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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 6 gennaio 2013 Un augurio per il nuovo anno? A chi? Ai popoli? Ai politici? Ai poveri? Ai giovani? Agli emarginati? Tutti ne hanno bisogno. Ma non vi pare che, di fronte a tanti problemi di oggi, solo un augurio possa suonare insufficiente? Ed allora, proprio per raggiungere tutti, proprio per non trascurare, né dimenticare nessuno, proprio per fare un vero augurio al mondo, vor- rei, per il nuovo anno, fare piuttosto “invito” alla famiglia. Quale invito allora alla famiglia?: “aprite le porte”. E “aprite le porte” vuol dire: accogliere dentro, vuol dire offrirsi al di fuori. Messaggio per l’Anno 1979 Il Vescovo ha incontrato prima di Natale i cattolici impegnati in politica. Un forte impegno per realizzare insieme i valori condivisi. Per il futuro far emergere una nuova classe dirigente Con umiltà a servizio del bene comune DI NICOLA SANGIACOMO a riscoperta del valore della riflessione politica del documento conciliare Gaudium et Spes ha caratterizzato la meditazione che il Vescovo ha offerto ai cattolici impegnati in politica che si sono ritrovati intorno a lui nei giorni precedenti il Natale. In un periodo in cui la politica è al centro dell’attenzione generale per le elezioni ormai imminenti, monsignor Giusti ha ricordato ai presenti il valore di servizio dell’attività che svolgono, utilizzando le parole illuminate di papa Paolo VI, l’interprete più autorevole della Gaudium et Spes, il documento fondamentale del Concilio Vaticano II sul ruolo della Chiesa nel mondo contemporaneo. Nella Messa che ha aperto la giornata monsignor Giusti ha invitato i presenti a coltivare, sull’esempio di Maria, la virtù cristiana dell’umiltà. «Anche nell’agire politico dovete ricordare - ha detto - che prima viene il credente e poi il politico: su temi essenziali per la nostra fede non possono essere trascurati gli insegnamenti del Magistero che indicano i valori che non possono essere oggetto di compromesso». Tra questi il Vescovo ha indicato espressamente la tutela della vita, della famiglia e della libertà religiosa. Alla meditazione è seguito un dibattito molto vivace tra i presenti che hanno sottolineato l’importanza di simili momenti di riflessione spirituale. Il tempo di crisi impone anche ai politici di affrontare situazioni sempre più complesse che richiedono anche una profonda preparazione spirituale. Per questo da alcuni è arrivata la proposta di affrontare insieme, in sedi e modalità simili, questioni fondamentali per il bene comune della città. Tra queste è stata individuata in particolare la necessità di impegnarsi per far emergere una nuova classe dirigente, partendo dalla formazione politica dei giovani. Tra i numerosi partecipanti c’erano anche il presidente della Provincia Kutufà, gli assessori comunali Nebbiai e Majidi e diversi consiglieri comunali, appartenenti a vari partiti. L IL DOCUMENTO DELLA COMMISSIONE DEL PROGETTO CULTURALE Per Livorno, amica della famiglia l termine dell’incontro è stato consegna- to un documento, elaborato dalla com- missione politica del Progetto Culturale dio- cesano, su cui lavorare nelle prossime setti- mane per dare concre- tezza a politiche locali condivise a favore della famiglia. In questo do- cumento sono state in- dividuate quattro piste concrete di realizzazio- ne di politiche a favore della famiglia; si tratta della prima conclusione di un percorso durato un anno a partire dal- l’incontro che si è svolto nella sala del Consiglio Comunale alla presenza del professor Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari e del sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi. Le quattro aree di proposta sono state indi- cate nella tutela della vita umana, nella pro- mozione di politiche abitative per la fami- glia, nella possibile introduzione di misure di equità familiare nella fiscalità comunale e nella progettazione di interventi a favore del- l’integrazione di fami- glie provenienti da al- tre culture. Su queste aree proseguirà la ri- flessione per arrivare poi a verificare la pos- sibilità di promuovere scelte condivise che possano rendere Livor- no una città più amica della famiglia. I pre- senti hanno concorda- to di ritrovarsi per ap- profondire questo documento il prossimo 12 gennaio ancora presso il Vescovado. L’in- contro si aprirà alle 9.00 con la celebrazione della Messa presieduta da monsignor Giusti. A arla ce la vogliamo ricordare così, come la vedete in questa immagine: mentre ride per la foto che siamo riusciti a “rubarle” durante la processione alla festa di S. Giulia di qualche anno fa, a lei che non amava stare al centro della scena. E poi vogliamo ricordarla insieme al suo Gianni, anzi al “nostro” collaboratore Gianni, per- ché è così che l’abbiamo conosciuta noi della redazio- ne, insieme a lui, insieme sempre, nelle celebrazioni, nelle feste, nell’impegno, come nella vita di tutti giorni in famiglia. Non la conoscevamo bene da farne un profilo, ma sicu- ramente anche per noi della redazione è stata un esem- pio di donna forte e coraggiosa, una bella figura di mo- glie e di madre e siamo sicuri che anche da lassù conti- nuerà a seguire le nostre pagine da attenta lettrice come faceva anche qui tra noi. La redazione C IN RICORDO DI Carla Giovangiacomo Livorno, S.Stefano 2012 ggi abbiamo dato l’ultimo saluto a Carla Genta Giovangiacomo, moglie di Gianni, in una Messa partecipata, ricca di testimonianze. Carla, insegnante di professione è stata per lungo tem- po anche collaboratrice intelligente ed attenta di Nata- lia Marchi nella conduzione della Biblioteca. Molti fre- quentatori la ricordano per il suo tratto signorile e per la sua affabilità. Da molto tempo ammalata, non ha mai smesso di combattere con coraggio contro il male inesorabile, così come non ha mai smesso di spendersi generosamente per gli altri nelle opere di carità. È stata una cara amica il cui esempio non dimenticherò mai. Non posso fare a meno di pensare per lei la frase di S.Paolo “Ho combattuto la buona battaglia, ho termi- nato la mia corsa, ho conservato la fede”. Maria Luisa Fogolari, Archivio diocesano O IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi Il Progetto Culturale diocesano

La Settimana n. 1 del 6 gennaio 2013

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Settimanale della Diocesi di Livorno

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Page 1: La Settimana n. 1 del 6 gennaio 2013

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

6 gennaio 2013

Un augurio per il nuovo anno?A chi? Ai popoli? Ai politici? Ai poveri? Ai giovani? Agli emarginati?Tutti ne hanno bisogno.Ma non vi pare che, di fronte a tanti problemi di oggi, solo un auguriopossa suonare insufficiente?Ed allora, proprio per raggiungere tutti, proprio per non trascurare, nédimenticare nessuno, proprio per fare un vero augurio al mondo, vor-rei, per il nuovo anno, fare piuttosto “invito” alla famiglia.Quale invito allora alla famiglia?: “aprite le porte”.E “aprite le porte” vuol dire: accogliere dentro, vuol dire offrirsi al difuori.

Messaggio per l’Anno 1979

Il Vescovo ha incontrato prima di Natale i cattolici

impegnati in politica.Un forte impegno

per realizzare insieme i valori condivisi.

