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1 All. “B” GIUNTA REGIONALE Direzione Politiche attive del Lavoro, Formazione ed Istruzione, Politiche Sociali INDIRIZZI PER LA PROGRAMMAZIONE DELLA RETE SCOLASTICA REGIONALE 5 SETTEMBRE 2011

INDIRIZZI PER LA PROGRAMMAZIONE DELLA RETE … dell’autonomia” e la “stabilità nel tempo delle istituzioni scolastiche insieme con la loro capacità di ... però, una governance

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All. “B”

GIUNTA REGIONALE

Direzione Politiche attive del Lavoro, Formazione ed Istruzione, Politiche Sociali

INDIRIZZI PER LA PROGRAMMAZIONE DELLA RETE SCOLASTICA REGIONALE

5 SETTEMBRE 2011

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INDICE 1. I Piani regionali di dimensionamento delle istituzioni scolastiche Pag. 3

2. La normativa statale vigente Pag. 5

3. La programmazione della rete scolastica regionale: finalità e indirizzi. Pag. 7

4. Dimensionamento delle Istituzioni Scolastiche Autonome: criteri Pag. 9

5. Procedure e tempi. Pag. 15

6. Riferimenti normativi Pag. 16

Allegato: Dati di contesto demografico e scolastico Pag. 19

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1. I Piani regionali di dimensionamento delle istituzioni scolastiche Il primo Piano regionale in materia risale all’anno 2000; approvato con Deliberazione Consiliare n. 153/14 dell’1.3.2000 (D.P.R. 233/1998 - Piano regionale di dimensionamento delle istituzioni scolastiche - Modifiche ai sensi dell’art. 3, comma 9) era il risultato di un lungo e complesso iter avviato con la D.G.R. n. 2939/C del 7.11.1998 (D.P.R. 233/1998 - Indirizzi di programmazione e criteri generali per il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche dell’Abruzzo). Successivamente il Piano è stato modificato solo per la parte relativa alla Provincia di Pescara, a seguito delle variazioni introdotte dalla locale Giunta Provinciale con Deliberazione n. 82 del 13.5.2005. Gli “Indirizzi” che caratterizzavano il Piano erano ispirati a due linee-guida: “l’efficace esercizio dell’autonomia” e la “stabilità nel tempo delle istituzioni scolastiche insieme con la loro capacità di rapportarsi in modo più diretto e partecipativo con il territorio”. Le linee-guida dovevano essere implementate in un territorio regionale le cui peculiarità erano individuate nel carattere prevalentemente montano, nell’accentuata dispersione scolastica e nella parziale inadeguatezza della rete scolastica alle realtà socio-economiche locali. Nel ribadire i limiti della competenza regionale in materia - ex art. 3 del D.P.R. 233/98 - all’emanazione di indirizzi e criteri generali (volutamente di larga massima) e al coordinamento e approvazione dei Piani provinciali, si evidenziava, ai fini dell’elaborazione dei medesimi, la necessità di una stretta collaborazione tra Enti Locali, invitando le Conferenze Provinciali di Organizzazione a porre in atto gli accorgimenti necessari per favorire la massima partecipazione da parte di tutti i soggetti interessati all’elaborazione dei suddetti Piani. Dal 2005 non sono state apportate variazioni al suddetto Piano, fino a quando non è intervenuta la L. 3.12.2008, n. 189, che ha convertito, con modificazioni, il Decreto-Legge 7 ottobre 2008, n. 154 (Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali). All’art. 3, c. 4-quater della suddetta legge si disponeva, infatti, che, per l’anno scolastico 2009/2010, le Regioni e gli Enti Locali, nell’ambito delle rispettive competenze, avrebbero dovuto assicurare il dimensionamento delle Istituzioni Scolastiche autonome nel rispetto dei parametri fissati dall’art. 2 del richiamato D.P.R. 233/1998 e che, in ogni caso, per il predetto anno scolastico, la consistenza numerica dei punti di erogazione dei servizi scolastici non doveva superare quella relativa al precedente anno scolastico 2008/2009. Per quanto sopra - con D.G.R. 9.2.2009, n. 30 (“DPR 233/1998 - Piano regionale di dimensionamento delle istituzioni scolastiche (D.C. n. 118/1 del 18.3.1999 e s. m. i.) – Variazioni - anno scolastico 2009/2010”) - sono state approvate variazioni al Piano regionale di dimensionamento delle Istituzioni scolastiche, con la riduzione di n. 19 Autonomie Scolastiche. Per l’anno scolastico 2010/2011 è stato ritenuto opportuno rinviare di un anno il piano di dimensionamento, sia a seguito delle criticità intervenute, a causa del sisma, sull’edilizia scolastica della Provincia dell’Aquila e, indirettamente, sull’intero assetto della rete scolastica regionale, sia in considerazione dell’avvio della riforma del II Ciclo d’istruzione, la cui complessità comportava la necessità di approfondire e condividere al meglio i mutamenti ispirati dalla normativa nazionale, che dovevano essere finalizzati ad una migliore funzionalità del sistema scolastico regionale. Per l’anno scolastico 2011/2012 - con D.G.R. 29.12.2010, n. 1035 (“Piano regionale della rete scolastica (D.C. n. 118/1 del 18.3.1999 e s. m. i.) – anno scolastico 2011-2012”) - sono state approvate nuove variazioni al Piano regionale di dimensionamento delle Istituzioni scolastiche, con l’ulteriore riduzione di n. 24 Autonomie Scolastiche.

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I dati riassuntivi degli esiti del dimensionamento conseguiti con i due provvedimenti suindicati sono contenuti nella seguente tabella:

AQ CH PE TE Tutte le Province

D.G.R. 9.2.2009, n. 30 a.s. 2009/2010

5 4 6 4 19

D.G.R. 29.12.2010, n. 1035 a.s. 2011/2012

10 3 5 6 24

Totali 15 7 11 10 43

Il mutato assetto delle competenze in materia d’istruzione, la dimensione del processo riformatore, l’entità dei cambiamenti in corso, la necessità di accompagnare lo sviluppo della riforma in modo da esaltarne le positività, adeguarne l’attuazione alle specifiche situazioni dei contesti territoriali sub-regionali, monitorarne l’applicazione ed implementare eventuali correttivi richiedevano (e richiedono), però, una governance del sistema regionale dell’istruzione, per la quale era necessario cominciare a predisporre una idonea strumentazione normativa ed esecutiva. Un primo passo in tale direzione è stato fatto con la D.G.R. 15.2.2011, n. 97 (“Rete scolastica regionale – Istituzione di un Tavolo Tecnico Interistituzionale”), con cui si è cercato di superare l’episodicità che aveva, fino ad allora, caratterizzato il confronto fra la Regione e gli altri Soggetti istituzionali competenti in materia, istituendo un Tavolo Tecnico Interistituzionale (T.T.I.) quale sede permanente di analisi, discussione e proposta relativamente a tutti gli aspetti che interessano il settore dell’istruzione scolastica regionale. Sottesa a tale provvedimento è la convinzione che la governance del sistema scuola può essere perseguita solo attraverso un’azione concertata e integrata dei diversi attori, che consenta di far fronte a e di superare gli inevitabili dissensi e le frequenti criticità; ambedue sono, spesso, riconducibili a una concezione enfatizzata delle rispettive autonomie, che porta a un’affermazione unilaterale dei propri interessi e non consente di tener conto di quelli degli altri. Predisporre un “luogo” di condivisione e di mediazione, di dibattito e di proposta costituisce un utile passo avanti nella direzione di assicurare il buon governo della rete scolastica regionale, nella consapevolezza che l’attuale processo di riforma deve essere implementato non come un mero adempimento amministrativo, ma come l’effettivo avvio di un deciso cambiamento. In aderenza a quanto sopra è stata prevista la composizione del T.T.I., di cui, oltre alla componente politica e tecnica regionale, fanno parte le Province, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (A.N.C.I.), l’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (U.N. C. E. M.) e l’Ufficio Scolastico Regionale. Tale composizione può essere allargata con la partecipazione di Rappresentanti di altri Soggetti, secondo le necessità derivanti dalle specifiche materie di volta in volta affrontate. Si sono, quindi, determinate, le condizioni necessarie per procedere alla formulazione di nuovi indirizzi in materia di programmazione della rete scolastica regionale, dopo oltre dieci anni dalla D.C. n. 109/4 del 15.12.1998 (“Indirizzi di programmazione e criteri generali per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche in Abruzzo”).

