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k ronstadt 077 periodico mensile Numero 77 Gennaio 2014 ISSN 19729669 Informarsi informando I n un clima generalizzato di tensioni sociali, conflitto, disillusione verso le istituzioni, populi- smo, demagogia, tentazioni autoritarie e derive leaderi- stiche l’informazione è la prima e fondamentale discri- minante tanto tra individui quanto tra interi progetti. Chi si informa non blatera, non ricorre a formule vuote e sterili – “tutti a casa!”, “sve- glia!”-, non si indigna pateti- camente per luoghi comuni della realtà dei quali non ha alcuna conoscenza o espe- rienza –“le tasse sul lavoro sono troppo alte!”, certo, ma quali tasse, nel dettaglio?-. Informarsi implica il diverti- mento che deriva dalla sicu- rezza di non fermarsi alla superficie, il sottile compia- cimento di poter criticare e stroncare a ragion veduta e con fatti, non battute, a effetto; Informarsi significa leggere un’opinione altrui e sentire il bisogno fisico di ri- spondere, dibattere. Kronstadt non si tira indietro – forse con presunzione, si- curamente con gioiosa pro- fessionalità- dall’indagare tutto quello che ci incuriosi- sce, di cui intorno a noi non troviamo spiegazioni o cro- nache sufficienti e convincenti; dalla città di Pa- via e le sue vicissitudini, dall’affarismo agli equilibri- smi della vivace scena politi- ca locale, fino ai grandi temi a livello nazionale e a storie d’oltreconfine e oltre mare. Le nostre voci sono, co- munque e sempre, troppo poche. Cerchiamo te, lettore. Studente distratto che ci leggi in aula studio, lettore occasionale che ci trovi nel tuo bar preferito insieme a un caffè, ignoto curioso o fu- turo fornitore di spunti giornalistici. Non chiederti se sai scrivere, quanto bene tu lo sappia fare, di quali temi indagare e scrivere. Sempli- cemente, contattaci e parlia- mo: ti racconteremo qualcosa che non sai e ti da- remo gli strumenti e l’occa- sione per tornare a raccontare, a noi e a chiunque ti circondi, qualco- sa di nuovo, da un nuovo punto di vista. Kronstadt vuole te per affermarsi come proposta alternativa e di spessore nel panorama dell’informazione e della cultura pavese. Riccardo Catenacci all'interno Locale Infiltrati, conniventi e Slot Machine // Il risiko del centrodestra Pag 2 Il faldone su Faldini Pag 3 L'arte dello sfratto // L'Arsenale Creativo Pag 4 Esteri Diritti Umani in Russia // Uomini che votano le donne Pag 5 Africa subsahariana // SudEst Asiatico e Oceania Pag 6 Nazionale A volte ritornano // Un'idea esagerata di dittatura Pag 6 Cultura Just like Jesus' son // Italia e Francia; due donne a confronto Pag 7 Relax Short News Service // Pausa Pranzo Pag 8

Kronstadt 77

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Numero di Gennaio della rivista

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Page 1: Kronstadt 77

kronstadt077periodico mensile ­ Numero 77 ­ Gennaio 2014 ­ ISSN 1972­9669

© Massimo Ghimmy

Informarsiinformando

In un clima generalizzatodi tensioni sociali,conflitto, disillusione

verso le istituzioni, populi-smo, demagogia, tentazioniautoritarie e derive leaderi-stiche l’informazione è laprima e fondamentale discri-minante tanto tra individuiquanto tra interi progetti. Chisi informa non blatera, nonricorre a formule vuote esterili – “tutti a casa!”, “sve-glia!”-, non si indigna pateti-camente per luoghi comunidella realtà dei quali non haalcuna conoscenza o espe-rienza –“le tasse sul lavorosono troppo alte!”, certo, maquali tasse, nel dettaglio?-.Informarsi implica il diverti-mento che deriva dalla sicu-rezza di non fermarsi allasuperficie, il sottile compia-cimento di poter criticare estroncare a ragion veduta econ fatti, non battute, aeffetto; Informarsi significaleggere un’opinione altrui esentire il bisogno fisico di ri-spondere, dibattere.Kronstadt non si tira indietro– forse con presunzione, si-curamente con gioiosa pro-fessionalità- dall’indagaretutto quello che ci incuriosi-sce, di cui intorno a noi nontroviamo spiegazioni o cro-nache sufficienti econvincenti; dalla città di Pa-via e le sue vicissitudini,dall’affarismo agli equilibri-smi della vivace scena politi-ca locale, fino ai grandi temia livello nazionale e a storied’oltreconfine e oltre mare.Le nostre voci sono, co-munque e sempre, troppopoche. Cerchiamo te, lettore.Studente distratto che cileggi in aula studio, lettoreoccasionale che ci trovi neltuo bar preferito insieme aun caffè, ignoto curioso o fu-turo fornitore di spuntigiornalistici. Non chiederti sesai scrivere, quanto bene tulo sappia fare, di quali temiindagare e scrivere. Sempli-cemente, contattaci e parlia-mo: ti racconteremoqualcosa che non sai e ti da-remo gli strumenti e l’occa-sione per tornare araccontare, a noi e achiunque ti circondi, qualco-sa di nuovo, da un nuovopunto di vista. Kronstadtvuole te per affermarsi comeproposta alternativa e dispessore nel panoramadell’informazione e dellacultura pavese.

Riccardo Catenacci

all'internoLocaleInfiltrati, conniventi e Slot Machine // Il risiko del centro­destra Pag 2Il faldone su Faldini Pag 3L'arte dello sfratto // L'Arsenale Creativo Pag 4EsteriDiritti Umani in Russia // Uomini che votano le donne Pag 5Africa sub­sahariana // Sud­Est Asiatico e Oceania Pag 6NazionaleA volte ritornano // Un'idea esagerata di dittatura Pag 6CulturaJust like Jesus' son // Italia e Francia; due donne a confronto Pag 7RelaxShort News Service // Pausa Pranzo Pag 8

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2 PeriodicoNumero 77Gennaio 2014locale

Cattaneo è stato male interpretato: "basta al posto di lavoro, fEsso!" <<tre segretarie per un assessore? A me piace chiamarle “le faldonze”>> Cit.

Il collettivo pavese “Senzaslot” harecentemente pubblicato un li-bro, “Vivere senza slot”, per

raccontare l’esperienza del primoanno di attività in tutta Italia. Graziealla loro cortesia, pubblichiamo unbreve estratto da un bel passaggio,“Sunset Boulevard”, in cui uno deifondatori, Mauro Vanetti, pas-seggiando dal posto di lavoro fino acasa riflette sulla storia recente diPavia e sulle derive inquietanti cheessa ha assunto.

“A noi la parola “infiltrazione” nonpiace perché lascia intendere che lamafia sia un corpo esterno (e terro-ne) che cerca, sotto mentite spoglie,di farsi strada in un organismo sano(e padano). C’è chi parla anche di“invasione” delle slot machine con lostesso retropensiero. In realtà le ma-fie, come il gioco d’azzardo, come laspeculazione edilizia, sono soltanto ilnuovo capitalismo. L’organismo“infiltrato” ha accolto volentieri que-sta “infezione”, con questo “agentepatogeno” ha firmato contratti, hasteso programmi elettorali, gli ha as-segnato appalti. Gli accusati di collu-sione con la ‘ndrangheta, che poifiniscono quasi sempre assolti o peraltre vie scampano a qualsiasi seriapunizione, i sospettati di risponderealla lobby del gioco d’azzardo, chemagari cercano pure di accreditarsicome amministratori anti-slot, quelliche molti ritengono complici deglispeculatori immobiliari, ma cheinvece finiscono per rifarsi un’imma-gine pubblica dicendo che avevanofrainteso le normative, che non sierano accorti dei palazzi che spunta-vano come funghi, che non avrebbe-ro mai immaginato che, o addiritturache è tutto un complotto, tutta que-sta gente che stava e sta nelle stanzedei bottoni quando c’è da premere ilpulsante per abbassare il ponte le-

vatoio e lasciare entrare i presunti“invasori”, ai nostri occhi sono unblocco unico e piuttosto compatto.Stanno insieme nelle istituzioni, neigiri di affari, a fare jogging lungo ilTicino o a prendere aperitiviall’ombra della statua della Minerva,mettono su Facebook le foto delle lo-ro cene pre-elettorali a casa del taleavvocato che poi risulta essere uncapocosca, o dei loro pranzi estivi aLocri proprio a casa di quello lì.Chiriaco è stato condannato a tredicianni di carcere per concorso esternoin associazione mafiosa e per altrireati meno gravi. Il Comune è tutto-ra retto dai suoi ex compagni dipartito. L’ASL ha un altro dirigente,ma ha sempre sede lì e per entrare afare un certificato o il rinnovo dellapatente bisogna passare sotto i porti-ci. Sotto i portici ci sono anche altreoneste attività private: due banche,un ristorante giapponese e una salaslot. La sala slot non ha i vetri, forseli aveva ma adesso sono coperti dauna specie di spessa pellicola di pla-stica nera su cui è ripetuto il logo colnome della sala. Il nome è molto stu-pido come tutti i nomi delle sale slot.L’ingresso ha una porta scorrevolecol campanello ed è sorvegliato daun sacco di telecamere, come ogniangolo di questa città d’altronde.Ogni tanto un assessore leghistaannuncia l’acquisto di qualche altradozzina di telecamere per seguire glispostamenti dei suoi cittadini; sa-rebbe forse più interessante piazzaretelecamere a seguire gli spostamentidegli assessori.Nelle sale slot si applicano i principisviluppati dai casinò nordamericaniper massimizzare i profitti che sipossono ricavare dalle slot machine.Sono dei minicasinò quasi completa-mente automatizzati, dove lavora so-litamente solo una persona, che sioccupa di cambiare i soldi e talvolta

di portare superalcoolici gratis perrimbambire per benino i poveri cristiseduti davanti alle macchinette.Quand’anche mancasse la molecoladell’alcool a ottundere il cervello pervia chimica, creando le condizionifavorevoli per l’adescamento, ci sonoluci lampeggianti e suoni insistentiprogettati allo scopo. L’esperienza dihigh (semplificando un po’: disballo), di entrata nella zona, che ilgiocatore problematico-patologicopuò provare in una sala slot è moltopiù forte di quella che si prova condue misere macchinette al bar.Quando qualcuno vince al bar e tuttala clientela si gira verso di lui per ilcasino del diavolo che fanno le po-che monete che cadono, ecco, quelloè un esempio del tipo di effetti sono-ri da cui si è investiti in continuazio-ne quando ci si fa mungere nelle saleslot, gli “allevamenti intensivi”dell’industria dell’azzardo,in cui le vacche siamo noi.Dentro le sale slot non cisono solo le slot, ci sonoanche le videolottery, cioèdelle diavolerie aberrantiche ti permettono di essereal tempo stesso giocatored’azzardo e telespettatore:sul monitor c’è un tavoloverde da casinò dove sigioca alla roulette, a black-jack o a vattelapesca, e lospettatore-giocatore puòscommettere soldi veri. Ècome il televoto di Sanre-mo, dove voti per farvincere qualcun altro: quiinvece voti per perdere tu.Sicuramente i signori della‘ndrangheta dal palazzo difianco potrebbero spiegarebene le funzioni occulte delle video-lottery. In una videolottery si posso-no giocare fino a 1000 euro, questo lerende perfette per il riciclaggio di de-naro sporco. Entro con 1000 euro,me li faccio cambiare in gettonivirtuali, ne gioco 10, torno alla cassacon uno scontrino che dice che mene sono rimasti 990, me li facciocambiare in denaro contante. Eccoche ho 990 euro puliti, garantiti daquello scontrino, che potrei benissi-mo avere vinto a partire da una

piccola cifra. In piccolo, è lo stessomeccanismo usato dalla camorra colSuperenalotto quando compra bi-glietti vincenti a un valore maggioredel montepremi, potendo così giusti-ficare legalmente la fonte dei suoiguadagni illeciti.A volte qualcuno pensa che noi sia-mo per togliere le macchinette daibar e confinarle soltanto nelle saleslot. Sicuramente sarebbe un passoavanti per permettere maggioricontrolli e frenare la pervasività delfenomeno azzardo, ma anche le saleslot ci stanno parecchio sulle scatolee per certi versi sono anche piùperniciose delle macchinette nei bar.Entrare è meno probabile per il gio-catore occasionale, ma uscire è anco-ra più difficile. C’è un cartellominaccioso all’ingresso che spiega laprima regola delle sale slot e dellesale bingo: non si può stare dentro

senza giocare. Quel cheaccade dietro quelle vetri-ne opacizzate non si puòvedere; sappiamo solo cheassomiglia poco allepubblicità con signorinesorridenti sedute a gambeaccavallate al tavolo dellaroulette. Una buonaapprossimazione è questa:signora settantenne mezzaubriaca, con gli occhiarrossati e lo sguardoperso, appollaiata sullosgabello, con whisky nellamano sinistra e indicedella destra appoggiatosull’unico pulsante che ènecessario premere per“giocare”; aspetta i pochisecondi che dura una gio-cata, quando tutte le ro-

telle virtuali si sono fermate, lamacchina calcola per lei quanto havinto secondo i vari allineamentipossibili delle immagini, la premiacon un rumore simpatico sia cheabbia vinto sia che abbia perso,finché la luce dentro il tasto di plasti-ca si riaccende, e il mostro viziatospalanca nuovamente la bocca, mo-stra pigramente le fauci, aspetta chegli getti dentro un altro pezzetto divita. Click.”

