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STORIA DI COPERTINA 4 Si tratta di un progetto unico in Trentino che ha raccolto anche il plauso da parte delle Nazioni Unite // Di Nicola Baldo Ammettiamolo dai, praticamente ogni ragazzo e ragazza con la pro- pria nonna ha un rapporto specia- le. Fatto di tante piccole cose, dai “hai mangiato?” fino al gelato com- prato quando sei piccolo e ti sbuc- ci le ginocchia giocando al parco. Poi crescendo i rapporti fra i gio- vani e gli anziani possono essere molto vari, possono presentare una gamma di situazioni diverse. A Trento c’è chi, da un anno giusto giusto, ha preso un gruppo di sei studenti universitari e li ha messi a vivere al piano di sopra a cinque signore ultra novantenni tutte au- tosufficienti, facendo quella cosa che risolverebbe tanti problemi in tanti campi diversi: avvicinando le distanze. L’esperimento di cohou- sing per dirla all’inglese, di coabi- tazione nella lingua di Dante, porta in calce la firma della Cooperativa Sad che dal mese di febbraio 2014 ha dato il via ad un progetto uni- co in Trentino. E non solo, visto che la “Casa della Vela” nei giorni scorsi è stata inserita fra le undici buone pratiche a livello europeo nel settore delle politiche sociali dall’Unece, la Commissione eco- nomica per l’Europa delle Nazioni Unite. E noi nella Casa della Vela ci siamo entrati, per farci raccon- tare dai diretti interessati com’è questa convivenza, per andare a curiosare nelle piccole, grandi, sto- rie di vita di persone sconosciute che in breve tempo si ritrovano a vivere sotto lo stesso tetto. Marta e Isabella sono le nostre Cicero- ne mentre varchiamo la soglia di questa casetta a tre piani all’om- L’ESPERIENZA bra del Doss Trento, ad un tiro di passeggiata dalla piazza del quartiere, con una bella terrazza per quando l’estate c’è. Insieme a salottino, spazio tv ed un picco- lo orto, luoghi insomma dove in- contrarsi e fare conversazione. Il benvenuto ce lo dà Silvana, con la Esattamente da un anno cinque signore ultra novantenni convivono nella “Casa della Vela” con sei studenti univer- sitari: un modo per avvicinare anziani e giovani in un pro- getto che permetta di arricchire entrambi attraverso uno scambio continuo di pensieri ed esperienze. Festa di compleanno nella casa della Vela fra le anziane signore e le studentesse PER ACCUDIRE L’ANZIANO IN CASA A Trento ci sono tante persone, tanti familiari, che se- guono a domicilio il proprio parente an- ziano. E non è faci- le avere tutte quelle competenze neces- sarie per risponde- re ad ogni esigenza della persona. Per cercare di venire incontro a questi familiari il Polo Sociale Argentario– Povo–Villazzano insieme a tre coo- perative (Fai, Sad e Gruppo Spes) organizza a partire dall’11 marzo, ore 16.30 al centro polifunzionale di Povo, una serie di serate infor- mative e formative per chi si pren- de cura di una persona anziana a domicilio.“Aiutiamo chi aiuta” è il titolo dell’iniziativa, ad ingres- so gratuito, che metterà al centro degli incontri lo stress, le emo- zioni e tutto quello che concerne questo impegno verso gli anziani. In programma anche un momen- to di ascolto di una esperienza di “biodanza”. In programma ci sono due appuntamenti al mese fino a maggio. Un corso per accudire gli anziani in casa La convivenza oltre le generazioni foto: progetto900.it

Laconvivenza oltrelegenerazioni - GPI02+27_QUITN... · 2019. 4. 8. · inpiazza,nascespontaneofrai ragazziequestesignore.Ragazzi chesisonomessiadisposizione perstabilireuncontattochean-dasseoltrealledifferenzed’etàe

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Page 1: Laconvivenza oltrelegenerazioni - GPI02+27_QUITN... · 2019. 4. 8. · inpiazza,nascespontaneofrai ragazziequestesignore.Ragazzi chesisonomessiadisposizione perstabilireuncontattochean-dasseoltrealledifferenzed’etàe

