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1 GIGI GIANNOTTI POESIE A cura di: Pasquale Chiurazzi Carmine Stigliano Prefazione Prof.ssa Maria Carmela Stigliano Presentazione Prof. Maurizio Nocera 24 Progettazione Foto/Grafica Pasquale Chiurazzi Organizzazione Coordinamento Rosy Battafarano Alexandera Boian Vito D’Armento Gianni Franco Adele Mauro Nicola Melidoro Antonietta Montagna Carmine Stigliano Alberto Suriano In copertina particolare Nascita di Venere, Sandro Botticelli, Uffizi, Firenze Elaborazione di Pasquale Chiurazzi L’ Associazione culturale SUD “Gigi Giannotti” nasce nel 1998 a Nova Siri, grazie all’impegno ed alla determinazione di un gruppo di persone, animato soltanto dal de- siderio sincero ed autentico di arricchirsi ed arricchire gli altri nella conoscenza di un popolo, quello lucano. L’Associazione non persegue alcun fine di lucro, è nata per affermare e propagare un’ap- propriata e attenta conoscenza e studio del patrimonio culturale lucano e non all’insegna di una riscoperta della Letteratura, del Teatro, della Musica e delle Arti visive. Obiettivo primario dell’associazione è il SIRISfestival che ogni anno si occupa di una disciplina in particolare, che da il tema al festival, e delle altre in generale, valorizzando gli artisti, le persone e le idee che la nostra regione ci propone. A tal proposito all’interno del SIRISfestival è stato istituito il Premio SIRIS, da asse- gnare ad un personaggio lucano che si è distinto nella disciplina che da il tema al festival. PUBBLICAZIONI A CURA DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE SUD “GIGI GIANNOTTI”: 1999 “LETTERATURA ED IMPEGNO CIVILE: LUIGI SETTEMBRINI: UN PROTAGONISTA”, ATTI DEL CONVEGNO TESTIMONIANZE DEI PROF. LUIGI GIANNOTTI, GAETANO STIGLIANO, GIOVANNI MONTESANO. 2001 “ZEFIRI D’ELICONA” POESIE E PROSA DI ORAZIO STANISLAO ORIOLI, A CURA DI PASQUALE CHIURAZZI E CARMINE STIGLIANO, PRESENTAZIONE DELLA PROF.SSA MARIA CARMELA STIGLIANO 2001 “ARTESUD: RICHIAMIDITERRA”, CATALOGO A CURA DI PASQUALE CHIURAZZI E PIERO RAGONE 2002 “ARTESUD: RICHIAMIDITERRA 2”, CATALOGO A CURA DI PASQUALE CHIURAZZI, TESTI CRITICI: PIERO RAGONE, ARTURO TUZZI. 2003 “ARTESUD: RICHIAMI DI TERRA 3” CATALOGO A CURA DI PIERO RAGONE GRAFICA DI FRANCO PIRO 2003 “SIRIS/BOLLITA/NOVA SIRI: ITINERARIO ARTISTICO TURISTICO” A CURA DI PASQUALE CHIURAZZI E CARMINE STIGLIANO 2003 “RACCONTI” DI GIGI GIANNOTTI ED. ARCHIVIA 2004 “DIEGO E ISABELLA: UNA TRAGICA STORIA D’AMORE” CATALOGO A CURA DI PASQUALE CHIURAZZI, GIULIO ORIOLI E NINO ORIOLO 2006 “NOVA SIRI 1860/1970 110ANNI DI FOTO A NOVA SIRI” A CURA DI PASQUALE CHIURAZZI E CARMINE STIGLIANO 2007 “PROCESSIONI: TRA SACRO E PROFANO” CATALOGO A CURA DI PASQUALE CHIURAZZI 2008 " 4E: ACQUA ARIA FUOCO TERRA" DEPLIANT A CURA DI PASQUALE CHIURAZZI

L’ Associazione culturale SUD “Gigi Giannotti” nasce nel ... · e gli alberi in fiore si. sorriso, di uno slancio, di una vitalità smisurata….tutte doti che hanno perché

