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Quanto vale l’innova- zione oggi? La ricerca è indispensabile in qualsiasi azienda e in particolare nel modo vitivi- nicolo, perché è un mondo molto dinamico e capace di rinnovarsi, alimentarsi, se- guire nuove tecnologie, non solo in cantina, ma anche in campagna. Da tanti anni abbiamo intra- preso diversi processi inno- vativi che stanno dando oimi risultati, soprauo i nostri esperimenti che hanno riguardato il processo di fermenta- zione ed estrazione del co- lore dalle bucce, ma anche la ricerca del barrique più adao ai nostri vigneti e alle nostre uve. . Segue a pagina 3 Il successo dipende dalla voglia di riuscire” Grande è la confusione soo il cielo, dunque tuo è stupendo”, diceva Mao Tze Tung e pare avesse ragione se, considerati i nostri tempi, in uno scenario di crisi globale come quella di que- sti anni si possa interceare una grande stagione di opportunità. Lo testimoniano le esperienze raccolte dal sito wwworkers, come quella di Patrizia Santan- brogio che da affermata mana- ger presso la borsa di Milano, diventa imprenditrice nel campo della Nail Art style (tecnica della ricostruzione delle unghie), fon- dando l’Accademia itinerante Exclusive Nails che, araverso internet, propone corsi e servizi di seore; oppure quella del fan- tasioso Franco Zullo che lascia l’impiego nell’area di marketing e vendite in una nota azienda di telefonia mobile per aprire “La- vonline”, una lavanderia Service a domicilio, le cui prenotazioni e pagamenti avvengono su inter- net “… con un clic” ; Segue a pagina 3 www.sansalvoinpiazza.it www.abruzzoinpiazza.it Imprenditrice Marina Cvec Azienda Agricola Masciarelli Periodico bimestrale gratuito [email protected] Numero 5, Anno II - Maggio/Giugno 2011 - tratura 3000 LA POPOLAZIONE STRANIERA DEL VASTESE A nche il Vastese è interes- sato in maniera sempre più significativa dalle proble- matiche dell’integrazione e dell’interculturalità, che pone riflessioni sull’inserimento lavorativo e sociale, sulla lin- gua, sulla scuola, sulla cul- tura, sulle tradizioni, sulle religioni, ecc. Segue a pagina 2 all’interno a I giovani possono essere artefici del loro futuro? ... a pagina 4 a Incentivi la culturala a pagina 4 a Carabinieri AT-Tenti! a pagina 5 a Ai volontari a pagina 6 a La Costituzione a pagina 7 Incontriamo... l’imprenditrice Marina Cvetic “Se si considerasse la diversità come una risorsa, questa po- trebbe generare vantaggi econo- mici, politici e culturali...” N uovi lavori, imprendi- torialità e valorizza- zione dei talenti, ma anche qualità della vita e nuove tecnologie, in un territorio unico e non replicabile. Ve- diamoli con la testimo- nianza di un’imprenditrice di successo: Marina Cvetic Non esiste alcun luogo lontano, tutti i posti sono sulla strada di casa La pista ciclabile che collega le marine di Vasto e San Salvo è ormai una realtà, in un percorso che, senza soluzione di continuità, si sviluppa su un tracciato in sede propria per ben 7 km. Un nastro stradale che, inte- ramente riservato ai ciclisti, si snoda araverso elementi ambientali di alto valore naturalistico: l’ambito costiero, il sistema dunale, la pineta sul regio trauro. Una porzione di territorio “restituita” ad una frui- zione pubblica eco-compatibile, un’occasione per rifleere sul sistema della mobilità lenta e sulla sua capacità di valorizzare e proporre il no- stro paesaggio in termini fortemente evocativi di un’ormai desueto rap- portouomo-ambiente-territorio. Segue a pagina 5 Piazza Cristoforo Colombo Numero 5:inPiazza 25/06/2011 10.49 Pagina 1

InPiazza n°5

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http://www.sansalvoinpiazza.it Nella sesta uscita del periodico InPiazza incontriamo Marina Cvetic con la quale parliamo dell'importanza dell'innovazione

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Page 1: InPiazza n°5

Quanto vale l’innova-

zione oggi?