STORIA DI COPERTINA4

Si tratta di unprogetto unicoin Trentino che

ha raccoltoanche il plauso

da partedelle Nazioni

Unite

// Di Nicola Baldo

Ammettiamolo dai, praticamenteogni ragazzo e ragazza con la pro-pria nonna ha un rapporto specia-le. Fatto di tante piccole cose, dai“haimangiato?” fino al gelato com-prato quando sei piccolo e ti sbuc-ci le ginocchia giocando al parco.Poi crescendo i rapporti fra i gio-

vani e gli anziani possono esseremolto vari, possono presentareuna gamma di situazioni diverse.A Trento c’è chi, da un anno giustogiusto, ha preso un gruppo di seistudenti universitari e li ha messia vivere al piano di sopra a cinquesignore ultra novantenni tutte au-tosufficienti, facendo quella cosache risolverebbe tanti problemi intanti campi diversi: avvicinando ledistanze. L’esperimento di cohou-sing per dirla all’inglese, di coabi-tazione nella lingua di Dante, portain calce la firma della CooperativaSad che dal mese di febbraio 2014ha dato il via ad un progetto uni-co in Trentino. E non solo, vistoche la “Casa della Vela” nei giorniscorsi è stata inserita fra le undicibuone pratiche a livello europeonel settore delle politiche socialidall’Unece, la Commissione eco-nomica per l’Europa delle NazioniUnite. E noi nella Casa della Velaci siamo entrati, per farci raccon-tare dai diretti interessati com’è

questa convivenza, per andare acuriosare nelle piccole, grandi, sto-rie di vita di persone sconosciuteche in breve tempo si ritrovano avivere sotto lo stesso tetto. Martae Isabella sono le nostre Cicero-ne mentre varchiamo la soglia diquesta casetta a tre piani all’om-

L’ESPERIENZA

bra del Doss Trento, ad un tirodi passeggiata dalla piazza delquartiere, con una bella terrazzaper quando l’estate c’è. Insieme asalottino, spazio tv ed un picco-lo orto, luoghi insomma dove in-contrarsi e fare conversazione. Ilbenvenuto ce lo dà Silvana, con la

Esattamente da un anno cinque signore ultra novantenniconvivono nella “Casa della Vela” con sei studenti univer-sitari: un modo per avvicinare anziani e giovani in un pro-getto che permetta di arricchire entrambi attraverso unoscambio continuo di pensieri ed esperienze.

Festa di compleanno nella casa della Vela fra le anziane signore e le studentesse

PER ACCUDIRE L’ANZIANO IN CASA

A Trento ci sonotante persone, tantifamiliari, che se-guono a domicilio ilproprio parente an-ziano. E non è faci-le avere tutte quellecompetenze neces-sarie per risponde-re ad ogni esigenzadella persona. Percercare di venire incontro a questifamiliari il Polo Sociale Argentario–Povo–Villazzano insieme a tre coo-perative (Fai, Sad e Gruppo Spes)organizza a partire dall’11 marzo,ore 16.30 al centro polifunzionaledi Povo, una serie di serate infor-mative e formative per chi si pren-de cura di una persona anziana adomicilio. “Aiutiamo chi aiuta” è

il titolo dell’iniziativa, ad ingres-so gratuito, che metterà al centrodegli incontri lo stress, le emo-zioni e tutto quello che concernequesto impegno verso gli anziani.In programma anche un momen-to di ascolto di una esperienza di“biodanza”. In programma ci sonodue appuntamenti al mese fino amaggio.

Un corso per accudire gli anziani in casa

La convivenzaoltre le generazioni

foto:progetto900.it

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STORIA DI COPERTINA 5

radio che spara ad alti decibel lecanzoni dei partigiani. “Oh guar-di, di musica qui ne ho quanta nevuole – ci racconta accogliendo-ci nella sua stanza, che ha volutoarredare lei personalmente –. Vo-levo con me qui quello specchioe le fotografie dei miei parenti, leiè mia nipote Irene. Viene spessoa farmi visita, resta qui e giocaun po’ con tutte noi”. All’appellomanca solo la gatta Muffy quindi.“Si è infilata sotto le coperte – cidice – fa sempre così quando vie-ne qualcuno in casa”. Dopo averringraziato Silvana saliamo al pia-no di sopra, è ancora pieno gior-no per cui i sei studenti (Valeria,Clara, Marco, Cosimo, Vittoria eDaniele) ancora non hanno fattoritorno dalle rispettive Facoltà.Ma l’occasione è propizia per fare

