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«Pronto! Pinuccio sono…!» Queste erano le parole che ri-petevo tutti giorni da bambino, quando puntualmente mi mandavano a rispondere al telefono alla Zia Tinuccia, la so-rella di mia nonna che viveva a Celle di San Vito e che non aveva un cazzo da fare dalla mattina alla sera.

Il “Pinuccio sono” me lo sono portato dietro fino a oggi e, tra un’ufficiale eterna disoccupazione (per l’inps) e la mia vera attività di manager faccendiere, che spazia dalla ven-dita di protesi all’affitto di trulli, continuo a vivere in que-sto Mezzogiorno d’Italia, fucina di escamotage per arriva-re a fine mese.

Mio collega di vita e amico del cuore, oltre che compa-gno di banco e commilitone di servizio civile (quello che si fa per evitare il militare), è Sabino. Da piccoli eravamo fa-mosi nel quartiere, perché andavamo sempre a fare la spe-sa. Una parentesi durata poco, fino a quando è campato Zio Peppiniello.

Sabino, infatti, si intascava i soldi e diceva a Ezio il salu-miere di segnare la spesa sul conto di Zio Peppiniello che, sof-frendo di periodiche amnesie, andava a pagare e condonava una somma da fare invidia al debito pubblico del Nicaragua.

«Ho mangiato tutta ’sta roba?» borbottava Zio Peppi-niello, e noi ci divertivamo a presenziare a ogni condo-no. Si sa che l’assassino torna sempre sul luogo del delit-

“Pinuccio sono”

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to, e Sabino è sempre tornato dalle sue povere vittime, ma torna da ormai 37 anni pure a casa mia, dove ha stabili-to la sua residenza. Ogni sera puntualmente alle 18.37 se ne esce con la frase: «Me’… Pinù, resto qua a dormire che si è fatto tardi, e le macchine non mi vedono e mi posso-no mettere sotto». Dare una risposta negativa a Sabino è come chiedere indicazioni stradali a un barese… sa sem-pre come uscirsene.

Sabino, però, non è l’unico “ospite” in casa mia… C’è an-che mia Suocera, che se ne sta tipo detenuta ai domiciliari.

Nella sua vita ha fatto di tutto e pensa di avere una solu-zione a ogni cosa. Parla in continuazione, il 72 percento sono proverbi e, nonostante abbia perso il marito quarant’anni fa, continua a portare un rigido lutto molto simile al burka.

Tutto questo succede a Bari, capitale indiscussa di un Me-ridione che ammicca a levante, ma che sembra rimasto agli anni ’80. Un po’ come la mia Fiat Ritmo o il telefono a di-sco, lo stesso del “Pinuccio sono”, che non posso cambia-re un po’ per le “creative” finanze familiari un po’ perché mia Suocera pensa che il cancelletto sia un simbolo satani-co e che l’asterisco sia volgare.

Ritornando alla mia città, ci vivo da sempre, tra il lun-gomare e il quartiere stile ventennio. Tra fasci scolpiti sul-le targhe delle vie e canzoni nostalgiche che riecheggiano dalle finestre di Fonzino il monnezaro, qui il tempo sem-bra si sia fermato.

Anche i miei sogni sembrano incastrati in un passato forse già troppo lontano. Come quello di avere un posto da dipendente sopra alla Regione (N.d.A. Per “sopra” si in-tende l'azione di moto a luogo che a Bari equivale al calpestabi-le), nel Palazzo più importante della Puglia. Un sogno nato per due motivi. Primo perché abito proprio dietro la sede regionale, e quindi vi lascio immaginare che soddisfazio-ne poter andare a timbrare col pigiama per poi tornare a letto; secondo perché mio nonno faceva il parcheggiatore abusivo lì davanti e di conseguenza mi ha lasciato in ere-dità un’occupazione.

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Sogni a parte, col tempo ho capito che per fare i soldi bi-sogna tessere relazioni e nel mentre ho messo su un’impresa con Sabino, ma non nel senso di un’azienda, dico così perché lavorare con lui è una vera impresa: ogni giorno devo stare attento ai suoi “rimedi” alternativi che rasentano il codice civile e, quando va male, anche quello penale. Il trucco del successo, però, è rasentarlo senza mai sbagliare un colpo e soprattutto nascondere il proprio livello di ricchezza. Poi, se ti fai anche qualche amico tra le fiamme gialle, non guasta.

