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MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ distribuzione gratuita presso gli esercizi commerciali a: Campalto - Favaro Veneto - Tessera - Dese NOVEMBRE 2012 Anno VIII No 112 http://issuu.com/lapaginadicampalto [email protected] CAMPALTO IN ARIA_CAMPALTO VIA CIMITERO_QUATTRO PASSI A RITMO DI ZUMBA_UNA DOMENICA SPECIALE_ UN’INFORMAZIONE CORRETTA SUI DI- RITTI DELLA PERSONA PUÒ ARGINARE LA VIOLENZA IN FAMIGLIA_VENICE CEL- LO ENSEMBLE_CRISI PER TUTTI, MERITO PER ALCUNI_BY PASS DI CAMPALTO_UN LIBRO, UNA POESIAOGGI PARLIAMO DI GAS... QUELLI PER GLI ACQUSTI PERÒ. In questo numero: CAMPALTO IN ARIA LA FESTA DI SAN MARTINO SI DEDICA AL VOLO di Martina Pellizzer Forse non tutti i campaltini sanno che... durante l'inizio del secolo scorso nel nostro Pa- ese si trovava un hangar per dirigibili. Questa è stato il motivo che ha spinto l'Asso- ciazione CampaltoViva ad incentrare la Festa di San Martino di quest'anno, sul tema dei dirigibili e del volo. Campalto in aria è sicura- mente il titolo giusto per questa manifestazio- ne, che si terrà, come ogni anno, dal 9 all’11 novembre. (continua)

LA PAGINA DI CAMPALTO

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N.112 NOVEMBRE 2012

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MENSILE A SFONDO SOCIALE DI PUBBLICA UTILITÀ

distribuzione gratuita presso gli esercizi commerciali a: Campalto - Favaro Veneto - Tessera - Dese

NOVEMBRE 2012Anno VIII No 112

http://issuu.com/[email protected]

campalto in aria_campalto via cimitero_quattro passi a ritmo di zumba_una domenica speciale_ un’inFormazione corretta sui di-ritti della persona puÒ arGinare la violenza in FamiGlia_venice cel-lo ensemble_crisi per tutti, merito per alcuni_by pass di campalto_un libro, una poesiaoGGi parliamo di Gas... quelli per Gli acqusti perÒ.

In questo numero:campalto in aria la Festa di san martinosi dedica al volo

di Martina Pellizzer

Forse non tutti i campaltini sanno che... durante l'inizio del secolo scorso nel nostro Pa-ese si trovava un hangar per dirigibili.Questa è stato il motivo che ha spinto l'Asso-ciazione CampaltoViva ad incentrare la Festa di San Martino di quest'anno, sul tema dei dirigibili e del volo. Campalto in aria è sicura-mente il titolo giusto per questa manifestazio-ne, che si terrà, come ogni anno, dal 9 all’11 novembre.

(continua)

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l’ erba di casa nostra

(continua dalla prima pagina)

Uno degli aspetti più rilevanti, e sicuramente quel-lo su cui si incentra la Festa, è stata l’organizzazione della mostra “...quando a Campalto c’erano i dirigibi-li...”: dal 3 Novembre al 20 Dicembre presso il Centro Polifunzionale Pascoli di Via Orlanda.Una ricca documentazione storica, basata sul libro “Mestre in grigioverde” scritto da Mauro Scroccaro e Claudio Pietrobon, quest’ultimo già autore del testo Quadri per una storia di Paese, 2010, che racconta l’evoluzione di Campalto dagli anni 50 ad oggi.Testo e mostra riguardano il periodo del primo con-flitto mondiale, mettendo in evidenza come non sia stata solo una guerra di trincea, ma anche combat-tuta dal cielo.I due autori hanno anche curato l’allestimento della mostra e molto materiale è stato raccolto grazie alla collaborazione di molte associazioni come L’archivio fotografico Silvio Trentin, l’Associazione Cime e Trin-cee, l’Associazione Nazionale dei Marinai Italiani, l’Associazione Blog Territori e Paradossi, sotto la su-pervisione di CampaltoViva.Prima esposizione nel territorio che presenta un nuo-vo punto di vista sulla prima Guerra Mondiale, e che si augurano non interesserà solo i Campaltini.

Molti altri eventi andranno a riempire i tre giorni di festa: il classico Battar San Martin per i più piccoli, la Cena de San Martin del venerdì sera, spettacoli di burattini e artisti di strada, concerti e l’incontro con il povero e la processione organizzata dalla Par-rocchia, e la domenica, chiusura dal traffico in via Orlanda e Mercato di San Martino.Quest’anno ritorneranno i falconieri di Marostica, presso il parcheggio Marchesi e nella stessa zona ci sarà il Battesimo della Sella per i più piccoli organiz-zato dalla Fattoria Didattica in collaborazione con il Centro Ippico Praello.Dedicata al volo l’esibizione di Aereomodellismo in

via Tiburtina, si terrà il Memoriale Giulia Vanin di pallavolo giunto alle 7ima edizione e ovviamente la lotteria.Il concerto conclusivo, alle 18:00 di domenica 11, ve-drà esibirsi inseme il coro di Campalto “Amici in coro” e la corale di Mirano “Allegro con Brio”.