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2. La normativa statale vigente Con la L. Costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001 “Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione” è stato completamente riformato il Capo V, Parte seconda della Costituzione, recante norme sulle Regioni, le Province e i Comuni. Il nuovo articolo 117, al comma 2, riserva una potestà legislativa esclusiva alla Stato nelle materie enumerate dalla lettera a) alla lettera s) ; in particolare, per quanto interessa in questa sede, lo Stato ha legislazione esclusiva nella “determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale” (lett. m) e nelle “norme generali sull’istruzione (lett. n). Il medesimo articolo 117, al comma 3, enumera le materie di legislazione concorrente, fra le quali comprende l'”istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale”. In sintesi, dalla lettura del testo di riforma costituzionale, emerge un sistema di istruzione nel quale lo stato detta le norme generali e garantisce i livelli di prestazioni: tale sistema, però, non è più avulso dalle realtà locali nella quale è collocato, ma si forma, a mano a mano, sulle esigenze da queste espresse. Anche per quanto concerne specificamente la materia “Istruzione” il nuovo testo costituzionale ha posto numerose e complesse questioni interpretative soprattutto nell’ambito delle problematiche connesse alla competenza concorrente Stato-Regioni, il che ha reso necessario l’intervento della Corte Costituzionale in diverse occasioni, riguardo alle impugnazioni di leggi statali e regionali, per dirimere questioni di delimitazione di confini tra competenze diverse. Oltre alle sentenze nn. 13/2004, 34/2005, 37/2005 e 379/2005, particolare rilievo assume la sentenza n. 200 del 24.6.2009, con cui la Corte Costituzionale ha decretato l’incostituzionalità dei punti f-bis ed f-ter 1 del comma 4 dell’art. 64, concernenti specifici criteri in base ai quali si prevede di operare una revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico del sistema scolastico, da attuarsi con uno o più regolamenti governativi. La C.C., infatti, ha stabilito che quanto previsto nei due punti citati non può essere considerato rientrante nelle norme generali sull’istruzione, che, come tali, sono espressive di competenza legislativa esclusiva dello Stato. Nel richiamare le precedenti sentenze in materia, la Corte cita, in particolare la sentenza n. 34/2005, in cui rilevava che, «proprio alla luce del fatto che già la normativa antecedente alla riforma del Titolo V prevedeva la competenza regionale in materia di dimensionamento delle istituzioni scolastiche, e quindi postulava la competenza sulla programmazione scolastica di cui all’art. 138 del d.lgs. n. 112 del 1998, è da escludersi che il legislatore costituzionale del 2001 abbia voluto spogliare le Regioni di una funzione che era già ad esse conferita» sia pure soltanto sul piano meramente amministrativo. La Corte ha sostenuto, quindi, che le disposizioni contenute nelle lettere f-bis ed f-ter invadono le competenze regionali. Infatti (f-bis) “… la preordinazione dei criteri volti all’attuazione del dimensionamento delle istituzioni scolastiche ha una diretta ed immediata incidenza su situazioni strettamente legate alle varie realtà territoriali e alle connesse esigenze socio-economiche di ciascun territorio, che ben possono e devono essere apprezzate in sede regionale ...”. Analoghe considerazioni valgono per la lettera f-ter, che demanda al regolamento governativo il prevedere, nel caso di chiusura o di accorpamento degli istituti scolastici aventi sede nei piccoli Comuni, specifiche misure finalizzate alla riduzione del disagio degli utenti. Il processo di riforma del sistema di istruzione e formazione che, avviato da alcuni anni, ha subito alterne vicende, può considerarsi, ad oggi, quasi completamente concluso. Il quadro giuridico-istituzionale che ha formalizzato un’azione complessiva di riforma che ha toccato tutti gli ordini di scuola, può dirsi, ormai, sostanzialmente definito.

1 f-bis) definizione di criteri, tempi e modalità per la determinazione e l'articolazione dell'azione di ridimensionamento della rete scolastica prevedendo, nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente, l'attivazione di servizi qualificati per la migliore fruizione dell'offerta formativa; f-ter) nel caso di chiusura o accorpamento degli istituti scolastici aventi sede nei piccoli comuni, lo Stato, le regioni e gli enti locali possono prevedere specifiche misure finalizzate alla riduzione del disagio degli utenti.

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Il Piano programmatico di interventi predisposto in data 4.9.2008 dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, individuava un quadro organico di interventi e misure volti a realizzare contestualmente sia il riassetto della spesa pubblica sia l’ammodernamento e lo sviluppo del sistema d’istruzione. Le tappe giuridiche essenziali della revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico del sistema scolastico sono le seguenti:

- D.P.R. 20 marzo 2009, n. 81 Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola, ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.

- D.P.R. 20 marzo 2009, n. 89 Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.

- D.P.R. 15 marzo 2010, n. 87 Regolamento recante norme per il riordino degli istituti professionali, a norma dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.

- D.P.R. 15 marzo 2010, n. 88 Regolamento recante norme per il riordino degli istituti tecnici a norma dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.

- D.P.R. 15 marzo 2010, n. 89 Regolamento recante revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei a norma dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.

- L. 15 luglio 2011, n. 111 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98 recante disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria”.

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4. La programmazione della rete scolastica regionale : finalità e indirizzi La strategia 2007/2013 attribuisce rilievo centrale all’obiettivo del miglioramento della qualità dei sistemi di istruzione, ricerca, formazione e lavoro, ma soprattutto a quello della loro integrazione sinergica e del rafforzamento dei collegamenti con il territorio, anche al duplice fine di rendere più strutturato, incisivo e coeso l’intervento dei soggetti e delle istituzioni che operano in tali ambiti e di promuovere l'elaborazione e la sperimentazione di prototipi e modelli, di metodologie e contenuti disciplinari innovativi. Il capitale umano è un fattore prioritario per la competitività, avendo un ruolo essenziale per la capacità endogena di una regione di generare sviluppo e attrarre investimenti dall’esterno. Pertanto il rafforzamento dell’istruzione e della formazione è un intento centrale dell’azione del governo regionale. Il sistema scolastico regionale è largamente coinvolto nei processi di sviluppo e innovazione che caratterizzano l’attuale fase di ridefinizione dell’assetto generale dell’istruzione in Italia, nella prospettiva della piena attuazione del Titolo V, Parte II della Costituzione in materia d’istruzione. Pur nell’assenza di una specifica normativa regionale riguardante l’istruzione, si è strutturata una cooperazione “virtuosa” fra Regione e Ufficio Scolastico Regionale, quale articolazione territoriale del MIUR, nella consapevolezza del comune interesse e della complementarietà dei compiti a ciascuno affidati per la promozione della qualità complessiva del sistema dell’ “educational”. La programmazione della rete scolastica regionale assume particolare rilievo, in quanto fattore essenziale per un progressivo conseguimento delle finalità suindicate. In tale ottica il termine “dimensionamento” non va connotato con un’accezione puramente quantitativa che, pur ineliminabile - specie in relazione alle stringenti esigenze di razionalizzazione della spesa pubblica evidenziate anche nell’ultima normativa statale recentemente emanata (Decreto Legge n. 98/2011 “Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria”, convertito, con modificazioni, in Legge 15 luglio 2011, n. 111) – è, tuttavia, insufficiente a spiegare un’operazione tanto complessa, che deve essere condotta sulla base di una visione, insieme articolata e sintetica, che tenga conto dell’interconnessione di molteplici e svariati elementi. Il dimensionamento deve essere strettamente connesso alla programmazione dell’offerta formativa, disegno strategico di efficace risposta ai bisogni educativi e sociali dell’utenza e alle dinamiche di sviluppo territoriali e generali. Non è, quindi, un’operazione tecnica o puramente finanziaria, ma va coniugato con l’innalzamento complessivo dei livelli di prestazione del servizio e con le pari opportunità sociali e di genere. Il dimensionamento risponde alle esigenze di: i. garantire alle comunità locali una pluralità di scelte articolate sul territorio, ii. inserire i giovani in una comunità educativa culturalmente adeguata e idonea a stimolare le

capacità di apprendimento e di socializzazione, iii. evitare una eccessiva frammentazione dell’offerta formativa. nei casi in cui si renda

necessario salvaguardare una scuola autonoma, a causa di particolari e specifiche condizioni territoriali.

Sulla base di tali obiettivi, il dimensionamento deve essere considerato come una connotazione della strategia dell’organizzazione ottimale dell’offerta formativa. In tal senso occorre individuare indicazioni e indirizzi di programmazione utili a promuovere scelte che, nell’ambito

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del rispetto delle norme e dei parametri, tengano presenti anche le riflessioni pedagogico-didattiche volte alla promozione del successo scolastico e alla riduzione dei tassi di dispersione. Resta, peraltro, irrisolta l’univocità della programmazione, se si tiene presente che, da un lato, le Regioni hanno competenza sulla programmazione della rete scolastica, mentre, dall’altro, lo Stato ha competenza sulla programmazione dell’organico, che risponde a esigenze parzialmente diverse dalla finalità che guida la prima. In tale problematico contesto la Regione, le Province e i Comuni, nei rispettivi ambiti di competenza, devono perseguire un’azione sinergica per raggiungere l’obiettivo di un ottimale Piano regionale della rete scolastica. A tal fine le Amministrazioni Provinciali e Comunali, ciascuna per la propria parte, porranno in atto, proseguendo una procedura ormai consolidata, un ampio, trasparente ed efficace sistema di concertazione con le Istituzioni, le Parti Sociali e gli altri Soggetti dei rispettivi territori, gli Ambiti Territoriali dell’U.S.R. e le Istituzioni Scolastiche, in modo da favorire la massima partecipazione delle istanze locali. I Piani Provinciali, che costituiranno l’esito conclusivo di tale processo, saranno predisposti sulla base dei riferimenti elencati di seguito, ciascuno dei quali assume diverso peso negli specifici ambiti territoriali, il tutto nella prospettiva dell’interrelazione fra organizzazione della rete scolastica e programmazione dell’offerta: A. l’attuale situazione della rete scolastica, come risulta dall’ultimo Piano regionale (D.G.R. n.

