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TERRE D’ACQUA VERSO UN USO RAZIONALE DELLA RISORSA IDRICA. DOSSIER

La Coccinella

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Il mensile di Legambiente Basilicata Onlus - Anno 1 Numero 0

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Page 1: La Coccinella

TERRE

D’ACQUA VERSO UN USO RAZIONALE

DELLA RISORSA IDRICA. DOSSIER

Page 2: La Coccinella

Sommario

2 La coccinella / GENNAIO 2013

DIRETTORE RESPONSABILE:

Anna Martino ([email protected])

GRAFICA E IMPAGINAZIONE:

Lena Pepe ([email protected]);

Gabriele Masi ([email protected])

REDAZIONE:

([email protected])

Marco De Biasi ([email protected])

Valeria Tempone ([email protected])

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:

Giusy Lasco, Francesco Laurita, Michele Catalano

EDITORE: Legambiente Basilicata Onlus

PRESIDENTE: Marco De Biasi

SEDE LEGALE E REDAZIONE:

Viale Firenze 60C - 85100 Potenza Tel. 0971441541

Fax 097146699 - [email protected]

Spedizione in abbonamento postale :

D. L. 353/2003 (Conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Potenza

Stampa: Tipografia Sagittario Franchi Paolo snc di Fanchi Giuseppe & C.

Via Malignani, 7 Bibione (Ve) Cap 30020 Testata reg. al Tribunale di Potenza al n. 475/2012 in data 20/06/2012 Abbonamento 11 numeri 12 euro. Pagamento su ccp 7862556 intestato a Legambiente Potenza. Altre modalità sul sito www.legambientebasilicata.it. L’iscrizione ad un circolo lucano della Legambiente comprende l’abbonamento annuale. Garanzia di riservatezza per gli abbonati. L’Editore garantisce la massima riservatezza nel trattamento dei dati forniti dagli abbonati. Ai sensi degli articoli 7, 8, 9 del Dlgs 196/2003 gli interessati possono in ogni momento esercitare i loro diritti rivolgendosi a: Legambiente Basilicata Onlus, Viale Firenze 60C, 85100 Potenza, tel. 0971441541, fax 097146699, [email protected]. Il responsabile del trattamento dei dati stessi ad uso redazionale è il direttore responsabile.

L’editoriale

Una nuova avventura

S iamo pronti per questa nuova avventura, diversamente

non posso definire la decisione di far nascere un nostro

mensile che ci consenta di raggiungere tutti i soci in Basi-

licata.

Speriamo possa essere per noi un ottimo strumento di lavoro per

far conoscere sempre meglio le nostre attività e per stimolare un

dibattito sulle questioni ambientali in Basilicata basato sul rigore

del ragionamento scientifico, sul coinvolgimento diretto dei no-

stri soci e di chi vuole contribuire a costruire un futuro sostenibi-

le per la nostra regione.

La grande attenzione che esiste, anche in Basilicata, per le tema-

tiche ambientali, per le problematiche connesse all’industrializ-

zazione ed alla tutela del territorio, per la problematica mai risol-

ta della gestione dei rifiuti, per le questioni delle produzioni

energetiche, dell’inquinamento, della tutela del paesaggio, dimo-

stra, da un lato un forte interesse dei cittadini e dall’altro uno

stato di difficoltà della politica e delle amministrazioni locali, che

spesso hanno, nell’offrire soluzione ai problemi, a proporre ed

attuare politiche per la sostenibilità. Conferma la centralità delle

questioni ambientali di fronte ai profondi cambiamenti in atto e

l’incapacità di cercare prima e trovare poi soluzioni al passo con i

tempi ed adeguate alle sfide che abbiamo di fronte.

Anche in Basilicata molte cose stanno cambiando rapidamente e

molte altre potranno cambiare. La strada che questa regione per-

correrà nei prossimi anni dipenderà da molti fattori e, forse, an-

che dalla capacità dell’ambientalismo e degli ambientalisti di

rispondere alle sfide, indicando la via concreta per migliorare il

benessere delle persone, un percorso di crescita collettiva, che

riporti al centro il sapere, il territorio e la comunità, in armonia

con l’ambiente attraverso la condivisione delle scelte e delle stra-

tegie e che possa ridare speranza nel futuro.

È necessario lavorare per conquistare maggiore autonomia e pro-

tagonismo politico e sociale del movimento ambientalista, auto-

nomia e protagonismo che vivono innanzitutto di conflitto, cui

però deve accompagnarsi la proposta del cambiamento. Il con-

flitto, anche quello locale, è da sempre una grande, insostituibile

risorsa dell’ambientalismo, e resta tuttora uno strumento essen-

ziale del nostro agire. Ma un conflitto liberato dall’idea che di-

fendere l’ambiente significhi lasciare tutto com’è, toccare il meno

possibile dell’esistente, teorizzando futuri sostenibili senza mai

provare a praticare un presente sostenibile, cercando spesso di

scaricare i problemi ad altri lontani da noi nel tempo o nello spa-

zio. Il conflitto che non deve mai appiattirsi sull’egoismo locali-

stico perché così ne perderebbe la nostra ambizione ad interpre-

tare l’interesse generale. Per salvare l’umanità dalla catastrofe

climatica, per attuare la riconversione ecologica dell’economia,

non bisogna limitarsi a “conservare” gli equilibri climatici, ma è

necessario intervenire con forza per ristabilirli.

Continua a pag 19...

di Marco De Biasi

Anno I - n. 0 - Gennaio 2013

3 Dossier

Oro Blu. Come razionalizzare

un bene prezioso

Zaino in spalla

Festa delle vigne

37 anni di tradizione

16 Gae (Gruppo d’acquisto ecologico)

Quanti pesticidi ho nel piatto?

14

Ecochic

Borsa tascapane

in pelle

Piantala

La Poinsettia

Euphorbia pulcherrima 18

Cultura

Storia di uomini

e di ombrelli

Il Cigno risponde

La Posta 17

Page 3: La Coccinella

Dossier

La coccinella / GENNAIO 2013 3

ORO BLU

L a chiamano oro blu. Ovvero, elemento indi-

spensabile per la vita e centrale per lo svi-

luppo - pertanto considerata più per la sua

valenza economica che per quella naturale

- e tema da sempre al centro del dibattito nazionale e

internazionale, oggi particolarmente rilevante visti

gli esiti del referendum che l’ha decretata bene comu-

ne: risorsa accessibile a tutti nel rispetto di efficienza,

efficacia ed economicità.

La Basilicata ne è ricca. Non soltanto per la quantità

di metri cubi che attraversano il territorio sottoforma

di fiumi, mari o laghi. La Basilicata ne è ricca perché

ricche sono le opportunità che derivano dagli usi di

questa importante risorsa: in agricoltura, nella vita di

tutti i giorni (la maggior parte della nostra acqua è

infatti potabile).

Tutti questi concetti sono racchiusi in un’unica

espressione: “Terre d’acqua”, il progetto promosso

dalla rete degli Osservatori e dei Centri di Educazione

Ambientale e alla Sostenibilità di Legambiente Basili-

cata (“Il Vecchio Faggio” di Sasso di Castalda, “Oasi

Bosco Faggeto” di Moliterno, “Bosco dei Cigni” di

Grumento Nova, “ I Calanchi” di Montalbano Jonico,

“Melidoro Pollino” di Valsinni) insieme all’Osservato-

rio Ambiente e Legalità, in partenariato con Acque-

dotto lucano e Autorità d’ambito territoriale ottimale

– Servizio idrico integrato Basilicata.

Finanziato dal programma regionale Epos – Pro-

gramma strategico 2010-2013 per l’educazione e la

promozione della sostenibilità ambientale nell’ambi-

to del bando 2011 “A… come acqua”, attraverso una

COME RAZIONALIZZARE

UN BENE PREZIOSO

Page 4: La Coccinella

Dossier

4 La coccinella / GENNAIO 2013

campagna di sensibilizzazione, informa-

zione e animazione territoriale si è propo-

sta di far comprendere l’importanza della

risorsa idrica quale bene rinnovabile ma

limitato e responsabilizzare i fruitori a un

uso razionale dell’acqua, in primo luogo

di quella potabile. L’idea di partenza è

stata quella di mettere in campo azioni

tese non solo a informare, ma a incidere

sugli stili di vita individuali, sulle abitudi-

ni collettive, affinché ciascuno, in varia

misura, si assuma la responsabilità della

tutela di questa risorsa.

“Pensare globalmente, agire localmente”.

E’ stato questo il filo conduttore dell’inte-

ro progetto che non a caso ha puntato su

una rete sinergica e collaborativa tra i

presidi educativi rappresentati dai Cea e

gli enti pubblici, come strumento di pro-

mozione della sostenibilità che mira ad

avere una ricaduta diretta sul territorio.

