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Castelvecchio Calvisio l’Aquila infoborgo N°ABITANTI : GRADO DI ABBANDONO: CAUSA DELL’ABBANDONO: TIPO DI ABBANDONO: La zona dove sorge Castelvecchio Calvisio era attraversata, in epoca romana, dalla via Claudia Nova. Perciò è ipotizzabile ricondurre le origini del paese molto indietro nel tempo, ad un pagus vestino-romano. L’ipotesi pare attendibile perché già nel sec. VIII si attesta l’esistenza del paese e di quattro chiese nei suoi dintorni e perchè l’impianto or- togonale delle strade della cittadina è ancora evidentemente romano. Le strade centrali del paese, che ha conservato la sua antica forma ellittica, sono quasi com- pletamente coperte da volte ed archi risalenti al Medioevo, e l’ingresso nel centro storico è lo stesso di quando si accedeva nell’abitato su- perando la cinta fortificata, parzialmente con- servata, che lo proteggeva.

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Castelvecchio Calvisiol’Aquila

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N°ABITANTI :

GRADO DI ABBANDONO:

CAUSA DELL’ABBANDONO:

TIPO DI ABBANDONO:

La zona dove sorge Castelvecchio Calvisio era attraversata, in epoca romana, dalla via Claudia Nova. Perciò è ipotizzabile ricondurre le origini del paese molto indietro nel tempo, ad un pagus vestino-romano. L’ipotesi pare attendibile perché già nel sec. VIII si attesta l’esistenza del paese e di quattro chiese nei suoi dintorni e perchè l’impianto or-togonale delle strade della cittadina è ancora evidentemente romano. Le strade centrali del paese, che ha conservato la sua antica forma ellittica, sono quasi com-pletamente coperte da volte ed archi risalenti al Medioevo, e l’ingresso nel centro storico è lo stesso di quando si accedeva nell’abitato su-perando la cinta fortificata, parzialmente con-servata, che lo proteggeva.

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Teramo

N°ABITANTI :

GRADO DI ABBANDONO:

CAUSA DELL’ABBANDONO:

TIPO DI ABBANDONO:

Vallenquina, che alcuni dicono anticamen-te si chiamasse Vallonchina, altri Valle Equina, è una frazione di Valle Castellana (Teramo) a m.870 s.l.m. e si trova lungo la strada che per secoli ha consentito l’accesso al piceno ed alla Val Vibrata da Roma. Una strada di comunica-zione importantissima, presidiata fin dal XII secolo e per molto tempo dal Castel Manfrino, la fortificazione voluta da Manfredi di Svevia, di cui oggi sono visibili solo pochi ruderi, nei pressi di Macchia da Sole, a vista del borgo di Piano Maggiore. Il borgo è riconoscibile anche da grande distanza, per via della presenza di una costruzione assolutamente particolare che è il Castello Bonifaci. L’edificio ha una tor-re quadrata con merlature e fu fatto costruire in stile neogotico agli inizi del 1900 dallo stu-dioso Vincenzo Bonifaci (1864-1943), forse sui resti di un’antica torre. Vincenzo Bonifaci, personalità di spicco a ca-vallo di due secoli, fu avvocato e poi notaio in Bellante, fu professore di economia politica all’Istituto Tecnico di Teramo e scrisse saggi sui filosofi Giordano Bruno e Fausto Socini. Oggi la costruzione è di proprietà della famiglia An-gelini. Sull’architrave di una porta posta sotto la volta che dà accesso al cortile retrostante è incisa la data del 1856. Sotto la stessa volta di accesso fa bella mostra di sè lo stemma araldi-co dei Bonifaci, recante l’aquila ghibellina, che richiama quello degli Svevi di Manfredi, Re di Sicilia.

Si presenta come un piccolo agglomerato di case ben ristrutturate disposte lungo l’unica breve strada in modo ordinato, per le cui co-struzioni è stata usata quasi esclusivamente la pietra arenaria. In fondo alla via si trova il “castelletto”, nel cortile posteriore del quale si trova una chiesetta oggi in ristrutturazione, ri-salente probabilmente alla dominazione spa-gnola di Carlo V d’Asburgo (1500-1558). E’ la Chiesa di San Nicola, a facciata quadrata con tetto a capanna sorretto da capriate in legno; l’interno è ad aula unica priva di abside, con l’altare leggermente rialzato. Un piccolo cam-panile è incastonato nella facciata principale e reca una sola campana. Conosciuta già in età medievale, si pensa che il nucleo originario di Vallenquina fosse sulla collina di fronte, verso est, dove gli agricoltori locali hanno rinvenuto parecchi residui di coppi e laterizi. Intorno al 1600 si sa che aveva ben due chiese, quella di S. Nicola e quella di S. Bartolomeo, il che lascia immaginare la presenza a quell’epoca di un nutrito numero di abitanti; nel 1804 contava solo 67 abitanti.

Vallenquina

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Teramo

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N°ABITANTI :

GRADO DI ABBANDONO:

CAUSA DELL’ABBANDONO:

TIPO DI ABBANDONO:

Nasce come piccolo borgo collinare pro-tetto da mura per difendersi dalle invasioni provenienti dal mare. A Silvi Paese una volta denominata Castel Belfiore dal primo venerdì dopo la metà di Luglio fino al martedì seguen-te c’è un avvenimento a cui non si può manca-re se si soggiorna in Abruzzo.Una mostra per le vie cittadine degli arti e i mestieri “di una volta” per rivivere insieme il passato dell’antica terra abruzzese. Chiudere gli occhi e viaggiare nel tempo rievocando usi e costumi della vita quotidiana abruzzese in un alternarsi armonico di suoni, racconti, colo-ri, mestieri e sapori.

Silvi paese