1035/2010); B. le opportunità/criticità/vincoli derivanti dalla normativa statale vigente in materia; C. le caratteristiche fisiche dei territori, con particolare riferimento alle situazioni di disagio (vissuto

nella maggior parte delle aree interne e nei Comuni con minore ampiezza demografica) in relazione all’orografia del territorio, alla viabilità, al sistema dei trasporti, ai tempi di percorrenza, alla disponibilità di altri servizi socio-educativi e culturali e la conseguente necessità di contribuire a contenere (o a non aggravare) lo spopolamento in atto;

D. le peculiarità demografiche, economiche e socioculturali; E. la domanda d’istruzione e le esigenze formative rilevabili, specie in correlazione con le destinazioni

socio-economiche dei territori, con il tessuto imprenditoriale esistente e le sinergie instaurabili, anche allo scopo di favorire la costituzione di percorsi formativi integrati con l’offerta di formazione professionale e quella, appena avviata, degli Istituti Tecnici Superiori;

F. la sostenibilità di una valida offerta d’istruzione in un periodo medio-lungo. Sottesi alla considerazione degli aspetti suindicati sono gli irrinunciabili principi dell’efficacia e dell’efficienza nella distribuzione territoriale dell’offerta e del contenimento e della razionalizzazione della spesa, in linea con la difficile situazione economica che il Paese sta vivendo, da coniugare con l’obiettivo di una strutturazione territoriale dei percorsi d’istruzione che assicuri un’offerta adeguata e in armonia con le identità socio-culturali ed economiche dei territori.

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4. Dimensionamento delle Istituzioni Scolastiche Autonome: criteri Si riportano gli artt. 1 e 2 del D.P.R. 18 giugno 1998, n. 233 (“Regolamento recante norme per il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche e per la determinazione degli organici funzionali dei singoli istituti, a norma dell'articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59”), che costituisce, tuttora, il riferimento normativo per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche. Art. 1. F i n a l i t à

1 . Il raggiungimento delle dimensioni ottimali delle istituzioni scolastiche ha la finalità di garantire l'efficace esercizio dell'autonomia prevista dall'articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59, di dare stabilità nel tempo alle stesse istituzioni e di offrire alle comunità locali una pluralità di scelte, articolate sul territorio, che agevolino l'esercizio del diritto all'istruzione. 2 . Il dimensionamento è altresì finalizzato al conseguimento degli obiettivi didattico-pedagogici programmati, mediante l'inserimento dei giovani in una comunità educativa culturalmente adeguata e idonea a stimolarne le capacità di apprendimento e di socializzazione. 3 . Il raggiungimento delle dimensioni stabilite a norma del comma 1 ha l'ulteriore finalità di assicurare alle istituzioni scolastiche la necessaria capacità di confronto, interazione e negoziazione con gli enti locali, le istituzioni, le organizzazioni sociali e le associazioni operanti nell'ambito territoriale di pertinenza. Art. 2. P a r a m e t r i

1 . L'autonomia amministrativa, organizzativa, didattica e di ricerca e progettazione educativa è riconosciuta alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, ivi comprese quelle già dotate di personalità giuridica, che raggiungono dimensioni idonee a garantire l'equilibrio ottimale tra domanda di istruzione e organizzazione dell'offerta formativa. A tal fine sono definiti, a norma dell'articolo 3, gli ambiti territoriali, di ampiezza differenziata a seconda del grado di istruzione, nei quali va assicurata la permanenza e la stabilità delle suddette istituzioni, con particolare riguardo alle caratteristiche demografiche, geografiche, economiche, socioculturali del territorio, nonché alla sua organizzazione politico-amministrativa. 2 . Ai fini indicati al comma 1, per acquisire o mantenere la personalità giuridica gli istituti di istruzione devono avere, di norma, una popolazione, consolidata e prevedibilmente stabile almeno per un quinquennio, compresa tra 500 e 900 alunni; tali indici sono assunti come termini di riferimento per assicurare l'ottimale impiego delle risorse professionali e strumentali. 3 . Nelle piccole isole, nei comuni montani, nonché nelle aree geografiche contraddistinte da specificità etniche o linguistiche, gli indici di riferimento previsti dal comma 2 possono essere ridotti fino a 300 alunni per gli istituti comprensivi di scuola materna, elementare e media, o per gli istituti di istruzione secondaria superiore che comprendono corsi o sezioni di diverso ordine o tipo, previsti dal comma 6; nelle località sopra indicate che si trovino in condizioni di particolare isolamento possono, altresì, essere costituiti istituti comprensivi di scuole di ogni ordine e grado. L'indice massimo di cui al comma 2 può essere superato nelle aree ad alta densità demografica, con particolare riguardo agli istituti di istruzione secondaria con finalità formative che richiedono beni strutturali, laboratori ed officine di alto valore artistico o tecnologico. 4 . Nell'ambito degli indici, minimo e massimo, stabiliti dal comma 2, la dimensione ottimale di ciascuna istituzione scolastica è definita in relazione agli elementi di seguito indicati: a) consistenza della popolazione scolastica residente nell'area territoriale di pertinenza, con riferimento a ciascun grado, ordine e tipo di scuola contemplato dall'ordinamento scolastico vigente; b) caratteristiche demografiche, orografiche, economiche e socioculturali del bacino di utenza; c) estensione dei fenomeni di devianza giovanile e criminalità minorile;

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d) complessità di direzione, gestione e organizzazione didattica, con riguardo alla pluralità di gradi di scuole o indirizzi di studio coesistenti nella stessa istituzione, ivi comprese le attività di educazione permanente, di istruzione degli adulti e di perfezionamento o specializzazione, nonché alla conduzione di aziende agrarie, convitti annessi, officine e laboratori ad alta specializzazione o con rilevante specificità. 5 . Qualora le singole scuole non raggiungano gli indici di riferimento sopra indicati sono unificate orizzontalmente con le scuole dello stesso grado comprese nel medesimo ambito territoriale o verticalmente in istituti comprensivi, a seconda delle esigenze educative del territorio e nel rispetto della progettualità territoriale. 6 . Per garantire la permanenza, negli ambiti territoriali definiti ai sensi dell'articolo 3, di scuole che non raggiungono, da sole o unificate con scuole dello stesso grado, dimensioni ottimali, sono costituiti istituti di istruzione comprensivi di scuola materna, elementare e media. Allo stesso fine e per assicurare la più efficace corrispondenza tra gli istituti di istruzione secondaria superiore e le caratteristiche del territorio di riferimento, nonché tra la necessaria varietà dei percorsi formativi proposti da ciascun istituto e la domanda di istruzione espressa dalla popolazione scolastica, si procede alla unificazione di istituti di diverso ordine o tipo che non raggiungono, separatamente, le dimensioni ottimali e insistono sullo stesso bacino d'utenza, ivi comprese le sezioni staccate e scuole coordinate dipendenti da istituti posti in località distanti e compresi in altri ambiti territoriali di riferimento; tali istituzioni assumono la denominazione di istituto di istruzione secondaria superiore. 7 . Nelle province il cui territorio è per almeno un terzo montano, in cui le condizioni di viabilità statale e provinciale siano disagevoli e in cui vi sia dispersione e rarefazione di insediamenti abitativi sono concesse deroghe automatiche agli indici di riferimento previsti dal comma 2, anche sulla base di criteri preventivamente stabiliti dalle regioni, in sede di conferenza provinciale convocata a norma dell'articolo 3. 8 . Gli indici minimi di riferimento previsti dal comma 3 sono applicabili anche agli istituti secondari di istruzione artistica, professionale e tecnica con indirizzi formativi particolarmente specializzati e a diffusione limitata nell'ambito nazionale e regionale. Il D.P.R. 20 marzo 2009, n. 81 (“Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola, ai sensi dell’articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”) costituisce il riferimento normativo essenziale per la formazione delle classi.

Art. 1. Criteri e parametri relativi al dimensionamento delle istituzioni autonome

1. Alla definizione dei criteri e dei parametri per il dimensionamento della rete scolastica e per la riorganizzazione dei punti di erogazione del servizio scolastico, si provvede con decreto, avente natura regolamentare, del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, adottato di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza unificata, di cui all'articolo 64, comma 4-quinquies, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.

2. Dall'attuazione del dimensionamento della rete scolastica e dei punti di erogazione del servizio, con particolare riferimento alla riduzione di quelli sottodimensionanti rispetto ai parametri previsti ai sensi dei decreti del Ministro della pubblica istruzione in data 15 marzo 1997, n. 176, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 209 dell'8 settembre 1997, e in data 24 luglio 1998, n. 331, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 264 dell'11 novembre 1998, e del decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 1998, n. 233, rilevati per l'anno scolastico 2008/2009, deve conseguire una economia di spesa non inferiore a 85 ml di euro entro l'anno scolastico 2011/2012, che andrà condivisa con le regioni e le autonomie locali attraverso l'intesa di cui al comma 1.

3. Fino alla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 1, continua ad applicarsi la disciplina vigente, con particolare riferimento ai criteri ed ai parametri previsti dai citati decreti

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del Ministro della pubblica istruzione in data 15 marzo 1997, n. 176, e in data 24 luglio 1998, n. 331, e dal decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 1998, n. 233.