Partendo dall’analisi delle criticità legate

alla risorsa acqua, si è cercato di innescare

dei processi

virtuosi, tali

per cui i citta-

dini stessi e i

giovani possa-

no essere la

chiave di volta

e i protagoni-

sti stessi dei

cambiamenti

necessari.

Occorre cam-

biare l’approccio, che fino a oggi ha guida-

to la pianificazione della risorsa, passando

dalla “politica della domanda” a una piani-

ficazione fondata sulla corretta gestione

della risorsa disponibile. Ciò si traduce da

una parte in una riduzione della domanda

stessa e dei consumi, dall’altra in un in-

cremento dell’efficienza degli usi.

I cambiamenti climatici hanno determina-

to una parziale alterazione del ciclo

naturale dell’acqua - lo scambio

senza sosta fra atmosfera,

suolo, acque di superfi-

cie, acque profonde

ed esseri viven-

ti - facen-

dolo

diven-

tare più

intenso

a causa

dell’incre-

mento dei tassi di

evaporazione e di precipitazione registrati

a partire dal secolo scorso. La crescente

pressione demografica, l’evoluzione degli

stili di consumo, l’inquinamento, l’incre-

mento del fabbisogno di energia sono tra i

principali acceleratori della crisi delle ri-

sorse idriche: già oggi un miliardo e 200

milioni di persone non hanno accesso

all’acqua potabile e altri due miliardi di

esseri umani sono privi dei servizi igienici.

L’acqua sta diventando una risorsa sempre

più scarsa, preziosa, e sempre più al cen-

tro di conflitti e tensioni sociali.

Page 5: La Coccinella

Dossier

La coccinella / GENNAIO 2013 5

T anto a livello globale quanto a livello

locale emergono varie criticità legate

a un uso non sostenibile della risorsa idri-

ca. Nello specifico, partendo da una più

attenta analisi del nostro contesto territo-

riale, si è arrivati ad individuare alcuni

nodi problematici:

* Gli stili di vita e le abitudini indivi-

duali sono spesso in contrasto con

la tutela e la salvaguardia della

risorsa idrica. Da un lato si evi-

denzia un consumo eccessivo di acqua

negli usi domestici,

dall’altro si tende

ad adottare prati-

che scorrette che

finiscono per con-

taminare i bacini idrografici. Si pensi ad

esempio che un solo rubinetto che perde

30 gocce al minuto spreca circa 2400 litri

di acqua all’anno. Se si utilizzassero gli

elettrodomestici a pieno carico, si potreb-

bero risparmiare tra gli 8000 e gli 11000

litri di acqua annui per famiglia. E ancora,

installare economizzatori idrici consenti-

rebbe un risparmio della quantità di acqua

erogata del 50%. L’uso eccessivo di detersi-

vi e detergenti o la pratica scorretta di

versare gli oli vegetali di scarto diretta-

mente negli scarichi domestici determina-

no una riduzione dell’efficienza dei sistemi

di depurazione, con il conseguente afflus-

so di quantità elevate di questi agenti in-

quinanti in laghi, fiumi e mari.

* Le attività antropiche rappresenta-

no spesso una minaccia per gli

ecosistemi acquatici. L’inquina-

mento degli habitat fluviali, lacu-

stri e marini determina una pericolosa

perdita di biodiversità e causa un’altera-

zione della catena alimentare. L’eccessiva

cementificazione degli argini e dei letti dei

fiumi, dovuta non solo alle opere idrauli-

che, ma soprattutto all’abitudine di inse-

diare attività per lo più industriali e arti-

gianali negli alvei dei fiumi, con deviazio-

ne del corso degli stessi, oltre che a rap-

presentare un fattore di rischio idrogeolo-

gico mina i fragilissimi equilibri di questi

ecosistemi. Anche le falde acquifere subi-

scono fattori di forte stress dovuti all’im-

patto delle attività antropiche, con conse-

guente abbassamento delle falde stesse e

riduzione della disponibilità di acqua.

* La gestione non sempre efficiente

delle reti di distribuzione deter-

mina elevati sprechi. La rete ac-

quedottistica

nazionale - poco più di

291mila chilometri - è

vecchia: mediamente gli

acquedotti in Italia han-

no 32 anni di vita, un

terzo di questi non vede

interventi di manuten-

zione straordinaria da

circa un ventennio, al-

meno 50mila chilometri

andrebbero completa-

mente rifatti. In alcuni

casi andrebbe rivista

anche la rete fognaria, in

particolar modo il siste-

ma di collettatura delle

acque piovane con le

acque reflue, che deter-

mina un inutile appesan-

timento di carico degli

impianti di depurazione.

Direttamente legato alla

vetustà degli impianti e

alla diminuzione degli

investimenti è il proble-

ma delle perdite di rete,

un mix di perdite fisiche involontarie,

volontarie, allacciamenti abusivi e usi

non contabilizzati. Secondo le stime dai

dati di Ecosistema Urbano 2011 ben 51

capoluoghi di provincia su 101 (per cui il

dato è stimabile) perde più del 30%

TRASCINATI DALLA CORRENTE

QUESTIONE DI CATTIVE ABITUDINI

Il canale nella Piazza di Tramutola – Alcune donne lava-

no i piatti come si usava un tempo.

Page 6: La Coccinella

Dossier

6 La coccinella / GENNAIO 2013

dell’acqua messa in rete. In Basilicata si

riscontra una perdita del 50% circa. Un

altro fattore spesso non calcolato, non

direttamente legato all’impiantistica e che

influisce sulle dispersioni idriche, è l’eleva-

to numero di fontane pubbliche per acqua

potabile, non do-

tate di rubinetti e

pertanto aperte a

getto continuo.

* L’uso agri-

colo im-

patta no-

tevolmente sulle

riserve idriche,

perché appena un

terzo delle quanti-

tà prelevate rien-

tra nel ciclo

dell’acqua. Il 60%

dell’acqua prele-

vata in Italia è

destinata all’agri-

coltura, fotografia

di una realtà nota

agli addetti ai

lavori ma poco

conosciuta al di

fuori di questa

cerchia ristretta.

Anche nella no-

stra regione, per

cui il dato è in

linea con quello nazionale, si registra un

ingente utilizzo della risorsa idrica per usi

irrigui. Tale stima, dal nostro punto di

vista, non deve colpevolizzare il settore

agricolo, ma diventare il punto di partenza

per innescare un’inversione di rotta. I

quantitativi elevati di acqua sono imputa-

bili in primo luogo alle tecniche di irriga-

zione. Basti pensare che i metodi impiega-

ti principalmente sono l’aspersione e l’in-

filtrazione laterale, mentre risulta margi-

nale il ricorso a tecniche di microirrigazio-

ne come i sistemi a goccia. Scarsamente

impiegati anche i sistemi di recupero

dell’acqua piovana che contribuirebbero

ad aumentare l’efficienza del sistema. A

ciò si aggiunge il ricorso a coltivazioni che

scarsamente si adattano ai nostri terreni e

che necessitano al tempo stesso di quanti-

tà di acqua elevate e superiori rispetto ai

cultivar autoctoni.

* I cambiamenti climatici alterano il

ciclo dell’acqua. I rischi correlati ai

cambiamenti climatici indotti

dall’uomo e il loro impatto poten-

ziale determinano scenari a dir poco in-

quietanti: vaste aree a rischio di inonda-

zioni e alluvioni, eventi meteorologici

estremi, emergenza idrica, scioglimento

dei ghiacciai, solo per citare quelli più

strettamente correlati alla matrice am-

bientale acqua. I paesi dell’Europa del Sud,

e tra questi l’Italia, scopriranno il proble-

ma della scarsità dell’acqua con gravi ri-

percussioni sull’agricoltura, sul sistema

industriale ed energetico, sul turismo e

sulla vita quotidiana di ogni cittadino.

* L’Italia è il paese più ricco di risor-

se idriche dell’Europa meridionale

ma nonostante l’elevata disponibi-

lità naturale e la buona qualità, è

uno dei più importanti consumatori mon-

diali di acqua in bottiglia. Circa 200 litri

l’anno a testa, un primato dagli alti costi

ambientali ed economici. Ma quali sono le

conseguenze di tale scelta sull’ambiente?

Produzione, trasporto, smaltimento: ognu-

na delle fasi che accompagna la bottiglia di

acqua minerale è caratterizzata da un forte

impatto sulla qualità ambientale. Aumen-

tano le bottiglie di plastica monouso e,

quindi, il consumo di petrolio per fabbri-

carle e le conseguenti emissioni inquinan-

ti, i camion per trasportarle, con il gasolio

consumato e le relative emissioni atmosfe-

riche, gli imballaggi destinati alle discari-

che.