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GIGI GIANNOTTIPOESIE

A cura di:Pasquale ChiurazziCarmine Stigliano

PrefazioneProf.ssa Maria Carmela Stigliano

Presentazione Prof. Maurizio Nocera

24

ProgettazioneFoto/Grafica

Pasquale Chiurazzi

Organizzazione Coordinamento

Rosy BattafaranoAlexandera BoianVito D’ArmentoGianni FrancoAdele Mauro

Nicola MelidoroAntonietta Montagna

Carmine StiglianoAlberto Suriano

In copertina particolare Nascita di Venere, Sandro Botticelli,

Uffizi, Firenze Elaborazione di

Pasquale Chiurazzi

L’ Associazione culturale SUD “Gigi Giannotti” nasce nel 1998 a Nova Siri, grazie all’impegno ed alla determinazione di un gruppo di persone, animato soltanto dal de-siderio sincero ed autentico di arricchirsi ed arricchire gli altri nella conoscenza di un popolo, quello lucano.L’Associazione non persegue alcun fine di lucro, è nata per affermare e propagare un’ap-propriata e attenta conoscenza e studio del patrimonio culturale lucano e non all’insegna di una riscoperta della Letteratura, del Teatro, della Musica e delle Arti visive.Obiettivo primario dell’associazione è il SIRISfestival che ogni anno si occupa di una disciplina in particolare, che da il tema al festival, e delle altre in generale, valorizzando gli artisti, le persone e le idee che la nostra regione ci propone.A tal proposito all’interno del SIRISfestival è stato istituito il Premio SIRIS, da asse-gnare ad un personaggio lucano che si è distinto nella disciplina che da il tema al festival.

PUBBLICAZIONI A CURA DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE SUD “GIGI GIANNOTTI”:

1999 “LETTERATURA ED IMPEGNO CIVILE: LUIGI SETTEMBRINI: UN PROTAGONISTA”, ATTI DEL CONVEGNO TESTIMONIANZE DEI PROF. LUIGI GIANNOTTI, GAETANO STIGLIANO, GIOVANNI MONTESANO.2001 “ZEFIRI D’ELICONA” POESIE E PROSA DI ORAZIO STANISLAO ORIOLI, A CURA DI PASQUALE CHIURAZZI E CARMINE STIGLIANO, PRESENTAZIONE DELLA PROF.SSA MARIA CARMELA STIGLIANO2001 “ARTESUD: RICHIAMIDITERRA”, CATALOGO A CURA DI PASQUALE CHIURAZZI E PIERO RAGONE2002 “ARTESUD: RICHIAMIDITERRA 2”, CATALOGO A CURA DI PASQUALE CHIURAZZI, TESTI CRITICI: PIERO RAGONE, ARTURO TUZZI. 2003 “ARTESUD: RICHIAMI DI TERRA 3” CATALOGO A CURA DI PIERO RAGONE GRAFICA DI FRANCO PIRO2003 “SIRIS/BOLLITA/NOVA SIRI: ITINERARIO ARTISTICO TURISTICO” A CURA DI PASQUALE CHIURAZZI E CARMINE STIGLIANO2003 “RACCONTI” DI GIGI GIANNOTTI ED. ARCHIVIA2004 “DIEGO E ISABELLA: UNA TRAGICA STORIA D’AMORE” CATALOGO A CURA DI PASQUALE CHIURAZZI, GIULIO ORIOLI E NINO ORIOLO2006 “NOVA SIRI 1860/1970 110ANNI DI FOTO A NOVA SIRI” A CURA DI PASQUALE CHIURAZZI E CARMINE STIGLIANO2007 “PROCESSIONI: TRA SACRO E PROFANO” CATALOGO A CURA DI PASQUALE CHIURAZZI2008 " 4E: ACQUA ARIA FUOCO TERRA" DEPLIANT A CURA DI PASQUALE CHIURAZZI

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Silenzio

Quanti segreti nascondono le cose:interrogate non rispondono.Vivono in silenzioin arcano mistero.

