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"La Puglia tra crisi e rinascita: ecco i campioni regionali che sfidano la congiuntura". Articolo di Valerio De Molli (Managing Partner, The European House-Ambrosetti)

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La Puglia tra crisi e rinascita: ecco i campioni regionali che sfidano la congiuntura

È innegabile che la Puglia, come il resto del Mezzogiorno, abbia attraversato e sia ancora nel mezzo di una crisi economica che ha segnato profondamente il tessuto produttivo e sociale del territorio. Se le zone d’ombra restano ancora ampie (con l’ultima “fiammata” d’inverno rappresentata dall’annuncio della chiusura dal 2014 dello stabilimento della Bridgestone a Modugno, che va ad affiancarsi al caso ancora aperto sul futuro dell’ILVA a Taranto), per un piccolo esercito di aziende del territorio si intravede però la luce in fondo al tunnel.

Nell’ambito delle attività dell’Osservatorio Puglia – quinta edizione della piattaforma di lavoro creata da The European House-Ambrosetti per fornire periodicamente alle Istituzioni e alla business community riflessioni e linee guida sullo stato dell’arte dell’eco-noma regionale – abbiamo realizzato un’analisi sui bilanci d’esercizio di un campione rappresentativo di imprese pugliesi per comprendere quali siano stati gli effetti della crisi tra il 2007 (anno pre-crisi) e il 2011 (ultimo anno disponibile). Il campione dell’indagine ha interessato 1.113 aziende con sede legale in Puglia e con un volume d’affari superiore a 5 milioni di Euro: a livello aggregato, si tratta di un fatturato di 20,5 miliardi di Euro, pari al 28% del PIL pugliese.

L’analisi ha attraversato trasversalmente i principali settori dell’economia regionale. La composizione del campione riflette infatti il tessuto aziendale pugliese, con 5 settori (Commercio, Alimentare, Energia, Trasporti ed Edilizia) che spiegano il 60% del fatturato complessivo. Inoltre emerge come più della metà del campione (55% nel 2011) sia composto da aziende di piccole dimensioni, con un fatturato compreso tra i 5 e i 10 milioni di Euro, a fronte di una minoranza di aziende grandi o grandissime (6% circa del campione). Si assiste, innanzitutto, ad un graduale fenomeno di concentrazione: il numero delle imprese con un fatturato superiore ai 50 milioni di Euro è aumentato del 31% rispetto al 2007, mentre si è assistito ad una riduzione del numero di PMI.

Il 2009 ha segnato una pesante battuta d’arresto: si è registrata una riduzione dei ricavi per il 78% delle imprese manifattu-riere e per il 66% del campione complessivo. Tuttavia, nel 2010-2011 il 39% delle imprese manifatturiere (e il 32% nel campione totale) ha registrato una crescita del fattu-rato a doppia cifra.

In particolare, il 10% delle aziende totali (5% nel solo comparto manifatturiero) ha ottenuto una crescita costante dei ricavi nell’intero quadriennio, a fronte di un 9% (7% nel manifatturiero) che, al contrario, hanno visto ricavi in continua contrazione anno dopo anno.

In più, si assiste ad una progressiva crescita del numero di aziende pugliesi in perdita: a fine 2011 quasi 3 aziende su 10 (28%) hanno chiuso l’esercizio con un risultato negativo (nell’anno pre-crisi erano “solo” il 16% del campione).

L’indagine delinea quindi un quadro poco rassicurante, ma al tempo stesso offre alcuni segnali positivi: infatti, calo di redditività e crescente indebitamento sono i problemi trasversali alla maggioranza dei settori, e permangono ancora difficoltà per le imprese sotto i 10 milioni di Euro, ma tra i cluster dimensionali le aziende di fascia intermedia

Ripartizione delle aziende manifatturiere del campione analizzato per variazione annua dei ricavi (% sul totale), 2008-2011. Fonte: elaborazione The European House-Ambrosetti su bilanci aziendali da database AIDA, marzo 2013

43%

78%

40% 42%

26%

11%

25% 19%

14%

5%

14% 15%

18%5%

22% 24%

2008 2009 2010 2011

Tasso di decrescita (<0%) Tasso di crescita ≤ 10%

Tasso di crescita tra 10% e 20% Tasso di crescita ≥ 20%

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sembrano aver saputo reagire alla crisi, rafforzando il proprio posizionamento e conquistando le quote di mercato rese disponibili dalle numerose cessazioni di attività registrate nel periodo (il saldo tra imprese iscritte e cessate in Puglia è stato negativo per circa 5.000 unità nel 2008 e 2009, riassestandosi a -1.700 circa nel 2011).