Collettivo Senza Slot

Il risiko del centro‐destra

Pavia, 2009, elezioni amministrative. Dopo la prematura scomparsadalla scena politica della tragica giunta Capitelli il centrodestra pavesefiuta un’occasione storica: conquistare per la prima volta la poltrona

di sindaco. Tanto disastrosa è stata l’amministrazione precedente da renderepressoché sicura la vittoria; per andare sul sicuro, il faraone Abelli e i diri-genti locali giocano un asso a livello di marketing: l’allora 29enne Ales-sandro Cattaneo è il giovane, sorridente, telegenico e simpatico candidatocapace di vincere addirittura al primo turno.5 anni dopo si torna al voto. 5 anni di amministrazione anonima, criticata,criticabile, ma non sarà questo il tema della campagna elettorale. Non sarànemmeno l’alternativa proposta dal centrosinistra (attese per inizio febbraiole primarie, candidati possibili tutti e nessuno). L’ancora giovane e semprepiù sorridente (e mediaticamente onnipresente) Cattaneo si avvicina aquello che si configura come un referendum sul suo sorriso con un’unicapreoccupazione: come tenere insieme la coalizione? Alle precedenti elezio-ni il centrodestra si presentò con una formazione che definire eterogeneasarebbe riduttivo: leghisti, pdlini, transfughi della margherita (l’ex vicesindaco Filippi con la sua lista Rinnovare Pavia) e in generale chiunque, perquanto discusso e discutibile (e, non lo si sapeva all’epoca, destinato a esse-re discusso nelle carte dell’inchiesta “ Infinito”) fosse in grado di portare indote un pugno di preferenze. 5 anni di governo, diverse tornate di nomine equalche scissione a livello nazionale dopo, le contraddizioni affiorano po-

Infiltrati,conniventie slot machines

tenti.Il liberista Fraschini, oramai detestato da tanti compagni di maggioranza do-po furibonde litigate su facebook su asm, nomine e trasparenza, pareorientato a spiccare il folle volo in compagnia di Scelta Civica e Radicali pre-sentando una propria lista civica. La Lega, dopo 5 anni trascorsi tra boutadepadane ( “terronsgohome” era la mail del neo-senatore Centinaio) e gioiosenomine (leghista è il presidente di asm, Chirichelli, al centro delle polemi-che per la questione rimborsi auto assegnati ora al vaglio della procura), do-vrebbe confermare l’alleanza. Il Pdl non esiste più: Cattaneo, scartato apriori l’abbraccio con Alfano, attende in Forza Italia tempi migliori mentrecari amici come l’assessore Trivi cercano fortuna col Nuovo centro destra.Curiosamente, in Forza Italia rimangono, oltre al sindaco, anche tutti i dissi-denti che più di tutti hanno in questi anni ostacolato Cattaneo in consigliocomunale: Arcuri, Conti, Facciotto, Guerini, Irianni, vale a dire il gruppo le-gato all’ex consigliere regionale Pesato, giornalisticamente individuati come“banda dei 4” (+1).Per esemplificare quanto la guerra di posizioni in atto riguardi temi e istanteassolutamente prossime ai reali bisogni della cittadinanza vi raccontiamo,quasi fosse una parabola evangelica, la vicenda che ha portato al dimezza-mento delle deleghe dell’assessore Galandra.Galandra, assessore alla sicurezza e polizia locale, confluisce fin dalla sua na-scita in Fratelli d’Italia. Candidato con FdI alle politiche per Pavia è CarloNola, ex deputato pdl. Giorgia Meloni, leader nazionale e candidata in pluri-me circoscrizioni, opta proprio per il collegio “Lombardia 3” (che include Pa-via) come sua circoscrizione di elezione, così facendo “fregando il posto” a

Nola. Il quale, ovviamente, ci rimane parecchio male, si incazza, si offende edecide di chiuderla, almeno temporaneamente con la politica. Gli amici diNola dai tempi di AN la prendono peggio di lui: c’è chi, rimasto nel Pdl(Irianni), non riesce a tollerare che Galandra rivesta un assessorato mentreil povero Nola è rimasto appiedato. Pesato, politicamente, vede uno spiraglioutile in cui insinuarsi e fare casino per riacquistare peso nel partito, eattacca: non è accettabile che FdI abbia un assessorato senza avere consiglie-ri (uno c’è, in realtà, ma la questione non cambia). Per sei mesi viene chie-sta la testa di Galandra, tra scambi di frecciatine, invettive contro gliautovelox, dichiarazioni pubbliche e agguati in consiglio. Se Galandra abbiaamministrato bene o male – se fosse utile riempire Pavia di telecamere,sponsorizzare ronde private in collaborazione con commercianti, perseguirecon inaudita durezza writers minorenni, ad esempio- non è questione rile-vante; Galandra deve andarsene per colpa della tessera che tiene in tasca, fi-ne. La conclusione della vicenda? Il conciliante e democristiano Cattaneotiene duro per un po’ finchè non si giunge a una illuminata mediazione: Ga-landra rimane assessore alla polizia locale ma perde la delega alla sicurezza,tornata al sindaco. Un perfetto pareggio doroteo, a tutto vantaggio della sicu-rezza della città!I protagonisti di questa simpatica e istruttiva vicenda, Cattaneo e Pesato,convivono nello stesso partito e nei prossimi mesi definiranno di concerto lecandidature alle prossime amministrative. Pensate che Cattaneo abbiatempo da perdere pensando al temibile PD?

Riccardo Catenacci

Il faldone su Faldini

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<<tre segretarie per un assessore? A me piace chiamarle “le faldonze”>> Cit.

PeriodicoNumero 77Gennaio 2014

Il collettivo pavese “Senzaslot” harecentemente pubblicato un li-bro, “Vivere senza slot”, per

raccontare l’esperienza del primoanno di attività in tutta Italia. Graziealla loro cortesia, pubblichiamo unbreve estratto da un bel passaggio,“Sunset Boulevard”, in cui uno deifondatori, Mauro Vanetti, pas-seggiando dal posto di lavoro fino acasa riflette sulla storia recente diPavia e sulle derive inquietanti cheessa ha assunto.

“A noi la parola “infiltrazione” nonpiace perché lascia intendere che lamafia sia un corpo esterno (e terro-ne) che cerca, sotto mentite spoglie,di farsi strada in un organismo sano(e padano). C’è chi parla anche di“invasione” delle slot machine con lostesso retropensiero. In realtà le ma-fie, come il gioco d’azzardo, come laspeculazione edilizia, sono soltanto ilnuovo capitalismo. L’organismo“infiltrato” ha accolto volentieri que-sta “infezione”, con questo “agentepatogeno” ha firmato contratti, hasteso programmi elettorali, gli ha as-segnato appalti. Gli accusati di collu-sione con la ‘ndrangheta, che poifiniscono quasi sempre assolti o peraltre vie scampano a qualsiasi seriapunizione, i sospettati di risponderealla lobby del gioco d’azzardo, chemagari cercano pure di accreditarsicome amministratori anti-slot, quelliche molti ritengono complici deglispeculatori immobiliari, ma cheinvece finiscono per rifarsi un’imma-gine pubblica dicendo che avevanofrainteso le normative, che non sierano accorti dei palazzi che spunta-vano come funghi, che non avrebbe-ro mai immaginato che, o addiritturache è tutto un complotto, tutta que-sta gente che stava e sta nelle stanzedei bottoni quando c’è da premere ilpulsante per abbassare il ponte le-

vatoio e lasciare entrare i presunti“invasori”, ai nostri occhi sono unblocco unico e piuttosto compatto.Stanno insieme nelle istituzioni, neigiri di affari, a fare jogging lungo ilTicino o a prendere aperitiviall’ombra della statua della Minerva,mettono su Facebook le foto delle lo-ro cene pre-elettorali a casa del taleavvocato che poi risulta essere uncapocosca, o dei loro pranzi estivi aLocri proprio a casa di quello lì.Chiriaco è stato condannato a tredicianni di carcere per concorso esternoin associazione mafiosa e per altrireati meno gravi. Il Comune è tutto-ra retto dai suoi ex compagni dipartito. L’ASL ha un altro dirigente,ma ha sempre sede lì e per entrare afare un certificato o il rinnovo dellapatente bisogna passare sotto i porti-ci. Sotto i portici ci sono anche altreoneste attività private: due banche,un ristorante giapponese e una salaslot. La sala slot non ha i vetri, forseli aveva ma adesso sono coperti dauna specie di spessa pellicola di pla-stica nera su cui è ripetuto il logo colnome della sala. Il nome è molto stu-pido come tutti i nomi delle sale slot.L’ingresso ha una porta scorrevolecol campanello ed è sorvegliato daun sacco di telecamere, come ogniangolo di questa città d’altronde.Ogni tanto un assessore leghistaannuncia l’acquisto di qualche altradozzina di telecamere per seguire glispostamenti dei suoi cittadini; sa-rebbe forse più interessante piazzaretelecamere a seguire gli spostamentidegli assessori.Nelle sale slot si applicano i principisviluppati dai casinò nordamericaniper massimizzare i profitti che sipossono ricavare dalle slot machine.Sono dei minicasinò quasi completa-mente automatizzati, dove lavora so-litamente solo una persona, che sioccupa di cambiare i soldi e talvolta

di portare superalcoolici gratis perrimbambire per benino i poveri cristiseduti davanti alle macchinette.Quand’anche mancasse la molecoladell’alcool a ottundere il cervello pervia chimica, creando le condizionifavorevoli per l’adescamento, ci sonoluci lampeggianti e suoni insistentiprogettati allo scopo. L’esperienza dihigh (semplificando un po’: disballo), di entrata nella zona, che ilgiocatore problematico-patologicopuò provare in una sala slot è moltopiù forte di quella che si prova condue misere macchinette al bar.Quando qualcuno vince al bar e tuttala clientela si gira verso di lui per ilcasino del diavolo che fanno le po-che monete che cadono, ecco, quelloè un esempio del tipo di effetti sono-ri da cui si è investiti in continuazio-ne quando ci si fa mungere nelle saleslot, gli “allevamenti intensivi”dell’industria dell’azzardo,in cui le vacche siamo noi.Dentro le sale slot non cisono solo le slot, ci sonoanche le videolottery, cioèdelle diavolerie aberrantiche ti permettono di essereal tempo stesso giocatored’azzardo e telespettatore:sul monitor c’è un tavoloverde da casinò dove sigioca alla roulette, a black-jack o a vattelapesca, e lospettatore-giocatore puòscommettere soldi veri. Ècome il televoto di Sanre-mo, dove voti per farvincere qualcun altro: quiinvece voti per perdere tu.Sicuramente i signori della‘ndrangheta dal palazzo difianco potrebbero spiegarebene le funzioni occulte delle video-lottery. In una videolottery si posso-no giocare fino a 1000 euro, questo lerende perfette per il riciclaggio di de-naro sporco. Entro con 1000 euro,me li faccio cambiare in gettonivirtuali, ne gioco 10, torno alla cassacon uno scontrino che dice che mene sono rimasti 990, me li facciocambiare in denaro contante. Eccoche ho 990 euro puliti, garantiti daquello scontrino, che potrei benissi-mo avere vinto a partire da una

piccola cifra. In piccolo, è lo stessomeccanismo usato dalla camorra colSuperenalotto quando compra bi-glietti vincenti a un valore maggioredel montepremi, potendo così giusti-ficare legalmente la fonte dei suoiguadagni illeciti.A volte qualcuno pensa che noi sia-mo per togliere le macchinette daibar e confinarle soltanto nelle saleslot. Sicuramente sarebbe un passoavanti per permettere maggioricontrolli e frenare la pervasività delfenomeno azzardo, ma anche le saleslot ci stanno parecchio sulle scatolee per certi versi sono anche piùperniciose delle macchinette nei bar.Entrare è meno probabile per il gio-catore occasionale, ma uscire è anco-ra più difficile. C’è un cartellominaccioso all’ingresso che spiega laprima regola delle sale slot e dellesale bingo: non si può stare dentro

senza giocare. Quel cheaccade dietro quelle vetri-ne opacizzate non si puòvedere; sappiamo solo cheassomiglia poco allepubblicità con signorinesorridenti sedute a gambeaccavallate al tavolo dellaroulette. Una buonaapprossimazione è questa:signora settantenne mezzaubriaca, con gli occhiarrossati e lo sguardoperso, appollaiata sullosgabello, con whisky nellamano sinistra e indicedella destra appoggiatosull’unico pulsante che ènecessario premere per“giocare”; aspetta i pochisecondi che dura una gio-cata, quando tutte le ro-

telle virtuali si sono fermate, lamacchina calcola per lei quanto havinto secondo i vari allineamentipossibili delle immagini, la premiacon un rumore simpatico sia cheabbia vinto sia che abbia perso,finché la luce dentro il tasto di plasti-ca si riaccende, e il mostro viziatospalanca nuovamente la bocca, mo-stra pigramente le fauci, aspetta chegli getti dentro un altro pezzetto divita. Click.”

Collettivo Senza Slot

Il risiko del centro‐destra

Pavia, 2009, elezioni amministrative. Dopo la prematura scomparsadalla scena politica della tragica giunta Capitelli il centrodestra pavesefiuta un’occasione storica: conquistare per la prima volta la poltrona

di sindaco. Tanto disastrosa è stata l’amministrazione precedente da renderepressoché sicura la vittoria; per andare sul sicuro, il faraone Abelli e i diri-genti locali giocano un asso a livello di marketing: l’allora 29enne Ales-sandro Cattaneo è il giovane, sorridente, telegenico e simpatico candidatocapace di vincere addirittura al primo turno.5 anni dopo si torna al voto. 5 anni di amministrazione anonima, criticata,criticabile, ma non sarà questo il tema della campagna elettorale. Non sarànemmeno l’alternativa proposta dal centrosinistra (attese per inizio febbraiole primarie, candidati possibili tutti e nessuno). L’ancora giovane e semprepiù sorridente (e mediaticamente onnipresente) Cattaneo si avvicina aquello che si configura come un referendum sul suo sorriso con un’unicapreoccupazione: come tenere insieme la coalizione? Alle precedenti elezio-ni il centrodestra si presentò con una formazione che definire eterogeneasarebbe riduttivo: leghisti, pdlini, transfughi della margherita (l’ex vicesindaco Filippi con la sua lista Rinnovare Pavia) e in generale chiunque, perquanto discusso e discutibile (e, non lo si sapeva all’epoca, destinato a esse-re discusso nelle carte dell’inchiesta “ Infinito”) fosse in grado di portare indote un pugno di preferenze. 5 anni di governo, diverse tornate di nomine equalche scissione a livello nazionale dopo, le contraddizioni affiorano po-

