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La Chiesa e il ministero della parola di Dio • Il primo capitolo del documento Base espone con abbondanza la dottrina del concilio Vaticano II sul rapporto tra Chiesa e parola di Dio. • Emerge la concezione di una chiesa missionaria.

La Chiesa e il ministero della parola di Dio Il primo capitolo del documento Base espone con abbondanza la dottrina del concilio Vaticano II sul rapporto

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La Chiesa e il ministero della parola di Dio

• Il primo capitolo del documento Base espone con abbondanza la dottrina del concilio Vaticano II sul rapporto tra Chiesa e parola di Dio.

• Emerge la concezione di una chiesa missionaria.

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In principio era la PAROLA

• Il primo capitolo del DB consegna al lettore una visione di Chiesa nata dalla Parola di Dio e serva della Parola di Dio.

• Creatura Verbi: nasce da questa Parola e vive di questa Parola; è qualificata in ogni sua dimensione dalla Parola annunciata e ne serve l’annuncio all’umanità intera.

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La chiesa e la Parola di Dio

• La figura di Chiesa che viene proposta è quella delineata nelle costituzioni conciliari e in particolare in Lumen gentium e Dei verbum.

• DB 10: il ministero della parola di Dio è l’esercizio della missione profetica di Cristo, che continua nella Chiesa.

• DV 8: “Dio, il quale ha parlato nel passato, non cessa di parlare con la Sposa del suo Figlio diletto , e lo Spirito Santo, per mezzo del quale la viva voce del Vangelo risuona nella Chiesa e, per mezzo di questa, nel mondo”.

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La comunità dei credenti è una comunità profetica.

Nella Chiesa ogni credente è, per la sua

parte, responsabile della parola di Dio.

La sfida è delineare una Chiesa adulta e di adulti, credenti capaci di leggere

la propria vita alla luce della Parola “che invita,

interroga, provoca, consola, crea comunione,

salva” (DB 35)

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LA PEDAGOGIA DI DIO E DELLA CHIESA

• Nell’esercizio della sua missione profetica, la Chiesa si lascia guidare dalla pedagogia di Dio.

• Egli, ha condotto il suo colloquio con gli uomini << con eventi e parole intimamente connessi, in modo che le opere, compiute da Dio nella storia della salvezza, manifestano e rafforzano la dottrina e le realtà significate dalle parole, e le parole dichiarano le opere e chiariscono il mistero in esse contenuto>> DV 14.

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• <<La chiesa, pertanto, non proclama un’astratta ideologia,

ma la Parola che si è fatta carne in Cristo, Figlio di Dio, Maestro e

Redentore di tutti gli uomini. Dallo Spirito Santo la Chiesa viene introdotta sempre più

pienamente nella verità. Progredisce nella comprensione

tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, finché venga

a compimento il disegno di Dio>> .DB 16

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• La sua vocazione-missione di <<comunità profetica>>

chiede alla Chiesa di oggi di essere <<comnità

ermeneutica>>: comunità laica, adulta, vivente in un

processo continuo di ascolto della Parola nella

storia, nella forza dello Spirito, che vede tutti i

cristiani reali protagonisti, e per questo comunità

annunciante il realizzarsi del Regno.

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Le principali espressioni del ministero della Parola

• L’evangelizzazione come annuncio dell’amore di Dio, la predicazione come culmine della Parola, la catechesi per l’itinerario alla fede sono le forme di ministero evidenziate.

• La lettura del documento a distanza di anni, restituisce uno sfondo propriamente mutato, e ne reclama una rivisitazione.

• Gli spunti offerti dal DB hanno dato il via a una ricca stagione in cui il ministero della Parola si è andato modificando e arricchendo di modalità rispondenti alle esigenze dell’oggi.

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La Chiesa esercita la missione profetica primariamente con la predicazione viva della parola di Dio. DB 20

• Nessun’altra forma di diffusione del pensiero può sostituire la predicazione viva della Parola, la quale resta la via ordinaria che porta alla fede indicata dall’Apostolo: <<la fede dipende dall’udire la predicazione, ma questa, a sua volta, dalla Parola di Cristo>>. Rm 10,17

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• La forza del Vangelo è di annunciare che il cammino di ciascuno è il suo cammino,perché è a lui che la Parola è indirizzata. Perché ci sia cura della fede, bisogna dunque ascoltare, un ascolto che è lavoro su di sé , è cambiamento.

• La sfida allora è questa: come orientare ciascuno a realizzare questa qualità di ascolto della Parola per curare la fede e mantenere viva la dimensione profetica? Nella vostra realtà, esiste una diversificazione di proposte nell’annuncio?

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• L’evangelizzazione = il primo annuncio della salvezza a chi, per ragioni varie, non è a conoscenza o ancora non crede…ministero essenziale della Chiesa non soltanto per i popoli non cristiani, ma per gli stessi credenti.