La ricerca è indispensabilein qualsiasi azienda e inparticolare nel modo vitivi-nicolo, perché è un mondomolto dinamico e capace dirinnovarsi, alimentarsi, se-

guire nuove tecnologie,non solo in cantina, maanche in campagna. Datanti anni abbiamo intra-preso diversi processi inno-vativi che stanno dandoottimi risultati, soprattutto

i nostri esperimentiche hanno riguardato

il processo di fermenta-zione ed estrazione del co-lore dalle bucce, ma anchela ricerca del barrique piùadatto ai nostri vigneti ealle nostre uve.. Segue a pagina 3

“Il successo dipendedalla voglia di riuscire”Grande è la confusione sotto ilcielo, dunque tutto è stupendo”,diceva Mao Tze Tung e pareavesse ragione se, considerati inostri tempi, in uno scenario dicrisi globale come quella di que-sti anni si possa intercettare unagrande stagione di opportunità.Lo testimoniano le esperienzeraccolte dal sito wwworkers,come quella di Patrizia Santan-

brogio che da affermata mana-ger presso la borsa di Milano,diventa imprenditrice nel campodella Nail Art style (tecnica dellaricostruzione delle unghie), fon-dando l’Accademia itineranteExclusive Nails che, attraversointernet, propone corsi e servizidi settore; oppure quella del fan-tasioso Franco Zullo che lascial’impiego nell’area di marketinge vendite in una nota azienda ditelefonia mobile per aprire “La-vonline”, una lavanderia Servicea domicilio, le cui prenotazioni epagamenti avvengono su inter-net “… con un clic”; Segue a pagina 3

www.sansalvoinpiazza.it www.abruzzoinpiazza.it

Imprenditrice Marina CveticAzienda Agricola Masciarelli

Periodico bimestrale gratuito [email protected] Numero 5, Anno II - Maggio/Giugno 2011 - tiratura 3000

LA POPOLAZIONE STRANIERA DEL VASTESE

Anche il Vastese è interes-sato in maniera sempre

più significativa dalle proble-matiche dell’integrazione edell’interculturalità, che poneriflessioni sull’inserimentolavorativo e sociale, sulla lin-gua, sulla scuola, sulla cul-tura, sulle tradizioni, sullereligioni, ecc. Segue a pagina 2

all’internoa I giovani possono essere artefici

del loro futuro? ... a pagina 4

a Incentivi la culturala a pagina 4

a Carabinieri AT-Tenti! a pagina 5

a Ai volontari a pagina 6

a La Costituzione a pagina 7

Incontriamo... l’imprenditrice Marina Cvetic

“Se si considerasse la diversitàcome una risorsa, questa po-trebbe generare vantaggi econo-mici, politici e culturali...”

Nuovi lavori, imprendi-

torialità e valorizza-

zione dei talenti, ma anche

qualità della vita e nuove

tecnologie, in un territorio

unico e non replicabile. Ve-

diamoli con la testimo-

nianza di un’imprenditrice

di successo: Marina Cvetic

Non esiste alcun luogo lontano, tutti iposti sono sulla strada di casa

La pista ciclabile che collega le marine di Vasto e San Salvo è ormai unarealtà, in un percorso che, senza soluzione di continuità, si sviluppa suun tracciato in sede propria per ben 7 km. Un nastro stradale che, inte-ramente riservato ai ciclisti, si snoda attraverso elementi ambientali dialto valore naturalistico: l’ambito costiero, il sistema dunale, la pinetasul regio tratturo. Una porzione di territorio “restituita” ad una frui-zione pubblica eco-compatibile, un’occasione per riflettere sul sistemadella mobilità lenta e sulla sua capacità di valorizzare e proporre il no-stro paesaggio in termini fortemente evocativi di un’ormai desueto rap-portouomo-ambiente-territorio. Segue a pagina 5

