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LA STORIA NATURALE NELL’OPERA DI SENECA E PLINIO IL VECCHIO

LA STORIA NATURALE NELLOPERA DI SENECA E PLINIO IL VECCHIO

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LA STORIA NATURALE NELL’OPERA DI SENECA E PLINIO IL VECCHIO

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Lucio Anneo Seneca (4 d.C. – 65 d.C.)

Nativo di Cordova (Spagna), venne presto a Roma, dove fu educato alla retorica ed alla filosofia, per iniziare la carriera

forense sotto il principato di Tiberio (31 d.C.).

Esiliato in Corsica dall’ imperatore Claudio, fu richiamato a Roma da Agrippina, madre dell’ erede al trono Nerone (49

d.C.).

Durante il primo quinquennio dell’ impero di quest’ ultimo, fu il principale consigliere del principe, insieme al Prefetto del

Pretorio, Afranio Burro. Dopo la morte di questi, la sua influenza andò progressivamente calando, finché non decise

di ritirarsi a vita privata.

Coinvolto nella congiura dei Pisoni, fu costretto da Nerone al suicidio (65 d.C.)

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Naturales Quaestiones

Dedicati a Lucilio e successivi al ritiro della vita pubblica, i Naturalium quaestionum libri VII sono l’unica opera Seneca di

carattere scientifico rimastaci.

Vi sono trattati vari fenomeni naturali, atmosferici e celesti (dai temporali alle comete).

L’ opera, frutto di un vasto lavoro di compilazione, deriva da varie fonti, in maggioranza stoiche: tra queste Posidonio di Apamea e

Teofrasto.

L’ indagine scientifica si unisce alla ricerca morale.

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Prefazione

Predominanza dello studio della natura e di Dio rispetto a quello dell’ uomo, in quanto scienza che innalza l’anima al di

sopra delle cose umane.

Dio stesso, “ la totalità di ciò che vedi e di ciò che non vedi”, rende consapevoli della limitatezza di tutte le cose a Lui

paragonate.

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Libro I

Trattazione fenomeni celesti non periodici ed innocui:

• Arcobaleno (teoria speculare)

•Verghe (arcobaleni imperfetti)

•Aloni

•Pareli

•Eclissi

•Meteore ignee

•Altri

Trattazione fenomeni celesti non periodici ed innocui:

• Arcobaleno (teoria speculare)

•Verghe (arcobaleni imperfetti)

•Aloni

•Pareli

•Eclissi

•Meteore ignee

•Altri

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Libro II

Dissertazione sui fenomeni derivanti dall’aria:•Lampi, fulmini e tuoni

(Teorie a confronto)

La valenza profetica dei fulmini (confronto tra Romani ed Etruschi)

Paragone tra la paura dei fulmini e quella della morte

Dissertazione sui fenomeni derivanti dall’aria:•Lampi, fulmini e tuoni

(Teorie a confronto)

La valenza profetica dei fulmini (confronto tra Romani ed Etruschi)

Paragone tra la paura dei fulmini e quella della morte

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Libro III

•Descrizione e caratteristiche delle acque

•Origine

•Distribuzione

•Mutamento

•Analogia fra terra e corpo umano

•Teoria sul diluvio

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Libro IV

Si divide in due parti:

•IV A, si occupa delle sorgenti del fiume Nilo e della sua piena annuale

•IV B, tratta della grandine e delle nubi (de nubibus et grandine); delle cause della formazione della neve nella parte bassa dell’ atmosfera

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Libro V

Origine dei venti

(esame e confutazione di teorie proposte da altri filosofi) Elencazione dei vari venti e delle loro principali caratteristiche

(brezza antelucana, venti etesii, turbini ecc.) Digressione sui venti sotterranei

I venti sono dono della Provvidenza divina, che con essi rende l’aria respirabile e causa le varie precipitazioni.

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Libro VI

Il terremoto: fenomeno terribile e imprevedibile, ma naturale

(invettiva contro la paura -ingiustificata- di esso) Analisi delle teorie sull’origine dei sismi

(di Talete, Anassagora, Anassimene...)

Non bisogna temere i terremoti, perché tutti dovremo morire, in un modo o nell’altro: se non sarà per una scossa sismica, sarà per

qualcos’altro.

Il terremoto: fenomeno terribile e imprevedibile, ma naturale

(invettiva contro la paura -ingiustificata- di esso) Analisi delle teorie sull’origine dei sismi

(di Talete, Anassagora, Anassimene...)

Non bisogna temere i terremoti, perché tutti dovremo morire, in un modo o nell’altro: se non sarà per una scossa sismica, sarà per

qualcos’altro.

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Libro VII

Caratteristiche delle comete (richiamo al secondo libro) Rientro di esse nella categoria dei pianeti

Esame del dibattito tra eliocentristi e geocentristi

Caratteristiche delle comete (richiamo al secondo libro) Rientro di esse nella categoria dei pianeti

Esame del dibattito tra eliocentristi e geocentristi

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Plinio il Vecchio (23 d.C. – 79 d.C.)