Page 7: La Coccinella

Dossier

La coccinella / GENNAIO 2013 7

P erché l’acqua è un bene fonda-

mentale per la vita e per lo svi-

luppo? Quali gli usi e le caratte-

ristiche? Quali le cause dell’in-

quinamento e soprattutto quali i compor-

tamenti orientati ad un suo uso sostenibi-

le? Sono questi gli interrogativi a cui si è

cercato di dare una risposta nel percorso di

educazione ambientale che ha coinvolto 20

classi delle scuole medie e degli istituti

superiori della regione per un numero

complessivo di circa 400 ragazzi. Perché le

future generazioni sono il perno attorno a

cui ruota il cambiamento, nella veste di

“maratoneti” delle buone pratiche, portato-

ri dentro e fuori casa della staffetta della

sostenibilità. Il percorso formativo ha visto

la realizzazione sia di attività in aula che di

“lezioni” sul campo, privilegiando in questo

modo l’esperienza diretta. Le classi coin-

volte hanno avuto la possibilità di realizza-

re escursioni alla sorgenti dei fiumi, visite a

impianti di captazione e potabilizzazione.

Hanno potuto partecipare all’at-

tività di monitoraggio dello sta-

to dei fiumi Agri, Basento, No-

ce, Sinni e Melandro che ha

consentito di mettere in relazio-

ne i concetti appresi con l’osser-

vazione

diretta.

I ragazzi sono stati così protagonisti di di-

vertenti giochi d’acqua sullo spreco e sulla

“bontà” dell’acqua potabile, di incontri di

gruppo e lezioni interattive supportate

dall’uso di immagini input, “quizzoni”,

“interviste” e altri svariati strumenti ludico

didattici. Un percorso propedeutico alla

parte più

sperimentale, dove armati di pinze, guanti,

provette e lenti di ingrandimento sono

stati accompagnati in un viaggio alla sco-

perta delle proprietà organolettiche dei

fiumi lucani e di eventuali criticità.

Alcune di queste attività sono state poi

riprodotte con gli adulti. La campagna

“Acqua di rubinetto? Sì grazie – che ha lo

EDUCARE ALLA SOSTENIBILITA’

Alcuni

momenti

delle

lezioni

nelle

scuole.

Page 8: La Coccinella

Dossier

8 La coccinella / GENNAIO 2013

scopo di sfatare il mito secondo cui l’acqua

in bottiglia è qualitativamente migliore di

quella che arriva nelle case lucane - ha vi-

sto protagonisti molti lucani invitati a un

divertente “assaggio al buio” durante il qua-

le, bendati, hanno dovuto sorseggiare acqua

di rubinetto e acqua in bottiglia per poi

distinguerle. La campagna, con il diretto

coinvolgimento di Acquedotto Lucano, è

partita da Montalbano Jonico nel mese di

luglio per poi proseguire nel mese di agosto

a Grumento Nova, a Sasso di Castalda e a

Moliterno e finire a Potenza a settembre. Il

risultato? “Come si è verificato già in altre

occasioni – ha spiegato la responsabile della

campagna per Legambiente Valeria Tempo-

ne – il 50 per cento delle persone ha ricono-

sciuto l’acqua di rubinetto, l’altro 50 no.

Tanto basta a sfatare la convinzione secon-

do cui l’acqua in bottiglia è più buona. Non

solo. L’acqua in bottiglia è anche meno si-

cura, dal momento che quella del rubinetto

viene controllata quotidianamente ed è a

chilometro zero: arriva direttamente nelle

nostre case evitando la produzione di ani-

dride carbonica derivante dal trasporto e

dalla produzione di quintali di rifiuti in pla-

stica per via delle bottigliette. Infine è meno

costosa: 10 litri di acqua di rubinetto con-

stano un centesimo contro i circa 30 cente-

simi a litro dell’acqua in bottiglia”.

L’acqua nella storia oltre a rappresentare

una fonte di vita e un fattore di sviluppo,

ha rappresentato un elemento di aggrega-

zione e di socialità. Basti pensare alle fon-

tane, ai lavatoi, agli abbeveratoi, intorno ai

quali si svolgeva buona parte della vita

lavorativa e sociale dei piccoli centri luca-

ni. Molti di questi manufatti legati all’ac-

qua sono in condizioni di degrado e ab-

bandono. Da qui l’idea di riportarli alla

luce attraverso il concorso fotografico

“Fotogoccia”. Un concorso di idee con cui i

cittadini sono stati invitati a inviare foto e

proposte di recupero al fine di riflettere

sul significato dell’acqua nella sua più am-

pia accezione e fornire spunti di approfon-

dimento. Il concorso è stata anche l’occa-

sione per attivare un servizio di segnala-

zione delle fontane di acqua potabile sem-

pre aperte e porre l’attenzione verso que-

sta forma di spreco.

I “suoni dell’acqua” di Giovanna Petro-

ne, vincitrice del concorso. In basso

altre foto del concorso.

CONCORSO FOTOGOCCIA

Page 9: La Coccinella

Dossier

La coccinella / GENNAIO 2013 9

CONCORSO FOTOGOCCIA

I l settore agricolo è quello che uti-

lizza e consuma la maggiore

quantità di acqua ed è quindi

anche quello in cui è maggior-

mente necessario applicare una

seria politica di efficienza, rispar-

mio e tutela della risorsa idrica, non soltan-

to per motivi ambientali ma anche per pre-

servare una risorsa preziosa all’agricoltura

stessa. Per fare questo è prima di tutto ne-

cessario abbandonare le vecchie concezioni

dell’acqua come bene infinito, puntando

sulle più innovative tecnologie di irrigazio-

ne e abbandonando gli ormai obsoleti me-

todi irrigui che utilizzano molta più acqua

di quella realmente necessaria. L’ingente

utilizzo della risorsa idrica del nostro paese

per usi irrigui, non deve far salire per l’en-

nesima volta l’agricoltura sul banco degli

imputati, ma al contrario deve spingere

questo settore produttivo a diventare prota-

gonista, nel suo interesse, di una strategia

complessiva che riduca

i prelievi, porti ad un

uso più efficiente e

aumenti la disponibili-

tà della risorsa.

E’ questo, in sintesi,

quanto emerso dal

workshop "Acqua, agricoltura, ambiente"

organizzato dal Cea "I Calanchi" di Montal-

bano Jonico nell'ambito delle attività del

progetto "Terre d'acqua" e che si è svolto a

Scanzano Jonico presso la sala consiliare di

piazza dei Centomila. Un’occasio-

ne per trattare i temi delle politi-

che di risparmio, di efficienza e di

tutela ambientale in materia idrica

in Basilicata.

Il problema è stato osservato da

diversi punti di vista, dagli aspetti

relativi alla piovosità del nostro

territorio, mutata nel tempo con

precipitazioni meno frequenti ma

più intense, alle nuove tecniche di

irrigazione che permettono, a pari-

tà di risultato, un notevole rispar-

mio idrico, fino ai consigli sulle

potature dei frutteti volti a ridurre

all’essenziale il fabbisogno idrico

delle colture.

Il neo direttore dell’Autorità regio-

nale di bacino, Antonio Anatrone,

ha illustrato le finalità e il ruolo

strategico dell’Autorità per la cor-

retta gestione e la salvaguardia

delle acque lucane.

Un’approfondita relazione sulla

situazione delle acque sotterranee

del bacino idrografico della piana

metapontina e le interazioni con

gli apporti delle acque di superfi-

cie, con il mare e con gli interventi

antropici è stata presentata da

Maurizio Polemio, del Cnr-Irpi. Un

lavoro pluriennale ha evidenziato i

rischi di salinizzazione per una

fascia estesa dei terreni più costieri

in caso di siccità prolungata, di ec-

cessivo emungimento dalla falda o

di drastiche riduzioni delle portate dei fiu-

mi, oggi quasi tutti interessati da dighe.

Salvatore Graziano, del Consorzio di Bonifi-

ca di Bradano e Metaponto, non ha potuto

tacere lo stato di disagio in cui versa il Con-

sorzio, con gravi passività

che minano l’operatività di

un ente strategico non solo

per la gestione dell’acqua in

agricoltura ma anche per il

mantenimento della com-

plessa rete di canali di bo-

nifica presente nel Metapontino e che evita

l’impaludamento di terreni coltivati inten-

samente. Positiva, secondo Graziano, il pro-

getto pilota del Consorzio che in alcuni

comprensori ha introdotto i contatori volu-

ACQUA E AGRICOLTURA

TRA PRESENTE, PASSATO E FUTURO

A Scanzano Jonico un workshop per riflettere su una

migliore ottimizzazione della risorsa

E’ necessario

abbandonare le vecchie concezioni

dell’acqua come bene infinito

Page 10: La Coccinella

Dossier

10 La coccinella / GENNAIO 2013

CONCORSO FOTOGOCCIA

metrici per le utenze agricole e il pagamen-

to a consumo. Questo modo di pagamento

ha stimolato l’utenza all’uso di metodi irri-

gui ad alta efficienza che hanno consentito

un contenimento del consumo d’acqua.