Piazza Cristoforo Colombo

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Page 2: InPiazza n°5

segue dalla prima

Ogni comunità però ha la forzadi far diventare la diversità etnicaun bene o un male a seconda dicome la percepisce e l’af-fronta. Nel Vastese, il numero distranieri residenti al 31 dicembre2010 era di 4.598 pari al 4,59%della popolazione residente. IComuni che accolgono più stra-nieri sono Vasto, con una popo-lazione di 1.988 stranieri e SanSalvo, con 1.237 stranieri; in-sieme rappresentano il 70% dellapopolazione straniera del Va-stese e se si sommano anche i re-sidenti di Cupello e Casalbordinola percentuale sale all’80%. In ter-mini percentuali il fenomeno è inlinea con il dato della provinciadi Chieti (4,6% della popola-zione), ma inferiore al dato regio-nale (5,65% della popolazione) eancora di più al dato nazionale(7,2% della popolazione). Da unconfronto storico ci accorgiamoche i residenti al 31 dicembre2005 erano 1.785, vale a direquasi 3.000 stranieri in meno ri-spetto al 2010. Dal 2005 al 2010 lapopolazione straniera nel Va-stese è cresciuta del 61%, ten-denza riscontrabile comunqueanche su base provinciale, regio-nale e nazionale. Questi dati con-fermano che siamo di fronte ad

un fenomeno sociale inelimina-bile è strutturale, che richiede so-luzioni pratiche e fuori dailuoghi comuni e per cui saràsempre più importante ragio-nare in termini di interculturalitàe integrazione sociale. Pensareche gli stranieri alimentino la no-stra disoccupazione è un luogocomune perché, come ha soste-nuto il prof. Ricolfi su LaStampa: "Il nostro sistema eco-nomico riesce a creare quasiesclusivamente posti di lavoropoco appetibili, che gli italiani ri-fiutano e gli stranieri accettano".Se si considerasse la diversitàcome una risorsa, questa po-trebbe generare vantaggi econo-mici, politici e culturali, riducendo leminacce e aumentando il poten-ziale presente in ciascuna diver-sità. Per fare questo occorremobilitare politici, società civile eimprese verso un modello di in-tegrazione basato sull’interazioneinterculturale e sulla fiducia interet-nica. Non è un caso che in molteaziende, dove vi è la consapevo-lezza del valore strategico dellediversità espresse dalle persone,sono attivati percorsi di diversitymanagement. Una scelta etica-mente corretta edeconomicamentevan-taggiosa per lo sviluppo delproprio business

Massimiliano Gabriele

segue dalla primaSi tratta della possibilità di riappro-

priarsi di una dimensione spazio-tem-

porale antica, considerata conflittuale

con gli odierni sistemi di tra-

sporto e di comunicazione

sempre più globali, massifi-

cati, standardizzati: il rilancio

della cultura “slow”, del recu-

pero di momenti vissuti nella

tradizione del luogo, di una

dimensione domestica del

rapporto interpersonale. La

bicicletta come trait d’union

tra la nostra quotidianità per-

vasa dai suoi ritmi, le sue ansie, le sue

contraddizioni, e la riconquista del ter-

ritorio con i suoi tempi. In bici il tempo

e lo spazio si dilatano, ci avvolgono, ci

permeano; le percezioni sensoriali si

amplificano: suoni, odori, immagini,

un nuovo mondo si offre al viaggia-

tore e alla sua curiosità. Ognuno potrà

scegliere il suo percorso, decidere la

difficoltà del tragitto, la lunghezza

della tappa, la durata del viaggio.