Abbiamo quindi segmentato il campione delle imprese sopra i 10 milioni di Euro, per comprendere quali aziende e settori sono riusciti, nel periodo 2007-2011, a mantenere elevati livelli di crescita di fatturato e di reddi-tività. I criteri adottati riguardano la capacità di raggiungere importanti traguardi di vendite nell’attuale contesto economico e rispetto a prima dell’inizio della crisi (fatturato 2011 aumentato almeno del 10% rispetto al 2010 e di almeno il 20% rispetto al 2007) e di avere una buona efficienza operativa (redditività in aumento rispetto ai valori pre-crisi, misurata dalla crescita media dell’EBIT tra il 2007 e il 2011 di almeno il 5%).

Sulle 1.113 società analizzate, solo 67 – pari al 6% del campione – soddisfano i criteri di riferi-mento identificati. Prevalgono le medie dimen-sioni: il 62% delle aziende “best performer” ha un fatturato compreso tra i 10 e i 25 milioni di Euro.

Si rileva la provenienza da settori di attività ed aree territoriali diverse. Anche se i comparti di appartenenza sono eterogenei, appaiono prevalere alcuni settori tipici dell’economia regionale. Il 37% delle aziende “best performer” appartiene al settore del Commercio/ GDO, segnalando il fenomeno della crescente terziarizzazione del sistema economico pugliese. Seguono l’Industria alimentare (16%), Edilizia (7%) ed Energia-Ambiente (6%). Quanto all’area geografica di appartenenza, quasi la metà delle aziende con i risultati migliori è localizzata nella Provincia di Bari (49%), seguita da quella di Foggia (15%).

Quali, quindi, i punti distintivi che hanno favorito la crescita in tempi di crisi per queste aziende? Non solo l’appartenenza a settori “tradizionali” che hanno agito in chiave anti-ciclica (es. alimentare e GDO), ma soprattutto l’elevata internazionalizzazione, gli investimenti su innovazione (di processo e di prodotto) o il presidio di specifiche nicchie produttive o produzioni “Made in Puglia”. Non è un caso, ad esempio, che tra le “best performer” vi siano nomi come l’alimentare Divella (filiera produttiva locale ed elevata propensione all’export), la filiale italiana della danese Vestas (attiva nella produzione e commercializzazione di pale eoliche), la Sistemi Software Integrati - SSI di Taranto attiva nell’Aerospace/ICT, la Lotras di Capitanata (leader nel trasporto strada-ferrovia dei liquidi alimentari) o il Centro Studi Componenti per Veicoli, punta di diamante della R&S del Gruppo Bosch nel barese.

In attesa di quelli che saranno i risultati di chiusura dell’esercizio 2012, l’auspicio è che il sistema produttivo pugliese continui a puntare sugli elementi che ne connotano l’eccellenza: se la crisi ha operato una selezione del mercato, è necessario che le aziende pugliesi rimaste possano rafforzarsi e tornare a crescere nel prossimo futuro. Bari, 11 marzo 2013 Valerio De Molli

Managing Partner, The European House – Ambrosetti Componente del Comitato Scientifico, Osservatorio Puglia

Ripartizione delle aziende pugliesi “best performer” per classe di fatturato. Fonte: elaborazione The European House-Ambrosetti su bilanci aziendali da database AIDA, 2013

63%

22%

4%

10%

Fatturato 10 - 25 mln € Fatturato 25 - 50 mln €

Fatturato 50 - 100 mln € Fatturato ≥ 100 mln €

37%

16%

7% 6% 4% 4% 4% 3% 3% 3% 3% 3% 3% 1%

Com

merc

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Ripartizione delle aziende pugliesi “best performer” per attività economica. Fonte: elaborazione The European House-Ambrosetti su bilanci aziendali da database AIDA, 2013