I parametri del DPR 81/2009 sono i seguenti:

Ordini * N.° min/max. di alunni N.° min. alunni Comuni

montani N.° min/max. di

alunni in pluriclassi Infanzia 18/26 elevabile a 29 Primaria 15/26 elevabile a 27 10 8/18 Secondaria di I grado

18/27 elevabile a 28 ** 10 max 18

Secondaria di II grado

27/30 *** * Le classi iniziali di ogni ordine e grado con alunni con disabilità sono costituite, di norma, con non più di 20 alunni ** Si procede alla formazione di un'unica prima classe quando il numero degli iscritti non supera le 30 unità. Le seconde e terze classi (già prima e seconda nel 2008/2009 ) non vengono ricomposte solo se il numero medio di alunni per classe sia pari o superiore a 20. *** Le classi intermedie sono costituite in numero pari a quello delle classi funzionanti nell’anno scolastico precedente purché siano formate con un numero medio di alunni non inferiore a 22. Le classi terminali sono costituite da un numero pari a quello delle corrispondenti penultime classi, purché comprendano almeno 10 alunni. Le classi iniziali di sezioni staccate sono costituite con numero di alunni, di norma, non inferiore a 25. Le classi iniziali formate da gruppi di diversi indirizzi di studio sono costituite da almeno 27 alunni con non meno di 12 alunni per gruppo.

Alla normativa sopra richiamata si è sovrapposto il recente Decreto Legge n. 98/2011 “Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria”, convertito, con modificazioni, in Legge 15 luglio 2011, n. 111, in cui, all’art. 19, si dispone che:

c. 4. Per garantire un processo di continuità didattica nell'ambito dello stesso ciclo di istruzione, a decorrere dall'anno scolastico 2011-2012 la scuola dell'infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado; gli istituti comprensivi per acquisire l'autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche”. c. 5. Alle istituzioni scolastiche autonome costituite con un numero di alunni inferiore a 500 unità, ridotto fino a 300 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, non possono essere assegnati dirigenti scolastici con incarico a tempo indeterminato. Le stesse sono conferite in reggenza a dirigenti scolastici con incarico su altre istituzioni scolastiche autonome. Successivamente, con nota prot. n. AOOODGPER 5889 del 13.7.2011 (oggetto: “Decreto-legge 6

luglio 2011, n. 98 – Disposizioni urgenti per la stabilizzazione della finanza pubblica”) il M.I.U.R. -

nell’evidenziare che la disposizione relativa al comma 4 di cui sopra “va a incidere sulla sfera delle

attribuzioni delle Regioni che hanno competenza esclusiva in materia di dimensionamento della rete

scolastica, come ribadito anche dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 200/2009” - ha precisato

che ”fino a quando non verranno attivati gli opportuni confronti e interlocuzioni in sede di

Conferenza Unificata Stato-Regioni, nessun intervento o aggregazione d’istituti potrà essere

disposto”.

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Richiamati i riferimenti precedentemente evidenziati, si prospettano i seguenti criteri per il dimensionamento delle Istituzioni Scolastiche Autonome.

I. Con riferimento al I ciclo d’istruzione, l’aggregazione in Istituti comprensivi delle scuole dell'infanzia, delle scuole primarie e delle scuole secondarie di primo grado, con la conseguente soppressione delle Istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da Direzioni Didattiche e Scuole secondarie di I grado dovrà essere perseguita nei limiti consentiti dalle specifiche situazioni territoriali, soprattutto nel caso di località contraddistinte da sfavorevoli condizioni relative all’orografia, alla viabilità, al sistema dei trasporti, ai tempi di percorrenza, che contribuiscono a determinare condizioni di particolare isolamento.

II. Con riferimento al II ciclo d’istruzione, dovrà essere perseguito il riequilibrio territoriale delle opportunità di scelta dell’offerta formativa da parte degli studenti. Tale obiettivo comporta, in particolare, la necessità di evitare duplicazioni e sovrapposizioni rispetto ad analoghi indirizzi già funzionanti nel medesimo ambito territoriale, anche per evitare deleteri effetti di concorrenzialità tra più Istituti. Rispetto agli ambiti territoriali, laddove le Province non li abbiano formalmente definiti, idonei riferimenti possono essere costituiti dalle preesistenti realtà territoriali, quali gli Ambiti sociali, i Distretti scolastici, i Centri per l’impiego, ecc.).

II.1 - Nei Comuni di piccole dimensioni possono essere attivati o potenziati Istituti di istruzione superiore in grado di offrire una vasta gamma di indirizzi di studio anche in ambiti di diverso sapere, purché sia garantita la disponibilità di una domanda adeguata. II.2 - Nei Comuni più grandi si possono indirizzare le Istituzioni scolastiche per ambiti di sapere (es. per la cultura classica e linguistica, delle scienze sociali, scientifica, artistica, musicale, economica, tecnologica). II.3 - Le proposte di costituzione di Istituti di Istruzione Superiore possono essere consentite, se basate sulla pregressa esperienza didattica dell’Istituto interessato e se supportate da analisi mirate, integrate con dati previsionali, che ne evidenzino l’utilità e la rispondenza alla domanda, nonché la compatibilità con le risorse disponibili. II.4 - Per quanto concerne i nuovi indirizzi, le relative proposte di attivazione dovranno soddisfare i seguenti requisiti:

a. concernere indirizzi assenti nel medesimo ambito territoriale (cfr. quanto sopra suggerito a tal proposito), a meno che l’attivazione non sia documentata da stringenti dati numerici che la giustifichino, con riferimento, in via previsionale, all’intero ciclo quinquennale, o sia finalizzata al riequilibrio territoriale dell’offerta formativa e/o alla riqualificazione della medesima;

b. concernere indirizzi coerenti con l’identità dell’Istituto (fatto salvo quanto indicato ai punti II.1 e II.3), delle cui risorse (aule, laboratori, attrezzature) il nuovo indirizzo dovrà usufruire, a meno che non si evidenzi una documentata rispondenza del nuovo indirizzo a sbocchi occupazionali previsti nel territorio;

c. garantire l’avvio di almeno 1 prima classe; d. essere integrate con dati previsionali relativi al bacino di utenza tali da assicurare il

mantenimento dell’indirizzo per l’intero percorso scolastico quinquennale; e. risultare compatibili con le disponibilità di organico, le sedi, le dotazioni tecniche, le

attrezzature disponibili; f. favorire la riqualificazione dell’offerta formativa attraverso la corrispondenza con le

vocazioni culturali, produttive, formative e occupazionali degli ambiti territoriali di riferimento individuati dalle singole Province, tenendo conto anche dell’offerta del sistema privato e della formazione professionale;

g. essere concordate fra le Province interessate, nel caso di localizzazione in aree confinanti;

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h. rispetto alle proposte di attivazione dell’opzione “Scienze applicate” si dovrà tener conto sia della distribuzione territoriale, sia delle opzioni già attivate con la confluenza, sia della disponibilità ed adeguatezza dei laboratori scientifico/tecnologici.

II.5 - Le proposte di istituzione di nuovi Licei musicali e coreutici – tenuto conto delle indicazioni che saranno fornite a livello nazionale - dovranno soddisfare le condizioni di cui ai precedenti punti c. e d. ed essere corredate di tutte le garanzie necessarie (idoneità della sede e dei laboratori, presenza di adeguata strumentazione, convenzione con un Conservatorio di Musica ovvero con l’Accademia nazionale di danza)

Inoltre:

• In condizioni di particolare isolamento possono essere costituiti Istituti Comprensivi di scuole di ogni ordine e grado.

• Con particolare riferimento agli Istituti Tecnici e agli Istituti Professionali, si intendono confermati gli indirizzi presenti nel Sistema informativo del MIUR, a seguito dell’operazione di confluenza, tranne nei casi di mancata attivazione degli stessi. Potranno essere accolte, comunque, eventuali proposte di sostituire gli indirizzi attivati con altri meglio rispondenti alla vocazione dell’Istituzione scolastica e alle esigenze del territorio e degli utenti, in presenza di richiesta adeguatamente motivata, nell’ambito dei rispettivi Piani provinciali.

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Centri Provinciali di Istruzione per gli Adulti Nella citata D.G.R. n. 1035/2010, al punto 2b) del dispositivo è stabilito quanto segue: “Il vigente assetto dei Centri Territoriali Permanenti resta invariato, in attesa del perfezionamento dell'iter normativo concernente lo Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante norme generali per la ridefinizione dell’assetto organizzativo-didattico dei Centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, a norma dell’articolo 64, comma 4, del Decreto-legge 112/2008, convertito, con modificazioni, dalla Legge 6.8.2008, n. 133”. Negli Allegati “A”, “B”, “C” e “D” alla D.G.R. citata, è stata prevista l’istituzione di quattro Centri Provinciali di Istruzione per gli Adulti (C.P.I.A.), uno per ciascuna Provincia. I C.P.I.A costituiscono una tipologia di Istituzione Scolastica Autonoma, a differenza dei Centri Territoriali Permanenti (C.T.P.), che, invece, operano all’interno di Istituzioni Scolastiche Autonome preesistenti. Infatti, al comma 3 dell’art. 2 del suddetto Schema di decreto, si legge: “I Centri hanno la medesima autonomia attribuita alle istituzioni scolastiche di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275; sono dotati di un proprio organico; hanno i medesimi organi collegiali delle istituzioni scolastiche …” Al comma 4 del citato art. 2, inoltre, si prevede che “I punti di erogazione del servizio relativi alle reti territoriali di cui al comma 1 sono determinati sulla base dei criteri definiti col regolamento ivi citato”.