Ma chi è Faldini questo esoti-co esemplare di fauna poli-tica pavese? Faldini è l’ex

segretario cittadino della Margherita,ex postino, ex e basta. Arzillocinquantenne cattolico, membro divarie associazioni politico-culturali(che malelingue dicono usi per finielettorali) con la peculiare capacitàdi indossare in modo sprezzante gliocchiali da sole. I suoi nemici natu-rali sono il baby alcolismo, chi lapensa diversamente da lui e il babygioco d’azzardo. La sua arma preferi-ta è il proibizionismo (al che vi chie-derete come mai vi siamo così tantiragazzini ubriachi il sabato sera). As-sessore alle politiche giovanili, eco-nomato, formazione professionale,mense scolastiche, personale e istru-zione, si diletta a distruggere ciò cheprecedenti giunte (e dirigenti)hanno faticosamente costruito. Lasua gestione (alla deriva?) èalquanto creativa. Basti pensare co-me sembri più interessato a regalare45.000 euro agli oratori, 25.000 nel2012 e 20.000 nel 2013, e organizzareballi e aperitivi del clero in piazzaDuomo (ci siete passati? Credo siauno dei segni dell’apocalisse) cheverificare se le sue “brillanti” ini-ziative siano andate o meno a buonfine. Noi gli risparmiamo la fatica suun paio di questioni: magari si ètroppo affaticato con quelli che alcu-ni definiscono “salti della quaglia”elettorali o a evitare l’arcinemicoCentinaio (ex vicesindaco ed ex as-sessore alla cultura, ora senatore. Idue si mal sopportavano).Nel 2011 il Comune tentò un bandoANCI, Associazione Nazionale Co-muni Italiani, di cui il nostro @Ale-Sindaco (Alessandro Cattaneo,Sindaco di Pavia dal 2009 ad oggi)era vicepresidente, con l’intento diprodurre e rendere sostenibili servi-zi per gli universitari; produsse ilprogetto P.A.V.I.A. (Partecipare, Abi-tare, Valorizzare, Ideare, Ascoltare lacittà: fantasia portami via) che riuscì

a strappare il sesto posto in gra-duatoria e ottenere 200.000 euro difinanziamenti.Qualche appunto: il bando dava unaTRACCIA su ciò che sarebbe statoapprezzato; se aveste la possibilità didare un’occhiata vedreste che tracciae progetto coincidono. Proba-bilmente sono state convocate asso-ciazioni di settore sui singoli temi esono stati spremuti per ottenere unamacedonia senza un’idea di insieme.Un paio di altri particolari: 1) è statocoinvolto il CAV, Centro Aiuto allaVita, associazione di volontariato(ovviamente prossima ai cattolici, c’èda sottolinearlo?) rivolta alle madri(o desideranti tali) in difficoltà 2) so-no stati esclusi la maggioranza deiprogetti dell’UDU con la scusantedel, parafrasando, “sono progettidoppioni, voi siete volontari, gli altrino, ci fidiamo più di loro” . In veritàvi erano differenze sostanziali.Tra vari punti di cui il progetto ècomposto, il valente Faldini si pre-occupa, tra gli altri del punto B2(Agenzia casa) e del D1 (carta giova-ni). L’agenzia casa, si legge nel docu-mento presentato ad ANCI, èpensata per gli studenti universitari,per aiutarli a trovare casa. Si sarebbedovuta situare presso lo Spazio Gio-vani Comunale. Costo preventivato:12.000 euro, 40% attraverso il cofi-nanziamento locale (4800 Comune,7200 ANCI). Il risultato è visibile suhttp://universita.comune.cremo-na.it/crarchivio/nome_citta/pavia/ .Vi risparmio la fatica: ci sono 3appartamenti. Cinque domande: 1)

Perché Cremona? 2) Quanto effetti-vamente si è speso? 3) Dove sono fi-niti i soldi? 4) L’assessore èsoddisfatto di questo risultato? 5) Ilvaloroso Faldini avrà il coraggio diprendersi la responsabilità di questo(almeno per i non i degustatori di sa-lami oculari) fallimento?La carta giovani invece è una carta(solo per universitari RESIDENTI aPavia: qui i terroni non li vogliamo)che darebbe sconti,convenzioniecc…ecc… Stavoltail costo preventi-vato è 32840 euro.Le carte preventi-vate sono sulle duemigliaia: ne sonostate sottoscrittemeno di cinque-cento. Quattro do-mande chedovrebbero esserespontanee: quantosono state usate?Quanto sono stateutili? Anche qua il mite Faldini sisente soddisfatto?L’agguerrito assessore alle politichegiovanili è stato un fiero sostenitoredell’area concerti al Ticinello. Un po’di storia: con l’insediamento dellagiunta Cattaneo, in seguito ad alcuneproteste dei residenti, l’ultimoCreative Jamming Festival fu spo-stato dal fossato del Castello al Tici-nello (con solo una settimana dipreavviso). Da lì in poi, il comuneha sempre cercato di trasferire glieventi musicali (non totalmente verocome spiegherò più avanti) sulbellissimo lungofiume in via Bo-schetti. Per tacitare le associazionigiovanili che organizzavano eventigratuiti su questo cambio di location

che dimezzava la partecipazione aparità di artistico e pubblicità, il Co-mune (nella persona, ovviamente,dell’eccellente Faldini) si impegnavaa rendere l’area agibile, comoda, uti-lizzata da tutti (in modo da farla co-noscere), e con i servizi adatti adun’area concerti. Il primo tentativofu con la terza edizione del MaggioPavese, festival della durata di unmese organizzato da GiPPa: l’area

scelta dalle istituzio-ni era inadatta perun concerto (areaindicata precisa-mente ben prima dipiantare palco etende) e, saltata laserata di apertura,gli organizzatori sisono trovati costrettia spostare tuttoqualche centinaio dimetri più ad ovest,sul campo da calcioin uso del CUS (vi la-scio immaginare le

condizioni del manto erboso dopoun mese di concerti). Negli anni aseguire l’unica promessa mantenutafu quella di installare i pilonidell’illuminazione (nota divertente:il primo progetto per l’installazione[ovviamente mai realizzato] avevaun costo preventivato di 88.000 eu-ro). Come è finita la questione? Chipoteva non andare a Ticinello l’hafatto mentre chi aveva abbastanzainfluenza (o fondi) ha ottenuto il ca-stello e gli altri hanno chiuso (sì,anche GiPPa, ha deciso di chiuderequest’anno). Ma... Chi ha orga-nizzato concerti ed eventi nell’areaconcerti? Potrei sbagliarmi ma sonoalquanto sicuro che gli unici confi-nati sul fiume siano stati proprio iragazzi del Maggio Pavese. A pensarmale…Non voglio questionare la buona fe-de dell’ex sodale Faldini ma undubbio, dopo questi errori, sulle suecapacità amministrative è legittimoporselo.

Katya Shu

Informarsiinformando

In un clima generalizzatodi tensioni sociali,conflitto, disillusione

verso le istituzioni, populi-smo, demagogia, tentazioniautoritarie e derive leaderi-stiche l’informazione è laprima e fondamentale discri-minante tanto tra individuiquanto tra interi progetti. Chisi informa non blatera, nonricorre a formule vuote esterili – “tutti a casa!”, “sve-glia!”-, non si indigna pateti-camente per luoghi comunidella realtà dei quali non haalcuna conoscenza o espe-rienza –“le tasse sul lavorosono troppo alte!”, certo, maquali tasse, nel dettaglio?-.Informarsi implica il diverti-mento che deriva dalla sicu-rezza di non fermarsi allasuperficie, il sottile compia-cimento di poter criticare estroncare a ragion veduta econ fatti, non battute, aeffetto; Informarsi significaleggere un’opinione altrui esentire il bisogno fisico di ri-spondere, dibattere.Kronstadt non si tira indietro– forse con presunzione, si-curamente con gioiosa pro-fessionalità- dall’indagaretutto quello che ci incuriosi-sce, di cui intorno a noi nontroviamo spiegazioni o cro-nache sufficienti econvincenti; dalla città di Pa-via e le sue vicissitudini,dall’affarismo agli equilibri-smi della vivace scena politi-ca locale, fino ai grandi temia livello nazionale e a storied’oltreconfine e oltre mare.Le nostre voci sono, co-munque e sempre, troppopoche. Cerchiamo te, lettore.Studente distratto che cileggi in aula studio, lettoreoccasionale che ci trovi neltuo bar preferito insieme aun caffè, ignoto curioso o fu-turo fornitore di spuntigiornalistici. Non chiederti sesai scrivere, quanto bene tulo sappia fare, di quali temiindagare e scrivere. Sempli-cemente, contattaci e parlia-mo: ti racconteremoqualcosa che non sai e ti da-remo gli strumenti e l’occa-sione per tornare araccontare, a noi e achiunque ti circondi, qualco-sa di nuovo, da un nuovopunto di vista. Kronstadtvuole te per affermarsi comeproposta alternativa e dispessore nel panoramadell’informazione e dellacultura pavese.

Riccardo Catenacci

tenti.Il liberista Fraschini, oramai detestato da tanti compagni di maggioranza do-po furibonde litigate su facebook su asm, nomine e trasparenza, pareorientato a spiccare il folle volo in compagnia di Scelta Civica e Radicali pre-sentando una propria lista civica. La Lega, dopo 5 anni trascorsi tra boutadepadane ( “terronsgohome” era la mail del neo-senatore Centinaio) e gioiosenomine (leghista è il presidente di asm, Chirichelli, al centro delle polemi-che per la questione rimborsi auto assegnati ora al vaglio della procura), do-vrebbe confermare l’alleanza. Il Pdl non esiste più: Cattaneo, scartato apriori l’abbraccio con Alfano, attende in Forza Italia tempi migliori mentrecari amici come l’assessore Trivi cercano fortuna col Nuovo centro destra.Curiosamente, in Forza Italia rimangono, oltre al sindaco, anche tutti i dissi-denti che più di tutti hanno in questi anni ostacolato Cattaneo in consigliocomunale: Arcuri, Conti, Facciotto, Guerini, Irianni, vale a dire il gruppo le-gato all’ex consigliere regionale Pesato, giornalisticamente individuati come“banda dei 4” (+1).Per esemplificare quanto la guerra di posizioni in atto riguardi temi e istanteassolutamente prossime ai reali bisogni della cittadinanza vi raccontiamo,quasi fosse una parabola evangelica, la vicenda che ha portato al dimezza-mento delle deleghe dell’assessore Galandra.Galandra, assessore alla sicurezza e polizia locale, confluisce fin dalla sua na-scita in Fratelli d’Italia. Candidato con FdI alle politiche per Pavia è CarloNola, ex deputato pdl. Giorgia Meloni, leader nazionale e candidata in pluri-me circoscrizioni, opta proprio per il collegio “Lombardia 3” (che include Pa-via) come sua circoscrizione di elezione, così facendo “fregando il posto” a

Nola. Il quale, ovviamente, ci rimane parecchio male, si incazza, si offende edecide di chiuderla, almeno temporaneamente con la politica. Gli amici diNola dai tempi di AN la prendono peggio di lui: c’è chi, rimasto nel Pdl(Irianni), non riesce a tollerare che Galandra rivesta un assessorato mentreil povero Nola è rimasto appiedato. Pesato, politicamente, vede uno spiraglioutile in cui insinuarsi e fare casino per riacquistare peso nel partito, eattacca: non è accettabile che FdI abbia un assessorato senza avere consiglie-ri (uno c’è, in realtà, ma la questione non cambia). Per sei mesi viene chie-sta la testa di Galandra, tra scambi di frecciatine, invettive contro gliautovelox, dichiarazioni pubbliche e agguati in consiglio. Se Galandra abbiaamministrato bene o male – se fosse utile riempire Pavia di telecamere,sponsorizzare ronde private in collaborazione con commercianti, perseguirecon inaudita durezza writers minorenni, ad esempio- non è questione rile-vante; Galandra deve andarsene per colpa della tessera che tiene in tasca, fi-ne. La conclusione della vicenda? Il conciliante e democristiano Cattaneotiene duro per un po’ finchè non si giunge a una illuminata mediazione: Ga-landra rimane assessore alla polizia locale ma perde la delega alla sicurezza,tornata al sindaco. Un perfetto pareggio doroteo, a tutto vantaggio della sicu-rezza della città!I protagonisti di questa simpatica e istruttiva vicenda, Cattaneo e Pesato,convivono nello stesso partito e nei prossimi mesi definiranno di concerto lecandidature alle prossime amministrative. Pensate che Cattaneo abbiatempo da perdere pensando al temibile PD?

Riccardo Catenacci

Il faldone su Faldini

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4 locale

L'arsenale? Casa chiusa! Ehm... Caso chiuso!

esteriPeriodicoNumero 77Gennaio 2014

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Il dramma degli sfratti a Pavianon conosce tregua e presentapagine anche particolarmente

cruente. Il 15 Novembre, in segno diprotesta, lo scultore Stefano Biancosi taglia un orecchio durante l’esecu-zione dello sfratto dalla sua abitazio-ne. Sentiamo il racconto di questoepisodio direttamente dal protagoni-sta.

Allora, innanzi tutto, come stai?Sto bene, c'è stata questa piccolaseccatura dell'orecchio riattaccato inritardo: è andato in necrosi e si è do-vuto operare di nuovo. Ho fatto ilbis, ma niente di che...

Il fatto risale al 15 novembre. Erauna cosa annunciata, l'avevianche scritto su Facebook.Sì, annunciata ma anticipata per duecoincidenze: era già quattro anni fache volevo mettere in atto questo ge-sto che nasce come una protesta neiconfronti del non riconoscimento deldiritto d'autore da parte dei giudici;con lo sfratto si è presentata l'occa-sione e mi sono detto che era il mo-mento. Per questo si può dire che siastata stra-annunciata! Sfratto esegui-to con un blitz fatto senza preavviso,che è una cosa gravissima. Le moda-lità di sfratto a Pavia sono una cosavergognosa. Ritengo poi chel'ufficiale giudiziario Gallo, con cuiho avuto a che fare, vada trasferitoad altro incarico

Ad oggi quasi ogni giorno a Paviasi ha notizia di uno sfratto.E’ l'ufficiale giudiziario che decide i

tempi, e questo potrebbe essereportone aperto a un possibiletentativo di corruzione. Adesso, ionon prove per dire che qualcunoprenda soldi da chi vuole sfrattare lagente, e infatti non lo dico... Mitengo i miei personali sospetti. Sonoanche andato in Procura a fare unadenuncia e tornerò per farne un'altrasoprattutto a tutela delle mie opere.

Come mai?Dentro casa mia ci sono trecentoopere che devono essere trattate inuna certa maniera nonostante losfratto. Quindi la questione diportarle via col camion e metterleall'asta sono tutte cose non vere, so-no pressioni psicologiche neiconfronti di chi viene sfrattato, pres-sioni su soggetti che in quel mo-mento sono deboli ed è veramentevergognoso. Oltretutto sembra chenessuno stia dalla parte di questagente, in particolare le istituzioni.

Dopo che è successo tutto quantohai ricevuto manifestazioni di so-lidarietà, qualche telefonata daun qualsiasi rappresentante delleistituzioni?No, niente...neanche sostegno psico-logico. Io comunque sono un artistae riesco a gestire questa cosa grazieall'uso della body art ma di questopasso c'è il rischio che prima o poi ciscappi il morto.Nonostante la persona razionalizzi almassimo si ha comunque una caricadi frustrazione e rabbia che montadentro. Se non la si sa incanalarepuò portare anche al peggio. Do-vrebbe essere fondamentale la pre-

senza di un assistente sociale almomento dello sfratto per tutelare ipiù deboli, invece non succede. Ionon contesto tanto il diritto di chisfratta, quello che manca èl'ammortizzatore sociale. E' impensa-bile, a torto o a ragione, di metterepersone in mezzo alla strada senzaalternative.

Prima dello sfratto ti è stata pro-posta una soluzione alternativa?No, assolutamente niente. Io perlo-meno mi aspettavo che il comune diPavia intervenisse per dare unacollocazione alle sculture. Invecenon è successo.

Tornando al discorso della bodyart, tu stesso hai definito il tuogesto non un atto di disperazionema una performance artistica te-sa a lanciare un messaggio diprotesta.Si la protesta era il messaggio che vo-levo comunicare e l'ho fatto attra-verso la body art. L'usare il propriocorpo per lanciare un messaggio èsempre stato fatto dagli artisti e cre-do che siamo arrivati ad un punto incui bisogni tornare a farlo. Non chetutti debbano tagliarsi un orecchio,ma un messaggio è importante seviene ascoltato dalla gente e così,perlomeno, non passa inosservato.

