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periodico politico culturale sportivo dell’area vestina LACER BA 8 maggio 2011 Anno XVI n 3 Diffusione gratuita E fu miracolo Il culto di San Zopito, trecento anni dopo. La storia speciale di una madre. Greco il 20 maggio presenterà la sua ultima opera sul Santo L’immagine di copertina è tratta da quella del libro di Candido Greco: “Il famoso Zòpiro detto S. Zopito”

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La lettera ritrovatadi Mauro Soccio

Alcuni mesi fa, nell’imminenza del mio definitivo collocamento a riposo, ho ricevuto presso l’Ufficio Turistico del nostro Comune dove ho lavorato per un decennio, una e-mail partico-lare di una signora che narrava un fatto accadutole nella nostra cittadi-na nel giorno di San Zopito del 2006, al semplice scopo di rendere anche noi partecipi della sua sorpresa e soprattutto della incommensurabile gioia che ne aveva tratto.Ora, per vari motivi che certamente intendo risparmiare al lettore, quella lettera stampata scomparve dai miei occhi per lungo tempo per riapparire accidentalmente l’altro giorno, ro-vistando tra le mie scartoffie per altre finalità. Immediatamente, ho contattato la signora, fa-cendole arrivare le mie scuse per il ritardo ma in tempo per proporle di rendere nota la sua testimonianza in occasione del Tricentenario della Traslazione di San Zopito M.re, i cui fe-steggiamenti sono già iniziati e, a più riprese, si protrarranno per tutto l’anno. Ecco la lettera: “Caro Comune di Loreto Aprutino, Vi scrivo per raccontarvi la mia storia e perché se è vero che San Zopito esiste penso che meriti queste mie parole di devozione. Mi chiamo Monica Carusi, abito ad Alessandria. I miei nonni paterni so-no emigrati da Loreto Aprutino in giovane età. Mio papà è nato ad Alessandria ma io mi ri-cordo di Loreto quando da bambina accompa-gnavo mia nonna giù “al paesello” per passare le vacanze estive da zia Rita. Avevo 7,8, forse 9 anni, poi per un lungo periodo mia nonna an-ziana non se l’è più sentita di fare un viaggio co-sì lungo e “il paesello” è rimasto solo un ricordo lontano della mia infanzia. Purtroppo mio pa-pà è mancato all’età di 48 anni, il 16 marzo del 1991; io avevo poco più di 20 anni e questo ha lasciato una voragine dentro di me. All’età di 36 anni ho conosciuto il mio grande amore: Enzo. Sfortunatamente i primi mesi della nostra sto-

ria sono stati segnati da una mia grave anemia dovuta a due fibromi uterini che mi sarebbero stati asportati il 14 luglio del 2006. Il medico dell’Ospedale “Sant’Anna” di Torino aveva dato un verdetto irrevocabile: - Cara signora, dob-biamo assolutamente asportare questi fibromi; la sua età e questi fibromi le impedirebbero di avere un bambino e le causerebbero dei seri pro-blemi! Prima dell’intervento, la mia dolce metà un giorno mi comunica di avere prenotato il primo week-end di giugno in un paesino che mi dice essere bellissimo! : - Sono sicuro – esclama - che ti piacerà! E’ un paesino in Abruzzo che non tutti conoscono ma mi hanno detto che è meraviglioso! Ignaro delle mie origini, gli chiedo di quale pa-esino si tratta: - Loreto Aprutino - mi risponde. Inutile dire la mia sorpresa! Mi sono venute le lacrime agli occhi! Ma comunque, sarà una combinazione!I miei esami prima dell’intervento proseguono; noi partiamo per Loreto e capitiamo al paese proprio per la processione di San Zopito. Ovvia-mente voglio parteciparvi! E’ l’evento dell’anno, è il Santo Patrono! Un bambino vestito di bian-co sopra un bue bianco sfila per le vie del paese toccando vie e chiese e auspicando benessere e fertilità!. Una donnina vestita di nero mi dice: - Signorina, tocchi il bue, porta bene, porta fer-tilità!Io lo tocco, forse 2, 3, 4 volte. Sorrido, Enzo mi fa un sacco di foto. L’ultima sera in paese c’è vento, io mi sento pervadere da brividi che definisco “strani” per una razionale e concreta come me.Torniamo a casa (ad Alessandria, n.d.r.); or-mai devo prepararmi per l’intervento ma che strano! Sarà la tensione ma ahimè, il ciclo me-struale non arriva.Il 14 luglio invece di entrare all’Ospedale “Sant’Anna” di Torino faccio un bel test di gra-vidanza. Così, tanto per fare! Non si sa mai!...E’ positivo!.. Ma come? Non sono anemica con due fibromi grossi grossi che mi impediscono di avere un bambino?...Visita dal ginecologo. Sca-denza della gravidanza: 16 marzo 2007!...16 marzo? E’ la data in cui papà se n’è andato. Sa-

rà anche questa una combinazione? Non lo so. Penso di no.Ora c’è Allegra, mia figlia. Dentro di Lei c’è an-che un po’ di sangue di Loreto Aprutino ma pen-so anche un po’ la benedizione di San Zopito.Vi ho raccontato la mia storia perché penso che le combinazioni a volte avvengono per mano di qualcuno che dal cielo ci protegge e ci ama per sempre.Mi piacerebbe che quel bambino sul bue bianco quest’anno fosse Allegra ma se non sarà possibi-le, comunque sia, io le racconterò questa storia e le dirò di essere devota a San Zopito.Grazie per la vostra attenzione”.Ora, nello scambio epistolare intercorso dopo il ritrovamento della lettera, ho anche informato la Signora Monica che la tradizione vuole che l’angioletto debba essere necessariamente un maschietto sui tre o quattro anni, per cui con grande dispiacere comunicavo che il suo desi-derio, purtroppo, non poteva essere esaudito, ovvero quello di una mamma felice che voleva essere partecipe in modo totale ai festeggiamen-ti in onore del Santo per ringraziarlo, offrendo la sua bimba come figurante. Ma Allegra capirà, quando sarà cresciuta, il mondo che la circonda.In data 18 aprile 2011, in risposta alla mia let-tera arriva una sua missiva da cui riprendo do-verosamente, per i lettori del giornale, questo significativo stralcio: “…è con enorme gioia che oggi ho letto la Sua lettera.[continua pag. seg.]

