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Luigi Dalla Via Sindaco di Schio

Una tappa importante perSchio

L’adozione e la prossima approvazionedel Piano di Recupero dell’area exLanerossi rappresentano un traguardodi grande rilievo lungo un camminoche coinvolge la Città di Schio da ol-tre un quarto di secolo: la Città, nonun nucleo più o meno ristretto dispecialisti della progettazione urba-nistica. È datato 1979 il concorso di idee in-detto dall’Amministrazione Comunaleche per primo pose in modo appro-priato il tema del riuso di quest’area,individuandone le potenzialità di gran-de motore al servizio del progresso diSchio e del territorio ben più vastoche oggi chiamiamo Alto Vicentino. Dalla metà degli anni ‘60 del secoloscorso, quando la produzione dellaLanerossi si trasferì dal cuore di Schio

ai grandi stabilimenti che diedero il viaalla odierna zona industriale, fino adoltre la metà degli anni ‘70 c’era statoun approccio al riutilizzo non partecipedi una visione d’insieme della città e diuna valenza simbolica del luogo. Comincia in quel 1979 un processo diriflessione che, espandendosi, fa cre-scere in parallelo un fenomeno di riap-propriazione storico-culturale-identi-taria dell’area ex Lanerossi e dei suoimanufatti emblematici.Una riappropriazione oggi profonda-mente radicatasi nell’animo degli scle-densi, non limitata alle sole forze intel-lettuali della città (persone, associa-zioni, amministratori) che hanno inveceavuto il grande merito di far maturarenella collettività la consapevolezza delvalore di questa porzione del nostroterritorio urbano. Si pensi semplice-mente - come attestazione del proces-so descritto - all’evoluzione percettivadella Fabbrica Alta, giunta attualmen-te ad esprimere un rango di rappre-sentazione simbolica della città untempo appartenuto solo al Castello. È da qui che voglio partire non per de-scrivere la storia dell’area, il progetto,il pluriennale iter cui ho accennato, isingoli importanti aspetti sottesi alprogetto stesso: tutto ciò è contenutonelle pagine seguenti grazie all’operadi specialisti del settore ed al contri-buto di eminenti personalità a cui ri-volgiamo il nostro ringraziamento perla collaborazione.Voglio invece sottolineare le ragionidelle nostre aspettative, l’importanzache diamo, in funzione del futuro, allavalorizzazione di quest’area custodedelle nostre radici antiche. La peculiarità dell’esperienza Rossiana,rispetto alle altre pur straordinarieesperienze imprenditoriali tessili scle-

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densi sviluppatesi tra il XVIII e il XIXsecolo, ritengo sia da individuarsi nellacapacità di produrre e mantenere re-lazioni a scala europea che hanno ga-rantito nei decenni al nostro territorio ilcostante flusso di ciò che oggi chia-miamo know how. Accanto alla realizzazione dei grandiopifici, questo processo ha prodottoun’infrastrutturazione locale costituitada reti stradali e ferroviarie, da istitu-zioni scolastiche mirate alla formazio-ne del personale tecnico, da istituzio-ni sociali e assistenziali. Nello stessotempo ha avuto una forte influenzanella formazione socioculturale dellepopolazioni locali, per quanto vi è diimplicito nel modello organizzativo in-dustrial-aziendale e per l’ampliamento

degli orizzonti generati dalla scala direlazioni, nazionali ed internazionali,prodotte dall’industria.La contemporanea presenza d’infra-strutturazione estesa e di cultura in-dustriale diffusa ha consentito, dallametà del ‘900, la crescita progressivanel nostro territorio di un notevole nu-mero di aziende meccaniche chehanno in breve tempo raggiunto di-mensioni medio-grandi. Questeaziende, nate spesso a supporto delsettore tessile, hanno saputo nel tem-po articolare ed affermare nel merca-to i loro prodotti, limitando la dipen-denza originaria dalle commessestrettamente locali. Proprio questapeculiarità ha consentito alle industriemeccaniche di divenire settore eco-nomico di primo piano già a partiredalla fine degli anni ‘60 del ‘900,quando già si manifestavano i sintomidi declino del tradizionale settore tes-sile, che pur ha continuato a produrresempre nuove esperienze imprendito-riali anche se di entità inferiore rispettoa quella delle storiche aziende scle-densi.Acquisizione di nuove tecnologie,mercati e relazioni, hanno accompa-gnato questo nuovo ciclo dell’indu-stria locale. È infine da queste industrie che, spe-cie a partire dagli anni ‘80 del ‘900,nascono per gemmazione molte pic-cole aziende, prive spesso di consi-stenti mezzi materiali, ma in possesso

di conoscenze relative alle tecnologieed ai mercati che consentono loro diaffermarsi con successo anche in set-tori di alta specializzazione.Negli anni recenti tali aziende sonostate l’elemento portante dell’econo-mia locale.Oggi il problema di questo tessutoproduttivo - dalle profonde radici nellastoria locale - è di reggere quella cheviene definita la sfida del mercato glo-bale, la quale presenta dimensioni talida incidere profondamente sui nostristili di vita consolidati e sulle certezzerispetto al nostro futuro oltre che sultessuto produttivo stesso.Un tale confronto potrà avere esiti fa-vorevoli per noi solo puntando su diuna economia basata sulla conoscen-za, in grado di realizzare una crescitaeconomica sostenibile che porti consé nuovi e migliori posti di lavoro.Questo sarà possibile se sapremocontemporaneamente attingere dalsapere di due secoli di vita produttivae dal sapere che matura nel mondo intempo reale, attraendo parallelamentenel nostro territorio soggetti ed istitu-zioni che esprimano i punti alti dei di-versi saperi, oggi indispensabili perprodurre in modo competitivo e pergarantire le condizioni di un benessereinteso secondo la concezione legataal radicarsi, sotto il profilo culturale, delconcetto di sostenibilità.Questo è il filo conduttore attraversocui leggere l’ampio spettro di azionimesse in atto nella città da partedell’Amministrazione Comunale e checoinvolgono i più diversi settori: dallacultura ai lavori pubblici, dall’urbanisticaal sociale.In questo orizzonte va letto anche il re-cupero dell’area ex Lanerossi.Ad un primo livello c’è la restituzione di

ORTOFOTO DELL’AREA LANEROSSI

CONCORSO NAZIONALE DI IDEE, 1980.ALCUNI ESEMPI DI PROGETTI PRESENTATI

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una parte di città, riprogettata secon-do i criteri di vivibilità delle isole am-bientali e che si lega - nel quadro delnuovo PRG - al contenimento dell’e-spansione dell’abitato e la preserva-zione delle aree agricole integre, indi-spensabili per la qualità complessivadel sistema città. C’è poi l’altro grande aspetto che ca-ratterizza specificamente questo pia-no: il recupero dei luoghi e dei manu-fatti che hanno fatto la storia della no-stra città, con l’obiettivo di trasformarliin fucina di cultura, formazione e inno-vazione, per tenere la nostra comunitàall’altezza della sfida che ho sopra de-

scritto. Un’opera a cui stanno già la-vorando esperti, amministratori ecommissioni consiliari, come prima diloro altri amministratori, commissioniedilizie e commissioni consiliari hannolavorato nell’ultimo decennio sul pro-getto di seguito presentato, con ana-lisi puntuali, sopralluoghi ripetuti, con-fronti serrati con i progettisti.Si profila quindi un’azione decisiva perridare al centro storico di Schio la fun-zione di centro città e non solo: uncentro città motore di vita, cultura edeconomia per tutto il territorio, con re-lazioni ben al di là della scala locale.Cuore di tutto questo vogliamo sia la