La Festa di San Martino ormai si svolge a Campalto da ben 12 edizioni e ha visto in questi anni toccare svariati temi e che è possibile, grazie alla collabora-zione tra le associazione locali e all’aiuto dei numero-si volontari che ci credono e vi partecipano.A testimonianza di ciò un traguardo raggiunto quest’anno è stato quello di dare una rinnovata al Centro Polifunzionale Pascoli, che è stato interamen-te ridipinto al primo piano.Per maggiori informazioni sulla manifestazione si visi-ti il sito www.sanmartinoinstrata.it.

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Fa sempre un certo effetto dire "vivo in via Cimitero". Gli impassibili superstiziosi incrociano le dita dietro la schiena per scacciare la sfiga facendo finta di nulla, mentre altri più sfacciati si toccano lì facendosi una risata. Gli educati invece mi confessano d'esser quasi invidiosi della tranquillità che ci dev'essere in zona. Io mi aspetto sempre la battuta, alzo le spalle diverti-ta e penso che prima o poi davanti casa mia ci pas-sano tutti, quelli superstiziosi e quelli meno.In questi ultimi anni, facendo la pendolare fuori pro-vincia, faccio sempre ritorno volentieri a casa la sera. Sono una romanticona e adoro la mia città. Ora che le giornate si imbruniscono prima, mi piace arrivare in macchina e scoprirla illuminata dai fari, dai lam-pioni. Quasi stesse aspettando proprio me.Fin da piccola riconoscevo la via di casa dal campo che la affianca, quando ancora non c'era l'hotel per turisti in transito. E ovviamente, poco prima, dalla chiesetta di San Martino che è la più bella cartolina di benvenuto o bentornato in città.Ora svolto da via Orlanda, e il mio riferimento sono quegli orribili cassonetti messi in fila che aspettano solo di aprire la bocca e riempirsi la pancia. Ben ven-gano, ma se la pulizia fosse fatta anche attorno sareb-be meglio. L'aiuola vicino, quella che da sempre l'ho sentita chiamare "la ponta", è popolata da cartacce

che svolazzano fuori dalla campana gialla, dai sacchetti lasciati a terra al servizio di topi e ricci rosicchiatori. Per non parlare dell'ingresso al cimitero. Ancora cas-sonetti e ancora sporcizia. I fiori qui ci sono solo a no-vembre, per il ponte dei morti, quando la via diven-ta trafficata più del centro e il Comune si riempie le tasche di multe. A quanto pare, di via Cimitero ci si ricorda solo all'inizio di questo mese, ma per il resto dell'anno non ci sono spazzini né giardinieri.Certo, avere il viale alberato di cipressi lunghi e leg-geri, come in Toscana, che ci accompagna nel luogo dell'eterno riposto, è chiedere troppo. Ma è un giar-dino che prima o poi andremo tutti a coltivare, e per chi ci va ad incontrare i propri cari, sarebbe bello poterli accogliere con decoro e rispetto. Con qualche carta in meno e qualche fiore in più.E' dovere di ogni cittadino prendersi cura della pro-pria città, come la massaia fa in casa. Una città puli-ta è una casa pulita. A chi piace vivere nello sporco, nell'abbandono e nel disordine? Pensare che non ci spetti rendere vivibile il nostro territorio, mantener-lo e dedicarci un pò più di attenzione, non ci rende comunità.L'individuo da solo può dare l'esempio, ma solo insie-me si possono dare un seguito ed un senso.

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l’ erba di casa nostra

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di Chiara Foffano

di Martina Zorzi

Con l’arrivo dell’autunno è giunto anche il momento, per chi l’avesse interrotta, di riprendere l’attività fisica, e, in alcuni casi, con qualche novità. Sta prendendo infatti sempre più piede lo Zumba, una lezione di fit-ness che mischia i ritmi e i movimenti della musica afro-caraibica con i movimenti tradizionali dell’aero-bica, ormai presente in moltissime palestre. Lo Zum-ba è stato inventato da un ballerino colombiano a Miami negli anni Novanta, ed è ora diffuso in 125 paesi al mondo. Perché questo boom? La disciplina ha sicuramente degli aspetti molto allettanti: le mu-siche e le coreografie latineggianti hanno l’obiettivo principale di divertire il partecipante, ma lo Zumba è in grado di portare benefici al corpo trattandosi di un vero e proprio allenamento e producendo un alto consumo calorico. Grazie all’aspetto del ballo insom-ma, si riesce a favorire una minore concentrazione sullo sforzo fisico e maggiore attenzione agli aspetti più ludici dell’attività. Si pratica in gruppo, è adatto a tutte le età e consente ai partecipanti un’occasione