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[segue] Mi farebbe enormemente piacere venire con la mia famiglia a Loreto almeno il giorno della processione per rendere omaggio al San-to e per portare anche la mia piccola Allegra. Ovviamente Le do tutto il mio consenso a pub-blicare la mia testimonianza quando e dove Lei crede anzi, di questo sono molto felice conside-rato che le mie origini sono proprio lì, in quel

delizioso paese. Mi tenga aggiornata di ogni evento e quando pubblicherà la mia lettera Le sarei molto grata di avere una copia del giorna-le in modo da custodire questo evento con tutta la cura possibile. Spero di avere notizie presto, La ringrazio con tutto il cuore e mando tanti sa-luti a quella terra meravigliosa che è l’Abruzzo. Monica Carusi.”

Dal 1711 al 2011San Zopito, dopo trecento anni, rinnova la tradizione del bueSiamo entrati ormai nel pieno dei festeggiamenti del tricentenario della traslazione delle reliquie del Santo che, dalle catacombe di San Callisto a Roma, furono prima portate a Penne e successivamente, in processione, trasferite nella Chiesa di San Pietro a Loreto.L’Avis e il Club Alpino Italiano, per l’occasione, sta organizzando la Rievocazione dell’e-vento della traslazione e del “miracolo” del bue, permettendo, a quelli che lo desiderano, di partecipare alla storica processione che dal Duomo di Penne si dipanerà attraverso un percorso preordinato fino alla Chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo di Loreto Aprutino. Sabato 4 Giugno alle ore 14.00 ci si ritroverà tutti in Piazza Garibaldi a Lore-to e, con un servizio gratuito di navetta i partecipanti saranno trasferiti a Penne alle ore 15.00. Dal Duomo di Penne la Sacra Teca contenente le reliquie del Santo, issata su di un calesse trainato da cavalli, sarà poi trasportata in corteo attraverso il centro storico della città ex sede vescovile, percorrendo la circonvallazione, il viale San francesco, la strada regionale (ex S.S.151), Collatuccio, Fiorano, Madonna delle Grazie, dove avverrà l’incon-tro con il bue , discesa dei Cappuccini, piazza Garibaldi ed infine arrivo in San Pietro a Loreto Aprutino. Per partecipare sarà necessario compilare un modulo di iscrizione, entro il 15 maggio 2011, ciò consentirà di organizzare al meglio la manifestazione. Chiunque volesse par-tecipare può chiedere informazioni all’Avis attraverso Elio D’Amico tel. 329/1089281, al CAI attraverso Arturo Acciavatti tel. 328/2234780 oppure attraverso Blasiotti Pubblicità tel.085/8290748 dove sarà anche possibile prenotare la maglietta rievocativa dell’evento al prezzo di Euro 10.00. I moduli di iscrizione sono disponibili presso Blasiotti Pubblicità in Via Mameli, presso le edicole di Piazza Garibaldi e di Via Chiarelli, presso Alimentari Rasetta Lucio di Passo Cordone, Bar Sport, Bar Willis o presso il Centro di Accoglienza Turistica in Piazza Garibaldi a Loreto Aprutino.

di Gianfranco Buccella

ELEZIONI COMUNALI15 - 16 MAGGIO 2011

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messaggio ELETTORALE

ADESSO SI PUO’ VINCERE: PENNE SI’ PUO’ CAMBIAREMatteo Tresca, presidente del Consiglio Co-munale uscente e candidato per la lista Pen-neSì ne è convinto: “Penne può cambiare”. La sfida tra i cinque candidati sindaci vola ormai verso il rush finale, si moltiplicano le iniziative e gli incontri pubblici con i cittadini dei quartieri e delle contrade, con le associa-zioni e le categorie, mentre si preparano gli ultimi comizi. “Occorre dare un forte segnale di cambiamento”, dice Tresca, che definisce i candidati della sua lista di centrosinistra “una squadra di persone perbene senza al-cun interesse particolare da difendere se non il bene comune. Energie giuste per una città diversa”. Vincere per diventare sindaco di Penne, per Matteo Tresca, “era un sogno, poi è diventata una possibilità, e adesso è molto probabile. La fiducia di tanti giovani che mi sostengono con entusiasmo e di alcune per-sonalità della società attiva pennese – spiega Tresca - mi hanno convinto che il progetto della lista “PenneSì” costituisce l’unica vera e concreta opportunità di cambiamento per la nostra città”. Matteo ha un forte legame con il territorio: “Penne è la città dove sono na-to, dove vivo da sempre con la mia famiglia ed i miei amici, dove lavoro esercitando la professione di avvoca-to; Penne è la città che mi ha dato l’opportu-nità cinque anni fa di condividere il percor-so politico dell’ammi-nistrazione comunale guidata da Donato Di Marcoberardino. In questi cinque anni ho maturato esperienza svolgendo il ruolo isti-tuzionale di presidente del Consiglio Comunale con delega alla Comu-nicazione ed alla Par-tecipazione. L’ho fatto con dedizione e spirito di servizio occupando-mi in particolare della realizzazione del sito internet del Comune in modo da favorire la conoscenza degli atti e dell’attività ammi-nistrativa dell’ente. Ora chiedo ai cittadini pennesi un grande so-stegno per restituire a Penne la centralità che merita come capi-tale dei Vestini, popolo tenace ed orgoglioso ricco di un patrimonio storico, culturale ed ambientale di inesti-

mabile valore da riscoprire e valorizzare”. I problemi sono tanti e le risorse molto limi-tate a causa della grave difficoltà finanziaria dell’ente comunale: “Attiveremo percorsi virtuosi di responsabilizzazione delle nuove generazioni per creare e preservare luoghi di integrazione e socializzazione a misura d’uo-mo, in un ambiente in cui la cura della perso-na e la qualità della vita favoriranno il buon vivere e nuove opportunità occupazionali legate ai servizi ed al turismo”. Un ruolo cen-trale per la valorizzazione del centro storico dovrà avere la cultura: “Penne dovrà diven-tare una Città d’Arte nel vero senso della pa-rola: aprire le porte alla cultura dando spazio alla creatività, alla musica, all’arte e al teatro. Rendere realmente fruibili a tutti le ricchez-ze storiche, architettoniche e ambientali, perchè una città più ricca di cultura è una cit-tà più ricca di opportunità economiche, oc-cupazionali e turistiche. Ci impegneremo per l’attivazione di un punto informazioni e di promozione, riferimento per i visitatori ma anche per i cittadini e gli operatori locali e per la definitiva messa in rete del polo muse-ale, per il recupero delle fontane storiche di

Penne, l’Acquaventina in particolare, e delle aree verdi valorizzando non solo la Riserva Naturale ma anche il Parco Caracciolo ed il bosco di Colleromano”. Parlando dei candi-dati della lista PenneSì, promossa da Sinistra Ecologia e Libertà, il partito di Nichi Vendola, dalla Federazione della Sinistra, dal Movi-mento per le Autonomie e dai Verdi, Tresca spiega: “Abbiamo puntato su alcuni elemen-ti di esperienza (i tre consiglieri uscenti Di Paolo, Bifari e Frisa ed il medico Francesco Cutilli), aprendoci poi alla società civile coin-volgendo persone impegnate nel commercio, nell’agricoltura, nel mondo della cultura, del volontariato e delle associazioni. Soprattutto abbiamo investito su donne e uomini giova-ni: voglio che i giovani possano riconoscersi in una comunità che sostiene e non mortifica la loro energia ed il loro talento: vorrei rico-minciassero a parlare di questa città come di un luogo dove restare, o ritornare, e non da cui dover scappare per la mancanza di trop-pe cose”. Sì, adesso Penne può cambiare.