Fabbrica Alta che sarà ceduta, dall’at-tuale proprietà, al Comune di Schiodopo l’approvazione definitiva delPiano di Recupero descritto nelle pa-gine seguenti.La Fabbrica Alta porta con sé la caricasimbolica descritta in apertura e quindinon potrà sfuggire la significatività divolerne fare il centro propulsore di unanuova stagione per Schio.Ma egualmente non sfuggirà, al di làdelle volontà per il futuro, l’altrettantosimbolico valore in sé dell’acquisizioneal patrimonio comunale di questo mo-numento.Torna a noi la massima espressione diuna grande capacità imprenditorialedi cui si è già molto detto e scritto. Torna a noi anche il simbolo di duesecoli di storia di donne e di uominiche con il loro lavoro hanno costruitole loro famiglie, le loro case, la nostracittà; donne e uomini costruttori, as-sieme ad altri come loro, dei diritti dicui oggi godiamo - salute, istruzione -i quali sono capitale sociale al paridella capacità imprenditoriale di cui lanostra comunità ha dato prova; donnee uomini che, quando il loro Paese èstato invaso, le loro case e le loro fab-briche minacciate, li hanno difesi senzarisparmio, e che, quando il loro Paeseè stato distrutto economicamente emoralmente, lo hanno saputo rico-struire consegnandoci la città di oggi. Torna quindi un simbolo a tutto tondodella grande storia della nostra Città,non solo di quella industriale.Custodirlo ci incoraggerà nell’ambi-zione di essere all’altezza di quellaStoria.

ORTOFOTO DELLA ZONA INDUSTRIALE DI SCHIO

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la destinazione pubblica della Fabbrica Alta,

la valorizzazione del percorso della RoggiaMaestra,

un indice di edificabilità pari a 1,87 mc/mq,per un volume complessivo di circa 270.000mc,

la destinazione residenziale per almeno il65% del volume totale,

che almeno 44.000 mc del volume residen-ziale siano riservati all’edilizia convenzionata,

la destinazione commerciale - direzionale pernon oltre il 35% del volume totale,

che i parcheggi per gli standard urbanistici,per la residenza e per le attività commerciali edirezionali siano reperiti nella misura intera(cioè senza le deroghe concesse per il centrostorico),

che in aggiunta ai parcheggi appena descritti,debba essere individuata una ulteriore superfi-cie di 6.500 mq a titolo di soddisfacimentodelle necessità pregresse del centro storico.

Piano di Recuperodi iniziativa privata per l’area “ex Lanerossi ed altri”

Il nuovo Piano Regolatore Generale

dal Comune di Schio in vigore dal

2004, ha tra i propri obiettivi la valo-

rizzazione del patrimonio storico

culturale e la riconferma di ruolo di

centro città per il centro storico di

Schio.

Specificamente per l’area ex Lanerossiil PRG prescrive:

Il nuovo assetto del “Piano diRecupero per l’area ex Lanerossi edaltri” è stato presentato dai privati pro-prietari dell’area e redatto dallaGregotti Associati International, firmaprestigiosa nel panorama dell’architet-tura contemporanea. Lo StudioGregotti si è poi avvalso di altrettantoautorevoli consulenti per alcuni temispecifici: Manens Intertecnica per laprogettazione delle opere di urbaniz-zazione e la Società LAND S.r.l. del-l’arch. Andreas Kipar per il progettodel verde.

Il Piano è incentrato su due presup-posti che lo differenziano dal prece-dente Piano Particolareggiato del1990, il quale favoriva il riuso privile-giando le destinazioni direzionale ecommerciale.Nel nuovo Piano di Recupero, vistala dimensione complessiva dell’area,è posta particolare attenzione alla

realizzabilità degli interventi per “com-parti”, che sono stati individuati pre-vedendo precise successioni tempo-rali delle attuazioni. A ogni compartoè così garantita un’adeguata dota-zione di opere di urbanizzazione, inparticolare viabilità e servizi, che nepermette un’appropriata e autonomafunzionalità anche se i comparti limi-trofi dovessero essere realizzati inmomenti successivi.Il secondo elemento di novità riguardala tutela e la valorizzazione delle testi-monianze di Archeologia Industriale.Vengono infatti conservati e destinatiall’uso pubblico la Fabbrica Alta, mo-numento simbolo dell’ archeologiaindustriale europea, la centrale idroe-lettrica Umberto I e la centrale ter-moelettrica, entrambe del 1920, el’edificio “ex assortissaggio”, fabbri-cato industriale del 1960 dalla singo-lare struttura portante, che ospital’Archivio Storico Lanerossi.

PROGETTO MORFOLOGICO DEL PIANO DI RECUPERO

VISTA DA VIA XX SETTEMBRE VERSO LA FABBRICA ALTA

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Il Piano di Recupero è finalizzato allosviluppo della struttura abitativa e deiservizi del centro storico e si fondasulla lettura delle tipologie insediativepresenti a margine dell’area. Lo sco-po del progetto è il completamentodel centro per mezzo della continuitàmorfologica dei diversi sistemi inse-diativi. Verso il centro storico, a lato di Via XXSettembre, i due nuovi grandi quadri-lateri si relazionano ai manufatti del-l’area Conte, nonché alla FabbricaAlta e ai grandi vuoti che costituirannole piazze centrali. Le strutture che si affacciano su ViaMaraschin riprendono la tipologia delpuntiforme insediamento esistente,con edifici isolati a blocco e relativospazio verde di pertinenza proponen-do, sul lato Nord della via, la specchia-tura delle caratteristiche del lato Sud. L’edificato proposto lungo ViaPasubio, accentua l’andamento si-nuoso della strada, ripiegando il si-stema delle nuove cortine edilizie ver-so Sud a delimitazione del parco edell’area residenziale di progetto. Più ad Ovest, in Via Rovereto, è ilprincipio del quadrilatero formato dal-la caserma Cella a suggerire il com-pletamento del sistema residenzialecon due edifici a corte.

