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Indagini sulla qualità dell’aria nelle aree protette della Valle del Ticino e del Lago Maggiore L’inquinamento dell’aria non interessa solo le aree con più elevata presenza di abitazioni e industrie ma anche la campagna e i boschi delle nostre regioni. Gli inquinanti emessi dalle attività dell’uomo possono “ricadere” a breve distanza dalle sorgenti ma vengono trasportati a distanze di decine e centinaia di chilometri. In parte essi possono raggiungere il suolo con le precipitazioni. I parchi e le aree protette in generale, sono soggette a questi fenomeni e una corretta gestione sotto il profilo naturalistico deve tenere conto di questa situazione.Il Parco regionale del Ticino e il Parco del Lago Maggiore sono inseriti in un territorio ricco di insediamenti abitativi, di attività produttive di vie di comunicazioni che inevitabilmente incidono sulla qualità dell’aria della zona. L’attività di ricerca, iniziata nel mese di aprile del 2000 è stata finanziata dalla Regione Piemonte fino al 31.12.2001. Obiettivi dell’indagine sono: valutare il grado di inquinamento dell’aria allo stato attuale, facendo riferimento a degli standard di qualità, disporre di dati aggiornati per poter tenere seriamente sotto controllo l’evolversi della situazione, valutare se il grado di inquinamento dell’aria allo stato attuale rappresenta un pericolo per gli ecosistemi, facendo riferimento a standard di qualità riconosciuti, informare il pubblico sui dati raccolti per sviluppare una maggiore consapevolezza sui problemi ambientali. Per la prima fase dello studio ci si è avvalsi dell’Istituto di Ricerche Ambiente Italia, nato nel 1990 ed operante su incarichi di numerosi Enti Locali, dei Ministeri dell’Ambiente e delle Politiche Agricole e Forestali, dell’A.N.P.A (Agenzia Nazionale per la Protezione Ambientale). L’apertura del nuovo aeroporto di Malpensa e la sua rapida crescita in termini di traffico aereo e veicolare costituisce un nuovo elemento di preoccupazione che ha sollecitato la realizzazione di un’indagine sulla qualità dell’aria all’interno delle aree protette per valutare la presenza di eventuali condizioni di pericolo per gli ecosistemi. A seguito di finanziamenti vincolati, assicurati dall’Assessorato Parchi della Regione Piemonte, risulta investita la somma di £. 187.000.000 per i primi 20 mesi di ricerca; vi è inoltre l’impegno della Regione stessa a consentire il proseguimento ed il perfezionamento delle indagini. Lo studio è caratterizzato dalla collaborazione tra più Enti gestori di aree protette: gli Enti Parco della Valle del Ticino e del Lago Maggiore, uniti nell’ambito di un progetto di più vasta portata, sostenuto anche dal Parco lombardo del Ticino, sulla valutazione dell’impatto di “Malpensa 2000”. NOx SO 2 COV SO 2 NOx COV O 3 Deposizioni azotate

Indagini sulla qualità dell’aria nelle aree protette della ... aria Parco del Ticino... · assicurati dall’Assessorato Parchi della Regione Piemonte, risulta investita la somma

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Indagini sulla qualità dell’aria nelle aree protette dellaValle del Ticino e del Lago Maggiore

L’inquinamento dell’aria non interessa solole aree con più elevata presenza diabitazioni e industrie ma anche lacampagna e i boschi delle nostre regioni. Gliinquinanti emessi dalle attività dell’uomopossono “ricadere” a breve distanza dallesorgenti ma vengono trasportati a distanzedi decine e centinaia di chilometri. In parteessi possono raggiungere il suolo con leprecipitazioni. I parchi e le aree protette ingenerale, sono soggette a questi fenomeni euna corretta gestione sotto il profilonaturalistico deve tenere conto di questasituazione.Il Parco regionale del Ticino e ilParco del Lago Maggiore sono inseriti in unterritorio ricco di insediamenti abitativi, diattività produttive di vie di comunicazioniche inevitabilmente incidono sulla qualitàdell’aria della zona.