E infatti, nonostante mi possa permettere una Masera-ti, continuo a girare con una semplice Fiat Ritmo, rigoro-samente alimentata da carburante agricolo. Il mio doppio petto è costituito da una T-shirt presa dalla parrocchia, di quelle che ti regalano allo stand della FiatAgri della Fiera del Levante, e il mio ristorante preferito resta sempre Ma-rietta la Zinvosa (ossia la diversamente pulita) che fa i pan-zerotti all’angolo.

La mia vera arma è lo smartphone. Da qui parte la mia rete di conoscenze, intrallazzi e intuizioni. L’ultimo busi-ness è la promozione turistica estiva (la stagione sciistica a Bitonto è molto difficile venderla).

Da qualche anno organizzo le vacanze al Sud, soprattutto nella bella Puglia, di tanti vip. L’estate scorsa Sabino è riu-scito a chiudere un pacchetto extragold a Madonna: sulla spiaggia di Monopoli le abbiamo scritto pure due canzoni, e l’abbiamo portata al santuario della Madonna dell’Inco-ronata di Foggia, che quella è devota e ci tiene.

Tra giugno e settembre accompagniamo da Termoli a Reggio Calabria tutti gli sceicchi arabi, i maggiori espor-tatori russi e, quando ci va bene, anche Peppino di Capri. Quest’anno però, inaspettatamente, mi è capitato tra le mani un cliente di quelli forti, che dicono sia il re del mondo, ov-viamente dopo di me.

«…E anche di me.» «Sabino, sto facendo io l’introduzione. Me’, torna nel tuo!»Pling! Ecco che mi è appena arrivato un WhatsApp.

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Pinofone 10:31 77%

Gentilonionline

Message

Pinuccio hai visto? abbiamo ridotto la disoccupazione e siamo pronti per la nuova manovra.

:(

Bravo Matteo

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A inizio stagione, con Sabino faccio un elenco di possibili clienti da tenere sotto controllo. Un po’ come la lista degli invitati del matrimonio. Un modello di lavoro che ci agevo-la nell’organizzazione, ma soprattutto ci permette di com-prare l’agnello per Pasquetta con l’anticipo, accettando le prenotazioni fino al 28 marzo.

Ormai è agosto e la stagione è organizzata. «Siamo full… in overbooking… non ci sta più posto, manco se aggiungi una branda nell’antibagno o metti a dormire ai piedi del let-to lo zio ritardatario.» Le prenotazioni sono andate bene, so-prattutto per l’anticipo che ci ha portato un 200 mila euro a nero da spostare nella Banca Vaticana, che di San Marino non ci si può più fidare. Però quest’anno è mancato il vero vip.

«Ma c’è Patty Pravo!» «Ancora Sabino… la smetti di interferire! E poi quella

non è vip è milf!» Dicevo… Visto che la stagione è organizzata, il mese di

agosto lo dedico alla pesca e ai matrimoni… che quelli non mancano mai; anche perché amici e parenti portano con-tatti e voti, quando c’è campagna elettorale, e vanno cura-ti, ma questa è un’altra storia. Che poi, ’sto fatto di sposar-si ad agosto non l’ho ancora capito. Preferisco una cartella esattoriale di Equitalia a una partecipazione sotto ferrago-sto, tanto nel primo caso non la pago, mentre nel secondo

Mo’ a questo dove lo metto?

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caso, se non porti la busta, gli sposi potrebbero farti il fer-mo amministrativo dell’auto seduta stante.

Oggi vorrei dedicarmi alla pesca e, mentre inizia ad al-

beggiare, il silenzio della mia cameretta viene interrotto da un telefono che squilla. Ovviamente è il mio, la suoneria è inconfondibile. Pinuccio rispondi… e dai rispondi! Se c’è una cosa che non sopporto è svegliarmi all’alba. Specie d’esta-te, dopo aver passato la serata con gli amici. Ma quando una cosa non vuoi che accada, accade. È la solita Legge di Murphy, cioè la legge della sfiga. Decido di rispondere con l’intento di mandare affanculo chiunque sia. Dall’altra par-te una voce grossa, maschile rompe la quiete.