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A distanza di dieci anni dalla prematura scomparsa del prof. Luigi Giannotti, Gigi per gli amici, l’Associazione Culturale Sud Gigi Giannotti che porta il suo nome, ha voluto ricordarlo con la pubblicazione di questo Quaderno di poesie.

Luigi Giannotti è nato a Nova Siri il 20 settembre 1936 (Matera) Basilicata, si è laureato in Lettere presso l’Università di Lecce. Ha insegnato Italiano, Latino e Gre-co nei Licei Classici e Scientifici.Molto impegnato culturalmente. Nel 1985 ha pubblicato un saggio storico sul “ Movimento cattolico in Terra d’Otranto “mentre nel 1991 ha visto la luce il romanzo storico, ambientato nel quindicesimo secolo “ La congiura degli Imbalsamati” (Er-reccì, Maglie 1991, che ha raccolto vasti successi e consensi di critica.Pietro Luigi Quarta si è così espresso: “E’ un’opera di valore storico, sociale, basilare per un’approfondita conoscenza di quella società cruda e reazionaria come l’Italia di quell’epoca. E’ del 2000 il romanzo Torbido Siri (Archivia, Rotondella 2000), ispirato alla vicen-da di Isabella Morra e Diego Sandoval De Castro.

Lo stile di Gigi Giannotti con le sue “stranezze descrittive” è, probabilmente, unico nel suo genere e richiama -scrisse Ennio Bonea- le stramberie immaginifiche di Merlin Cocai e dei poeti burleschi del Rinascimento.

Ha scritto racconti, pubblicati su varie riviste letterarie, compresi alcuni che vedono protagonisti personaggi di Nova Siri.Da non dimenticare poi, lo studio attento e accurato sulla figura di Luigi Settembrini, personaggio non solo patriota ma anche, e sopratutto letterato.E’ scomparso prematuramente il 2 febbraio del 2000.

Pasquale ChiurazziCarmine Stigliano

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Canto

Canto la vitaquando odo il mormorio delle fontied il cinguettio degli uccellimentre appaiono nuove visioniche portano in un’atmosfera di sogni.Canto la vitaquando la natura si risvegliae le verdi distese dei pratie gli alberi in fiorefan gioire gli animie stimolano i cuori ad amarsi.Canto la vitaperché è come un fiumeche scorre lentamentesenza mai fermarsi.

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Prefazione

“Palpiti vicini e lontani”, “ricordi”, nostalgie”, “sogni”….vivono in queste poesie.E’ il cuore, l’animo dello scrittore che danno vita e realtà ad aspetti sopiti, forse dimenticati, forse dolorosi, forse pregni di speranza.“Speranza”: “firmamento fascio di luci”, “sogno”: solo allora “forse una vita più bella risorgerà”.La natura: fonte inesauribile d’ispirazione nucleo tematico della poesia del poeta, “dolce spettacolo” fatto di: “terra”, “acque”, “stelle”, “luccio-le”. La natura diventa l’elemento univoco dell’Inno alla Vita, quella vita che il poeta ha sempre amato, considerandola sempre e comunque una “grande meravigliosa avventura che nessuno può vivere al nostro posto”.Quella “vita” che viveva in ogni suo gesto, in ogni sua parola, in ogni suo sorriso, quella vita che lo ha reso il più speciale degli amici, quella “vita” che continua a vivere nel ricordo di chiunque lo ha conosciuto ed amato.Ma accanto alla Natura, le sue “origini”, le sue “radici” mai dimentica-te: Nova Siri, il suo paesino che vive tra “luci brillanti….che da una cima di una collina si protende verso un torrente….” Quel paesino così ricco di suggestioni poetiche: tra passato e presente, tra rime e poeti, che è così facile descrivere, rappresentare….così semplice per il poeta amare perché “essenza del suo essere”.L’epilogo del suo poetare: il “Silenzio”, quanti segreti aleggiano nel si-lenzio, “in arcano mistero”: il “perché” di tante cose, le ragioni di un sorriso, di uno slancio, di una vitalità smisurata….tutte doti che hanno contraddistinto da sempre la figura dell’uomo, del poeta, dello scrittore Luigi Giannotti.Non arcano o misterioso, però, il suo Essere, ma “visione reale” di cui oggi permane un Ricordo.