L’attività di ricerca, iniziata nel mese di apriledel 2000 è stata finanziata dalla RegionePiemonte fino al 31.12.2001.Obiettivi dell’indagine sono:• valutare il grado di inquinamento dell’aria

allo stato attuale, facendo riferimento adegli standard di qualità,

• disporre di dati aggiornati per poter tenereseriamente sotto controllo l’evolversi dellasituazione,

• valutare se il grado di inquinamentodell’aria allo stato attuale rappresenta unpericolo per gli ecosistemi, facendoriferimento a standard di qualitàriconosciuti,

• informare il pubblico sui dati raccolti persviluppare una maggiore consapevolezzasui problemi ambientali.

Per la prima fase dello studio ci si è avvalsidell’Istituto di Ricerche Ambiente Italia, natonel 1990 ed operante su incarichi dinumerosi Enti Locali, dei Ministeridell’Ambiente e delle Politiche Agricole eForestali, dell’A.N.P.A (Agenzia Nazionaleper la Protezione Ambientale).L’apertura del nuovo aeroporto di Malpensae la sua rapida crescita in termini di trafficoaereo e veicolare costituisce un nuovoelemento di preoccupazione che hasollecitato la realizzazione di un’indaginesulla qualità dell’aria all’interno delle areeprotette per valutare la presenza di eventualicondizioni di pericolo per gli ecosistemi.

A seguito di finanziamenti vincolati,assicurati dall’Assessorato Parchi dellaRegione Piemonte, risulta investita lasomma di £. 187.000.000 per i primi 20mesi di ricerca; vi è inoltre l’impegno dellaRegione stessa a consentire ilproseguimento ed il perfezionamento delleindagini.Lo studio è caratterizzato dallacollaborazione tra più Enti gestori di areeprotette: gli Enti Parco della Valle del Ticinoe del Lago Maggiore, uniti nell’ambito di unprogetto di più vasta portata, sostenutoanche dal Parco lombardo del Ticino, sullavalutazione dell’impatto di “Malpensa 2000”.

NOx

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Deposizioni azotate

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Come viene realizzato lo studioLe misure di concentrazione degli inquinantivengono condotte mediante l’impiego dicampionatori passivi. Questi strumenti sonodotati di un composto che reagisce in modospecifico agli inquinanti che si desideramisurare.

Quali inquinanti sono stati esaminatiGli inquinanti che sono stati esaminatisono:

• il biossido di azoto• il biossido di zolfo• il benzene.• I’ozono

In laboratorio è possibile determinare laquantità di composto che ha reagito econoscere quindi la concentrazionedell’inquinante nel periodo in cui ilcampionatore passivo è stato espostoall’aria.I campionatori passivi vengono utilizzatifrequentemente in aree rurali e montane (adesempio nei parchi nazionali del NordAmerica) in quanto non richiedonol’allacciamento alla rete elettrica.

Reagente (TEA)Chiusura ermetica

Fialetta in materiale plastico

Tappo di chiusura

Campionatore passivo per la misura delbiossido di zolfo all’interno dell’espositore

La valutazione delle deposizioniatmosferiche umide, cioè della qualitàdell’acqua che si deposita sui nostriambienti di vita, viene realizzataraccogliendo le precipitazioni meteoriche(pioggia e neve) e sottoponendo i campioniad analisi chimica. La raccolta delleprecipitazioni avviene settimanalmente.

Chiusuraermetica

Astina interna

CampionatorepassivoAstina disostegno

Fermi

Campionatore passivo perla misura del benzene nelcontenitore per il trasporto

Strumenti per la misura degli inquinanti e per la raccoltadelle precipitazioni presso Castelletto Ticino

Campionatore passivo perla misura dell’ozono

Campionatore passivo perla misura del biossido dizolfo all’internodell’espositore

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Dove e come sono stati raccolti i datiPer la raccolta dei dati ci si è avvalsi di:• 5 siti dotati di campionatori passivi

all’interno del Parco del Ticino, 1 aiLagoni di Mercurago ed 1 ai Canneti diDormelletto

• 2 stazioni meteo (1 al Parco del Ticino e1 ai Lagoni di Mercurago)

Quando sono stati raccolti i datiIl primo periodo di indagine ha coperto ilperiodo 1 aprile 2000 – 31 marzo 2001. Gliinquinanti atmosferici sono stati misurati perperiodi diversi:

• il biossido di azoto per il 12 mesi• il biossido di zolfo da ottobre a marzo• l’ozono da aprile a settembre• il benzene per 12mesi.