Per il futuro faremergere una nuova

classe dirigente

Con umiltà a serviziodel bene comune

DI NICOLA SANGIACOMO

a riscoperta del valoredella riflessionepolitica deldocumento conciliare

Gaudium et Spes hacaratterizzato lameditazione che il Vescovoha offerto ai cattoliciimpegnati in politica che sisono ritrovati intorno a luinei giorni precedenti ilNatale.In un periodo in cui lapolitica è al centrodell’attenzione generaleper le elezioni ormaiimminenti, monsignorGiusti ha ricordato aipresenti il valore diservizio dell’attività chesvolgono, utilizzando leparole illuminate di papaPaolo VI, l’interprete piùautorevole della Gaudiumet Spes, il documentofondamentale del ConcilioVaticano II sul ruolo dellaChiesa nel mondocontemporaneo.Nella Messa che ha apertola giornata monsignorGiusti ha invitato i presentia coltivare, sull’esempio diMaria, la virtù cristianadell’umiltà. «Anchenell’agire politico dovetericordare - ha detto - cheprima viene il credente epoi il politico: su temiessenziali per la nostra fedenon possono esseretrascurati gli insegnamentidel Magistero che indicanoi valori che non possonoessere oggetto dicompromesso». Tra questiil Vescovo ha indicatoespressamente la tuteladella vita, della famiglia edella libertà religiosa.Alla meditazione è seguitoun dibattito molto vivacetra i presenti che hannosottolineato l’importanzadi simili momenti diriflessione spirituale. Iltempo di crisi imponeanche ai politici di

affrontare situazionisempre più complesse cherichiedono anche unaprofonda preparazionespirituale. Per questo daalcuni è arrivata la propostadi affrontare insieme, insedi e modalità simili,

questioni fondamentali peril bene comune della città.Tra queste è stataindividuata in particolarela necessità di impegnarsiper far emergere una nuovaclasse dirigente, partendodalla formazione politica

dei giovani. Tra i numerosipartecipanti c’erano ancheil presidente dellaProvincia Kutufà, gliassessori comunali Nebbiaie Majidi e diversiconsiglieri comunali,appartenenti a vari partiti.

L

IL DOCUMENTO DELLA COMMISSIONE DEL PROGETTO CULTURALE

Per Livorno, amica della famiglial termine dell’incontro è stato consegna-to un documento, elaborato dalla com-

missione politica del Progetto Culturale dio-cesano, su cui lavorare nelle prossime setti-mane per dare concre-tezza a politiche localicondivise a favore dellafamiglia. In questo do-cumento sono state in-dividuate quattro pisteconcrete di realizzazio-ne di politiche a favoredella famiglia; si trattadella prima conclusionedi un percorso duratoun anno a partire dal-l’incontro che si è svoltonella sala del ConsiglioComunale alla presenzadel professor Belletti, presidente del Forumdelle associazioni familiari e del sindaco diLivorno, Alessandro Cosimi.Le quattro aree di proposta sono state indi-

cate nella tutela della vita umana, nella pro-mozione di politiche abitative per la fami-glia, nella possibile introduzione di misuredi equità familiare nella fiscalità comunale e

nella progettazione diinterventi a favore del-l’integrazione di fami-glie provenienti da al-tre culture. Su questearee proseguirà la ri-flessione per arrivarepoi a verificare la pos-sibilità di promuoverescelte condivise chepossano rendere Livor-no una città più amicadella famiglia. I pre-senti hanno concorda-to di ritrovarsi per ap-

profondire questo documento il prossimo12 gennaio ancora presso il Vescovado. L’in-contro si aprirà alle 9.00 con la celebrazionedella Messa presieduta da monsignor Giusti.

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arla ce la vogliamo ricordare così, come la vedete inquesta immagine: mentre ride per la foto che siamo

riusciti a “rubarle” durante la processione alla festa di S.Giulia di qualche anno fa, a lei che non amava stare alcentro della scena. E poi vogliamo ricordarla insieme alsuo Gianni, anzi al “nostro” collaboratore Gianni, per-ché è così che l’abbiamo conosciuta noi della redazio-ne, insieme a lui, insieme sempre, nelle celebrazioni,nelle feste, nell’impegno, come nella vita di tutti giorniin famiglia.Non la conoscevamo bene da farne un profilo, ma sicu-ramente anche per noi della redazione è stata un esem-pio di donna forte e coraggiosa, una bella figura di mo-glie e di madre e siamo sicuri che anche da lassù conti-nuerà a seguire le nostre pagine da attenta lettrice comefaceva anche qui tra noi.

La redazione

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IN RICORDO DICarla Giovangiacomo

Livorno, S.Stefano 2012ggi abbiamo dato l’ultimo saluto a Carla GentaGiovangiacomo, moglie di Gianni, in una Messa

partecipata, ricca di testimonianze.Carla, insegnante di professione è stata per lungo tem-po anche collaboratrice intelligente ed attenta di Nata-lia Marchi nella conduzione della Biblioteca. Molti fre-quentatori la ricordano per il suo tratto signorile e perla sua affabilità. Da molto tempo ammalata, non hamai smesso di combattere con coraggio contro il maleinesorabile, così come non ha mai smesso di spendersigenerosamente per gli altri nelle opere di carità.È stata una cara amica il cui esempio non dimenticheròmai. Non posso fare a meno di pensare per lei la frase diS.Paolo “Ho combattuto la buona battaglia, ho termi-nato la mia corsa, ho conservato la fede”.

Maria Luisa Fogolari, Archivio diocesano

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IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

Il ProgettoCulturalediocesano

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI6 gennaio 2013II

La parola alla... CARITAS

DOSSIER: uno strumentoche osserva le povertà della nostra diocesi

er i padri Trinitari della chiesa di SanFerdinando è un anno particolare

infatti, oltre all’anno della Fede apertosiil 4 novembre, alla presenza delCardinale Ruini , il 17 dicembre èiniziato l’ Anno Giubilare del loroOrdine, istituito da San Giovanni DeMatha. Era il 17 dicembre 1198 quandocon la Bolla ’’ Operante divinaedispositionis clementia ’’ di PapaInnocenzo III, venne riconosciuta laRegola dei padri Trinitari fondati daGiovanni De Matha, ma il 17 dicembreè legato anche alla morte di De Matha,avvenuta nel 1213.Oggi, ad ottocento anni dallascomparsa del loro fondatore, i monacidella Crocetta, come sono anchechiamati i Trinitari di tutto il mondo,per la croce rossa e blu che portanosulla loro bianca tunica, si apprestanoad aprire il Giubileo. La famigliaTrinitaria di Livorno ha iniziato ifesteggiamenti a dicembre con concerticon musiche di Mozart e Mascagnieseguite, dall’orchestra EnsembleBacchelli e dalle Corali Rodolfo DelCorona e Domenico Savio, che hannofatto da preludio alla Santa Messapomeridiana di lunedì 17 dicembre,giorno dell’apertura ufficiale delGiubileo Trinitario, celebrata dalparroco padre Lorenzo, allietata daicanti natalizi della Corale Diapason,diretta dal maestro Giorgio Gianetti. Fu a seguito della visione di un angeloche teneva per le mani due uomini conle catene ai piedi, che De Matha,colpito da tale apparizione, fondò

l’Ordine. L’angelo, che gli apparvementre celebrava la sua prima Messa,gli disse di liberare le creature schiaveper motivi di fede e De Mathacomprese, che la sua missionesacerdotale sarebbe stata quella diemancipare gli schiavi cristiani inNordafrica. Sono passati ottocentoanni dalla morte di De Matha equattrocento da quella di san GiovanniBattista della Concezione, riformatoredell’Ordine, ma ancora oggi dopo ottosecoli, la comunità trinitaria facendotesoro del carisma originario, èimpegnata nella liberazione dalleschiavitù contemporanee: quella delladroga, dell’ abbandono, dellasolitudine, del dolore, della malattia,della povertà, nel rispetto del suomotto che da secoli l’ accompagna:’’Gloria tibi Trinitas et captivis libertas’’(gloria a te, Trinità, e ai captivi (schiavi)libertà).(Nelle foto San Giovanni De Matha eSan Giovanni Battista della Concezio-ne e l’altare della chiesa di S. Ferdi-nando con la statua dell’angelo)

Roberto Olivato

P

Anniversari da non dimenticare

Il Giubileodei PadriTrinitari

ai dati del Dossier povertàdella Toscana 2011abbiamo estrapolatoquelli specifici della

nostra diocesi e li abbiamoaggiornati con quelli del 2012(definitivi a novembre, previstiper il mese di dicembre). Questoha permesso di allungare i tempidi osservazione, verificarnel’andamento e faqre un primoesame della situazione povertà delnostro territorio.