di confronto e di miglioramento. Una moda in pa-lestra dunque? Sicuramente anche una forma di svago per dimenticare i pensieri della giornata e per lasciarsi andare. Anche Campalto è aggiornata e ci propone corsi di Zumba, alla Folk Sporting School al Villaggio Laguna e presso la palestra “Spazio Fitness” in via dei Mandarini . Il corso era già stato introdotto verso la scorsa primavera, ma quest’anno le richieste sono di gran lunga aumentate. Così anch’io mi sono ritrovata a provare questo ballo, un po’ per curiosità un po’ per il desiderio di tenermi in allenamento di-vertendomi. Il lato vincente dello Zumba sta, a mio parere e presuppongo anche in quello di tante ra-gazze e donne che maggiormente la praticano, nel fatto che ognuno si può esprimere come vuole unen-do corpo e mente, danzando. Lo provino coloro a cui piace esprimersi liberamente attraverso il ballo, lo provi chi si diverte con musiche latine e movimen-ti semplici ed intuitivi, chi è sempre all’ultima moda anche nello sport!.

campalto via cimitero

quattro passi a ritmo di zumba

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l’ erba di casa nostra

una domenica specialeGrazie alle iniziative del nostro territorio

di Elena Brugnerotto

So che sembra il titolo di un tema che si dà ai bam-bini delle classi elementari, ma la domenica che ho appena passato mi ha fatta tornare bambina, mi ha ricordato i tempi in cui ci si stupiva per tutto, ogni cosa era “bella” e ogni racconto era una cor-sa senza respiro fatta di continui “e poi...e poi...e poi”. La sveglia delle 7.00 è sempre un trauma, e se sul quadrante dell’orologio c’è anche il DOM di Domenica il primo pensiero è “ma chi me l’ha fatto fare?”.Ore 8.00 sono già in sella alla bici in direzione CampoSportivoDietroLaChiesaDiCampalto per la partenza della 3º edizione della Maratonella. Sarà il percorso della corsa, sarà la splendida giornata di inizio autunno o la voglia di mettersi alla prova e testare la propria resistenza prima della Venice Marathon, fatto sta che ai più di 900 già iscritti, domenica se ne sono aggiunti altri 300. En plein. Uno degli organizzatori mi sfreccia vicino a mezz’ora dalla partenza urlando (con una certa soddisfazione) : “ pettorine finite!”. Niente angoscia, pettorine o no si corre per il gusto di partecipare, è questo il valore aggiunto dell’or-ganizzazione “casalinga” perchè si apprezza il la-voro dei volontari e se qualcosa va storto ci si fa una risata. Ore 9.15 partono i temerari dei 30 e dei 15 chilo-metri e poi dopo i più rilassati della 6 chilometri che corrono con cagnolini e passeggini al seguito in una festosa coda umana. La mattina passa tra le chiacchiere e i saluti nell’at-tesa dei primi arrivi. Il popolo dei corridori è unito, una famiglia in cui ci si consiglia per migliorare. Molti partecipano a tutte le maratone del territorio

(lo si vede dalle magliette che sfoggiano) ed ogni corsa è un occasione per ritrovarsi.Le premiazioni passano un po’ in sordina, da pro-fana della materia, l’impressione è quella che ai vincitori interessi poco premio o riconoscimento e molto di più il risultato ottenuto, un millesimo, un centesimo, un decimo in meno sono mesi di sforzi, chilometri di sudore e solo il cronometro è il giudi-ce indiscusso. Piccolo buffet per reintegrare calorie e liquidi persi e poi pian piano la gente defluisce per continuare la propria giornata altrove. Io torno a casa, mi concedo un pisolino rinvigo-rente e dopo qualche ora sono pronta per uscire in direzione Marcon, ho sentito che ci sono le mon-golfiere e “pompieropoli”, una sorta di campo di allenamento dei pompieri pensata per i bambini. Marcon mi ha sempre dato l’impressione di “nuo-vo”, centinaia gli appartamenti costruiti negli ul-timi anni tra Marcon e Gaggio e tante persone e coppie giovani che hanno scelto di trasferirsi qui spinti dalle case ad un prezzo abbordabile e dai servizi nelle vicinanze. Il pubblico di questo pomeriggio infatti non smen-tisce le mie previsioni, tante famiglie e tanti bam-bini entusiasti, mamme impegnate a fare servizi fotografici ai piccoli pompieri e papà intenti ad ammirare l’esposizione di macchine d’epoca. Ce n’è per tutti, ed è questo il segreto del successo di queste manifestazioni, dare a tutti una motivazio-ne per alzarsi dal divano. La mia giornata termi-na con pizza, chiacchiere e risate tra amici. Torno a casa e sono soddisfatta di questa mia vita “ normale” in una domenica “speciale”.