Le precipitazioni sono state raccolte su tuttoil periodo di indagine

I rilievi sullo stato delle chiomePresso 5 aree (4 al Parco del Ticino e 1 aiLagoni di Mercurago) sono state esaminatele condizione delle chiome degli alberi (30individui per area) per la valutare il lorostato di vitalità. Ogni pianta esaminata èstata assegnata ad una classe (Classe 0 =pianta sana, Classe 4 = pianta morta).

Lo stato delle chiome degli alberi èconsiderato un indicatore della presenza diagenti di stress (aridità, insetti, inquinanti,ecc.)

Come sono stati valutati i risultatiPer poter giungere ad una valutazionecomplessiva dei risultati sono stati presi inconsiderazione due riferimenti - il livellocritico e il carico. Il primo individua la sogliadi concentrazione di un inquinante al disopra della quale sono possibili danni agliecosistemi, sulla base delle attualiconoscenze. Il secondo definisce la stessasoglia per le deposizioni atmosferiche diacidità e azoto. Il valore di livello critico per ilbiossido di azoto (media annua) è diµg/m3 per il biossido di zolfo è di 20 µg/m3

(media dei mesi freddi).Per l’ozono la soglia da non superare è unadose (3.000ppb*h per le colture agrarie,10000ppb*h per gli ecosistemi forestali).Per il benzene le norme vigenti individuanoun valore-guida di 10 µg/m3 finalizzato allaprotezione della salute umana.

Mappa dei livelli critici per l’ozono ai fini della protezionedella vegetazione

I dati degli ultimi anni relativi alla stazione diIspra evidenziano il superamento dei valoridi livello critico per la protezione dellavegetazione per ozono e biossido di azoto.

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Mappa della distribuzione del biossido di azoto nelParco del Ticino e nel Parco del Lago Maggiore.

Risultati: il biossido di azotoGli ossidi di azoto vengono prodotti nelcorso dei processi di combustione: nellecentrali termoelettriche, in molti tipi diindustrie, con il riscaldamento domestico,dai diversi tipi di veicolo a motore. Gli ossididi azoto contribuiscono al fenomeno dellepiogge acide e partecipano quali precursorialla formazione dell’ozono.Al di fuori delle zone abitate il biossido diazoto è il composto di maggiore interesseper i suoi effetti sulla vegetazione. In areeremote esso è presente in concentrazionimolto modeste che aumentano via via che ciavvicina alle aree abitate e industriali, comepure alle sedi stradali.Una volta penetrato all’interno degli stomi, leaperture presenti sulle foglie chepermettono lo scambio gassoso tra le piantee l’atmosfera, il biossido di azoto formacomposti acidi (acido nitrico e nitroso) e lasua tossicità potrebbe essere legataall’influenza sul pH all’interno dei tessutifogliari. Nonostante negli ultimi anni sianostati presi provvedimenti per il contenimentodelle emissioni (le marmitte catalitiche, adesempio) le concentrazioni di questoinquinante risultano in molte aree ancoradecisamente elevate.

Il biossido di azoto evidenzia nella suadistribuzione concentrazioni più elevate nellaporzione più settentrionale del Parco delTicino e nella zona prossima a Cameri.

Nel corso dell’anno si osserva che il biossidodi azoto tende a mostrare concentrazioni piùelevate nel corso della stagione fredda perl’apporto del riscaldamento domestico e ilminor rimescolamento degli strati d’aria piùbassi.Nel sito di riferimento della Val Sessera leconcentrazioni si mantengono sempre suvalori assai modesti, inferiori a 10 µg/m3.

Il valore di livello critico ai fini dellaprotezione della vegetazione viene superatonella zona di Castelletto Ticino; negli altri sitiindagati i valori di concentrazione mediaannua risultano comunque assai prossimi aquesto valore di riferimento.

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Mappa della distribuzione dell’ozono nel Parco delTicino e nel Parco del Lago Maggiore.