Tutto si può pianificare, ma ad ogni

bivio, ad ogni incrocio, potremo sem-

pre essere assaliti dal fascino della de-

viazione, della scoperta, dell’imprevisto. Il

momento della pedalata, sia essa

l’uscita domenicale o la traversata

transoceanica della Patagonia, ha in sé

il rituale ed il fascino sempre rinnovato

della partenza, il sapore agrodolce

dell’arrivo. Credo che l’amore per la bi-

cicletta testimoni la persistenza del

cordone ombelicale mai reciso della

parte, più o meno recondita, del fan-

ciullino che è in tutti noi. La

bici è avventura, è scoperta,

è viaggio, è fatica, è evasione,

è gioia per la cima conqui-

stata. Amo la bicicletta: me-

tafora della vita. Un

affascinante viaggio alla sco-

perta del mondo e di noi

stessi. Del resto il viaggio fa

parte dell’uomo e, come ha

ben evidenziato il cicloturi-

sta Claude Marthaler: “In Europa si

dice che chi non viaggia ha un pro-

blema. In Africa si dice che chi viaggia

è ricco, ma se è un ricco e viaggia in

bicicletta, deve avere sicuramente

un problema”. Buon viaggio a

tutti… in bicicletta, naturalmente!!!

Mimmo Sideri

LA POPOLAZIONE STRANIERA DEL VASTESE

Non esiste alcun luogo lontano,

tutti i posti sono sulla strada di casa

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Page 3: InPiazza n°5

segue dalla prima

Anche le tecnologie usate incampagna ci permettono di la-vorare con più organizzazione edi guadagnare efficienza, in unmiglioramento continuo chenon ci fa ancora dire di esserearrivati. La nostra ricerca a volteè teorica, legata ad un pensiero,ad un sogno, ad un desiderio darealizzare: per questo conti-nuiamo a sperimentare, anchenella comunicazione con i nostriclienti/consumatori, che oggi sonopiù esigenti. Insomma, l’innova-zione a 360 gradi.

Come favorire l’integrazionecon il turismo? In tutte le re-gioni dove il vino ha successo,dietro c’è turismo enogastrono-mico: in Toscana, Piemonte, maanche in Spagna e nei paesiemergenti BRIC, il mondo delfood and wine è sostenuto damolti consumatori, sensibili aitemi dell’enogastronomia,anche italiana. Per questo è in-dispensabile che anche da noi siattivi al più presto questo pro-cesso. Noi, nel castello di Semi-vicoli, già 10 anni fa siamo statitra i primi a realizzare il turi-smo del vino legato alla gastro-nomia di altissimo livello; qui

vengono tantis-sime personeattratte dal de-siderio di de-gustare delbuon vino, visi-tare le cantine ofare esperienzanella vigna o

nell’uliveto. Anche questi sonomodi di comunicare un territo-rio e un’economia locale, chesono la parte produttiva piùpiccola dell’intera economia re-gionale e nazionale. Qual è lasfida per un territorio che sicandida ad essere competitivoma anche ecosostenibile? So-stenere la green economy, congrinta, energia e molte più ri-sorse. E’ indispensabile metterein moto i giovani verso le op-portunità, perché mondo glo-bale vuol dire opportunitàglobali e noi dobbiamo essereveloci, non possiamo perdercinella inutile burocrazia, che inItalia è insostenibile. Il castellodi Semivicoli è un’eco-hotel, unluogo dove si è pensato alla bio-architettura, alla cultura delvino, del cibo e soprattutto delpiacere di godersi il paesaggiodalla Majella, del Gran Sasso edel mare, luoghi unici e non re-p l i c a b i l i

Vania Perrucci

Intervista integrale su:

www.abruzzoinpiazza.it

Incontriamo l’imprenditrice Marina Cvetic

La Famiglia MasciarelliIn Abruzzo, nella provincia di Chieti, c’è un piccolo borgo di appena mille abitanti. San Martino sullaMarrucina, 420 metri di altitudine, a 25 chilometri dal mare Adriatico e a 25 dalla Maiella è il centrodell’attività della famiglia Masciarelli. E’ li che dall’inizio degli anni ’80, Gianni Masciarelli si dedicòa coltivare la vite e a produrre un vino di altissimo livello. da www.castellosemivicoli.com