Superficie territoriale mq 143.943(per il calcolo del volume realizzabile)Indice di edificabilità (1) mc/mq 1,87

Volume costruibile complessivo mc 269.174- di cui ancora da edificare mc 265.644- di cui esistente (villino Panciera) mc 3.530

Superfici pubbliche mq 78.429 (55%)Superfici private mq 65.514 (45%)

Edifici esistenti:Con destinazione pubblica (2) mc 54.005 di cui:- Fabbrica Alta mc 31.520- Ex caserma Cella mc 14.045- Ex assortissaggio mc 14.138- Centrale termoelettrica mc 5.570- Centrale idroelettrica Umberto I mc 180- Saub (villino ex bagni in via XX Settembre) mc 2.690

Le scelte urbanistiche

ed edilizieper l’area

Il Piano di Recupero ha le seguenti dimensioni

VISTA DI VIA PASUBIO, INCROCIO VIA SAN ROCCO

(1) Indice corrispondente alla volumetria esistente sulla superficie fondiaria dell’area di piano.(2) I Volumi pubblici non concorrono alla definizione della capacità edificatoria dell'area.

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• La Fabbrica Alta e il Lanificio Francesco Rossi

• La centrale termoelettrica (1922) e la ciminiera

• La centrale idroelettrica Umberto I lungo la Roggia Maestra

• L’edificio dell’ex assortissaggio (costruito nel 1960) contenente l’ArchivioStorico Lanerossi, attualmente in comodato d’uso al Comune di Schio

Il PRG prevede che siano destinati aduso pubblico.

Il Comune di Schio, per tutti questi im-mobili, si riserva di attivare progetti ediniziative di recupero, valorizzazione egestione, nel rispetto dei valori architet-tonici e storico testimoniali, anche at-traverso l’istituzione di una societàpubblica o mista pubblico-privata.

Centro dell’intervento sarà la FabbricaAlta, a lato e di fronte alla quale è pre-visto il principale spazio pubblico, chesarà oggetto di uno specifico appro-fondimento progettuale tramite con-corso di progettazione.

La “Ditta Attuatrice” alla sottoscrizio-ne della Convenzione, che potrà av-venire dopo la definitiva approvazione

del Piano di Recupero, cederà alComune di Schio la proprietà dellaFabbrica Alta e della relativa area dipertinenza.L’area viene conferita anche al fine disoddisfare il reperimento degli spazi aduso pubblico delle destinazioni com-merciali e direzionali realizzate all’inter-no dell’intero Piano di Recupero. Il co-sto di realizzazione della Piazza e dellaprosecuzione della sistemazione dellaRoggia è a carico della "DittaAttuatrice", mentre la progettazionedella stessa, compreso il tratto diRoggia ivi passante, sarà a carico delComune di Schio attraverso un futuroconcorso di progettazione.All’atto dell’inizio dei lavori della Piazzadovrà risultare già collaudato e funzio-nante il parcheggio interrato P5, loca-lizzato a Sud della Fabbrica Alta, perun totale di circa 260 nuovi posti auto.

Gli immobili che la Ditta che attuerà ilprogetto cede al Comune di Schio co-stituiscono l’anima del patrimonio diArcheologia Industriale della città esono:

L’archeologiaindustriale

La “Piazza prospiciente la Fabbrica Alta”

PLANIMETRIA EDIFICI ESISTENTI, DI QUELLI DA CONSERVARE E, INDIVIDUAZIONE IN COLORE ARANCIO, DI QUELLI DIVALENZA PUBBLICA

PERCORSO CICLO PEDONALE LUNGO LA ROGGIA DAL LANIFICIO EX LORA

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L’ossatura stradale del Piano è basatasu un sistema “a stanze”, secondo ilquale viene impedita la viabilità di at-traversamento, riducendo in questomodo l’impatto dei veicoli (che sono oin entrata o in uscita dalla “stanza” esono comunque regolamentati secon-do il sistema delle “isole ambientali”) efavorendo i pedoni ed i ciclisti.

Le tre “stanze” del Piano sono quelleindividuate da:

Il Piano prevede la realizzazione diuna pista ciclabile lungo la RoggiaMaestra, consentendo così ai ciclistidi attraversare in diagonale l’area davia Cardatori a via XX Settembre e dispostarsi anche da Nord a Sud, gra-zie alla realizzazione di un ulteriorepassaggio ciclabile ortogonale allaRoggia, senza nessuna interferenzacon il traffico veicolare.I pedoni usufruiscono di ampi spaziad essi dedicati: dalle piazze centralitra via XX Settembre e via Pasubio,

agli ampi spazi verdi, ai viali alberatilungo la Roggia che consentono diattraversare tutta l’area su percorsiprotetti ed ombreggiati da piante.

• via A. Rossi, che collega via XXSettembre a via Maraschin;

• via Tessitori, che rimane a fondochiuso dando accesso ai soli residenti;

• via Campana, che collega via Roveretoe via Cardatori.

Spazi pubblicie verde

I percorsi pedonali e quelli ciclabilisono progettati per garantire ampiaaccessibilità.

PERCORSO LUNGO LA ROGGIA MAESTRA VERSO LA FABBRICA ALTA

LA GRANDE AREA PEDONALE TRA LA FABBRICA ALTA E LA CENTRALE TERMOELETTRICA

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Gli interventi che riguardano la Roggiasono volti al miglioramento dell’as-setto idraulico ed alla valorizzazioneambientale dei luoghi legati all’acqua. Per il tratto all’interno dell’area sonopreviste le seguenti opere:

Secondo le previsioni del Piano, il trattodi Roggia che attraversa il ParcoPubblico Centrale avrà argini inerbati egiungerà fino alla Fabbrica Alta. Il trattosuccessivo sarà oggetto di uno speci-fico progetto su concorso di idee per lasistemazione della piazza e degli spaziaperti, a cura del Comune di Schio.

I materiali scelti per l’arredo di questipercorsi sono in armonia con quelli delcentro storico di Schio, quindi: mantostradale in porfido e marciapiedi inmarmo Trani e trachite grigia cheverrà utilizzata anche per pavimentaregli altri spazi pubblici.I marciapiedi avranno uno scarto mi-

nimo con il piano stradale per favorirel’ampia accessibilità; una serie di pa-letti e di dissuasori garantirà adeguataprotezione al pedone.

Il Piano del verde

La grande attenzione riservata aglispazi non edificati emerge anche dalMasterplan paesistico-ambientaleper il sistema del verde e deglispazi aperti.

Il percorso della Roggia Schio-Marano, lungo il quale si trovano iprincipali luoghi di relazione del quar-tiere come il Parco centrale, gli edifici

commerciali e quelli residenziali, rap-presenta la struttura portante del-l’intero progetto e l’elemento diconnessione tra le varie zone delquartiere.

Il progetto è finalizzato a formare unasorta di strada-piazza, centro di in-contro, socializzazione e scambiodell’intero quartiere nonché asse dicollegamento e di congiunzione perun unico grande centro città.

Il masterplan valorizza l’area comeisola ambientale, in stretta relazionecon il contesto scledense. Esso defi-nisce le linee guida per una progetta-zione organica ed unitaria del verde eper la valorizzazione delle sue relazionicon il paesaggio urbano.

• canalizzazione del tratto a cieloaperto, sistemazione del letto e degliargini, realizzazione di parapetti,

• valorizzazione del bacino e della piccola centrale idroelettrica Umberto I,

• realizzazione di un salto d’acquacontrollato da una paratoia.

