INDICE

Introduzione 9

Atto di fede – Atto d’amore 18

Buoni consigli per allevare i Bambini Indaco 55

Alternative naturali al Ritalin 69

Chi sono questi bambini? 99

Una ragazza speciale 115

L’arrivo dei Bambini Indaco sul pianeta 158

Insegnare ed imparare con i bambini di oggi 172

Nutrire l’anima dei Bambini Indaco 187

Appendice 228

Edizioni Crisalide

JAMES F. TWYMAN

I BAMBINI INDACO

Come educarli ed allevarli

Introduzione

Ho conosciuto Thomas nel maggio del 2001 durante un’escur-­sione in uno sperduto monastero sulle montagne della Bulgaria. A prima vista mi sembrò un normale bambino di dieci anni, ma presto capii che i ragazzini che vivevano in quel monastero non

quattro che stavano con i monaci, due maschi e due femmine. Li avevano portati là i loro genitori, perché in Bulgaria quello

capacità o imparare a usare il vero potere che stava alla base dei loro doni psichici: l’amore. I monaci concentravano il loro insegnamento proprio su questo. Spiegavano ai bambini che l’amore era l’unica vera forza dell’universo, e rappresentava il fondamento e l’essenza di ogni essere vivente. Senza amore, i

privi del cuore. Era questo, secondo i monaci, il vero senso del-­la vita: riscoprire il nostro cuore e vivere la Pace. Se preparati adeguatamente, un giorno Thomas e i suoi compagni avrebbero potuto condurre il mondo a questa profonda presa di coscienza. I monaci sostenevano che proprio i bambini erano la chiave per la creazione di un mondo ricco di compassione e pace.

Nel libro Emissary of love: the psichic children speak to the world (Emissari d’Amore: i Bambini Indaco Parlano al Mondo), ho rac-­contato l’incredibile viaggio che mi aveva portato all’istituto per bambini dotati di poteri psichici, nelle montagne della Bulgaria (per quanto ne so non ha un nome, mentre quello del monastero rimane un segreto ben custodito). Pensavo che l’esperienza si sarebbe conclusa una volta rientrato a casa: avrei scritto la storia

I BAMBINI INDACO INTRODUZIONE

solo rotta e procedono da una meta all’altra. Sono come i versi di una canzone che parla di avventure in terre lontanissime, un brano in cui non si arriva mai all’ultima strofa. E nemmeno

di qualcosa in noi stessi, qualcosa che non vogliamo affrontare o vedere. La nostra immaginazione si accende e i nostri sogni si moltiplicano, tutto per rivelare una vita che condividiamo e riconosciamo sebbene, per la maggior parte di noi, si tratti

La mia avventura era appena all’inizio, e non c’era modo di prevedere dove mi avrebbe condotto.

Presto venni a sapere che quel monastero non era l’unico luogo ad ospitare ragazzi del genere. Sono almeno vent’anni che peda-­goghi e scienziati (e persino alcuni governi) si sono resi conto che i bambini di oggi nascono con capacità paranormali e percezioni molto sviluppate. Noi diciamo che sono dotati di poteri psichici,

persone come voi e me, ma con gli occhi ben spalancati: vedono il mondo così come è davvero, non come l’abbiamo creato noi, e sono qui per diffondere questa consapevolezza. Guardano gli adulti e chiedono: “Perché non vedete quello che vediamo noi?” E questo confronto crea un’opportunità, la nostra opportunità di aprire gli occhi su quello che abbiamo davanti. È il momento in cui tutto cambia, prima nelle nostre vite e poi nel mondo. È questo che i nuovi bambini vogliono rivelare, e ce la faranno.