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paGina della provincia

un’inFormazione corretta sui diritti della persona puÒ arGinare la violenza in FamiGlia

Ci risiamo con la violenza sulle donne e contro le donne, che sembra non avere fine; l’ulti-mo episodio della cittadina di Mestre riferito dalla crona-ca locale, ci dice ancora una volta come occorra anche in questi casi un lavoro di squa-dra, una sensibilità comune – per aiutare, orientare, interve-nire - che vanno formati.L’anno scorso un’indagine condotta sul territorio vene-ziano parlava di una donna al giorno che si rivolgeva ai pronto soccorso della nostra provincia, per violenza dome-stica. Le cause possono esse-re molteplici, spesso si tratta di fenomeni multifattoriali, con più cause concomitanti, dove l’elemento scatenante può essere l’abuso di alcol e sostanze psicotrope, la perdi-ta del lavoro e dell’autonomia finanziaria, l’incertezza del fu-turo dovuta ad una crisi che dura da quattro anni, e si è

abbattuta senza pietà sui sin-goli, sulle famiglie, sul tessuto sociale. Oppure la causa può essere la solitudine dovuta alla separazione tra i coniugi e l’allontanamento dei figli, oggi purtroppo frequente. A fronte di questi fatti, invito, esorto come rappresentante delle istituzioni locali, tutte le persone che vivono queste for-me di disagio tra le mura do-mestiche, a denunciare questi episodi alle forze dell’ordine e ai servizi sociali dei comuni: non è mai tempo perso. Ma un ulteriore passo per evi-tare ulteriori violenze, e preve-nire eventuali tragedie, può essere anche rivolgersi alla Provincia di Venezia che ha sottoscritto un protocollo d’in-tesa per promuovere forme di tutela e di solidarietà verso i soggetti più deboli, fornendo strumenti informativi sui dirit-ti che l’ordinamento giuridi-co prevede per i cittadini in

difficoltà. Dallo scorso settem-bre, ogni primo giovedì del mese, gli avvocati di Venezia offrono una consulenza legale gratuita alle donne vittime di violenza. L’obiettivo del protocollo è at-tuare una corretta azione di contrasto ai fenomeni di de-grado sociale e di violenza in generale, che hanno luogo nel nostro territorio, anche nei confronti di minori ed anziani, ma in particolare delle donne, ad oggi le più colpite da mal-trattamenti e vessazioni. Invi-to le donne che vivono situa-zioni di sottomissione, abuso o intimidazione a denunciare i fatti, perché il silenzio in que-sti casi è deleterio e dannoso, sia per la persona, sia per la famiglia e i figli. Vorremmo poter fare di più, ma una corretta informazione sui propri diritti è già un primo passo verso una soluzione po-sitiva del problema.

di Francesca Zaccariotto - Presidente della Provincia di Venezia

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associazioni

Musica per le nostre orecchie!

di Francesca Rismondo e Elena Brugnerotto

L'ensemble di violoncelli “Venice Cello Ensemble” nasce da un’idea del Maestro Angelo Zanin, do-cente di violoncello al Conservatorio “B.Marcello” di Venezia e violoncellista del Quartetto d'Archi di Venezia. Qualche anno fa ha voluto ricreare con i propri migliori allievi ed ex allievi lo spirito e l'atmosfera dell'Orchestra Villa Lobos, il mitico gruppo che annoverava tra le sue fila concertisti come Mario Brunello, Enrico Egano e Teodora Campagnaro, con la convinzione che il suonare insieme sia una grande opportunità di crescita oltre che di divertimento. Per presentare più da vicino il gruppo abbiamo chiesto a Francesca Rismondo, violoncellista e Campaltina DOC di raccontarci come è iniziata la sua esperienza all'interno dell'ensemble...

- Per prima cosa complimenti, siete davvero stre-pitosi! Qual'è il vostro repertorio? E in che occasio-ni vi esibite?Il nostro repertorio è molto vario, quindi non vi aspettate di ascoltare “solo” musica classica! Nel tempo siamo riusciti a preparare programmi molto vari e vasti, che spaziano nelle epoche storiche: musica barocca, romantica, moder-na, contemporanea. Suoniamo anche pezzi del repertorio jazz-blues e rock (Beatles, Queen) e alcuni compositori contemporanei hanno scritto appositamente per noi pezzi originali per questa formazione. È un lavoro interessante e difficile perché consente di crescere assieme al brano stesso. Per questa eterogeneità di repertorio ab-biamo avuto modo di esibirci non solo in concerti “ad hoc” ma anche in conferenze, cerimonie, lezioni-concerto, ecc. Quasi ogni anno con il