Gaio Plinio Secondo nasce a Como; ancora giovane, segue il generale Gneo Domizio Corbulone nelle sue spedizioni in

Germania.

Ostile a Nerone, si astiene da cariche pubbliche e impegni politici durante il suo principato.

Con l’ascesa di Vespasiano inizia invece un’intensa carriera come procuratore imperiale, con numerosi incarichi di rilievo.

Nominato Prefetto della flotta imperiale di stanza in Campania trova la morte il 24 Agosto del 79 d.C. travolto dall’ eruzione del

Vesuvio.

Il nipote, Plinio il Giovane, ci ha lasciato un suo intenso ritratto, che lo descrive come un uomo studiosissimo e dai vasti interessi.

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Naturalis Historia

È l’opera principale di Plinio e tratta di tutto lo scibile della sua epoca: trae spunto dalla letteratura enciclopedica greca e da quella manualistica e paradossografica latina, pur superandole entrambe per dimensioni e ambizioni.

Per scriverla, l’autore ha consultato più di 2000 volumi di almeno cento autori diversi e si è lasciato guidare, nella sua compilazione, da un “accomodante eclettismo” filosofico, anche se con una predominante caratterizzazione stoica.

Lo stile dell’opera è frammentario e affastellato: il genere enciclopedico, infatti, non prevede la grande elaborazione stilistica prevista dagli altri generi letterari.

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Plinio Enciclopedista

Durante il medioevo, Plinio il Vecchio fu ritenuto un’autorità in ogni campo del sapere; questa fama di infallibilità

cominciò a cadere dopo la rivoluzione scientifica: da allora, l’interesse per quest’opera si è fatto prettamente storico. È

stata sollevata dunque la questione del metodo usato dall’autore nella redazione dell’opera.

Nella Praefatio, Plinio si rifiuta di assumere i panni dello scienziato (“descrivere i fenomeni naturali, non indagarne le

cause”) e questo per due motivi principali:

1. La sua concezione stoica del saggio;

2. La sua visione del ruolo della Natura e dell’Uomo nelle scoperte scientifiche;

Durante il medioevo, Plinio il Vecchio fu ritenuto un’autorità in ogni campo del sapere; questa fama di infallibilità

cominciò a cadere dopo la rivoluzione scientifica: da allora, l’interesse per quest’opera si è fatto prettamente storico. È

stata sollevata dunque la questione del metodo usato dall’autore nella redazione dell’opera.

Nella Praefatio, Plinio si rifiuta di assumere i panni dello scienziato (“descrivere i fenomeni naturali, non indagarne le

cause”) e questo per due motivi principali:

1. La sua concezione stoica del saggio;

2. La sua visione del ruolo della Natura e dell’Uomo nelle scoperte scientifiche;

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Lo zoo incantato

Descrizione animali fantastici o verosimili che provengono da miti e fonti scientifiche del tempo:

Pegaso, cavallo alato Manticora Basilisco

Delfini (di cui coglie l’aspetto filantropico) Drago

Descrizione animali fantastici o verosimili che provengono da miti e fonti scientifiche del tempo:

Pegaso, cavallo alato Manticora Basilisco

Delfini (di cui coglie l’aspetto filantropico) Drago

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La natura nel piatto

Ricostruzione della storia degli usi alimentari della nostra civiltà:

Cereali Fichi

Melagrane Chiocciole

Ostriche Pesci pregiati

Galli Oche

Uova Pavone

Formaggio Vino

Ricostruzione della storia degli usi alimentari della nostra civiltà:

Cereali Fichi

Melagrane Chiocciole

Ostriche Pesci pregiati

Galli Oche

Uova Pavone

Formaggio Vino

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Le piante medicinali

Trattazione delle pratiche mediche dell’antichità con riferimenti alla medicina popolare e Etnomedicina:

•Basilico •Cotone•Verbena•Elenio•Inula

•Basilico •Cotone•Verbena•Elenio•Inula

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Attualità erboristica

Descrizione delle proprietà di piante, foglie, fiori e radici.

Proposte di rimedi terapeutici

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Plinio il Giovane e l’eruzione del Vesuvio

Nelle due epistole indirizzate allo storico Tacito, Plinio il Giovane descrive l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che ricoprì Pompei, Ercolano e Stabia, nella quale Plinio il Vecchio trovò la morte.

Gli scienziati moderni hanno rivalutato queste lettere, in passato ritenute troppo fantasiose per essere credibili, inserendo il loro autore tra i precursori della moderna geologia.

La precisione con cui le varie fasi del terribile evento sono descritte è talmente elevata, da far definire “pliniana” la tipologia di eruzione che causò la distruzione di Pompei ed Ercolano.

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Conclusioni sul metodo scientifico

Seneca: prevalente ricorso all’autorità piuttosto che all’osservazione diretta

Plinio il Vecchio: ricorso alla vis vitalis

Scienza moderna: indaga il “come” dei fenomeni ponendo l’esigenza di positività (attenersi ai fatti).

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Fine

Candeloro G, Focanti L, Intravaia Z, Lenardon C, Lofiego L, Triccoli F