Hai dei progetti futuri per porta-re avanti questo messaggio?Vorrei mettere in esposizionel'orecchio in una catena di galleriedisposte a mostrarlo per una sera,una sorta di “pellegrinaggio laico”che parta da Torino e tocchi diversecittà d'Italia tramite appunto le galle-rie. Non grandi gallerie ma quelleche hanno bisogno di guadagnarsiuno spazio. E' importante uscire

dalla noia e dall'indifferenza.

Ora dove vivi?Non ho fissa dimora, un po' da miofratello, un po' dai parenti...vai co-munque a scombussolargli la vita epreferisco cavarmela per conto mio:stanotte per esempio ho dormito allastazione centrale di Milano ed è statobello osservare il clima di solidarietàtra le persone che dormono lì. E’incredibile.

La tua famiglia sapeva e, nel caso,era d'accordo in merito alla deci-sione di tagliarti l'orecchio?Sì: da mia moglie ai miei figli tuttisono stati d'accordo; c'è stato ovvia-mente l'attimo di apprensione per lamia salute ma hanno capito perfetta-mente il motivo.

Sembra, alla fine di tutto questodiscorso, che le speranze rimastesiano poche.E' per questo che voglio portare ilmio messaggio soprattutto all'estero,perché in Italia ormai non si può piùmettere una pezza. E la cosa peggio-re di Pavia è che è governata da gio-vani che sono più vecchi dei vecchi.Non c'è niente che possa stimolaregli universitari, si riducono a esseresolo persone che pagano affitti as-surdi per appartamenti di merda.

A Pavia c'è speranza se viraggruppate, andate in municipio e liprendete tutti a calci nel culo.

Lucia Ninivaggi

Lo scorso 15 dicembre si èsvolto in Cile il ballottagio perle elezioni presidenziali che

hanno vistro trionfare con circa il 62% delle preferenza la candidata dellacoalizione di centro-sinistra NuovaMaggioranza, Michelle Bachelet, giàPresidente dal 2006 al 2010. EvelynMatthei, leader della coalizione dicentro-destra, non ha saputo racco-gliere i consensi persi durante loscorso mandato dal Presidenteuscente e suo compagno di partito,Sebastian Pinera; l’astensione hainfatti raggiunto quasi il 60%, datostorico per il paese. Altro dato rile-vante è inoltre l’ingresso nelCongresso Nazionale di CamillaVallejo, leader del Movimento stu-dentesco cileno che era salita alla ri-balta nel 2011 durante l’ondata dimanifestazioni di protesta degli indi-gnados nel suo paese. Giovanissima,combattiva e carismatica, la sua figu-ra era diventata popolare anche inEuropa, dove è dai tempi di KohnBendit che manca una figura dispicco alla guida dei movimenti poli-

tici giovanili. Nuova Maggioranza,pur comprendendo anche partiti dicentro, ha un programma moltomarcato sui principi della socialde-mocrazia e Bachelet ha promessoche in caso di vittoria si impegnerà ariformare e rendere accessibili a tuttil’istruzione e la sanità. La sfida chesi è svolta in Cile ha quindi vistocontrapposte due donne, una figliadi un oppositore del regime di Pino-chet, l’altra figlia di un suo sostenito-re, entrambe sulla sessantina,autorevoli nella propria coalizione econ idee ben chiare su quale politicaseguire; ma questa non è un’anoma-lia per il continente sudamericano. Igoverni dei due paesi di maggiorinfluenza, Brasile e Argentina, sonoinfatti anch’essi guidati da unadonna: Dilma Roussef e ChrstinaKirchner rispettivamente. Roussef,considerata una novella Tatcher diorientamento più socialista, era statascelta a sorpresa dal suo predecesso-re, Lula, per la guida di quella che èa tutti gli effetti una potenza econo-mica emergente. Una crescita della

classe media che però ha lasciatoindietro una parte consistente dellapopolazione la quale, a partire dallascorsa estate, ha cominciato a mani-festare violentemente contro il go-verno, in particolar modo inoccasione della Confederations Cupverso fine giugno. Il Brasile restainfatti uno tra i paesi con le più evi-denti diseguaglianze sociali e, nono-stante una certà stabilitàistituzionale, alla crescita economicacontinuano ad accompagnarsi unacorruzione dilagante ed un’inade-guatezza dei servizi. Il presidenteRoussef si è comunque detta fiducio-sa perchè, secondo lei, ciò che chie-dono i manifestanti non sarebbe unpasso indietro ma un’ accelerazionedel processo che lei ed il suo prede-cessore stanno portando avanti daanni. Resta da vedere come e se nelprossimo anno, quando l’attenzionedi tutto il mondo sarà puntata sulsuo paese anche in occasione deiMondiali di calcio 2014, saprà venireincontro alle esigenze di un popolosempre più consapevole dei suoi di-ritti. Cristina Fernandez de Kirchner,invece, è la moglie del defunto presi-dente Nestor Kirchner, colui che nel2003 aveva preso in mano un paesesull’orlo della recessione ed era riu-scito nel giro di quattro anni a ri-

metterne l’economia in piedi. Elettanel 2007 sotto la scia dell’entusiasmoche aveva accompagnato il mandatodi suo marito, nelle ultime elezionilegislative a fine ottobre ha tuttaviavisto notevolmente ridotta la suamaggioranza nel parlamento e non èscontato che corra per il prossimomandato. Dal marito ha ereditatouna linea politica che lui stesso defi-nì, a colloquio con George W.Bush, “nè di destra nè di sinistra”, ma checomunque non è riuscita del tutto ascacciare i fantasmi della passata cri-si nonostante le numerose statalizza-zioni.Sebbene in questi tre paesi, in parti-colar modo in Brasile, siano ancoramolto diffuse le violenze domestichee la condizione della donna siatutt’altro che egualitaria, fa riflettereil fatto che senza il bisogno di parla-re di quote rosa, all’interno di ri-spettivi gruppi dirigenti si sia sceltoin tutti i casi una donna capace, nonin quanto donna, ma in quantocapace. Nessuna di loro ha maisottolineato o marcato la propriaappartenza al genere femminile,offrendo così la più grande dimostra-zione di emancipazione.

Federico Moretti

Lo scorso Novembre l’As-semblea Generale dell’ONU hadetto sì con 176 i voti su 193

all’ingresso della Federazione Russianel Consiglio per i diritti umanidell'ONU, dopo un anno di pausa. Lavotazione è stato motivo di protestada parte di alcune organizzazioniche si battono per i diritti umani, co-me Human Rights Watch o AmnestyInternational, secondo le quali lerappresentanze di Russia, Cina, Cu-ba e Arabia Saudita "getta un'ombrasul ruolo del Consiglio stesso". LaRussia rappresenta un partnercommerciale fondamentale per l'Eu-ropa con in testa l'Italia e questopare giustificare la sufficienza con laquale viene affrontata la questionedei diritti umani in questo paese.Senza dover fare richiami aidrammatici fatti degli anno scorsicome il caso Anna Stepanovna Polit-kovskaja o la sistematica eliminazio-ne dell'opposizione politica benriassunta dall'Ong freedomhouse(http://www.freedomhouse.org/re-port/contending-putins-russia/chro-nology), diversi episodi solonell'ultimo anno fanno capire comeil livello d'attenzione sul problemadovrebbe essere ben più serio: Inuna lettera di denuncia di NadezhdaTolokonnikova una delle compo-nenti delle Pussy Riot arrestata(condannata a 2 anni di lavoroforzato per la terribile colpa di avereseguito una "preghiera Punk" pres-so la chiesa di Cristo Salvatore a Mo-sca per chiedere che Putin fossecacciato via) aveva annunciato l'ini-zio di uno sciopero della fame perprotestare, oltre che per le disastrose

condizioni igienico-sanitarie, per lecondizioni disumane dei campi di la-voro della Mordovia dove le detenu-te erano costrette sotto pressionepsicologica e in barba al regola-mento, che funge solo da specchiettoper le allodole, a lavorare più di 16ore al giorno 7 giorni su 7 in condi-zioni disumane. Innumerevoli i casidi violenza e repressione neiconfronti della comunità LGBT russain molti casi col beneplacito delleistituzioni, l'attivista AnastasiaSmirnova denuncia persino che as-sociazioni anti-gay stanno postinoimmagini e informazioni personalidi attivisti LGBTI sui loro siti e i so-cial network rendendoli facili bersa-gli di nuove aggressioni.Secondo Freedomhouse(http://www.freedomhou-se.org/country/russia) la Russia vie-ne classificata come paese nonlibero per quanto riguarda i mezzi dicomunicazione con stampa non libe-ra e Internet solo parzialmente libe-ro. Secondo Amnesty International:"negli ultimi due anni le autoritàrusse hanno promulgato una serie dileggi che limitano la libertà diespressione, associazione e riunione.Queste leggi ostacolano il legittimoruolo della società civile in Russia esoffocano l'iniziativa, la creatività elo sviluppo delle associazioni. Ledisposizioni legislative in questioneincludono:- un'ulteriore criminalizzazione delladiffamazione punibile con multeancora più pesanti, che inibiscono lecritiche dei media e delle Organizza-zioni non governative sui funzionarie sui rappresentanti politici;- nuove e restrittive regole per le

manifestazioni pubbliche con lacomminazione di ammende moltoelevate in caso di violazione, checreano un disastroso effetto sul di-ritto di riunione pacifica;- una nuova e generica definizionelegale di "tradimento" che potrebbepotenzialmente criminalizzare l'atti-vismo per i diritti umani;

- nuovi regolamenti per le associa-zioni non-profit e per le organizza-zioni non governative. Quelle chericevono finanziamenti da fonti este-re e sono coinvolte in "attività politi-che" (descrizione estremamentevaga che include attività di pressionee di influenza dell'opinione pubbli-ca) sono obbligate a registrarsi e de-finirsi pubblicamente "agentistranieri", termine che in Russia èconnotato in modo fortemente ne-gativo. Nel caso ciò non avvengal'organizzazione può essere chiusa eil suo leader perseguito con il ri-schio di essere anche imprigionato.Inoltre la legge impone nuovi gravo-si obblighi alle Organizzazioni nongovernative;- una legge che impone nuove pe-santi multe per "la propaganda di re-lazione sessuali non tradizionali fra iminori" colpendo la comunità Lgbtile cui attività pubbliche organizzatedagli attivisti saranno definite fuorilegge limitando così le attività delleorganizzazioni, che saranno ulte-

riormente stigmatizzate e discrimi-nate;- una legge che criminalizza "le offe-se ai sentimenti religiosi dei cre-denti", un altro tentativo di imporrealle persone cosa dire o non dire."Oltre a queste nuove leggi esiste nelcodice russo il divieto per le famiglienon tradizionali di crescere deibambini, non a caso recentemente èuscito il caso delle adozioni dibambini russi che sarebbe possibilesolo in Italia fra i paesi occidentali,per l'assenza nel nostro paese di unanormativa che tuteli le coppie gay.Tale legge ha ripercussioni gravissi-me sia sui diritti che socialmentepoiché limita pesantemente la possi-bilità di adozioni non essendo classi-ficabili come famiglia convenzionalele coppie gay, i singol o i vedovi. Iltutto in un paese in cui si hal'impressionante e drammatico nu-mero di un milione di bambini chevivono per la strada(in Russia le temperature invernaliarrivano tranquillamente a -30 nellezone popolate). Comprendendo lanecessità diplomatica che lo scenariointernazionale impone ci si deve do-mandare però quanto l'indulgenzaverso la Federazione Russa sia vera-mente necessaria o piuttosto sia fi-glia degli interessi economici.Interessi economici che peraltro so-no di difficile valutazione se è veroper esempio che le centrali idroe-lettriche sul territorio italiano sonoin forte crisi per la difficoltà avendere la propria energia ad unprezzo competitivo rispetto a quellodel gas russo.

Jco

L’arte dello sfratto

Èil 20 Gennaio 1998 e con la

ristrutturazione del Ministerodella Difesa si decreta la dismis-

sione dell'Arsenale, area militare atta“all'approvvigionamento e al mante-nimento di mezzi e materiali del Ge-nio”. Ubicato in via Riviera, siestende fino alle sponde del Ticinocoprendo un'area di 140.000 mq conedifici e capannoni che risalgono final 1861. Il complesso che occupava234 lavoratori (in seguito dislocatialtrove, non avendo potuto usufruiredi un trasferimento presso le istitu-zioni locali) viene prima destinato(grazie a Formigoni) a polo della pro-tezione civile, poi trasferito a Pia-cenza in quanto le infrastrutture e lalogistica della città emiliana eranomigliori, riprendendo brevementel'attività nel periodo 2004-2007, pri-ma della chiusura definitiva avvenu-ta nel 2008.Pochi giorni fa il Ministro dell'Econo-mia ha permesso la vendita contrattativa privata della zona. Ultimoostacolo: il benestare del Ministrodei Beni Culturali (ma la so-vraintendenza che fa?). Il ricavatodella vendita di quest'area, se si se-guisse il precedente che fu per Mila-no, dovrebbe fruttare al Comune diPavia il 15%. L'area è in capo a Dife-sa Spa, società costituita da La Russa

(all'epoca Ministro della "guerra")per "gestire" le proprietà immobiliaredell'esercito (o meglio, sbarazzarse-ne).Da parecchio tempo si vocifera di va-ri progetti che dovrebbero nascerenell'area (Porto turistico? Polo Scola-stico da 4000 studenti? La tramvia di6 km?) molto probabilmente naufra-gati inesorabilmente, tra menefre-ghismo ed incapacità delleistituzioni. A pensar bene. Oppure sipuò pensare il tutto nell'ottica dellasvendita dei beni pubblici (praticache in Italia è considerato sport na-zionale).Queste poche righe non vogliono es-sere una mera testimonianza di fattiaccaduti o che stanno accadendo mauno sprone a muoversi e poter farequalcosa per uno dei più importantipezzi di storia e di architettura indu-striale della città. Non ci si può fida-re di questa o quella promessaelettorale, non importa se in buonafede o spesa a soli fini elettorali: bi-sogna che i cittadini, le associazionie tutto quel tessuto sociale che vuoleche su quel lembo di terra non sivadano a costruire ulteriori case(vuote), si mettano in contatto,facciano azioni e pressioni edelaborino un progetto alternativo,funzionale e civico.