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UN PATTO D’ONOREdi Giovanni Cutilli

E’ prossimo, ormai, il verdetto elettorale che deci-derà le sorti politico-amministrative del comune di Penne per il prossimo futuro. Il parterre delle liste in lizza stavolta è più affollato e più incerto è l’esi-to. Tanti i fatti nuovi registrati negli ultimi anni: dal drastico ridimensionamento dell’Ospedale “San Massimo” (quello da “potenziare” e dove, invece, si chiudono pure le sale operatorie), alla frana in-gloriosa del progetto dell’allargamento della ss 81 fino a Passo Cordone (definito, con fantasia da clown, “mare-monti”, in realtà “né mare-né monti” e, alla fine, “né” e basta). Dagli affanni della Roman Style (con i 150 esuberi, incombenti, a quanto pa-re, sull’unica “fabbrica” del territorio, rimasto, per insipienze di alcuni, “impiccato” ai destini dell’a-zienda tessile, dislocata a Penne per volere del compianto Nazzareno Fonticoli e della rimpianta Cassa per il Mezzogiorno), agli oscuri buchi delle casse comunali (che solo la menzogna legalizzata dei bilanci pubblici ha consentito di “gestire” poli-ticamente a lungo, livellando al massimo, o giù di lì, tariffe e imposte locali, con un rovistamento senza ritegno nelle tasche dei cittadini). Tra le ulteriori vicende, le umiliazioni subite da parte degli enti sovraordinati, Provincia tra tutti, che, da gran tem-po, hanno lasciato a Penne solo le tracce del vano cicaleccio dei loro annunci, fastidiosi e puerili, e i concreti effetti della vampirizzazione dei portafo-gli dei cittadini, per incamerare balzelli meschini ma vitali per essi, come s’è voluto per le province, tradendo un’innovativa e rilevante promessa e un preciso mandato elettorale: quelli della loro abo-lizione. Anzi, ai danni si aggiungerà pure la beffa. Il decreto sul “federalismo fiscale” riserva nuova manna alle province libere di aumentare l’imposta di trascrizione sulle auto nuove e, grazie alla gene-rosità dei federalisti, avranno anche la facoltà di stritolare gli assicurati per la Rc auto, aumentan-done, fino a 3,5 punti, l’attuale misura (12,50%) della relativa imposta. In tutto ciò, come nulla fos-se, il governo, di recente, rispondendo a un’interro-gazione parlamentare su “iniziative di competenza per la riduzione dei premi assicurativi, in particola-re nel Mezzogiorno d’Italia” le ha prese a impegno, dimentico delle pappatorie permesse alle province sulle assicurazioni! Insomma, il blocco bovino degli stipendi pubblici fino al 2014 e la disoccupazione a gogò nel settore privato; le enormi, conseguenti difficoltà del terziario; gli aumenti di: carburanti e relative accise (regione Abruzzo per debito sanita-rio e governo per finanziare il ministero dei beni culturali), assicurazioni, pedaggi autostradali, im-poste locali varie e addizionali vigliacche, prima sull’aria inspirata e poi su quella espirata, pedaggi nuovi per i raccordi (asse attrezzato, …) e quant’al-tro ancora, tra pochi anni ridurranno in mutande anche il presidente della Caritas. Queste le polpette avvelenate del federalismo: più tasse per mantene-re le province malgrado l’impegno a cancellarle! A proposito di impegni elettorali, i candidati dovreb-bero obbligarsi, con un patto d’onore con gli eletto-ri, al rispetto di alcune regole di comportamento. La prima: una volta eletti, non piangere durante tutta la consigliatura sull’eredità dell’amministra-zione uscente o, peggio, di tutte quelle succedutesi dai tempi di… Pipino il Breve in poi. Chi si candida ha il dovere di essere informato, almeno sufficien-temente, sullo stato dell’arte e il programma pro-pugnato ne deve tener conto, per non essere truf-faldino. Piangere dopo, significa aver preso in giro gli elettori prima, durante la campagna elettorale, e continuare a farlo spiegando che il programma

