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La creazione di valore nelle La creazione di valore nelle imprese sociali imprese sociali Prof. Alberto Manelli a.a. 2005-2006

La creazione di valore nelle imprese sociali 2005-2006/Finanza azien… · La creazione di valore nelle imprese sociali Prof. Alberto Manelli a.a. 2005-2006. 2 ... alla valutazione

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La creazione di valore nelle La creazione di valore nelle imprese socialiimprese sociali

Prof. Alberto Manellia.a. 2005-2006

2

Il fenomeno non Il fenomeno non profitprofit

• Continua crescita del fenomeno non profit

• Forte interesse sul piano politico, sociale, finanziario,

economico-aziendale

• Ruolo sociale ed economico in evoluzione

• Crisi e riforma del welfare state

3

Non Non profitprofit e Stato socialee Stato sociale

Assetto dello Stato sociale

Sistemi anglosassoni Sistemi europei

Ruolo marginale ONP

Maggiore presenza ONP

Crisi

Rilancio e sviluppo del non profit

4

Non Non profitprofit e responsabilità socialee responsabilità sociale«Attitudine dell’impresa a rispondere alle iniziative poste in essere dall’ambiente come conseguenza della sua attività, alla valutazione e compensazione interna dei costi sociali da essa generati ed all’ampliamento dei suoi obiettivi per raggiungere una efficienza non solo economica ma anche sociale, sì da ottenere una piena legittimazione (ed un pieno consenso) al suo operare dai gruppi umani che la compongono e dalla società che la circonda»

• Il concetto di responsabilità sociale nasce per le imprese for profit

• Azienda come sistema dinamico (Giannessi)

• Requisito di socialità (Masini)

• Progressiva “contaminazione” tra aspetti sociali ed economicità

5

Anni ’70: crisi dell’impresa

Difficoltà di fronteggiare gli impegni sociali

Necessità di trovare un nuovo attore del sistema economico-sociale

Non Non profitprofit

• Variabile motivazionale

• Fattore guida delle scelte da attuare

• Obiettivo da realizzare

• Parametro di controllo

Responsabilità sociale come:

6

…… ma cos’è il non ma cos’è il non profitprofit??

Problematiche

• Mancanza di una disciplina giuridica dell’intero fenomeno

• Diverse posizioni ed interpretazioni

• Diverse definizioni ed espressioni

⇒ Privato sociale

⇒ Economia civile

⇒ Organizzazioni non lucrative

⇒ Enti non commerciali

⇒ Terzo settore

⇒ Terzo sistema

⇒ Volontariato

⇒ Organizzazioni non profit

7

Alcune classificazioni (1)Alcune classificazioni (1)

(P. Capaldo)

• Aziende autoproduttrici

• Aziende di erogazione

• Imprese sociali

8

Alcune classificazioni (2)Alcune classificazioni (2)

(E. Borgonovi)

Distinzione in base a :

• Motivazione

• Meccanismo di formazione dei valori

9

motivazione

profit non profit

modalità di formazione dei valori

Scambi tipici di mercatoImprese private

Imprese pubbliche condotte incondizioni di mercato

• Imprese cooperative (di produzione-lavoro, di consumo,di solidarietà sociale, agricole)

Scambi liberi ma con valorinon correlati alla cessione diretta di beni

• Enti e istituzioni con fini«sociali e umanitari» di coperturaad attività lucrative o dichiaratiper ottenere vantaggi fiscali o di altro genere

Enti ecclesiastici

Enti di beneficenza

Associazioni di volontariato

Prelievo giuridicamente coattivo ed economicamentenon correlato alle prestazioni

• Imprese (pubbliche o provate)assistite con trasferimenti pubblici

• Amministrazioni pubbliche

10

Alcune classificazioni (3)Alcune classificazioni (3)

(A Zangrandi)

Distinzione in base a:

• Soggetto economico

• Scambio di mercato

Imprese pubbliche

Enti pubblici

Enti privati

Imprese non profit

11

Alcune classificazioni (4)Alcune classificazioni (4)

(Salamon e Anheier)

• Costituzione formale

• Natura giuridica privata

• Autonomia gestionale

• Volontariato

• Non distribuzione di utili

12

Approfondimenti (1)Approfondimenti (1)

⇒ La natura giuridica

Solo privata … o anche pubblica?