Personalmente mi piacerebbe vedereun'area dove associazioni, cultura,tempo libero, sport, artisti, artigiani,laboratori possano integrarsi creandouna fucina di idee e legami sociali,economia territoriale e sviluppopersonale, magari, finalmente,dando vita ad uno stile e ad un gustotutto pavese. Un'area che sappiaorganizzarsi il più autonomamentepossibile in modo da non doversubire eccessivamente le pressioni diquesta o quella giunta di turno.Un'area gestita dai cittadini, per icittadini. Sarebbe interessantevedere costituirsi un coordinamentoche porti avanti progetto e battaglia.Tanto per dare qualche idea, magariun cinema, dato che Pavia ne èrimasta quasi totalmente priva. O

un'area concerti vera e non quellepromesse e non funzionali daComune e Provincia. Un posto doveci sia un'alternativa alla televisionela sera, insomma. Un posto doveincontrare gente nuova o rincontrarele persone già conosciute. Oppure unlaboratorio di riuso e riciclo? Unluogo dove sviluppare il propriohobby insieme ad altre persone chelo coltivano? Dove avere lapossibilità di poter impararequalcosa di nuovo ogni sera? Di direla propria a modo proprio? Tuttoquesto non ce lo darà mai nessuno,se non noi stessi, rimboccandoci lemaniche e impegnandoci anche perquesta fantasia.

Andrea Michielon

L'Arsenale Creativo

Diritti umani in Russia

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L'arsenale? Casa chiusa! Ehm... Caso chiuso!

5esteri

La parità dei sessi sarà raggiunta quando non ci preoccuperemo più dei genitali

PeriodicoNumero 77Gennaio 2014

Il dramma degli sfratti a Pavianon conosce tregua e presentapagine anche particolarmente

cruente. Il 15 Novembre, in segno diprotesta, lo scultore Stefano Biancosi taglia un orecchio durante l’esecu-zione dello sfratto dalla sua abitazio-ne. Sentiamo il racconto di questoepisodio direttamente dal protagoni-sta.

Allora, innanzi tutto, come stai?Sto bene, c'è stata questa piccolaseccatura dell'orecchio riattaccato inritardo: è andato in necrosi e si è do-vuto operare di nuovo. Ho fatto ilbis, ma niente di che...

Il fatto risale al 15 novembre. Erauna cosa annunciata, l'avevianche scritto su Facebook.Sì, annunciata ma anticipata per duecoincidenze: era già quattro anni fache volevo mettere in atto questo ge-sto che nasce come una protesta neiconfronti del non riconoscimento deldiritto d'autore da parte dei giudici;con lo sfratto si è presentata l'occa-sione e mi sono detto che era il mo-mento. Per questo si può dire che siastata stra-annunciata! Sfratto esegui-to con un blitz fatto senza preavviso,che è una cosa gravissima. Le moda-lità di sfratto a Pavia sono una cosavergognosa. Ritengo poi chel'ufficiale giudiziario Gallo, con cuiho avuto a che fare, vada trasferitoad altro incarico

Ad oggi quasi ogni giorno a Paviasi ha notizia di uno sfratto.E’ l'ufficiale giudiziario che decide i

tempi, e questo potrebbe essereportone aperto a un possibiletentativo di corruzione. Adesso, ionon prove per dire che qualcunoprenda soldi da chi vuole sfrattare lagente, e infatti non lo dico... Mitengo i miei personali sospetti. Sonoanche andato in Procura a fare unadenuncia e tornerò per farne un'altrasoprattutto a tutela delle mie opere.

Come mai?Dentro casa mia ci sono trecentoopere che devono essere trattate inuna certa maniera nonostante losfratto. Quindi la questione diportarle via col camion e metterleall'asta sono tutte cose non vere, so-no pressioni psicologiche neiconfronti di chi viene sfrattato, pres-sioni su soggetti che in quel mo-mento sono deboli ed è veramentevergognoso. Oltretutto sembra chenessuno stia dalla parte di questagente, in particolare le istituzioni.

Dopo che è successo tutto quantohai ricevuto manifestazioni di so-lidarietà, qualche telefonata daun qualsiasi rappresentante delleistituzioni?No, niente...neanche sostegno psico-logico. Io comunque sono un artistae riesco a gestire questa cosa grazieall'uso della body art ma di questopasso c'è il rischio che prima o poi ciscappi il morto.Nonostante la persona razionalizzi almassimo si ha comunque una caricadi frustrazione e rabbia che montadentro. Se non la si sa incanalarepuò portare anche al peggio. Do-vrebbe essere fondamentale la pre-

senza di un assistente sociale almomento dello sfratto per tutelare ipiù deboli, invece non succede. Ionon contesto tanto il diritto di chisfratta, quello che manca èl'ammortizzatore sociale. E' impensa-bile, a torto o a ragione, di metterepersone in mezzo alla strada senzaalternative.

Prima dello sfratto ti è stata pro-posta una soluzione alternativa?No, assolutamente niente. Io perlo-meno mi aspettavo che il comune diPavia intervenisse per dare unacollocazione alle sculture. Invecenon è successo.

Tornando al discorso della bodyart, tu stesso hai definito il tuogesto non un atto di disperazionema una performance artistica te-sa a lanciare un messaggio diprotesta.Si la protesta era il messaggio che vo-levo comunicare e l'ho fatto attra-verso la body art. L'usare il propriocorpo per lanciare un messaggio èsempre stato fatto dagli artisti e cre-do che siamo arrivati ad un punto incui bisogni tornare a farlo. Non chetutti debbano tagliarsi un orecchio,ma un messaggio è importante seviene ascoltato dalla gente e così,perlomeno, non passa inosservato.

Hai dei progetti futuri per porta-re avanti questo messaggio?Vorrei mettere in esposizionel'orecchio in una catena di galleriedisposte a mostrarlo per una sera,una sorta di “pellegrinaggio laico”che parta da Torino e tocchi diversecittà d'Italia tramite appunto le galle-rie. Non grandi gallerie ma quelleche hanno bisogno di guadagnarsiuno spazio. E' importante uscire

dalla noia e dall'indifferenza.

Ora dove vivi?Non ho fissa dimora, un po' da miofratello, un po' dai parenti...vai co-munque a scombussolargli la vita epreferisco cavarmela per conto mio:stanotte per esempio ho dormito allastazione centrale di Milano ed è statobello osservare il clima di solidarietàtra le persone che dormono lì. E’incredibile.

La tua famiglia sapeva e, nel caso,era d'accordo in merito alla deci-sione di tagliarti l'orecchio?Sì: da mia moglie ai miei figli tuttisono stati d'accordo; c'è stato ovvia-mente l'attimo di apprensione per lamia salute ma hanno capito perfetta-mente il motivo.

Sembra, alla fine di tutto questodiscorso, che le speranze rimastesiano poche.E' per questo che voglio portare ilmio messaggio soprattutto all'estero,perché in Italia ormai non si può piùmettere una pezza. E la cosa peggio-re di Pavia è che è governata da gio-vani che sono più vecchi dei vecchi.Non c'è niente che possa stimolaregli universitari, si riducono a esseresolo persone che pagano affitti as-surdi per appartamenti di merda.

A Pavia c'è speranza se viraggruppate, andate in municipio e liprendete tutti a calci nel culo.

Lucia Ninivaggi

Lo scorso 15 dicembre si èsvolto in Cile il ballottagio perle elezioni presidenziali che

hanno vistro trionfare con circa il 62% delle preferenza la candidata dellacoalizione di centro-sinistra NuovaMaggioranza, Michelle Bachelet, giàPresidente dal 2006 al 2010. EvelynMatthei, leader della coalizione dicentro-destra, non ha saputo racco-gliere i consensi persi durante loscorso mandato dal Presidenteuscente e suo compagno di partito,Sebastian Pinera; l’astensione hainfatti raggiunto quasi il 60%, datostorico per il paese. Altro dato rile-vante è inoltre l’ingresso nelCongresso Nazionale di CamillaVallejo, leader del Movimento stu-dentesco cileno che era salita alla ri-balta nel 2011 durante l’ondata dimanifestazioni di protesta degli indi-gnados nel suo paese. Giovanissima,combattiva e carismatica, la sua figu-ra era diventata popolare anche inEuropa, dove è dai tempi di KohnBendit che manca una figura dispicco alla guida dei movimenti poli-

tici giovanili. Nuova Maggioranza,pur comprendendo anche partiti dicentro, ha un programma moltomarcato sui principi della socialde-mocrazia e Bachelet ha promessoche in caso di vittoria si impegnerà ariformare e rendere accessibili a tuttil’istruzione e la sanità. La sfida chesi è svolta in Cile ha quindi vistocontrapposte due donne, una figliadi un oppositore del regime di Pino-chet, l’altra figlia di un suo sostenito-re, entrambe sulla sessantina,autorevoli nella propria coalizione econ idee ben chiare su quale politicaseguire; ma questa non è un’anoma-lia per il continente sudamericano. Igoverni dei due paesi di maggiorinfluenza, Brasile e Argentina, sonoinfatti anch’essi guidati da unadonna: Dilma Roussef e ChrstinaKirchner rispettivamente. Roussef,considerata una novella Tatcher diorientamento più socialista, era statascelta a sorpresa dal suo predecesso-re, Lula, per la guida di quella che èa tutti gli effetti una potenza econo-mica emergente. Una crescita della

classe media che però ha lasciatoindietro una parte consistente dellapopolazione la quale, a partire dallascorsa estate, ha cominciato a mani-festare violentemente contro il go-verno, in particolar modo inoccasione della Confederations Cupverso fine giugno. Il Brasile restainfatti uno tra i paesi con le più evi-denti diseguaglianze sociali e, nono-stante una certà stabilitàistituzionale, alla crescita economicacontinuano ad accompagnarsi unacorruzione dilagante ed un’inade-guatezza dei servizi. Il presidenteRoussef si è comunque detta fiducio-sa perchè, secondo lei, ciò che chie-dono i manifestanti non sarebbe unpasso indietro ma un’ accelerazionedel processo che lei ed il suo prede-cessore stanno portando avanti daanni. Resta da vedere come e se nelprossimo anno, quando l’attenzionedi tutto il mondo sarà puntata sulsuo paese anche in occasione deiMondiali di calcio 2014, saprà venireincontro alle esigenze di un popolosempre più consapevole dei suoi di-ritti. Cristina Fernandez de Kirchner,invece, è la moglie del defunto presi-dente Nestor Kirchner, colui che nel2003 aveva preso in mano un paesesull’orlo della recessione ed era riu-scito nel giro di quattro anni a ri-

metterne l’economia in piedi. Elettanel 2007 sotto la scia dell’entusiasmoche aveva accompagnato il mandatodi suo marito, nelle ultime elezionilegislative a fine ottobre ha tuttaviavisto notevolmente ridotta la suamaggioranza nel parlamento e non èscontato che corra per il prossimomandato. Dal marito ha ereditatouna linea politica che lui stesso defi-nì, a colloquio con George W.Bush, “nè di destra nè di sinistra”, ma checomunque non è riuscita del tutto ascacciare i fantasmi della passata cri-si nonostante le numerose statalizza-zioni.Sebbene in questi tre paesi, in parti-colar modo in Brasile, siano ancoramolto diffuse le violenze domestichee la condizione della donna siatutt’altro che egualitaria, fa riflettereil fatto che senza il bisogno di parla-re di quote rosa, all’interno di ri-spettivi gruppi dirigenti si sia sceltoin tutti i casi una donna capace, nonin quanto donna, ma in quantocapace. Nessuna di loro ha maisottolineato o marcato la propriaappartenza al genere femminile,offrendo così la più grande dimostra-zione di emancipazione.

Federico Moretti

Lo scorso Novembre l’As-semblea Generale dell’ONU hadetto sì con 176 i voti su 193

all’ingresso della Federazione Russianel Consiglio per i diritti umanidell'ONU, dopo un anno di pausa. Lavotazione è stato motivo di protestada parte di alcune organizzazioniche si battono per i diritti umani, co-me Human Rights Watch o AmnestyInternational, secondo le quali lerappresentanze di Russia, Cina, Cu-ba e Arabia Saudita "getta un'ombrasul ruolo del Consiglio stesso". LaRussia rappresenta un partnercommerciale fondamentale per l'Eu-ropa con in testa l'Italia e questopare giustificare la sufficienza con laquale viene affrontata la questionedei diritti umani in questo paese.Senza dover fare richiami aidrammatici fatti degli anno scorsicome il caso Anna Stepanovna Polit-kovskaja o la sistematica eliminazio-ne dell'opposizione politica benriassunta dall'Ong freedomhouse(http://www.freedomhouse.org/re-port/contending-putins-russia/chro-nology), diversi episodi solonell'ultimo anno fanno capire comeil livello d'attenzione sul problemadovrebbe essere ben più serio: Inuna lettera di denuncia di NadezhdaTolokonnikova una delle compo-nenti delle Pussy Riot arrestata(condannata a 2 anni di lavoroforzato per la terribile colpa di avereseguito una "preghiera Punk" pres-so la chiesa di Cristo Salvatore a Mo-sca per chiedere che Putin fossecacciato via) aveva annunciato l'ini-zio di uno sciopero della fame perprotestare, oltre che per le disastrose

condizioni igienico-sanitarie, per lecondizioni disumane dei campi di la-voro della Mordovia dove le detenu-te erano costrette sotto pressionepsicologica e in barba al regola-mento, che funge solo da specchiettoper le allodole, a lavorare più di 16ore al giorno 7 giorni su 7 in condi-zioni disumane. Innumerevoli i casidi violenza e repressione neiconfronti della comunità LGBT russain molti casi col beneplacito delleistituzioni, l'attivista AnastasiaSmirnova denuncia persino che as-sociazioni anti-gay stanno postinoimmagini e informazioni personalidi attivisti LGBTI sui loro siti e i so-cial network rendendoli facili bersa-gli di nuove aggressioni.Secondo Freedomhouse(http://www.freedomhou-se.org/country/russia) la Russia vie-ne classificata come paese nonlibero per quanto riguarda i mezzi dicomunicazione con stampa non libe-ra e Internet solo parzialmente libe-ro. Secondo Amnesty International:"negli ultimi due anni le autoritàrusse hanno promulgato una serie dileggi che limitano la libertà diespressione, associazione e riunione.Queste leggi ostacolano il legittimoruolo della società civile in Russia esoffocano l'iniziativa, la creatività elo sviluppo delle associazioni. Ledisposizioni legislative in questioneincludono:- un'ulteriore criminalizzazione delladiffamazione punibile con multeancora più pesanti, che inibiscono lecritiche dei media e delle Organizza-zioni non governative sui funzionarie sui rappresentanti politici;- nuove e restrittive regole per le

manifestazioni pubbliche con lacomminazione di ammende moltoelevate in caso di violazione, checreano un disastroso effetto sul di-ritto di riunione pacifica;- una nuova e generica definizionelegale di "tradimento" che potrebbepotenzialmente criminalizzare l'atti-vismo per i diritti umani;

- nuovi regolamenti per le associa-zioni non-profit e per le organizza-zioni non governative. Quelle chericevono finanziamenti da fonti este-re e sono coinvolte in "attività politi-che" (descrizione estremamentevaga che include attività di pressionee di influenza dell'opinione pubbli-ca) sono obbligate a registrarsi e de-finirsi pubblicamente "agentistranieri", termine che in Russia èconnotato in modo fortemente ne-gativo. Nel caso ciò non avvengal'organizzazione può essere chiusa eil suo leader perseguito con il ri-schio di essere anche imprigionato.Inoltre la legge impone nuovi gravo-si obblighi alle Organizzazioni nongovernative;- una legge che impone nuove pe-santi multe per "la propaganda di re-lazione sessuali non tradizionali fra iminori" colpendo la comunità Lgbtile cui attività pubbliche organizzatedagli attivisti saranno definite fuorilegge limitando così le attività delleorganizzazioni, che saranno ulte-

riormente stigmatizzate e discrimi-nate;- una legge che criminalizza "le offe-se ai sentimenti religiosi dei cre-denti", un altro tentativo di imporrealle persone cosa dire o non dire."Oltre a queste nuove leggi esiste nelcodice russo il divieto per le famiglienon tradizionali di crescere deibambini, non a caso recentemente èuscito il caso delle adozioni dibambini russi che sarebbe possibilesolo in Italia fra i paesi occidentali,per l'assenza nel nostro paese di unanormativa che tuteli le coppie gay.Tale legge ha ripercussioni gravissi-me sia sui diritti che socialmentepoiché limita pesantemente la possi-bilità di adozioni non essendo classi-ficabili come famiglia convenzionalele coppie gay, i singol o i vedovi. Iltutto in un paese in cui si hal'impressionante e drammatico nu-mero di un milione di bambini chevivono per la strada(in Russia le temperature invernaliarrivano tranquillamente a -30 nellezone popolate). Comprendendo lanecessità diplomatica che lo scenariointernazionale impone ci si deve do-mandare però quanto l'indulgenzaverso la Federazione Russa sia vera-mente necessaria o piuttosto sia fi-glia degli interessi economici.Interessi economici che peraltro so-no di difficile valutazione se è veroper esempio che le centrali idroe-lettriche sul territorio italiano sonoin forte crisi per la difficoltà avendere la propria energia ad unprezzo competitivo rispetto a quellodel gas russo.

