illuminazione di una nuova sedeSanofi Aventis

Progetti

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Gli apparecchi utilizzati negli interni sono Minilaser,Pixel Plus, Laser, Pixel. L’auditorium è illuminatoda Deep Frame. Le vie interne sono ricoperte di lamiera rossa, che si avvolgono dalla hall versoil giardino e sono illuminate da proiettoriMaxiWoody, in alcuni casi anche incassati a terra. Nella hall oltre ad apparecchi iRoll ci sonoanche apparecchi Le Perroquet a sospensione e sopra il banco di accoglienza è posizionato un Le Perroquet a luce indiretta. Il giardino pubblico comprende numerosi bacinid’acqua e spazi verdi per una maggiore integra-zione dell’edificio con l’ambiente circostante. In questa area sono utilizzati soprattutto Bliz,iWay e Pencil. L’area antistante la facciata principale vetrata è illuminata da apparecchiLavinia, su palo, ma anche nella versione applique applicata su piloni.

3.4. Due particolari architettonici

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Northbridge Piazza

Perth, Australia

Progetti ClientCity of Perth

Urban DesignerCity Design

Lighting DesignerWSP Lincolne Scott

Nel progetto di rivitalizzazione dell’amministra-zione di Perth della zona della città dedicataall’ospitalità con ristoranti ed intrattenimento,Northbrigde Piazza offre uno spazio aperto dovele persone possono sedersi e rilassarsi, anchegrazie alla presenza di un maxi schermo a LED,visibile anche dai negozi e ristoranti adiacentialla Piazza. La progettazione dell’illuminazione,messa a punto da WSP Lincolne Scott è correlata

al senso di sicurezza e di relax che la zonadoveva offrire. Mondoluce ha offerto il supporto tecnico neces-sario per individuare il prodotto migliore a creareun’atmosfera accogliente. I proiettori Woodysono stati installati su pali per illuminare lazona erbosa al centro della piazza offrendo unlivello d’illuminazione adeguato e confortevoleper la Piazza ed i suoi visitatori.

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Foto: Ron Tan

1. Illuminazione delle strade che conducono alla Piazza

2. Scorcio della Northbridge Piazza

Electrical ContractorDowner Electrical

Partners AssistanceMondoluce

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Il Museo Nazionale Germanico e l’esposizione permanente “Rinascimento-Barocco-Illuminismo”

Norimberga, Germania

Progetti

L’inaugurazione dell’esposizione permanenteintitolata “Rinascimento-Barocco-Illuminismo”presso il Museo Nazionale Germanico diNorimberga svoltasi il 17 marzo 2010 ha uffi-cializzato la conclusione dei lavori di ristruttura-zione della galleria risalente agli anni venti delsecolo scorso e tutelata come patrimonio di interesse storico ed artistico. Al termine di unperiodo di progettazione e costruzione durato sei anni, il più grande museo di arte e culturagermanica presenta la parte essenziale delle sue collezioni in un nuovo splendore. La nuova esposizione dei tesori risalenti alperiodo dal XVI al XVIII secolo posta al pianosuperiore della galleria è stata realizzata appli-cando criteri museografici all’avanguardia eseguendo un concetto contenutistico innovativo.L’arte della prima età moderna, tra cui i capola-vori di Albrecht Dürer, Lucas Cranach e VeitStoß viene mostrata nel contesto storico-culturaleche le pertiene per favorire una comprensioneintegrale della cultura materiale dei secoli scorsi.L’arco temporale va dalla scoperta del NuovoMondo intorno al 1500 fino al rococò e all’illuminismo del tardo XVIII secolo.

Un migliaio di oggetti esposti, da dipinti a scul-ture, passando per prodotti tessili, monili emedaglie fino ad elementi di arredo e strumentimusicali, danno vita a tre secoli di storia cultu-rale germanica suddivisi in categorie tematichecome “Pellegrinaggio”, “Riforma” o “Natura eantichità”. L’Ufficio Tecnico Comunale Statale di Erlangen-Norimberga (Staatliche Bauamt Erlangen-Nürnberg) è stato incaricato di progettare e rea-lizzare la ristrutturazione della galleria e dellanuova architettura espositiva del piano superiore.Finalità principale della nuova concezione era la tutela e l’ottimizzazione del patrimonio storicamente rilevante: eliminando gli elementi

costruttivi aggiunti nel corso degli anni è cosìriemersa la struttura architettonica originaria dell’edificio. Inoltre, l’intenzione principale deiprogettisti era quella di dare risalto agli elementiesposti, attribuendo all’architettura espositiva un mero carattere funzionale. Un sistema di presentazione strutturalmente uni-tario conferisce alle 33 sale, in parte estrema-mente diverse da un punto di vista costruttivo, il carattere di un unico corpo espositivo. Anche la progettazione illuminotecnica realizzatada LichtVision di Berlino si è ispirata a questoprincipio di fondo, dando priorità alla migliore visibilità delle opere esposte, mentre gli apparecchidovevano comparire il meno possibile.

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Foto: Lothar Reichel

1.2. Allestimento delle sale

ClienteGermanisches NationalmuseumNürnberg

Lighting DesignerLichtVision Berlin - Thomas Müller

ProgettistaUfficio Tecnico Comunale Statale di Erlangen-Norimberga - Jürgen Wolff e Florian Kutzer(Staatliches Bauamt Erlangen-Nürnberg)

Partners AssistanceiGuzzini illuminazione Deutschland GmbH

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Il Museo Nazionale Germanico e l’esposizione permanente “Rinascimento-Barocco-Illuminismo”

Progetti 3.4. Allestimento delle sale

Questo concetto si è concretizzato in soffittiluminosi a luce diurna e artificiale nelle sale digrandi dimensioni, integrati da un’illuminazioned’accento realizzata con l’ausilio di proiettoriTecnica che sono stati utilizzati anche nei gabinettidove essi costituiscono l’illuminazione domi-nante, contrariamente alle grandi sale dove conferiscono un effetto di luce diurna. L’utilizzodi filtri diffondenti speciali consente di realizzareun passaggio delicato tra i coni di luce e uneffetto armonico sulle pareti espositive. Per una riproduzione ottimale del colore dei

dipinti sono state utilizzate sorgenti luminosealogene. L’illuminazione è abbinata ad un sistemadi controllo complesso che garantisce un’intensitàluminosa costante a tutela degli oggetti esposti.Nelle sale illuminate dall’alto la luce diurnaviene regolata nel tetto tramite apposite lamellepresenti nell’intercapedine tra le lastre dellavetratura isolante. Sensori luminosi nel sottotettoe nelle sale delle collezioni misurano l’intensitàluminosa presente e controllano gli impianti diombreggiamento e la quantità di luce artificialesecondo necessità.

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Negozio Faraone

Milano, Italia

Progetti ClienteGioielleria Faraone

Progetto architettonico ed illuminotecnicoIosa Ghini Associati

Il concept della nuova gioielleria milanese diFaraone in Via Montenapoleone, affidato all’ar-chitetto Massimo Iosa Ghini, si ispira a un’ideadi preziosità caratterizzata da segni avvolgentiche delineano lo spazio e descrivono un’espo-sizione raffinata ed elegante. Il progetto è statoguidato dalla ricerca di equilibrio, secondo leparole dello stesso architetto: “Il segno seccodella pietra tagliata levigata e limpida, il fluidodell’oro e dei metalli preziosi racchiusi in unfodero di elegante legno … Occorre metterliinsieme in proporzioni appropriate per ottenereuno spazio che valorizzi il contenuto e che diapiacere a tutti i sensi di chi lo vive e lo fre-quenta”. L’interno dello spazio è stato realizzatocon i materiali della tradizione, dalle finiturericercate e scelte con grande attenzione: diversilegni proposti con sfumature cromatiche tendential grigio, vetri ambrati, metalli ottonati e bronzei,morbida nappa per le sedute. Gli ambienti sono racchiusi da moduli di boiseriein legno modanato, che scandiscono lo spazio.

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Foto: Santi Caleca

1. Vetrine su Via Montenapoleone

2.3. Scorci dell’interno

Le teche espositive in cristallo dalle linee squa-drate si intersecano e si compenetrano l’unacon l’altra; gli incastri danno vita a giochi diluce e sovrapposizioni innovative.Le pareti perimetrali sono completamente adi-bite all’esposizione e sviluppate con luminoseteche in cristallo che esaltano il naturale coloredelle pietre; da questi lunghi volumi di luce ne emergono altri che si protendono verso ilcentro dello spazio fino ad incontrare i sinuosinastri bronzei. Le sedute sono rivestite in morbida pelle color cuoio; l’imbottitura è rac-chiusa in una fascia d’ottone lucidato a mano.Sul pavimento, una moquette delimita gli spazirelazionali e di vendita. L’atmosfera è calda e accogliente.L’illuminazione consta di tre elementi: le sceno-grafiche sospensioni realizzate su commissione da un artigiano; l’illuminazione a LED dellevetrine, specifica per esaltare i gioielli esposti;gli incassi Deep Minimal ad alogenuri metalliciper integrare ed uniformare il tutto.La boutique si sviluppa su due piani, collegatida una scalinata cui fa da schermo un’impo-nente parete realizzata da molteplici lastre invetro colorato, nelle tonalità del giallo ambratoe del bronzo. Al primo piano, i salottini sonodedicati ai clienti che preferiscono uno spaziodedicato e una maggior tranquillità. CesareSettepassi, come un vero gioielliere di famigliao come un contemporaneo artigiano metropoli-tano, sarà sempre a disposizione dei clienti e di coloro che chiederanno il suo consiglio, lasua visione, la sua opinione; attento e discreto,sarà tuttavia onnipresente sia presso gli ateliersia in gioielleria, quale testimone reale di unastoria, di un passato e di un futuro al serviziodi quella “famiglia” che si è allargata a com-prendere tutti coloro che manifestano amoreper il bello, stile, buon gusto.