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segue dalla primaoppure ancora l’attività di personalshopper, realizzata da LeandroDiana e Chiara Perazzi che, con unalaurea in Scienze politiche per lui ein Economia aziendale per lei,hanno fondato la “Milano FashionTour”, una “factory-outlet tour” peraccompagnare il cliente presso glispacci aziendali dei più grandi sti-listi italiani; per continuare con Ti-mothy Sean O’Connell che aCesena, dopo aver lavorato peranni come marketing director inuna multinazionale del fitness, hafondato la design wine, una piatta-forma dedicata alla selezione e ven-dita dei migliori vini italiani eSimone Perotti che dopo 19 anni disuccesso come manager affermato,ha scelto di dedicarsi ai libri e allavela: famoso è il suo libro “adessobasta”. Queste sono alcune delleiniziative di auto impiego e globalmicrobrand censite sul sitowwworkers.it, dove il talento, l’uti-lizzo delle nuove tecnologie e, so-prattutto, il coraggio di scommetteresulle proprie capacità, rappresen-tano gli elementi distintivi. Le ci-tiamo in questo numero delperiodico “inPiazza” per contri-buire a stimolare maggiore inte-resse e curiosità per chi pensa con lamente e con il cuore di poter fare dipiù. A loro dedichiamo l’intervistadi Marina Cvetic che troverete inversione integrale su www.abruz-zoinpiazza.it e come suggerisconogli inventori di Google Larry Pagee Serbey Brin, “provate a fare le coseche la maggior parte della gentenon tenterebbe mai di fare”.. Silvio Calice

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Igiovani possonoessere artefici del

proprio futuro?Ciascuno di noi ha la possibilità di sce-gliere la strada da percorrere; ogni gio-vane ha un sogno nel cassetto (lascuola, il lavoro, l'università, la ricerca)e con i vari mezzi a disposizione provaa realizzarlo. "Devi crearti un futuro":con questa frase gli adulti intendonodire che sognare è importante, ma è ne-cessario non arrendersi agli ostacoli,non affievolire la grinta per raggiun-gere il proprio progetto e che nella vitabisogna essere soddisfatti di ciò che sicompie, nel rispetto del prossimo.Giorgio Gaber cantava: "la libertà è par-tecipazione", espressione che è un in-

vito a riflettere su come “partecipare”alla vita. Ma nelle nostre scelte siamorealmente liberi? Se si guarda in facciala realtà sulle aspetta-tive future dei gio-vani, bisognaconsiderare cosa cioffre la nostra Italia. Ilnostro Paese ha stra-ordinarie ricchezze,dall’arte alla natura,che tutti apprez-ziamo: e i giovanisono una risorsa?Trattando l'argo-mento giovani, cosa sipuò dire? Nella puntata di “report” del22 maggio 2011 su rai tre, si è parlatodei giovani che dopo avere investitosulla propria formazione, sono costrettiad abbandonare l'Italia e trasferirsi al-

l'estero: in Francia, inSpagna e in altri postiper garantirsi un postodi lavoro sicuro. Nel-l’intervista, un giovaneingegnere anche de-nuncia la difficoltà dientrare nel mondo la-vorativo italiano, men-tre inviando il propriocurriculum on-line adaziende francesi, tuttegli hanno risposto. Il

giovane dopo due colloqui ha ottenutoun posto fisso nel campo per cui avevastudiato e uno stipendio mensile ade-

guato al suo incarico. Oggi si definiscerealizzato. E mentre una fonte diplo-matica del Consiglio dei Ministri del-l'Unione Europea evidenzia unatteggiamento di "retroguardia" del-l'Italia, che non riesce ad avanzare pro-poste concrete e costruttive, in Italiacontinuiamo a “parlare” della necessitàdi lasciare spazio a giovani capaci oquantomeno di metterli alla prova. Percompletare lo spaccato di questa Italia,i giornali continuano a titolare: “Istat,Italia fanalino di coda della UE, giovanisenza lavoro” (Il Messaggero, 23 mag-gio 2011). Per quanto ancora dovremoleggere questi titoli?