Sono ormai molti anni che paesi come la Russia, la Cina e il Giappone conducono ricerche sui bambini dotati di poteri psichici. Durante un recente viaggio nel paese del Sol Levante, ho scoperto che lì ci sono più di quattrocento istituti in cui si

eccezionali. In Cina, c’è stato un momento in cui tutti i bambini -­

vano un talento naturale. Anche se è rimasto segreto, pare che il numero emerso fosse sconcertante. Un programma condotto

-­strò come sia semplice insegnare ai ragazzi a sviluppare queste

capacità. In diverse occasioni, furono organizzati dei seminari allo scopo di aprire le loro menti e i loro cuori alla loro realtà interiore. Durante la prima sessione si mettevano alla prova i loro poteri psichici, ottenendo di solito risultati normali. Erano pochi i bambini che mostravano di possederne in misura superiore alla media. Il terzo giorno però, dopo essersi cimentati in una serie di esercizi ricreativi, i ragazzini venivano messi di nuovo alla prova. Almeno il 60% di loro risultava in grado di fare cose come leggere parole scritte su biglietti sigillati all’interno di bu-­ste spesse o distinguere colori proiettati dalla mente di un’altra persona. Non si trattava di un fenomeno riservato a pochi casi eccezionali, ma di qualcosa che poteva essere realizzato da circa i due terzi del gruppo.

I bambini hanno un messaggio per gli adulti del mondo, per tutti noi, e sostengono che sia fondamentale che lo capiamo il prima possibile. Sono convinti che la specie umana si trovi a un bivio: possiamo dirigerci verso una nuova evoluzione della coscienza o

la paura e la guerra. Ognuno di noi deve scegliere da che parte deve dirigersi. Le parole dei bambini trovano conferma nelle antiche profezie di un gran numero di culture, molte delle quali

maggior parte di queste visioni si sta avverando oggi. La lezio-­ne è semplice: abbiamo il potere di creare un mondo di pace oppure di condannarlo alla guerra perpetua. Questa scelta è sempre stata nelle nostre mani e non possiamo più rimandarla.

Ognuno dei bambini che ho incontrato in Bulgaria aveva una capacità speciale e quella di Thomas era di inviare telepatica-­mente i suoi pensieri agli altri. Sperimentai questo suo dono

idea che potesse farlo anche a grandi distanze.

Ero a casa mia, ad Ashland, in Oregon, nel gennaio del 2002. Stavo facendo un bagno caldo quando ebbi la strana sensazione che qualcuno mi stesse guardando e mi voltai per controllare. Non vidi né sentii nessuno, ma continuai ad avere quell’impres-­

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I BAMBINI INDACO INTRODUZIONE

sione. Dopo poco, avvertii la presenza di Thomas. Pensai fosse impossibile. Lui si trovava a migliaia di chilometri di distanza;; anzi, forse non era nemmeno più al monastero. Eppure ero sicuro di sentirlo e non riuscivo a liberarmi di quella certezza, strana ma meravigliosa.

Poi i pensieri iniziarono ad accavallarsi nella mia mente, pensieri che sapevo non essere i miei. Erano i messaggi di Thomas, e all’inizio non ne capivo il senso. Mi sembrava di essere un com-­puter che stava scaricando un programma;; non potevo vedere di cosa si trattasse o cosa Thomas avesse intenzione di farmi capire. Uscii velocemente dalla vasca e corsi nel mio studio. Mi avvicinai alla tastiera del mio computer nella speranza che accadesse qualcosa, qualsiasi cosa. All’inizio c’era solo silenzio, però in breve sentii che le dita iniziavano a muoversi mentre le idee prendevano forma. Trascrissi il primo messaggio di Thomas, che era chiaramente rivolto a tutto il mondo.

-­tivo che mi stava succedendo qualcosa di inspiegabile. Certo, era anche possibile che fosse solo la mia immaginazione a giocarmi degli scherzi: in fondo era cominciato tutto mentre ero immer-­so in una vasca, in un momento in cui la mia mente era in uno stato di quiete e io ero tra il sonno e la veglia. Io ho la tendenza ad essere estremamente razionale, nonostante molti affermino il contrario. Comunque i libri che avevo scritto in passato segna-­lavano la mia volontà di credere a quello che la maggior parte della popolazione reputava impossibile. Comunque quasi tutte quelle esperienze si basavano su fatti reali, erano cose che mi erano successe da sveglio e che avrei potuto allungarmi e toccare con mano. Stavolta, invece, si trattava di una cosa completamente diversa. Non ero nemmeno sicuro che fosse successa, eppure la forza di quei messaggi mi spinse a condividerli.