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International School of Zug and Luzern

Baar, Svizzera

Progetti CommittenteFondazione Don Bosco

Progetto architettonico ed illuminotecnicoGermann & Achermann AG

La International School of Zug and Luzern (ISZL)rappresenta un elemento importante nel territoriodi Baar: circa 1200 studenti provenienti da 50paesi diversi sono iscritti a questa scuola cheadotta un piano di studi internazionale. La ISZL si articola complessivamente in 3 sedi:Baar, Hünenberg e Lucerna. A Baar, sotto la direzione dello studio di archi-tettura Germann & Achermann è stato progetta-to e costruito un nuovo edificio adibito a scuolamedia. Il corpo centrale è costituito dall’Aula,una costruzione massiccia per metà interrata.L’edificio scolastico su tre piani è rappresentatoda una costruzione in legno con una facciata in vetro e metallo.

L’intera costruzione soddisfa gli standardMinergie (MINERGIE®) è un’etichetta di qualitàper edifici nuovi e rimodernati. Il marchio èsupportato congiuntamente dal mondo econo-mico svizzero, dai Cantoni e dalla Confederazione).Ciò comporta anche l’osservanza di requisitispeciali relativi all’illuminazione. Inoltre si èdovuto tener conto del fatto che le costruzioninuove si suddividono in tre settori di utilizzodiversi: la “zona generale”, che indica partidell’edificio come i corridoi e i vani scala, leclassi e l’Aula. Nella zona generale sono stateutilizzate principalmente lampade del SistemaEasy dotate di sorgenti luminose fluorescenti PL-R che, nonostante una potenza ridotta,

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Foto: Günther Laznia

1. Effetto notturno della illuminazione interna della scuola

2. Illuminazione della sala a doppia altezza, con effetti scenografici sulle pareti

Progettista dell’impianto elettricoScherler AG

Installatore dell’impianto elettricoErzinger Eugen AGHans Müller AG

offrono un rendimento maggiore rispetto allesorgenti luminose tradizionali. Ciò consente direalizzare, con un numero esiguo di lampade, lapotenza luminosa richiesta complessivamente,adempiendo così in modo ottimale ai requisitiMinergie. Nelle classi è stato utilizzato un sistema a luceregolabile, Mini Light Air, che si adatta automa-ticamente alle condizioni di luminosità esterna,fornendo soltanto la quantità di luce necessariaad integrazione della luce naturale come requi-sito indispensabile a garanzia di una condizioneottimale per l’insegnamento. I Mini Light Air asospensione, emettono luce diretta soltanto peril 70% e luce indiretta per il restante 30%, conun effetto luminoso decisamente piacevole.L’aula, che ha una doppia altezza pari a ottometri, doveva essere dotata di un’illuminazionein grado di permettere l’allestimento di grandimanifestazioni, riunioni e rappresentazioni teatrali.Per questo motivo sono stati utilizzati gli incassiReflex che consentono di evitare effetti di abba-gliamento, nonostante una potenza luminosaelevata.Nell’atrio, infine, l’illuminazione è realizzata coni Pixel Plus a LED, soddisfacendo, da un lato, il requisito Minergie in termini di emissionemassima di una determinata potenza per metroquadrato, e dall’altro, riuscendo a realizzare ungioco di luci tale da mettere in particolare risaltol’atrio rispetto agli altri locali. Complessivamente, si è realizzato così un edificiodella superficie di 4800 mq che rappresenta,con la sua struttura moderna, un contrasto stilistico di grande effetto rispetto all’adiacentechiesa neobarocca.

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Il 3 dicembre 2010 è stato inaugurato e pre-sentato al pubblico il nuovo MACRO. Vincitore nel 2001 del concorso internazionaleorganizzato a tal fine, il progetto degli architettiOdile Decq e Benoit Cornette prende la misuradel quartiere e dell’istituzione culturale racchiusaal suo interno, procedendo per inclusione,senza dimenticare di aprirsi sulla città per favorire la diffusione culturale. Ne risulta unabella meccanica, che gira in tondo nel suo percorso interiore, si apre in due brecce sullevie e sfugge nel cielo in copertura. Il museo ormai aperto su due vie si presentasotto due aspetti contrastanti, l’antico e il nuovo.

Presentato ufficialmente il nuovo MACRO

Roma, Italia

Progetti ClienteCittà di Roma

Direzione dei lavoriCittà di Roma

Direzione del Museo Luca Massimo Barbero

L’ingresso abituale avviene sull’asse delle anti-che scuderie che danno su via Reggio Emilia, il cui cortile coperto da una vetrata e le due ali collegate da gallerie e il sottosuolo costitui-scono il primo edificio del museo. Il nuovoaccesso avviene passando sotto la prua vetratadel nuovo ampliamento, orientata su via Nizza,piazzetta prolungata di un cortiletto piantatocon ailanti giapponesi e zeppo di sassolini che porta al cuore del nuovo edificio.Il suo volume si scopre progressivamente girando intorno al monolite rosso dell’audito-rium (200 posti) che rappresenta il cuore dell’organismo e attira da tutti i suoi lati, posto

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su un terreno di basalto nero che era usatoanche per il lastricato romano. La luce filtrata della vetrata zenitale taglia leombre della travatura e preserva la penombra.La vetrata messa a punto insieme a SimoneProuvé, autrice delle fini tessiture di acciaioinserite nel vetro stratificato, fa il suo lavoro ameraviglia, degradando la luce senza imporre le tenebre. Le alte pareti laterali dipinte di nerocome l’intelaiatura metallica scavano la distanzacon il cielo e racchiudono lo scrigno intorno al blocco vermiglio. Al contempo hall di smistamento e foyer cen-trale, questo alto volume irregolare è cinto da

Foto: Archivio iGuzzini

1. L’atrio con il monolite rosso

2. Alcune delle passerelle sospese viste dall’alto

Progetto architettonico ed illuminotecnicoOdile DECQ Benoit CORNETTE architectes urbanistes

Impresa generaleCDG

Impresa generale di finituraCLM

Partners AssistanceiGuzzini illuminazione FranceiGuzzini Roma

un mezzanino e percorso da passerelle sospesedi metallo argentato che segnalano il percorsodella visita con delle frecce.La grande galleria (1200 mq) si sviluppa adangolo sotto una struttura di acciaio nero, i cuiarchi si dispongono da 8 a 12 metri di altezza.Sospesa ai suoi archi, una passerella si arram-pica dolcemente nel volume in direzione dellaterrazza superiore, offrendo al passaggio unapanoramica delle opere installate e terminasulla terrazza piastrellata di basalto nero al cuicentro troneggia il piano inclinato della vetratadella hall opportunamente percorsa da unalama d’acqua rinfrescante, citazione esplicita

della fontana che orna qualsiasi piazza degnadi questo nome a Roma. Sul lato di questapiazza “pensile”, un caffè-ristorante apre i suoi ombrelloni. Come prolungamento del mezzanino e sull’assedi una rampa di scale, la caffetteria, invece, si installa nella prua, in posizione dominantesopra l’ingresso, un occhio sulla via e l’altra sul cortiletto di accesso.Laccato di rosso, il poliedro irregolare dell’audi-torium sorprende con l’interno dello stesso colore. Satinato all’esterno, brillante all’interno,illuminato da Linealuce, nascosti nel soffittoe rivolti verso il relatore.

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Presentato ufficialmente il nuovo MACRO

Progetti

Il progetto per l’illuminazione del MACRO è stato messo a punto in stretta collaborazionefra l’architetto Odile Decq e il direttore delmuseo, Luca Massimo Barbero come portavocedelle esigenze di esposizione e di gestione degli spazi. Con la consulenza tecnica della iGuzzini, che è sponsor tecnico del museo, ma soprattuttovera e propria azienda partner, sono stati indi-viduati gli apparecchi più adatti per le diverseesigenze delle varie aree. Nella “Sala Nera”sono stati utilizzati iPro neri a scarica da 150W per la luce diffusa e proiettori Metro neri

a scarica su binario a sospensione per l’illumi-nazione delle opere. La “Sala piccola Bianca”invece è illuminata da Linealuce fluorescentibianchi, gestiti da un sistema di controllo, perla luce diffusa e da proiettori Tecnica alogenibianchi per l’illuminazione delle opere; ci sonoanche dei Vela bianchi fluorescenti per l’effettowall washer sulle pareti. Negli spazi comuni sono stati usati Le Perroquet neri con lampadaalogena e Linealuce a fluorescenza neri. Nella hall che funge da collegamento fra il vecchio MACRO con nuovo MACRO sono usatiLinealuce a fluorescenza bianchi con sistema

di controllo. Nell’atrio di ingresso sono posizio-nati degli iRoll 65 a scarica con emissioneup/down. La sala “Art e Video” è illuminata gra-zie a Deep Minimal gestiti da un sistema dicontrollo. Negli esterni sono stati utilizzati degliincassi a pavimento con Ledplus e per illumina-re con luce radente la copertura interna sono statiusati proiettori Radius a scarica. In virtù del nostroruolo di sponsor tecnici la iGuzzini ha anchemesso a disposizione del museo un certo numerodi proiettori Tecnica con lampada alogena e deiParallel a scarica per eventuali integrazioni da farein occasioni di esposizioni estemporanee.