elettorale verrebbe disatteso per la “scoperta”, a elezioni svolte, di “buchi colossali” nelle casse co-munali. Sia chiaro, ciò sarebbe ipocrita e offensivo per chiunque. Non c’è obbligo di candidatura, dun-que, niente piagnistei o lamentazioni. Delle lacrime dei governanti i cittadini non sanno che farsene. La sciocca polemica sulle condizioni in cui versa un ente pubblico, come se non ci fossero strumenti, atti e controllori a valanga per conoscerle, è un in-sulto all’intelligenza delle persone. Oltretutto, non pare che sul proscenio elettorale pennese si muo-vano marziani in grado di chiamarsi fuori dalle ere-dità del passato. Un secondo auspicabile impegno, da parte dei candidati, in caso di vittoria, sarebbe quello di bandire l’insopportabile politica degli an-nunci. Per praticarla, tornano utili i soliti parenti, ai quali si può tranquillamente (si presume…) an-nunciare paradisiache iniziative e colossali proget-ti. Con i cittadini, invece, è bene prima realizzare e solo dopo, se il risultato è buono, sbrodolarsi addosso di lodi. Se no, è bene tacere, con decen-za e contrizione. Sono da evitare eventi ridicoli e sfrontati come quello, recente, dell’inaugurazione, a Teramo, della famigerata strada “Lotto Zero”. Per aprirla, sono occorsi trent’anni! Come per il “Ponte della vergogna”. In Giappone, in sei giorni hanno riparato un’autostrada danneggiata dal sisma e si sono pure scusati per non aver riaperto tutte le aree di servizio! Da noi, invece di imitarli o, meglio ancora, di limitarsi a un comunicato stampa mor-tificato e sobrio, per l’apertura del Lotto Zero, una congrega di “svergognati”, con governanti in testa e vescovo benedicente al seguito, ha papereggia-to, esultante, con una faccia più tosta dei bronzi di Riace ma incapace di ogni senso del ridicolo. C’è stata pure una sfilata di macchine d’epoca, forse per dare meglio l’idea dell’epoca remota d’inizio di quei lavori. Dunque, niente annunci e impegno a far parlare i fatti, utili e inappuntabili, evitando ritornelli, come dischi rotti, e gallinaccciate da quarto mondo. Oltretutto, accortamente, non ci si comprometterebbe anzitempo finendo, magari, poi, coll’essere autori di ciofeche, com’è accaduto alla nostra Provincia per i lavori (maldestri, tanto da aver risarcito dei danni) della “variante est”, ini-ziati nell’era paleolitica e che termineranno (se ter-mineranno…) quando le automobili avranno fatto, forse, la fine delle bighe. Insomma, no a parole al vento simili a quelle riferite da un quotidiano che, il 2 febbraio 2010, titolava: “Gli industriali incontra-no la provincia. Al via interventi nell’area vestina”, annunciando, nell’occhiello, “fondi per la variante e la mare-monti”. Chissà se quel giorno sarà stato carnevale (tutto si spiegherebbe…) ma i candidati, per prevenire carnevalate analoghe e per rispetto verso una comunità carica di molti e antichi pro-blemi, s’impegnino, se governeranno Penne a non (s)parlare a sproposito e a non pippeggiarsi anche solo per aver spazzato le strade. Si detesti ogni lubrico entusiasmo per le “messe in sicurezza” di mulattiere e di dirupi: è un parlare inappropriato, sciocco e pappagallesco che attiene, comunque, a interventi di ordinarissima amministrazione, con i quali si fa (se e quando si fa…) soltanto il proprio dovere e nulla di più. Si rinvii, perciò, ogni cerimo-nia laudativa a dopo la realizzazione delle opere e solo di quelle di straordinaria amministrazione, se degne di essere esaltate. Si inizi da questi compor-tamenti misurati a dare il senso di una svolta e di un salto di qualità nei rapporti tra lo sgarrupato Palazzo del potere e i cittadini. Così sia.

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Brioni rinvia il taglia e cucidi Berardo Lupacchini

PENNE – Tutto rimandato all’autunno. Si prende tempo in Brioni per capire cosa fare dei 150 esuberi (80 a Penne, 35 a Collecorvino e 25 a Montebello di Bertona) annunciati su cui però è in corso una attenta valutazione come promesso dall’amministratore delegato Francesco Pesci nella lettera inviata al consiglio comunale del 24 marzo che si occupò della crisi occupazionale nel tessile. L’obiettivo delle trattative serrate fra il gruppo aziendale ed i sindacati è quello di arrivare a rag-giungere la quota di esuberi fra pensionamenti normali e pre pensio-namenti incentivati. Per quanto riguarda i 90 contrattisti in scadenza, e per i quali si ipotizzava una mancata stabilizzazione per poco più di 20, il discorso resta aperto: la direzione aziendale ed i sindacati sono impegnati a considerare con un occhio di riguardo la situazione. Insomma, se ne riparlerà a fine state. Un rinvio che sembra giungere in un momento in cui l’alta sartoria per vip ha ripreso a vendere al-la grande e che dunque può riflettere con meno ansie sul suo futuro pur sempre in tempi di crisi e con la cassa integrazione che va avanti. Segnali positivi sono colti per i capi femminili prodotti a Congiunti di Collecorvino. Mentre una svolta strategica sembra profilarsi per

lo stabilimento di Montebello di Bertona dove si pensa di produrre camicie fatte interamente a mano e su misura. E’ così che ci sarebbe l’occasione per riqualificare i dipendenti. Nel frattempo, va segnalato il ritorno di un Perrone nel consiglio di gestione di Brioni spa., ovvero la realtà aziendale con 5 milioni 749 mila 680 euro di capitale sociale sorta dopo la fusione per incorporazione del 23 dicembre 2010. E’ accaduto che Brioni Roman Style spa, il cui capitale sociale era inte-ramente detenuto dalla incorporanda Brioni group spa che è morta, è divenuta Brioni spa. Nella terna dei suoi consiglieri, ecco il ritorno di Ettore, il papà di Andrea, dimessosi a sorpresa dal vertice aziendale nel luglio 2010. Perrone dunque, oltre a Pesci presidente ed ammini-stratore delegato, siede accanto al professore universitario a Cassino Francesco Minnetti, 47 anni. Il direttore generale è Antonio Bianchi-ni. Da gennaio il 35enne bergamasco Roberto Frambosi, responsabi-le amministrativo e procuratore della camiceria Burini srl (gruppo Brioni), diretta dal pennese Pierdomenico Fonticoli, è diventato pro-curatore speciale della Brioni spa nominato da Pesci.

La fedeltà val bene un premio

Imprenditori di Loreto protagonisti dell’ul-tima edizione del premio “Fedeltà al lavoro ed al progresso economico”, organizzata dalla Camera di Commercio di Pescara. Sono i fratelli Alfredo ed Erasmo Di Ton-no, Tonino Di Federico, Carmine Ferretti, Gabriele Ciarcelluti, Arturo Schiavone e Giuseppe Soccio. Nella sala del Porto turi-

stico di Pescara, gremita come non mai, numerose personalità presen-ti alla manifestazione per celebrare i modelli di serietà e operosità del mondo dell’imprenditoria pescare-se. C’erano il vice presidente della giunta regionale, Alfredo Casti-glione, il sindaco di Pescara, Luigi

Albore Mascia, il procuratore della Repub-blica, Nicola Trifuoggi, il presidente della Provincia, Guerino Testa, il presidente del-la Camera di Commercio, Daniele Becci, il vice Carmine Salce e Luigi Di Giosafatte, di Confinndustria. A celebrare i premiati lo-retesi c’era anche il sindaco di Loreto Apru-tino, Remo Giovanetti. A ricevere applausi dalla platea sono stati in particolare i fra-

telli Di Tonno, imprenditori di lungo corso dell’economia vestina: Erasmo Di Tonno e la sua I.C.E. hanno festeggiato i 35 anni di attività con il successo alla fiera europea di Monaco di Baviera. Il fratello Alfredo e la sua Later Meccanica hanno compiuto invece i 50 anni di attività. Le filiere lavo-rate da Alfredo fanno il giro del mondo: dai Paesi arabi all’America latina. A loro un riconoscimento da tutto il mondo politico ed economico della nostra regione. Gran-de soddisfazione è stata espressa anche da Camillo D’Angelo, della CNA di Loreto, affinché sull’esempio dei fratelli Di Tonno in futuro anche altri giovani loretesi possa-no raggiungere traguardi cosi brillanti nel mondo economico.