L’ASCOLTOL’andamento del triennio2010-12 riguardante le personeascoltate prospetta unasituazione molto difficile. Laprima constatazione riguardale persone ascoltate nel 2012:cinque volte superiori a quelledel 2010. Una differenza davertigine, frutto evidente dellacrisi che stiamo vivendo e dellaincapacità della società atrovare nuovi modi per farfronte comune alla situazione.Preoccupa in particolare laforte difficoltà che notiamonelle Istituzioni, a tutti i livelli,a cambiare radicalmente lepolitiche sociali, prendendoatto che le situazioniprecedenti non sono più unmetro di paragone valido. Ènecessario rivedere i criteri discelta della destinazione deifondi partendo dal dato reale enon da quello storico. Danotare anche l’aumento delnumero degli stranieri rispettoagli italiani.

I SERVIZI MENSASe l’ascolto indica le diversesituazioni di disagio,l’affluenza ai servizi legati alCentro di Prima Accoglienzatestimoniano l‘aumento dellepersone cadute nel livello dipovertà. Il numero delle docceeffettuate al nostro Centropassano da 1.941 del 2011 a2.550 circa del 2012 (+31%) e ipasti distribuiti da 18.545 del2011 a 23250 circa del 2012(+25%); se a questi siaggiungono i circa 13.500 pastisovvenzionati dal Comune, siarriva ad un numero di pastierogati nel 2012 di quasi37.000, una quantità mairaggiunta dalla Caritas. Lastessa situazione la ritroviamonella zona di Rosignano-Castiglioncello-Vada, doveagisce la Caritas del 5°Vicariato.

I DATI DELLE CARITASPARROCCHIALIUn’altra considerazione vafatta sulle richieste di aiuto chericevono le Caritasparrocchiali. Tutte,indistintamente, comunicanol’aumento della richiesta dipacchi viveri da parte dipersone e famiglie che, per laprima volta si avvicinano allaparrocchia. Lamentano, perquesto, una forte difficoltà acorrispondere nell’aiutorichiesto; sono moltoimpegnate a coinvolgere leloro comunità, in raccolte digeneri alimentari e denaro, manon riuscono a dare tutte lerisposte necessarie.

LE AZIONI DELLA CARITASDIOCESANAQuesta lunghissima emergenzasociale impegna tutti noi alimitare per quanto possibile idanni, le conseguenzedevastanti per la nostra gente.Vediamo alcune iniziativeposte in essere.

IL CENTRO ASCOLTO FAMIGLIEÈ stato rilevato che l’aumentosignificativo delle presenze alCentro di ascolto è

determinato, per la maggiorparte, da esigenze familiarilegate in particolare: ai moltisfratti già eseguiti;all’indebitamento dellefamiglie anche per le difficoltàdi accesso al credito; allanecessità di aiuti economicideterminata dalla perdita dilavoro. In queste situazionisono coinvolte, in numeromaggioritario, famiglielivornesi, ma anche famiglie distranieri che tornano achiedere aiuto alla Caritasdopo che erano riusciti acostruirsi, negli anni, un loroequilibrio economico. Èemerso poi un altro fenomenodi notevoli proporzioni,almeno per la nostra diocesi:quello legato alle separazionifamiliari che, in tantissimi casimandano in povertà entrambii coniugi. I motivi sonoabbastanza evidenti, ilrisultato è, comunque, ilmedesimo problema disostentamento e di alloggio.

DALL’ASCOLTO ALL’INTERVENTOLa quantità e la drammaticitàdelle situazioni hannorichiesto, e richiedono,interventi straordinari.Straordinari e, dunque, limitatinel tempo, d’altra parte èimpossibile prolungarli neltempo non avendodisponibilità illimitate; senzacontare che i compiti dellaCaritas sono sul versante dellasensibilizzazione e attenzionealle povertà. Certo, là dove lepersone non hanno alcunarisposta dalla società,diventano necessari interventisussidiari; in situazionenormale dovremmo limitarciad opere segno che indichinosia il bisogno che la risposta eche rimangono nel tempo perla loro esemplarità, sino aquando risulta necessario. Con queste premesse abbiamocomunque, e dobbiamo diregrazie al sostegno diocesano ea quello della FondazioneCassa Risparmi di Livorno,potuto creare un FondoFamiglie e Lavoro a sostegnodelle famiglie per aiutarle amantenere la loro abitazione,pagando qualche bolletta deiservizi, qualche affitto perimpedire che venissero tagliatii servizi essenziali e che lepratiche di sfrattoproseguissero il loro iterburocratico, e cose simili. Si èpoi incrementata la erogazionedi pacchi alimentari. A questo

proposito (sempre con ilcontributo della FondazioneCassa Risparmi di Livorno, neiprossimi giorni inizierà iltemporaneo progettodenominato Il Panequotidiano che prevedel’acquisto di circa 25.000 eurodi generi alimentari daridistribuire alle parrocchie peril sostegno delle famiglie cheseguono nel loro territorio.

FARE DI PIÙLa gravità della situazione delnostro territorio richiedecomunque uno sforzo corale,superiore a quello messo incampo finora. Per questo cipermettiamo di invitare tuttala gente della nostra città, dellanostra diocesi, a mobilitarsiper trovare soluzioni nuove. Intempi come questi non è ilproprio il caso di scoraggiarsima, al contrario, di spremereogni nostra energia permetterla a disposizione di tutti.Uno scatto di fantasia che,siamo sicuri è presente nellanostra gente. Chiediamo in particolare alleIstituzioni di fare di più. Nonci possiamo trincerare dietro lamancanza di denaro. Le nostrefamiglie stanno rivedendo illoro modo di spendere,badando al necessario; un po’tutti dunque siamo costretti avivere con maggiore sobrietà.Questa è la nuova realtà, e perquesto chiediamo, adesempio, al Comune,istituzione preposta alloscopo, di verificare se inotevoli finanziamentidestinati al sociale sonoindirizzati secondo le esigenzeattuali. Va fatta la revisionedelle spese ma non su basistoriche, perché la storia ècambiata. Le spese vannorianalizzate e verificata la loronecessità oggi: probabilmentecerti finanziamenti vannocambiati di destinazione.Sarebbe anche il caso che icittadini, organizzati per lapartecipano alla vita sociale,non si accontentino diottenere finanziamenti ma dichiedere una chiarezza nelbilancio tale che permetta dipartecipare alle scelte,suggerendo le opportunecorrezioni. L’esempio delComune è ovviamentetrasferibile alle altre realtàistituzionali, ma anche allediverse associazioni perchéguardino al loro interno, acome spendono i loro denari.

Questo, per la Caritadiocesana, è un impegnocostante, affinché ifinanziamenti ricevuti vadano,nella più alta percentualepossibile (95%), a favore deisoggetti svantaggiati, per iquali la gente li ha destinati.

Alcune notazioni ad usoecclesiale

DOSSIER STRUMENTO DI DIALOGO NELLA CHIESAIl dossier è uno degli strumenticon cui la Caritas parla allaChiesa nel suo complesso.Dovremmo trovare i modi persentirci stimolati a usarequesto rapporto periodico perapprofondire la relazione contutte le dimensioni, caritative enon, della diocesi. Dialogare e,in prospettiva, definire azioni estrategie comuni non solo conle altre realtà caritative dalladiocesi ma anche con le altreattenzioni pastorali (liturgia,catechesi, pastorale sociale edel lavoro, pastorale familiare…).

DOSSIER STRUMENTO DI DIALOGO CON IL TERRITORIOIl dossier si rivolge da semprealla cittadinanza in generale ealle Istituzioni in particolare.Vuole rappresentare uncontributo di lettura deifenomeni sociali dei nostriterritori e costituire unostrumento di presa dicoscienza critica nei confrontidella società in cui viviamo.Per questo dovremmo esserepiù incisivi nell’opera didenuncia della situazionepropositivi nella ricerca dicollaborazione con i soggettipubblici e con gli altri delprivato sociale.