Jco

Èil 20 Gennaio 1998 e con la

ristrutturazione del Ministerodella Difesa si decreta la dismis-

sione dell'Arsenale, area militare atta“all'approvvigionamento e al mante-nimento di mezzi e materiali del Ge-nio”. Ubicato in via Riviera, siestende fino alle sponde del Ticinocoprendo un'area di 140.000 mq conedifici e capannoni che risalgono final 1861. Il complesso che occupava234 lavoratori (in seguito dislocatialtrove, non avendo potuto usufruiredi un trasferimento presso le istitu-zioni locali) viene prima destinato(grazie a Formigoni) a polo della pro-tezione civile, poi trasferito a Pia-cenza in quanto le infrastrutture e lalogistica della città emiliana eranomigliori, riprendendo brevementel'attività nel periodo 2004-2007, pri-ma della chiusura definitiva avvenu-ta nel 2008.Pochi giorni fa il Ministro dell'Econo-mia ha permesso la vendita contrattativa privata della zona. Ultimoostacolo: il benestare del Ministrodei Beni Culturali (ma la so-vraintendenza che fa?). Il ricavatodella vendita di quest'area, se si se-guisse il precedente che fu per Mila-no, dovrebbe fruttare al Comune diPavia il 15%. L'area è in capo a Dife-sa Spa, società costituita da La Russa

(all'epoca Ministro della "guerra")per "gestire" le proprietà immobiliaredell'esercito (o meglio, sbarazzarse-ne).Da parecchio tempo si vocifera di va-ri progetti che dovrebbero nascerenell'area (Porto turistico? Polo Scola-stico da 4000 studenti? La tramvia di6 km?) molto probabilmente naufra-gati inesorabilmente, tra menefre-ghismo ed incapacità delleistituzioni. A pensar bene. Oppure sipuò pensare il tutto nell'ottica dellasvendita dei beni pubblici (praticache in Italia è considerato sport na-zionale).Queste poche righe non vogliono es-sere una mera testimonianza di fattiaccaduti o che stanno accadendo mauno sprone a muoversi e poter farequalcosa per uno dei più importantipezzi di storia e di architettura indu-striale della città. Non ci si può fida-re di questa o quella promessaelettorale, non importa se in buonafede o spesa a soli fini elettorali: bi-sogna che i cittadini, le associazionie tutto quel tessuto sociale che vuoleche su quel lembo di terra non sivadano a costruire ulteriori case(vuote), si mettano in contatto,facciano azioni e pressioni edelaborino un progetto alternativo,funzionale e civico.

Personalmente mi piacerebbe vedereun'area dove associazioni, cultura,tempo libero, sport, artisti, artigiani,laboratori possano integrarsi creandouna fucina di idee e legami sociali,economia territoriale e sviluppopersonale, magari, finalmente,dando vita ad uno stile e ad un gustotutto pavese. Un'area che sappiaorganizzarsi il più autonomamentepossibile in modo da non doversubire eccessivamente le pressioni diquesta o quella giunta di turno.Un'area gestita dai cittadini, per icittadini. Sarebbe interessantevedere costituirsi un coordinamentoche porti avanti progetto e battaglia.Tanto per dare qualche idea, magariun cinema, dato che Pavia ne èrimasta quasi totalmente priva. O

un'area concerti vera e non quellepromesse e non funzionali daComune e Provincia. Un posto doveci sia un'alternativa alla televisionela sera, insomma. Un posto doveincontrare gente nuova o rincontrarele persone già conosciute. Oppure unlaboratorio di riuso e riciclo? Unluogo dove sviluppare il propriohobby insieme ad altre persone chelo coltivano? Dove avere lapossibilità di poter impararequalcosa di nuovo ogni sera? Di direla propria a modo proprio? Tuttoquesto non ce lo darà mai nessuno,se non noi stessi, rimboccandoci lemaniche e impegnandoci anche perquesta fantasia.

Andrea Michielon

Diritti umani in Russia

Uomini chevotano le donne

Page 6: Kronstadt 77

6 PeriodicoNumero 77Gennaio 2014nazionale­esteriAnno 1994. Oscar Luigi Scalfa-

ro era presidente della Re-pubblica, la benzina costava

mille e settecento lire al litro, mori-va Kurt Cobain e sulla scena politicaitaliana si affacciava per la primavolta un nuovo partito, dal nome si-mile a quello che si darebbe a unenergy drink di quart'ordine: ForzaItalia.Anno 2013. Giorgio Napolitano èpresidente della Repubblica, per unlitro di benzina devi donare almenoun rene e sacrificare circa quattrovergini nell'Etna, Justin Bieber so-stiene (restando serio e sobrio) diessere il nuovo Kurt Cobain e sullascena politica italiana si affaccia perla seconda volta il partito energydrink di cui sopra: Forza Italia.Sembra uno scherzo, come al solitonon lo è.Vent'anni fa un giovane virgultodell'imprenditoria decise, vuoi persfuggire alle beghe giudiziarie vuoiperchè in Italia un secondo lavorofa sempre comodo, di mettere il suovoluttuoso zampino in politica.Nel 1994 Forza Italia nasceva fa-cendosi, a detta loro, portatore diuna nuova politica, pulita e onesta,lontana dalla corruzione diTangentopoli che tanto aveva indi-gnato l'opinione pubblica italiana(quando gli italiani ancora avevanoun’opinione).A dirlo erano personaggioni qualiDell'Utri e Previti, mica i primi pre-giudicati che incontri per strada. Isecondi.Vent'anni dopo il fu giovane virgultosi è trasformato in un anzianotto dabocciofila che , vuoi sempre persfuggire alle beghe giudiziare, ha de-ciso di rispolverare la vecchia gloriasganciandosi dall'ex delfino/tonnoAlfano, oramai impegnato a leccarsile ferite del traumatico divorzio.Nel 2013 Forza Italia rinasce fa-cendosi, sempre a detta loro che sela cantano e se la suonano da soli,portatore anche in questo caso diuna politica nuova, pulita e onesta.A sto giro, non potendo riutilizzarela carta Tangentopoli, i cattivi da

combattere non sono più i corrottima bensì i giudici che maledetti lorotentano di fare giustizia e i solitiinfami comunisti (nella testa diSilvio il PD, ne ha di fantasia il ra-gazzo) che ogni due per tre tentanodi rovesciare il sistema e che si insi-nuano alle più alte cariche dellostato.A dirlo sono personaggioni quali Re-nato Brunetta e Paolo Romani, micai primi coglioni che becchi per stra-da. I secondi.

Insomma che sia il 1994 o il 2013 lasolfa è sempre la stessa: in un siste-ma politico devastato da Tangento-poli prima e da vent'anni di lavaggiodi cervello adesso, Silvio “scende incampo” per l'ennesima volta spa-rando i soliti tre o quattro luoghi co-muni che lo hanno reso famoso(ahinoi) in tutto il mondo, nella spe-ranza che l'italiano medio ormairincoglionito e scoraggiato da annidi vessazioni non ci faccia troppocaso e metta la X giusta al momentogiusto.In attesa del prossimo colpo di reni

del Silvio nazionale ecco un consi-glio: attenzione ad affacciarvi alla fi-nestra di prima mattina, avanti disto passo dopo Forza Italia dallanebbia potrebbe spuntare al gobbadi Andreotti.

Lucia Ninivaggi

"Renzi Chi?"

Lou Reed era uno stronzo. Lodicevano tutti: sua moglie, lasua band, i giornalisti, i

produttori, Nico, coloro che loincontravano nei locali e loavvicinavano semplicemente perparlare, tutti. Era uno stronzo, maera anche incredibilmenteaffascinante, magnetico, poetico.Lewis Allan Reed è nato nel ’42, èstato in manicomio, ha subitol’elettroshock per curare la suaomosessualità, è andato a New York,ha formato una delle band piùimportanti della storia, ha cambiatola musica, si è drogato, ha intrapresouna carriera solista; il 27 ottobre, a71 anni, è morto.È nel 1965 che John Cale lo sentesuonare con la chitarra acustica adun party e lo ignora “perchè non mene fregava un cazzo della musicafolk”. Ma Lou lo prega di leggere isuoi testi e lui capisce che si tratta diqualcosa di nuovo, seducente edevastante allo stesso tempo: cosìnascono i Velvet Underground. PaulMorrissey li contatta e li presenta aAndy Warhol; entrano nella Factory,l’ambiente artistico underground pereccellenza a New York, e tutti li

adorano. Sono gli anni della culturahippy e del rock’n’roll, ma loropropongono qualcosa dicompletamente diverso. Tutto èbasato sull’immagine a quel tempo,tutto è volto a trasmettere l’idea disofisticatezza e decadenza, diribellione alle convenzioni esperimentazione di ogni tipo.L’importante è risaltare, farsi notare,essere sempre diversi e nonannoiarsi mai, ignorare i limiti, ipropri e quelli esteriori, esoprattutto essere cool; governanol’arte e la droga. E Lou Reed è lacreatura perfetta per questo habitat:abbastanza arrogante e presuntuosoda non soccombere, abbastanzaintenso e inquieto da scriveremusica meravigliosa. È un ambientecontraddittorio e costruito, dove tuttisi amano e di odiano, tutti stannocon tutti, tutti si drogano e tutticercano di essere più veri possibile.Ed è proprio di questo che parlano lecanzoni dei Velvet Underground:storie di vita, sesso, eroina, amarezzaesistenziale, solitudine,inadeguatezza, spaccio,prostituzione; ma lo fanno attraversouna musica nuova, dolce e

aggressiva allo stesso tempo,sperimentale, accompagnata dallavoce smorzata e sexy di Lou Reed.Per il loro primo album, ai VelvetUnderground viene affiancata daWahrol la modella e attrice tedescaNico. “The Velvet Underground &Nico” non ebbe successo alla suauscita, ma oggi è considerato unodegli album più influenti della storiaper aver ispirato molti musicisti eaperto la strada a generi musicalicome il punk e la new wave. QuandoIggy Pop lo ascoltò per la prima voltadisse che era spazzatura, merdahippy; “poi all’incirca sei mesi dopocapii. Quello divenne un discochiave per me, non solo per ciò chediceva o per quanto bello fosse, maanche perchè sentii che c’era altragente in grado di fare ottima musicasenza essere affatto buoni musicisti”.Negli anni ’70, dopo la rottura coiVelvet, Lou è ancora l’icona di untempo e ha ancora molto da dire,dunque intraprende la carrierasolista e incide tra gli altri“Transformer”, collaborando conDavid Bowie, e “Berlin”, moltoapprezzato dalla critica. Il suopercorso musicale è continuato finoalla fine tra alti e bassi,sperimentazioni e collaborazioni piùo meno riuscite (tra cui, ad esempio,“Lulu”, album con i Metallica, del2011).

Lou Reed è stato senza dubbio unpersonaggio fondamentale per ilmondo della musica, pioniere delpunk, poeta maledetto, brillante edesolato. Lui c’era quando iRamones si esibirono per la primavolta al CBGB (la Mecca dei gruppiemergenti di New York), e anche sesembrava “vecchio e arrogante comeun padre noioso e ubriacone”, era lì,al suo tavolo, con Rachel, untravestito, e sghignazzava; c’eraquando The Voidoids preparavanol’uscita di “Blank Generation”, albumsimbolo della prima ondata punkamericana. Sempre stronzo esgarbato, ma c’era; sempre.“Il rock & roll è una cosa talmentegrande che la gente dovrebbecominciare a morire per esso. Voinon capite. La musica ti restituiva iltuo stesso battito, e ti permetteva disognare. Un’intera generazione checorreva insieme a un bassoFender...La gente doveva solo morireper la musica. Tanto muoiono perqualsiasi altra cosa, perchè nonmorire per la musica? Muori per lei.Non é carino? Non morirestivolentieri per qualcosa di carino?Forse sono io che dovrei morire. Infondo, tutti i grandi del blues sonomorti. Ma la vita va meglio oggi. Ionon voglio morire. Giusto?”.

Marta Novaresi

E’ il continente più caldo delmondo sotto ogni punto di vi-sta. L’africa ha un tasso di cre-

scita economica vertiginoso, conenormi differenze tra paese e paese,ma soprattutto con un divario traricchi e poveri che sta esplodendo.E’ l’area del globo in cui siconcentrano il maggior numero diconflitti armati, enormi blocchi reli-giosi contrappongono le nazioni traloro e dentro di loro, con massacrireciproci tra musulmani e cristiani,quando non tra diverse etnie; inquesto scenario il terrorismo e il mi-litarismo imperialista proliferano. LaCina sta certo investendo molto inalcuni paesi, ma senza essere ege-

mone rimane uno dei tanti attori(Francia, UK e USA su tutti) il cuicolonialismo economico si muovecon disinvoltura lì dove si hanno re-gimi corrotti e considerevoli risorsenaturali; saccheggiate queste, le areerurali e le culture locali devonoconfrontarsi con un’urbanizzazione adir poco selvaggia, con baraccopoliche raddoppiano di dimensione dianno in anno, all’ombra dei nuovigrattacieli. La Nigeria, con i suoicentosessanta milioni di abitanti, è ilpaese che meglio rappresenta lecontraddizioni del continente, assi-milando al suo interno ogni realtàdescritta. Per quanto decine di milio-ni di persone continuino a morire

ogni anno per ragioni legate alla po-vertà (malattie curabili, fame,guerre) il percorso intrapreso dallamaggior parte dei paesi dell’africasub-sahariana è quello del netto mi-glioramento. Non si può che guarda-re con un generale ottimismo aqueste giovani nazioni. Mancandoogni genere di professionalità sono iluoghi dove un giovane laureatooccidentale può più facilmente tro-vare il suo posto nel mondo.