Inviai ad alcune migliaia di persone un’e-­mail in cui descrivevo l’esperienza e proponevo i messaggi. Pensavo che ci sarebbero state molte persone interessate alla cosa, magari tre o quattro-­mila;; in realtà, nel giro di due settimane, mi arrivarono oltre ventiseimila risposte da tutto il mondo, e tutte chiedevano di

ricevere i messaggi di Thomas. La notizia si era sparsa ed ero sommerso dall’entusiasmo. I messaggi si diffondevano, eppure io continuavo ad avvertire un pizzico di stupore. Mi sentivo come se mi stessi arrampicando su un ramo sottile in cima a un albero enorme, e iniziai ad aspettarmi il tipico scricchiolio…

Il responso non sarebbe potuto essere più diverso: c’erano giorni in cui ricevevo più di un migliaio di email di ringraziamento per

ma senz’altro vera. La vita di quelle persone stava cambiando, e questo era più importante di qualsiasi domanda potessi pormi. Come disse Gesù una volta: “Giudica un albero dal frutto che porta”, e questo albero stava portando frutti decisamente buoni.

Mentre i messaggi di Thomas continuavano ad arrivare, cresceva anche il mio indirizzario. In poco tempo, erano più di cinquan-­tamila le persone che ricevevano regolarmente i messaggi di un bambino di dieci anni che si trovava in Bulgaria. Mi venne l’idea di tornare al monastero e rintracciarlo, ma sapevo bene che lui non avrebbe voluto. In tutto questo, non c’entrava Thomas e non c’entravo io. Era la saggezza dei bambini che arrivava a noi;; dovevamo solo esser pronti ad ascoltare. “Il tempo è fonda-­mentale”, diceva sempre Thomas, come se il tempo fosse l’unica cosa ad avere valore.

Intanto il numero di coloro che si mettevano in contatto con me per ricevere consigli su come allevare i loro Bambini Indaco continuava ad aumentare e una delle mie assistenti, Sharon Wil-­liams, si fece carico del compito di guidarli e offrire loro i nostri piccoli suggerimenti. Per quanto mi riguarda, a parte educare

una grande preparazione. C’erano persone in giro per il mondo che lavoravano da molti anni con bambini speciali e loro sareb-­bero state in grado di offrire i migliori consigli possibili. Nacque così l’idea di scrivere un libro che avrebbe accompagnato la gente attraverso le gioie e le insidie che comporta il compito di allevare questi nuovi bambini. Credo che l’idea mi sia venuta da Thomas, anche se non ne sono certo. Contattai alcuni amici che

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I BAMBINI INDACO INTRODUZIONE

ero sicuro mi avrebbero fornito un preziosissimo aiuto e chiesi loro di collaborare al progetto con un articolo o una lettera. Uno dopo l’altro, tutti i pezzi andarono al loro posto e questo libro ne è il risultato.

Entrai di nuovo nella vasca, nella speranza che Thomas tornasse. Non dovetti aspettare a lungo, anche se non immaginavo che i suoi messaggi sarebbero arrivati in forma di intuizioni brevi, poetiche e profonde. Lo scopo preciso di quei messaggi era stimolare la parte destra del cervello, mentre i contributi scritti dalle altre persone si concentravano di più su quella sinistra.

ciascuna delle preziose intuizioni offerte da Thomas si snodava un’intelligenza eccezionale. Non era assolutamente questo ciò che mi aspettavo la prima volta che mi sedetti e iniziai a scrivere, ma sentivo che si stava sviluppando una collaborazione fra la mia mente e quella di Thomas, ovunque lui si trovasse. Non posso dire che stavo facendo da canale, perché questo implicherebbe una mia passività, cosa nient’affatto vera. È impossibile spiegare con precisione quello che accadde – non lo so bene neanche io;;

che nessuno dei due avrebbe potuto fare da solo.

In questo libro troverete alcuni consigli straordinari offerti sia dagli autori dei molti articoli che dallo stesso Thomas. Le paro-­

la forma poetica della verità e i consigli realistici degli esperti. Thomas ci regala qualcosa che ha origine in una riserva immen-­sa di esperienze che trascende l’intelletto umano (intuizioni profonde di tutti i bambini dotati di poteri psichici), mentre le lettere e gli articoli sono di diversi autori e studiosi, a loro volta genitori o nonni. Questo libro è un ricco compendio di azione e intuizione che si rivolge all’emisfero sinistro e a quello destro del cervello e apre la nostra mente a possibilità che altrimenti non avremmo mai preso in considerazione.