Interessanti i risultati del lavoro sperimen-

tale dei professori Xiloyannis e Di Chio,

entrambi dell'Università degli studi di Basi-

licata, sulla gestione sperimentale di un

frutteto finalizzata al miglioramento della

fertilità del suolo e dell'immagazzinamento

idrico dell'acqua delle piogge. La tecnica di

"non coltura" del terreno ha molti aspetti

positivi. Il terreno viene rivitalizzato da

sfalci e potature che anziché essere bruciati

vengono fatti assorbire naturalmente dal

terreno che, nutrendosi di questa sostanza

organica, migliora la sua produttività.

Quanto alla lavorazione dei terreni sono

stati presentati dati sulla capacità del terre-

no di assorbire CO2 mostrando che i terre-

ni lavorati con le tecniche tradizionali fati-

cano ad assorbire anidride carbonica a

differenza dei terreni coltivati con la tecni-

ca sperimentale della “non coltura”.

Anche la capacità del terreno di trattenere

l’acqua è migliore nei terreni del campo

sperimentale rispetto a quelli lavorati tradi-

zionalmente.

Nella discussione sono intervenuti diversi

rappresentanti dei comuni metapon-

tini, di associazioni di categorie agri-

cole e di associazioni ambientaliste, i

quali hanno posto l’accento sul ri-

schio di peggioramento della qualità

delle acque di montagna che alimen-

tano le dighe e il bacino metapontino

a causa dell’intensa attività di estra-

zione del petrolio e i rischi di un in-

quinamento irreversibilmente dell’ac-

qua oggi destinata a uso potabile e

irriguo.

Il sindaco del Comune di Montalbano

ha richiamato l’attenzione sulla desti-

nazione dell’acqua delle dighe che

vede a suo parere penalizzata l’agri-

coltura locale a favore della Puglia.

Precisazioni sono state fornite sul

rischio “desertificazione” del Meta-

pontino a cui contribuisce anche

un’errata gestione dell’acqua irrigua.

Infine è stata rilevata la mancanza di

un piano di gestione e di rischio delle

acque, la cui redazione compete

all’Autorità di bacino, che è stata

esortata ad attivarsi per la sua predi-

sposizione.

Il convegno è stato concluso da Gior-

gio Zampetti, responsabile scientifico

nazionale di Legambiente che ha breve-

mente presentato il rapporto 2012 di Le-

gambiente e Ambiente Italia “Acqua: bene

comune, responsabilità di tutti”.

Maurizio Rosito

Cea "I Calanchi", Montalbano Jonico

A cquedotto Lucano ha fatto della necessità di assicurare la qualità dell’ac-

qua distribuita una delle sue priorità. Perché non basta far arrivare l’ac-

qua nelle case ma, bisogna anche assicurare che la risorsa distribuita

abbia tutte le caratteristiche rispondenti alle normative vigenti.

Nel 2011 la quantità di acqua mediamente distribuita dalla rete è di circa

94 milioni di mc, di cui 63 milioni di mc di acqua di sorgente e 31 milioni di mc di acqua

potabilizzata.

Le acque distribuite nei 131 comuni lucani provengono nella maggior parte dei casi da

sorgenti locali la cui falda è, di solito, superficiale. In queste acque, su cui si esegue solo

la disinfezione con ipoclorito di sodio, la quantità di metalli pesanti anche previa clora-

zione è al di sotto dei valori limiti del decreto legislativo n. 31/2001. In quei comuni dove

è distribuita acqua di sorgente miscelata, all’occorrenza, con quella proveniente dal pota-

LA PAROLA D’ORDINE E’ SOSTENIBILITA’ Qualità dell’acqua di rubinetto: le attività di acquedotto lucano

Page 11: La Coccinella

Dossier

La coccinella / GENNAIO 2013 11

bilizzatore del Camastra o nei comuni dove

è distribuita acqua proveniente dal potabi-

lizzatore di Montalbano Jonico, l’azienda

pone particolare attenzione sui valori di

parametro come cloriti, clorati e thm

(parametri che tendenzialmente aumenta-

no con il processo di disinfezione) non ri-

scontrando, fino ad oggi, alcun caso di su-

peramento dei rispettivi limiti nelle acque

distribuite.

Ad occuparsi del controllo e della qualità

delle acque distribuite in Basilicata è la Di-

rezione Vigilanza Igienica di Acquedotto

Lucano che stabilisce i piani annuali di mo-

nitoraggio a disposizione degli organi di

controllo istituzionale Asl, Arpab, Aato ed

indica i parametri chimici e batteriologici

da determinare sulle acque potabili ottem-

perando alle prescrizioni contenute nelle

norme vigenti in materia.

“Le analisi vengono condotte – spiega la

dott.ssa Rosanna Brienza, direttore Vigilan-

za Igienica di Acquedotto Lucano - su para-

metri indicatori come l’odore, il colore, il

sapore, il PH, la durezza; su parametri chi-

mici per accertare la presenza o meno di

sostanze tossiche quali, l’arsenico, il piom-

bo, il bromato, il cromo, il mercurio, il ni-

chel ed altri metalli pesanti; sui parametri

microbiologici per accertare la presenza o

meno di enterococchi, escherichia coli, coli-

formi alghe, funghi, enterobatteri patogeni

e il conteggio delle colonie batteriche a 22

gradi e a 37 gradi”.

Per far conoscere la certosina attività quoti-

diana di controllo dell’acqua, l’azienda oltre

alle campagne di informazione e comunica-

zione, aderisce a diverse iniziative per la

salvaguardia e la valorizzazione della risorsa

idrica. L’ultima che ha visto protagonista

l’azienda a metà novembre è la campagna

“Acqua di casa mia” organizzata dalla Coop

Estense per sensibilizzare i cittadini ad un

consumo consapevole dell’acqua. Non sem-

brerà strano, dunque, trovare nel reparto

acque dell’Ipercoop di Matera, a disposizio-

ne di soci e consumatori, una scheda infor-

mativa con le caratteristiche chimiche e

microbiologiche dell’acqua del rubinetto di

casa propria, in modo da mettere il consu-

matore nelle condizioni di effettuare una

scelta ancora più responsabile.

Perché bere acqua di rubinetto è una scelta

consapevole di vita che aiuta anche a salva-

guardare l’ambiente. La campagna “Acqua

di casa mia” ha messo in luce, infatti, pro-

prio gli impatti che caratterizzano produ-

zione e distribuzione dell’acqua in bottiglia,

a partire dalle emissioni di CO2. Si stima

infatti che l’impatto derivante dalla produ-

zione di 100 litri d’acqua in bottiglie e dal

suo trasporto per 100 km, sia pari all’emis-

sione di 10 kg di CO2, contro gli 0,04 kg di

CO2 (il rapporto è 1 a 250) emessi se si sce-

glie di bere la stessa quantità d’acqua del

rubinetto. Ogni italiano consuma al giorno

237 litri d’acqua (tra quella bevuta e quella

usata per scopi domestici) e ogni anno, per

il solo trasporto di acque minerali in botti-

glia dalle fonti alle tavole, servono oltre 480

mila tir.

Del resto l’interesse di Acquedotto Lucano

nei confronti delle tematiche ambientali si

evince anche dalle diverse partecipazione

dell’azienda alle iniziative organizzate da

Legambiente Basilicata come “Acqua di

Rubinetto? Si grazie” nell’ambito del pro-

getto “Terre d’acqua” conclusosi a settem-

bre 2012, “Trenoverde” nel 2010, “La giorna-

ta mondiale dell’acqua” sempre nel 2010,

per citarne solo alcune. Acquedotto Luca-

no, inoltre, si impegna a fornire acqua, in

bicchieri biodegradabili, durante le manife-

stazioni sportive, ha provveduto ad installa-

re l’etichetta dell’acqua permanente nei

comuni di Potenza e Matera e dal 2008 rea-

lizza l’etichetta dell’acqua di rubinetto (14 i

parametri analizzati, con relativo valore di

riferimento, aggiornati annualmente) di

tutti i comuni della Basilicata.

L’etichetta è scaricabile dal sito internet

www.acquedottolucano.it dove sono inseri-

te, sempre per tutti i comuni lucani, le ana-

lisi idriche complete eseguite dall’azienda e

aggiornate, anche queste, anno per anno.

Page 12: La Coccinella

Dossier

12 La coccinella / GENNAIO 2013

T ra i diversi obiettivi di Aato (Autorità d’ambito territoriale

ottimale di Basilicata) e di Acquedotto Lucano, la valorizza-

zione e la salvaguardia del patrimonio idrico lucano.

Q ual è attualmente lo stato di salute delle nostre acque?

Il sistema idrico integrato di Basilicata, attraverso l’Aa-

to e con l’opera di Acquedotto Lucano, assicura la qua-

lità e la quantità della risorsa per uso potabile e quin-

di, per quanto di competenza, possiamo affermare che

lo stato di salute delle nostre acque è ottimo.