Stesse finalità (non lucrative), ma …

… le aziende pubbliche sono costituite per un obbligo formale della PA

… le aziende pubbliche hanno capacità impositiva

13

Approfondimenti (2)Approfondimenti (2)

⇒ Cosa significa “non profit”?

Possibili significati:

Mancanza di profitto

Mancanza di finalità lucrative

Assenza di distribuzione di eventuali utili

14

Approfondimenti (3)Approfondimenti (3)

⇒ Forma giuridica o funzione sociale?

È possibile per una società commerciale essere una organizzazione non profit?

Esperienza di Cosis

⇒ Le cooperative

Le finalità mutualistiche sono compatibili con il modo di essere delle ONP?

15

Le teorie economiche sul non Le teorie economiche sul non profitprofit

1. Teorie della domanda

Concentrate sulle ragioni che spingono i consumatori a scegliere il terzo settore rispetto allo Stato o al mercato

Non profit – Stato

Non profit – Mercato

Weisbrod (1975)

Hansmann (1980)

⇒ La teoria della fornitura di beni pubblici (Weisbrod)

Beni pubblici “puri”:

Non rivalità nel consumo

Non escludibilità nel consumo

16

Lo Stato deve finanziare i beni pubblici con le imposte

Costo marginale (imposta) ≠ beneficio marginale

Teoria dell’elettore mediano

Popolazione insoddisfatta

Produzione di beni pubblici eccessiva

Produzione di beni pubblici insufficiente

Ricerca di soluzioni alternative

Non Non profitprofitSoluzione di second best

Solo aspetti quantitativi

17

Critiche:

Le ONP producono solo i beni pubblici necessari a sostituirsi all’offerta dello Stato

Non si considera la possibilità che la carenza di offerta sia colmata dal mercato

⇒ La teoria del fallimento del contratto (Hansmann)Asimmetrie informative tra consumatori e produttori

Il consumatore può compiere errori di valutazione

Fallimento del contratto

Perdita di fiducia da parte dei consumatori

Sviluppo delle ONP

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2. Teorie dell’offerta

Concentrate sulle ragioni che spingono gli imprenditori a scegliere di intraprendere la strada del non profit

Si accetta l’impossibilità dello Stato e del mercato di far fronte all’offerta di pubblici servizi

Lo Stato preferisce delegare al terzo settore l’offerta di beni pubblici perché ne condivide le finalità

Gli imprenditori scelgono il non profit per motivi etici o per vantaggi fiscali

19

Storia delle organizzazioni non Storia delle organizzazioni non profitprofit: cenni: cenniLe prime forme risalgono all’alto medioevo (ricovero per pellegrini, assistenza a malati, ecc.)

Iniziative riconducibili alla Chiesa

Associazioni o fondazioni

Soddisfazione dei bisogni primari della collettività

Forte crescita fino al 1600

Dal 1700 progressiva ingerenza dello Stato e limitazione dell’autonomia degli istituti di beneficenza

Emanazione del codice napoleonico che privilegia solo le iniziative volte alla creazione di ricchezza

20

Diffusione dell’ideologia neo-classica: ONP come soggetti distruttori di ricchezza

Legge n. 753/1862 istitutiva delle Opere Pie, indipendenti dallo Stato

Legge Crispi (6972/1890) assoggetta le Opere Pie allo Stato. Creazione delle Ipab

A partire dal 1900 lo Stato interviene nella disciplina di molte problematiche sociali (assicurazioni per la vecchiaia, infortuni sul lavoro, ecc.)

1942, emanazione del codice civile che dedica una spazio marginale alle associazioni

1948, emanazione della Costituzione che rivaluta il ruolo delle ONP

21

Nascita e sviluppo del welfare state

Fino agli anni sessanta ruolo marginale delle ONP, anche per la centralità della famiglia

Anni settanta: crisi del welfare state e rilancio delle ONP

Emanazione di diversi provvedimenti sul terzo settore

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Inquadramento giuridico del non Inquadramento giuridico del non profitprofit

⇒ Il non profit nella Costituzione

Costituzione come “spartiacque” tra due modi di concepire il non profit

Art. 2: «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale».