Monia Smargiassi

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Incentivi per la cultura

La Regione Abruzzo ha ap-provato 2 disciplinari per

contributi, rendendo concer-nenti la realizzazione di inizia-tive riguardanti manifestazionied eventi di carattere culturaleed artistico, non aventi fine dilucro e da svolgersi all’internodel territorio regionale, con va-lenza regionale, nazionale, eu-ropea ed internazionale.In particolare la delibera dellaGiunta Regionale n. 192 del 21Marzo 2011 a valere sulla L.R.43/1973, disciplina l’ammissione

a contributo per l'organizza-zione, l'adesione e la partecipa-zione a convegni, congressi edaltre manifestazioni e la deli-bera della Giunta Regionale n.208 del 28 Marzo 2011 relativa-mente ai contributi finanziariper le iniziative legate all'Art. 21della L.R. 56/1993 relativa ai fi-nanziamenti per iniziative di ca-rattere culturale,artistico e sportivo.Le domande di con-tributo possono es-sere presentateunicamente dai sog-getti che non perse-guano fini di lucroed indirizzate alla

Giunta Regionale.Tutte le informazioni necessarieper richiedere il contributo sonodisponibili sul sito della Re-gione Abruzzo alla sezione Af-fari Comunitari e CooperazioneInteristituzionale www.regione.abruzzo.it

Barbara Marchetti

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Sono una maniaca della preci-sione (e questo è un limite) e inquesta nuova esperienza delblog inPiazza mi occupo, tra l’al-tro, di organizzare la distribu-zione del periodicobimestrale che la reda-zione ha deciso di di-stribuire non solo aSan Salvo, ma anche inalcuni Comuni del Va-stese, tra cui Monteo-dorisio. Questa voltadecido di recarmi per-sonalmente a Monteo-dorisio, paesino checonosco bene, o al-meno credevo, neltardo pomeriggio diun giorno di aprile.Nell’aria si sente la primavera ela temperatura piuttosto alta fa-vorisce una passeggiata nelborgo antico, di mirabile bel-lezza. Comincio ad entrare neipochi negozi ancora aperti perconsegnare le copie del perio-dico (lavoriamo in economia) emi accoglie da subito una popo-lana cortesia, tipica dei piccoli

centri, che mi addolcisce i pen-sieri e mi lascia anche un po’perplessa. Accompagnata datanta cortesia mi ritrovo all’im-provviso in Piazza Umberto I, ilcuore del borgo: lo spazio è or-dinato e semplice, quanto bastaper dare identità ad una piccola

comunità. Se è vero che la Piazzaè il luogo in cui ogni comunità siracconta, Piazza Umberto I parlasicuramente di accoglienza. Misento a mio agio. Rapita da un

crescendo di emozioni e senzaaccorgermene ho consegnatoquasi tutte le copie del perio-dico, così riprendo la mia auto emi avvio verso l’uscita dal paese,ma lungo la strada incontro unasignora, intenta nelle operazionidi chiusura del suo negozio dipiante e concimi. Mi fermo e lechiedo se posso lasciarle delle

copie del perio-dico inPiazza elei, prima an-cora che con leparole, accon-sente con ungesto, strin-gendo a se lecopie che leoffro. Mi sentodi nuovo ac-colta! Michiede da dove

vengo, le spiego chi sono e cosafaccio. Mi chiede altre copie e sioffre di distribuirle lei stessa adun bar poco lontano. L’atmo-sfera si fa subito cordiale, mispiega che in paese non c’è nep-pure un’edicola e all’improvvisoesclama “vorrei ringraziare i Ca-

rabinieri!”. Non comprendo, lechiedo spiegazioni e lei mi rac-conta di quando, pochi giorniprima, a Vasto, di notte, si eratrovata nella disperata ricerca di

ossigeno medicaleper un’anziana si-gnora, sua vicina dicasa, e solo grazie alpronto intervento diuna pattuglia di cara-binieri, incontrataper caso, si era evi-tato il peggio “…senza l’aiuto dei Ca-rabinieri la nonninaoggi non sarebbeviva!”. Tace, si com-muove. Si avvicina dipiù e continua con il