C’è un messaggio fondamentale che sembra emergere da ogni pagina. È molto semplice: se riusciamo a coglierne in pieno l’im-­portanza allora l’arte di educare i nostri bambini, di insegnargli

a sviluppare il loro dono, risulterà di una facilità straordinaria.

“I vostri bambini hanno scelto voi e voi avete scelto loro per por-­tare a termine un’opera immensa sul pianeta. Vi state istruendo l’un l’altro a questo scopo.” Mentre leggete questo libro, tenete

vera differenza.

Buon divertimento!

14 15

I BAMBINI INDACO INTRODUZIONE16 17

1

Volete sapere chi siamo?

Alcuni di voi ci chiamano i ‘Bambini Indaco’,

I bambini dotati di poteri psichici,

O persino i ‘Bambini Cristallo’.

Tutto questo non ha senso per noi.

Non ne ha più nemmeno la parola Bambino.

Sembriamo bambini

E ci comportiamo come se lo fossimo.

Ma non è questo ciò che siamo.

Lo stesso vale per voi.

C’è spesso un divario tra le vostre azioni,

E la vostra personalità esteriore.

Questo non può spiegare chi siete veramente.

In realtà siete ancora bambini,

E la vostra mente convive con le nostre.

Questo accomuna tutti noi,

E anche voi.

Ma ho un modo per rivelarvi la nostra vera identità.

2

Noi siamo Voi!

I BAMBINI INDACO ATTO DI FEDE – ATTO D’AMORE 19

ATTO DI FEDE

ATTO D’AMORE

di Theresa Stuesser

L’articolo che state per leggere non fornisce tanto una serie di direttive, quanto una nuova forma mentis. Di fatto, non tratta di come noi possiamo allevare i bambini dotati di poteri psichici, ma piuttosto di come loro possono educare noi. I bambini sono tra noi per elevare le nostre coscienze e vibrazioni collettive da un luogo di paure e dubbi verso un altro di amore e fede: amo-­re per tutto ciò che è e fede circa la possibilità di quest’ascesa. Vogliono garantirci che credere è amare: un atto di fede è un atto d’amore.

Questo messaggio è la storia vera della rinuncia a un vecchio modo di pensare in favore di una nuova attitudine mentale. La nostra speranza è che ne possiate rimanere positivamente colpiti e magari anche cambiati, tanto da indurvi a vivere ascoltando di più il vostro cuore, onorando tutti i bambini, compreso il vostro stesso bambino interiore.

Mentre proseguite nella lettura, siate amore, e siate anche pronti al viaggio che state per intraprendere. Io e mio marito abbia-­mo imparato come il percorso che chiamiamo vita si faccia più piacevole quando ci apriamo del tutto alle possibilità che la vita stessa ci offre, persino quando queste sembrano superare i con-­

all’amore. Siate pieni di gioia, perché questo è il modo migliore che abbiamo per servire i bambini e, allo stesso tempo, noi stessi.

Oltre cento città in più di sessanta nazioni hanno partecipato quest’anno a Earthdance 2002, la celebrazione mondiale della pace. Il motto di questa manifestazione, che ospita la veglia danzante sincronizzata più grande del mondo, è “give peace a dance”.(1) Abbiamo avuto la fortuna di ospitare Earthdance 2002 nella nostra città, e di disporre anche di un’ampia zona erbosa dove eseguire la danza. La prima esperienza diretta di questo evento è stata resa ancor più speciale dal fatto che l’energia da esso sprigionata è coincisa con quella della veglia di preghiera cibernetica che il nostro caro amico James Twyman stava guidando da Baghdad, in Iraq. Alle quattro del pomeriggio, ad Ashland, in Oregon, ci siamo trovati in un grande cerchio costituito da centinaia di persone, mano nella mano, e ci siamo uniti gli uni agli altri in preghiera. Mentre stavamo inviando amore e pace al mondo, la nostra piccola Shanti mi ha condotto al centro del cerchio, procedendo carponi come se ci fosse una presenza invisibile a farle cenno di avanzare.