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3. La “Sala piccola Bianca”

4.5. Momenti della conferenza stampa

Due domande per Odile Decq

Come nasce il progetto del MACRO?

Il progetto del MACRO è nato dalla città, è lacittà che ha fatto nascere il progetto, non soloperché era il cliente, ma anche perché la città,la struttura della città, la composizione dellacittà, l’essenza stessa della città è entrata dentro il MACRO per creare questo progetto con la piazza anteriore e la piazza superiore e tra queste due la passeggiata, il cammina-mento, il percorso, il che ricalca perfettamenteil modo in cui è costituita la città di Roma. Di piazza in piazza si passeggia, si cammina.Per me la città di Roma è proprio questo, l’essenza stessa della città che è entrata nelmuseo stesso. Inoltre la pavimentazione, che è in basalto, è la stessa che ricopre le strade di Roma. È quindi la città che è entrata all’inter-no del museo ed il museo che si è aperto allacittà.

Qui dentro c’é molta luce, come avete ragionato in termini di luce tra luce artificiale, luce naturale?

Oggigiorno i musei, in particolare i musei d’artecontemporanea hanno bisogno di luce naturale,era quindi necessario che ovunque nel museola luce naturale riuscisse ad entrare facilmente.Ecco perché nelle sale adibite alle esposizionitroviamo questa grande vetrata. Al contempo è però necessario proteggere datroppa luce naturale quando un artista desideralavorare in un tempo più artificiale, o quandocala la sera. Ecco perché è necessaria anche la luce artificiale che permette di illuminare lospazio nella sua totalità, illuminare in partico-lare le sale espositive per permettere a coluiche espone di poter focalizzare l’attenzione suun punto o meno, in funzione di ciò che desi-dera maggiormente. Invece qui nel foyer èdiverso: qui ci troviamo in uno spazio pubblico,sono quindi presenti delle opere d’arte. In alcuni punti è quindi necessario illuminarein modo particolare, in generale però il museoè immerso nella luce naturale, e in particolarein un ambiente in cui poco a poco la luce artificiale si sostituisce alla luce naturale, e che però non può essere troppo differente.

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The Briggait

Glasgow, Gran Bretagna

Progetti ClienteWASP Foundation WASP’s Artist 1 Studios, Glasgow Sculpture StudiosCittà di Glasgow

Progetto ArchitettonicoNicol Russel, Broughty Ferry

Il Briggait, termine con cui popolarmente aGlasgow è conosciuto questo edificio che è l’antico mercato del pesce lungo il fiume Clyde,si addossa ad un campanile del XVII secolo che caratterizza lo skyline di Glasgow. Gli architetti di Glasgow, Clarke and Bell, sonogli autori del progetto originario del Briggait ispirato a Les Halles, il grande mercato di Parigicostruito tra il 1845 e il 1854. Inaugurato nel1873 come mercato del pesce, fu poi ampliatoverso est nel 1899 e nel 1903. Quando il mercato del pesce si trasferì fuori città alla fine degli anni ‘70 il Briggait divennesuperfluo e il Comune pensò di demolirlo.Venne allora creata una fondazione di benefi-cenza (il Briggait Trust) per salvare l’edificio e convertirlo in un centro commerciale che però cadde in disuso alcuni anni dopo. Attualmente il Comune all’interno di una strategiacomplessiva per la città, la “Housing the VisualArts Strategy”, sostenuta anche dai fondi dellaScottish Arts Council Lottery ha risistematoquesto edificio che ospiterà 11 organizzazioni che si occupano di arti visive e servirà a creareun quartiere artistico dinamico nella città. Il Briggait è composto da tre grandi sale dell’exmercato del pesce, rimaste vuote negli ultimidieci anni. L’edificio può ospitare circa 250 artisti, in 71 studi dai prezzi abbordabili e dialta qualità, un laboratorio di scultura apposita-mente realizzato, nonché strutture multimediali,una biblioteca specializzata e una serie di unitàindustriali creative. iGuzzini è stata invitata dai consulenti elettriciBuro Happold ad assisterli nella specifica perl’illuminazione della sala principale e l’illumi-nazione esterna di questo progetto. Internamente, la sala principale è illuminata con gli apparecchi iRoll. 1

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Foto: Peter Iain Campbell

1. Illuminazione della facciata

2. Sala principale illuminata dagli iRoll

Consulente per l’impianto elettricoBuro Happold

Impianto elettricoMitie

Impresa appaltatrice principaleMorris and Spottiswood

Street), per illuminare le colonne, sono statiincassati nel marciapiede dei Light Up Professional. Il loro flusso luminoso si integra a quello deiMiniwoody CDMTC infilati dietro le colonne in modo da aumentare l’illusione di profondità.Sul lato Bridgegate gli incassi Light UpProfessional, usati sempre per sottolineare lecolonne, sono stati utilizzati insieme a Linealucee a Miniwoody, oltre ad alcuni proiettori Radiusper le tre finestre in alto sulla facciata.

Si tratta di colonne montate sulle colonne diferro originali dal fascino rustico che derivadalla loro essenzialità e dalla finitura irregolare.L’illuminazione ambiente si ottiene usando que-sti prodotti nelle versioni ad alogenuri metallici e fluorescenti compatte. La forma cilindrica richiama le colonne e il pro-dotto scompare a favore della sua prestazione.L’illuminazione esterna interessa due facciatemolto diverse. Sul lato del lungofiume (Clyde

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Una luce biodinamica per gli affreschi di Villa della Farnesina

Roma, Italia

Progetti Direzione Museo Nazionale Romanodi Palazzo Massimo alle Terme Rita Paris

Direzione tecnicaMauro Petrecca

di conservazione, potranno guidare il pubbliconella storia e nell’arte romana per temi. Questo approccio museologico consente anchedi sperimentare un corretto sistema museografico:nelle diverse sezioni, infatti, la diversa natura deireperti è affrontata con i corretti strumenti illu-minotecnici, i giusti cromatismi delle pareti, i supporti più adatti, i più chiari apparati dida-scalici e tutti gli altri accorgimenti necessari acontestualizzare le opere e agevolare l’esperienzadel visitatore, sia sul piano emotivo che su quello didattico, critico o interpretativo.

Il nuovo allestimento della sezione dedicata agliaffreschi della Villa della Farnesina rientra nelquadro di aggiornamento dei criteri espositivi del Museo Nazionale Romano di PalazzoMassimo alle Terme. L’obiettivo generale è statoquello di creare, con correttezza cronologica efilologica, un percorso di visita in cui le diversesezioni siano ambiti autonomi di esperienza,trattandole come capitoli indipendenti tra loro di un racconto unitario. La grande quantità diopere e reperti di natura così differente permateriali, tecniche, dimensioni, cromatismi e stato

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Foto: Roberto Lucignani

1. Ricostruzione del grande triclinio, con la volta a botte illuminata

2. Uno degli spazi ricostruiti

Progetto architettonico e progetto della luce Stefano CacciapagliaCarlo Celiacon Anna Marcucci e Marco Tondo

Consulenza illuminotecnica Carolina de Camillis e Riccardo Fibbi

Nella Villa della Farnesina è stata ridisegnata la disposizione degli ambienti con l’intento diricreare, per quanto possibile, la sequenza dipercezioni visive originali: la collocazione degliambienti, degli affreschi e dei mosaici segue(per quanto concesso anche dalla ricollocazioneall’interno di uno spazio Museale) una sequenzaverosimile. Dal lungo affresco del Criptoportico,cadenzato dal ritmo dell’apparato decorativodipinto (in cui purtroppo le lacune sono assaipiù estese delle parti affrescate, ma che è volu-tamente stato ricomposto con i grandi vuoti) il visitatore arriva, anche grazie ad un riccoapparato didattico, alla sala grande in cui sonoricostruiti due Cubicola ed il Triclinio. Qui il posi-zionamento delle stanze e la sequenza prospetti-ca e cromatica consentono di rivivere l’espe-rienza percettiva dello spazio in modo moltosimile a quanto avveniva nella condizione originale. Per gli involucri dei volumi e per lepareti si è scelto il colore grigio e l’assoluta ele-mentarità geometrica per non interferire con ilcromatismo degli affreschi, soprattutto con igrandi campi neri del triclinio.La scelta forte nel progettare l’allestimento diquesta sezione riguarda i criteri di illuminazionedelle opere. Si è scelto di proseguire nella ricercainiziata con gli ambienti della Villa di Termini, in cui è stata proposta con successo la ‘lucesenza ombre’, e con il giardino dipinto dellaVilla di Livia, in cui si è realizzata la prima spe-rimentazione di luce ‘biodinamica’: attraversol’illuminazione artificiale si riproduce la variabi-lità della luce naturale che influisce sulla perce-zione dei colori degli affreschi. Nel grande triclinio si è utilizzato un telo termo-teso a memoria di forma per ricreare la geome-tria della volta a botte, decostruita in modo contemporaneo. Attraverso questo telo, come da un cielo artificiale, piove luce diffusa, ‘senzaombre’, ciò permette che la grana della materianon predomini sulla preziosità delle pitture.