23

⇒ Il non profit nel codice civile

Emanato nel periodo fascista

Promozione delle imprese lucrative e ruolo marginale del non profit

Scarsa rilevanza giuridica, ma …

… ampio spazio lasciato al legislatore per colmare vuoti di regolamentazione

Associazioni

Fondazioni

Comitati

24

⇒ I regimi speciali

Legge quadro sul volontariato (n. 26 /1991)

Le cooperative sociali (n. 381/1991)

Le organizzazioni non governative (n. 49/1987)

Le associazioni di promozione sociale (n. 383/2000)

Le Organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS, 460/1997)

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La funzione sociale del non La funzione sociale del non profitprofit

• Evoluzione dei settori di intervento in funzione dell’evoluzione dei bisogni

• Progressivo ampliamento degli ambiti di operatività

Assistenza ad anziani, poveri, bambini

Assistenza a tossicodipendenti

Sostegno ad immigrati

Formazioni, istruzione, ricerca scientifica

Tutela ambientale

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La funzione economica del non La funzione economica del non profitprofit

Le ONP operano spesso negli stessi settori economici delle imprese lucrative (es. gestione rifiuti)

Impatto occupazionale (a livello internazionale, 1 occupato ogni 4 nuovi posti di lavoro)

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Economicità Economicità come obiettivo e come vincolocome obiettivo e come vincolo

Tradizionale avversione delle ONP verso i principi economici della gestione

Problema culturale

Necessità di superare tale limite

Importanza ed imprescindibilità di applicare regole economiche alla gestione di una ONP

Garanzia di sopravvivenza e sviluppo dell’organizzazione

28

Variabili sociali

Variabili economiche

Sia nelle ONP, sia nelle imprese profit oriented ci deve essere una “contaminazione tra variabili economiche e sociali …

… ma quali sono le differenze tra le due tipologie di organizzazione?

Natura e obiettivi delle organizzazioni

29

Economicità

Responsabilità sociale

Azienda profit Azienda non profit

Obiettivo

Obiettivo Vincolo

Vincolo

L’applicazione di principi di economicità consente all’organizzazione di mantenere:

Autonomia economica

Autonomia finanziaria

Autonomia gestionale

30

L’applicazione di principi economici è possibile in tutte le ONP?

Organizzazioni che operano nel rispetto di regole del mercato

Organizzazioni che operano al di fuori dei meccanismi di mercato

Es. imprese sociali

Es. associazioni

Più difficile, ma possibile

31

Fattori critici di successoFattori critici di successo

1. Variabili interne

2. Variabili esterne

Equilibrio economico-finanziarioGestione dei processiValori socialiRisorse umane e motivazione

Relazioni con gli stakeholder

32

L’equilibrio economicoL’equilibrio economico

In una impresa profit oriented:

Ricavi = costi effettivi + oneri figurativi + quota extra profitto

Nelle organizzazioni non profit:

No ricavi e costi, ma proventi e oneri

Distinzione tra imprese sociali e altre ONP

Proventi = f(quantità, prezzi di vendita)

Equilibrio economico = condizione astratta

Proventi ≡ contributi e sovvenzioni

33

Oneri figurativiStipendio direzionale

Fitti figurativi

Rischio per attività imprenditoriale

Quota extra-profitto

NO nell’equilibrio economico delle ONP

SI, ma come vincolo, non come obiettivo

Proventi = oneri effettivi + eventuale quota di avanzo gestionale

34

NB Nelle ONP raramente si verifica una condizione di equilibrio economico …

… si deve parlare sempre di inefficienza dell’organizzazione?

NO

Occorre estendere l’analisi a considerazioni sociali

È possibile giustificare l’esistenza di ONP che non rispettano l’equazione dell’equilibrio economico, purché producano valore sociale … ma fino ad un certo punto!