Le principali fonti di approvvigionamento in Basilicata

sono le 539 sorgenti sparse su tutto il territorio luca-

no, e solo per pochi comuni gli impianti di potabiliz-

zazione del Camastra, del Pertusillo e di Montalbano

Jonico. Acquedotto Lucano in conformità alle normative europee

e nazionali in materia di acqua potabile, effettua approfonditi

controlli analitici sulle acque sotterranee, superficiali, sulle acque

potabilizzate ed immesse nelle reti di distribuzione.

Non a caso la Regione Basilicata, diversamente da alcune regioni

italiane, non ha mai richiesto al Ministero della salute alcuna de-

roga ai parametri fissati dal decreto legislativo n.31/2001.

A fronte di tutto e proprio perché controllata quotidianamente e

scrupolosamente, si può affermare che l’acqua lucana è sicura al

100%.

Per quanto riguarda la quantità, fortunatamente, non registriamo

particolari criticità. Di solito è in estate che il maggior uso della

risorsa idrica, determinato anche dall’aumento di popolazione nei

nostri comuni, fa abbassare i livelli nei serbatoi costringendoci, in

alcuni casi, a limitare la distribuzione dell’acqua per il tempo ne-

cessario al ripristino dei livelli ottimali.

Q uali le azioni che quotidianamente vengono messe in

campo per raggiungere tale obiettivo?

E’ compito del gestore del sistema idrico integrato

assicurare il mantenimento di standard di qualità della

risorsa che distribuisce, ciò avviene attraverso il con-

trollo costante delle sorgenti e mediante il controllo

fisico-chimico sulla risorsa erogata, a tutela della salute dei citta-

dini lucani e non solo (visto che forniamo anche utenti di altre

regioni limitrofe). Qualche problema di distribuzione lo scontia-

mo in determinati periodi dell’anno, principalmente a causa della

mancata interconnessione tra gli schemi idrici della grande distri-

buzione della risorsa.

Per quanto riguarda la qualità, il lavoro di analisi fatto

dalla nostra Vigilanza igienica è notevole. Basti pensa-

re che nei 131 comuni, circa 591.338 abitanti serviti,

sono dislocati 2.150 punti di prelievo presso i quali nel

corso dell’anno 2011 sono stati effettuati 10.600 prelievi chimici e

microbiologici contro i 901 controlli annui previsti dalla normati-

va vigente decreto legislativo n.31/2001, per un totale di 174.500

parametri chimici e batteriologici suddivisi in 43.500 parametri

chimici e batteriologici sulle acque potabilizzate e 131.000 para-

metri chimici e batteriologici sulle acque di sorgenti.

Il numero maggiore di controlli va, dunque, nella direzione di

assicurare sempre e costantemente una elevata qualità dell’acqua.

U no dei problemi del sistema idrico lucano è infatti la

perdita di rete. Quali le cause e quali invece le soluzio-

ni?

La perdita di rete è un problema che si può dire

“fisiologico” del servizio idrico nel suo complesso e

quindi anche nella distribuzione potabile, dove le reti

hanno mediamente un’ “anzianità” piuttosto alta.

In questi anni (2003- 2012) di funzionamento molto si è investito

sull’efficientamento di tutte le strutture. Solo per dare un ordine

di grandezza, è interessante sapere che sono stati effettuati finan-

ziamenti per circa 550 milioni di euro, di cui circa 520 di natura

pubblica nell’ambito dell’ Accordo di programma quadro del 2002

e circa 25 milioni finanziati con la tariffa.

Ciò detto, in Basilicata, possiamo affermare che la perdita di rete,

inizialmente alta, da qualche anno è nella media nazionale, anche

se taluni danno delle stime più consistenti a causa di errate valu-

tazioni, in quanto non si tiene conto che nella nostra regione vi

sono grandi reti di adduzione (a suo tempo affidate al Sistema

idrico integrato con funzione di trasferimento della risorsa anche

extra Ato, le cui perdite vengono impropriamente caricate sul

Sistema idrico integrato).

Mantenere standard di qualità

in un sistema di gestione complesso Intervista al Commisario di Aato Angelo Nardozza

e al presidente di Acquedotto Lucano Rosa Gentile

Page 13: La Coccinella

Dossier

La coccinella / GENNAIO 2013 13

Acquedotto Lucano è un gigantesco sistema di infra-

strutture, collegate da più di 7.000 chilometri di tuba-

zioni che si distinguono fra adduttrici (condotte che

trasportano l’acqua dalla sorgente, o dall’invaso, al ser-

batoio) e distributrici (che trasportano l’acqua dal serbatoio ai ru-

binetti delle abitazioni). Ai complessivi 10.267 chilometri di reti

idriche devono aggiungersi 3.359 chilometri di condotte di acque

miste o nere. Si tratta, in totale di più di 13.500 chilometri di tubi

con i quali non solo è possibile collegare tutti i comuni della regio-

ne, ma sarebbe possibile coprire l’intera distanza che separa la Ba-

silicata dalla Cina, la stessa lunghezza del diametro della Terra. Le

perdite sono inevitabili se si considera che, nella maggior parte di

casi, si tratta di impianti ereditati dai vecchi gestori. I lavori di ma-

nutenzione ordinaria e straordinaria sulle reti di distribuzione ci

consentono di ridurre, quanto più possibile, la dispersione della

risorsa. Sono previsti, comunque, nuovi investimenti, a valere sul

Programma operativo regionale, per l’ulteriore ammodernamento

e costruzione delle reti idriche e fognarie, con l’obiettivo appunto

di ridurre le perdite. Perdita, in alcuni casi, è sinonimo anche di

uso non contrattualizzato della risorsa. Per questo l’azienda, in

questi mesi, ha messo in atto una forte azione di monitoraggio per

portare alla luce queste situazioni che pesano nella gestione del

servizio.

G estire la risorsa acqua sul nostro territorio sembra cosa

complicata. Diversi gli Enti che entrano in funzione nel-

la governance. Quali le differenze tra essi e dove finisce la

competenza dell’uno e comincia quella dell’altro?

La gestione della risorsa idrica, nel complesso, è sicura-

mente cosa non semplice, per il fatto stesso che riguar-

da i diversi usi che la società moderna fa dell’acqua:

agricolo, industriale, potabile. La legislazione nazionale

e quella regionale sono intervenute sulla regolazione dei diversi usi

e quindi sulle competenze dei diversi soggetti. A quelli già citati si

aggiungono i Consorzi di bonifica e i Consorzi industriali. Questi

ultimi nel tempo hanno svolto compiti effettivi di gestione della

risorsa e tutt’ora fanno “fatica” a prendere atto che la Legge Galli

(1994) prima e il decreto legislativo 152/2006 poi, hanno modifica-

to profondamente lo scenario di riferimento. In Basilicata si sono

manifestate forti resistenze al cambiamento, ma ultimamente con

la legislazione di “riordino” delle funzioni e della organizzazione di

tali Enti che la Regione ha adottato, si stanno creando le condizio-

ni per una governance dell’acqua lucana più snella e razionale, nel

contesto ormai codificato anche dagli organismi internazionali e

che impone come assolutamente primario l’uso potabile dell’acqua

rispetto agli altri usi ugualmente importanti. Perciò nel prossimo

futuro, sarà più facile comprendere dove finisce la competenza

dell’uno e comincia la competenza dell’altro soggetto, ciascuno

investito di compiti e responsabilità precisi.

In attuazione della legge Galli (L.36/94) e della legge

regionale (L.R. 63/96) in materia di organizzazione del

servizio idrico integrato, l’Aato Basilicata ha affidato ad Acquedot-

to Lucano dal 2003 la gestione del servizio idrico integrato in tutta

la Basilicata: dal prelievo alle sorgenti, al trasporto attraverso gli

acquedotti e la rete idrica, alla distribuzione nelle abitazioni, fino

alla depurazione negli impianti di trattamento. Nel dettaglio l’a-

zienda gestisce: 66 pozzi, 479 sorgenti, 170 impianti di depurazio-

ne, 142 impianti di sollevamento idrico, 93 impianti di sollevamen-

to fognario, 829 serbatoi di accumulo, circa 2000 fontane pubbli-

che e 2 impianti di potabilizzazione.

T utela e salvaguardia non è soltanto manutenzione delle

infrastrutture e sistema di gestione. E’ anche politiche

agricole e industriali, territoriali, urbanistiche e di tutela del

territorio. Quali le proposte in tal senso?

L’ammodernamento insieme alla manutenzione effi-

ciente e costante delle infrastrutture del Sistema idrico

integrato sono una componente importante di una

seria politica di tutela e salvaguardia della risorsa. Pro-

prio la diversificazione degli usi della risorsa ai quali si è fatto cen-

no, impone al legislatore nazionale e regionale di varare politiche

adeguate, non solo per i diversi settori ma, soprattutto, per la tute-

la complessiva del territorio. Un territorio che anche in Basilicata

presenta grandi “debolezze” e che, ciclicamente, produce danni

umani e materiali sempre più consistenti. L’Aato non ha compe-

tenze specifiche sulla gestione corretta del territorio, ma è coscien-

te che un territorio gestito con accortezza e in sicurezza, preserva

le stesse infrastrutture del Servizio Idrico con evidenti ricadute

positive sui costi di gestione e sulla qualità del servizio al cittadino.