Prof.ssa Maria Carmela Stigliano

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Poesia

O cari versi:di notte venite da mee poi sparite come una nubenel vasto cielo.Tanti sussurri tanti motivitanta gioia mi date:spesso vi dileguatein eterno infinito.

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Presentazione

Nel Salento non ci sono montagne, e i poeti se le inventano con la fantasia. Come la neve, che da queste parti non cade mai, e tuttavia i poeti se la inventano fioc-candosela persino dentro casa, soprattutto in inverno, durante il Natale e nella preparazione del presepio, che imbiancano con batuffoli di candida bambagia. Antonio Prete, storico di Letteratura comparata nell’Università di Siena, ci ha detto che è la nostalgia a produrre questi fenomeni poetici di senso; nostalgia che sta a significare il dolore per le difficoltà incontrate sui percorsi del non ritorno. E per noi, poveri esseri umani, il massimo del dolore sta nell’impossibilità a ri-vivere il passato, il tempo da noi già vissuto. A volte, ad un certo punto della no-stra vita, può accadere che un determinato posto, magari per necessità, lo abban-doniamo per una nuova situazione. Ad esso, poi, ci possiamo sempre ritornare, ciò che ci è vietato, invece, è ritornare sulle orme del nostro stesso tempo vissuto. Questo è quanto è accaduto anche a Gigi Giannotti, un poeta nostalgico del tempo passato e dei propri luoghi vissuti. A lui mai mancò la possibilità di rivedere i luoghi dell’infanzia e della fanciullezza. Nova Siri, la sua grande piccola patria, nella bella terra di Lucania, era sempre lì ad aspettarlo a braccia aperte, ad ac-coglierlo come il padre accolse il figliuol prodigo. E lui, per la verità, non appena sentiva il richiamo di quella sua cara terra, non dormiva la notte fino a che, giunta l’alba, svegliava la sua amata Rita, per chiederle: «Oggi, andiamo a Nova Siri?». Alla risposta, quasi sempre affermativa della moglie, ecco il poeta prepararsi di tutto punto e, come il bambino che ha avuto in dono il più bel regalo dell’anno, mettersi a canticchiare una nenia popolare dei tempi andati, e poi, alè!, subi-to in cammino. Nova Siri è un paesello presepiale sul cocuzzolo di una colli-na, ed è un posto sempre caro a chi ci è nato… «sempre caro mi fu/ quell’ermo colle» scriveva il poeta di Recanati. E caro a Gigi Giannotti fu sempre Nova Siri, il paesello che sta lì, in Basilicata, dove egli, raggiungendolo, stava bene; come l’adagio ricorda, lo faceva stare «nella pace di Dio». Chi qui scrive lo hapotuto verificare di persona le tante volte che, assieme a lui, ha soggiornato in quella sua luminosa casa lucana, l’ha dove è ancora possibile respirare l’aria della bellezza di una terra che, non ha caso, gli antichi chiamarono col nome derivato dalla parola luce.Gigi era felice quando si trovava a Nova Siri. Si sdraiava sulla sua proverbiale sedia a dondolo, posta sul terrazzo prospiciente il castello, e di lì cominciava a guardare l’orizzonte marino con gli stessi occhi con cui l’avrebbe guardato,Gigi era felice quando si trovava a Nova Siri. Si sdraiava sulla sua proverbiale sedia a dondolo, posta sul terrazzo prospiciente il castello, e di lì comincia-va a guardare l’orizzonte marino con gli stessi occhi con cui l’avrebbe guar-dato, alcuni secoli prima, il suo poeta preferito, Diego Sandoval De Castro.

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Dolce sussurro

Una striscia bianca luminosasolca il firmamento:piume colorate camminano lentamenteun piccolo aereo spunta all’improvvisola natura emana un dolce sussurro.come ali sbattute dal vento.