Progetto GraficoMonica Colacon Raffaella Cola

Realizzazione degli allestimentiFabrizio Meloni S.r.l.

Un sistema di controllo gestisce l’esecuzione dibrevi cicli luminosi, che in cento secondi simu-lano la naturale variazione della temperaturacolore e dell’intensità della luce diurna nell’arcodella giornata (2700K-6500K), con la corri-spondente variazione della percezione cromaticadegli affreschi. Il visitatore potrà quindi apprez-zare, in questi cento secondi la variazione deicolori che si realizza in un’intera giornata. Per quanto riguarda, invece la conservazione dei manufatti, la presenza del telo traslucidoconsente di abbattere significativamente leradiazioni dannose corrispondenti alle lunghezzed’onda UV e infrarosse. La luce biodinamica èstata messa a punto utilizzando sorgenti lumi-nose di temperatura colore diversa variabile

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Una luce biodinamica per gli affreschi di Villa della Farnesina

Progetti 3. Cubicolo

4. Uno degli spazi di collegamento

fra il 2700K ed i 6500K, controllati e gestiti grazie al sistema di controllo Light Equalizer.Nei Cubicola l’obiettivo è reso più ambiziosodalla difficoltà di rendere leggibili al meglio siagli affreschi che gli stucchi presenti sulle volte:di far convivere all’interno dello stesso ambien-te la necessità di luce diffusa e luce indirettaradente. Anche in questo caso si è fatto uso del telo traslucido per ricreare il ‘cielo artificiale’,ideale per la lettura degli affreschi, con il sistemadi riproduzione del ciclo diurno, che trova ancor più spettacolari risposte da parte delricco e prezioso cromatismo delle pareti.Un sistema lineare con sorgenti LED, del tuttonascosto alla vista dell’osservatore, completal’apparato illuminotecnico, fornendo con tem-

porizzazioni prestabilite una componente diluce indiretta radente sugli stucchi della volta,accentuandone i rilievi grazie alla fotometriaselezionata, all’orientamento e al posiziona-mento. Negli spazi di collegamento tra gli ambientiricostruiti, dove sono stati posizionati gli affre-schi dei percorsi e gli apparati didattici dell’in-tera sezione, si è mantenuto sempre il sistema“biodinamico” di illuminazione ricorrendo all’invenzione di apparati diffusori a forma di‘osso di seppia’ che, replicando l’andamentodegli affreschi, producono un morbido effettowall washing sulle superfici dipinte, mentre il flusso disperso viene assorbito dallo sfondo grigio delle pareti degli ambienti.

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Museo del Design di Holon

Holon, Israele

Progetti ClienteComune di Holon

Progetto architettonicoRon Arad Architects

Architetto esecutivoWaxman Govrin

Nel 2003 lo studio Ron Arad Architects è statoinvitato a progettare il primo Museo nazionaledel Design da realizzare in un’area della città di Holon sviluppata di recente, poche miglia asud di Tel Aviv, progettata per divenire il nuovocentro culturale ed educativo per Israele cen-trale. L’autorità locale ha commissionato allostudio Ron Arad Architects la progettazione diun museo che doveva rispondere a standardinternazionali, con l’importante ruolo di pro-muovere il design e l’architettura in Israele, ma anche all’estero. Il Museo del Design di Holon (DMH) occupaun’area di 3.700 mq. La generosa piazza anord è uno spazio pubblico, nonché via di

accesso al Museo. La topografia del luogo apiattaforma è articolata dalla disposizione delmuseo su due livelli scaglionati, collegati dauna rampa scultorea esterna, la principale viadi circolazione del museo. In questo modo, ilpercorso attraverso il museo diventa più speri-mentale, poiché porta il visitatore attraversouna serie di visioni interne spettacolari attra-verso il cortile interno del Museo. La nozione di creare e sfruttare la tensione tra una disposizione interna di spazi efficienti“a scatola” e l’involucro esterno dinamico etutto curve è il principio guida del progetto dell’intero museo. La parte più grande del museoè avvolta da cinque fasce distinte realizzate in

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Foto: Uzi Porat

1. Esterno del museo

2. Una delle sale

Progettazione strutturaleHarmel Engineering

Partners AssistanceLighting System Italy (1982) ltd

acciaio Cor-Ten che ondeggiano e serpeggianodentro, fuori e intorno ai volumi interni delmuseo. Queste fasce rappresentano la spinadorsale dell’edificio, sostenendo grandi parti di esso strutturalmente e al contempo dettan-done la posizione in relazione ai dintorni.L’orizzontalità topografica delle fasce è enfatiz-zata ulteriormente dalla gradazione delle patinetrattate e dal successivo logorio dell’acciaiodell’edificio nel corso del tempo: entrambirievocano la struttura geologica tipica del deserto israeliano. Le fasce sono sempre visibili dal visitatore e agiscono da filo conduttore visivo che corre in tutto il museo.

Le due gallerie principali del Museo fornisconouna base contrapposta e diversa per l’attivitàcuratoriale: la galleria più grande, di 500 mq,utilizza il potenziale di illuminazione naturalecostante di Israele ed è illuminata da proiettoriTecnica montati su binario. La seconda galleria,più intima, di 200 mq, offre una black box, che consente una flessibilità aggiuntiva. Altre opportunità di esposizione sono fornite dai percorsi del museo (due “mini-gallerie”aggiuntive) e negli spazi esterni circondati dallefasce di Cor-Ten. Altri proiettori utilizzati sono i Parallel oltre ad incassi Reflex, ed iSign. Per l’esterno sono stati utilizzati invece Platea,Kriss e Linealuce.

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La sede del Banco Nacional de España

Madrid, Spagna

Progetti Progetto architettonicoEduardo Adaro e Severiano Sainz de la Lastra (XIX secolo)

Progetto illuminotecnicoIntervento

Partners AssistanceiGuzzini illuminazione España

L’attuale sede del Banco de España (BancaCentrale Spagnola) fu istituita alla fine del XVIIIsecolo per fornire al Banco Nacional una sedepiù adeguata all’importanza delle sue funzioni,quali ad esempio l’emissione unica di monete e banconote per tutto il territorio spagnolo, lafornitura di viveri ed indumenti alle forze armateo l’effettuazione dei pagamenti della Coronaall’estero. Si trova nella Plaza de Cibeles, nelcuore di Madrid, luogo in cui si uniscono laCalle de Alcalá ed il Paseo del Prado. Questoedificio emblematico fu progettato dall’architettoAdaro ed inaugurato nel 1891.

Da allora sono state portate a termine dueimportanti trasformazioni: negli anni Venti ilBanco Nacional fu ampliato secondo il progettodi Yárnoz e nel 2005 fu apportata l’ultimaaggiunta per mano dell’architetto Rafael Moneo.L’edificio presentava un sistema di illuminazionetradizionale con lampade storiche installatesulle balconate del piano principale che utiliz-zavano sorgenti a vapori di mercurio. Nel 2001 il Banco de España invitò tre studi,che si occupano di illuminazione, fra cuiIntervento, ad un concorso di idee che dovevarispondere alle seguenti richieste: utilizzazione

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Foto: Tomás Antelo

1.2. Diversi punti di vista dell’edificio

della tecnologia moderna e delle risorse tecnichepiù avanzate sia per quanto riguarda le sorgentidi luce, sia per quanto concerne il sistema dicontrollo; minima emissione di flusso luminosoverso la volta celeste, integrazione degli appa-recchi d’illuminazione per un minimo impattovisivo, utilizzo generalizzato di sistemi di appoggio e fissaggio che non compromettesserol’integrità del monumento. Il progetto realizzatoconserva le lampade storiche, ma ha sostituito le sorgenti ad alogenuri metallici con lampadefuorescenti compatte con trasformatori elettro-nici per poterne regolare il flusso.

Questo tipo di illuminazione è stata integrata da una linea di luce ottenuta installando appa-recchi Linealuce sui cornicioni che corronolungo tutto l’edificio. Nonostante sia un impian-to che orienta il flusso di luce dal basso versol’alto, l’inquinamento luminoso è nullo in quanto l’apertura del fascio luminoso è moltostretta ed i cornicioni della linea di impostaschermano il flusso luminoso e lo riflettonoverso il basso. Si sono valorizzati inoltre il coronamento dell’edificio e gli elementi decorativicome le ringhiere dei balconi e il lucernaio, oltre all’emblematica sfera d’oro posta sul mecca-

nismo dell’orologio, illuminata da Maxiwoody100 W al sodio. L’impianto si basa completa-mente su sorgenti luminose a LED. Ogni singoloapparecchio dell’impianto è regolabile, fattoreche permette di creare scenari diversi. Il sistema di controllo utilizzato è il Master Pro.Il nuovo impianto installato ha portato ad unariduzione del 33,5% della Potenza nominale e di un 49,7% della Potenza massima. Infine, ilmantenimento dell’impianto, tenuto conto dellalunga vita utile delle sorgenti luminose (50.000ore), si riduce a due sole operazioni annuali di controllo e pulizia degli apparecchi d’illuminazione.