MASTERPLAN DEL VERDE

PERCORSO CICLO PEDONALE LUNGO LA ROGGIA

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parcheggi pubblici (Legge Regionale 11/2004) mq 9.215 pari a 377 posti auto

parcheggi pregressi per il centro storico (in base al Piano Regolatore di Schio) mq 6.500 pari a 260 posti auto

parcheggi ad uso pubblico (da attività commerciali e direzionali terziarie private) mq 32.414 pari a 1.297 posti auto

posti auto convenzionati per alloggio (in base al Piano Regolatore di Schio) 277 posti auto

I Parcheggi ad utilizzo del pubblico

Il Parco centrale verrà articolato indue ambiti distinti: il Parco Nord(9.500 mq), alle spalle della FabbricaAlta, e il Parco Sud (6.500 mq), rea-lizzato al di sopra del grande par-cheggio interrato P5. Al Parco saràdirettamente relazionato l’ampiospazio tra la Fabbrica Alta e il centrocittà, destinato dall’Amministrazionead un futuro concorso di idee.Il Parco Nord è caratterizzato da unalieve pendenza naturale del terreno,che sarà accentuata da un rilevato ar-tificiale. Si verrà così a creare una sortadi poggio, dal quale si potrà godere diuna vista panoramica sull’intero parco.Il Parco Sud, invece, è caratterizzatoda un grande spazio centrale a pratocon margini alberati che si apre versola futura nuova grande area pedonale.

Riepilogo costi totali delle opere di urbanizzazionee delle opere di carattere generalecosto complessivo delle opere di urbanizzazione totale € 11.832.771,45suddiviso per

1. urbanizzazioni primarie (strade, sottoservizi, parcheggi e verde) 5.987.071,33

2. urbanizzazioni secondarie (Roggia Maestra e Parcheggio P5) 4.183.779,49

3. urbanizzazione per attività terziarie (Parco Sud e Piazza antistante la Fabbrica Alta) 1.661.920,60

di cui si evidenziano le seguenti voci relative alle opere di carattere generale

TEMPI DI REALIZZAZIONE TOTALE dalla stipula della Convenzione costo stimato

(importi in Euro)

Parco Nord Entro 8 anni 353.418,48

Parco Sud Entro 6 anni 433.440,63

Roggia e pista ciclabile Entro 6 anni 978.999,44(intervento comprensivo del restauro della Centrale Umberto I)

Parcheggio interrato P5 Entro 6 anni 3.022.500,00

Piazza prospiciente la Fabbrica Alta (mq 11.168 ) Entro 5 anni 1.228.480,00

Prolungamento di via Alessandro Rossi Entro 3 anni 1.110.000,00

LA VALORIZZAZIONE DELLA ROGGIA MAESTRA IN PERCORSO URBANO

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Procedure relative all’iter di verificaambientale:

Piano della CaratterizzazioneAmbientale ai sensi del D.M.471/99 – procedimento di compe-tenza comunale concluso conDeterminazione dirigenziale n. 20 del23 gennaio 2006.

Obiettivo:Conoscere e valutare tutte le fonti dipotenziale inquinamento derivanti dalprecedente uso industriale dell’area eindagare i possibili vettori della conta-minazione in modo da identificare edescrivere le caratteristiche strutturalie qualitative degli ambienti e le moda-lità di trasmissione delle eventuali so-stanze rilevate.

Progetto Preliminare di Bonifica exD.M. 471/1999 – procedimento dicompetenza comunale in corso diconclusione.

Obiettivo: Il progetto preliminare presenta e valu-ta le analisi svolte per caratterizzare ilsito, definisce gli obiettivi per la bonifi-ca e il ripristino ambientale o per lamessa in sicurezza dello stesso con

esplicito riferimento ai vincoli normativie alla destinazione d’uso prevista;analizza e seleziona le migliori tecno-logie di bonifica che possono essereadottate, indicando gli interventi darealizzare.

Valutazione Impatto Ambientale aisensi dell’art. 10 della L.R. 10/99 -procedimento di competenzaProvinciale concluso con Deliberazio-ne della Giunta Provinciale n. 615/3dell’11 gennaio 2006.

Obiettivo: è un metodo per assicurare il perse-guimento di adeguati obiettivi di tute-la della salute, di miglioramento dellaqualità della vita umana, della con-servazione della varietà di specie edell’equilibrio dell’ecosistema. Lo studio di impatto ambientale evi-denzia gli effetti reversibili ed irreversi-bili per l’uomo, la fauna, la flora, il suo-lo, il sottosuolo, le acque superficiali esotterranee, l’aria, il clima, il paesag-gio, il patrimonio culturale.Per fornire un quadro completo ed uti-le ai fini della prevenzione, inoltre, de-vono essere identificate e valutate lepossibili alternative, le misure di mitiga-

La procedura amministrativa di forma-zione del “Piano di Recupero dell’Areaex Lanerossi ed altri” è stata precedu-ta da un percorso di verifica delle ca-ratteristiche ambientali presenti nel-l’ambito determinato dall’ex destina-zione industriale dell’area. Di questo sisono occupati i procedimenti relati-vi al Piano della CaratterizzazioneAmbientale, i l relativo PianoInvestigativo Integrativo e il suc-cessivo Progetto di Bonifica.Con la procedura di Valutazione diImpatto Ambientale (V.I.A.), inoltre, sonostati determinati gli effetti del progettosulle componenti ambientali e sociali.

In sintesi, ecco i procedimenti attivati,conclusi o in fase di definizione.

Il percorso per arrivare all’approvazionedel Pianodi Recupero

RENDERING DI COME SARÀ LA VEDUTA DA VIA P. MARASCHIN VERSO LA FABBRICA ALTA (alla “Barriera”)

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zione ed i programmi di monitoraggio.Nell’ambito della procedura VIA èstata garantita l’informazione e lapartecipazione dei cittadini. In base al parere emesso dallaCommissione provinciale VIA laGiunta Provinciale, con propria deli-berazione n. 615/3 dell’11 gennaio2006, ha espresso un giudizio dicompatibilità ambientale favorevolecon prescrizioni.

Procedura relative all’iter urbanisticoLa Legge Regionale n. 11 del 23aprile 2004 e successive modificheed integrazioni, all’art. 20 definisce laprocedura di formazione dei Piani ur-banistici di attuazione del PianoRegolatore Generale.La Giunta Comunale con propriaDeliberazione adotta il Piano diRecupero.

Successivamente, ne viene data co-municazione al pubblico con un avvi-so esposto all’Albo Pretorio e in altriluoghi pubblici.Gli atti vengono depositati presso laSegreteria Comunale e presso laDirezione Pianificazione del Territorioe Urbanistica Commerciale, sono inlibera visione al pubblico e chiunquepuò presentare delle osservazioni onel caso dei proprietari, delle opposi-zioni.Successivamente l’Ufficio competente

provvede ad esaminare le osserva-zioni/opposizioni pervenute predi-sponendo le controdeduzioni che,con apposita Deliberazione, sarannoapprovate dal Consiglio Comunaleunitamente al Piano di Recupero. Una volta approvato dal ConsiglioComunale, il Piano entra in vigore perla durata di dieci anni e ne viene data

comunicazione tramite affissione al-l’albo pretorio dell’avviso di avvenutodeposito.