Valori sociali

35

L’equilibrio finanziario (rinvio)L’equilibrio finanziario (rinvio)Corretta corrispondenza temporale fonti-impieghi

Adeguata liquidità

Massima redditività

Cultura finanziariaScarsa capacità di programmazioneBasso livello di redditività e autofinanziamentoBassa intensità di capitale investitoDipendenza risorse pubblicheEccessivo indebitamento a breve termineDifficoltà di rapporti con mercati e intermediariScarsa negoziazione delle quote

Condizioni di equilibrio SF

Problematiche finanziarie ONP

36

La gestione dei processiLa gestione dei processi

Efficacia Efficacia

EfficienzaEfficienza

Output realizzato / output programmato

Input /output realizzato

Nelle ONP

Efficacia Efficacia Efficienza Efficienza

Obiettivi sociali

Difficoltà di misurazione

Scarsa cultura economica

Difficoltà di misurazione

37

I valori socialiI valori sociali

Qualificano la natura dell’ente

Guidano i processi

Fonte di vantaggio competitivo

Finalità istituzionale

Modus operandi

38

Risorse umane e motivazioneRisorse umane e motivazione

Carattere labour intensive delle ONP

Attività istituzionale (servizi alla persona)

Struttura organizzativa e governance

Presenza di lavoratori retribuiti e volontari

Motivazione

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Le relazioni con gli Le relazioni con gli stakeholderstakeholder

Azienda non profit

Parti sociali

Famiglie degli utenti

Volontari e dipendenti

Utenti

Fornitori Clienti

Ambiente

Altre aziende non profit

Aziende for profit

Organizzazioni di tutela utenti

Media

Aderenti e donatori

Amministrazioni pubbliche

Finanziatori

40

Il gruppo di aziende non Il gruppo di aziende non profitprofit

• Strumento di crescita e sviluppo del non profit

• Riferimento implicito nel d.lgs. 460/97

• Necessità di gestire la complessità ambientale

L’art. 2359 del cod.civ. sancisce diversi tipi di controllo:

Controllo di diritto

Controllo di fatto

Controllo contrattuale

Concetti non applicabili alle ONP

41

«Il gruppo non profit è costituito da una o più associazioni di volontariato, cooperative sociali, fondazioni che condividono l’orientamento strategico, e spesso il gruppo dirigente, assumendo poi ruoli complementari, per effetto della diversa regolamentazione delle organizzazioni, o di una specifica riflessione sull’opportunità di differenziare compiti specifici»(Travaglini)

Gruppi orizzontali

Gruppi verticali

Gruppi misti

Il d.lgs. 6/2003 ha introdotto l’art. 2545-septies cod.civ. che prevede la nascita e la tutela giuridica di gruppi di cooperative, appartenenti anche a categorie differenti, costituiti attraverso contratti formali

42

Il principio della democrazia economicaIl principio della democrazia economica

Specificamente previsto nelle organizzazioni di volontariato, nelle cooperative sociali e dal decreto sulle Onlus

Obiettivo Riprodurre nel sistema economico i principi alla base del funzionamento democratico del Paese

Problematiche e limiti:

Difficile applicazione pratica

Rischio di rallentare i processi decisionali

Mancanza di una leadership forte

Maggioranze variabili

Difficile definizione dei centri di responsabilità

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Il sistema informativo delle ONP: cenniIl sistema informativo delle ONP: cenni

1. Necessità di un adeguato SI

2. SI ampio e completo (dati economico-finanziari + informazioni sociali)

Strategia Struttura Sistema info.

Mission Corporate governance

Accountability

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Dati economico-finanziari Informazioni sociali

Vincolo economicità

Finalità istituzionali

Efficacia ed Efficacia ed efficienzaefficienza

Contabilità generale

Pianificazione strategica

Programmazione di breve periodo (budget)

Controllo

Entrambe le tipologie di dati devono essere presenti:

45

Sistema informativo Sistema informativo multidimensionalemultidimensionale

Sistema Sistema informativoinformativo

Dimensione dell’efficacia

Dimensione economico-finanziaria

Dimensione dell’efficienza

Dimensione sociale degli stakeholder

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Il bilancio socialeIl bilancio sociale