I C.P.I.A., che, quindi, possono articolarsi in reti territoriali sub-provinciali, devono: - essere dimensionati secondo i parametri previsti dal richiamato D.P.R. n. 81/2009; - realizzare un’offerta formativa finalizzata al conseguimento del titolo di studio e di certificazioni

riferiti al primo ciclo di istruzione e al secondo ciclo in relazione ai percorsi degli istituti tecnici, degli istituti professionali e dei licei artistici e organizzati in modo da stabilire uno stretto raccordo con le autonomie locali, il mondo del lavoro e delle professioni.

L’individuazione delle sedi ove istituire i CPIA deve tener conto dei criteri suindicati, specie per quanto riguarda il numero degli studenti che consentono di rendere autonoma l’Istituzione, per il quale deve farsi riferimento all’utenza prevista: adulti in età lavorativa, anche stranieri, che non hanno assolto l’obbligo di istruzione o che non sono in possesso di titoli di studio di scuola secondaria superiore, nonché coloro che hanno compiuto il sedicesimo anno di età e che non sono in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione o che non hanno assolto l’obbligo di istruzione. Nei Piani Provinciali dovrà essere contenuto un esplicito impegno in ordine alla fornitura di una sede scolastica idonea e dei relativi arredi e dovrà, altresì, essere ipotizzata la rete territoriale presso cui l’offerta d’istruzione sarà erogata, partendo dall’esperienza negli ultimi anni. Percorsi di Istruzione e Formazione Professionale di durata triennale Con riferimento all’Intesa, sancita in sede di Conferenza Unificata il 16.12.2010, concernente la realizzazione di organici raccordi tra i percorsi degli istituti professionali e i percorsi di istruzione e formazione professionale, a norma dell’art. 13, comma 1-quinquies, della L. 2.4.2007, n. 40, la Regione Abruzzo ha sottoscritto, il 12.5.2011, un accordo con l’Ufficio Scolastico Regionale per la realizzazione di Percorsi di Istruzione e Formazione Professionale di durata triennale, in regime di sussidiarietà, da parte degli Istituti Professionali Statali della Regione, ai sensi dell’art. 2, comma 3 del D.P.R. 15.3.2010 n. 87. Conseguentemente, con Determinazione Dirigenziale n. 204 /DL24 del 5.8.2011 "Percorsi d'istruzione diritto dovere", sono stati approvati n. 47 percorsi di qualifica triennale richiesti dagli Istituti Professionali di Stato per l’a.s. 2011-2012. Si consente, così, agli studenti iscritti ai percorsi quinquennali dei suddetti Istituti, di conseguire, al termine del terzo anno, anche i titoli di Qualifica Professionale corrispondenti alle 21 qualifiche triennali dell'Accordo Stato-Regioni-Province Autonome del 29 aprile 2010. La scelta delle qualifiche è stata deliberata dagli OO.CC degli Istituti Professionali, in coerenza con gli indirizzi di ordinamento attivi dall'a.s. 2011-2012 all'interno di ciascun Istituto. Il conseguimento della qualifica triennale è valido quale assolvimento del diritto dovere all'istruzione e alla formazione.

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5. Procedure e tempi L’articolo 41 dello Statuto della Regione Abruzzo prevede che gli schemi di atti programmatici e di indirizzo generale della Giunta siano inviati al Consiglio regionale per l'approvazione. Entro 20 giorni la Commissione consiliare competente per materia esprime un parere sul contenuto dello schema di atto. Pertanto gli “Indirizzi per la programmazione della rete scolastica regionale”, dopo l’approvazione con Delibera di G.R., devono essere approvati dal Consiglio Regionale. Concluso il suddetto iter, il relativo documento viene trasmesso alle Amministrazioni Provinciali, che svolgono le opportune concertazioni a livello territoriale e, laddove necessario, anche a livello interprovinciale. Prima della formale adozione dei Piani provinciali la Regione attiva un’ultima fase di confronto, nell’ambito del T.T.I., per un esame complessivo e per una verifica della compatibilità generale delle proposte avanzate. Le Province approvano formalmente i rispettivi Piani provinciali e li trasmettono alla Regione. La Regione approva il Piano regionale della rete scolastica per l’a.s. 2012-2013, che, poi, trasmette all’Ufficio Scolastico Regionale. La relativa tempistica prevista è riassunta nella seguente tabella: Adozione della Deliberazione di Giunta Regionale concernente gli “Indirizzi per la programmazione della rete scolastica regionale”.

Entro la metà di settembre 2011.

Adozione della Deliberazione Consiliare concernente gli “Indirizzi per la programmazione della rete scolastica regionale”.

Entro fine ottobre 2011.

Trasmissione dei Piani Provinciali formalmente approvati alla Regione. Entro fine novembre 2011.

Adozione della Deliberazione di Giunta Regionale concernente il piano regionale della rete scolastica per l’a.s. 2012-2013. Entro il 31 dicembre 2011

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6. Riferimenti normativi Normativa statale - Articoli 33, 34, 117, c. 3 e 118 della Costituzione; - Legge Costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 “Modifiche al titolo V della parte seconda della

Costituzione”; - Sentenze della Corte Costituzionale nn. 13/2004, 34/2005, 37/2005, 379/2005 e 200/2009; - Legge 15 marzo 1997, n. 59 “Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed

enti locali, per la riforma della pubblica amministrazione e per la semplificazione amministrativa”; - Legge 28 marzo 2003, n. 53 “Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e

dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale”; - L. 27 dicembre 2006, n. 296, "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello

Stato (legge finanziaria 2007). - L. 2 aprile 2007, n. 40 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7,

recante misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di attività economiche e la nascita di nuove imprese".

- L. 6 agosto 2008, n. 133 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”;

- L. 30 ottobre 2008, n. 169 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1º settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università";

- L. 3.12.2008, n. 189, che ha convertito, con modificazioni, il Decreto-Legge 7 ottobre 2008, n. 154 (Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali).

- L. 27 febbraio 2009, n. 14 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni finanziarie urgenti”.

- L. 15 luglio 2011, n. 111 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98 recante disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria”;

- D. Lgs. 1 marzo 1998, n. 112 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti Locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59”;

- D. Lgs. 15 aprile 2005, n. 76 “Definizione delle norme generali sul diritto-dovere all'istruzione e alla formazione, a norma dell'articolo 2, comma 1, lettera c), della legge 28 marzo 2003, n. 53”;

- D. Lgs. 17 ottobre 2005, n. 226 "Norme generali e livelli essenziali delle prestazioni relativi al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione, a norma dell'articolo 2 della legge 28 marzo 2003, n. 53";

- D.P.R. 18 giugno 1998, n. 233 “Regolamento recante norme per il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche e per la determinazione degli organici funzionali dei singoli istituti, a norma dell'articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59”;

- D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275 “Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell'1 della legge 15 marzo 1997, n. 59”;

- D.P.R. 20 marzo 2009, n. 81 “Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola, ai sensi dell’articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”;

- D.P.R. 15 marzo 2010, n. 87 “Regolamento recante norme per il riordino degli istituti professionali, a norma dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”;

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- D.P.R. 15 marzo 2010, n. 88 “Regolamento recante norme per il riordino degli istituti tecnici a norma dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”;

- D.P.R. 15 marzo 2010, n. 89 “Regolamento recante revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei a norma dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”;

- D. P. C. M. del 25 gennaio 2008 recante “Linee guida per la riorganizzazione del Sistema di istruzione e formazione tecnica superiore e la costituzione degli Istituti tecnici superiori”

- Decreto Interministeriale 15/03/1997 n. 176: “Disposizioni riguardanti la riorganizzazione delle rete scolastica”;

- Decreto Ministeriale 24 luglio 1998, n. 331 “Disposizioni concernenti la riorganizzazione della rete scolastica, la formazione delle classi e la determinazione degli organici del personale della scuola”;

- Decreto ministeriale 25 ottobre 2007 “criteri generali per il conferimento dell'autonomia di cui al D.P.R. n. 275/1999 ai "Centri provinciali per l'istruzione degli adulti".

- Decreto del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca di concerto con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del 15 giugno 2010 di recepimento dell'Accordo sancito in sede di Conferenza Stato-Regioni il 29 aprile 2010, riguardante il primo anno di attuazione, anno scolastico formativo 2010-2011, dei percorsi integrati di istruzione e formazione professionale, a norma dell'articolo 27, comma 2, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226;

- Decreto del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca n. 4/2011 di adozione delle Linee-guida di cui all’allegato A, e relative tabelle 1, 2 e 3, dell’Intesa sancita in sede di Conferenza Unificata il 16 dicembre 2010 riguardante la realizzazione di organici raccordi tra i percorsi degli istituti professionali e i percorsi di istruzione e formazione professionale, a norma dell’art. 13, comma 1-quinquies, della Legge 2 aprile 2007, n. 40;

- “Accordo, ai sensi dell’art. 3, c. 4 del D. Lgs. 15.4.2005, n. 76, tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, le Province, i Comuni e le Comunità Montane, per l’integrazione delle anagrafi degli studenti nel Sistema nazionale delle anagrafi degli studenti”, raggiunto, in sede di Conferenza Unificata, il 16.12.2010.