VIA CAMPANA CON SCORCIO A SINISTRA DELLA CASERMA CELLA

AREE PUBBLICHE, QUADRO D’INSIEME

INDIVIDUAZIONE DEI COMPARTI PUBBLICI (IN VERDE)E PRIVATI (IN AZZURRO)

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I N F O R M A S C H I O14 I N F O R M A S C H I O

A cura di

Prof. Giovanni Luigi Fontana

Ordinario di Storia Economica,Università di Padova

Ritorno al Centro per lafutura nuova Schio

Identità e sviluppo urbanoL’antico motore della grande storiaindustriale scledense s’è da pocotristemente fermato, ma alle suemolteplici e stratificate eredità restanoindissolubilmente legati i passaggifondamentali dello sviluppo di Schioe del suo territorio. Vocazioni pro-duttive ed identità socio-culturali sifissarono nell’immagine urbana giànella transizione dalla proto-industriaall’industrializzazione moderna. Inquel periodo la capitale laniera dellaRepubblica di Venezia venne inte-grando la caratteristica fisionomia diborgo manifatturiero pedemontanonel nuovo volto di moderno centroindustriale rimodellandosi sulle tap-pe di espansione del LanificioFrancesco Rossi (1817), divenuto lamaggiore impresa italiana del se-condo Ottocento per impulso diAlessandro Rossi, leader degli indu-striali dell’epoca e senatore delRegno d’Italia.

Le “fabbriche Rossi” sorsero tra il1849 e il 1868 poco lontano dal pri-mo insediamento lungo la RoggiaMaestra e dal nucleo storico delLanificio Conte, fondato nel 1757 egradualmente cresciuto fino a diven-tare, tra Otto e Novecento, l’emble-ma della media azienda laniera natadal tronco dell’artigianato tradiziona-le. Nel 1849 venne costruita la

“Francesco Rossi”, tra il 1862 e il1864 si innalzò su progetto dell’ar-chitetto belga Auguste Vivroux l’im-ponente complesso della “FabbricaAlta”, cui si contrapposero, tra il1866-68, le nove campate della piùmoderna filatura-tessitura a shed,improvvidamente demolita negli anni’60. Attorno a questi stabilimenti sisviluppò un complesso produttivoche si collegava al “Nuovo QuartiereA. Rossi” (1872-1888), il primo quar-tiere operaio realizzato in Italia, e aduna fitta rete di istituzioni educative,culturali, assistenziali e ricreative, di-venute modello dei sistemi di patro-nage di tutto il Paese. L’impatto del-le iniziative rossiane non alterò lamorfologia del centro scledense checontinuò a distendersi longitudinal-mente lungo il corso della RoggiaMaestra, dal XII secolo fondamenta-le erogatore di energia idraulica perle manifatture urbane e di acqua perle campagne circostanti.

Per oltre un secolo dall’avvio dell’in-dustrializzazione, lo sviluppo dellacittà si orientò in direzione Ovest-Sud Ovest (area dei lanifici, Quartieri“Nuovo” e “Nuovissimo”, edilizia po-polare del primo Novecento,Villaggio Pasubio), in connessionecon il Centro storico (asse duomo-stazione, ora via Btg. Val Leogra).Dagli anni ’60 del Novecento, con il tra-sferimento delle attività produttive dellaLanerossi nella nuova zona industriale,l’espansione cominciò a privilegiareun’ampia fascia periurbana in dire-zione Est. Iniziò un’inversione di ten-denza che sembrava spostare ine-sorabilmente il baricentro territorialeverso la nuova zona industriale, spe-cialmente quando questa, dagli anni

’80 in poi, divenne una delle piùgrandi e meglio organizzate delVeneto, sempre più dotata di serviziun tempo riservati solo alle aree cen-trali. Di converso, l’antico cuore pro-duttivo della città si svuotava, prefi-gurando un progressivo declino ditutta la zona al contorno.

Il problema del riuso dell’area“Lanerossi-Conte” nel contesto deltessuto urbano scledense si presentòall’Amministrazione comunale diSchio già con il vecchio strumentourbanistico generale rimasto in vigoreper diversi decenni, il quale, secondole filosofie dei piani regolatori dellepassate generazioni, prevedeva perquesta porzione urbana uno sfrutta-mento principalmente finalizzato allaresidenza con relativa dotazione distandard. L’emergere di una piùcomplessa domanda, attinente nonsolo alla residenza, ma anche esempre più ad un articolato terziario,e la crescente coscienza che un’areadismessa di oltre venti ettari offrivaeccezionali opportunità per la rivita-lizzazione socio-economica e cultu-rale del Centro storico e per la defi-nizione del futuro profilo della cittàaprirono la via ad una più approfon-dita analisi dei problemi dell’area.Parallelamente si andava formandouna maggiore sensibilità nei confrontidel tessuto edilizio di più antica forma-zione e di quel patrimonio industriale ilcui carattere di assoluto rilievo veni-va illuminato dagli sviluppi della ri-cerca storica grazie anche all’iniziati-va dello stesso comune di Schio(convegno nazionale di studi storicie volumi su “Schio e AlessandroRossi”). Si apriva così una partitache, nel rapporto con gli edifici-sim-

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bolo di una grande storia e di un’e-poca irripetibile come quella rossia-na, metteva in gioco le fonti identita-rie della comunità. Dalla secondametà degli anni Settanta cominciòpertanto a maturare la consapevo-lezza del valore di queste testimo-nianze sia sotto il profilo storico-cul-turale che per la futura immaginedella città.

Da lì in avanti, della tutela della me-moria e della valorizzazione degli ele-menti del patrimonio storico-culturalesi fece carico l’AmministrazioneComunale con studi, progetti, recu-peri, restauri, rifunzionalizzazioni, dipari passo con gli interventi sul Centrostorico che cominciarono a cambiareil volto della città. Sempre negli anni1979-80, l’Amministrazione comu-nale bandì il “Concorso nazionale diidee per la formazione del piano diutilizzazione dell’area ‘Lanerossi’”che vide la partecipazione di oltre uncentinaio di gruppi italiani e straniericomposti in molti casi da architetti eurbanisti di alta qualificazione egrande notorietà. I risultati venneropresentati in una mostra e pubblicati,insieme al resoconto della Giuriapresieduta da Bruno Zevi, in un ap-posito catalogo. Le indicazioni delconcorso vennero poi sintetizzatenel 1981 in una delibera di indirizzodell’Amministrazione comunale fina-lizzata all’attivazione dell’iniziativaprivata. Non costituendosi, tuttavia,per diverse ragioni, il consorzio tra iprivati per il passaggio alla fase pro-gettuale vera e propria, nel 1986 ilcomune di Schio riprese l’impegnodiretto sul tema. L’area Lanerossi-Conte venne urbanisticamente assi-milata al Centro storico.