L’Aato guarda con attenzione al varo definitivo del Piano di tutela

della risorsa idrica che la Regione ha già adottato, perché lo si ritie-

ne uno strumento indispensabile per il corretto uso del territorio e

per la tutela complessiva della risorsa acqua quale “bene comune”

essenziale e primario.

La Basilicata, con i suoi circa 10 mila metri quadri di

territorio, non è una piccola regione, ma una regione

medio grande, assimilabile alla Liguria o alle Marche.

La differenza sta nella densità di popolazione. La diffi-

coltà di realizzare un chilometro di condotta in una regione dai

grandi spazi, di natura montuosa e dalle demografia contenuta,

resta invariata sia che si servano 10 o 100 utenze. Negli ultimi de-

cenni nonostante le difficoltà oggettive, il sistema idrico integrato

risulta omogeneo in tutta le regione, sia per la distribuzione della

risorsa che per la depurazione. Per il corretto uso della risorsa,

inoltre, il programma di conturizzazione delle utenze idriche, ap-

provato dal Cipe negli anni scorsi e avviato in una prima fase tra

Potenza e la Val d’Agri solo per le utenze agricole, a pieno regime

consentirà di rilevare, a distanza, i dati delle erogazioni civili, in-

dustriali ed irrigue presenti sul territorio regionale necessari per

stimare il consumo idrico. Nuovi investimenti, inoltre, sono previ-

sti per migliorare la qualità delle acque di depurazione e assicurare

la continuità della salvaguardia dell’ambiente.

Page 14: La Coccinella

Zaino in spalla

14 La coccinella / GENNAIO 2013

L a Basilicata è una terra

antica, dove le tradizioni

rivivono attraverso la

celebrazione di feste e

sagre che ripropongono

sapori e costumi del pas-

sato, nonché pratiche e rituali che, con-

trariamente a quanto accade in altri luo-

ghi, non sono stati affatto dimenticati.

Questi eventi, incentrati sulla valorizza-

zione e difesa del patrimonio agroali-

mentare, rinsaldano il legame con la

terra e la memoria accrescendo il senso

identitario delle comunità attraverso la

riscoperta delle proprie origini. Questo

accade anche a Viggiano, in Alta Val

d’Agri, dove, da ben 37 anni, la prima

domenica di ottobre, si svolge la tradi-

zionale Sagra

dell’uva, meglio

conosciuta co-

me Festa delle

Vigne, dal nome

dell’omonima

contrada presso

la quale ha luo-

go, le Vigne, e

dove si trovano i

vigneti che pro-

ducono il Rosso

e il Rosso Riser-

va, i noti vini

della DOC

“Terre dell’Alta

Val d’Agri”, certificata dal 2003 con la

costituzione di un Consorzio di Tutela e

Valorizzazione formato da 6 produttori

locali. La festa trae origine dai festeggia-

menti in onore della Madonna di Pom-

pei, venerata nella piccola cappella sita

in loco, ma col passare degli anni ha as-

sunto sempre più le fattezze di una festa

agraria volta a celebrare l’uva, a vendem-

mia e il vino a cui il territorio di Viggia-

no è particolarmente vocato, non solo a

FESTA DELLE VIGNE

di Giusy Lasco

37 ANNI DI TRADIZIONE

livello produttivo, ma anche per le

connessioni con la sfera musicale,

rispetto alla quale si fregia del titolo di

“città della musica e dell’arpa”. Poco

nota nel resto della Valle, è, forse, la

vera festa dei Viggianesi che a pochi

giorni dalle annuali operazioni della

vendemmia coinvolge grandi e piccoli

con attività e giochi tradizionali che

denotano l’esistenza di un forte sub-

strato culturale.

Alcuni scatti della Festa delle vigne a Viggiano. Prodotti tipici, spettacoli

con i cavalli e raccolta dell’uva. (foto Pro loco Viggiano)

Page 15: La Coccinella

Zaino in spalla

La coccinella / GENNAIO 2013 15

Ci piace parlare di

questo appunta-

mento con il no-

me familiare di

Festa delle Vigne,

proprio per sotto-

linearne la di-

mensione locale

che la caratteriz-

za. La Festa que-

st’anno si è svolta il 7 Ottobre e la giorna-

ta ha avuto un esito positivo, complici le

temperature ancora estive che hanno

anche condizionato, tra l’altro, la produ-

zione e, soprattutto, la maturazione

dell’uva. La giornata, organizzata, come

di consueto, grazie all’impegno profuso

dall’associazione Pro-Loco di Viggiano,

col patrocinio del Comune di Viggiano e

dell’Ente Parco Nazionale dell’Appennino

Lucano (Val d’Agri-Lagonegrese), è stata

divisa in due parti: la mattinata è stata

dedicata principalmente alla SS. Messa,

alla processione lungo le vie di contrada

San Giovanni, presso l’antico lavatoio

pubblico, ed all’espletamento delle prati-

che liturgiche in onore della Madonna di

Pompei; il pomeriggio si è orientato inve-

ce sulla tradizione. Tra gli stand di

prodotti tipici esposti dalle aziende

locali (salumi, formaggi, olive, ma an-

che biscotti, taralli, pane e olio) e d’ar-

tigianato, si sono susseguiti giochi a

cui hanno partecipato tutti, grandi e

piccoli: tiro alla fune, corsa nei sacchi,

corsa a cavallo, gara di organetto e

ciaramella. Certamente più entusia-

smanti sono state la dimostrazione

della tecnica di pigiatura con i piedi, ese-

guita quindi secondo la modalità tradi-

zionale, e la premiazione del grappolo

più bello, effettuata secondo criteri stabi-

liti da un regolamento precedentemente

diffuso. Al termine della serata, al chiaro-

re del fuoco di un falò, si è svolta una

sfilata di costumi tradizionali Viggianesi,

accompagnata dalle note della tipica ta-

rantella. Una festa quindi d’altri tempi,

semplice come solo le feste di paese san-

no essere, ma che, nella sua semplicità,

racchiude l’identità e l’essenza di un ter-

ritorio ancora fortemente legato alla tra-

dizione del vino, divenuto un prodotto

d’eccellenza di cui farsi vanto.

Una festa

d’altri tempi

come solo

le feste

di paese

sanno essere

I festeggiamenti. Il bambino che suona l’organetto e le ragazze che pigiano l’uva secondo tradizione. (foto Pro loco Viggiano)

Page 16: La Coccinella

Cultura / rubriche

16 La coccinella / GENNAIO 2013

A ttenzione alle grandi marche, consumo di

frutta e verdura fuori stagione, poca accu-

ratezza nella scelta di prodotti meno im-

ballati, disinteresse verso certificazione e

provenienza, criterio di giudizio basato sul prezzo e

non sulla qualità. Questi gli errori più comuni quando

sia va a fare la spesa. Si tratta di un consumo a – criti-

co, che non pensa. Incurante delle conseguenze sul

proprio benessere e su quello della collettività.

Da queste considerazioni presso il Circolo Legambien-

te Potenza nasce il Gae, Gruppo di acquisto ecologico.

Si tratta di uno spazio in cui la domanda incontra

l’offerta. I produttori locali interessati e intercettati dai

responsabili dell’associazione in base a dei criteri indi-

viduati dagli stessi, forniscono settimanalmente i loro

prodotti. Agli utenti del gruppo di acquisto, general-

mente soggetti già sensibili a questo tipo di tematiche

– il Gae nasce anche per allargare le maglie della rete -

viene fornita una lista della spesa sulla quale effettuare

gli ordini. Lo “statuto” del Gae si basa sulla legge delle

tre S: sostenibilità ambientale (consumo a “km 0”,

acquisto merce sfusa e non imballata, ricerca di pro-

duzioni da agricoltura biologica o integrata) sostenibi-

lità sociale (attraverso il circuito del Commercio Equo

e Solidale che garantisce la massima trasparenza e il

rispetto dei diritti e delle condizioni dei lavoratori

svantaggiati del Sud del Mondo), sostenibilità econo-

mica (concetto di “filiera corta” che, avvicinando il

produttore al consumatore ed eliminando tutti i pas-

saggi intermedi, garantisce un prezzo più equo per

entrambi). Tra le attività rientrano dunque anche le campagne

nazionali e locali, gli incontri atti a promuovere il consumo criti-

co. E’ in quest’ottica che diamo a tutti voi appuntamento fisso

ogni mese sulle colonne del nostro mensile, per affrontare insie-

me, di volta in volta, le innumerevoli questioni che gravitano in-

torno all’argomento. Per questo primo appuntamento, sul tavolo,

la presenza dei pesticidi nel piatto. Lo spunto di riflessione viene

dall’ultimo rapporto Legambiente nazionale elaborato sulla base

dei dati ufficiali forniti da Arpa, Asl e uffici pubblici regionali com-

petenti.