Lì, al centro, il mio pensiero ritornò all’evento che io e mio marito avevamo organizzato due settimane prima: Il primo fe-­stival annuale degli Angeli, l’Anno del Bambino. L’idea mi era venuta all’improvviso, mentre stavo meditando in una fumosa vasca d’acqua bollente. Strano a dirsi, ma in quel momento avevo l’impressione che un gruppo di bambini mi stesse par-­lando, rendendomi partecipe dei loro pensieri. Visto che, cosa

avevo deciso di concedermi un bagno a lume di candela;; e fu così che mi rifugiai nel mondo dei sogni, risvegliandomi con questa nuova idea di un festival condotto dai bambini.

Il mattino seguente Brian ricevette un’e-­mail da James (lo ave-­vamo incontrato poco tempo prima) e mi spiegò che si trattava di un messaggio di Thomas, nel quale invitava tutti a meditare immersi nell’acqua calda in modo da entrare meglio in relazione con i Bambini Indaco. Data l’esperienza della notte precedente,

1) La frase è basata su un gioco di parole, intraducibile nella nostra lingua, tra give

I BAMBINI INDACO ATTO DI FEDE – ATTO D’AMORE20 21

questa notizia ebbe ovviamente un forte impatto su di me.

L’intuito mi diceva che lo scopo del festival era convogliare l’energia e l’amore dei bambini di Ashland e dintorni. Non mi posi mai domande tipo “Perché la mia città?”, “Perché proprio io?” Mi sembrava una cosa decisamente troppo importante per

sapevo si trattava di qualcosa che andava al di là di me, mio ma-­rito, la nostra comunità. Con la mente, dissi allo Spirito che se era così, doveva solo farci avere dei musicisti e noi ci saremmo occupati di tutto il resto.

Molte delle idee per l’aspetto concreto del festival mi vennero -­

rito (o l’ispirazione, se preferite) si palesasse quando mi trovavo vicino a lei, come se la nostra connessione servisse da condotto per una forza d’amore universale desiderosa di guidarci verso qualcosa che andava al di là di noi. Il festival ebbe luogo, vennero molte persone e molte di loro furono profondamente toccate. I festeggiamenti iniziarono con la benedizione di un bambino. Nonostante il festival fosse stato organizzato per i bambini, furono numerosi gli adulti che si sentirono trasformati. Era come se, indipendentemente dall’età, tutti quelli che salivano sul palco consentissero a se stessi di tornare bambini.

Durante il festival, raccogliemmo l’amore e lo irradiammo per il mondo. Avevamo invitato James (Jimmy) a partecipare alla ce-­lebrazione allo scopo di cantare inni d’amore e di pace durante la cerimonia di chiusura, ma c’era qualcosa che mi diceva che il nostro lavoro con lui era solo all’inizio. A quel pensiero, la risata di Shanti e la sensazione di pace che emanava dal circolo di Earthdance, mi riportarono immediatamente al presente.

della serata stava eseguendo un veloce controllo degli impianti), sentii il forte impulso d’andare a casa. Mi ritrovai dapprima a chiederlo alla mia famiglia, e poi a trascinarli verso l’uscita. Nel viaggio di ritorno, seduta sul sedile posteriore, pecepii un’energia

In un certo senso mi sentivo aperta ai messaggi che mi perve-­nivano, anche se in quel momento non riuscivo a tradurli in parole. Era decisamente troppo complesso, quasi multidimen-­sionale, ma ascoltando i messaggi più attentamente, mi sembrò semplicissimo. Sapevo che si trattava di un messaggio d’amore e mi chiesi se a farlo scaturire fosse stata la partecipazione alla Preghiera per la Pace.

Poi una dopo l’altra mi vennero in mente altre domande: que-­sto messaggio urgente viene dai Bambini Indaco? Ha qualcosa a che vedere con il lavoro futuro con Jimmy? Da quale parte del mondo arriva? Forse viene da Shanti, mi dicevo, con mia

ridacchiava piano nel sonno.