Le condizioni nuove indotte dai pro-cessi socio-economici e territorialinel frattempo maturati suggerironol’approntamento di uno studio di fat-tibilità come tappa preparatoria perla successiva stesura del piano. Il re-cupero dell’area venne relazionato aquanto accadeva alla scala altovi-centina, specialmente in termini diinfrastrutture e di servizi. Assunseparticolare importanza a tal fine ilprogetto di integrazione territorialeed urbana tra le città di Schio eValdagno nel frattempo elaborato.Infatti, attraverso il processo di con-

centrazione determinato dalla salda-tura dei due centri mediante un tun-nel urbano si prevedeva uno svilup-po del terziario e del sistema dei ser-vizi con una crescita della domandadi spazi ed opportunità d’insedia-mento. Nell’ambito urbano si raffor-zarono le interdipendenze dell’area“Lanerossi-Conte” con i processi inatto nel Centro storico e nelle zonelimitrofe, a loro volta oggetto di stru-menti attuativi. Strettamente correlatoal Piano particolareggiato per l’areaLanerossi-Conte, a cavallo degli anniNovanta giunse infatti all’approva-zione anche il Piano particolareggiatoper la riqualificazione urbanistica edambientale del quartiere operaio“Alessandro Rossi”.

Il Piano particolareggiato per l’areaLanerossi-Conte, redatto dall’arch.Ettore Vio e approvato nel 1990, di-venne un progetto per un’altra “nuovaSchio”, uno strumento per il ridisegnodella città e del sistema territoriale,mirante ad inserire il riuso dei fabbri-cati industriali di maggiore significatostorico in un nuovo tessuto architet-tonico ed urbanistico. Esso si artico-lava in due stralci.Nell’evoluzione ed esecuzione deiprogetti quello relativo alla proprietàConte è stato realizzato nel corsodegli anni Novanta con esiti apparsinon sempre in linea con le aspettative.La riprogettazione del compartoLanerossi si è perciò caricata di atteseancora più marcate. Consapevole ditutto ciò l’Amministrazione Comunaleha avviato un complesso e prolun-gato confronto con la nuova proprietàsubentrata alla Marzotto che, nel

1989, aveva acquisito, assieme aglistabilimenti, anche l’area Lanerossi.Il Piano di recupero predisposto dalloStudio Gregotti è stato rielaborato inpiù punti sostanziali. Si è infine addive-nuti ad una convenzione regolatricedi rapporti tra il Comune di Schio egli attuatori del Piano che individuale urbanizzazioni da realizzare, quan-tificandone i valori e scandendone lerealizzazioni fino alla cessione, fissale aree e gli immobili che verrannoceduti al Comune e norma l’ediliziaconvenzionata. Gli immobili che di-verranno proprietà comunale sonol’“anima” del patrimonio industrialescledense: la “Fabbrica Alta” e laFrancesco Rossi, la Centrale ter-moelettrica, la piccola centraleUmberto I°, l’ex-assortissaggio,contenente l’Archivio StoricoLanerossi. Essi verranno valorizzatidalle opere di carattere generale: ilpercorso ciclo-pedonale lungo laRoggia Maestra; l’ampio parco centra-le e la grande piazza antistante la“Fabbrica Alta”; il parcheggio interratodi almeno 6.500 mq e il prolunga-mento di via Rossi fino a via XXSettembre. La convenzione specificaper ognuna di queste opere il tempodi realizzazione (un arco temporaleche va dai 3 agli 8 anni a secondadell’opera) e la garanzie offerte alComune dalla Ditta attuatrice.

Nel frattempo, il nuovo PRG di Schioha proceduto al riequilibrio delle fun-zioni tra le varie porzioni urbane rias-segnando il ruolo di centro-città alCentro storico di Schio. Il “grandevuoto” lasciato dagli stabilimenti si ècosì riconfermato strategico per una

FOTOGRAFIA DEGLI STABILIMENTI - Schio, Biblioteca Civica

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città a misura d’uomo, dotata di verde,spazi pubblici, percorsi, servizi.Mentre, in zona industriale, un altrocapitolo potrà aprirsi dalla ri-destina-zione degli stabilimenti Lanerossiche negli anni Sessanta inauguraro-no la zona industriale di Schio. Se lemodalità del loro riuso attivasseroprocessi in grado di instaurare unaforte relazione dialettica tra i due po-tenziali “poli” di un nuovo “modello disviluppo” – l’antica area Lanerossiad ovest del Centro storico e la par-te della zona industriale dismessa adesso più direttamente collegabile –,ciò costituirebbe con tutta probabilitàl’apertura di una nuova fase storicanell’evoluzione del territorio scledensee, insieme, un’imperdibile opportunitàdi rilancio del progetto di integrazionedelle risorse, dei servizi e delle infra-strutture dell’Alto Vicentino. Una fasein cui, attraverso questi “volani”, an-cora una volta sarebbe il territorio adentrare in gioco, con le sue vocazio-ni ambientali e culturali, con le cono-scenze tecniche e produttive del ca-pitale umano, con le capacità creati-ve ed imprenditoriali che da semprecostituiscono i suoi veri vantaggicompetitivi e con le istituzioni scien-tifiche che li possono alimentare.

In questo contesto, la “riappropria-zione” dell’area Lanerossi passadunque attraverso la saldatura con ilresto della città e del territorio, a par-tire dal Centro storico e da quantosta attorno al perimetro del piano direcupero. Fondamentale sarà il rac-cordo con l’area Conte attraverso losnodo rappresentato dall’antico lani-ficio in corso di parziale riconversionea museo. In tutta la vecchia “areaLanerossi-Conte” le fabbriche storiche

diventeranno gli attrattori di nuove epiù elevate funzioni, con destinazio-ne pubblica della “Fabbrica Alta” escopertura del percorso dellaRoggia Maestra, riqualificata “assedella memoria”. Gli edifici soggetti atutela – prevalentemente destinati al-l’uso pubblico con rifunzionalizzazionecompatibile degli spazi – costituirannoun continuo richiamo alla memoriadelle precedenti funzioni industriali,organizzata e resa modernamentefruibile al pubblico più ampio nelcomplesso di strutture museali, didatti-che, di ricerca e di intrattenimentopreviste dal progetto Altafabbrica.

Il corso della Roggia Maestra li uniràtutti, trovando il suo punto d’approdonella “grande piazza”, elemento cru-ciale del progetto in quanto fulcro diuna più intensa socialità e snododelle nuove funzioni urbane, imper-niate sulla cultura, sui servizi e sull’“intelligenza terziaria” di cui l’industriaha oggi essenziale bisogno. Con ef-fetti congiunti e moltiplicativi: attornoalla grande piazza (da progettarecon estrema attenzione) ed al grandepolmone verde contiguo, memoria einnovazione, formazione e ricerca,saperi taciti e nuove competenzetecnologiche potranno combinarsiinsieme per trasformare l’anticocuore manifatturiero in un grandecentro produttivo di beni immaterialie di crescita della base di conoscenzee di relazioni a beneficio dell’economiae della società locali. Ma con un mixdi destinazioni a netta prevalenza delresidenziale (concentrato nella parteOvest dell’area) sul direzionale-com-merciale (nella parte Est) in modo daevitare il classico effetto “svuota-mento serale” dei centri terziari.