quattro chiacchiere con le altreanziane signore che abitano nellaCasa, sedendoci tutti insieme nelconfessionale. Pardon, nella sa-letta della televisione... “Io sonol’ultima ad essere arrivata qui –racconta Olga – lo scorso mesedi agosto. Io sono di Merano, lì hotutti i miei ricordi, ma ho deciso divivere questa esperienza per resta-re anche più vicina amio figlio, chevive qui a Trento. All’inizio forse sifa un po’ di fatica ad ambientarsi,ma una volta conosciute tutte lepersonemi sono fatta delle nuoveamiche”. Il bello di una casa così èche praticamente ogni giorno an-che solo un saluto, un “com’è an-data oggi?”, una passeggiata finoin piazza, nasce spontaneo fra iragazzi e queste signore. Ragazziche si sono messi a disposizioneper stabilire un contatto che an-dasse oltre alle differenze d’età e

di generazione, grazie anche aduna serie di attività che si fannoinsieme. Dalla recente festa dicarnevale a quelle di compleanno,tanto per fare qualche esempio.“Durante il giorno – aggiunge Irma– ci passano a trovare e noi fac-ciamo un po’ di lavoretti, lo vedequello spaventapasseri appeso almuro? L’abbiamo fatto noi pochigiorni fa. Sono rimasta orfana a 7anni e sono cresciuta in collegio,poi ho iniziato a fare l’infermierae quandomiomarito è scomparsoprematuramente sono rimasta conquattro figli da crescere. Facevole notti al lavoro e di giornomi oc-cupavo di loro, ora sono grandi eio qui mi trovo bene”. All’appellomanca solo la quinta signora, Lu-igina. “Qui sono felice e contenta– sostiene Luigia, 95 anni – sonouna persona che ama la calma e ilsilenzio, cose che qui si trovano.Nella mia vita ho avuto la fortuna

di girare molto, durante la guerraero a Pergine Valsugana e poi sonostata per tanti anni in Svizzera edin Maremma. Ho sempre lavora-to con i bambini, facendo la pue-ricultrice”. L’obiettivo di questoprogetto mette la persona al cen-tro di tutto, perché alla base c’è laconcezione che un continuo incon-tro e confronto con i giovani maanche con l’intera comunità dellaVela grazie ad alcuni eventi parti-colari aperti a tutti e con i volon-tari possa allungare il tempo dellaloro indipendenza e allontanare laprospettiva del ricovero. “I ragaz-zi che sono qui – spiegano Isabel-la e Marta della Cooperativa Sad– sono studenti interessati anchea prendere parte ad un progettocome questo, a costruire dei rap-porti che sono fondamentali perqueste persone per combattere lasolitudine. Casi di persone anzianelasciate sole purtroppo ce ne sono

Piccoli scorcidi vita e storie

diverse chesi incontrano,

un edificioper combattere

solitudineed abbandono

tanti, un’esperienza così permet-te a queste signore di non esseremai da sole ed a questo gruppo diragazzi di poter stabilire relazioniimportanti”. Un laboratorio che èanche un’esperienza di vita e vi-ceversa, contro quel demone chesi chiama “star soli” che se pesaquando si è giovani allora quandoi capelli sono grigi diventa insop-portabile. Tanto che ora proprioalla Casa della Vela, grazie ad unaccordo con il Gruppo Gpi, neiprossimi mesi saranno sperimen-tate delle nuove apparecchiatureper la sicurezza e la salute deglianziani con sensori anti caduta.Camminando in questa struttura èdura trovare delle pareti spoglie.Vuoi qualche lavoretto, qualchequadretto, appeso almuro c’è sem-pre, ma quelle che campeggianosopra a tutti sono le fotografie.Momenti di vita insieme, foto digruppo da tenere lì, sotto gli oc-chi, perché ricordare i momentifelici fa sempre bene.Ed anche i momenti in cui si sor-ride e si sta in compagnia, in que-sto in fondo anziani e ragazzi sonomolto simili. Cambia solamente illuogo dove finiscono queste foto-grafie, sui muri di casa da una par-te e su Facebook dall’altra.Ci congediamo e salutiamo, ringra-ziando per l’ospitalità e le chiac-chierate fatte, lasciando le signo-re alle loro attività mentre Paolae Iole, le due assistenti familiariche operano tutto il giorno nellaCasa della Vela, stanno finendodi cucinare uno Smacafam che,dal profumino, fa venire parec-chio appetito.

Irma, Olga e Luigia nella stanza della televisione

Si cucina

daniela
Evidenziato