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Si tratta dell’arcinoto giardino che la moglie di Gigi Giannoti, Rita Guido, e l’amica Anna Maria Massari avevano comprato assieme per passarci i giorni tristi della vecchiaia. Era quello il luogo degli incontri crepuscolari e notturni di tutti noi, di Antonio L. Verri, Antonio Massari, Francesco Saverio Dòdaro, Marisa Romano, Ada Donno, Pina Sparro, Enzo Coluccia e la moglie Ber-nardini, Rosa Maria Francavilla Maritati, altri amici ed altre amiche ancora. Il poeta trovava lì quella «pace di Dio» che spesso andava cercando. Sì, è vero, egli non poteva affaccendarsi molto, non poteva cioè sollevare una pietra o fare quei piccoli lavoretti che di solito si fanno in un giardino. Non poteva per via del suo cuore un po’ matto. Ugualmente però egli trovava il modo di vivere bene quel suo «buen ritiro» appena fuori le mura di Lecce. Lì accarezzava le amate piante, lì s’inebriava del profumo dei fiori, lì, quando arrivava il crepuscolo, indossava le vesti del poeta sognatore. Si stendeva su una sedia a sdraio appena fuori da qualsiasi copertura e cominciava ad osservare il cielo stellato. Da qui, da questa posizione proverbiale di Gigi nella contrada “Dottoressa Rapesta” nascevano le sue più belle liriche, alcune delle quali è possibile leggere qui, in questa silloge.Leggendole si capisce allora il perché in esse ci siano tante stelle, e la luna, e il sole, e gli uccelli, e i fiori, e le acque, e i sogni, e i silenzi, e le solitudi-ni, e i canti, e tanto firmamento, e tanto cielo, che poi sono la stessa cosa, ma non per il poeta il quale, allo stesso ambito, dà significati poetici diver-si. In fondo la poesia di Gigi Giannotti è sempre un “Dolce spettacolo”: «Quanta armonia crea nell’aria/ il mormorio del mare!/ Lontano dalla vita rumorosa della città/ fra le verdi erbette ed i fiorellini/ che già comincia-no a spuntare/ si può assistere veramente/ al dolce spettacolo della natura».