Gli ampi parcheggi, con recupero deldeficit del Centro storico, e il riassettodella viabilità, già avviato in prece-denza, permetteranno al nuovo pologravitazionale di unire l’antico e ilmoderno, stabilendo un rapportosimbiotico con il Nuovo Quartiere econ il Centro storico che ne trarrannobenefica animazione, così come av-viene in tante città d’Europa.L’applicazione del criterio delle isoleambientali (sistema “a stanze”) ridurràl’impatto dei veicoli e favorirà unamaggiore fruibilità degli spazi pubblicida parte dei pedoni. Saranno com-pletamente pedonalizzati la piazzadella “Fabbrica Alta”, il parco Nord eSud della Roggia, il percorso lungo laRoggia.Verde, organizzazione e arredo deglispazi pubblici costituiranno una parteintegrante del Piano di Recupero del-la “nuova area Lanerossi”. Il resto di-penderà dalla qualità delle nuove edi-ficazioni.

È una partita che non si può perdere.Che la città deve vivere in forma vigile epartecipata. Una vicenda che lega ge-nerazioni di cittadini e di pubblici am-ministratori, sul filo di una continuità diconsapevolezze prima ancora che diprogetti e di strumenti. Il nostro auspi-cio è che, nella Schio di domani, losguardo dal piazzale del Castellopossa riposare calmo e soddisfattosu un nuovo centro pulsante di vita, digioia e di serena operosità.

AREA LANEROSSI: LA CENTRALE UMBERTO I PRESSO LA ROGGIA MAESTRA

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creazione e studio: esempi nel nordeuropa s’affiancano a modernissimeaziende in Italia, nelle Marche, nelVeneto ed altro. Esempi come Schioe Crespi d’Adda anticiparono que-sta visione forse unicamente preco-nizzata in epoca ancor più lontanadai settecenteschi opifici casertanidi San Leucio, voluti da FerdinandoIV di Borbone quale primo esempiodi fabbrica-città dedicata alle mani-fatture tessili. Lì si trattò di costruireun’altra città a fianco della Casertavoluta da re Carlo, quasi una antici-pazione di città policentrica legataper prossimità e funzioni ma dis-giunta e specificatamente connotata.Con Schio ciò non avvenne.La Lanerossi sorse creando uno svi-luppo urbano ai piedi di un rilievo le-gato da percorsi, strade, dalla salitadi san Rocco. Nell’area già esisteva-no fabbricati, più antichi opifici, abi-

Una riflessione sull’areastorica della Lanerossi

Nel corso degli anni sessanta del-l’ormai secolo scorso iniziò la dis-missione dell’insediamento storicodella Lanerossi. Edificata ed ingran-ditasi nel corso dell’ottocento, lafabbrica si arricchì d’interessanti ar-chitetture nei primi decenni del se-colo successivo; giunta al terminedella sua compatibilità funzionaleverrà quindi trasferita in un’areaesterna al centro storico. Credo giu-sto partire dall’assunto di centrostorico per sviluppare questa rifles-sione. Non voglio addentrarmi inconsiderazioni urbanistiche né tan-tomeno sviluppare valutazioni sullosviluppo progettuale in corso inquesti anni.Desidero concentrare queste righesulla storicizzazione del paesaggiourbano di Schio che, appunto dal-l’ottocento, ebbe ad ingrandirsi coni suoi “quartieri” industriali. Così lidefinisco in ragione della complessi-tà della sua realizzazione: non soloopifici, ma case e servizi di uso pub-blico legati alle esigenze extra lavo-rative di coloro che con il proprio la-voro connotarono la storia recentedi Schio. Un progetto illuminatoquello previsto e realizzato dal sena-tore Rossi. Un asilo, un teatro. Spazidi aggregazione e tante altre funzioniche definirono un rapporto fabbrica –città – lavoratori assolutamente in-novativo per quei tempi e per moltianni a seguire. Oggi, le riviste d’ar-chitettura citano a preclari esempid’integrazione tra realtà produttiva equalità della vita degli addetti, fab-briche dotate di asili nido, aree di ri-

tazioni. Tutto fu legato e connessoal centro storico più antico. Nonun’area industriale urbanisticamen-te delocalizzata ai margini di un ter-ritorio comunale ma il lavoro nellacittà attraverso un suo svilupposenza soluzione di continuità. Oggi,misure di sicurezza, motivazioniambientali, necessità viabilistiche elegate ai trasporti suggeriscono al-tre vie, appunto esterne agli inse-diamenti urbani, ma quel che quivalutiamo avvenne in altra epoca,con diversa realtà ambientale edesigenza produttiva. Il contesto, mivien da dire il “reperto” va dunquevisto con il rispetto che si deve aduna testimonianza storica e sociale.Un monumento diffuso costituito daaree edificate, verde storicizzato,corsi d’acqua, stabili di valore mo-numentale che può e deve essere inparte conservato.

A cura di

Prof. Avv. Marco Parini

Università Cattolica, Milano

LANIFICIO ROSSI - SEZIONE CENTRALE Schio, Archivio Storico Lanificio Rossi

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Ragionevolmente, porzioni della fab-brica più recenti e prive di valore mo-numentale non potranno essere con-servate: la logica e la filosofia del riuti-lizzo delle aree dimesse poggia infattisulla necessità di mantenere funzionicompatibili in un’area, facendola cosìrivivere al tempo medesimo non“sprecando” nuovo territorio, da pre-servare ambientalmente.Ovviamente sarà indispensabile pre-servare, anzi ampliare le aree verdicon una sorta di risarcimento am-bientale al quale ogni città italiana haun imprescindibile diritto.Progettualità diversa ovvero conser-vativa, andrà sviluppata per gli edificidi valore storico-artistico. Sono tali edesempio Fabbrica Alta, il corpo detto“della Francesco Rossi”, l’asilo Rossi,il contiguo Lanificio Conte, la centraleelettrica e termica, l’antica casermaCella, il villino Panciera, il reparto as-sortissaggio, la palazzina di via XXsettembre oltre, s’intende, il giardinoed il teatrino storico.Un progetto dovrà quindi svilupparsiper il futuro di questi edifici, rispettosodei principi di conservazione e com-patibile per nuova destinazione fun-zionale.Uno studio in corso di valutazioneprevede, per molti di questi fabbricati,una destinazione ad uso culturale.Una nuova fabbrica di documenta-zione e produzione di eventi culturaliche produca testimonianza e cono-scenza. Andrà ideata con profilo d’al-ta qualità per rispetto alla città e pernecessaria competitività con l’offerta