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TRASLOCHI

di CIRONE LILIANA

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Che classe amorfa, che classe piatta!di Cane Sciolto

C’era, al Guglielmo Marconi di Pescara, negli anni sessanta un esimio professore di nome Ernesto Giam-marco che spesso, quando sedeva sulla sua cattedra, usava ripetere questa espressione: “Che classe amor-fa, che classe piatta!”. E’ un vero peccato non poter da queste pagine riferirne anche il tono disgustato e la mimica facciale, ma è sufficiente soffermarsi per qualche minuto in piazza Garibaldi a Loreto per co-glierne l’essenza e per materializzare la situazione.Una classe, la mia, senza infamia e senza lode: non c’erano agit-prop, non c’erano eccellenze, non acca-deva mai nulla, la sufficienza era la norma per cui l’accusa era ben meri-tata. Provate allora a stare in piazza, a Loreto, o se volete fatevi pure un giro nel centro storico, nelle frazioni o nella zona dormitorio Cappuccini; la sufficienza regna sovrana! A dire il vero nella zona dove abito io, in Via Sciopero a Rovescio, solo alcuni cani randagi evocano a volte lo stile rabbioso degli scioperanti degli anni cinquanta; aggrediscono e rincor-rono abbaiando qualche comunista imborghesito che percorre la strada con un SUV, con una BMW o con una Mercedes ma solo se non è re-sidente in zona poiché anche i cani randagi sono razzisti e non accetta-no invasioni dal nord Africa; forse hanno la tessera della lega nord di Calderoli!La desolazione, la vera noia, la calma piatta e il vero senso di una piazza amorfa la si coglie in piazza Garibal-di: lì le palle di ferro evocano Guan-tanamo con quei prigionieri dalle tute color arancio che si trascinano

dentro le gabbie dell’indifferenza e della disperazione. I Loretesi tutti sembrano trattenuti da quelle pal-le, non agiscono e non reagiscono, idealmente e fisicamente detenuti e bloccati dal peso di quelle palle al cui interno racchiudono il grava-me della loro storia recente: quella dei sessant’anni di amministrazione comunista o di sinistra che dir si voglia.Perfino Micheluccio ha capito ed ha abbandonato la piazza preferendo andare a lavar la testa al suo asi-no anziché star lì a cercar di far lo sciampo a secco ai compagni! L’asi-no ne esce fuori con la testa pulita, dei compagni non potrà mai dirsi altrettanto!Che piazza amorfa, che piazza piat-ta! Resa ancor più amorfa e piatta da quest’ultima amministrazione che nulla riesce a produrre sul pia-no delle decisioni, sul piano delle delibere che possano dare una sfer-zata al paese. Qualcuno accenna sommessamente che questa calma piatta sia tutta da attribuire al carat-tere stesso del Sindaco, qualche altro sostiene che pur di non esporsi al

pubblico ludibrio meglio non assu-mere decisioni, qualche altro ancora attribuisce il torpore all’inefficacia e all’inconsistenza dell’azione dell’op-posizione; c’è perfino chi sostiene esserci un Grande Fratello che tutto nell’ombra guarda e stabilisce in at-tesa che si compia intanto il Piano Fornace che dovrà poi far ripartire economia, commercio, turismo ma non certamente il pensiero nel frat-tempo cloroformizzato dei Loretesi. Io stesso non ho più voglia di veder-la quella piazza, non ho più voglia di frequentarla, essa non costituisce più neppure per me il luogo della socializzazione, della discussione, dell’informazione e della crescita sociale. No, anch’io avrei voglia di occuparmi degli asini, dicono, tra l’altro, non siano così stupidi come la tradizione vuole! Anch’io spesso provo il desiderio di mollare e di andarmene a vivere altrove; que-sto piattume opprime tutti giovani, anziani, vecchi, uomini e donne! Il torpore ha usurpato l’indignazione! Sono ancora in tanti quelli che mi chiedono di esprimere il loro sta-to d’animo indignato per le varie cose che non funzionano a Loreto, ma appena provo a citarne la fonte, l’indignazione mi si ritorce contro. Solo in pochi riescono a rivendi-

carne la paternità; la maggior parte della gente preferisce che siano gli altri a protestare, ad esprimere il dissenso, ad esporsi alle ritorsioni e nel frattempo “connive”. Lo so che il verbo ‘connivere’ non esiste, ma vorrei usarlo lo stesso; in latino vo-leva dire: chiudere gli occhi, quindi far finta di niente, essere complici. Se il commercio non tira, i commer-cianti sono complici, se l’agricoltu-ra sta morendo gli agricoltori sono complici, se le Amministrazioni non producono nulla di buono gli elet-tori sono complici, se Loreto muore siamo noi cittadini di Loreto che gli abbiamo staccato la spina e che la lasciamo agonizzare. Mi viene vo-glia di citare el Che, sì, proprio lui, Ernesto Che Guevara: - Non sono un libertador. I libertadores non esi-stono. Sono i popoli che si liberano da sé: - Perciò se vogliamo uscire dal torpore: Avanti, oh popolo, alla ri-scossa, bandiera rossa…mettiamola nella fossa! Se non vogliamo che di Loreto si dica : Che paese amorfo, che paese piatto!P.S. - Tutto è relativo. Prendi un ul-tracentenario che rompe uno spec-chio: sarà ben lieto di sapere che ha ancora sette anni di disgrazie. di Al-bert Einstein

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PROPAGANDA ELETTORALE

PER RIPRENDERE IL DISCORSOPerché ti sei ricandidato?Ciò che mi ha spinto, anzi ciò che ci ha spinto, perché le motivazioni sono unanimi per noi 5 consiglieri di mag-gioranza + il sindaco Massi-miliano Volpone, è stata la richiesta continua da parte della cittadinanza delusa dall’interruzione ammini-strativa con documento no-tarile che ci chiedeva di non essere abbandonata.

Come è nata la “squadra”?Questa squadra è la sintesi di un gruppo promotore di oltre 40 persone che rap-presentano ogni parte del ns. territorio che, sin dal mese di Ottobre 2010, han-no avvertito la necessità di unirsi per costruire i ca-pisaldi della linea guida di un nuovo percorso politico amministrativo rimettendo in discussione le ns. candi-dature.