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Nuovo negozio Desigual all’Opera

Parigi, Francia

Progetti ClienteDesigual - Abasic S.L.U.

Progetto architettonicoTurull - Sorensen Arquitectos SL

Interior DesignFederico Turull Neddermann

Il negozio che Desigual ha aperto a Parigi, nelquartiere dell’Ópera, si è trasformato nel nuovo“flagship” del marchio nella città francese. I suoi oltre 1700 metri quadrati, distribuiti sutre piani ed ubicati nel cuore di Parigi, meritanoindubbiamente questo epiteto. Le peculiarità dei caratteristici interni si accen-tuano qui oltremodo. La continua ricerca ed ildesiderio costante di innovazione che caratterizzail marchio apportano novità agli interni, dove gliabiti svolgono più che mai un ruolo da protago-nista e sono parte integrante della decorazione:alberi creati con magliette in colori in gradazio-ne, fiori giganti di tessuto, fagotti di scampoli distoffa impilati sugli scaffali, pareti ricoperte diabiti dal pavimento al soffitto.Le cassette di frutta si tramutano in tavoli peresporre le nuove creazioni come se ci trovassimoin un mercato. Lavagne con messaggi quali “lemagliette ti salutano” o manichini personalizzaticon i volti fotocopiati di alcuni impiegati attiranol’attenzione in modo divertente ed invitano i pas-santi ad entrare nel negozio e a godere di vere e proprie sorprese.

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Foto: Didier Boy de la Tour

1. Un particolare dell’allestimento

2. Vetrine

Partners AssistanceiGuzzini illuminazione EspañaiGuzzini illuminazione France

sodio (“mini white son”) da 100W, destinatiprevalentemente all’illuminazione del mobilio e di alcuni pannelli. Tali proiettori sono provvistidi uno schermo antiabbagliamento tipo vetro a nido d’ape per aumentare ulteriormente ilcomfort visivo. Al piano terra la presenza alleentrate di abiti appesi al soffitto è una dellecaratteristiche che contraddistinguono i negoziDesigual. Gli abiti sono illuminati da proiettori conlampade dicroiche da 35W con apertura di 24°.Anche le vetrine vengono illuminate medianteproiettori, ma in questo caso si tratta dell’appa-recchio Tecnica. Alcuni utilizzano lampade alo-gene QR111 da 50W con ottica spot, altri invece,utilizzano una sorgente luminosa a vapori di sodio da 100W con ottica spot.

L’illuminazione svolge un ruolo fondamentale nelcreare l’atmosfera desiderata. Un’adeguata riproduzione cromatica dei coloricaratteristici degli articoli Desigual e buoni con-trasti di luce sono condizioni imprescindibili. Si utilizzano principalmente lampade alogene e lampade a vapore di sodio bianco, che rendonolo spazio più caldo ed accogliente e potenziano i cromatismi degli abiti. Si tratta di un’illumina-zione per proiezione, dotata di un sistema dibinari elettrificati trifase a sospensione, che utilizza proiettori Lux per lampade alogeneQR111 da 50W con un fascio luminoso tiposuper spot, i quali illuminano in particolare i pannelli situati lungo i perimetri, e proiettoriLux con ottica spot per lampade a vapori di

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Auditorium de La Porta del Parco

Napoli, Italia

Progetti ClienteBagnoli Futura Spa

ProgettistiArch. Silvio d’Ascia con Servizi Integrati ed IDI

Progetto illuminotecnico Silvio d’Ascia e Servizi Integrati

Il progetto de La Porta del Parco, un complessodi servizi integrati al turismo, primo degli inter-venti di trasformazione dell’ex-area industrialedelle acciaierie Ilva di Bagnoli, è nato con unambizioso e chiaro obiettivo: creare un pezzonuovo di città come porta d’ingresso al grandeparco a mare di Bagnoli Futura.La Porta del Parco infatti è stata concepitacome un grande spazio pubblico aperto su piùlivelli e senza soluzione di continuità tra inter-no ed esterno del complesso, con grandi pianiinclinati che permettono di superare progressi-vamente il dislivello di oltre 8 metri tra la quota della città (Via Nuova Bagnoli) e la quota del futuro parco urbano.

La continuità è sottolineata anche dall’uso dimateriale ceramico grigio scuro, per il rivesti-mento orizzontale di quest’area, che richiama la pietra vulcanica degli spazi pubblici di Napoli.Il Complesso di Servizi Integrati al Turismo(dalla superficie totale di oltre 40.000 mq. concirca 16.500 mq. di parcheggi seminterrati) èarticolato con un’interessante mix funzionale didiverse attività: ospita oltre a due grandi piazzepubbliche, un centro benessere con Spa, piscinee fitness center di circa 7.000 mq in totale,una sala conferenze da 300 posti, uno spazioespositivo di 1.100 mq, una serie di spazi polifunzionali interni ed esterni, negozi, bar, uffici, parcheggi da 600 posti.

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Foto: Barbara Iodice

1. Visione del complesso con l’auditorium e la Cupola della Spa

2. Aspetto notturno dell’auditorium

Progettazione esecutiva e lavoriSled SpA - Misha Rae

Direzione lavori Servizi Integrati S.r.l. - Nicola Salzano de LunaI.D.I. S.r.l. - Paolo Minucci Bencivenga

La sala conferenze e la cupola d’ingresso alcentro benessere, due lanterne in vetro eacciaio, sono le uniche emergenze nello spaziourbano dei grandi piani inclinati, ambedue illuminate da iGuzzini. La sala de La Porta del Parco, - vero e propriofronte urbano del Complesso sulla Via NuovaBagnoli - è un volume compatto ed organico,totalmente trasparente, rivestito da una pellecomposta da “scaglie” di vetro a bassa emissi-vità. In questo edificio l’idea della trasparenzalegata all’uso di materiali quali il vetro e l’ac-ciaio è stata coniugata con un’ottima resa acu-stica grazie a degli specifici studi e a soluzioniche forniscono risposte funzionali sia a temati-

che acustiche che luminose. Una serie di tubifonoassorbenti melaminici posizionati lungo lepareti verticali della sala, posti a differentealtezza tra gli assi strutturali verticali in corri-spondenza dei traversi metallici delle scaglie divetro, ha assicurato l’ottenimento di una per-formance acustica eccellente all’interno delvolume vetrato, mantenendo la massima tra-sparenza verso l’esterno. In questo modo durante il giorno l’auditoriumriflette l’ambiente circostante, durante la nottediventa un segno luminoso, garantendo sempreun’ottima acustica. Nella sala dell’Auditoriumproiettori iTeka sono applicati sulle arcate perprodurre l’illuminazione generale.

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Auditorium de La Porta del ParcoProgetti

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3. La cupola durante la notte

4. Sala dell’auditorium

L’apparecchio con emissione asimmetrica da150W è installato a coppie con il flusso rivoltoverso il basso e verso l’alto per creare attraversol’emissione indiretta una illuminazione morbidae diffusa che viene integrata poi dall’emissionediretta. Nel foyer, proiettori Tecnica con lampada da50W, ed incassi Pixel Plus nella versione più grande, che ospitano lampade di diversapotenza, accolgono i visitatori. Il progetto dellanuova struttura del complesso polifunzionaledella Porta del Parco risponde inoltre alle esi-genze di risparmio energetico e di elevata qua-lità ambientale: fonti di energia alternativa sono posizionate sui due grandi fronti inclinati

a sud e sud ovest delle superfici continue.Pannelli in fotovoltaico monocristallino garanti-scono l’auto-produzione di oltre il 20% del fabbisogno di energia elettrica giornalieradel complesso corrispondente a circa 256.000 Kwh/anno. Il progetto prevede, inoltre, il recupero di acque di fonte termale da impiegare parzial-mente nelle piscine trattamento del centro SPA.Le superfici vetrate utilizzate per i due volumi-lanterne sono a controllo solare e riflettenti.Anche la cupola della Spa è illuminata daapparecchi iGuzzini: Platea, Tecnica e Ledplus.Gli apparecchi ad incasso che illuminano lapiazza invece non sono apparecchi iGuzzini.