Maestro è organizzato un corso estivo di una set-timana, dove ci si “isola” a studiare pezzi singoli e suonare insieme per arricchire il nostro reperto-rio. Alla fine della settimana, per condividere il nostro lavoro, sono organizzati uno o più concerti con i nuovi pezzi ed è così che è nato l’appunta-mento ormai fisso a Noale. - Qual'è la cosa che contraddistingue il vostro gruppo rispetto a tutti gli altri?Il gruppo è ora costituito da 14 membri, tutti di diversa età e provenienza. Un ensemble così numeroso di soli violoncelli è impegnativo da creare e mantenere attivo nel tempo. Sono pre-senti anche minori che, anche se molto giovani, partecipano a tutte le attività e prove del gruppo.Questo entusiasmo e volontà di portare avanti un progetto assieme sono instillate dal nostro Maestro e direttore artistico, Angelo Zanin. Tutti noi dell’ensemble abbiamo studiato o stiamo studiando in conservatorio con lui. Anche questa è una caratteristica peculiare del gruppo, l’origi-ne comune. È bello vedere come nel tempo si sia formata una rete di amicizie che vada al di là dei concerti e delle prove e che coinvolga tutti, dai più piccoli ai più grandi e che consente di divertirsi suonando insieme.

- Come riuscite a conciliare questa passione con lo studio o il lavoro? Una delle difficoltà maggiori è proprio questa: conciliare le nostre singole attività con quelle del gruppo. Non tutti sanno che per poterci presen-tare in pubblico a un concerto abbiamo bisogno di molte prove e studio singolo; le parti non sono facili e suonare da soli non è la stessa cosa che suonare insieme. Per realizzare questo è necessa-rio che siano presenti tutti coloro che poi suone-ranno in concerto, quindi si cerca di dare priorità all’ensemble rispetto a impegni vari. È difficile e si deve anche rinunciare ad altro a volte, ma ne vale la pena.

- Il vostro gruppo è nato nel 2005. Dopo 7 anni, come si sono evolute le cose? Nel 2005 non eravamo in 14, siamo partiti in 6. Successivamente altre persone sono venute a studiare con il Maestro in conservatorio e si sono aggiunte all’organico. Grazie all’assiduo lavoro del nostro insegnante siamo cresciuti e abbiamo trovato nuove possibilità di esibirci in pubbli-co, molto importante per condividere la nostra attività e confrontarci con chi ci ascolta.Ci sono stati numerosi cambiamenti nella formazione del gruppo e a marzo 2011 per formalizzare l’en-samble è stata fondata l’Associazione Culturale

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associazioni

Musicale Venice Cello Ensemble, grazie all’opero-sità del maestro, del presidente e del segretario.E questo è un grande punto di arrivo, ma anche di partenza per le nostre attività future. - Adesso siamo tutti curiosi di sentirvi suonare! Quando verrete a suonare qui e quali sono i vo-stri prossimi appuntamenti?È in programma un concerto nella municipalità di Favaro Veneto, per cui speriamo di poterci

esibire prossimamente nel nostro territorio. Per me sarebbe una bella occasione di poter finalmente suonare in ambito “familiare”.Abbiamo in programma una serie di concerti, vicini e non, nei prossimi mesi.Tutti gli appuntamenti e notizie su di noi sono riportate nel sito (www.venicelloensemble.it) o su facebook. Speriamo di vedervi numerosi!Grazie Francesca, non vediamo l'ora di sentirvi suonare!

crisi per tutti, merito per alcuni.

La crisi economica cambia il modo di vivere di noi tutti, si valorizzano altri aspetti, cambia il modo di relazionarci con i beni materali e, purtroppo, se è lunga come quella attuale, può destabilizzare lo stesso sistema democratico. Ci sono fatti che peró non cambiano : mi riferisco alle retribuzioni dei po-litici di vario livello (cronaca di tutti i giorni). Vor-rei fare una riflessione in merito allo stipendio dei dirigenti della pubblica amministrazione. C’è stato recentemente un atto del Governo che ne impone un tetto massimo, e se rimarrá tale, varrà per il futu-ro e non certo per il presente; ció che mi pare peró più fastidioso è che, a fronte di una pur legittima difesa dei propri interessi, chi legifera rimanda con-tinuamente al principio che il “merito” deve essere pagato. L’ho sentito dire più volte non solo dai par-lamentari seduti a Roma ma anche a livello locale. Lungi da me, desideri di qualunquismo e di visione di una società di tutti uguali, ma non é possibile parametrizzare il merito alla realtà economica at-tuale? Per venire ancora piú vicino a noi, so che la Giunta comunale di Venezia ha recentemente modificato l’addizionale comunale sui redditi e da 0,2% uguale per tutti è stata modulata per scaglio-ni di reddito. Per i redditi da 15000 a 28000 euro lordi l’anno, la nuova addizionale è 0,77% , letteral-mente triplicata!! Per i redditi superiori, diventa dello 0,78% e dello 0,80%. Questo, per me, vuol dire che per ottenere un incasso significativo in termine di bilancio, l’aumento é stato maggiore proprio nella classe di reddito cui appartiene forse la maggior parte della popolazione di questo comune. C'é an-che qualcuno che ha detto che va bene tassare i poveri, perchè sono tanti. In conclusione, come può il Comune retribuire il suo direttore generale con 160.000 euro lordi l’anno ed i suoi 40 dirigenti con retribuzioni medie di 100.000 ?( dati verificabili sul sito del comune di Venezia). Ma lo sa il Sindaco cosa vuol dire vivere con il reddito medio con cui campa la maggior parte dei suoi concittadini?