E la tua candidatura a sin-daco?A differenza di altri non mi sono imposto: ma è matura-ta dopo un percorso demo-cratico di condivisione.

Cosa intendi per capisaldi?Sono i principi sui quali è fondato il nostro program-ma, che non devono mai passare in secondo piano, per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.Cioè la correttezza, la tra-sparenza amministrativa, la coerenza, la disponibilità, l’onestà, la presenza conti-nua.

La scelta del logo?Ha un riferimento ben pre-

ciso “W Collecorvino sem-pre” l’avverbio di tempo “sempre” spiega la volontà di far prevalere Collecorvi-no sempre come collettività e non come interessi privati, di parte, professionali o di partito: ciò di cui non si è te-nuto conto il 26 luglio 2010.

Che ci dici dei componenti la squadra?E’ un mix di persone che rappresentano il territorio, le varie estrazioni sociali, al-cune hanno avuto già espe-rienza politico amministra-tiva, ci sono imprenditori, giovani pieni di entusiasmo, due donne e pensionati: è il gruppo giusto che potrà da-re, in una realtà come quella di Collecorvino, nel percor-so amministrativo il proprio contributo di esperienza di vita e lavorativa e rappre-sentare la collettività nelle sedi istituzionali.

Parlaci del programma.Abbiamo stilato un pro-gramma sintetico ma con dei punti fermi. Istituiremo la Farmacia comunale nel centro storico, incentive-remo le aziende produtti-ve ad insediarsi sul nostro territorio, provvederemo ad istituire un bus navetta gratuito a disposizione del-la collettiva per collegare le varie contrade e facilitare l’accesso ai servizi situa-ti nel centro storico, valo-rizzeremo i prodotti tipici locali, i nostri marchi DOP, le produzioni “biologiche” e non OGM essendo l’agri-coltura attività prevalente del nostro territorio, attive-remo un progetto “giovani

coppie” caratterizzato da bonus e sgravi per coloro che vorranno abitare nel no-stro centro storico cercando di arginarne lo spopolamen-to, infine a salvaguardia di tutto il territorio doteremo l’amministrazione di un “piano antenne, cave e foto-voltaico”.

Questo nell’immediato. E a lungo termine? Cosa spe-rate di poter fare?Vorremmo portare a ter-mine le opere iniziate con l’amministrazione Volpone quali per esempio il palaz-zetto polivalente in località San Rocco, rendere fruibile il convento di San Pater-niano, istituire la biblioteca comunale nel Palazzo Cico-ria, il completamento della delegazione comunale del parco di Congiunti e del consolidamento del versan-te settentrionale del centro

storico ed infine, il sogno che speriamo diventi realtà, è quello di poter realizzare il campo sportivo in località Torre per poter riqualifica-re l’area attuale del campo sportivo situata in prossimi-tà del centro storico.

Perché dovrebbero votare per voi?Perché siamo “differenti”. Siamo la squadra che offre più garanzie di migliore go-vernabilità e serietà.

Se perderete, cosa succe-derà?Noi siamo sereni, innanzi-tutto perché lo hanno de-ciso i cittadini, gli unici che hanno il diritto di mandare a casa gli amministratori. Inoltre, a differenza dell’al-tra lista, i nostri candidati hanno un lavoro proprio e non campano di politica.

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No parcheggi, no businessIl Comune impone lo stop: alla Fornace il supermercato non apreLORETO APRUTINO – No, quel centro commerciale così com’è non può aprire. Arriva così lo stop dal Comune all’iniziativa della SMA spa che intende dare vita ad una struttura di media distribuzione nella cittadella della Fornace. Due sostanzial-mente i motivi del diniego firmato dal dott. Massimo Pa-squariello, respon-sabile della polizia municipale e del settore commercio: il rapporto di coper-tura è pari al 58,5% e quindi molto più del 40 previsto dalla normativa. A ciò va aggiunta la carenza di parcheggi annes-si alla struttura. Ne deriva la mancanza del certificato di agibilità dell’immo-bile in questione. Una doccia fredda dunque. Contro il provvedimento comunale è pos-sibile ricorrere al TAR di Pescara entro fine mese. Per i commer-cianti cittadini si tratta indub-biamente di una notizia positiva, naturalmente di segno opposto per la società Fornace srl che aveva affittato gli spazi alla so-cietà lombarda rappresentata da Antonio Palloni con quartier generale ad Osimo. Riepiloghia-mo fatti e date. Nel dicembre 2008 l’amministrazione Passe-ri approvò la perimetrazione dell’investimento “La Fornace”. L’anno dopo, i proprietari delle aree presentarono la richiesta di

realizzare il solo fabbricato a de-stinazione commerciale sul lotto n.5. Nel 2010 il Comune rilasciò il permesso di costruire. Quattro mesi dopo , a metà luglio , la SMA richiedeva un parere preventivo teso al rilascio di un’autorizza-zione per una media struttura

di vendita da esercitarsi dentro la Fornace. Il 2 agosto 2010 però l’ufficio comunale le comunicava di precisare meglio chi fosse la società richiedente, al punto che soltanto alla vigilia di Natale la società lombarda presentava la necessaria richiesta di autoriz-zazione ad aprire. Si arriva così al 16 marzo scorso: per Pasqua-riello non c’era e non c’è l’agibili-tà dei locali. La SMA non ci stava e presentava le proprie osserva-zioni, chiedendo che l’autorizza-zione venisse rilasciata ma con la condizione della ultimazione dei lavori e il conseguente rila-

scio dell’agibilità. Per il Comune fa fede la legge Tognoli sui par-cheggi: nelle nuove costruzioni e nelle aree di pertinenza delle stesse, servono parcheggi in mi-sura non inferiore ad un metro quadrato per ogni dieci metri cubi di costruzione. Inoltre, l’en-

te locale specifica che l’approva-zione del permesso di costruire relativo ad un centro commer-ciale non crea l’obbligo in alcun modo del rilascio dell’autorizza-zione commerciale. Non solo. Il rapporto di copertura va calco-lato in rapporto alla superficie fondiaria e non alla superficie territoriale. E allora: il calcolo va fatto sulla superficie del solo lotto interessato dalla realizza-zione del fabbricato. L’amministrazione guidata da Remo Giovanetti si fa forte anche del parere legale espresso dallo studio dell’avvocato Lorenzo