L’AUMENTO DELLA FREQUENZAAI CENTRI DI ASCOLTOAnno dopo anno assistiamo aduna frequenza crescente dellepersone ai CdA. Il certo c’èl’effetto della crisi; ma è ancheopportuno chiedersi se non siaanche un rilevatore di unacrescita dello assistenzialismoin seno alle Caritas, a scapitodella dimensione diaccoglienza globale dellapersona, di presa in carico, dipromozione umana nel suocomplesso. In certi casi sembraconfigurarsi una vera e propriadipendenza dal CdA dellepersone.

diacono Enrico Sassano

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI6 gennaio 2013 III

DI FABIO FIGARA

l problema delsovraffollamento dellecarceri torna continuamentesulle prime pagine dei

giornali: Marco Pannella èdovuto ricorrere - perl’ennesima volta - allo scioperodella fame e della sete perportare l’attenzione sullecondizioni disumane in cuiversano i detenuti negli istitutidi pena italiani, situazionecontraria ad ogni principioumano e cristiano. Secondo lanostra Costituzione "le penenon possono consistere intrattamenti contrari al senso diumanità e devono tendere allarieducazione del condannato(art. 27)". Ma le problematichesono molto profonde ecomplesse, e una delle soluzionisarebbe l’applicazione, inmisura maggiore, dellecosiddette "misure alternative",cioè di progetti atti al recupero oal reintegro nella società civiledi coloro che hanno a caricouna condanna penale.Per fare un punto sullasituazione delle carceri abbiamointervistato Salvatore Nasca,responsabile dell’UfficioEsecuzioni Penali Esterne(UEPE) presso il Tribunalelivornese.

«Proprio con i problemi attualidelle carceri - spiega Nasca -sarebbe opportuno pensare adun rafforzamento dellepolitiche di recupero e direinserimento. A questoproposito, non scorderò mai leparole di Giovanni Paolo II nelgiorno della visita ufficiale inParlamento: egli non propose,come molti politici continuanoa sostenere strumentalmente,l’amnistia ma, anzi, sottolineò"l’inutilità di provvedimenti diclemenza che "lasciano le cosecome stanno" e sollecitò leistituzioni a predisporre"percorsi di recupero improntatialla responsabilità". Proprio suquesto principio la legge ha daanni previsto l’istituzionedell’UEPE, il cui compito èquello di organizzare e seguirele diverse persone sottoposte avarie tipologie di misurealternative sul nostro territorio,per il loro reintegro all’internodella società civile. I detenutipossono essere ammessi alprogramma sia inoltrandorichiesta dal carcere sia

successivamente alla condannae prima di essere arrestati: lamaggior parte di coloro chesono in misura alternativa, e chepertanto hanno rapporti solocon l’Ufficio Esecuzione PenaleEsterna, "non passa" dalcarcere».Secondo quanto previstodall’attuale ordinamentogiuridico, più di duecentopersone sono attualmenteaffidate in prova presso i servizisociali, inviate a svolgere lavoridi pubblica utilità oppure posteagli arresti domiciliari o inlibertà vigilata, tutte seguite daNasca e dai suoi collaboratori. Per le persone già detenuteesistono invece due tipi dimisure alternative indicate eseguite dall’UEPE, di comuneaccordo con le singoleorganizzazioni penitenziarie diappartenenza: sono la"semilibertà" ed il "lavoroall’esterno". I soggetti cherientrano in questi programmi,per buona parte della giornata,sono impegnati fuori dal carcereper lavorare o per altri servizi erientrano giornalmentenell’istituto carcerario.

«In realtà - continua Nasca -seguiamo anche gli altridetenuti, o megliocollaboriamo con il carcere perle attività di osservazione etrattamento interno, per lapreparazione delle misurealternative, per le indagini che cichiede la magistratura, e permolti altri casi. Sotto questopunto di vista la situazione chesi delinea all’interno dellecarceri livornesi è benmonitorata: attualmenteabbiamo 89 lavoratori esterni e

12 in semi-libertà, la maggiorparte provenienti dal carcere diPorto Azzurro, in cui ilsovraffollamento ha raggiuntolivelli incredibili, dovendoospitare anche una certa partedei detenuti delle Sughere, i cuireparti sono inristrutturazione».Anche per gli Uffici EsecuzionePenale Esterna uno deiproblemi principali è oggi lamancanza di risorse. «I nostrisono ormai "uffici adesaurimento", nel senso che daanni molti operatori sonoandati e stanno andando inpensione senza che sianopreviste assunzioni osostituzioni, e così già oggialcuni uffici toscani hanno unnumero sempre più limitato diunità. È chiaro, perciò, chequalsiasi protocollo, qualsiasiconvenzione, possa risultaredifficilmente concretizzabilecon una tale carenza di risorse».

I

Un incremento delle misure alternative

potrebbe aiutare a risolvere moltiproblemi legatiall’aumentare

della popolazionedetenuta, ma anche

alla rieducazione

Casa Circondariale Livorno

e attività messe in atto all’internodell’Istituto di Livorno nell’anno

in corso hanno subito un arresto inquanto tra il dicembre 2011 e il feb-braio 2012 vi è stato il trasferimento dioltre il 70% della popolazione detenu-ta dovuto a problemi di stabilità deidue padiglioni principali del carcere. Eciò ha comportato il fermo di vari pro-getti». A spiegare la situazione è LuciaVetere, collaboratrice di SalvatoreNasca e responsabile dei contatti tral’UEPE e le Sughere.«La popolazione detenuta è calata dal-le 450 unità iniziali a circa 163 presen-ze complessive, di cui 95 stranieri. Inmedia nell’anno vi sono stati solo cir-ca 30 definitivi, per cui l’attività di os-servazione si è molto limitata. Sonospariti inoltre i circuiti dell’alta sicu-rezza e la sezione femminile." Attual-mente i detenuti sono stati concentratiin tre reparti: il transito, comprenden-te la maggioranza dei detenuti in atte-sa di giudizio e di transitanti, l’ex fem-minile, diviso in due sezioni di cui unadestinata ai detenuti in osservazione eperizia psichiatrica, e la sezione "semi-liberi". "L’UEPE ha continuato ad assi-curare la propria attività in collabora-zione con l’area educativa, anche secertamente vi è stato un netto calo, ri-spetto all’anno precedente, degli inter-venti complessivi. La Direzione dell’i-stituto ha inoltre chiesto la partecipa-zione dell’UEPE anche agli incontri re-lativi alla creazione di uno staff profes-sionale integrato con l’area sanitariaper la presa in carico dei soggetti in cri-si o a rischio. La programmazione peril 2013 dipenderà da come evolverà lasituazione della Casa Circondariale diLivorno con la consegna del nuovoPadiglione e la sua messa a regime».E’ previsto il rientro di una popolazio-ne detenuta che dovrebbe fare am-montare a 450 unità il totale delle pre-senze. Sulla base delle previsioni è sta-to ipotizzato un percorso trattamenta-le che si svilupperà con il passaggio diogni detenuto per i vari padiglioni apartire dalla "Sezione ACCOLGO",dove inizierà l’attività di osservazionepreliminare: sulla base di questo "pri-mo approccio", il soggetto verrà indi-rizzato verso il percorso (reparto o isti-tuto, secondo lo schema previsto dalcircuito regionale) a lui più adatto.