Daniele De Chiara

Just like Jesus' son

Come buona parte di voi,leggo qua e là spunti e ideesulla nuova legge elettorale,

tra il preoccupato e il divertito. Mapiù il preoccupato.la legge attuale, il porcellumrimaneggiato dalla sentenza dellaCorte Costituzionale (sala-mellum?), è un sistema proporzio-nale con preferenza singola e sogliadi sbarramento. Una legge elettora-le semplice, chiara e funzionale. Allimite se ne può discuterenell'ambito politico-culturale o sucome si innesterebbenell'architettura istituzionale.A darmi fastidio sono invece le va-rie proposte di legge elettorale “adcanis penem” che si sentono in gi-ro, atte a favorire questo o quelloschieramento politico.

Per esempio, è folle mettere la so-glia di sbarramento in un sistemamaggioritario così come è ridicolopensare che i grandi partiti deri-vanti da un bipartitismo impostosiano coesi e possano realmenteformare una maggioranza rappre-sentativa.O anche solo sperare che a furia ditrattare con i piedi le minoranzeche non si allineano con i partitiprincipali si aumenti la partecipa-zione, che è la vera democrazia.Interessante è invece il lavoro cheil M5S sta provando a svolgere conil prof. Giannuli (www.aldogiannu-li.it), per redigere una legge eletto-rale come la vuole la propria basema, si spera, con una certa coe-renza logico-teorica. Temo che peròsarà un lavoro inutile (non verrà

mai approvata), sarà strumenta-lizzata (non sarà pubblicizzata co-me la legge elettorale del Partito 5stelle ma quello dei cittadini, senzaconsiderare che la base votante delM5S non è rappresentativa dellapopolazione) e che, anche se fossemessa in atto, probabilmente nonrisolverà i problemi (che, a mio mo-desto avviso, risiedono in unacultura politica estremamente po-vera). Insomma, in un paese comel'Italia, l'onestà intellettuale, anchedi fronte ad uno strumento cosìimportante e determinante,scompare. Con amarezza, staremo avedere.

Andrea Michielon

Africa sub‐sahariana

La situazione dell’area costringea differenziare i paesi caso percaso. L’ex regime militare

birmano inizia lentamente ad aprirsimentre la Cambogia, dopo decenni diguerre, continua nella sua di-pendenza dagli aiuti internazionali.Migliori le prospettive del Laos e so-prattutto del Vietnam, paese che cre-sce più dell’amico-nemico cinese e,con i suoi cento e rotti milioni di abi-tanti, fa da vero traino alle economiedell’area. La Thailandia soffre l’insta-

bilità politica interna, sfociata di re-cente in considerevoli massacri, maha le carte in regola per tornare a es-sere un paese dalla crescita sostenu-ta; stessa situazione dell’arcipelagofilippino. Dopo la breve parentesi dicentrosinistra l’Australia continuerànel suo isolazionismo dalle frontierechiuse; su questo enorme e riccopaese premono centosessanta milio-ni di musulmani indonesiani (il pae-se più islamico del globo è anche ilpiù lontano dalla Mecca) che pure

appartengono a un arcipelago dallaveloce crescita economica. In gene-rale quest’area del globo faconcorrenza all’africa per le pro-spettive di crescita nel breve comenel lungo periodo.

DDC

Sud‐est asiatico e Oceania

Una idea esagerata di dittatura

A volte ritornano

La legge del 15 ottobre 2013n°119, fortemente voluta dalgoverno Letta, prevede che vi

siano sanzioni più severe per quantoriguarda il reato di "Stalking" e perquello di "Femminicidio".Le aggravanti risultano essere, se-condo la nuova norma, il rapportoaffettivo con la vittima, il suoeventuale stato di gravidanza e lapresenza sulla scena di un minore odi un altro membro della famiglia.La denuncia del reato diventa auto-maticamente irrevocabile nel mo-mento in cui sulla scena sianointrodotte armi. Gli ammoniti eallontananti perchè colti in flagrantenell'atto criminale potranno esserecontrollati mediante "braccialettoelettronico", strumento che netraccerà gli spostamenti sul territo-rio.In Francia intanto, grazie al voto fa-vorevole di ben 268 membri perParlamento, si è arrivati al primo "sì"per l'ottenimento entro il 2014 diuna legge che avrebbe lo scopo, coltempo, di sradicare il fenomenodella prostituzione.Questa legge, che sembra ben pocotener conto dell'opinione di chi, delprostituirsi ne ha fatto il proprio me-stiere, sottoporrebbe infatti i clienti amulte molto salate e pari a circa1.500 euro.Che cos'hanno in comune questedue leggi, apparentemente votate afare il "bene" delle donne ?Cos'ha in comune la legge letta, vo-tata alla difesa della donna, alsottrarla all'ambiente violento equella francese contro la prostituzio-ne che vorrebbe togliere le donne

dal lavoro di strada ?Ambe due, non rispettano la donna.Non veramente.Nel primo caso, benchè sia evidenteche una legge sia necessaria tuttosommato per evitare e prevenire icasi più eclatanti, essa appare co-munque lontana da quello che do-vrebbe essere lo scopo di un governoche si batte per le donne.Così come è strutturata ora, questelegge, non risolve affatto il problemadella violenza sulle donne ma sioccupa soltanto di "spostare" incarcere l'uomo violento.E' il cosiddetto "contentino" fornitociper ridurre il livello della tensionecirca l'argomento.Che non si dica che questo governonon ha fatto nulla per le donne!Peccato che la legge 119 sembri pre-occuparsi più di riempire le già so-vraffolate carceri, dalle quali, diconosi possa uscire mediante intercezio-ne della Santa Cancellieri, piuttostoche di organizzare seri, sistematici ecoinvolgenti piani che insegnino,che educhino tutti, gli uomini eanche le donne stesse, che le donne,i loro corpi, le loro idee, i loro dirittivanno rispettati.Ma la legge 119 non piace solo perquesto motivo: non piace perchè di-pinge me, donna, come una fragilecreatura necessaria di protezione.Fragile creaturina che necessitadella protezione semrpe e co-munque dell'uomo, in questo casobuono, contrapposto a quello cattivo,che infatti mi picchia.Mi dipinge come inetta, inadatta,incapace. E io non ci sto.Dov'è la mia autodeterminazione ?

Quand'è che vengo finalmentetrattata come un essere umano ingrado di cavarsela da solo ? Quand'èche la si smette di trattarmi comeuna bambola di porcellana ?Non ho bisogno di essere salvata danessuno, non ho bisogno di un uomoche prenda le mie difese, di nessuntutore, di nessun salvatore.Nel secondo caso, è evidente cheancora oggi, nel XXI secolo, il sessosia un gran tarlo che divora gli animidei più benpensanti.Prostitursi è un mestiere come unaltro, un lavoro che corrispondeesattamente alla basilare legge dimercato della domanda edell'offerta.Ci sono persone che comprano unaprestazione e persone che la forni-scono.Anzichè reprimere quello chedall'alba dei tempi rappresenta unapulsione naturale, anzichè - rieduca-re gli uomini - ( che poi rieducarli acosa in questo caso ? a fare sesso conla loro moglie ? a fare sesso solo peramore ? solo in qualità di atto ripro-duttivo ? se rieducano gli uomini intal senso, che speranze hanno ledonne di emanciparsi sul serio e ses-sualmente ? ) - e - ledere il lavoro -di queste donne, anzichè fare i mo-ralisti e legiferare ancora una voltasul corpo degli altri, legalizziamoquesto mestiere tanto a lungo ostra-cizzato.Purtroppo il sesso, ancora oggi,ancora nel XXI secolo viene recepitocome qualcosa di sporco, qualcosada nascondere, qualcosa perfino dicui vergognarsi, qualcosa su cuipuntare il dito, su cui mettere eti-chette ( normale e non normale ) ecome qualcosa che - ah, se lo vendi,sei una poco di buono -.I reflussi cattolici si fanno poi ben

sentire in Italia in particolare, graziea quel bel balconcino bianco inpiazza San Pietro.Ma, senza approfondire questoaspetto, dovremmo semplicementesmetterla di stare a giudicare cosa lepersone fanno dei loro corpi, su cosasia giusto e fattibile e cosa non lo sia.

E sto parlando ad ampio spettro, stoparlando di qualsiasi cosa includa ilcorpo di un altro individuo : aborto,eutanasia, suicidio e prostituzione.Il corpo è il mio e sono io che decidocosa farci, come e quando perchè èquanto di più mio io disponga e nes-suno dovrebbe perciò arrogarsi il di-ritto di dirmi cosa farne. Il mio corpoè la mia vita e se ne hai rispetto, sedici di aver rispetto per essa, alloraabbi rispetto del mio corpo, dellamia volontà, dell'essere senzienteche lo abita.Se decido di usarlo per guadagnaredei soldi ben venga, rimane peròuna decisione mia.Certo, forse sarebbe più utile alloraintrodurre qualche norma che regolispazi appositi, controlli sanitari, cheprevenga lo sfruttamento, la violenzae scenari in cui la volontà della sexworkers non è rispettata. La Franciane è lontana, pare, ma l'Italia non èda meno.Ricapitolando, queste due leggi mimancano di rispetto, mi offendonoperchè nessuna di loro vede in me,nelle altre donne, nelle mie compa-gne, qualcuno che possa determi-narsi, che possa scegliere.Qualcuno, ancora una volta, sceglieper me.E io, ancora una volta lo dico, non cisto.

Saura Effe

Italia e Francia;due donne a confronto

Page 7: Kronstadt 77

cultura

Alla fine destra e sinistra sono due modi opposti di vivere il mondo: soli e tutti insieme.

PeriodicoNumero 77Gennaio 2014

"Renzi Chi?"

7Lou Reed era uno stronzo. Lo

dicevano tutti: sua moglie, lasua band, i giornalisti, i

produttori, Nico, coloro che loincontravano nei locali e loavvicinavano semplicemente perparlare, tutti. Era uno stronzo, maera anche incredibilmenteaffascinante, magnetico, poetico.Lewis Allan Reed è nato nel ’42, èstato in manicomio, ha subitol’elettroshock per curare la suaomosessualità, è andato a New York,ha formato una delle band piùimportanti della storia, ha cambiatola musica, si è drogato, ha intrapresouna carriera solista; il 27 ottobre, a71 anni, è morto.È nel 1965 che John Cale lo sentesuonare con la chitarra acustica adun party e lo ignora “perchè non mene fregava un cazzo della musicafolk”. Ma Lou lo prega di leggere isuoi testi e lui capisce che si tratta diqualcosa di nuovo, seducente edevastante allo stesso tempo: cosìnascono i Velvet Underground. PaulMorrissey li contatta e li presenta aAndy Warhol; entrano nella Factory,l’ambiente artistico underground pereccellenza a New York, e tutti li

adorano. Sono gli anni della culturahippy e del rock’n’roll, ma loropropongono qualcosa dicompletamente diverso. Tutto èbasato sull’immagine a quel tempo,tutto è volto a trasmettere l’idea disofisticatezza e decadenza, diribellione alle convenzioni esperimentazione di ogni tipo.L’importante è risaltare, farsi notare,essere sempre diversi e nonannoiarsi mai, ignorare i limiti, ipropri e quelli esteriori, esoprattutto essere cool; governanol’arte e la droga. E Lou Reed è lacreatura perfetta per questo habitat:abbastanza arrogante e presuntuosoda non soccombere, abbastanzaintenso e inquieto da scriveremusica meravigliosa. È un ambientecontraddittorio e costruito, dove tuttisi amano e di odiano, tutti stannocon tutti, tutti si drogano e tutticercano di essere più veri possibile.Ed è proprio di questo che parlano lecanzoni dei Velvet Underground:storie di vita, sesso, eroina, amarezzaesistenziale, solitudine,inadeguatezza, spaccio,prostituzione; ma lo fanno attraversouna musica nuova, dolce e

aggressiva allo stesso tempo,sperimentale, accompagnata dallavoce smorzata e sexy di Lou Reed.Per il loro primo album, ai VelvetUnderground viene affiancata daWahrol la modella e attrice tedescaNico. “The Velvet Underground &Nico” non ebbe successo alla suauscita, ma oggi è considerato unodegli album più influenti della storiaper aver ispirato molti musicisti eaperto la strada a generi musicalicome il punk e la new wave. QuandoIggy Pop lo ascoltò per la prima voltadisse che era spazzatura, merdahippy; “poi all’incirca sei mesi dopocapii. Quello divenne un discochiave per me, non solo per ciò chediceva o per quanto bello fosse, maanche perchè sentii che c’era altragente in grado di fare ottima musicasenza essere affatto buoni musicisti”.Negli anni ’70, dopo la rottura coiVelvet, Lou è ancora l’icona di untempo e ha ancora molto da dire,dunque intraprende la carrierasolista e incide tra gli altri“Transformer”, collaborando conDavid Bowie, e “Berlin”, moltoapprezzato dalla critica. Il suopercorso musicale è continuato finoalla fine tra alti e bassi,sperimentazioni e collaborazioni piùo meno riuscite (tra cui, ad esempio,“Lulu”, album con i Metallica, del2011).

Lou Reed è stato senza dubbio unpersonaggio fondamentale per ilmondo della musica, pioniere delpunk, poeta maledetto, brillante edesolato. Lui c’era quando iRamones si esibirono per la primavolta al CBGB (la Mecca dei gruppiemergenti di New York), e anche sesembrava “vecchio e arrogante comeun padre noioso e ubriacone”, era lì,al suo tavolo, con Rachel, untravestito, e sghignazzava; c’eraquando The Voidoids preparavanol’uscita di “Blank Generation”, albumsimbolo della prima ondata punkamericana. Sempre stronzo esgarbato, ma c’era; sempre.“Il rock & roll è una cosa talmentegrande che la gente dovrebbecominciare a morire per esso. Voinon capite. La musica ti restituiva iltuo stesso battito, e ti permetteva disognare. Un’intera generazione checorreva insieme a un bassoFender...La gente doveva solo morireper la musica. Tanto muoiono perqualsiasi altra cosa, perchè nonmorire per la musica? Muori per lei.Non é carino? Non morirestivolentieri per qualcosa di carino?Forse sono io che dovrei morire. Infondo, tutti i grandi del blues sonomorti. Ma la vita va meglio oggi. Ionon voglio morire. Giusto?”.