doloroso racconto di un graveepisodio di solitudine e di mala-sanità che ha coinvolto il marito.Sento tutto il carico emozionale,ma non c’è rabbia nelle sue di-gnitose parole. “Spero che nes-suno soffra ancora quello cheabbiamo sofferto noi!”. Sa chenon sarà così ma, nonostantetutto, non vuole pensare “…aquei medici e a quei politici chenon rispettano la povera gente…”; lei, Maria Giovanna, orgoglio-samente madre di due poliziotti,vuole ringraziare i Carabinieri.Le chiedo “i Carabinieri diVasto?” “no, no” risponde “tuttii Carabinieri che ogni giorno sispendono in tanti modi per noicittadini”. La saluto chiedendole“posso scrivere questa storia?”,mi risponde di si con un cennodel capo e un sorriso luminoso.Mi unisco a Maria Giovanna nelringraziare l’arma dei Carabi-nieri e i miei amici che vestonola divisa. Il centocinquantesimodell’Unità d’Italia passa ancheattraverso queste storie.

Vania Perrucci

Carabinieri AT-TENTI!

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Page 6: InPiazza n°5

A i v o l o n t a r i d e l n o s t r o t e r r i t o r i o …

Prima che la nostra societàfosse aggredita dalle voracitendenze consumistiche, dalmaterialismo incalzante e dallavoglia di apparire, contavano isentimenti, quelli veri,della convivenza, delrispetto, della solida-rietà: valori semplicima essenziali, capacidi colorare e arricchireil vivere quotidiano ditutti noi. Oggi vi-viamo in una societàin cui alla televisione èpermesso di entrarenelle nostre vite, mo-dificandone i valori e le attese,e dove sempre più i nostri gio-vani desiderano partecipare aireality show, nella speranza didiventare famosi, complicianche la miopia politica e l’ele-vata disoccupazione giovanileche non ha confronti in Europa.E quando questi valori attec-chiscono, ecco che il sistemaentra in crisi: come stanno en-trando in crisi i valori fondantidel volontariato, che rischia diessere strumentalizzato comepassaggio finalizzato alla ridu-zione dei costi dei servizi epaga per le lacune di un si-stema scolastico che non pro-muove la partecipazione deigiovani ad esperienze di volon-tariato. Per questo diventa fon-damentale la promozione diuna cultura fondata sulla soli-darietà. Nel nostro territorio,quello del Vastese, ci sono uo-mini e donne, professionisti diogni settore, comuni cittadini,pensionati, che mettono a di-sposizione le proprie compe-

tenze e professionalità e il pro-prio tempo libero al serviziodel bene comune, svolgendovolontariato in un territoriodove sono evidenti i processi di

spopolamento che aumentanola difficoltà di accedere a strut-ture e servizi. Certo in questearee sono più forti i legami in-terpersonali, che assumono unruolo determinante e spesso dicompensazione, che mi piacedefinire come “volontariato in-formale”, sicuramente più dif-fuso nei piccoli centri dove lagente si aiuta reciprocamente.Da alcuni anni, nel nostro ter-ritorio, va diffondendosi l’im-pegno dei Volontari dellaProtezione Civile, che infilatala divisa gialla sono solleciti adintervenire in ogni tipo di si-tuazione: offrono il loro contri-

buto sempre, stanno nell’om-bra con umiltà, senza clamori esenza cercare gloria, intervisteo primi piani in televisione e,soprattutto, si impegnano

senza alcun compensoeconomico. Ma nonpossiamo dimenticareanche la Croce Rossa, ivolontari della clowte-rapia nei reparti di pe-diatria, la Caritas, laLILT, l’AVIS, i volon-tari che operano nelleCarceri e tanti altri an-cora che con la loro di-sponibilità rendono

più vivibile la nostra società.L’anno 2011 è stato proclamatodall’Unione Europea “ANNOdel VOLONTARIATO”: l’au-spicio per tutti è che questa sial’occasione per scoprire e/o ri-scoprire l’impegno verso ilprossimo e per i giovani sial’occasione per apprendere ilsenso del rispetto, a cominciareda quello per il proprio territo-rio, perché è anche dal territo-rio che passano le regole diconvivenza civile. Ai volontaridel nostro territorio va unplauso da parte di tutta la no-stra redazione.