Luciano Delle Vedove

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l’ erba di casa nostra

by pass di campaltodi Gianfranco Albertini

Da quanto appreso di recente dalla stampa lo-cale, l’operazione By Pass di Campalto si è av-viata. Fra breve vedremo le ruspe al lavoro per creare una nuova strada che, partendo dall’in-nesto tra via Orlanda e via Sabbatino, passan-do a nord del centro e tagliando via Gobbi con un attraversamento sotterraneo profondo oltre 10 metri (una casa di tre piani tanto per inten-derci) si ricollegherà alla s.s. Triestina all’altez-za del deposito militare. Meno di 3 Km. per un costo previsto che si aggira intorno ai 50 milioni di euro. Come su tutte le cose, anche qui ab-biamo favorevoli e detrattori, ma non mi voglio schierare in nessuna delle categorie e cercare invece di riferire qualche dato oggettivo. La prima cosa che impressiona è il costo previsto: escludendo gli espropri possiamo calcolare me-diamente oltre 15 milioni a Km. Sembrerebbe che gran parte di questi soldi vada nello scavo del sottopasso che correrà sotto la falda acqui-fera. In secondo luogo impressionano i progetti delle rotatorie la cui ampiezza dovrà consentire il transito dei mezzi eccezionali che comunque continueranno a passare per via Orlanda at-traverso il centro di Campalto. Non è difficile prevedere che aumenterà il livello di pericolo in quelle zone, soprattutto in quella più ricca di attività commerciali (campeggio, rivenditori di auto e camper, supermercato) spesso scenario di drammatici incidenti, non raramente mor-tali. Quest’arteria, concepita oltre vent’anni fa quando Campalto era invasa quotidianamente da migliaia di mezzi pesanti, è stata riproposta oggi quando la situazione del traffico di attra-versamento è drasticamente mutata: l’apertura del passante autostradale e i divieti introdotti dal Comune hanno praticamente ridotto a zero questo problema e la stessa via Orlanda, ad eccezione di alcuni periodi legati ai flussi turisti-ci verso il litorale, è meno trafficata di via Mi-ranese o del Terraglio. Cosa succederà quan-do il by pass verrà aperto? Le autorizzazioni al transito dei mezzi pesanti saranno rilasciate dall’ANAS: siamo certi della sua discrezionali-tà? Non è difficile prevedere un aumento dei TIR, e di conseguenza dell’inquinamento, nelle aree attraversate. Anche l’idea che il centro di Campalto possa trasformarsi in un’isola felice, magari pedonalizzata, mi lascia un po’ perples-so: mezzi pubblici, residenti e tutti i collegamenti con Favaro, continueranno a percorrere le vie

Orlanda, Passo e Gobbi rendendo di fatto inuti-le il by pass per gli spostamenti dei residenti.L’onestà intellettuale chiederebbe che, di fron-te alla realizzazione di opere pubbliche di in-gente costo si facesse un bilancio tra costi e benefici: i costi, economici e ambientali dovuti alla cementificazione di svariati ettari di terre-no agricolo, li conosciamo, ma quali saranno i benefici?Associazioni, comitati e semplici cittadini han-no chiesto inutilmente che alle loro domande venissero date risposte plausibili, che giustificas-sero in qualche modo l’utilità dell’opera. Ben-ché più volte sollecitati, tutti gli enti interessati, dall’Anas al Comune di Venezia alla Regione Veneto, hanno rifiutato un dibattito aperto sul tema, un confronto con la cittadinanza sulla realizzazione di un’opera che inciderà pesan-temente e in maniera irreversibile sull’assetto urbano di Campalto.