Le possibilità erano, e sono ancora, sorprendenti! Nonostante non riuscissi a interpretarli con parole precise, sentivo che stavo ricevendo quei piccoli elementi di informazione per un motivo che però non ero ancora in grado di capire. Nella mia mente, formulai questo pensiero: “Aspetta un attimo, prima di inviarne altri: cosa devo fare con questa... roba?” La risposta che ricevetti fu: “Devi esprimerla attraverso una forma di progetto creativo.” All’inizio, pensai che dovesse trattarsi di un dipinto o forse una scultura, o magari persino un libro. “Un libro?”, bisbigliai. Sapevo di dover trovare un mezzo per esprimere quello che per me era una comunicazione profonda, dal grande potere trasformativo. Il messaggio aveva bisogno del canale giusto per trasmettere la sua frequenza d’amore, e stava sollecitando la mia attenzione.

Anche se ho impiegato molto tempo per rendermene conto, ora so che parte del messaggio che ricevetti quella notte adesso si trova in queste pagine. Sì, questo articolo è, in parte, il mezzo che cercavo, così come lo sono anche io. E voi. Tutti noi siamo dei veicoli, dei canali… degli strumenti d’amore.

E se leggendo questo articolo, da qualche parte nel profondo del nostro cuore si accendesse un’intuizione? E se questa ci

I BAMBINI INDACO ATTO DI FEDE – ATTO D’AMORE22

permettesse di armonizzarci meglio con tutto ciò che ci circon-­da, creando quindi un’apertura, un’apertura a un risveglio, graduale o istantaneo? Forse, solo forse, potremmo imparare a vedere ciò che è reale, ciò che è vero e ciò che è possibile. E se questo cambiamento dissolvesse la nostra confusione mentale e le distrazioni intorno a noi, in modo da farci vedere, ascolta-­re, sentire e conoscere in una maniera più chiara? E se facesse scomparire gli impulsi di critica e rabbia e li tramutasse in sentimenti di compassione e gioia? E se dietro tutto questo ci fossero i bambini dotati di poteri psichici, impegnati a guidarci nella costruzione della struttura d’amore che renderà possibile tutto questo? Immaginate, se tutti considerassero la pace non solo come una possibilità ma come una realtà in attesa di essere conseguita, che mondo diverso sarebbe!

In un certo senso, credo sia plausibile che i bambini rappresen-­tino un ponte verso questa nuova coscienza. Ma è possibile che questo articolo, come un codice segreto, possa ricongiungerci a un’antica conoscenza che giace sopita in ognuno di noi? È possibile che la chiave di tutto sia l’amore e la fede?

Quando siamo arrivati a casa dopo l’Earthdance, il messaggio

carta e penna. Ho fatto un respiro calmo e profondo per tenere aperto il canale. Mentre andavo avanti a scrivere, sparpagliavo fogli di carta dappertutto, nel salotto e in cucina. Mi sembrava un mistero… Era come cercare un tesoro nascosto mettendo

-­magini intriganti, numeri e frasi. Poi ho sentito una voce che mi invitava a guardare la televisione;; noi non lo facciamo quasi mai, ma Brian l’aveva accesa per seguire il telegiornale.

In quel momento, è passata una pubblicità con lo slogan “Guar-­

trascritto quella frase nel mio diario e ho continuato a scrivere sdraiata di fronte alla TV. E, non so per quale motivo, come se qualcuno mi stesse guidando la mano, ho disegnato una coda

-­saggio. Ho letto la frase molte volte, ma senza riuscire a capire il

una tonnellata di mattoni. Ho capito. Il mio corpo ha tremato

completamente nuovo”.

Un mistero… Era un mistero? Sì, a un tratto ho capito: dobbia-­mo trattare ogni bambino come se fosse sacro, come se fosse il

Dobbiamo solo ricordarcene e credere che sia così. Partendo da questo presupposto, riusciremo a guarire tutto il mondo. Dobbiamo iniziare ora!