Istituto di pena di GORGONA«La crisi economica minaccia seria-mente la sopravvivenza dell’isola pe-nale e di conseguenza della peculiaritàdell’Istituto». A parlare è EleonoraFranza, responsabile dei contatti tral’UEPE e il penitenziario dell’isola.«Al fine di non perdere una risorsa edun’esperienza come quella della colo-nia agricola è stato elaborato il proget-to "Granducato" con l’obiettivo dimantenere gli attuali livelli occupazio-nali e la valenza di trattamento unicidell’isola. L’obiettivo primario del pro-getto è quindi quello di esternalizzarele attività presenti sull’isola a soggettiprivati, al fine di raggiungere una so-stanziale condizione d’equilibrio tracosti e ricavi, per garantire la sopravvi-venza dell’esperienza penitenziaria ela specificità dell’offerta di trattamen-to. Nel progetto sono coinvolti tutti isoggetti pubblici quali ProvveditoratoRegionale, Amministrazione Peniten-ziaria, Comune di Livorno, Provinciadi Livorno, Ente Parco Nazionale del-l’Arcipelago Toscano e il nostro Uffi-cio».Oltre al progetto "Granducato", sonostati riorganizzati la biblioteca del car-cere e creato il "Progetto Verde" per lasistemazione delle aree verdi dell’iso-la; invece, con il Progetto d’Istituto2012 sono state svolte altre attività rea-lizzate durante l’anno, quali l’attiva-zione di corsi sportivi, di apicoltura, disicurezza sul lavoro, di muratura dellaCassa Edile di Livorno, di Lingua In-glese e molti altri«L’UEPE ha impegnato in Gorgona,due assistenti sociali, che assicuranouna regolare presenza sull’Isola; nel2011 hanno effettuato ben 50 missio-ni, 397 colloqui e 15 incontri per con-fronti d’equipe».

F.F.

Gli Istituti di penadel territoriodiocesano

n Italia al 31.12.2010: 19.000 (15.824 misure alternative + 3.511misure sostitutive o di sicurezza, compresi i lavori di pubblica

utilità); 32.000 misure eseguite nel 2010; In Toscana e a Livorno, dati a fine maggio 2011: quasi duemila(1794) in Toscana - quasi duecento (196) nella provincia di Li-vorno. Aumento del 27% nel solo 2010 per gli affidamenti, del103% per le Detenzione Domiciliare.Revoca delle misure: 6% in Italia - 5,7% in Toscana - 4,5% nellaprovincia.Revoca: quasi assente revoca per commissione di nuovi reati .Minore tendenza alla recidiva tra coloro che hanno scontato unacondanna fuori dal carcere. Recidiva 68% per i detenuti e dal 15al 35%. per le persone in misure alternative.

I

Non scorderò mai le parole di Giovanni Paolo II in visita al Parlamento: egli non propose, come moltipolitici continuano a sostenere strumentalmente,l’amnistia ma, anzi, sottolineò "l’inutilità di provvedimenti di clemenza che "lasciano le cosecome stanno" e sollecitò le istituzioni a predisporre"percorsi di recupero improntati alla responsabilità"

Nella fotoSalvatoreNasca,responsabiledell’UfficioEsecuzioniPenali Esterne(UEPE) diLivorno

PIANETAcarcere

Misure alternative: una soluzione non solo al sovraffollamentodelle carceri

I DATI DEGLI ULTIMI DUE ANNI

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI6 gennaio 2013IV

DOMENICA 6 GENNAIO 9.00 il Vescovo saluta i bambini al re-parto di pediatria dell’Ospedale in oc-casione della festa dell’Epifania10.30 S. Messa dell’Epifania del Signo-re in cattedrale

LUNEDÌ 7 GENNAIO10.00 saluto all’Ammiraglio IlarioneDell’Anna in partenza da Livorno e ac-coglienza del nuovo Ammiraglio dellaCapitaneria di Porto

MARTEDÌ 8 GENNAIONella mattina, udienze clero in vesco-vado21.00 incontro con i responsabili delcentro di pastorale per l’evangelizza-zione

MERCOLEDÌ 9 GENNAIO9.30 Udienze laici11.00 incontro con i responsabili delcentro di pastorale per la formazione21.15 incontro con gli animatori deigruppi giovanili alla chiesa della Se-ton

GIOVEDÌ 10 GENNAIO9.30 alla chiesa di S. Teresa a Rosigna-no Solvay, ritiro del clero14.30 a Roma, il Vescovo partecipa alseminario sulla catechesi

VENERDÌ 11 GENNAIONella mattina, a Roma per il semina-rio sulla catechesi21.15 incontro con le aggregazioni lai-cali in vescovado

DOMENICA 13 GENNAIO9.30 premiazione all’Uisp della gara dipattinaggio

Agenda del VESCOVO

BREVI DALLA DIOCESIIncontro DiaconiGIOVEDÌ 10 GENNAIO ALLE 9.30Alla parrocchia di S. Teresa a RosignanoSolvay, ritiro del clero

USMIDOMENICA 13 GENNAIO ALLE 16.00Presso la casa di cura Villa Tirrena, incon-tro con la dott.ssa Rosanna Virgili su "Leparabole in Luca, aspetti generali e analisi diuna in particolare"

Cooperatori PaoliniMARTEDÌ 15 GENNAIO ALLE 17.00Presso il vescovado,incontro dal titolo " Dire la fede con l’arte".Messa commemorativa per don FrancoPatruno al VI anno dalla sua morte. Pre-sentazione del trattato sull’Estetica di donPatruno.

libri da LEGGEREdi Mo.C.

Argento I. - Il Natale degli angioletti- Ed. Paoli-ne, euro 15,00.

L’autore, fumettista e illustratore ci presentacinque brevi racconti, tutti sul Natale per ibambini della prima infanzia. I protagonistidei racconti sono angioletti curiosi, pasticcio-ni, buffi e coccoloni. Figure positive, in cui ibambini possono facilmente immedesimar-si, anche perché vengono contrapposte agliangeli grandi, dipinti come bravi, maturi e re-sponsabili. In un racconto viene presentataanche la figura di Maria. Positiva l’immaginedi Dio che si delinea: e’un Padre che affidacompiti importanti anche ai piccoli, che nonsi arrabbia se combinano guai, ma dagli erro-ri trae sempre un’onda di bene che ricarica ipiccoli maldestri, perché lui sa trasformare inperfezione anche i nostri sbagli. In questomodo i bambini lettori possono trovare unvalido aiuto per la propria crescita ed autosti-ma.

Dal Libro della GENESI : 1: 1-5In principio Dio creò il cielo e la terra, Laterra era informe e deserta E le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spiri-to di Dio aleggiava sulle acque.Dio disse: Sia la Luce ! E la Luce fu.Dio vide che la Luce era cosa buona e se-parò la Luce dalle tenebre e chiamò laLuce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattino: primo giorno

Gli scout dei Gruppi AGESCI(associazione guide e scout cattoliciitaliani) del Livorno 10° e delGuasticce 1°, insieme al MASCI

(Movimento Adulti Scout CattoliciItaliani) di Livorno hanno accoltopresso la Stazione di Livorno portatain treno, la Luce della Pace diBetlemme; nella Chiesa di Betlemmenella Cappella della Natività, infatti,c’è una lampada ad olio che ardeperennemente da moltissimi secoli,alimentata dall’olio donato da tutte lenazioni cristiane della terra.L’iniziativa nasce dagli scoutAustriaci che ogni anno prima diNatale si recano a Betlemme nellagrotta della natività e accendonoalla luce una lampada ad olio che

porteranno in aereo inAustria.Da qui la luce vienedistribuita in tuttaEuropa ; Ladistribuzione in Italia ècurata dagli scout diTrieste con lacollaborazione delleferrovie dello stato eraggiunge tutte leRegioni Italiane.A Livorno la Luce dellaPace giunge dal 1998 eda allora gli scoutpartecipanoattivamente ogni annoa questa importanteiniziativa.La Luce della Pace è

simbolo di pace e fraternità per chi lariceve . La luce, come la Pace,racchiude in sé valori etici, morali ecivili, condivisi universalmente.Questa iniziativa è stata preceduta dauna preparazione con attività sullaPace e sulla Legalità.Come Cristiani ci sentiamo operatoridi Pace e la lampada in questo terzomillennio ci ricorda come la luce diDio deve rimanere sempre accesa neinostri cuori e guidare le nostre azionie le nostre scelte.