• Ridestare la fede in coloro nei quali è spenta;• Rinvigorirla in coloro che vivono

nell’indifferenza. DB 25

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• La preevangelizzazione = è il dialogo leale con quanti hanno una fede diversa o non hanno alcuna fede e questo sul piano della corresponsabilità culturale, economica, abbracciando tradizioni, iniziative e chiarendo i problemi critici e pregiudizi che riguardano la naturale religiosità dell’uomo, fino a suscitare l’interesse per Cristo e per la Chiesa.DB 26

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• Oggi le modalità di annuncio sono molto più ricche e variegate.

• Il passaggio del nuovo millennio coincide con un cambiamento o un’accelerazione di presa di coscienza ecclesiale.

• Oggi si privilegiano alcune strategie.

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LE PAROLE DELLA COMUNICAZIONE

DEL VANGELO

Primo annuncio

Catecumenato

Iniziazione cristiana

Corsi di preparazione

Formazione

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• La problematica del primo annuncio è entrata di forza nel dibattito catechistico e subito ci si è resi conto di quanto sia complesso pensare e attuare forme di primo annuncio.

• Possiamo dire che per il momento si sono maturate due convinzioni:

1. Il primo annuncio in senso stretto consiste nella proclamazione della salvezza a chi non ne è a conoscenza o non crede e ha come obiettivo l’adesione fondamentale a Cristo nella Chiesa. Il contenuto del primo annuncio è il kerigma, inteso come racconto del mistero pasquale e, alla luce di questo, dell’intera vita di Gesù come buona notizia;

2. La seconda riguarda la necessità di declinare l’esigenza del primo annuncio per le persone che sono già credenti o pensano di esserlo.

Primo annuncio

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• La logica catecumenale si presenta come paradigma di tutta la catechesi.

• Secondo il RICA (rito di iniziazione cristiana degli adulti) il processo di iniziazione cristiana, nel rispetto del candidato, è un esigente cammino di conversione e crescita nella fede. Tale cammino, originato dall’azione di Dio, è vissuto nella comunità ecclesiale che accoglie il nuovo credente e lo sostiene fino a generarlo a vita nova. Impegno/progressivo cambiamento di mentalità.

• Il processo formativo è sostenuto dall’ascolto della Parola e dalla catechesi, da riti e celebrazioni, da esercizi ascetico-penitenziali, dall’accompagnamento ecclesiale.

Catecumenato

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• Sulla linea degli orientamenti ecclesiali Comunicare il vangelo in un mondo che cambia e convegni successivi si sono poste le premesse per un cambio di prospettiva:

1. Da una parrocchia come <<cura delle anime>> a una parrocchia missionaria;

2. Da un itinerario di iniziazione sui piccoli e sacramentalizzato a un processo di iniziazione che ha come perno gli adulti e non finalizzato ai sacramenti, ma alla vita cristiana;

3. Da una <<catechesi per la vita cristiana>> a una catechesi per l’evangelizzazione e la proposta della fede, e in questo senso parliamo di primo annuncio o proposta della fede.

Iniziazione cristiana

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• Il nuovo contesto culturale ha provocato anche la necessità di creare itinerari formativi. Li indichiamo:

1. Itinerari dei cercatori di senso: molti adulti, colpiti da sofferenza ecc, chiedono di accostarsi alla fede in maniera più matura;

2. Itinerari dei genitori che chiedono il battesimo per il loro figlio;

3. Itinerari dei fidanzati che intendono celebrare il rito del matrimonio in chiesa.

Corsi di preparazione

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Per una crescita sul piano del sapere, dei

modelli teorici, dell’innovazione e, forse, anche

della qualità. Formare vuol dire aiutare persone,

gruppi, organizzazioni, strutture ad apprendere

per cambiare, per raggiungere meglio i propri

obiettivi, e lasciare il proprio

<<segno>> nel mondo e nella

Storia.

Formazione

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Finalità e compiti della catechesi

La catechesi è chiamata a sviluppare

una mentalità di fede, a iniziare alla vita ecclesiale,

a creare una mentalità capace

di integrare la fede con la vita

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Finalità e compiti della catechesi

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La partita si è giocata sulla ridefinizione della finalità

Il capitolo dedicato alla <<finalità della

catechesi>>segna il vero spartiacquetra la catechesi pre e post-

conciliare .

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La riformulazione della finalità della catechesi, consiste nel tenere presente la situazione italiana della fede cristiana ormai grandemente differenziata.

Ci sono diverse tipologie di cristiani:1. Credenti impegnati appartenenti alla comunità cristiana2. Cristiani impegnati nel sociale3. Praticanti regolari4. Praticanti intermittenti5. Cristiani critici nei riguardi della

Chiesa che hanno preso le distanze6. Ci sono ragazzi, giovani e adulti che hanno ricevuto l’annuncio e nonostante battezzati si sono allontanati, ma che sidichiarano disponibili a ricominciare aCredere.