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un libro

Inseparabili Il fuoco amico dei ricordi

E’ un libro che parte piano ma dopo sa coinvol-gere e stupire, forse anche per questo ha vin-to il Premio Strega 2012. “Inseparabili – Il fuoco amico dei ricordi” del romano Alessandro Piper-no, racconta il legame dei fratelli Pontecorvo, Filippo il maggiore e Samuel l’ultimogenito, le cui vite, seppur lontane, sono inesorabilmente unite proprio come quelle dei pappagalli “inse-parabili” che non sanno vivere senza l’un l’altro. Sullo sfondo di una Roma borghese e contempo-ranea, si snodano le vite dei componenti della famiglia Pontecorvo, di religione ebraica: papà Leo, professore colpevole di non aver bloccato le attenzioni di una giovane allieva, mamma Rachel, donna ebrea dal temperamento molto forte che vuole proteggere i figli da un segreto impronunciabile e i due maschi, i veri protago-nisti di questo romanzo. Filippo così indolente e chiuso alla vita ma che, paradossalmente, ri-esce a cogliere il successo con i suoi fumetti e Samuel, “innamorato” del fratello maggiore, lui primo della classe ma con un forte complesso di inferiorità, raccontano l’amore, l’astio, l’omer-tà che nascono all’interno di una famiglia che sembra, come tutte, normale e serena. L’au-tore, già conosciuto per il suo “Con le peggiori intenzioni” del 2005 sembra, in qualche modo, ripescare dalla sua biografia e dalla sua storia personale, anche lui figlio di padre ebreo e ma-dre cattolica, per raccontare le emozioni con-trastanti del crescere in una famiglia che dà e toglie, incoraggia e sprigiona frustazioni.

Nina ti te ricordi Quanto che gh'avemo meso

Andar su sto toco de lèto Insieme a fare a l'amor

Sie ani a fare i morosi

Strenzerla franco su franco E mi che g'ero stanco Ma no te volevo tocar

To mare che brontoava Quando che se sposemo

E 'l prete che racomandava Che non se doveva pecar

E dopo se semo sposai

Che quasi no ghe credeva Te giuro che a mi me pareva

Parfin che fusse un pecà

E adesso ti spèti un fijo E ancuo ea vita z'è dura

Talvolta me ciapa ea paura De aver dopo tanto sbajà

Amarse no z'è no un pecato E ancuo z'è un luso de pochi

E intanto ti Nina ti spèti E mi son disocupà

una poesia

Nina ti te ricordiVersi si Gualtiero Bertelli

Su Youtube potete trovare questi versi interpretati sia dall’autore Gualtiero Bertelli che da Francesco De Gregori

vi consiGliamo… (a cura di Francesca Delle Vedove)

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I prezzi salgono, frutta e verdura sono così trat-tate che non si sente neanche il sapore, il vino è fatto con le bustine (si proprio come il the so-lubile) e la carne…chissà come hanno allevato gli animali. E nessuno fa nulla: FALSO!Perché da qualche tempo, una risposta a tut-te queste domande su prezzi e qualità di quel-lo che mangiamo stanno cercando di darla i GAS, gruppi di acquisto solidali. In realtà i pri-mi gruppi di acquisto solidali vengono fonda-ti alla metà degli anni ’90 in Emilia Romagna con una prima operazione chiamata “Bilanci di Giustizia” con la quale gruppi di famiglie si in-terrogano sui loro acquisti e sull’incidenza degli stili di vita sul bilancio famigliare. Pian piano questi gruppi cominciarono anche a fare ac-quisti collettivi tra i produttori della zona. I GAS nascono quindi da una riflessione sulla necessità di un cambiamento profondo dello stile di vita: si vuole immettere una doman-da di eticità nel mercato per indirizzarlo verso un’economia che metta al centro le persone e le relazioni. Il Gruppo d'Acquisto Solidale (G.A.S.) si costi-tuisce, in genere, per favorire la riflessione sui temi dell'alimentazione con prodotti biologici, l'acquisto dei prodotti stessi a prezzi accessibi-li e per stabilire patti fiduciari tra consumatori e produttori (soprattutto locali). Si stabilisce un "canale fiduciario" tra produttori e consumatori, alimentato dal comune interesse e definito da parametri condivisi. Ne consegue un aumen-to del livello di soddisfazione per ambedue le parti. La merce termina di essere solo prodot-to e diventa anche strumento di relazione tra soggetti che, oltre ai ruoli di produttori e con-sumatori, mettono in gioco i propri "volti" e le proprie storie! Il GAS è caratterizzato anche con tre aggettivi: piccolo, locale e solidale. Piccolo per permettere un'organizzazione semplice e per favorire la relazione tra i soci, locale perché siamo interessati e responsabili del territorio che abitiamo e solidale tra i soci, con i produttori e con l'ambiente.Vi chiederete: Sì, ma come nasce una GAS? In realtà nasce nei modi più diversa ma tutti accomunati dalla convinzione di formare un