Marta Novaresi

Just like Jesus' son

Africa sub‐sahariana

La situazione dell’area costringea differenziare i paesi caso percaso. L’ex regime militare

birmano inizia lentamente ad aprirsimentre la Cambogia, dopo decenni diguerre, continua nella sua di-pendenza dagli aiuti internazionali.Migliori le prospettive del Laos e so-prattutto del Vietnam, paese che cre-sce più dell’amico-nemico cinese e,con i suoi cento e rotti milioni di abi-tanti, fa da vero traino alle economiedell’area. La Thailandia soffre l’insta-

bilità politica interna, sfociata di re-cente in considerevoli massacri, maha le carte in regola per tornare a es-sere un paese dalla crescita sostenu-ta; stessa situazione dell’arcipelagofilippino. Dopo la breve parentesi dicentrosinistra l’Australia continuerànel suo isolazionismo dalle frontierechiuse; su questo enorme e riccopaese premono centosessanta milio-ni di musulmani indonesiani (il pae-se più islamico del globo è anche ilpiù lontano dalla Mecca) che pure

appartengono a un arcipelago dallaveloce crescita economica. In gene-rale quest’area del globo faconcorrenza all’africa per le pro-spettive di crescita nel breve comenel lungo periodo.

DDC

Sud‐est asiatico e Oceania

La legge del 15 ottobre 2013n°119, fortemente voluta dalgoverno Letta, prevede che vi

siano sanzioni più severe per quantoriguarda il reato di "Stalking" e perquello di "Femminicidio".Le aggravanti risultano essere, se-condo la nuova norma, il rapportoaffettivo con la vittima, il suoeventuale stato di gravidanza e lapresenza sulla scena di un minore odi un altro membro della famiglia.La denuncia del reato diventa auto-maticamente irrevocabile nel mo-mento in cui sulla scena sianointrodotte armi. Gli ammoniti eallontananti perchè colti in flagrantenell'atto criminale potranno esserecontrollati mediante "braccialettoelettronico", strumento che netraccerà gli spostamenti sul territo-rio.In Francia intanto, grazie al voto fa-vorevole di ben 268 membri perParlamento, si è arrivati al primo "sì"per l'ottenimento entro il 2014 diuna legge che avrebbe lo scopo, coltempo, di sradicare il fenomenodella prostituzione.Questa legge, che sembra ben pocotener conto dell'opinione di chi, delprostituirsi ne ha fatto il proprio me-stiere, sottoporrebbe infatti i clienti amulte molto salate e pari a circa1.500 euro.Che cos'hanno in comune questedue leggi, apparentemente votate afare il "bene" delle donne ?Cos'ha in comune la legge letta, vo-tata alla difesa della donna, alsottrarla all'ambiente violento equella francese contro la prostituzio-ne che vorrebbe togliere le donne

dal lavoro di strada ?Ambe due, non rispettano la donna.Non veramente.Nel primo caso, benchè sia evidenteche una legge sia necessaria tuttosommato per evitare e prevenire icasi più eclatanti, essa appare co-munque lontana da quello che do-vrebbe essere lo scopo di un governoche si batte per le donne.Così come è strutturata ora, questelegge, non risolve affatto il problemadella violenza sulle donne ma sioccupa soltanto di "spostare" incarcere l'uomo violento.E' il cosiddetto "contentino" fornitociper ridurre il livello della tensionecirca l'argomento.Che non si dica che questo governonon ha fatto nulla per le donne!Peccato che la legge 119 sembri pre-occuparsi più di riempire le già so-vraffolate carceri, dalle quali, diconosi possa uscire mediante intercezio-ne della Santa Cancellieri, piuttostoche di organizzare seri, sistematici ecoinvolgenti piani che insegnino,che educhino tutti, gli uomini eanche le donne stesse, che le donne,i loro corpi, le loro idee, i loro dirittivanno rispettati.Ma la legge 119 non piace solo perquesto motivo: non piace perchè di-pinge me, donna, come una fragilecreatura necessaria di protezione.Fragile creaturina che necessitadella protezione semrpe e co-munque dell'uomo, in questo casobuono, contrapposto a quello cattivo,che infatti mi picchia.Mi dipinge come inetta, inadatta,incapace. E io non ci sto.Dov'è la mia autodeterminazione ?

Quand'è che vengo finalmentetrattata come un essere umano ingrado di cavarsela da solo ? Quand'èche la si smette di trattarmi comeuna bambola di porcellana ?Non ho bisogno di essere salvata danessuno, non ho bisogno di un uomoche prenda le mie difese, di nessuntutore, di nessun salvatore.Nel secondo caso, è evidente cheancora oggi, nel XXI secolo, il sessosia un gran tarlo che divora gli animidei più benpensanti.Prostitursi è un mestiere come unaltro, un lavoro che corrispondeesattamente alla basilare legge dimercato della domanda edell'offerta.Ci sono persone che comprano unaprestazione e persone che la forni-scono.Anzichè reprimere quello chedall'alba dei tempi rappresenta unapulsione naturale, anzichè - rieduca-re gli uomini - ( che poi rieducarli acosa in questo caso ? a fare sesso conla loro moglie ? a fare sesso solo peramore ? solo in qualità di atto ripro-duttivo ? se rieducano gli uomini intal senso, che speranze hanno ledonne di emanciparsi sul serio e ses-sualmente ? ) - e - ledere il lavoro -di queste donne, anzichè fare i mo-ralisti e legiferare ancora una voltasul corpo degli altri, legalizziamoquesto mestiere tanto a lungo ostra-cizzato.Purtroppo il sesso, ancora oggi,ancora nel XXI secolo viene recepitocome qualcosa di sporco, qualcosada nascondere, qualcosa perfino dicui vergognarsi, qualcosa su cuipuntare il dito, su cui mettere eti-chette ( normale e non normale ) ecome qualcosa che - ah, se lo vendi,sei una poco di buono -.I reflussi cattolici si fanno poi ben

sentire in Italia in particolare, graziea quel bel balconcino bianco inpiazza San Pietro.Ma, senza approfondire questoaspetto, dovremmo semplicementesmetterla di stare a giudicare cosa lepersone fanno dei loro corpi, su cosasia giusto e fattibile e cosa non lo sia.

E sto parlando ad ampio spettro, stoparlando di qualsiasi cosa includa ilcorpo di un altro individuo : aborto,eutanasia, suicidio e prostituzione.Il corpo è il mio e sono io che decidocosa farci, come e quando perchè èquanto di più mio io disponga e nes-suno dovrebbe perciò arrogarsi il di-ritto di dirmi cosa farne. Il mio corpoè la mia vita e se ne hai rispetto, sedici di aver rispetto per essa, alloraabbi rispetto del mio corpo, dellamia volontà, dell'essere senzienteche lo abita.Se decido di usarlo per guadagnaredei soldi ben venga, rimane peròuna decisione mia.Certo, forse sarebbe più utile alloraintrodurre qualche norma che regolispazi appositi, controlli sanitari, cheprevenga lo sfruttamento, la violenzae scenari in cui la volontà della sexworkers non è rispettata. La Franciane è lontana, pare, ma l'Italia non èda meno.Ricapitolando, queste due leggi mimancano di rispetto, mi offendonoperchè nessuna di loro vede in me,nelle altre donne, nelle mie compa-gne, qualcuno che possa determi-narsi, che possa scegliere.Qualcuno, ancora una volta, sceglieper me.E io, ancora una volta lo dico, non cisto.

Saura Effe

Italia e Francia;due donne a confronto

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La KRedazione:

Direttore editoriale

Riccardo Catenacci

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Federico Moretti

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Impaginatore

Andrea Michielon

Revisore testi

Marta Novaresi

Redattori

Daniele Bianco, Salvio

Calamera, Riccardo

Catenacci, Daniele De

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Michielon, Marta

Novaresi, Juan Carlos

Oliva, Laura Fontanella,

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8 relax

Renzi: da rottamatore a robivecchi; il primo numero della ografia non ufficiale in edicola dal....

Credits in brevis: Come sempre le immagini sono saccheggiate dal Web, tranne la copertina che del nostro fido Salvio.Questo numero esce in ritardo, un parto trigemellare: per questo abbiamo deciso di metterlo in incubatrice per le feste.Vi assicuro che nonostante questo gli mancavano ancora i capelli.

KRONSTADT: iniziativa realizzata con il contributo concesso dalla Commissione Permanente Studenti dell'Universitàdi Pavia nell'ambito del programma per la promozione delle attività culturali ricreative degli studenti. Altre entratesono rappresentate da eventi.

Kronstadtperiodico mensile

Numero 77La redazione di

Kronstadt è apertaad ogni tipo dicollaborazione.

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SNSShort News Service

L'ALER ha un debito di 345 mi-lioni. Sapevatelo.

La mimosa ha memoria, lo di-mostra uno studio dell'uni-versità di Firenze.

Braccio paralizzato? Da oggirianimarlo, con dei chip, non èpiù fantascienza. Al MIT stu-diano ora come ridare anche iltatto.

La dieta dei gruppi sanguigni èuna bufala, lo provano dei ri-cercatori di Toronto.

Su Marte c'è un sasso luminosoed è stato chiamato "PinnacleIsland". Data la forma il primocommento alla scoperta è diHomer Simpson: "Ciambella...."

Dolci innovazioni in arrivo:entro 3 anni dovrebbero esseredisponibili batterie allo zucche-ro, più economiche di quelleattuali, ricaricabili e biodegra-dabili (dubito commestibili).

La Guinness, nel '36, progetta-va di conquistare la Germanianazista. Gli affari sono affari.

Obama apre alla Cannabis,rapportando i danni al consu-matore a quelli dell'alcol. Peròraccomanda le figlie di nonusarne.

In Cina hanno arrestato il killerdei ravioli. A mo' di TylerDurden nell'indimenticaileFight Club opponeva resistenzafacendo terrorismo con del ciboavvelenato.

Se ancora non avete visto lastriscia di ZeroCalcare, pareche uscirà un adattamento delprimo libro (la profeziadell'armadillo) in versione film.

Avete il diabete di tipo II? Ècolpa dei Neanderthal! Omeglio, dei loro geni che, èstato scoperto, sono parteintegrante del nostro dna.

Il fritto misto cura le lesioninervose. No, stavolta è davverouna presa in giro! Il guscio deicrostacei d'altra parte sta perentrare in trial clinici perverificare se, come sembra,possano procurare biomaterialiper la riparazione dei nervidanneggiati.

Il matrimonio è come il latte.No, non scade, ma fa bene allesosa (degli uomini) se e solo secompiuto dopo i 25 anni e senon sfocia in un divorzio.

PeriodicoNumero 77Gennaio 2014

Bar La CupolaIn Piazza del Lino 10 nascosto sotto i portici davanti al palazzo San Tommaso si trovaquesto piccolo Bar.L’ambiente all’interno è minuscolo e con uno stile un po’ datato, ma si può usufruiredei tavolini al di fuori quando il gelo dà un po’ di tregua.Il menù offerto è quello classico da bar: toast a 2,2€, panini a 3,5€, piadine a 3,70€ einsalatone a 4€. I primi piatti si limitano ai tipici piatti pronti da cuocere al microonde.La qualità degli ingredienti di facciata non sembra promettere molto all’apparenza ed èqui che si rimane contraddetti. Le combinazioni dei componenti di panini e piadinesono semplici, non c’è nulla di eclettico, ma risultano azzeccate e non sfigurano graziealla qualità degli ingredienti stessi che emergono proprio per la loro semplicità. Notepositive per il pane utilizzato, dalla consistenza fragrante e simil-focaccia croccante, eper la mozzarella, sicuramente di qualità. Le verdure sono di qualità media maordinando un’insalata vi ritroverete davanti un’insalatiera piena di verdurame vario chevale sicuramente il prezzo speso.Il servizio, nonostante il tutto sia gestito da un’unica persona, non risulta essere troppolento.In conclusione: in una Pavia che ostenta l’apparire sull’essere questo piccolo Barsicuramente è. Non ci sono fronzoli a condire il contorno ma sola mera sostanza se nonci si fa ingannare dall’apparenza.

VOTO:7,5

Il Boccio PubQuesto pub situato in Via dei Mille 216, in fondo a Borgo Ticino, rappresenta unbaluardo della recente storia della ristorazione pavese: è aperto sin dal 1979!L’ambiente interno è datato ma abbastanza spazioso, diviso in 3 sale, con televisori inogni angolo per trasmettere le partite. I muri prendono spunto un po’ dalla passionecalcistica di fede Interista dei proprietari e un po’ dal classico pub anglosassone, ilrisultato è simile a un’accozzaglia.Il menù è ampio e variegato: si va dai panini che in media costano 5€, agli hamburgersui 5-6€, fino ad arrivare a piatti freddi o caldi e insalate che stanno sui 8-10€, senzadimenticare le varie patatine e stuzzicherie da 2,50€ in su.La dicitura sul menù cartaceo dice: “IL BOCCIO” Pub usa pesce,carne e pane surgelati.Ed è un peccato, perché vista la grande affluenza di clientela, a mio parere, il localepotrebbe permettersi di usare almeno carne e pane freschi, guadagnandone il menù intermini di gusto, consistenza e digeribilità(stomaci deboli vade retro!). Niente diparticolare da segnalare sugli altri ingredienti che si attestano nella media dei pubpavesi. Il prezzario è un po’ alto nonostante la posizione distaccata dal centro.Il servizio è decisamente lento, le ordinazioni si fanno da soli compilando direttamenteil menù cartaceo.In conclusione: i prezzi sopra la media, il servizio lento, la scelta di usare ingredientisurgelati potrebbero allontanare i alcuni da questo Pub, per tutti gli altri un grandeclassico dove non si può non fare tappa almeno una volta a settimana per rimpinzarsidi cibo unto e annaffiare il tutto con pinte di birra.

VOTO:6,5

Panino JumboVicino a Piazza Botta in Via Lanfranco 14/12 si trova questo Pub Paninoteca che sipresenta come un paradiso per i carnivori e gli amanti degli hamburgers.L’ambiente interno è quello di un pub all’italiana con tavoli di legno ammucchiati e unmaxischermo per le partite.Il menù enorme offre panini con ogni tipo di affettato possibile, salamella, petto dipollo e infine fantastici hamburgers, tutto tra i 4,50€ e i 6€. Sono presenti inoltreinsalate a 6€ e appetizer da 3€ in su, cotti rigorosamente al forno.La qualità è indiscutibile, sono utilizzati infatti solo ingredienti freschi che determinanoil maggior punto di forza di questo locale insieme agli abbinamenti azzecati e maibanali. Oltre a offrire una scelta diversa con un hamburger di cavallo o angus rispetto alsolito di manzo o suino, è presenti anche un hamburger vegetale (da provare) e un trisdi panini vegetariani. Ottimo anche il pane artigianale al sesamo.Il servizio è cortese e abbastanza veloce, ma la velocità potrebbe variare a secondadell’affollamento del locale.In conclusione: Ingredienti superiori e prezzi alla mano fanno di questa paninotecauno dei migliori locali del centro di Pavia. Insuperabile!

VOTO:9

Pausa Pranzo