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• “Educare al pensiero di Cristo,

• a vedere la storia come Lui, a giudicare la vita come Lui,

• a scegliere e ad amare come Lui, a sperare come insegna Lui,

• a vivere in Lui la comunione con il Padre e lo Spirito Santo.” (DB38)

La finalità della catechesi deve dunque differenziarsise vogliamo potare avanti una

missione efficace, mirante:

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• Basti ricordare brevemente:

• Che dalla nascita dei catechismi nel 1500 fino agli anni ’60 del 1900 la finalità della catechesi era questa:TRASMETTERE LE CONOSCENZE DELLA FEDE IN MODO PRECISO E COMPLETO. La cosa non deve stupire, sia perché la conoscenza è parte fondamentale della fede, sia perché la fede era generata soprattutto nelle famiglie e all’ora settimanale bastava questa funzione cognitiva: IMPARARE A MEMORIA LA GRAMMATICA DI QUELLA FEDE che era diffusamente e sociologicamente trasmessa e vissuta.

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E proprio per questo cominciava a scricchiolare negli anni ‘70: la trasmissione sociologica della

fede non portava a “renderla esplicita ed operosa in una vita coerentemente cristiana” DB 37

In una parola, nutrire e guidare la mentalità di fede: questa è la missione di chi fa catechesi in nome della Chiesa: promuovere

atteggiamenti profondi.

Ecco la novità l’unità tra la fede e la vita

La fides quae cioè l’adesione

ai contenutiIntegrata

dalla fides quacioè l’adesione

alla persona del Signore Gesù

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Richiamando la validità permanente di questo capitolo del DB siamo invitati a prendere sul serio quanto

il documento considera fondamentale: la fede come adesione al Signore Gesù

richiede una conoscenza sempre più profonda del suo mistero.

NON C’E’ FEDE SENZA INTELLIGENZA DI FEDEL’unità tra

<<fede e vita>> resta l’obiettivo fondamentale di ogni catechesi.

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Il messaggio della Chiesa è Gesù Cristo

• Il centro vivo della fede è Gesù Cristo. È questo un motivo portante che attraversa tutto il DB.

• Tuttavia, la catechesi non intende proporre semplicemente un nucleo essenziale di verità da credere, ma intende far cogliere la sua persona vivente, nella pienezza della sua umanità e divinità, come Salvatore e Capo della Chiesa e di tutto il creato. DB 58

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Se la ricchezza dei tratti quotidiani delle parole e dei gesti di Gesù lo segnala del tutto umano, gli eventi della

Pasqua rivelano la sorgente di tale prossimità e novità nella

sua appartenenza al mistero di Dio, nella sua condizione unica di Figlio davanti al Padre. n66

La strada che il DB traccia conducedall’umanità di Gesù all’interrogativo circa la sua identità,

fino al mistero della sua persona, cioè fino alla sua intimità filiale con il Padre

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Il DB facendo riferimento a GS 41, presenta sinteticamente Gesù come uomo perfetto, l’Uomo

che per ciascuno è grazia perché in Lui ogni elemento dell’umano riceve riconoscimento,

purificazione e valorizzazione.

• Tutta la vita dell’uomo che diviene discepolo riceve luce,alimento e compimento;

• Tutti i tratti dell’esperienza umana, anche quelli più duri e portatori di sofferenza, ricevono significato e salvezza:

<<chiunque segue Cristo, l’uomo perfetto, si fa lui pure più uomo>> DB 61

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In Definitiva

la PROPOSTAdel contenuto

si articolaattorno a tre

domande

Chi è Gesù Cristo?

Come Lo

Incontriamooggi?

Come ci consente di collocarci nella storia?

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• Ciascuna delle tre domande rimanda all’altra e ha nelle altre il suo banco di prova.

• È l’identità di Gesù, nella ricchezza del suo mistero, rivelato del tutto nella sua pasqua, che consente di individuare i luoghi della sua presenza, come già attesta l’esperienza della Chiesa apostolica.

• Dall’altro lato, è dal modo con il quale i cristiani si pongono nella storia, accanto agli altri uomini e di fronte alle quotidiane situazioni della vita, che essi confessano il carattere innovativo della persona di Gesù e del suo messaggio.

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• La freschezza e la vitalità di questa proposta, la pedagogia che conduce dall’umanità di Gesù al suo mistero attingibile nella liturgia, nella vita della Chiesa e degli uomini ci spinge a compiere il passaggio da una catechesi rigidamente ripartita secondo i quadri della dottrina (verità da credere), della morale (comandamenti da osservare) degli aiuti della grazia da chiedere (sacramenti), a una catechesi che cerca di indicare il contatto tra le condizioni e le esperienze della vita e il Signore: il riferimento privilegiato è al Signore che si offre sulla strada verso Emmaus.