culturale diffusa in alta Italia ma nonsempre parametrata su livelli d’eccel-lenza. Servizi ed eventi culturali po-tranno rispondere ad una riconversio-ne produttiva utile per lo sviluppo so-cio-economico della città. Risulteràindispensabile mantenere la testimo-nianza della storia produttiva e dellatradizione scledense: in tal senso unmuseo ed un archivio potranno do-cumentare la storia dell’industra loca-le ed il suo inserimento nel più vastocontesto della storia della industrializ-zazione europea. Alessandro Rossipensò ed operò per una industria dilivello internazionale, in tale logica sa-rebbe improprio ricordare la sola real-tà locale non inserendola nel conte-sto internazionale che la rese grandee famosa. Altre funzioni e servizi cul-turali potranno contribuire a questoprogetto di riconversione funzionaledegli edifici storici: spazi espositivi,servizi culturali e ricreativi, “musei” in-novativi. Risulterà per ciò necessariauna regia unica, un soggetto giuridicoche ne coordini attività e promozione,una nuova direzione di fabbrica.Tali contesti vivranno e si affaccerannonei grandi spazi prospicienti laFabbrica Alta.Credo quindi indispensabile una at-tenta progettazione di tale area. Saràauspicabile che l’Amministrazionecomunale chiami a riflettere e propor-re, insigni architetti per una scom-messa non solo estetico-funzionale,ma culturale. La piazza sarà il centrodi un sistema a forte vocazione cultu-rale nel quale convergeranno, convi-

vendovi funzioni abitative, ricreative eterziario. Ma la piazza non dovrà, ri-tengo, risultare avulsa e disgiunta dalcentro storico cittadino; dovrà divenireun suo sviluppo e prolungamento co-me lo fu, storicamente, la fabbrica.Schio si presenta come una città aforte permeabilità, connessa nellesue parti. Anditi, corti, portici e galle-rie ne connettono e coniugano vie,piazze e tutto ciò contribuisce all’in-contro ed alla vita della città. Il colle-gamento tra edifici, la possibilità dipercorrerli, come nel caso delLanificio Conte, contribuirà ad au-mentare la compenetrazione tra i luo-ghi. L’asse di via Pasubio risulteràfondamentale e possibilmente da ri-qualificarsi ulteriormente, anche attra-verso l’arredo urbano. Molti muri-bar-riera tra gli opifici dovranno cadere ela piazza di Fabbrica Alta diventerà uncampus aperto con funzioni e luoghid’incontro, senza cesure dal centrocittadino. Si tratta certo di un proget-to ambizioso, ripensare ad una por-zione di città che snoda i suoi confiniin via Pasubio, Rovereto, Cardatori eMaraschin ma è sui progetti ambizio-si che vale la pena misurarsi.

LANIFICIO ROSSI, CORTILE INTERNO Schio, Biblioteca Civica

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Progetto Urbanistico: Gregotti Associati International S.p.A. – Venezia

Coordinamento generale: arch. Luciano Claut - Venezia

Progettisti:arch. Luciano Clautarch. Augusta Mazzarolliarch. Letizia Bassi Randiarch. Brenno Sonegoarch. Monica Moroarch. Firuz Habibi Minelliarch. Alfonso Angelilloarch. Claudio Costalongaarch. Giuseppe Mantiaarch. Martina Rossiarch. Diego Cappellettiarch. Joao Lacerda Moreiraarch. Stefano Bressanarch. Michela Pagan

Progetto di Impianti ed Infrastrutture: Manens Intertecnica s.r.l. – Verona:ing. Giorgio Marchiorettiarch. Daniele Sartori

Master Plan paesistico e ambientale: Land S.r.l. - Landscape Architecture NatureDevelopment – Milano:arch. Andreas Kipararch. Luisa Belliniarch. Anna Comi

Valutazioni di compatibilità idraulica, geologica, geomorfologia e idrogeologica:ENSR international s.r.l. – Milano:ing. Alessandro Sestagalli dott. Eugenio Capponi Brancone

Ditte proprietarie:Aree Urbane S.r.l. – MilanoAuchan S.p.A.Comune di SchioMonastero delle Suore Agostiniane di S. AntonioAbate in Schio

Realizzazione e coordinamento progetto di comunicazionee allestimento mostra:Renzo Matino - Schio (VI)

Immagini 3D:arch. Stefano BressanS.Giuseppe di Cassola (VI)

Plastico:arch. Roberto Righetti – Mestre (VE)

hanno collaborato:

Per l’Amministrazione Comunale:Sindaco Luigi Dalla ViaVicesindaco e Ass. all’Urbanistica arch. Dario Tomasi

Direzione Generale:ing. Antonio Lobbiaavv. Umberto Poscolierodott.ssa Claudia Collaretadott.ssa Annelise Cappellaridott.ssa Valeria AddondiLuca Busetto

Direzione Pianificazione del Territorio e Urbanistica Commerciale: dott. Fabio Mabiliaarch. Farida Cavedonarch. Alessandra Nicoli

Direzione Lavori Pubblici:dott. Raffaello Murarodott. Paolo Manza

Biblioteca Civica “Renato Bortoli”dott. Franco Bernardi

Per Aree Urbane s.r.l. – Milano:rag. Silvio Cipolotti - Marzotto S.p.A.arch. Marco Lanata arch. Livia Piperno - Pirelli Real Estatearch. Gianluca Paonessa - Pirelli Real Estategeom. Maurizio Cornale - Marzotto S.p.A.geom. Piergiorgio Zanuso - Marzotto S.p.A.

PROGETTO DI COMUNICAZIONE E MOSTRA

PROMOSSI E REALIZZATI A CURA DEL COMUNE DI SCHIO

CON IL CONTRIBUTO DELLE DITTE PROPRIETARIE

PIANO DI RECUPERO AREA EX LANEROSSI ED ALTRI

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Al comune di Schio è stato presentato un Piano per ilRecupero dell’area ex Lanerossi, per pervenire alla ri-qualificazione urbanistica, ambientale e sociale di que-st’importante parte della città, che ritorna alla comu-nità con il suo patrimonio storico, arricchito però dinuove funzioni e proposte per la fruizione dell’area daparte di tutti.Il lavoro di elaborazione del Piano è stato lungo ecomplesso e ha impegnato l’AmministrazioneComunale con l’obiettivo di costruire il migliore pro-getto urbano per la città di Schio.

Il Comune di Schio a questo proposito ha inteso rea-lizzare un progetto di comunicazione e una mostra percondividere con tutta la cittadinanza questo progettourbanistico di recupero e trasformazione dei luoghi edei manufatti che hanno fatto la storia della nostra città.Le ditte proprietarie hanno aderito da subito al pro-getto di comunicazione e hanno contribuito alla suarealizzazione.

Sappiamo quanto l’Area Lanerossi vi stia a cuore edè per questo che stiamo lavorando per farvi conoscerein modo semplice e diretto gli obiettivi e i cambiamentiche l’attuazione di questo Piano comporteranno.

Oltre a questo speciale di Informa Schio, a PalazzoFogazzaro una mostra presenta i contenuti del Piano,che si possono vedere anche nei maxi cartelli sparsiper la città.

Il recupero dell’area Lanerossi…con la nostrastoria nel nostro futuro