Per quanto riguarda la Basilicata, il dato relativo alla presenza di

residui fitofarmaci nei prodotti ortofrutticoli e derivati commer-

cializzati su un numero di campioni superiore allo scorso anno,

non presenta irregolarità. In un campione di melanzane si è regi-

strata presenza di residui Cyprodinil (0,02mg/kg) e Pyridaben

(0,04mg/kg). Nella frutta, invece, 1 campione di pere, 2 di albicoc-

che e 3 di mele sono risultati regolari con 1 residuo, il Boscalid. Il

Cyprodinile e il Bosclaid sono tra i più diffusi. Il primo è classifica-

to come lievemente tossico, non cancerogeno, ma inquinante per

il suolo e le acque. Il secondo , invece, è una sostanza attiva fungi-

cida di contatto, molto attivo nei confronti di numerosi funghi

patogeni. Le regioni di provenienza dei prodotti italiani per il no-

stro territorio sono Basilicata, Trentino, Sicilia, Emilia Romagna,

Campania, Piemonte, Lombardia, Calabria, Valle d’Aosta, Toscana

e Puglia. Per i prodotti stranieri, le nazioni d’importazione sono

Canada, Cina ed Ecuador. La situazione è quindi abbastanza rassi-

curante e in linea con i dati nazionali, che vede i campioni fuori-

legge fermi allo 0,6%; stabili i contaminati da un solo residuo

(18,3%), mentre calano di circa un punto percentuale i campioni

contaminati da più residui contemporaneamente, portandosi al

17,1% (18,5% nel 2011). Purtroppo, però, insieme all’aumento in

percentuale dei campioni in regola, si registrano molti casi in cui il

numero delle diverse sostanze chimiche sono presenti contempo-

raneamente su uno stesso campione. Se la normativa vigente ha

portato a un maggiore controllo delle sostanze attive impiegate

nella produzione dei formulati e all’armonizzazione europea dei

limiti massimi di residuo consentito (LMR) negli alimenti, manca

ancora una regolamentazione specifica rispetto al simultaneo im-

piego di più principi attivi, come pure sulla rintracciabilità di più

residui in un singolo prodotto alimentare. Da questo punto di vi-

sta la situazione è tutt’altro che rassicurante, trattandosi di un

composto che nessuno ha mai studiato e analizzato e che poten-

zialmente potrebbe essere molto dannoso per la salute dei consu-

matori e per l’ambiente.

IL GRUPPO DI ACQUISTO ECOLOGICO (Gae)

Quanti pesticidi ho nel piatto?

Page 17: La Coccinella

Cultura/rubriche

La coccinella / GENNAIO 2013 17

E se gli ombrelli fossero una specie rara, appartenenti alla famiglia dei pipistrelli ma diversi soltanto per quell’unica zampa che gli uomini hanno chiamato

manico? Usa una metafora Alice Uma-na, autrice del libro per ragazzi “La zam-pa dell’ombrello” per parlare di libertà, del rapporto uomo - natura. I protagonisti della storia sono appunto gli ombrelli, che da sempre fanno com-pagnia agli uomini nei giorni più cupi e malinconici. Una funzione, questa, tutt’altro che naturale. Gli ombrelli, infatti, vivevano liberi e spensierati, quando un bel giorno, ammaliati dal loro magnifico canto, gli uomini chie-sero loro di cantare tutti insieme tutti i giorni nelle proprie città. Ma gli om-brelli si opposero. La loro vita andava bene così com’era. Tra gli altopiani delle loro montagne, padroni di poter cantare come e quanto volevano. A quel punto gli uomini presero gli om-brelli con la forza. Seguì una durissi-ma battaglia durante la quale furono gli uomini a prendere il sopravvento, arrestando gli ombrelli con un sempli-ce bottoncino. Fu allora che, ridotti in schiavitù, gli usignoli con le ali da pipistrello persero tutto ciò di cui era-no in possesso: la voce e la libertà. La zampa dell’ombrello è una favola. E come tutte le favole ha in sé una morale, sebbene lontana dall’intento dell’autri-ce. E’ stata la stessa Alice Umana a rac-contarlo, ospite a Potenza per la vota-zione finale del concorso nazionale Un libro per l’ambiente, promosso da Le-gambiente e la Nuova Ecologia. A det-tarne la trama, i caratteri dei personaggi e i linguaggi usati, la fantasia. Fa da con-traltare, però, un messaggio tutt’altro che fantasioso . La libertà non è solo un concetto o un ideale. E’ uno stile di vita, intesa non come arbitrarietà ma come rispetto per gli altri e per se stessi. E’ vivere in armonia con il mondo. Lo spie-ga bene Alice Umana agli alunni delle classi 3, 4 e 5 dell’Istituto Comprensivo Potenza settimo- scuola primaria "Nicola Stigliani" e delle classi 3A-3B-4A

-4B-5A-5B-5C dell’istituto Comprensivo "L.Milani" Potenza quarto- scuola pri-maria "Tullio Trotta"protagonisti del concorso in quanto parte integrante della giuria che ha decretato il vincitore dell’edizione lucana. Nel dare una sua personalissima definizione di ambiente, Alice Umana ha parlato di tutto ciò che ci circonda, uomo compreso. “Ambiente è anche la vostra scuola – ha detto – la vostra casa, la vostra classe. Ed è per questo che è necessario voi ne abbiate cura così come vi prendete cura di una cosa che vi appartiene, di voi stessi”.

Libertà, rispetto, cura, armonia. Principi universali alla base di un qualsiasi rap-porto. A dare maggiore impulso alla storia le illustrazioni dell’artista Agosti-no Iacurci, che ha dipinto le tristi gior-nate degli ombrelli con i toni opachi dell’ocra, del porpora, del carta da zuc-chero. La prima edizione lucana di Un libro dell’ambiente si è conclusa con la vitto-ria di “La banda del mondo di sotto”, di Paola Dalmasso edito da EDT Giralan-golo, sui bambini di Bucarest. Il premio rientra in un progetto promos-so dalla Biblioteca Nazionale di Potenza e dal Centro di Educazione Ambientale “Il Vecchio Faggio” nell’ambito del pro-gramma regionale Epos 2010 – 2013 per l’Educazione e la promozione della so-stenibilità ambientale.

Il “calore di casa”, consigli

per non disperderlo

Salve,

dopo anni di “sacrificante” vita in città

insieme alla mia famiglia (io, mio mari-

to e un bimbo di quasi 6 anni) stiamo

per trasferirci in campagna. Per quanto

possibile vorrei costruire una casa che

sia a prova di energia, ovvero efficace ed

efficiente dal punto di vista del rispar-

mio energetico, in particolare per quan-

to riguarda il riscaldamento. Ho fatto

un giro in rete ma adesso sono più con-

fusa di prima. Sapreste darmi voi delle

indicazioni su cosa tener presente?

Grazie, Francesca

Cara Francesca,

intanto bisogna tener conto dell’orien-

tamento. Le finestre verso sud dovreb-

bero essere più ampie in quanto rice-

vono sole d’inverno, verso nord do-

vrebbero trovarsi finestre più piccole,

muri più coibendati e parti d’abitazio-

ne più fresche (garage, corridoi, scale).

Anche le prestazioni dell’involucro

vanno controllate: i muri e i tetti devo-

no garantire un buon isolamento ter-

mico (nelle zone più spesse si consi-

gliano 40- 50 cm di spessore), le fine-

stre (doppio vetro), una buona tutela e

un buon isolamento acustico.

Coperture: i pavimenti posti al di sopra

di porticati o garage e piani non riscal-

dati possono essere mantenuti caldi

solo applicando pannelli isolanti sotto

la pavimentazione. L’isolamento dei

tetti o dei solai è generalmente l’inter-

vento più conveniente, perché il calore

si disperde verso l’alto. Meglio infor-

marsi sulle novità normative per abita-

zioni nuove e ristrutturate e richiedere

sempre l’attestato di certificazione

energetica. Ricorda, infine, che sono

previste agevolazioni e contributi.

Per info:

www.sviluppoeconomico.gov.it;

www.anit.it e www.viviconstile.org.

STORIA DI UOMINI

E DI OMBRELLI

Alice Umana racconta il difficile rapporto uomo—natura

di Anna Martino

Alice Umana, l’autrice del libro.

Page 18: La Coccinella

Cultura / rubriche

18 La coccinella / GENNAIO 2013

Il cuoio è il materiale più antico usato dall’uomo, è un fasci-no ancestrale quello che gli oggetti in pelle e cuoio riescono ad esercitare su di noi. Spesso questo materiale ha caratte-

rizzato interi periodi storici. Come dimenticare ad esempio le fa-mose borse tolfetane diventate simbolo degli anni settanta. Og-getti in pelle sono presenti quotidianamente nella nostra vita: chi non ha un capo di pelle nell’ armadio, magari un po’ vetusto e rovinato? Ebbene, è da questo che è nata l idea di recuperare vec-chi capi inutilizzati e farne degli oggetti nuovi realizzati a mano.