Strumento nato nelle imprese profit oriented per comunicare il livello di responsabilità sociale

• Identità e missione dell’organizzazione

• Mappatura stakeholder

• Conto economico a valore aggiunto

• Analisi costi-benefici

• Indicatori

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Uso internoUso interno

Uso esternoUso esterno

Governo

Gestione

Controllo

Pianificazione

Programmazione

Comunicazione

Relazioni pubbliche

Marketing, promozione, fund raising

Concertazione

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La struttura finanziaria delle ONPLa struttura finanziaria delle ONP

Le funzioni della gestione finanziaria

Criticità della gestione finanziaria delle ONP

Le fonti di finanziamento

L’attività di fund raising

La finanza etica

49

Le funzioni della struttura finanziariaLe funzioni della struttura finanziaria

La struttura finanziaria è il complesso e coordinato insieme degli impieghi di capitale e delle fonti di finanziamento a disposizione dell’impresa per lo svolgimento della gestione

Attività correnti

Immobilizzazioni nette

Passività correnti

Passività consolidate

Capitale netto

Impieghi Fonti

50

ObiettiviObiettivi:

1. Corretta corrispondenza temporale fonti-impieghi

2. Adeguata liquidità

3. Massima redditività

FunzioniFunzioni:

Pianificazione e programmazione finanziaria

Ricerca e acquisizione delle fonti di finanziamento

Gestione dei finanziamenti

Selezione degli investimenti

Gestione della tesoreria e della liquidità

Politica dei dividendi (solo imprese for profit)

51

Criticità della gestione finanziaria delle ONPCriticità della gestione finanziaria delle ONP

Mancanza di una specifica funzione finanziaria

Scarsa pianificazione e programmazione

Avversione verso la finanza

Scarsa cultura Scarsa cultura finanziariafinanziaria

… ma non solo …

… anche mancanza di risorse e scarsa prevedibilità dei flussi finanziari

52

Difficili rapporti Difficili rapporti con gli con gli

intermediariintermediari

Scarsità di beni immobili da offrire in garanzia

Organizzazioni fondate sulla persona piuttosto che sul capitale (alto rischio creditizio)

Mancanza di un adeguato sistema informativo e di programmazione

Impossibilità ad accedere ad alcuni canali (Borsa), ma …

… possibilità per le cooperative sociali di emettere prestiti obbligazionari

53

Un approfondimentoUn approfondimento

Nelle ONP non c’è distribuzione di utileutile

Mancanza di uno strumento di informazione per il mercato

Ulteriore limite nell’approccio ai mercati …

… ma è proprio così?

54

Non ci sono dividendi, ma …

… c’è autofinanziamentoautofinanziamento

• Riduzione del fabbisogno finanziario

• Riduzione degli oneri finanziari

• Potenziale crescita dell’organizzazione

• Maggiore solidità patrimoniale

• Crescita di lungo periodo

Autofinanziamento come strumento di informazione per il mercato

55

Eccessiva Eccessiva dipendenza dalle dipendenza dalle fonti pubblichefonti pubbliche

Peso eccessivo nella struttura finanziaria

Fonti spesso insostituibili

Pericolo di dipendenza dall’ente pubblico finanziatore (meno autonomia)

Mancanza di “responsabilizzazione”

Donazioni di Donazioni di privatiprivati

Presenza di asimmetrie informative

Flussi non prevedibili (quantitativamente e temporalmente)

56

Per fronteggiare i limiti connessi alla gestione finanziaria dovrebbe aumentare l’autofinanziamento, ma …

Difficoltà nel raggiungere l’equilibrio economico-finanziario

Quote di ammortamento ridotte (bassa intensità di capitale investito)

Eccessivo Eccessivo ricorso al debito ricorso al debito

a brevea breve

Eccessiva onerosità delle fonti

Squilibrio qualitativo

Squilibrio temporale

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Le problematiche finanziarie delle ONP sono aumentate negli ultimi anni a causa di:

• Aumento del numero di organizzazioni del terzo settore

• Riduzione dei fondi pubblici

• Basso tasso di sviluppo delle donazioni

• Costo crescente dei programmi di intervento

58

Le fonti di finanziamentoLe fonti di finanziamento

Fonti pubblicheFonti pubbliche

Sovvenzioni

Contratti di fornitura

Finanziamenti agevolati

Finanziamenti a fondo perduto

Trasferimenti indiretti

Le agevolazioni fiscali (d.lgs. 460/97)

Fonti privateFonti private

Ricavi di vendita

Donazioni e atti di liberalità

Debiti

Redditi da investimenti

Quote sociali

Lavoro volontario

59

Le fonti pubblicheLe fonti pubbliche

1.1. Sovvenzioni e sussidiSovvenzioni e sussidi

Risorse poste a disposizione di enti pubblici in considerazione della capacità dell’organizzazione di realizzare attività con elevato impatto sociale

Finanziamenti vincolati o generici

Preventiva analisi dell’ente pubblico (requisiti formali e sostanziali)

Riduzione dei fondi pubblici ⇒ maggiore selettività

Esame della sostenibilità sociale ed economico-finanziaria del progetto

No restituzione

60

2.2. Contratti con la PAContratti con la PA

L’onp si sostituisce all’ente pubblico nell’erogazione di determinati beni e servizi

Evoluzione rapporti pubblico-terzo settore

“Esternalizzazione” di funzioni

Rispetto di requisiti formali e sostanziali

Procedura di selezione dell’organizzazione

3.3. Finanziamenti da enti sovranazionaliFinanziamenti da enti sovranazionali

Unione Europea, Banca Mondiale, Unesco, ecc.

Sostegno a progetti specifici

Rispetto di requisiti formali e sostanziali

61

Le fonti privateLe fonti private

1.1. Ricavi di venditaRicavi di vendita

Non presenti in tutte le onp

Prezzi e tariffeMercato

(vendita beni e servizi)

Attività(produzione di beni e/o servizi)

Fondi disponibili

Fondi esterni (es. sovvenzioni, donazioni)

Autofinanziamento(utili non distribuiti)

Entrate da vendita

Costi correnti

Eventuale avanzo

EfficaciaVisibilità

Bilancio sociale

62

Il Il fund raisingfund raisingInsieme delle procedure poste in essere da una organizzazione per acquisire le risorse finanziarie, ma non solo, di cui necessita per lo svolgimento dell’attività istituzionale

RACCOLTA DI RISORSE DI UN’ORGANIZAZZIONE NON

PROFIT

RACCOLTA DI RISORSE DI UN’ORGANIZAZZIONE NON

PROFIT

RACCOLTA FINANZIARIARACCOLTA FINANZIARIA

ADESIONE DI VOLONTARIADESIONE DI VOLONTARI

REPERIMENTO SPAZI E IMMOBILI

REPERIMENTO SPAZI E IMMOBILI

SVILUPPO DI “VALORI DI RELAZIONE”

SVILUPPO DI “VALORI DI RELAZIONE”

63

• Complesso di attività e competenza (marketing, sociologia, finanza)

• Analisi dell’onp

• Studio dell’ambiente ⇒ Target potenziali donatori

• Definizione e comunicazione della causa da sostenere

• Segmentazione destinatari (criteri: geografici, reddituali, demografici)

• Progettazione e pianificazione del fund raising

• Scelta strumenti di comunicazione (radio, televisione, carta stampata, posta tradizionale o elettronica, ecc.)

• Attuazione dell’attività di fund raising

64

Cause Cause related related marketingmarketing

Forma di partnership in cui una impresa lucrativa si impegna a sostenere finanziariamente una onp

• Rapporto continuativo e non occasionale

• La onp ha a disposizione risorse in via continuativa

• L’impresa lucrativa ha un positivo ritorno di immagine

• Il fruitore dei servizi ha di fronte un’offerta qualificata

65

La finanza eticaLa finanza etica

Insieme di strumenti e istituzioni al servizio dell’economia civile, orientati a garantire un appoggio finanziario alle organizzazioni operanti nel terzo settore