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Lusso per uffici in Boulevard Saint Germain

Parigi, Francia

Progetti CommittenteCRPNAC

ArchitettiDroles De Trames ArchitectesEric Chazelle e Henri Raynaud

BET TCEARETEC

L’edificio, interessato da un progetto di restauroper ottenere un immobile per uffici è ubicato nel VII arrondissement di Parigi dove si trovanoanche la Tour Eiffel e il Museo d’Orsay.Affacciato su un cortile all’interno di un complessoimmobiliare risalente al 1886, ha un notevolevalore patrimoniale. È organizzato su 7 livelli,coperti da una vetrata di acciaio tipo Eiffel poggiante su colonne di ghisa. Ex sede della casaeditrice Rombaldi, l’edificio ha subito molteplicitrasformazioni (creazione di pavimenti, di unascensore e di una scala con eliminazione delle colonne di ghisa, reti di cavedi, ecc.). Droles De Trames Architectes ha ricevuto l’incarico di realizzare una ristrutturazione

globale, creando tutto il comfort previsto per unimmobile per uffici di lusso. L’illuminazione delpianoterra, del primo e del secondo piano, vienerealizzata ogni volta in base allo stesso principio:gli iRoll a plafone garantiscono l’illuminazionegenerale dello spazio centrale circondato dallecolonne di ghisa, mentre la zona periferica,identificata da un controsoffitto leggermente piùbasso, è illuminata con gli apparecchi a incassoWide plus. I locali di passaggio e i servizi igienicisono stati raggruppati dietro una parete di servizionera, presente ad ogni piano. La parte essenzialedel progetto è stata la restituzione della perce-zione dell’atrio centrale inserendo un volumetranslucido, da usare come sala riunioni, sospeso

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Foto: Didier Boy de la Tour

1.2.3. Musée des Lettres et Manuscrits

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nello spazio tra due piani sotto la vetrata.Questo volume è illuminato con apparecchiiSign a plafone. Gli stessi apparecchi, installati a sospensione,sono stati scelti per illuminare lo spazio sotto la vetrata, formando una linea ideale di appa-recchi che segue la struttura di quest’ultima. Il seminterrato, privo di luce naturale, è illumi-nato con Compact Easy e Wide plus. I dettagli di finitura e la scelta delle luci sono stati oggettodi particolare attenzione, per sottolineare lequalità spaziali. Il progetto prosegue con unallestimento su misura per il locatario, che desi-dera installarvi il Musée des Lettres et Manuscrits(su 2 piani), con alcuni uffici contigui.

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La sede centrale di Woodland Trust

Grantham, Regno Unito

Progetti ClienteThe Woodland Trust

Responsabile progettoBuro Four

ArchitettoFeilden Clegg Bradley StudiosWill Garner

La nuova sede centrale di Woodland Trust aGrantham, Lincolnshire, ospita gli uffici e unospazio riunioni per il suo staff di 200 persone.L’obiettivo della sede centrale di 2.800 mq èquello di creare un edificio altamente innovativoe sostenibile che venga riflesso nella sua certifi-cazione BREEAM con il punteggio “Eccellente”.La strategia di servizi comprende l’utilizzo diffusodella ventilazione naturale, la copertura ecologicadei tetti, la schermatura solare, facciate progettate

per una buona illuminazione con la luce delgiorno, sistemi light-shelf e possibile utilizzo diuna turbina a vento. Il Woodland Trust, a dispetto del suo nome edella sua attività, ha avuto per anni la sua sedecentrale in un edificio industriale con pannelli in cotto; al momento del trasferimento si pensòad una sede più “boschiva”, poi scarta propriocon motivazioni ecologiche. E si scelse invece un edificio sopra un’arteria stradale, stretto tra

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Foto: Peter Cook

1. Esterno della sede del Woodland Trust

2.3. Alcune zone degli uffici con le piantane Y Light

Ingegneria strutturaleAtelier One

Ingegneria dei serviziMax Fordham

Consulente BREEAMMax Fordham

Architetto paesaggistaGrant Associates

Coordinatore CDMPFB Construction

GeometraRidge

un nuovo deposito e degli alloggi, vicino ad un bowling. L’esterno modesto appare quasinomale per questo luogo - è, a suo modo, un pezzetto classico di architettura su un par-cheggio in uno sviluppo a nastro tipicamenteinglese ed è, in tutti i modi, rispettoso del suoambiente.È evidente che si tratta di un edificio progettatosocialmente. La “radura” sociale, esterna, siapre direttamente in un altro “cuore” sociale: il grande volume dell’ingresso, che va diretta-mente verso l’alto soffitto illuminato dal sole,che si affaccia su gallerie su entrambi i pianisuperiori. È evidente che qui non ci si devesolo sentire al lavoro, ci si deve sentire a proprioagio. Dall’interno degli uffici, l’edificio compieuno di questi miracoli: coglie l’ambiente immediatamente circostante per offrire visionisplendide: l’orizzonte di legno che si muoveleggermente; la guglia della chiesa; i tetti di una graziosa cittadina di campagnainglese.Le innovazioni sono moltissime a partire dallascelta di utilizzare come materiale prevalente di costruzione il legno: Feilden Clegg BradleyStudios ha calcolato che il carbonio risparmiatonon usando la struttura in calcestruzzo è lostesso dei primi nove anni di funzionamentodell’edificio.Il cliente ha avuto esattamente quello cheaveva chiesto: qualcosa di ispiratore, di inno-vativo e di frugale - esemplare e fattibile.È stato fatto anche quello che intendeva FCBS: innovazione usando materiali normalicome il legno e la vernice. La iGuzzini illumi-nazione ha contribuito integrando l’illumina-zione prevalentemente naturale con circa 100lampade da Terra Y Light che sono state pre-scritte per l’illuminazione diretta ed indiretta.Le lampade possono essere controllate indivi-dualmente fino ad un 50% della loro potenza.

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Il Complesso del Palazzo di Shirvanshahs

Baku, Azerbaijan

Progetti ClienteMunicipalità della Città Vecchia di Baku

Partners AssistancePBC Company - Giandonato Boccia

Il Complesso del Palazzo di Shirvanshahs,costruito nel XV secolo, è una delle perle dell’architettura dell’Azerbaijan e dal 1964 è museo storico e architettonico statale. Più recentemente è stato dichiarato patrimoniomondiale dell’umanità dall’UNESCO. ll complesso si trova sul punto più alto di una delle colline dell’antica fortezza di Baku.Suddiviso in modo pittoresco su tre terrazzesovrapposte, è visibile dal mare e dalle altureche circondano la città.

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Foto: Emil Khailov

1.2. Viste generali del complesso

Al suo interno si trovano una abitazione, il padi-glione Divankhana, la tomba di Shirvanshahs, lamoschea del palazzo con un minareto, un bagnoturco, il mausoleo dello scienziato di corte SeyidYahya Bakuvi e il portale dell’ingresso orientaleaggiunto in seguito. Essendo tutto il complesso sottoposto a vincoliconservativi molto severi l’impianto elettrico el’installazione degli apparecchi non potevanoassolutamente intaccare le superfici. Si sono utilizzati per esempio dei Linealuce ad incasso

solo in quella parte di pavimentazione recente equindi non sottoposta a vincoli di tutela. Inoltre,vista la ricchezza di decorazioni dei portali, l’ideaguida di tutto il progetto è stata quella di valo-rizzare i vari ingressi e portali senza che i corpiilluminanti fossero invasivi. Per questo si è sceltodi usare proiettori posti sui tetti delle variecostruzioni presenti nel complesso. Questamodalità di installazione è stata applicata nellamaggioranza dei casi, tranne che per i porticidel palazzo, dove sono stati appoggiati a terra

dei proiettori Radius nella parte posteriore dellecolonne, passando i cavi nelle intercapedini deiblocchi di pietra antica: questa soluzione hapermesso di non intaccare i preziosi materiali.L’abitazione presente all’interno del complesso è caratterizzata da un portale maestoso, illumi-nato da proiettori Radius, con nicchie dalleombre profonde e finestre superiori decorate con i cosiddetti “shebeke”. Tutti i muri sono stati omogeneamente illuminatigrazie a Light Up a LED.

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Il Divankhana era il luogo dei ricevimenti uffi-ciali e delle riunioni di stato e al centro ha unacupola in pietra con archi a sesto acuto circon-data dal portico di un cortile chiuso. Il porticatopiù interno è illuminato da proiettori Radiusappoggiati a terra. Nel cortile a sud del complesso,c’è il mausoleo ottagonale dello scienziato dicorte Seyid Yahya Bakuvi e la Moschea delpalazzo si trova vicino alla tomba. Sul minareto è riportata in elegante scrittura

araba la data dell’edificio, il 1441.L’illuminazione delle cupole e del minareto è ilrisultato finale di incroci di fasci di luce, prodot-ti da iPro 150 W e Woody 70 W, ambedue conottica spot. Nella parte più bassa del complesso,sotto il piano del palazzo, si trovava il bagnoturco, che è andato distrutto. Tuttavia, i resti cidanno comunque informazioni importanti circala sistemazione razionale dei suoi locali e circail sistema abilmente costruito per l’ingresso

dell’acqua e il suo riscaldamento. Anche in questa area non era possibile cablare gli appa-recchi e quindi è stata illuminata per proiezionegrazie a dei Platea. L’effetto è una luce generale,senza ombre eccessive. Altra zona d’interventoin cui i vincoli erano molto forti è stata la zonadi passaggio dove sono esposti reperti archeologiciprovenienti da diverse aree del paese; in questocaso i punti luce già esistenti sono stati sostituiticon dei nuovi iWay.