GIOVANNI 1: 4-5;La LUCE splende nelle tenebre e le tene-bre non l’hanno sopraffatta In lui era lavita e la vita era LUCE degli uomini;.Veniva nel mondo la LUCE vera , quellache illumina ogni uomo

La luce di BetlemmeA LIVORNO DAL 1998 GLI SCOUT ACCOLGONO LA LUCE DELLA PACE

Diocesiinforma

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI6 gennaio 2013 V

ALZATI, RIVESTITI DI LUCELa luce del Dio che si manifestaaccende Gerusalemme del suosplendore e vince la tenebra deipopoli. Una doppia sfidaall’incredulità è lanciata dalbrano profetico: vieneannunciato infatti il ritornodegli esuli a Gerusalemme e inaggiunta anche il convergere digenti numerose, che portano leloro ricchezze nella città santa.Colui che vede con lo sguardodella fede, illuminato dalla lucedi Dio, vede più lontano deisuoi contemporanei, al di làdella nebbia del dolore e delfallimento. Abbiamo moltobisogno di un simile sguardo inquesti tempi di crisi.

CREDERE NELL’IMPOSSIBILEIl profeta crede in ciò chesembra impossibile; e la stessafede tenace è condivisa daiMagi, che si lasciano guidare dalsegno che hanno ricevuto, enon si arrestano fino a quandoDio non si fa trovare.Paradossalmente, la mascheradell’incredulità e della sfiducia ècome incollata sul volto del re,dei capi dei sacerdoti, degliscribi: coloro che conoscono laScrittura, non vedono la stelladella presenza di Dio, non simettono alla ricerca delbambino; al contrario, restanosconcertati dai segnali cheindicano il compimento dellepromesse: come se fossero piùattaccati alle loro false sicurezze,che all’attesa della novità cheDio vuole portare. E noi, oggi,siamo dalla parte dei Magi, osiamo simili ai timorosi abitantidi Gerusalemme?

TUTTE LE GENTI SONOCHIAMATEOgni anno ricordiamo che tuttii popoli sono chiamati apartecipare alla stessa eredità delRegno inaugurato da Cristo. Etuttavia di anno in annoregistriamo una crescentedifficoltà a vivere una realeaccoglienza e integrazione. Soloa parole infatti il mondoglobalizzato è accogliente epolicentrico: nei fatti tendeall’appiattimento e allamassificazione. Alla sempre piùampia disponibilità di mezzi dicomunicazione e di trasporto, fada contraltare una sempre piùdiffusa pigrizianell’atteggiamentofondamentale dellacomunicazione, dell’attenzioneall’altro, della coesione. Alla

sempre più ampia disponibilitàdi mezzi tecnici, che potrebberomigliorare le condizioni di vita,fa da contraltare la crescenteconcentrazione dellecompetenze e dei diritti disfruttamento nelle mani dipochi. Alla sempre più ampiacapacità di controllare il mondo

e di creare ricchezza, fa dacontraltare la concentrazionedel potere economico nellemani di pochi. L’unificazioneeconomica non può sostituire lacomunione dei cuori; ed è unpensiero illusorio che la sete diguadagno possa davverounificare le sorti dell’umanità.

LA FORZA DEL DESIDERIOIl bambino attira i Magi con laforza del desiderio; e una voltaraggiunto il suo oggetto, ildesiderio genera adorazione edono. Tutte le genti sonochiamate a riscoprire laprofondità dei loro desideri edelle loro aspirazioni; tutte legenti sono chiamate a riscoprirela bellezza del dono. Lacelebrazione dell’Epifania ciricorda dunque che il desideriodi Dio è nascostamente presentein ogni uomo, in ogni popolo,in ogni cultura, e invita tutti,senza nessuna esclusione, amettersi in viaggio per entrare afar parte del suo regnodisarmato e pacifico, doveognuno può trovare il suo postoe la sua identità.

LA STESSA EREDITÀLa lettera agli Efesini disegnacon tre immagini il destinodell’umanità riunita:“condividere l’eredità, formare

lo stesso corpo, esserepartecipi della stessapromessa”. Si tratta didue immagini bibliche(eredità e promessa)ben familiari a chiconosce l’AnticoTestamento, ed unaimmagine nuova,tipicamente cristiana:quella del corpo diCristo, in cui ognunopuò inserirsi

mantenendo la propria identità,e venendo ricondotto all’unicocapo, che resta al servizio ditutti. Il corpo di Cristo è giàpresente nella storia, non è solouna prospettiva del futuro. Manoi che abbiamo già accolto lachiamata a farne parte, sapremoessere accoglienti con tutticoloro che oggi sono attirati dalPadre?

dal sussidio CEI per l’Avvento

Si prostraronoe lo adorarono

LA RIFLESSIONE SULLE SCRITTURE DELL’EPIFANIA.........

Quando recitiamo il Credo, subito all’iniziodiciamo “creatore di tutte le cose visibili einvisibili” e subito ci poniamo la domanda,perché Dio ci ha creato?La risposta è che Dio ci ha creato perché ciha amato e ci ama, io stesso sono la prova, ilmio essere è in se stesso dono. Il salmo dice: “Quanto sono grandi Signorele tue opere, tutto hai fatto con saggezza, laterra è piena di tutte le creature, cielo e terra,angeli e uomini, esseri viventi e cose”.

Tutto è creazione di Dio , voluta ed attuatacon intelligenza e amore per la realizzazionealla beatitudine di ogni creatura. La fede,non è un abito da indossare in determinateoccasioni ma una luce, una forza, chepermea tutta la vita, trasforma il nostromodo di pensare, di agire, di sentire e diessere. Così vogliamo vivere e dimostrare ilnostro impegno al Signore in questo annodella Fede

mons. Pietro Basci

...creatore di tutte le cose,visibili ed invisibili...Proseguiamo la spiegazione del Credo, attraverso la riflessione offerta da mons. Pietro Basci

Le parole della FEDE

La preghiera in famigliaI magi che provengono dall’Oriente sono i capofila deipopoli che giungono alla fede e che dopo approfonditericerche di vario genere (le Scritture e la stella) si prostranoin adorazione davanti al Bambino. È la natura della fedeche domanda di essere vissuta come culto e adorazioneprima ancora di essere analizzata, divulgata o spiegata.

Per la preghiera prima dei pastiSignore benedici questo cibo, e sia segno di quanto ilnostro cuore trabocca di gratitudine per il tuoAmore,mentre Ti adoriamo nel piccolo bimbo diBetlemme e ti riconosciamo in ogni piccolo cheincontreremo. Solo un cuore liberato può adorarTi. Donacicome genitori di essere epifania delle tue meraviglie per inostri figli. Dona ai nostri figli un cuore adorantedell’unico Salvatore che può dar senso alla vita. Te lochiediamo per Cristo nostro Signore. Amen

NATA

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI6 gennaio 2013VI

A tutto NATALE!

ome consuetudine anche que-st’anno, monsignor Giusti ha con-

celebrato col cappellano frate MicheleSiggillino, la Messa al carcere Le Su-ghere. La crisi economica si fa sentireduramente in questo luogo di soffe-renza e di pena e sia il personale disorveglianza, che i detenuti, vivonocon molte difficoltà e carenze. Monsi-gnor Giusti, durante l’omelia ha ricor-dato come il Natale rappresenti unevento che può donare speranza an-che a coloro che soffrono e che sonoultimi. Dio infatti pur avendo parlatoall’uomo in vari modi e per mezzo deiprofeti e degli angeli, decide di “incar-narsi, di impastarsi con l’umanità, difarsi carne nella carne di Maria”.Avviene dunque che nasce un bambi-no che è il volto di Dio, che ispira te-nerezza e vuole essere abbracciato ecullato teneramente da una donna.San Paolo che aveva ben compresoquesto meraviglioso mistero arriveràa dire: “non son più io che vivo, maCristo vive in me. Per me vivere è Cri-sto e morire un guadagno”. La mortedi cui parla Paolo, non è la morte diPaul Sartre che riteneva l’uomo similead una macchina che va incontro allamorte che è il nulla, l’annientamento,ma è invece la trasformazione in Cri-sto iniziata con l’Eucarestia. Quantopiù mangiamo e beviamo il suo Cor-po e il suo Sangue, tanto più diventia-mo come Lui. Ecco che nella misurain cui il mistero del Natale si incarnain noi, tanto più diventiamo immor-tali, Corpo Mistico e vinciamo lamorte, non solo in futuro ma già nel-l’oggi e sperimentiamo la beatitudine,la contentezza. Anche nelle carceriquesto avviene se si accoglie questoBimbo e si lascia che entri nella vita diciascuno per lasciarsi trasformare esalvare; Dio è l’unico che può parlarcidella salvezza perché è il solo che puòdonarcela.