• Il mistero di Cristo è accolto dai cristiani come realtà operante oggi e per ciascuno. Così la catechesi deve annunciarlo.

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Per una piena predicazione del messaggio cristiano

• Cosa rende piena la predicazione del messaggio cristiano?• Cosa chiedono maggiormente i soggetti che voi incontrate?

L’attenzione alle esigenze dei soggetti, l’adattamento della Parola rivelata e

il coinvolgimento dei problemi umani sono i Criteri evidenziati per la piena predicazione

Di Cristo.

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Dal 1970 al 2010 sono passati quarant’anni di movimento catechistico italiano connotati da due

dati principali:un profondo cambiamento e una tensione non

risolta

1. il profondo cambiamento può essere riassunto dal passaggio <<dottrina>> a <<catechismi per la vita cristiana>>,richiedente l’adattamento della parola rivelata (legge della catechesi): essa dovrà servirsi di un linguaggio, che corrisponda alla cultura odierna e sappia far comprendere la Rivelazione agli uomini di oggi.DB 76

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• Tutto questo porta, come suggerisce il DB, in virtù della particolare attenzione che la catechesi dedica all’uomo, a un coinvolgimento dei problemi umani nell’esposizione del messaggio. DB 75

Il valore della legge morale

Il perché del dolore

Il x’ del male

Il x’ della morte

Il destino dell’uomo

Senso della vita

Il valoredei rapporti sociali ecc

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2. C’è dunque nella catechesi italiana una tensione non risolta: quella tra svolta antropologica (un messaggio che deve essere significativo per la persona) e istanza veritativa ( l’esigenza di una conoscenza organica e sistematica della verità cristiana).

Dal 1970 al 2010 sono passati quarant’anni di movimento catechistico italiano connotati da due

dati principali:un profondo cambiamento e una tensione non

risolta

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Chiunque voglia fare all’uomod’oggi un discorso efficace su Dio, deve muovere dai problemi umani e tenerlisempre presenti. DB 77

È questa, del resto, l’esigenza intrinseca per ogni discorso cristiano

su Dio. Il Dio della Rivelazione è il<<Dio con noi>>

Il Dio che chiama, che salva, e dà senso alla nostra vita; e la sua parolaè destinata a irrompere nella storia,per rivelargli la sua vera vocazionee dargli modo di realizzarla.DB 77

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Lo sviluppo delle domande parte sempre dalla constatazione del positivo della vita quotidiana

Felicità sofferenza

Amorefallimenti

Lavoro festa

Giustizia pace

La sfida di Dio

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Le fonti della Catechesi

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Sacra Scrittura

• La Sacra Scrittura, definita <<anima e “libro” della catechesi, è diventata celebre come uno slogan l’affermazione del DB 107: La Scrittura è il “Libro”, non un sussidio fosse pure il primo.

• Viene messa in rilievo, sinteticamente, la relazione del testo sacro con il ministero di Cristo ed è segnalato il modo di comprenderlo e comunicarlo rispettando il senso storico e spirituale insieme, proponendo per questo delle indicazioni didattiche.

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Tradizione • È definita << luogo vivodi incontro con la parola di Dio>>. Esprime l’interazione tra Scrittura, vita dellaChiesa (segnatamente i padri, il magistero, la riflessioneteologica). “• Si nomina pure, come fonte, la <<storia della Chiesa e

dei popoli>>, con un’apertura sui <<valori che preparano al vangelo>>. “In questa luce, la catechesi può particolarmente arricchirsi, quando presenta, con sentimento religioso e con obiettività, le grandi pagine della carità e della santità cristiana lungo i secoli”. DB 112

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liturgia• Essa viene definita <<espressione

viva del mistero di Cristo>>, oppure come <<una catechesi in atto>>DB: ivi si incontra colui di cui parlano la Scrittura e le altre fonti, e lo si incontra con gesti e azioni vive come è proprio della celebrazione liturgica. La partecipazione consente ai credenti di penetrare il mistero di Cristo, di coglierne l’ampiezza e la mirabile unità. DB

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Opere del creato • Le opere del creato, si dice,

<<parlano di Dio>>. Tutto è stato creato in Cristo, per mezzo di Cristo, in vista di Cristo. Perciò ogni aspetto di verità, di bellezza, di bontà, di dinamismo,che si trova nelle cose e in tutto l’universo, nelle istituzioni umane, nelle scienze, nelle arti, in tutte le realtà terrene, e in particolare nell’uomo, e nella storia: tutto è segno e via per annunciare il mistero di Cristo.DB 118