Daniele Leone

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A 150 anni dalla nascita delloStato nazionale italiano,siamo stati convocati ancoraalle urne per esercitare il di-ritto costituzionalmente ga-rantito di abrogare leggi oparti di esse, se non ci piac-ciono. Mentre il tricoloresventola deciso nelle cerimo-nie ufficiali dicommemorazionee l’Inno nazionaleriecheggia dalleAlpi alla Sicilianelle celebrazionidel nostro sensodi appartenenzanazionale, rie-merge così l’attua-lità di unostrumento di de-mocrazia direttacome il referen-dum. Una garan-zia dipartecipazionepopolare maanche un mo-mento per riflet-tere sull’efficacia delmandato elettorale. Con il re-ferendum, infatti, il popolo siriappropria in modo forte esignificativo della sovranitàche gli appartiene e si trova asupplire ai propri rappresen-tanti, eletti in Parlamento peresercitare la funzione legisla-tiva. Sul piano politico, la ne-cessità di ricorrere a questostrumento può essere lettacome il sintomo di una crisidella democrazia rappresen-tativa. Di fatto, si avverte trala gente e perfino tra gli stessiparlamentari il malessere cheproviene da un sistema elet-torale reo di aver svuotato disignificato la parola elezione,intesa come scelta dei proprirappresentanti, e di aver in-trecciato rapporti insani tra idiversi poteri dello Stato.Pesi e contrappesi che di

norma permettono di orien-tare l’azione dell’Esecutivo edi rinnovare l’ordinamentogiuridico dello Stato sonostati visti vacillare. Mentre siinvoca da più parti la solen-nità dell’investitura popolareproveniente dalle urne, si re-gistra un abuso dell’istituto

della fiducia, che dovrebbecollegare l’operato del Go-verno a quello dei parlamen-tari, investiti proprio dallaCostituzione dello status digaranti della volontà popo-lare. Si parla sempre piùspesso di svuotamento delleprerogative del Parlamento eforse il ricorso al referendumpuò essere letto anche comeil fallimento dei canali istitu-zionali di riverbero del pen-siero della maggioranza diun Paese democratico e plu-ralista, che dovrebbero es-sere definiti dallarappresentanza parlamen-tare e dal voto popolare. Pos-siamo inoltre offrire unaulteriore lettura delle esi-genze di espressione del-l’opinione pubblica, sulpiano ormai inclinato dellainformazione, che fa eviden-

temente registrare un deficitdi discussione sui temi di in-teresse pubblico a favore dialtre questioni. Il referendumdunque è diventato lo stru-mento di difesa contro l’iner-zia della politica a darerisposte concrete alle richie-ste dei cittadini? Tra i refe-

rendu questinon è il caso didimenticare laconsultazioneante litteramche, pur tra po-lemiche e so-spetti di brogli,il 2 giugno del1946 decretò laforma repubbli-cana per lo Statoitaliano. Una cu-riosità. Proprioin quella occa-sione il pro-blema maggiorefu stabilire sefosse stato rag-giunto il quo-

rum, in quanto il decreto perl'indizione del referendumrecitava "... qualora la mag-gioranza degli elettori vo-tanti si pronunci... ", mentre irisultati diffusi dal Ministerodell’Interno erano stati calco-lati sulla base dei soli voti va-lidi. Il controllo delle schedeelettorali per il calcolo dei vo-tanti (il milione e mezzo dischede bianche o nulle ridu-ceva sensibilmente la mag-gioranza repubblicana fino arenderla esigua) ritardò laproclamazione dei risultatiufficiali generando un gestoardito dell’allora Governoche - senza attendere la pro-nuncia della Corte di Cassa-zione - destituì anticipatamenteil re dalle funzioni di Capodello Stato. Con buona pacedi storiografi e monarchici.

Barbara Pantaleone

Art. 75. È indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di unatto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Nonè ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ra-tificare trattati internazionali. Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati adeleggere la Camera dei deputati. La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla vo-tazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.La legge determina le modalità di attuazione del referendum

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