• Distinzione tra finanza etica e finanza eticamente orientata

• Finanza specialistica e non alternativa

Obiettivi

Produzione di ricchezza sociale

Soddisfazione bisogni collettivi

Presupposti

Risparmio

Controllo e trasparenza

Rinuncia alla max economico-finanziaria dell’investimento

66

Criteri di selezione:

• Criteri negativi

• Criteri positivi

Distinzione tra:

• Intermediari tradizionali

• Intermediari specializzati (creditizi e finanziari)

67

Gli strumenti tradizionaliGli strumenti tradizionali

Conti correnti

Certificati di deposito

Fondi comuni di investimento

I risparmiatori si impegnano a rinunciare ad una parte della remunerazione prevista, da destinare a organizzazioni non profit

68

Altri strumenti eticiAltri strumenti etici

Fondi etici

Fondi verdi

Fondi umanitari

Investono in aziende operanti in settori eco-compatibili e sostenibili

Investono in aziende impegnate nella tutela dell’ambiente

Investono direttamente a favore di iniziative umanitarie

N.B. La scelta degli investimenti non è effettuata valutando solo l’aspetto sociale, ma anche quello economico e finanziario

69

Intermediari creditizi specializzati (1)Intermediari creditizi specializzati (1)

Mutue per l’autogestione (Mag)

Finanziamento di aziende non profit con progetti ad elevato contenuto sociale

Privilegio di iniziative legate allo sviluppo locale

Microcredito locale

Affidamento sulla base del progetto e non delle garanzie

70

Intermediari creditizi specializzati (2)Intermediari creditizi specializzati (2)

Banca Etica

Strumenti di raccolta

Certificati di deposito

Obbligazioni

Conti correnti

Bancomat

Carte di credito

Forme di impiego

Organizzazioni private

Non profit

Forti connotati sociali

Rendimento 20-25% inferiore a quello di mercato

71

Intermediari finanziari specializzatiIntermediari finanziari specializzati

Compagnia Sviluppo Imprese Sociali (COSIS)

Nasce nel 1995 come SpA senza scopo di lucro

Merchant bank etica

Finanziamenti mediante: partecipazioni al capitale e mutui ipotecari

Clienti: cooperative sociali

Valori guida delle scelte strategiche• Impegno sociale

• Crescita occupazionale

• Efficienza ed efficacia

• Cultura d’impresa

72

La creazione di valore nelle imprese socialiLa creazione di valore nelle imprese sociali

1. Definizione del concetto di “creazione di valore”

2. “Creazione di valore “ per le organizzazioni non profit

3. Definizione del Valore Aggiunto Sociale (VAS)

4. Analisi della dimensione economica del valore

5. Analisi della dimensione sociale del valore

6. Calcolo del VAS

73

La creazione di valoreLa creazione di valore

Shareholder Value Shareholder Value Approach Approach (SVA)(SVA)

Teoria di creazione Teoria di creazione del valore (TCV)del valore (TCV)

Nasce negli USA

Integrazione strategia e finanza

Gestione strategica dell’impresa

Ruolo centrale dell’azionista

Massimizzazione del valore per l’azionista

Nasce in Italia

Scarsa efficienza dei mercati

Impossibilità di applicare lo SVA

Concetto di capitale economico

Massimizzazione del capitale economico

74

Controllo Gestione Approccio

Metodi redditualiMetodi finanziariMetodo di valutazione

Max capitale economico

Max valore di mercato

Obiettivo

TCVTCVSVASVA

75

La creazione di valore nelle ONPLa creazione di valore nelle ONP

• Economicità e responsabilità sociale (obiettivi e vincoli)

• Caratteri delle ONP (valore segnaletico del reddito, obiettivi, difficoltà di scelta di un tasso di attualizzazione, ecc.)