Passeri Mencucci. Il centro commerciale previsto è costituito da un locale al piano terra di complessivi metri qua-drati 1370 dove vendere generi alimentari e non, oltre a un’area esterna a raso di metri quadra-ti 950 da adibire a parcheggio esclusivo. L’immobile, secondo

il contratto preli-minare di locazione siglato tra gli am-ministratori della società la Fornace srl (Alessandro Acciavatti e Fabri-zio Girolimetti) e il direttore generale Antonello Siniga-glia della SMA spa, dovrà essere com-pletato, finito ed agibile, entro il 30 giugno prossimo. Si contempla la facoltà di proroga fino al 31 dicembre 2011. In caso di ritardo nella consegna dell’im-mobile, la Fornace

srl sarà tenuta a pagare 200 euro al giorno. In ogni caso il diniego del Comune sta facendo sospen-dere l’efficacia del contratto pre-liminare.E’ interessante però apprendere che il canone della locazione si compone di due parti: una fissa (di cui non c’è traccia nella co-pia, consultata da Lacerba, del contratto preliminare di loca-zione) e una variabile determi-nata nel 2,5% dei corrispettivi, al lordo dell’Iva, registrati dal supermercato in ogni anno che eventualmente eccedano i 5 mi-lioni di euro.

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pUBBLIcItA’ ELEttORALE

IO CI METTO IL CUORE, VOI DATEMI FIDUCIAMi ripropongo in questa tornata elettorale perché ho a cuore il futuro di Penne e dei nostri figli, e anche perché non ho mai smesso di avvertire in me il bisogno di fare qualcosa per il mio paese e per la mia terra soprattutto in questo momento, sto-rico e sociale, che rasenta il dramma. Insieme ad alcuni amici abbiamo messo su la lista civica PENNE NUOVA per costruire insieme nuove opportunità per la nostra città, un futuro mi-gliore per i nostri giovani e una vita meno difficoltosa per i no-stri anziani. La lista civica “PENNE NUOVA” è molto variegata nelle personalità che la compongono, con una giusta combina-zione di giovani, vogliosi di apportare nuove idee alla politica e meno giovani come me, ma con ancora tanto entusiasmo da mettere al servizio della cittadinanza.PENNE NUOVA E’ una lista civica che è nata con una parola d’ordine: CAMBIARE!

E’ una lista civica che ha sotto lente il tema principale dei beni comuni: IL LAVORO- LA SALUTE- L’AMBIENTE- IL TERRITO-RIO- LA SICUREZZA, valori di cui tutti hanno bisogno ma che possono essere fortemente degradati da una politica irrespon-sabile che non si dedica alla loro tutela.E’ una lista civica che vuole dare giusto ascolto a quei cittadini in difficoltà, e a tutte quelle persone che hanno poca voce per farsi sentire ed aiutare, da coloro che rappresentano le istitu-zioni.

pER cOStRUIRE INSIEME IL NOStRO fUtURO E QUELLO DEI NOStRI fIgLI ALLE cOMUNALI vOtA LA LIStA N. 3 pENNE NUOvA: DI SIMONE vINcENzO

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Su misura ed a pelleB.Lup.

PENNE – Pensare alla giacca come a una seconda pelle: non si muove, non tira e non si sgualcisce. E’ una delle soddisfa-zioni cui mira la squadra di sarti che Brioni invia per le proprie boutiques sparse in tutto il mondo. Il marchio più in degli Stati Uniti è dunque capace di esportare, oltre ai suoi rinomati abiti, anche i maestri del “su misura”, formati ormai da venticinque anni nella scuo-la pennese dedicata al co-fondatore Nazareno Fonticoli. Angelo Di Febo e Francesco Marrone sono gli ambascia-tori di punta guidati dall’esperto Ange-lo Petrucci; per anni un ruolo coperto da Checchino Fonticoli. All’attivo hanno tanti anni di viaggi e di incontri con l’e-lite mondiale. Illuminante il fatto che a New York ci fosse la fila davanti alle ve-trine della boutique. Angelo Di Febo era infatti lì per un “trunk show”, a prendere cioè le misure ed a rifare in molti casi il guardaroba: ovviamente costosissimo. Specie gli americani chiedono una certa personalizzazione dell’abito. L’età me-dia dei clienti si è molto abbassata. Gli statunitensi sono comunque i più sem-plici, dicono in Brioni: anche i grandi uo-mini creano subito un contatto umano. Ci sono quelli che hanno la conoscenza del prodotto e sanno come vogliono sentirsi addosso una giacca. La bravu-

ra degli artigiani vestini è interpretare queste sensazioni. Così come informare i clienti che ci sono tessuti pregiatissimi con i quali non partire in aereo perché si sgualciscono oppure distinguere l’abito da giorno, da pranzo, da sera e da viag-gio. Spiega Angelo Petrucci, pennese, il capo-team:”Ormai nel mondo uno dei problemi principali è trovare sarti validi che possano mettere le mani sui nostri capi per poterli adattare ai clienti con la stessa cura dei sarti Brioni. All’estero, vivono e lavorano diversi professionisti vestini istruiti nella nostra scuola d’al-ta sartoria che da alcuni anni collabora anche con i giovani designer del Royal College of Art di Londra ed ora anche col Politecnico di Milano”. Maestria sar-toriale e qualità insomma sono i valori aggiunti di Brioni. Decine i suoi clienti davvero vip, dal calcio al cinema, ma la privacy impedisce di dirlo. Barack Oba-ma però è stato sorpreso da una foto in cui un refolo di vento ha fatto vedere la firma di Brioni sulla sua cravatta rossa. Ma dispone anche di alcuni abiti made in Penne. L’ex tecnico dell’Inter Mou-rinho, gli attori Tom Hanks, Ralf Fiennes e Michael Douglas in occasioni ufficiali, e non solo, hanno indossato un abito Brio-ni. Manco a dirlo: su misura.