Normativa regionale - L.R. 3 marzo 1999, n. 11 “Attuazione del Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112: Individuazione

delle funzioni amministrative che richiedono l’unitario esercizio a livello regionale e conferimento di funzioni e compiti amministrativi agli enti locali ed alle autonomie funzionali”;

- D.C. n. 109/4 del 15 dicembre 1998 “Indirizzi di programmazione e criteri generali per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche in Abruzzo”;

- D.C. n. 118/1 del 18 marzo 1999 “DPR 18.06.1998, n. 233 - Piano regionale di dimensionamento delle istituzioni scolastiche e s. m. i.”;

- D.G.R. 9 febbraio 2009, n. 30 - “DPR 233/1998 - Piano regionale di dimensionamento delle istituzioni scolastiche (D.C. n. 118/1 del 18.3.1999 e s. m. i.) – Variazioni - anno scolastico 2009/2010”

- D.G.R. 8 marzo 2010, n. 152 “Linee di indirizzo in materia di Programmazione dell’offerta formativa relativa a percorsi finalizzati al conseguimento di una specializzazione tecnica superiore per lo sviluppo di poli tecnici-professionali – Costituzione I.T.S. e definizione criteri regionali”.

- DGR 28 giugno 2010, n. 518"Aggiornamento ed integrazione del Piano di Azione per il raggiungimento degli obiettivi di servizio del QSN 2007-2013" – Approvazione del "Piano di Azione per il raggiungimento dell'obiettivo si servizio Istruzione"

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- D.G.R. 23 agosto 2010, n. 640 “D.G.R. 8 marzo 2010, n. 152 – Programmazione dell’offerta formativa relativa a percorsi finalizzati al conseguimento di una specializzazione tecnica superiore di cui al Capo II del D.P.C.M. 25.1.2008 - Costituzione di ulteriori Istituti Tecnici Superiori”.

- D.G.R. 31 agosto 2010, n. 652 “D.G.R. 8 marzo 2010, n. 152 e D.G.R. 23 agosto 2010, n. 640 – Programmazione dell’offerta formativa relativa a percorsi finalizzati al conseguimento di una specializzazione tecnica superiore di cui al Capo II del D.P.C.M. 25.1.2008 - Istituto Tecnico Superiore Provincia dell’Aquila”.

- D.G.R. 29 dicembre 2010, n. 1035 “Piano regionale della rete scolastica (D.C. n. 118/1 del 18.3.1999 e s. m. i.) – anno scolastico 2011-2012”;

- D.G.R. 15 febbraio 2011, n. 97 “Rete scolastica regionale – Istituzione di un Tavolo Tecnico Interistituzionale”;

- Accordo, sottoscritto il 12 maggio 2011 tra la Regione Abruzzo e l’Ufficio Scolastico Regionale, per la “Realizzazione di Percorsi di Istruzione e Formazione Professionale di durata triennale, in regime di sussidiarietà, da parte degli Istituti Professionali Statali della Regione, ai sensi dell’art. 2, comma 3 del D.P.R. 15.3.2010 n. 87;

- Protocollo d’intesa, sottoscritto il 4 agosto 2011 tra il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e la Regione Abruzzo, per la “Realizzazione di interventi finalizzati all’integrazione e al potenziamento dei servizi dell’offerta d’istruzione per gli anni scolastici 2011/2012 e 2012/2013”.

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Allegato: Dati di contesto demografico e scolastico Per un primo inquadramento delle problematiche connesse alla programmazione della rete scolastica si presentano alcuni dati di carattere generale. Popolazione residente 2

Totale popolazione (in v.a.) 1.338.898

% popolazione residente in montagna 28,3

% popolazione residente in comuni capoluogo 22,8

% popolazione residente in comuni con meno di 5.000 abitanti 27,2 % popolazione residente in comuni con meno di 10.000 abitanti 42,1 Densità abitativa media 124 Popolazione residente per Provincia

Provincia Popolazione residente Superficie (km²) Densità (abitanti/km²) Numero ComuniL'Aquila 309.264 5.034,46 61 108

Chieti 396.852 2.588,35 153 104Teramo 311.590 1.947,64 160 47Pescara 321.192 1.224,67 262 46

Totale 1.338.898 10.795,12 124 305 Comuni per classi di ampiezza demografica

Classi di ampiezza demografica N.° Comuni • fino a 500 abitanti • 54 • fino a 1.000 • 52 • fino a 2.000 • 88 • fino a 3.000 • 25 • fino a 4.000 • 20 • fino a 5.000 • 11 • fino a 10.000 • 29 • fino a 15.000 • 9 • fino a 20.000 • 4 • fino a 30.000 • 5 • fino a 40.000 • 2 • fino a 50.000 • 1 • fino a 65.000 • 3 • fino a 80.000 • 1 • fino a 250.000 • 1

2Tutti i dati demografici sono di fonte Istat e, per le prime tre tabelle, al 31.12.2009.

Page 20: INDIRIZZI PER LA PROGRAMMAZIONE DELLA RETE … dell’autonomia” e la “stabilità nel tempo delle istituzioni scolastiche insieme con la loro capacità di ... però, una governance

20

TABELLA “A” allegata alla L.R. 27.6.2008, n. 10 “Riordino delle Comunità Montane a abruzzesi e modifiche a leggi regionali”