• Impossibilità di impiegare metodi di valutazione diretti …

• … ma soprattutto, necessità di esprimere la dimensione sociale del valore

Impossibilità di applicare i concetti validi per le imprese profit oriented

76

Le organizzazioni non profit creano valore sociale fruibileper l’intera collettività …

… ma non bisogna dimenticare anche la dimensione economica della gestione

Necessità di integrare le due dimensioni in un’unica valutazione

Spostare la prospettiva di osservazione dall’interno all’esterno dell’organizzazione

77

Impresa sociale

Valori individuali (solidarietà, altruismo, volontariato)

Valori economici

Valori sociali

Trasformati in

78

Valore inteso come benessere collettivo

Il benessere non è mai solo economico, ma è un vettore di obiettivi

Concetto di economicità super-aziendale

Giustificazione dell’esistenza di aziende non profit non autonome sul piano economico e finanziario …

… ma …

79

… tale concetto di valore e di economicità super-aziendale non può giustificare la presenza di aziende che con la loro attività distruggono valore (economico e sociale) anziché crearne

Non è possibile, dunque, utilizzare questa interpretazione per scaricare sulla collettività l’onere derivante dalla sopravvivenza di aziende cronicamente deficitarie

80

““Ampiezza” e distribuzione del valoreAmpiezza” e distribuzione del valore

Ricchezza

Soggetti percettori del valore

Linea di sopravvivenza economica

Aziende for profit

Aziende non profit

Ricchezza

Soggetti percettori del valore

Linea di sopravvivenza economica

81

La diffusione del valoreLa diffusione del valore

Aziende for profit

Aziende nonprofit

Creazione del valore

Diffusione del valore

Momento successivo ed eventuale

Creazione del valore

Diffusione del valore

C’è coincidenza, almeno nella componente sociale del valore

82

La misurazione del valore socialeLa misurazione del valore sociale

Valutazione economico-finanziaria

Valutazione impatto sociale

Modello Valore Modello Valore Aggiunto SocialeAggiunto Sociale

NB L’applicazione del modello è limitata alle sole cooperative sociali

83

La valutazione economica: il valore aggiuntoLa valutazione economica: il valore aggiunto

A) Totale produzione del periodo

B) Totale costi-consumi di produzione e di gestione

Valore aggiunto della gestione caratteristica (A – B)

C) Totale elementi finanziari e straordinari di reddito

Valore aggiunto globale lordo (A – B ± C)

84

Il valore aggiunto costituisce la ricchezza che l’impresa deve destinare alla remunerazione di tutti gli stakeholder

Beneficiari

Dipendenti

Comunità di riferimento

Soci/associati

Finanziatori

Pubblica Amministrazione

Settore non profit

Azienda non profit

Ricchezza distribuita sotto forma di

⇒Salari e stipendi

⇒Costi per utenti soci e non soci

⇒Salari, stipendi e formazione

⇒Oneri finanziari

⇒ Imposte, tasse e concessioni

⇒Contributi associativi

⇒Ammortamenti, accantonamenti e utili

85

La valutazione della performance socialeLa valutazione della performance sociale

Costruzione di un rating etico da integrare con il valore aggiunto

La scelta degli indicatori deve rispettare i principi di:

Rappresentatività

Reperibilità delle informazioni

Adattabilità e confrontabilità

Misurabilità

86

1. Livello di democraticità della struttura

2. Livello di pari opportunità

3. Ricerca della qualità

4. Livelli di formazione e sicurezza sul lavoro

5. Caratteristiche della compagine sociale

6. Capacità di utilizzo dei fondi pubblici

7. Impatto occupazionale

8. Rapporto con la collettività e il territorio di riferimento

87

La costruzione del modello VASLa costruzione del modello VAS

FR = somma rivalutata al tempo t + n dei finanziamenti concessi da Cosis negli anni a tutte le cooperative.π = tasso medio di rendimento dei finanziamenti concessi al campione dicooperative nel periodo temporale che va da t a t + n.

VAS = FR * π

fR = totalità dei finanziamenti concessi alle cooperative che formano il campione rivalutate al tempo t + n.VAE = somma del valore aggiunto economico-sociale (vae) realizzato dalle cooperative del campione.

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RfVAE=π ∑

=

=k

C

vaeVAE1

vae = VAGR * MP

VAGR = valore aggiunto globale di riferimento

MP = Moltiplicatore di Performance

R = rapporto tra l’ammontare del finanziamento erogato alla cooperativa k ed il suo attivo patrimoniale

maxxMP =

0 ≤ MP ≤1