Mo.C.

C

L’EVENTOCHE RIDONASPERANZA

Rivivere insiemela magia del Natale

er iniziativa delle suore Vincenziane, dellaParrocchia e della Pro-loco di Quercianel-

la, in prossimità del Natale è stato organizza-to il Presepe Vivente. Tutti gli abitanti diQuercianella e gli animali della famiglia Pa-squini, si sono dati appuntamento nellapiazzetta del paese, per poi in processione ri-confluire all’ingresso dell’Istituto delle suorevincenziane alla casa S. Giuseppe per riviverele varie fasi della Natività; questo grazie an-che alla precisa e puntuale regia di suor Giusie suor Raffaella.Monsignor Pietro Basci Parroco di Quercia-nella, ha espresso parole di commozione e digratitudine per il grande impegno dei par-rocchiani con molti bambini e delle suoreche con la preghiera e la meditazione dellaParola di Dio hanno fatto rivivere il misterodel Natale. Infine ha rivolto un messaggio al-le famiglie affinchè come Maria e Giuseppesiano sempre unite e capaci di educare i figli,con quell’amore e quella tenerezza che fa su-perare tutte le difficoltà e hanno in Cristo laguida e la forza per crescere e testimoniare lapropria fede.

Mo.C.

P

Presepe vivente a Quercianella

La Messa del Vescovoin carcere

AUGURI DI NATALEIN VESCOVADO

n Vescovado insieme al Vescovo per il con-sueto scambio di auguri natalizi tra le co-

munità cristiane erano presenti: La pastoraLidia Giorgi della Chiesa Cristiana Evangeli-ca Battista; il pastore Klaus Langeneck e il pa-store Marco Fornerone della Chiesa Evangeli-ca Valdese; Stefano Bottosso, rappresentantedella Chiesa Avventista; un rappresentantedella Chiesa Ortodossa Romena; Lorenza Li-trico della Comunità di S. Egidio; AnnamariaSammartano e Mirella Raugi del SAE di Livor-no; Monica Cuzzocrea e Mauro Pacchiani deiCooperatori Paolini.

I

ella cappellina del Vescovado è stata cele-brata la Messa per i giornalisti cattolici e

gli studenti della Scuola di Formazione Teo-logica diocesana.

N

IL PRANZO DI NATALEA VILLA SERENA

nche quest’anno l’Associazione PAV (Presenza Amica Volontaria),in collaborazione con la Caritas diocesana e il Comune diLivorno, ha organizzato il pranzo natalizio presso la strutturadella Casa di riposo per anziani "Villa Serena" di Montenero,

un’occasione per trascorrere alcune ore insieme, coinvolgendo operatori edutenti del centro di Torretta e non solo, per condividere il pasto e soprattuttoesperienze ed idee per il nuovo anno.Presenti al pranzo Gabriele Cantù, assessore all’integrazione sociale delComune di Livorno, Mauro Matteini, Funzionario Responsabile dell’UfficioDirezione RSA, Paola Carletti, Responsabile dell’Ufficio "Marginalità efamiglia", Giovanni Bencini, dirigente dell’U.O.va Servizi Sociali e donGustavo Riveiro, parroco di S. Lucia ad Antignano. A metà pranzo visita delsindaco Alessandro Cosimi.

F.F.

A

La festa delle feste vicino ai più fragili

a Caritas diocesanadurante il tempodelle feste haintensificato la sua

presenza e il suo impegnoaccanto alle persone indifficoltà.

CON I BAMBINIIl primo grandeappuntamento è statocon le famiglie e i lorobambini con unpomeriggio di festa e diconsegna di doni.Nell’iniziativa, “UNGIOCATTOLO PER UNSORRISO” organizzatodalla parrocchia Sacra difamiglia di Shangayinsieme al Baby Bazar diStagno, alcuni operatori evolontari Caritas si sonovestiti da Babbo Natale edhanno portato in donogiocattoli ai tantibambini delle famiglie chesi rivolgono per diversimotivi al Centro ascoltodiocesano a loro dedicatoogni mercoledì.L’evento, che ha ricevuto ilpatrocinio di Provincia eComune ha visto duemomenti: una prima fasedi raccolta di doni apartire dal 20 novembredurante la quale clienti delnegozio, Caritasparrocchiali e cittadini chenormalmente si rivolgonoal Porto di Fraternitàhanno voluto regalaregiocattoli a favore deibambini meno fortunati.Nel pomeriggio del 20dicembre si è svolta lamanifestazioneconclusiva, presso ilsalone multifunzionalenel quale da qualchetempo si svolgono leattività della parrocchia diShangay. Sono stateinvitate le famiglie seguitedal centro ascoltodiocesano ed alcunesegnalate dalle Caritasparrocchiali ed hannopartecipato circacinquanta bambini. Neigiorni precedenti, alcunevolontarie si sono recatein negozio per incartare iregali e suddividerli inbase all’età e al sesso deibambini, e durante lafesta, animata con musicae giochi, ci hanno aiutatinella distribuzione. E non

è mancata neanche lamerenda! È stata una bellaoccasione per vivere unmomento di festa insiemee riflettere sul senso delNatale.

LA VIGILIAIl giorno 24 dicembre aTorretta si è celebrato efesteggiato il grandeNatale, alla presenza delVescovo con la preghiera elo scambio degli auguri, aseguire abbiamo vissuto lafesta insieme. E’ stato unmomento semplice maanche intenso, neltentativo di creare perquanto è possibile unospazio accogliente e unclima di casa.

GLI «ESERCIZI» DEIGIOVANIDal 27 dicembre al 1gennaio, si sono svolti gliesercizi della carità, alcunigiovani hanno scelto divivere il tempo dellevacanze nel servizio ai piùpoveri presso la caritas.Gli esercizi sono terminatinel passare un capodannoalternativo in Caritasanimando e attendendoinsieme il nuovo anno. Ildesiderio è di essereaccanto a chi vivemomenti difficili ed aprirele porte al nuovo annonella speranza e nellasolidarietà.

R.S.; V.V.

L

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LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI6 gennaio 2013 VII

Presentata agli auguri di Natale L’OPERA SEGNO DELL’ANNO DELLA FEDE

La fede senza le opere è morta

La giornata mondiale deiMigranti e il congressodell’Apostolato del Mare

CONSAPEVOLIDELLE NOSTREDIFFERENZE...

n vista del 13 gennaio prossimo GiornataMondiale dei Migranti pubblichiamo il

documento Finale redatto dai VescoviPromotori, i cappellani di porto e i volontaridell’Apostolato del Mare (A.M.) che in Vaticanosi sono riuniti per il XXIII Congresso Mondiale,novant’anni dopo l’approvazione e la

benedizione delle primeCostituzioni da parte di PapaPio XI. Tema era «La nuovaevangelizzazione nel mondomarittimo (Nuovi mezzi estrumenti per la proclamazionedella Buona Novella)».