Provincia dell’Aquila 3.336GAGLIANO ATERNO06604544

863FOSSA06604443

1.689FONTECCHIO06604342

2.448FAGNANO ALTO06604241

1.524COLLEPIETRO06604040

5.717COLLELONGO06603939

2.370COLLARMELE06603838

3.172COCULLO06603737

4.535CIVITELLA ROVETO06603636

2.950CIVITELLA ALFEDENA06603535

2.911CIVITA D'ANTINO06603434

2.011CERCHIO06603333

9.177CELANO06603232

1.923CASTELVECCHIO SUBEQUO06603131

1.509CASTELVECCHIO CALVISIO06603030

2.461CASTELLAFIUME06602929

8.405CASTEL DI SANGRO06602828

1.879CASTEL DI IERI06602727

5.783CASTEL DEL MONTE06602626

9.527CARSOLI06602525

1.448CARAPELLE CALVISIO06602424

6.742CAPPADOCIA06602323

1.829CAPORCIANO06602222

3.063CAPITIGNANO06602121

6.085CAPISTRELLO06602020

4.308CAPESTRANO06601919

4.021CANSANO06601818

1.578CANISTRO06601717

5.158CAMPOTOSTO06601616

3.045CAMPO DI GIOVE06601515

3.984CALASCIO06601414

6.024CAGNANO AMITERNO06601313

2.577BUGNARA06601212

4.615BISEGNA06601111

8.696BARREA06601010

7.856BARISCIANO0660099

2.433BARETE0660088

5.801BALSORANO0660077

10.404AVEZZANO0660066

4.169ATELETA0660055

3.178ANVERSA DEGLI ABRUZZI0660044

4.027ALFEDENA0660033

3.470AIELLI0660022

3.236ACCIANO0660011

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI TOTALMENTE MONTANI

3.336GAGLIANO ATERNO06604544

863FOSSA06604443

1.689FONTECCHIO06604342

2.448FAGNANO ALTO06604241

1.524COLLEPIETRO06604040

5.717COLLELONGO06603939

2.370COLLARMELE06603838

3.172COCULLO06603737

4.535CIVITELLA ROVETO06603636

2.950CIVITELLA ALFEDENA06603535

2.911CIVITA D'ANTINO06603434

2.011CERCHIO06603333

9.177CELANO06603232

1.923CASTELVECCHIO SUBEQUO06603131

1.509CASTELVECCHIO CALVISIO06603030

2.461CASTELLAFIUME06602929

8.405CASTEL DI SANGRO06602828

1.879CASTEL DI IERI06602727

5.783CASTEL DEL MONTE06602626

9.527CARSOLI06602525

1.448CARAPELLE CALVISIO06602424

6.742CAPPADOCIA06602323

1.829CAPORCIANO06602222

3.063CAPITIGNANO06602121

6.085CAPISTRELLO06602020

4.308CAPESTRANO06601919

4.021CANSANO06601818

1.578CANISTRO06601717

5.158CAMPOTOSTO06601616

3.045CAMPO DI GIOVE06601515

3.984CALASCIO06601414

6.024CAGNANO AMITERNO06601313

2.577BUGNARA06601212

4.615BISEGNA06601111

8.696BARREA06601010

7.856BARISCIANO0660099

2.433BARETE0660088

5.801BALSORANO0660077

10.404AVEZZANO0660066

4.169ATELETA0660055

3.178ANVERSA DEGLI ABRUZZI0660044

4.027ALFEDENA0660033

3.470AIELLI0660022

3.236ACCIANO0660011

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI TOTALMENTE MONTANI

13.404SCANNO06609388

3.329SANTO STEFANO DI SESSANIO06609187

797SANT'EUSANIO FORCONESE06609086

4.006SANTE MARIE06608985

4.337SAN VINCENZO VALLE ROVETO06609284

1.727SAN PIO DELLE CAMERE06608883

1.901SAN BENEDETTO IN PERILLIS06608682

2.525SAN BENEDETTO DEI MARSI06608581

4.995ROCCARASO06608480

1.723ROCCACASALE06607979

4.480ROCCA PIA06608378

8.714ROCCA DI MEZZO06608277

2.762ROCCA DI CAMBIO06608176

2.977ROCCA DI BOTTE06608075

3.165RIVISONDOLI06607874

1.971PREZZA06607673

1.966PRATA D'ANSIDONIA06607472

1.162POGGIO PICENZE06607371

5.611PIZZOLI06607270

6.238PETTORANO SUL GIZIO06607169

5.225PESCOCOSTANZO06607068

3.751PESCINA06606967

9.254PESCASSEROLI06606866

4.111PERETO06606765

7.199PACENTRO06606664

5.884OVINDOLI06606563

3.562ORTUCCHIO06606462

5.266ORTONA DEI MARSI06606361

1.840ORICOLA06606260

4.937OPI06606159

3.672OFENA06606058

2.354OCRE06605957

4.212NAVELLI06605856

5.258MORINO06605755

10.439MONTEREALE06605654

1.184MOLINA ATERNO06605553

6.847MASSA D'ALBE06605452

6.796MAGLIANO DE' MARSI06605351

10.974LUCOLI06605250

4.459LUCO NEI MARSI06605149

6.598LECCE DEI MARSI06605048

3.697INTRODACQUA06604847

2.177GORIANO SICOLI06604746

6.339GIOIA DEI MARSI06604645

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI TOTALMENTE MONTANI

13.404SCANNO06609388

3.329SANTO STEFANO DI SESSANIO06609187

797SANT'EUSANIO FORCONESE06609086

4.006SANTE MARIE06608985

4.337SAN VINCENZO VALLE ROVETO06609284

1.727SAN PIO DELLE CAMERE06608883

1.901SAN BENEDETTO IN PERILLIS06608682

2.525SAN BENEDETTO DEI MARSI06608581

4.995ROCCARASO06608480

1.723ROCCACASALE06607979

4.480ROCCA PIA06608378

8.714ROCCA DI MEZZO06608277

2.762ROCCA DI CAMBIO06608176

2.977ROCCA DI BOTTE06608075

3.165RIVISONDOLI06607874

1.971PREZZA06607673

1.966PRATA D'ANSIDONIA06607472

1.162POGGIO PICENZE06607371

5.611PIZZOLI06607270

6.238PETTORANO SUL GIZIO06607169

5.225PESCOCOSTANZO06607068

3.751PESCINA06606967

9.254PESCASSEROLI06606866

4.111PERETO06606765

7.199PACENTRO06606664

5.884OVINDOLI06606563

3.562ORTUCCHIO06606462

5.266ORTONA DEI MARSI06606361

1.840ORICOLA06606260

4.937OPI06606159

3.672OFENA06606058

2.354OCRE06605957

4.212NAVELLI06605856

5.258MORINO06605755

10.439MONTEREALE06605654

1.184MOLINA ATERNO06605553

6.847MASSA D'ALBE06605452

6.796MAGLIANO DE' MARSI06605351

10.974LUCOLI06605250

4.459LUCO NEI MARSI06605149

6.598LECCE DEI MARSI06605048

3.697INTRODACQUA06604847

2.177GORIANO SICOLI06604746

6.339GIOIA DEI MARSI06604645

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI TOTALMENTE MONTANI

Page 21: INDIRIZZI PER LA PROGRAMMAZIONE DELLA RETE … dell’autonomia” e la “stabilità nel tempo delle istituzioni scolastiche insieme con la loro capacità di ... però, una governance

21

Provincia dell’Aquila

2.054VILLETTA BARREA066107101

7.344VILLAVALLELONGA066106100

3.529VILLALAGO06610399

526VILLA SANT'ANGELO06610598

2.767VILLA SANTA LUCIA DEGLI ABRUZZI06610497

5.141TRASACCO06610296

6.587TORNIMPARTE06610195

4.024TIONE DEGLI ABRUZZI 06610094

8.940TAGLIACOZZO06609993

3.205SECINARO06609792

3.001SCURCOLA MARSICANA06609691

5.304SCOPPITO06609590

2.138SCONTRONE06609489

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI TOTALMENTE MONTANI

2.054VILLETTA BARREA066107101

7.344VILLAVALLELONGA066106100

3.529VILLALAGO06610399

526VILLA SANT'ANGELO06610598

2.767VILLA SANTA LUCIA DEGLI ABRUZZI06610497

5.141TRASACCO06610296

6.587TORNIMPARTE06610195

4.024TIONE DEGLI ABRUZZI 06610094

8.940TAGLIACOZZO06609993

3.205SECINARO06609792

3.001SCURCOLA MARSICANA06609691

5.304SCOPPITO06609590

2.138SCONTRONE06609489

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI TOTALMENTE MONTANI

1.380VITTORITO0661087

2.790SULMONA0660986

1.179SAN DEMETRIO NE' VESTINI0660875

1.750RAIANO0660774

985PRATOLA PELIGNA0660753

45.191L'AQUILA0660492

900CORFINIO0660411

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI PARZIALMENTE MONTANI

1.380VITTORITO0661087

2.790SULMONA0660986

1.179SAN DEMETRIO NE' VESTINI0660875

1.750RAIANO0660774

985PRATOLA PELIGNA0660753

45.191L'AQUILA0660492

900CORFINIO0660411

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI PARZIALMENTE MONTANI

Page 22: INDIRIZZI PER LA PROGRAMMAZIONE DELLA RETE … dell’autonomia” e la “stabilità nel tempo delle istituzioni scolastiche insieme con la loro capacità di ... però, una governance

22

Provincia di Chieti

3.292ROCCASPINALVETI06907644

2.263ROCCASCALEGNA06907543

2.023RAPINO06907142

741QUADRI06907041

2.608PRETORO06906940

3.085PIZZOFERRATO06906639

434PIETRAFERRAZZANA06910338

4.717PENNAPIEDIMONTE06906437

1.133PENNADOMO06906336

1.785PALOMBARO06906235

3.276PALMOLI06906134

9.174PALENA06906033

2.998MONTENERODOMO06905432

826MONTELAPIANO06905331

1.518MONTEFERRANTE06905230

540MONTEBELLO SUL SANGRO06900929

3.922MONTAZZOLI06905128

802LISCIA06904927

2.097LETTOPALENA06904826

1.253LENTELLA06904725

3.135LAMA DEI PELIGNI06904524

1.298GUILMI06904423

3.600GISSI06904122

3.142GESSOPALENA06904021

1.557GAMBERALE06903920

2.620FURCI06903819

2.479FRESAGRANDINARIA06903618

1.610FRAINE06903417

4.365FARA SAN MARTINO06903116

599FALLO06910415

1.164DOGLIOLA06902914

1.106COLLEDIMEZZO06902613

1.140COLLEDIMACINE06902512

1.237CIVITELLA MESSER RAIMONDO06902411

2.251CIVITALUPARELLA06902310

2.261CELENZA SUL TRIGNO0690219

4.770CASTIGLIONE MESSER MARINO0690208

1.487CASTELGUIDONE0690197

1.359CASALANGUIDA0690146

3.239CARUNCHIO0690125

2.948CARPINETO SINELLO0690114

1.442BORRELLO0690073

1.813BOMBA0690062

2.818ARCHI0690021

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI TOTALMENTE MONTANI

3.292ROCCASPINALVETI06907644

2.263ROCCASCALEGNA06907543

2.023RAPINO06907142

741QUADRI06907041

2.608PRETORO06906940

3.085PIZZOFERRATO06906639

434PIETRAFERRAZZANA06910338

4.717PENNAPIEDIMONTE06906437

1.133PENNADOMO06906336

1.785PALOMBARO06906235

3.276PALMOLI06906134

9.174PALENA06906033

2.998MONTENERODOMO06905432

826MONTELAPIANO06905331

1.518MONTEFERRANTE06905230

540MONTEBELLO SUL SANGRO06900929

3.922MONTAZZOLI06905128

802LISCIA06904927

2.097LETTOPALENA06904826

1.253LENTELLA06904725

3.135LAMA DEI PELIGNI06904524

1.298GUILMI06904423

3.600GISSI06904122

3.142GESSOPALENA06904021

1.557GAMBERALE06903920

2.620FURCI06903819

2.479FRESAGRANDINARIA06903618

1.610FRAINE06903417

4.365FARA SAN MARTINO06903116

599FALLO06910415

1.164DOGLIOLA06902914

1.106COLLEDIMEZZO06902613

1.140COLLEDIMACINE06902512

1.237CIVITELLA MESSER RAIMONDO06902411

2.251CIVITALUPARELLA06902310

2.261CELENZA SUL TRIGNO0690219

4.770CASTIGLIONE MESSER MARINO0690208

1.487CASTELGUIDONE0690197

1.359CASALANGUIDA0690146

3.239CARUNCHIO0690125

2.948CARPINETO SINELLO0690114

1.442BORRELLO0690073

1.813BOMBA0690062

2.818ARCHI0690021

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI TOTALMENTE MONTANI

1.618VILLA SANTA MARIA06910255

2.156TUFILLO06909754

3.540TORRICELLA PELIGNA06909553

2.359TORREBRUNA06909352

2.773TORNARECCIO06909251

2.165TARANTA PELIGNA06908950

4.528SCHIAVI D'ABRUZZO06908849

867SAN GIOVANNI LIPIONI06908048

2.503SAN BUONO06907947

1.929ROSELLO06907846

1.173ROIO DEL SANGRO06907745

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI TOTALMENTE MONTANI

1.618VILLA SANTA MARIA06910255

2.156TUFILLO06909754

3.540TORRICELLA PELIGNA06909553

2.359TORREBRUNA06909352

2.773TORNARECCIO06909251

2.165TARANTA PELIGNA06908950

4.528SCHIAVI D'ABRUZZO06908849

867SAN GIOVANNI LIPIONI06908048

2.503SAN BUONO06907947

1.929ROSELLO06907846

1.173ROIO DEL SANGRO06907745

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI TOTALMENTE MONTANI

2.000SCERNI0690877

510ROCCAMONTEPIANO0690736

550MONTEODORISIO0690555

2.350GUARDIAGRELE0690434

1.600CUPELLO0690283

3.630CASOLI0690172

1.054ATESSA0690051

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI PARZIALMENTE MONTANI

2.000SCERNI0690877

510ROCCAMONTEPIANO0690736

550MONTEODORISIO0690555

2.350GUARDIAGRELE0690434

1.600CUPELLO0690283

3.630CASOLI0690172

1.054ATESSA0690051

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI PARZIALMENTE MONTANI

Page 23: INDIRIZZI PER LA PROGRAMMAZIONE DELLA RETE … dell’autonomia” e la “stabilità nel tempo delle istituzioni scolastiche insieme con la loro capacità di ... però, una governance