Sono scattata in piedi, ho chiuso gli occhi e ho avvertito im-­mediatamente l’impulso di pregare e riconnettermi alla rete di amore e di pace che avevamo inviato poco prima al mondo partecipando a Earthdance. In passato, come coppia, Brian e io abbiamo ospitato circoli di preghiera e abbiamo sempre creduto fermamente nel loro potere… Ma, in quel momento, sono riuscita ad avvertire la tangibilità dell’intervento divino a un livello molto più profondo.

Dopo pochi e brevi istanti, ho aperto gli occhi e mi sono ritro-­

hanno iniziato a scorrermi lungo le guance mentre continuavo a sfregarmi gli occhi. Proprio lì, davanti a me, dietro un gran numero di strati (le impronte lasciate dalle mani di Shanti sulla

luce in lontananza che sembrava provenire dal profondo delle montagne a meno di due miglia da noi), c’era l’immagine di Gesù! Somigliava in un modo impressionante alla Sacra Sindone...

La mia mente ha iniziato a volare e mi ha condotto dall’altra parte del globo, a Baghdad, dove Jimmy, dodici mesi prima, aveva tenuto una veglia di preghiera che era coincisa con Earthdan-­ce. Gli ho inviato amore e nella mia mente l’ho circondato di angeli, mentre lui si preparava per tornare in America. Ancora

I BAMBINI INDACO ATTO DI FEDE – ATTO D’AMORE24 25

una volta, mi sono chiesta quanto altro lavoro avremmo svolto insieme a lui.

-­mente. Non era da lei dormire così a lungo. Ho iniziato davvero a sospettare che forse stava lavorando insieme a noi in qualche modo. Magari ci stava inviando le idee o fornendo lo spazio necessario alla ricezione di tutto ciò che doveva essere elabora-­

che Brian e io avevamo avuto riguardo a Jimmy, molti giorni prima che ci incontrassimo. Mi sentivo come se stessi guardando dall’alto un grande quadro della situazione. L’unico problema era che mi sembrava ci fosse troppo spazio fra i pezzi del puz-­zle per mettere insieme l’immagine completa. Ho annunciato all’universo che, se noi eravamo chiamati a lavorare insieme per assistere i bambini, doveva solo farmelo sapere e io avrei fatto del mio meglio per ascoltare. Ho continuato a registrare i piccoli messaggi mentre arrivavano, senza sapere che avrei ricevuto una risposta molto presto.

Alcune settimane dopo, eravamo a cena insieme a Jimmy e a Mishi, un’altra nostra cara amica. La conversazione riguarda-­

di settimane durante un trasloco. Mishi soprannominò Shanti

un esserino molto curioso con occhi saggi e antichi, occhi che

le diceva: “Bene, agita la tua bacchetta magica mentre mi guardi attraverso quelle grandi orbite azzurre, Piccola Maga!” Persino nonno Bob era convinto che il nome calzasse, sembrava rispec-­chiare alla perfezione la sua personalità.

Durante la cena, la nostra conversazione ha continuato a ruotare attorno al tema dei Bambini Indaco, mentre Shanti continuava a giocare con un suo amico immaginario. È stato in quel momento che Jimmy ha menzionato il nuovo libro al quale stava lavorando, un testo su come allevare i bambini do-­

tati di poteri psichici. Abbiamo parlato di bambini in grado di fare cose speciali con le loro menti, come, ad esempio, piegare cucchiai e spostare piccoli oggetti, inviare messaggi mentali e cose del genere. A noi l’argomento interessava molto, perché eravamo meravigliati da alcune comunicazioni che sembrava ci avesse inviato la nostra Piccola Maga. Poi Jimmy ha lanciato l’idea di farci scrivere un articolo per il libro e nel nostro cuore

posate, ma stavamo provando un’espansione delle nostre menti in cui sembrava coinvolta anche lei.

Dopo cena, nel tragitto di ritorno verso casa, non potei fare a meno di chiedermi se fosse tutto una coincidenza o se davvero una guida divina ci stava giungendo dai bambini. Ho chiesto a Brian se credeva che questi bambini comunicassero fra loro in qualche modo per poi trasmettere messaggi a tutto il mondo. “Mi sembra tutto abbastanza assurdo, ma non voglio escluderlo a priori. Allacciati la cintura, tesoro!”, è stata la sua risposta.