Prof. Maurizio Nocera

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Non è un caso se, nella sua più robusta lirica della presente silloge – “Nova Siri” –, Gigi richiama sia il suo paesello natio sia il suo poeta preferito. Scrive: «Tra luci brillanti/ scorgo il mio paesino/ che ha forma di gradinata:/ da una cima d’una collina/ si protende verso un torrente/ ed un castello tutto diroccato/ […]// per una stradina/ impervia e piena di ciottoli/ s’odono gli strazianti la-menti/ d’un giovane poeta:/ Diego Sandoval De Castro/ barbaramente ucciso/ per aver scritto/ delicatissimi e dolci versi/ per una poetessa:/ Isabella Morra».Qui, in questi sedici versi, c’è l’incanto della poesia di Giannotti, il suo mondo interiore, il suo nostalgico immaginario. Egli conosceva a memoria la tristissima storia dei due giovani amanti. Di tanto in tanto provava anche lui ad immedesi-marsi in quell’intrepido personaggio lucano del Cinquecento a cui Benedetto Croce aveva dedicato un saggio importante. Gigi, così spoglio di qualsiasi pretesa avven-turiera, da confonderlo quasi come un ingenuo e puro, non si faceva però sfuggire mai l’occasione di tentare di affascinare con questa storia qualsiasi fanciulla che gli capitasse a tiro di respiro. Desiderava ammaliare, desiderava vedere nello sguardo profondo di una donna incantata esattamente quello che avrebbe potuto vedere Diego Sandoval De Castro nel guardare la sua amatissima Isabella Morra. La sua narrazione ammaliatrice nasceva così, declamando alcuni versi di Isabella dedicati ai suoi luoghi natii come, ad esempio, questi: «Ecco ch’ un’ altra volta, o valle interna, o fiume alpestre, o rumati sassi, o spirti ignudi di virtute e cassi, udre-te il pianto e la mia dòglia eterna. Ogni monte udirammi, ogni caverna, ovunq’io arresti, ovunque io muova i passi; che Fortuna, che mai salda non stessi, cresce ognora il mio male, ognor l’eterna. Deh, mentre ch’io mi lagno e giorno e notte, o fere, o sassi, o orride ruine, o selve incolte, o solitàrie grotte, ulule, e voi del mal nostro indovine, piangete meco a voci alte interrotte il mio più d’altro miserando fine».Il poeta, declamando questi versi della Morra, intristiva il volto pensando alla terribile fine che aveva fatto Isabella, uccisa dai fratelli perché scoperta a leg-gere alcune lettere con i versi dell’amato Diego Sandoval De Castro, il quale, a sua volta, veniva ricordato da Gigi con la declamazione di altri suoi versi. Questi: «Con sì dolce catena e con tal nodo da voi legato il cor, donna, mi sen-to, che, se più lo stringete, più contento vivo e, se men, de l’allentar men godo. Se volete però sempre ad un modo farmi beato, e fuor d’ogni tormento ch’iomeni giorni, mentre il lume spento non fia degli occhi, e mentre io parlo etodo; e se v’aggrada ch’io non cessi mai d’empir di vostre glorie mille car-te, ben che peso mi par non del mio braccio; poiché né puote né potrà già mai star il mio cor in più beata parte, tirate sempre e restringete il laccio».Di solito, il luogo preferito dal poeta, cioè il luogo nel quale si svolgevano le sue nar-razioni, era la contrada “Dottoressa Rapesta”, sulla strada che da Lecce porta a Tor-re Chianca, appena subito dopo la Chiesa cosiddetta della “Capo di Sant’Oronzo”.

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Lucciole

Lucciole d’amore lucciole di sognoeterna giovinezza voi rappresentate.la luna azzurra rischiara il cielo infinito:deserti addormentatisi rinnovano di luce nuova.le solitudini e le tristezzegodano finalmentedi un colore nuovo.

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Terra infuocata

Il pianto si discioglie lungo le nevii bimbi soffrono la solitudineall’orizzonte una nuvola di fumo:viene da una terra infuocatadove le vite umane diventano pietre.L’infuocato sole nasce all’orizzonte:illumina angoli buidopo ore d’attesa.

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Speranza

Firmamentofascio di lucevolo di uccelligrigi montis’uniscono al cielo:la pallida lunas’immerge in profondo sonnocome gli uccellial giungere delle tenebre.Gli occhi guardano la speranzache sfugge continuamentenell’immensa distesa d’autunno.

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Solitudine

Sospiro pianto:son creatureesseri viventi:ci fan compagnia.Nell’immensa solitudinediventano veri amici.

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GIGI GIANNOTTIPOESIE

SPERANZE

DIEGO SANDOVAL DE CASTRO

DOLCE SPETTACOLO

SOGNO

NOVA SIRI

L’USIGNOLO

LE STELLE

ACQUE

TERRA INFUOCATA

SOLITUDINE

DOLCE SUSSURRO

LUCCIOLE

POESIA

CANTO

SILENZIO

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Le stelle

E’ trascorsa la notte e gli affanni si sono placatil’aurora sta per sorgerementre all’orizzonte appareun cerchio di luce azzurracome portato da due ali splendentied una piccola barcariprende il suo camminorecandosi verso mari tempestosi.Ma presto sarà travoltadalla furia delle acquee non ci sarà più quella luceche tante volte l’avevano illuminata.Saranno le stellea darle baglioreprima che essa affondinel mare tempestosopiangendo il suo triste destino.

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Dolce spettacolo

Nell’azzurro limpido cieloin un pomeriggio d’invernoil sole abbaglia la terrae la primavera già si sente nell’ariamentre la luna come un velogià compare nel firmamento preparandosi a rischiarare la terracon i suoi raggi luminosi.Le onde battono sulla scoglieratutta graffiatamentre una roccia si ergein mezzo al maresembrando una barcasbattuta dalle onde.Quanta armonia crea nell’ariail mormorio del mare!lontano dalla vita rumorosa della cittàfra le verdi erbette ed i fiorelliniche già cominciano a spuntaresi può assistere veramenteal dolce spettacolo della natura.