Riuniti nel nome di Cristocome famiglia dell’A.M.,consapevoli delle nostredifferenze sociali, culturali enazionali, noi partecipantiabbiamo assistito al più

grande Congresso Mondiale maiorganizzato nella storia dell’A.M., a cuihanno preso parte oltre 400 delegatiprovenienti da 70 Paesi. Questo Congresso si è svolto all’iniziodell’Anno della Fede e dopo la conclusionedel Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione,iniziativa della Chiesa volta a portarenuovamente la Buona Novella a tutti gliesseri umani.Nel corso del Congresso gli oratori e ildibattito in Aula ci hanno incoraggiati atrovare risposte creative ai problemiricorrenti; di profonda ispirazione è statol’incontro con il Santo Padre Benedetto XVI,che ha rinnovato il nostro mandato:“Desidero oggi rinnovare il mandatoecclesiale che, in comunione con le vostreChiese locali di appartenenza, vi pone inprima linea nell’evangelizzazione di tantiuomini e donne di diverse nazionalità chetransitano nei vostri porti. Siate apostolifedeli alla missione di annunciare ilVangelo, manifestate il volto premurosodella Chiesa che accoglie e si fa vicina anchea questa porzione del Popolo di Dio,rispondete senza esitare alla gente di mare,che vi attende a bordo per colmare leprofonde nostalgie dell’anima e sentirsiparte attiva della comunità”. Torniamo ai nostri porti con il cuorericonfermato e dopo aver vissuto con gioiaquesto tempo di comunione fraterna, percontinuare il nostro ministero di servizio.

Invochiamo la grazia di Dio affinché ci aiutia:* essere strumenti della NuovaEvangelizzazione nel mondo marittimoattraverso un cammino di conversionepersonale e di formazione del cuore, guidatidalla Dottrina Sociale della Chiesa conl’impiego di tutti i mezzi e gli strumentidella comunicazione, compresi i socialmedia.* Essere strenui difensori della gente dimare nelle assisi politiche e legislative alivello internazionale e locale, cooperandocon gli interlocutori sociali per garantireuna adeguata applicazione dellaConvenzione sul Lavoro Marittimo (MLC2006) e la ratifica di quella sul Lavoro nelSettore della Pesca ILO 188, senza alcunindugio.* Rafforzare la solidarietà tra l’Apostolatodel Mare delle diverse nazioni,condividendo le risorse, le buone pratiche esviluppando competenze nei diversi settoridell’industria marittima, in particolare inquello della pesca.* Aiutare e sostenere le famiglie dimarittimi e pescatori, specialmente quelleche vivono difficoltà a causa dellacriminalizzazione, dell’abbandono o delsequestro dei loro cari. * Sviluppare corsi di formazione al fine dipreparare cappellani e volontari qualificatiper il ministero e dare ai marittimi lapossibilità di diventare apostolidell’evangelizzazione.* Preparare la celebrazione del centenariodell’Apostolato del Mare nell’ottobre 2020,attraverso un programma di rinnovamentoindividuale e collettivo.* Accrescere la nostra testimonianza diCristo mediante un’efficace collaborazioneecumenica, di fronte alle sfide chedobbiamo affrontare, e promuovere ildialogo nella carità con persone di ogniambiente, cultura e religione.* Sviluppare un ministero di presenza atutti i livelli dell’industria marittima al finedi approfondire la consapevolezzadell’importanza del benessere dei marittimi.Riponiamo la nostra fiducia nella VergineMaria, Stella del Mare, affinché ciaccompagni in questa navigazione.

I

Il centro polifunzionale di via Donnini è una realtà:il progetto che a giorni si appresta ad aprire il cantiere è stato presentato ufficialmentedalla Fondazione Caritas e dalla Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno, impegnate nella ristrutturazione del complesso con la collaborazione dei Lions

DI GIULIA SARTI

obbiamo adoprarciconcretamente anche inquesto che è l’anno dellafede perchè la fede senza

opere è morta". E l’idea su come farlo,Monsignor Giusti già ce l’ha.La presenta insieme a Suor RaffaellaSpiezio, presidente della FondazioneCaritas, durante lo scambio di auguricon le autorità cittadine lo scorso 20dicembre in vescovado: una nuovastruttura in Via Donnini gestita dallaCaritas."Sarà- spiega suor Raffaella - unastruttura polifunzionale. Al pianoterra ospiterà un consultorio familiareper e tra famiglie, di sostegno perpadri e madri soli con figli. Una zonasarà adibita a centro diurno conlaboratori di cucina, arte, musica perri-motivare le persone in difficoltàlavorative che ci affluiranno, e far sìche la scuola di mestieri, alla cuirealizzazione ha collaborato il LionsClub Livorno Host, SVS eMisericordia, col recupero di mestieriche stiamo perdendo comel’elettricista, il riparatore di biciclette,il calzolaio, possa essere l’avvio a unlavoro". Al primo piano sarà inveceadibito un dormitorio per personesenza fissa dimora e padri separaticon figli. Per i tempi di realizzazione,partirà in questi giorni l’apertura delleofferte per le ditte edili, che andràavanti fino alla fine di gennaio perpoter partire con i lavori agli inizi difebbraio e terminare entro l’anno. Iltutto, circa un milione di Euro,cofinanziato al 50% dalla FondazioneCassa di Risparmi di Livorno. Èproprio il Presidente dellaFondazione Cassa di Risparmi, l’ Avv.Luciano Barsotti, che parla di un’altrabella iniziativa che si spera possapartire nel nuovo anno incollaborazione con la Diocesi. Sitratta del "microcredito", prestiti dicentinaia di Euro in favore di famiglieche difficilmente riescono adavvicinarsi al sistema bancariotradizionale e che possano permettereloro di "respirare".L’altra bella notizia è il bilancio delprimo anno di attività della casa diaccoglienza Villa Benedetta sulla viaper il Castellaccio, inaugurata proprioin occasione dello scambio di auguri2011. Oggi in quella casa sono accoltedue ragazze madri con un bambinopiccolo, una donna vittima diviolenza e a breve un’altra mammacol suo bambino, chequotidianamente vengono seguitedalle suore e dai volontari anche nelloro reinserimento lavorativo e nellostudio. Una piccola "tirata d’orecchi" ilVescovo la fa inveceall’amministrazione cittadina:"Bisogna rivedere la spesa sociale perdare più attenzione ai poveri elavorare con coerenza e solidarietà per

fare diventare ricca la nostracittà".Se si ha, continua, si può dividerecon chi ha meno, ma per dividereoccorre fare e creare una culturadel lavoro. "I recenti restauri allachiesa della Madonna, quelli inpartenza a San Ferdinando equelli in programma alla chiesaSanta Maria del Soccorso perridare i colori di inizi ’800,vogliono "fare bella Livornoperchè serve anche una rinascitaculturale che metta al centrol’uomo e non l’impresa".Dopo la fine della campagnaelettorale, il suo intento è diorganizzare una serie di incontrisu "La Livorno chevogliamo"."Serve un progetto peri prossimi cinque anni-afferma-perchè una cosa è certa: così nonsi va avanti".Prima dei saluti, il vescovoSimone conferma che entro laprimavera la Madonna dei Popoli,arrivata alla fase finale con i suoicirca 8 metri di altezza, saràposizionata alla banchina 76 eparla di un nuovo accordo conuna banca toscana per ampliaregli spazi dell’OAMI (OperaAssistenza Malati Impediti) diBorgo San Iacopo in una strutturadi via La Pira dove sarà possibileanche l’ippoterapia.L’augurio finale è che i saluti diNatale 2013 possano essere fattiin Via Donnini, nella ormaiconclusa nuova struttura.

Nelle foto: in alto il centro come sarà una voltaristrutturato (la sala di aggregazione); i progetti deidue piani dove ci sarà anche la casa dei mestieri e ildisegno della facciata

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LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI6 gennaio 2013VIII