gruppo, di condividere scelte, problemi e insie-me ricercare opportunità. Insieme ci si occupa di ricercare nella zonapiccoli produttori rispettosi dell'uomo e dell'am-biente, di raccogliere gli ordini tra chi aderisce, di acquistare i prodotti e distribuirli e quant'al-tro il gruppo decida di fare!Pare complicato ma invece non lo è, almeno stando a quanto mi dice la mia amica Daniela, coordinatrice di un GAS di Marghera che conta ca. 50 pax, “Non solo GAS”. Racconta che il loro GAS è nato fuori dalla scuola, tra genitori che si scambiavano consigli sui fornitori interessanti e piccoli favori per il reperimento della merce. Ora il gruppo si è dato una struttura, cerca e ve-rifica di persona dove fare gli acquisti (“cerchia-mo prodotti bio, con un buon rapporto qualità/prezzo, ma facciamo acquisti anche da piccole realtà che hanno bisogno di essere sostenute ovviamente con un occhio sempre alla quali-tà del prodotto”), si occupa degli ordini e dello smistamento della merce una volta arrivata. Se volete saperne di più su www.retegas.org potrete trovare informazioni, bibliografia sull’ar-gomento e anche ricercare i GAS della nostra zona. A Campalto per il momento non c’è nul-la, quindi chi vuole fondare un GAS, si faccia avanti.

oGGi parliamo di Gas… quelli per Gli acquisti perÒdi Romena Brugnerotto

vi seGnaliamo

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rilassiamoci!

l’anGolo delle cazzate

Lo sapevate che un motorino non modificato raggiunge La stessa veLocità di uno modificato se Lasciati cadere da una rupe?

Lo sapevate che i cinesi si riproducono con copia e incoLLa?

non ti curar di Loro ma guarda i passeri!

accesso: sta per “aL gabinetto”. tipica risposta aLLa domanda: 'ndo stai?

accumuLatori: contrario di “sparpagLia vacche”

amore: paroLa daLL'etimoLogia moLto antica, proveniente daLL'unione deLLe paroLe a-mori; ovvero escLamazione per intimare La morte a quaLcuno, frase funesta quindi. ancora oggi non ha perso La sua accezione nebbiosa e fu-nesta; infatti individua un sentimento a causa deL quaLe individui sani perdono iL Lume deLLa ragione abbandonandosi a cazzate inimmagina-biLi come frasi senza senso, regaLi spropositati, e non uLtimo iL matrimonio.

decadente: coLui che possiede soLo 10 denti

due piccioni con una fava: voLatiLi siamesi attaccati per i genitaLi

magLione: indumento che indossano i bimbi quando La mamma ha freddo

messa in piega: funzione reLigiosa eseguita da un sacerdote motocicLista

vergine: supporto anaLogico o digitaLe mai registrato in precedenza. sedicenti studiosi favo-Leggiano di una misteriosa etimoLogia Latina per questa paroLa, benché, aL tempo in cui iL Latino era in uso, non esistesse aLcun supporto anaLogi-co nè digitaLe.

via coL vento: famosissimo fiLm che ceLebra L'antica tradizione diffusa in tutto iL mondo deL-La gara di scoregge. trama: dopo una LucuLLia-na scorpacciata di fagioLi e cipoLLa con accom-pagnamento di vov, i protagonisti, aL grido di "stavoLta ti pettino" oppure "oddio oddio mi cago addosso", si esibiscono in vioLente eruzioni anaLi. durata: 47 ore e mezza senza intervaLLi.

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A cura del Circolo Ricreativo Culturale AUSER “Il Gabbiano” ONLUS ([email protected]) - editore: Circolo Auser “Il Gabbiano” - direttore responsabile: Giorgio Marcoleoni. - redazione a cura di: BLOG - Territori e Paradossi Associazione Culturale. - redattori: Giuliano Brandoli, Daniele Conte, Chiara Foffano, Elena Brugnerotto, Francesca Delle Vedove, Carlo Albertini, Romena Brugnerotto, Martina, Zorzi, Martina Pellizzer, Francesca Rismondo- redazione: Piazzale Zendrini 22 Campalto (VE) Tel/fax : 041.903525 - e-mail: [email protected] Stampato in proprio n° 2000 copie - Registrazione presso il Tribunale di Venezia n° 1461 del 24 settembre 2003

Circolo Ricreativo Culturale

AUSER “IL GABBIANO”I NOSTRI SERVIZI

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I NOSTRI CORSI

Corso di musica: sono aperte le iscrizioni peril corso di musica dedicato a bambini ed adulti.Con i nostri soci musicisti sarà possibile imparare a suonare la chitarra in maniera semplice.

Ed inoltre…

Scuola di CantoCorsi di informatica per i “meno giovani”

Compilazione gratuita mod.730(previo appuntamento)

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