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Acque

Le acque sgorgonodall’alta montagnae fanno l’entrata nella vitasorridendo liete alla vista della luce.S’uniscono insiemeiniziando il cammino.Osservano stupite: cielo monti verdi pianuree collinette che discendonoai margini del letto del torrente,mentre gli uccelli si specchiano in esso.Ma tanta letizia svaniscegiungendo alla foce:il mare ingordole ingoia.

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Diego Sandoval De Castro

Pien d’angoscia e tristezzala sua giovinezzatormentata da continua inquietitudine:girovago di città in cittàdi foresta in forestadi salotti in salottiricercato con frenesiadall’imperatore Carlo.Schernito dai poeti fiorentini:“poeta venuto dal contado”.Arse d’amore per Isabella Morra:morì con questa tragicamentetrafitto in impervia stradinamuorendo senza confortocon gli occhi rivolti alle collinetante volte cantatein delicati e dolci versi.

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Nova Siri

Tra luci brillantiscorgo il mio paesinoche ha forma di gradinata:da una cima d’una collinasi protende verso un torrenteed un castello tutto diroccatosi erge su di una roccialungo la qualesecolari alberi d’ulivoson disseminatie sembrano volerlo sostenerea mò di colonnamentre il mormorio delle cascateed il profumo degli oleandrisparsi ai margini del ruscellettosi disperdononella tiepida ariad’un mattino d’autunno.Il rintocco dell’orologiosul campanile della chiesamarca il tempoche svanisce come una meteorain una notte stellare.Da una piazzettache ancora ricorda lo sterminio dei brigantis’intravede una cappellettaai piedi d’una collinadominando tutto il paesaggio.Poi lo sguardo si porgesulla sterminata valledove sorgono i ruderidi antiche città:Siris Metaponto Eraclea.

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Ed il golfo di Tarantoche nelle notti serenepar essere una stella del firmamento, mentre la luna rischiara il maresolcato dal bagliore d’una naveche sembra dirigersi verso le stelle.Le colline salgono e scendonocon ritmo incantevole:tolgono la visione dei montiche s’intravedono appenaa forza d’arcobaleno.Una piazzetta da mattina a seraè piena di uomini d’ogni età.Dapprima un asinovestito a festacompare alle prime luci dell’alba;poi i vecchietti fanno la loro comparsaosservando la piazza come un teatro.Sopra le strette e tortuose viesi ergono archettimentre le loggettel’una di fronte all’altrasi guardano amorevolmente.Scendono verso mareper una stradinaimpervia e piena di ciottolis’odono gli strazianti lamentid’un giovane poeta:Diego Sandoval De castrobarbaramente uccisoper aver scritto delicatissimi e dolci versiper una giovine poetessa:Isabella Morra.

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Sogno

I venti travolgono le stelle ed i deserti:alla sera il lamento d’un bimboil muggito d’un bueil latrar dei canirendono ancora più tetrala campagna desolata.il firmamento tutto osserva:tutto s’addormenta.Uomini fanciulli donnes’immergono in un sonno profondo.Il cinguettio degli uccellili sveglierà.La vita riprenderà:tormenti incubi travagli.Soltanto quando mari tempestosiinvaderanno la terrauna vita più bellaforse risorgerà.

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L’usignolo

Luci ed ombre nelle tenebrein una notte tormentata:si risvegliano i cuori.Le stelle s’innammoranonel cielo d’un usignologiunto nel firmamento:canta canzone.Tanta armonia diffondeil suo cantonell’immenso cielo.Le stelle se lo contendonomentre la luna sorride dolcemente.L’usignolo ritorna sulla terracontinuando a cantaresu di un albero fiorito:i raggi della lunalo sfiorano leggermente.