Più pensavamo all’idea di condividere apertamente le nostre esperienze, più cresceva la confusione nelle nostre menti: paura, dubbio e persino scetticismo. “Ma t’immagini cosa penserebbero i

psichici?”, ha ridacchiato mentre saliva velocemente le scale verso la porta di ingresso. Dopo aver messo la Piccola Maga a dormire nel suo lettino e averle sistemato la coperta, sempre continuando a ridere forte, Brian ha preso il dizionario (non lo teniamo mai molto lontano, perché spesso cerchiamo parole che sembrano

Il Webster Seventh New Collegiate Dictionary riporta la seguente

dopo, mentre giocavo con Shanti prima del suo sonnellino po-­

I BAMBINI INDACO ATTO DI FEDE – ATTO D’AMORE26

meridiano, ho buttato giù alcune idee per l’articolo che Jimmy ci aveva chiesto di scrivere. Shanti e io stavamo ballando mentre ascoltavamo alcune cassette che le aveva regalato nonna Pat. Quando è iniziata la canzone “Sono una piccola teiera”, io mi sono interrogata sul senso di questo brano. L’avevo già sentita decine di volte, ma ora mi domandavo se contenesse un messag-­gio o se fosse solo una canzonetta come tante. Non vedevo l’ora

di saggezza in risposta ai miei quesiti. La bambina si è stancata in fretta di ballare e cantare e mi è salita in braccio per bere il suo latte, cosa che fa spesso prima di schiacciare un pisolino. Ho chiuso gli occhi e, immediatamente, la canzone ha iniziato a risuonarmi in testa:

“Sono una piccola teiera;; sì, è veroEcco un esempio di cosa posso farePosso trasformare il manico nel beccuccioCapovolgermi e versare tutto.”

La canzone si è interrotta all’improvviso così come era comincia-­ta. Poi, dentro di me, ho sentito: Questa canzone parla di cosa

siamo altro che brocche di terracotta che il nostro creatore ha modellato per ricavarne qualcosa di speciale. Quando ci lascia-­mo riempire, e persino svuotare di tanto in tanto, ci rendiamo disponibili al Servizio.

Mi sembrava che mi stesse parlando la voce più innocente e aggraziata del mondo. Proprio in quel momento, ho capito che forse stavo davvero percependo la canzone attraverso l’animo di un bambino. In quel preciso istante, la mia piccola Shanti si è stiracchiata, mi ha sorriso ed è tornata al suo spuntino. Si trattava solo di un’altra coincidenza?

Mi sentivo espansa in quello spazio che sapevo essere la mia mente, ed ero in completa sintonia col mio cuore. Era come se mi stessi dilatando per consentire a un’immagine più grande di rivelarsi… un’immagine che somigliava all’amore. Mi senti-­vo come se qualcuno mi chiamasse a essere un recipiente, per

aiutare a recapitare un messaggio. Sono arrivata al punto che mi sembrava di condividere quello spazio con qualcun altro.

si era addormentata.

Mi resi conto che spesso mi sembrava di elaborare concetti profondi mentre lei stava dormendo o nei momenti di gioco più intenso, quando lei non interagiva direttamente con me a

avevo vissuto quando lei non era ancora nata.

Questo mi ha fatto pensare a come io fossi stata un recipiente durante la gravidanza. Mentre Shanti dormiva, ho visto il mio diario aperto su uno scaffale accanto a me. È pieno di storie e

magari un giorno le forniranno ispirazioni sulle prime fasi della sua vita. Questo mi ha dato un’idea. Ho capito che, forse, nell’ar-­ticolo che Jimmy ci aveva chiesto di scrivere potevamo esplorare l’idea della comunicazione prenatale o di quella dei neonati.

Per pura coincidenza, o forse no, Jimmy ci ha telefonato più tardi quello stesso giorno e io gli ho detto subito che avevamo già in mente qualcosa per l’articolo e che ci sentivamo molto ispirati dal progetto. Lui ha risposto di sentirsi allo stesso modo e voleva proporci un’idea. “Cosa ne dite di parlare della comunicazione fra noi adulti e l’essenza dell’anima del bambino prima della sua nascita?”, mi ha chiesto...

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