Il Complesso del Palazzo di Shirvanshah

Progetti

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3. Il Divankhana illuminato

4. Scavi del bagno turco illuminati con uniformità

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Showroom Domestica

Msida, Malta

Progetti ClienteDomestica Ltd

Progetto architettonico ed illuminotecnicoEnzo Eusebi Nothing Studio

Impresa costruttricePolidano Group

Domestica Ltd è fortemente collegata all’aziendaBerloni già da più di 35 anni, fin da quando ilfondatore di Domestica iniziò a produrre mobiliodi alta qualità su misura. Prima della liberaliz-zazione delle importazioni, Malta era il solopaese che producesse mobili su licenza Berloni; oggi importa la gamma completa dellaproduzione.Il nuovo showroom Domestica a Msida è statoprogettato pensando ad uno spazio sensoriale e fortemente coinvolgente. Oggetti sofisticaticoesistono con tecnologia all’avanguardia. Il visitatore si muove tra materiali inconsueti, in uno spazio in cui i fuori scala possono sorprenderlo e tutti i sensi sono coinvolti.

All’esterno il complesso Domestica è caratteriz-zato da due volumi. Il primo volume, realizzatoin cemento armato è poi ricoperto da un into-naco con materiale derivato dalla pietra localeFranka. L’effetto globale che ne deriva è quellodi un enorme blocco di pietra posato a terra inequilibrio instabile. Il secondo volume è tecno-logia di vetro e acciaio. Il vetro è del tipo strut-turale extrachiaro a moduli rettangolari tenutida un sistema a ragni in acciaio inox con retrostruttura in acciaio di colore bianco opaco. Nelle ore serali, l’illuminazione artificiale, vuoleenfatizzare il contrasto tra la leggerezza dellaserra bioclimatica, illuminata dall’interno e lacompattezza del solido di “pietra”, buio, illuminato

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Foto: Enzo Eusebi Nothing Studio

1. Aspetto notturno dell’edificio

2. Zona dell’accoglienza

3. Zona espositiva

solo in alcuni punti. Attraverso la grande aper-tura quadrata in facciata, una luce coloratadinamica, creata da Linealuce RGB, realizza una sorta di “insegna luminosa”. Per i percorsiesterni sono stati installati incassi Ledplus circolari con effetto wall-washer. Nella zonaposteriore dell’edificio sono stati utilizzati proiettori Miniwoody, integrati da Glim Cubeapplique a LED per l’illuminazione radente delmuro, oltre a dei proiettori iTeka per la zona del parcheggio. All’interno della parte vetrata si vedono duepiattaforme completamente bianche con para-petti in vetro extrachiaro trasparente infilzate da pilastri circolari bianchi. Lungo le scale checollegano i piani sono stati utilizzati dei Cestello a sospensione a 4 vani, con lampadadicroica, con ottica flood da 100W oltre a Y lightapplique. Tutto all’interno del volume vetrato èbianco, opaco come uno scheletro conservato in una teca di cristallo. Per rendere meno artifi-ciale lo spazio si ricorre al verde in facciata:alberi a fusto esile e chioma folta a forma digoccia, alti circa 5 metri in modo che sotto la chioma possano starci oggetti alti almeno 1 metro e mezzo. Questa piante sono illuminateda incassi circolari Lightup con ottica simmetricaflood. La zona dell’accoglienza è rivestita a terra da parquet a listoni in iroko con finiturasatinata e si apre su uno spazio a doppia altezzaalto circa 5 metri. Dalla porta di ingresso sipercepisce la reception in pietra franka e perraggiungerla si passa sotto la parete inclinatarivestita di pietra. L’illuminazione è stata realiz-zata con incassi Ledplus circolari che utilizzanoin alcuni casi lampade fluorescenti in altri LED.Per le aree espositive sono stati invece utilizzatiproiettori Tecnica corpo medio, colore nero,dimmerabili, in diverse versioni con otticheflood e spot con diverse potenze. Nelle zoneuffici sono stati installati Light air sospensionecon schermo dark VDU.

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Il nuovo edificio Pirelli

Milano, Italia

Progetti ClientePirelli RE

Progettista architettonico Gregotti Associati International

Progettazione impianti elettriciStudio De Stefani

La nuova costruzione è posizionata all’internodell’area Pirelli a La Bicocca. Per questo è stata pensata un’immagine architettonica che la facesse restare in linea con gli altri edificipresenti nella stessa area (il quartier generaledella Pirelli RE e il Centro di Ricerca), in mododa dare una rappresentazione che fosse coerente con l’immagine corporate del gruppo. Le scelte programmatiche ed architettoniche per il recupero e la trasformazione dell’interazona Pirelli e dei suoi edifici sono state quindifatte per sottolineare la continuità della produ-zione stabilitasi nell’area durante il XX secolo.

Apparecchi iGuzzini sono stati utilizzati per realizzare le regie luminose dei diversi ambienti.Nelle zone uffici che sono organizzate preva-lentemente come open- space sono stati utilizzatiLineup dark Light per offrire il giusto comfort.Gli stessi apparecchi sono stati utilizzati pergarantire continuità visiva anche in quelle zoneufficio che sono state chiuse con pareti divisorie,per creare delle zone di maggiore tranquillità e silenzio.Lungo i percorsi, zone comuni e corridoio sonostati utilizzati gli stessi apparecchi Lineup, ma in questo caso con ottica Wall Washer.

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Foto: Paolo Carlini

1. Aspetto notturno dell’edificio

2. Zona a doppia altezza con il ballatoio

Uno studio particolare è stato fatto per l’illumi-nazione della zona a doppia altezza centraleche viene anche utilizzata in occasione di eventi. In questo caso gli incassi The Reflex assicura-no la luce generale, mentre gli effetti di luced’accento sono stati ottenuti con proiettoriTecnica. Nella zona più vicina al ballatoio sonostati inseriti anche degli incassi Linealuce cheenfatizzano il senso di leggerezza e sospensio-ne del ballatoio stesso. All’esterno nella parte del giardino circolaresono stati utilizzati alcuni apparecchi iTeka.

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IBM Software Executive Briefing Center

Roma, Italia

Progetti ClienteIBM Italy

Progetto architettonico ed illuminotecnicoIosa Ghini Associati

Center di Roma si trova all’interno della stessastruttura che ospita il laboratorio internazionaledi sviluppo della IBM Software Group. Il Software Executive Briefing Program dellaIBM è stato progettato per offrire eventi gestitiprofessionalmente e in modo da massimizzareil valore del tempo che i clienti trascorrono con IBM. Qualunque “briefing”, ovunque sisvolga, include di norma presentazioni e dimo-strazioni, per avvicinare i clienti alla conduzionedegli eventi cui partecipano.

Il Software Executive Briefing Center di Roma è stato interamente rinnovato, e si presentanotevolmente ampliato. L’intero progetto, che rielabora in modo innova-tivo ed affascinante le famose “strisce” del logoIBM, è frutto dell’architetto Massimo Iosa Ghinie del suo studio. Tecnologie d’avanguardia incampo audiovisivo sono state accuratamenteselezionate per fornire agli ospiti un ambienteconfortevole ed un’esperienza ad alto valoreaggiunto. Il nuovo Software Executive Briefing

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Foto: Santi Caleca

1. Soffitto e pavimento caratterizzati dalle curve luminose

2. Alcuni ambienti caratterizzati dalle striscie del logo IBM

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IBM Software Executive Briefing Center

Progetti 3. Soffitto in cui sono inserite le reglette

4. Una delle sale utilizzate per presentazioni e proiezioni

Nella sala conferenza ai Lens sono integratianche incassi Laser a LED. La principale caratteristica dello spazio architettonico e cioè le linee morbide degliambienti sono state sottolineate attraverso l’usodi Ledstrip, delle vere e proprie strisce di LEDche riescono ad adattarsi alle più svariateforme. Sono state utilizzate sia nei soffitti chenei pavimenti. In alcuni casi all’interno del soffitto sono state inserite anche delle Reglettefluorescenti. Nella zona della reception e nellazona bar sopra i banconi, sono stati utilizzatiincassi Lineup.

Ascoltando, discutendo ed illustrando come lenuove tecnologie IBM possano essere d’aiutonell’affrontare e risolvere le problematiche tec-niche e di business, ci si allontana dal concettodi comunicazione tradizionale dall’alto, peravvicinarsi di più a quello di un luogo di utileconfronto: una nuova agorà. Proprio i luoghi di discussione hanno ricevutoun’attenzione particolare per costruire ancheattraverso l’illuminazione artificiale un ambienteconfortevole: gli apparecchi Lens a sospensione o in fila continua sono stati utilizzati nelle salein cui si svolgono proiezioni e riunioni.

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Ron Arad: Restless

Barbican Center, Londra, Regno Unito 18 febbraio - 16 maggio 2010

Cultura dell’azienda Progetto allestimentoRonArad Associates

Progetto illuminotecnicoDALD - David Atkinson

Sponsor TecnicoiGuzzini UK

L’esposizione “Ron Arad: Restless” esplora tredecenni di design da parte di Ron Arad dal suoiniziale approccio post-punk basato sull’assem-blaggio di prodotti readymade fino alla sua esclusiva e altamente “ripulita” scultorea mobilia.La mostra, con un allestimento drammatico, progettato da Ron Arad Associates utilizza la piùrecente tecnologia LED per video, ma si trovano in mostra anche progetti d’architettura e pezzi diproduzione industriale. Sottolineando l’importanza della sperimentazionedei processi e dei materiali nel lavoro di Ron Arad,la mostra offre uno sguardo puntuale nello sviluppodegli oggetti dall’idea iniziale alla produzione finale. L’illuminazione per questa mostra è statacurata dal lighting designer David Atkinson,Creative Director of DALD. iGuzzini è stata sponsortecnico della mostra.