Risultati: l’ozonoL’ozono è un inquinante di tipo secondario,perché non è emesso dalle attività dell’uomoma si forma a partire dagli ossidi di azoto edai composti organici volatili (COV) inpresenza di luce. E’ un inquinantetipicamente estivo ed è tossico, oltre certesoglie, per l’uomo e per i vegetali.L’ozono è in grado di alterare gli organiinterni dei tessuti fogliari producendo danniche possono essere visibili ad occhio nudosu molte specie.La fotosintesi viene influenzata negati-vamente dall’ozono: per le colture agricole siregistrano cali di resa, negli ecosistemiforestali si osserva un indebolimentogenerale degli individui arborei e unamaggiore sensibilità all’aridità e ai parassiti.

Tipici danni da ozono su una foglia di pioppo

I valori di concentrazione di ozono misuratisono stati trasformati in valori di esposizione(o dose). Il livello critico per la protezionedelle le colture agrarie e degli ecosistemiforestali è superato in modo rilevante in tuttii siti di misura

Le concentrazioni di ozono risultanorilevanti. I valori più bassi di ozonocoincidono con quelli più elevati di biossidodi azoto per effetto di meccanismi diantagonismo.

I valori di concentrazione e di esposizione diozono risultano elevati anche nell’area diriferimento della Val Sessera poiché questoinquinante è oggetto di fenomeni ditrasporto. Valori analoghi e superiori a quelliriportati vengono registrati in larga partedella Pianura Padana e nel vicino CantonTicino.

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Risultati: il benzeneIl benzene è prodotto principalmente daltraffico veicolare. Non sono noti consufficiente precisione gli effetti sullavegetazione ma sono ben conosciuti i dannisulla salute umana. Le misure all’internodelle aree protette hanno mirato a verificare,anche per questo inquinante, gli attualilivelli.Le concentrazioni osservate risultanocomplessivamente piuttosto modeste, nontrascurabili tuttavia se si considera che sonostate rilevate in aree protette.

Risultati: le deposizioni atmosfericheLe analisi chimiche sui campioni diprecipitazioni raccolte a Castelletto T. e aiLagoni di Mercurago mostrano valoriprossimi alla neutralità o superiori. Ciòindica che cationi basici (calcio, potassio,magnesio) contrastano l’azione dei compostiacidificanti. L’apporto di azoto con leprecipitazioni risulta superiore ai valori dicarico critico della zona in esame (max500eq/ha*anno). Un forte apporto di azoto aisuoli comporta il rischio di squilibri nutritivi edi una maggior sensibilità ai parassiti.

Risultati: lo stato delle chiomeLa valutazione dello stato delle chiomefornisce un’indicazione di massima circa lapresenza di agenti di stess e si basa sullastima dei fenomeni di ingiallimento edefoliazione delle chiome degli alberi.

Classe 0piante sane

4%

Classe 1Leggermente sofferenti

48%

Classe 2mediamente sofferenti

36%

Classe 3gravemente sofferenti

11%

Classe 4Morte1%

Risultati: il biossido di zolfoIl biossido di zolfo è emesso da quelleattività che utilizzano combustibili fossili chelo contengono: centrali termoelettriche,riscaldamento a olio, veicoli diesel. Questoinquinante è responsabile, con il biossido diazoto, del fenomeno delle piogge acide.Gli effetti del biossido di zolfo sullavegetazione sono ben noti e interessano gliorgani fogliari. Esso ha infatti un’azionecaustica in grado di danneggiare lasuperficie delle foglie ma anche le struttureinterne con la formazione di tipiche necrosiscure.Provvedimenti di contenimento nel settoredell’industria e la metanizzazione diffusahanno drasticamente ridotto la presenza diquesto inquinante.Le concentrazioni rilevate sono assaimodeste, inferiori a µg/m3, a fronte di unvalore di livello critico di 20 µg/m3 e nondestano preoccupazioni per quanto riguardala salvaguardia dell’ambiente naturale.

Pur non potendo essere mesi in relazionecon le misure di qualità dell’aria, perl’esiguità del campione, i dati raccoltievidenziano condizioni di moderatasofferenza degli alberi, prevalentementenella porzione sud del Parco del Ticino.

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