BORSA TASCAPANE IN PELLE Occorrente: ago da materasso, fustellatrice o preferibilmente un punteruolo, spago, vecchio giubbotto in pelle, fobici/trincetto, vecchia cinta.

Per prima cosa occorre separare la pelle dalla fo-dera, asportare i bottoni o eventuali cerniere, scucire le maniche e il collo, que-sto per avere sotto gli oc-chi il pezzo di pelle effetti-vamente utilizzabile. La parte più estesa e quin-di più comodamente uti-lizzabile è il dorso. Creare sul cartoncino la sagoma della borsa, que-

sta non sarà composta da un'unica parte ma da più pezzi (è im-portante dunque, in questa fase, essere molto precisi). Stendere la pelle e riportare sul rovescio con un gessetto le sago-me ritagliate dal cartoncino. Una volta ottenuti i pezzi della nostra borsa occorrerà assemblarli. Consiglio se non si è esperti, di usare un po’ di colla per saldare le parti, questo ci aiuterà a mantenere la forma e ci agevolerà nel

cucito. Dato che la pelle è un materiale elasti-co e resistente incontreremo un po’ di diffi-coltà nel far passare l’ago quindi prima di cucire occorre con la fustella-trice-punteruolo praticare dei buchi lungo tutti i bordi. A questo punto dovremmo aver ottenuto la nostra borsa priva, però, di due parti fondamentali: la tracolla e la chiusura. Per la chiusura basterà ri-correre ad un semplice bot-tone realizzato da noi stessi in cuoio e da dei lacci che ne assicurino l’aggancio oppu-re, rivolgendoci ad un calzo-laio, faremo applicare un bottoncino automatico. Per la tracolla occorre una vecchia cinta privata natu-ralmente della fibbia, che cuciremo ai due lati della borsa. Se la cinta non è dello stesso colore della nostra borsa basterà rivestirla con la pelle, consigliabile è l’uso, in questo frangente, delle maniche. In alcune parti la nostra opera presenterà magari delle vecchie cuciture, dei graffi, oppure i segni inequivocabili dell’usura, non sarà un ogget-to perfetto, ma sarà stato realizzato da noi e questo le darà sicura-mente importanza.

di Michele Catalano

Agronomo esperto paesaggista

LA POINSETTIA

(EUPHORBIA PULCHERRIMA)

La Poinsettia o comunemente detta stella

di Natale è originaria del Messico, dove

cresce spontanea nel sottobosco, raggiun-

gendo i 2-3 metri di altezza. I veri fiori della

stella di Natale sono rotondi, minuscoli e

giallastri, al centro della corona di foglie

colorate. Queste foglie modificano il pro-

prio normale colore verde per segnalare

agli insetti impollinatori la partenza dei

fiori.

COME COLTIVARLA

Posizione: in un luogo luminoso, ma non

esposta ai raggi solari diretti. Detesta le

correnti d’aria fredda, che la possono fare

afflosciare in poche ore. Trapiantatela in

un terriccio a base di torba o di tipo univer-

sale. Temperatura: resiste fino a 12°C e

soffre oltre i 20°C, sia

d’inverno sia d’estate.

Acqua: va bagnata in

abbondanza appena il

terreno in superficie

si è asciugato. Non la-

sciate la appassire: per-

derá in fretta le foglie co-

lorate. Non vaporizzate la:

non ama l’acqua sul fogliame.

Concimazione: durante la fioritura, ogni 7-

15 giorni con un prodotto per piante fiorite;

dopo la fioritura, da aprile a settembre

ogni 20-30 giorni con un prodotto per pian-

te verdi.

COME FARLA RIFIORIRE

Per farla rifiorire, in settembre dovete met-

terla in un luogo buio o incappucciarla con

un doppio sacco di plastica nera per 14 ore

al giorno, in modo che non riceva nemme-

no uno spiraglio di luce. Bagnatela con re-

golaritá e somministratele ogni settimana

un concime ad alto tenore di potassio e

fosforo. Quando la pianta perde le

bratte colorate, tagliate i fusti a

un’altezza di 10-30 cm dalla base

(dipende dalla grandezza della

pianta), bagnate un pò meno e,

dopo 10 giorni dalla potatura, som-

ministrate il concime per piante ver-

di. In poco tempo la stella di Natale

si riempirá di grande foglie verdi.

RIMEDI UTILI

Se le foglie scoloriscono, è per un invisibile

acaro che succhia la linfa. Trattate imme-

diatamente con un acaricida, ripetendo

l’intervento dopo 7 giorni. Se notate sulla

pagina inferiore delle foglie e lungo i fusti

piccoli dischetti bruni ben attaccati, si trat-

ta della cocciniglia cotonosa. Intervenite

spruzzando un prodotto anti cocciniglia,

ripetendo dopo due settimane e fino alla

completa scomparsa dei parassiti.

di Francesco Laurita

([email protected])

Retro del pezzo di pelle con accanto

Francesco che cuce due pezzi di una borsa

con ago da materasso e robusto spago.

strumenti da lavoro.

La borsa finita.

Page 19: La Coccinella

La coccinella / GENNAIO 2013 19

segue da pag. 2 … È necessario cambiare il sistema di produzio-

ne dell’energia, i nostri consumi energetici,

la gestione dei rifiuti, il ricorso alla nuova

edificazione che consuma irreversibilmente

grandi quantità di territorio, ad esempio, ma

per arrivare a questo è necessario agire e fa-

re, puntando su nuovi impianti produttivi,

per le energie rinnovabili sugli impianti di

compostaggio, ecc.

La risposta dell’ambientalismo non può esse-

re dei no a tutto, perché dire no a tutto, agli

impianti eolici come alle centrali a carbone,

agli impianti per il compostaggio dei rifiuti

come agli inceneritori, alle nuove ferrovie

come alle nuove autostrade è dire no ai radi-

cali cambiamenti senza i quali l’inquinamen-

to, il degrado ambientale, la perdita di biodi-

versità continueranno sempre a crescere.

Dire no anche a quello che fino a pochi anni

fa era considerato indispensabile per uno

sviluppo sostenibile del Paese non è serio e

non riesce ad essere compreso anche da una

grande parte dei nostri concittadini, portan-

do le posizioni degli ambientalisti ad essere

meno credibili.

Per rafforzare queste scelte è necessaria una

conoscenza dei problemi e delle soluzioni,

una precisa proposta politica e scelte sui ter-

ritori chiare e trasparenti.

Con questo nuovo mensile proviamo a dare il

nostro contributo aprendo discussioni e di-

battiti sulle tante questioni che sono oggi

davanti a noi, affinché le questioni ambienta-

li assumano sempre più un valore strategico,

per realizzare uno scenario che guardi alla

modernità con il metro della sostenibilità, in

cui le opportunità dello sviluppo vengano

interpretate nei limiti della scarsità delle

risorse e vengano scandite con la pratica del

buon governo del territorio.

Epos è un Programma Strategico messo in campo dal Diparti-

mento Ambiente della Regione Basilicata, incardinato al siste-

ma Infea nazionale, finanziato dal PO FESR 2007 — 2013, da fondi

statali e regionali per la diffusione e la sedimentazione della cultu-

ra della sostenibilità.

Il programma prevede proposte educative, moduli formativi, pro-

getti di animazione territoriale, attività scolastiche ed extra scola-

stiche che coniughino conoscenza scientifica e creatività, informa-

zione e comunicazione. Rappresenta pertanto, un valore aggiunto

per tutto il territorio, sia per la scelta strategica di rafforzare e pro-

muovere il tema dell’educazione e della sostenibilità in modo tra-

sversale, sia per l’idea di dare nuova linfa alla rete REDUS, Rete di

Educazione alla Sostenibilità della Basilicata. Il programma, infat-

ti, prevede il coinvolgimento di tutti gli attori della rete REDUS,

composta da Centri (CEAS), Osservatori ambientali per la sosteni-

bilità (OAS) e Amici della Rete (Adr) che operano in simbiosi con i

relativi ambiti territoriali di riferimento per promuovere una mag-

giore responsabilità verso i problemi ambientali e radicare la con-

sapevolezza della necessità di essere coinvolti nelle politiche di

governo del territorio. Ceas, Oas e Adr sono soprattutto organizza-

zioni Onlus/no profit, associazioni culturali e ambientalistiche o

società che evidenziano la propria funzione educativa, ambientale

e alla sostenibilità nel proprio statuto.

Telefono:

0971/480044

Fax:

0971/1900105

Email:

[email protected]

Page 20: La Coccinella

anno 1 - numero 0 - dicembre 2012