23

Provincia di Pescara

627TURRIVALIGNANI06804421

2.982TOCCO DA CASAURIA06804220

2.384SERRAMONACESCA06804019

4.021SANT'EUFEMIA A MAIELLA06803718

2.161SALLE06803617

2.465ROCCAMORICE06803416

3.440POPOLI06803315

1.506LETTOMANOPPELLO06802014

8.452CARAMANICO TERME06800713

1.571ABBATEGGIO06800112

1.256VILLA CELIERA06804611

936VICOLI06804510

1.382PIETRANICO0680329

1.840PESCOSANSONESCO0680298

2.099MONTEBELLO DI BERTONA0680237

4.525FARINDOLA0680196

1.352CORVARA0680165

3.109CIVITELLA CASANOVA0680144

2.326CARPINETO DELLA NORA0680083

2.629BUSSI SUL TIRINO0680052

1.581BRITTOLI0680041

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI TOTALMENTE MONTANI

627TURRIVALIGNANI06804421

2.982TOCCO DA CASAURIA06804220

2.384SERRAMONACESCA06804019

4.021SANT'EUFEMIA A MAIELLA06803718

2.161SALLE06803617

2.465ROCCAMORICE06803416

3.440POPOLI06803315

1.506LETTOMANOPPELLO06802014

8.452CARAMANICO TERME06800713

1.571ABBATEGGIO06800112

1.256VILLA CELIERA06804611

936VICOLI06804510

1.382PIETRANICO0680329

1.840PESCOSANSONESCO0680298

2.099MONTEBELLO DI BERTONA0680237

4.525FARINDOLA0680196

1.352CORVARA0680165

3.109CIVITELLA CASANOVA0680144

2.326CARPINETO DELLA NORA0680083

2.629BUSSI SUL TIRINO0680052

1.581BRITTOLI0680041

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI TOTALMENTE MONTANI

392SCAFA0680397

670SAN VALENTINO IN ABRUZZO CITERIORE0680386

770MANOPPELLO0680225

590BOLOGNANO0680034

340PENNE0680273

324CIVITAQUANA0680132

610CASTIGLIONE A CASAURIA 0680091

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI PARZIALMENTE MONTANI

392SCAFA0680397

670SAN VALENTINO IN ABRUZZO CITERIORE0680386

770MANOPPELLO0680225

590BOLOGNANO0680034

340PENNE0680273

324CIVITAQUANA0680132

610CASTIGLIONE A CASAURIA 0680091

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI PARZIALMENTE MONTANI

Page 24: INDIRIZZI PER LA PROGRAMMAZIONE DELLA RETE … dell’autonomia” e la “stabilità nel tempo delle istituzioni scolastiche insieme con la loro capacità di ... però, una governance

24

Provincia di Teramo

13.394VALLE CASTELLANA06704623

2.529TOSSICIA06704522

5.408TORRICELLA SICURA06704321

6.123ROCCA SANTA MARIA06703620

4.432PIETRACAMELA06703419

1.105PENNA SANT'ANDREA06703318

5.348MONTORIO AL VOMANO06702817

1.848MONTEFINO06702716

8.326ISOLA DEL GRAN SASSO D'ITALIA06702615

3.543FANO ADRIANO06702414

12.418CROGNALETO06702313

6.272CORTINO06702212

1.986COLLEDARA06701811

2.615CERMIGNANO06701610

4.401CELLINO ATTANASIO0670159

2.367CASTILENTI0670148

3.083CASTIGLIONE MESSER RAIMONDO0670137

4.973CASTELLI0670126

3.399CASTELLALTO0670115

1.773CASTEL CASTAGNA0670104

3.090BISENTI0670073

1.867BASCIANO0670052

3.408ARSITA0670031

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI TOTALMENTE MONTANI

13.394VALLE CASTELLANA06704623

2.529TOSSICIA06704522

5.408TORRICELLA SICURA06704321

6.123ROCCA SANTA MARIA06703620

4.432PIETRACAMELA06703419

1.105PENNA SANT'ANDREA06703318

5.348MONTORIO AL VOMANO06702817

1.848MONTEFINO06702716

8.326ISOLA DEL GRAN SASSO D'ITALIA06702615

3.543FANO ADRIANO06702414

12.418CROGNALETO06702313

6.272CORTINO06702212

1.986COLLEDARA06701811

2.615CERMIGNANO06701610

4.401CELLINO ATTANASIO0670159

2.367CASTILENTI0670148

3.083CASTIGLIONE MESSER RAIMONDO0670137

4.973CASTELLI0670126

3.399CASTELLALTO0670115

1.773CASTEL CASTAGNA0670104

3.090BISENTI0670073

1.867BASCIANO0670052

3.408ARSITA0670031

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI TOTALMENTE MONTANI

13.840TERAMO0670416

1.501NOTARESCO0670325

3.650CIVITELLA DEL TRONTO0670174

1.200CANZANO0670093

3.650CAMPLI0670082

7.267ATRI0670041

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI PARZIALMENTE MONTANI

13.840TERAMO0670416

1.501NOTARESCO0670325

3.650CIVITELLA DEL TRONTO0670174

1.200CANZANO0670093

3.650CAMPLI0670082

7.267ATRI0670041

Superficie Montana (ha)ComuneCod.

ISTATNr.

COMUNI PARZIALMENTE MONTANI

Page 25: INDIRIZZI PER LA PROGRAMMAZIONE DELLA RETE … dell’autonomia” e la “stabilità nel tempo delle istituzioni scolastiche insieme con la loro capacità di ... però, una governance

25

Bilancio demografico - Anni 2007-2010 (per 1.000 residenti)

Crescita Naturale Saldo migratorio totale Crescita Totale

2007 2008 2009 2010 2007 2008 2009 2010 2007 2008 2009 2010 -1,7 -1,5 -2,4 -1,9 12,5 9,5 5,5 4,4 10,8 8,0 3,1 2,6

Numero medio di figli per donna - Anni 2007-2010

2007 2008 2009 (Stima) 2010 (Stima )

1,25 1,29 1,26 1,32 Popolazione straniera residente all’1.1.2010 per età Età N.° Età N.° Età N.° Età N.°

3 975 9 800 15 685 20 1030 4 949 10 748 16 737 16 737 5 850 11 746 16 737 17 780 6 831 12 715 17 780 18 770 7 770 13 691 18 770 19 928 8 829 14 736 19 928 Totale 13.720

Dalle previsioni della popolazione residente in Italia per il periodo 1.1.2007 – 1.1.2051 sono stati tratti i dati della tabella seguente, relativa all’Abruzzo, contenente un set di stime puntuali ritenute “verosimili”, costruite dall’ISTAT in base alle recenti tendenze demografiche.

Previsioni della popolazione, 2007 – 2051 - Età: 3-19 Anni: 2011 - 2016 - Scenario: Centrale

Anno 2011 Anno 2016 Età Residenti Età Residenti

3 11.817 3 11.913 4 11.442 4 12.001 5 11.693 5 12.074 6 11.640 6 12.127 7 11.659 7 12.161 8 11.366 8 12.173 9 11.711 9 11.809

10 11.827 10 12.049 11 11.716 11 12.004 12 11.866 12 12.013 13 11.902 13 11.722 14 12.125 14 12.052 15 12.169 15 12.168 16 12.596 16 12.058 17 13.220 17 12.217 18 13.560 18 12.275 19 13.777 19 12.533

Page 26: INDIRIZZI PER LA PROGRAMMAZIONE DELLA RETE … dell’autonomia” e la “stabilità nel tempo delle istituzioni scolastiche insieme con la loro capacità di ... però, una governance

26

La rete scolastica regionale: 3

Provincia Tipologia delle Istituzioni Scolastiche Totali

Direzioni didattiche

a

Istituti principali sc.

sec. I gr.

b

Istituti principali sc.

sec. II gr.

c

Istituti Comprensivi

d

Istituti d'istruz. sec.

super.

e

Istituti Onnicomprensivi

f

Convitti

g

AQ 11 5 8 25 10 3 1 63

CH 18 7 17 26 7 2 1 78

PE 14 4 11 21 6 0 0 56

TE 10 4 6 26 8 1 1 56

Regione 53 20 42 98 31 6 3 253

Provincia Totale studenti Dimensione media delle Istituzioni Scolastiche

Dimensione media delle Istituzioni Scolastiche I ciclo (a+b+d)

Dimensione media delle Istituzioni Scolastiche II ciclo (c+e+f+g)

AQ 38.056 604 571 695

CH 53.663 688 681 701

PE 46.247 826 772 948

TE 41.538 755 747 775

Regione 179.504 712 690 757

3Elaborazioni su dati U.S.R. – agosto 2011.