«Hi little Joseph, I’m Donald.» È Donald Trump. Cerco di ricompormi alla meglio, mi

schiarisco la voce e dico: «Uè, Donato, come stai?». «Bene, io venire in Italia.» Oh no, questo l’ha detto e l’ha fatto davvero, pensavo fos-

se tutto uno scherzo! Immediatamente chiedo: «Quando?».«La settimana prossima, mia figlia avere regalato me

viaggio in Puglia.» Certo, la figlia non poteva regalargli un viaggio in Corea

del Nord, e poi dopo Madonna vogliono venire tutti in Pu-glia. Sarà un’offerta lowcost.

Comunque cominciamo malissimo: questo non sa che esiste il fuso orario. Alla Casa Bianca saranno pure le sette di sera, ma a “Casa mia” sono le cinque del mattino.

Scocciato, dico: «Ah, quelle cose delle offerte all’ultimo momento. Ma tu dovevi prenotare e soprattutto manda-re l’anticipo se volevi aderire al pacchetto. Mo’ che vuoi da me?».

«Tu e Sabino portare in giro me e mia moglie. Noi piace-re questo» risponde lui in tranquillità.

A quel punto penso: “Nooo, questo viene nei giorni in cui devo andare al matrimonio di Nicola e Michela che, per l’ansia, mi hanno dato la partecipazione già un anno fa. Non posso mancare”.

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«Donato, io avere due matrimoni questa estate e in uno sono anche testimone, tengo da fare, se prenotavi alme-no a maggio riuscivo a ficcarti in un box auto con Giletti.»

«Tu avere da fare?» chiede lui.Mentre penso a come fargli cambiare idea, irrompe Sabi-

no che mi sussurra all’orecchio una proposta geniale: «Non lasciamocelo scappare, questo è il vero vip che ci mancava. Questo qua ha pure la moglie bona, dai, portiamoli in giro! Al massimo vengono al matrimonio e il regalo lo piglia lui.»

Annuisco. «E va bene, Donato, dimmi il giorno preciso e ti vengo a prendere all’aeroporto.»

«Ti mando un messaggino. Noi ci vediamo la settima-na prossima.»

«Ok, tante cose… many things.» E riattacco.La quiete del primo mattino si trasforma improvvisamente

in frastuono. Adesso tocca fare l’itinerario della Puglia per Trump e signora. Penso a quelli da pacchetto, ma sono tut-ti già piazzati, al massimo posso far fuori Raul Bova, però è un peccato, perché a mia Suocera piace come ballerino. Ma la cosa che più mi preoccupa è che, con tutti i proble-mi che ho, devo stare dietro a questi due in agosto. E se li-tigano? E se Melania non vuole dare la mano a Trump du-rante il viaggio? Io non sopporto le liti. E poi mia Suocera, che è esperta nel farsi gli affari degli altri, mi dice sempre di non mettere il dito tra moglie e marito. Lo saprà anche Trump: “Never interfere between husband and wife”. Do-vrò dirglielo, nel caso.

Ma per fortuna c’è Sabino, che conosce le lingue e tira fuo-ri idee sorprendenti come fossero caramelle proponendo: «Io me ne vado con Melania e tu te ne vai con Trump. Lon-tani per un po’, magari fanno pace e fanno un altro figlio».

«Grande, facciamo così! Grazie Sabino, se non ci fossi tu! Me’, ora torno a dormire, svegliami per il pranzo.»

Stavo sognando la pasta al forno di mia Suocera (lei ci mette anche le polpettine), quando vengo svegliato da un messaggio.

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Gruppo guerraonline

Message

Presidente Giapponeho visto un missile chi è stato?

Putinio no

Selvaggia Lucarelliio sono ad Otranto

Trumpnon credo di essere stato io ma controllo

Merkelio no anche se sarebbe bello

sicuro che non erano i festeggiamenti di un matrimonio?

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