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Foto: James Newton

1.2. Diverse sale dell’allestimento

3. Particolare con PizzaKobra

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Anticorpi / AntibodiesFernando e Humberto Campana 1989-2010 La Triennale di Milano14 Ottobre 2010 - 16 Gennaio 2011

Cultura dell’azienda

La mostra illustra i tratti salienti dell’opera deifratelli Campana, tesa a mettere in luce tematichequali il riciclaggio, la fusione di materiali naturali e materiali sintetici e l’integrazione delle culture. La mostra rivolge uno sguardo particolare alle loromodalità di lavoro, influenzate da un ricco numerodi fonti d’ispirazione: dalla natura rigogliosa delleforeste pluviali brasiliane, alle improvvisazioni deivenditori ambulanti fino alle capanne dei quartieripoveri, dai film alla musica fino all’arte.In occasione della mostra i fratelli Campanahanno realizzato appositamente per la Triennaleun’installazione inedita. La Triennale ha potutoilluminare al meglio le opere dei designer grazieagli apparecchi Le Perroquet, che offrono unailluminazione puntuale degli oggetti.

Foto: Fabrizio Marchesi

1.2.3. Immagini dell’allestimento

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Cultura dell’azienda

LED - Lighting Exhibition Design

Seconda edizione, Milano4 dicembre 2010 - 10 gennaio 2011

La iGuzzini ha partecipato alla seconda edizionedel Festival Internazionale della Luce di Milano,mettendo in scena, per la sezione “LedSatellite”, un allestimento di “luce d’autore”fruibile dal pubblico per tutta la durata dellamanifestazione milanese. Protagonista è la Pinacoteca Ambrosiana con“Metamorfosi luminose” dell’architetto e lightingdesigner Alessandro Colombini, progetto che lui stesso così definisce: “Un magico susseguirsidi colori saturi e avvolgenti trasformano la solennemole della Biblioteca e Pinacoteca Ambrosiana in un volume mutante, ad accentuare il suoruolo architettonico e la sua valenza di scrignodi opere d’arte tra le più preziose del mondo”.Un progetto in cui luce e colore si fondonoinsieme. Viva e intensa la luce sale dal basso e diventa rossa, verde, blu e poi semplicementebianca, per poi ricominciare. Da sempre convintidella necessità di un approccio sostenibile ai progetti illuminotecnici, iGuzzini ha sceltoper la facciata della Pinacoteca Ambrosiana i proiettori Platea LED RGB, design MarioCucinella e Piero Castiglioni.

iGuzzini Danimarca

Fondata nel 2000 a Copenhagen, iGuzziniDanimarca, ha inaugurato nel settembre 2010 lanuova sede nell’affascinante area di Refshaleoen,un vivace quartiere di creativi e di aziende di progettazione, in una area industriale. Un rigorosoedificio anni ‘60, di mattoni rossi, con una sug-gestiva vista sul porto e sulla piazza ottagonaledel Palazzo reale di Amalienborg ospita la nuovabase di iGuzzini DK.Al secondo piano, uno spazio di 400 mq, in cuiresta inalterato il sapore dell’architettura indu-striale originaria, prende forma un progetto con-temporaneo: impianti a vista e soffitti altissimicaratterizzati da ampi lucernari si contrappongonoal pavimento in resina e ai muri bianchi, dove ampi finestroni aprono la vista sui canali di Copenhagen, lasciando intravedere scorci delpatrimonio storico della città.Nell’open space, le postazioni di lavoro e di progettazione si integrano perfettamente con lo spazio in cui sono esposti gli apparecchi perilluminazione interna ed esterna. Al momento dell’inaugurazione era ancora daallestire il “laboratorio della luce”, una vera e propria sala per testare gli effetti della luce nellediverse situazioni che si possono configurare.Anche questa nuova sede danese è uno spazio“Partner Assistance”: tecnici esperti sono a dis-posizione con tutta la loro professionalità e tuttoil know-how di un’azienda forte di oltre cin-quant’anni di esperienza, per individuare quegliapparecchi in grado di realizzare un progetto illuminotecnico di qualità e contribuire alla diffu-sione di un modello energetico alternativo.

Foto: Paolo Carlini

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Cultura dell’azienda

Dean Skira ospite della iGuzzini

Recanati, 27 ottobre 2010

In occasione del corso di formazione “InternationalLighting Meeting” che si è tenuto a Recanati,presso la sede centrale della iGuzzini illumina-zione, dal 25 al 29 ottobre la iGuzzini sempreattenta all’aspetto formativo ha invitato ilLighting Designer Dean Skira a tenere unalezione partendo dalla sua esperienza profes-sionale a circa 40 progettisti illuminotecnici edistributori provenienti da Ungheria, Ucraina,Georgia, Grecia, Australia, Egitto, Israele,Polonia, Turchia più una trentina di consulentiilluminotecnici dell’azienda.Il titolo del suo intervento è stato “Cemento,acciaio, legno, luce ed emozioni”. Come si può intuire dal titolo della relazione, si è trattato di una esposizione non esclusivamentetecnica. La luce è stata vista come generatrice di un’esperienza non solo biologica e visuale,ma anche e soprattutto emozionale. Dean Skira ha affrontato sia gli aspetti più tecnici della disciplina, come resa cromatica,temperatura colore, integrazione con l’architet-tura, abbagliamento, direzione e collocazionedei prodotti, sia l’aspetto emozionale legatoall’uso della luce. Ha soprattutto sottolineato l’importanza di collaborare fin dall’inizio con l’architetto per ottenere una perfetta integrazionefra luce ed architettura. L’incontro è stato anche occasione per presentareil volume “My Light”, pubblicato in Italia daLupetti Editori

Workshop “Luce, arte, Tecnologia”

Monaco, Novembre 2010

La visita guidata all’interno del BMW Welt di Monaco di Baviera ha costituito uno deimomenti salienti del workshop “Luce, arte etecnologia” che si è tenuto nel novembre 2010presso iGuzzini Germania. Gli architetti e i pro-gettisti di illuminazione invitati hanno avuto la possibilità di dibattere le tematiche di lucenell’applicazione, illuminazione museale e LEDnell’ambito di conferenze e presso il laboratoriodi illuminotecnica denominato “Sala Effetti”. La serata si è svolta all’insegna di “Luce egusto”: gli ospiti hanno partecipato infatti aduna visita molto particolare all’interno dellafamosissima enoteca “Volkhardts Wein undBistro”, dove una degustazione di vini prelibatie una piacevolissima architettura hanno fatto dacornice a conversazioni piacevoli in un’atmosferarilassata. I due luoghi sono stati scelti comeesempi di buona integrazione fra architettura e luce, grazie alla collaborazione creatasi alcunianni fa.

IncontroluceRivista internazionale, semestraledi cultura della luce

anno XIII, 23

RedazioneCentro Studi e Ricerca iGuzziniFr.ne Sambucheto, 44/a62019 Recanati MC+39.071.7588250 tel.+39.071.7588295 [email protected]

iGuzzini illuminazione spa62019 Recanati, Italyvia Mariano Guzzini, 37+39.071.75881 tel.+39.071.7588295 [email protected] video

Progetto graficoStudio Cerri & Associati

EditoreiGuzzini illuminazione spa

Hanno collaborato a questo numeroiGuzzini illuminazione China LtdiGuzzini illuminazione Deutschland GmbH iGuzzini illuminazione España S.A. iGuzzini illuminazione France S.A. iGuzzini illuminazione Middle EastiGuzzini illuminazione Schweiz AGiGuzzini illuminazione UKLighting System Italy (1982) LtdMondoluce, West Australia (W.A.) PBC Company

Foto di copertinaUzi Porat

Finito di stampare: Aprile 2011Tecnostampa, Recanati

I. 201123 Incontroluce

La Redazione non è responsabile di inesattezze e mancanze nell’elenco dei credits relativi ai progetti e forniti dai collaboratori.Le integrazioni o correzioni verranno riportate nel numero successivo.

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Francesca Storaro / mOa- Mario Occhiuto Architetture / Skidmore,Owings & Merrill / BPI / SCGMA / City Design / WSP / LichtVisionBerlin / Staatiliches Bauamt Erlangen / Iosa Ghini Associati /Germann&Achermann / Odile DECQ Benoit CORNETTE architectesurbanistes / Nicol Russel Broughty Ferry / Stefano Cacciapaglia CarloCelia Anna Marcucci Marco Tondo / Ron Arad Architects / WaxmanGovrin / Intervento / Turull- Sorensen Arquitectos / Federico TurrullNeddermann / Silvio D’Ascia / Servizi Integrati / IDI / Droles de TramesArchitectes / Eric Chazelle / Henry Raynaud / Feilden Clegg BradleyStudios Will Garner / Nothing Studio Enzo Eusebi / Gregotti AssociatiInternational / DALD - David Atkinson / Alessandro Colombini