(Foto a sinistra: Marrone; a destra Di Febo)

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L’arte ora non aspetta piùNella splendida cornice del palazzo De Leone - Castiglione è stato inaugurato il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Penne. Viene così coronato da successo l’impegno delle amministrazioni pennesi degli ultimi vent’anni teso ad ampliare l’offerta museale della città.

di Alessio Turchi

Il Sindaco, Donato di Marcobe-rardino, ha dichiarato: “Si tratta di un museo di eccezionale va-lore, la cui apertura è uno dei risultati di questa consiliatura a cui maggiormente tengo. Desi-dero ringraziare tutti coloro che si sono impegnati per giungere a questo risultato, a cominciare dai miei predecessori, che hanno svolto un eccellente lavoro in tal senso. Va sottolineata anche la disponibilità manifestata dalla Banca di Credito Cooperativo di Castiglione Messer Raimondo e Pianella, le cui casseforti han-no a lungo ospitato molte delle opere che troverete esposte nel museo.”Per coordinare e promuovere la gestione del patrimonio artistico vestino, inoltre, è stata costituita lo scorso 4 aprile la Fondazione “Penne musei ed archivi Onlus”. In un periodo di bilanci magri e di scarsa attenzione alla cultura, vista da troppi come una spesa anziché come un investimento, l’inaugurazione di un museo per il quale vi è stata un’attenzione costante nel corso di molti anni è un segnale di salutare contro-tendenza.Le opere sono esposte in sette sale tra loro collegate, mentre il corridoio ad esse adiacente ver-rà messo a disposizione per mo-stre limitate nel tempo; quest’ul-timo aspetto, come sottolinea l’Assessore alla Cultura Remo Evangelista, “è molto importante

nell’ottica di un museo non stati-co ma dinamico, che può dare la possibilità a sempre nuovi arti-sti di fare apprezzare le proprie realizzazioni”.La mostra espone stabilmente opere provenienti da tre dona-zioni, effettuate in tempi diver-si: la prima del famoso maestro Remo Brindisi, datata 1992, e comprendente 243 realizzazioni tra incisioni, olii su tela, stampe e tempera ad olio. Vi è poi una parte della celebre collezione del diplomatico e critico d’ar-te Enrico Galluppi, donata nel 2003 e composta da 56 tele, la cui catalogazione è stata curata dal professor Giancarlo Bojani. Di esse, 27 sono state certificate come autentiche e sono esposte in due sale, mentre le rimanenti sono in attesa dell’attestazione di originalità.La terza e più recente dona-zione è quella della famiglia Di Fabrizio-Savini, acquisita con

deliberazione comunale del 22 febbraio 2011. Le 24 opere che la compongono, regalate ai co-niugi Biagio di Fabrizio e Liliana Savini da Remo Brindisi, sono esposte in una sala dedicata alla memoria del loro figlio Davide Di Fabrizio, scomparso nel 1994. Proprio a Davide è dedicata l’o-pera numero 9, intitolata “Auguri compleanno Davide”, realizzata per lui nel 1990 in occasione del suo diciottesimo anniversario.L’amicizia tra il maestro Brindisi e la famiglia ebbe origine in oc-casione della prima edizione del Premio Nazionale “Città di Pen-ne”, nel lontano 1979. Da allora Biagio e Liliana, con i figli Davide e Giovanni, fecero spesso visita all’illustre artista pennese nella sua casa-museo di Lido di Spina, portandogli prodotti tipici del-la nostra terra come giuncate e olio. Brindisi apprezzava molto anche l’abilità di Biagio come sarto, commissionandogli nu-

merose giacche, che volle sem-pre pagare. Nel corso degli anni il rapporto d’affetto tra il pittore e la famiglia si sviluppò sempre di più, come testimoniano le nu-merose opere regalate da Brin-disi in occasione di anniversari e cerimonie quali cresime e comu-nioni dei figli.Liliana Savini, spiegando il mo-tivo della donazione, ha detto: “Abbiamo voluto dare alle ge-nerazioni future la possibilità di usufruire della bellezza delle opere d’arte di un nostro caro amico e rinomato conterraneo; l’intitolazione della sala in cui verranno esposte a nostro figlio Davide contribuirà a mantenere vivo il suo ricordo in tutti coloro che gli volevano bene e ne ap-prezzavano le qualità umane.”E Davide era davvero una perso-na splendida, sempre pronto ad aiutare gli altri e pieno di pas-sione per tutto ciò in cui si impe-gnava: vicebrigadiere in servizio presso la Stazione dei Carabinie-ri di Roma Trionfale, era attivo in chiesa e amava la pallacanestro, sport nel quale si fece apprez-zare come arbitro. Ammirare le opere di Remo Brindisi in una sala dedicata alla memoria di Davide Di Fabrizio permetterà ai visitatori di rendere omaggio a due nostri concittadini di cui essere orgogliosi.

(Foto - a sinistra: “Tre fanciulle” di Carlo Barbieri; sopra: opera di Brindisi)

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NEWS fINANzA AgEvOLAtA cONtRIBUtI A fONDO pERDUtO pER AcQUIStO, REcUpERO E cOStRUzIONE. pRIMA cASA

BANDO 2011

SOGGETTI BENEFICIARI

• Cittadinanza in uno degli Stati dell’Unione Europea;

• Residenza attuale o attività lavorativa nel Comune ove si realizza lo stesso;

• Non essere proprietari di altro alloggio adeguato;

• L’alloggio deve avere superficie massima di 110mq.

• Non avere usufruito di altre agevolazioni pubbliche per le stesse finalità:

• I lavori non devono essere ultimati alla data di presentazione della domanda.

INVESTIMENTI AMMISSIBILI

• Acquisto alloggi;

• Costruzione alloggio;

• Recupero alloggio;

• Interventi su edifici destinati a fini non abitativi.

• Si tiene conto degli investimenti effettuati negli anni 2009/2010.

REQUISITI

Per l’acquisto: contratti di compravendita stipulati negli anni 2009/2010 ( è valido anche il compromesso stipulato entro il 31/12/2010)

Per costruzione e recupero: i lavori non devono essere terminati alla data di presentazione della domanda

pRIvAcy E’ scaduto il 31 marzo il termine annuale per la redazione e/o l’aggiornamento del DPS Privacy nonché per la predisposizione del piano

di misure di sicurezza per il trattamento dei dati personali (d. lgs. 196/2003 – T.U. Privacy).

Dott. Ivan D’Attilio

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ZERO IN CONDOTTA?BECCATI LA MULTA MORALE

La Polizia Municipale di Penne, in collaborazione dell’Istituto Com-prensivo L.C. Paratore, l’Abruzzo MTB Team Protek, nell’ambito del programma di educazione stradale denominato Pinocchio in Bicicletta ha organizzato una serie di incontri in tema di educazione stradale con i ragazzi delle classi 5 della Scuola Pri-maria e con i bambini di 5 anni della Scuola dell’Infanzia dell’Istituto Com-prensivo di Penne.Durante gli incontri in classe in cui attraverso l’illustrazione della storia di CODICINO ii bambini hanno appreso le regole principali del codice della strada, nonché le norme sul corretto uso della bi-cicletta, tutti gli alunni insieme agli Agenti della Polizia Municipale nei giorni com-presi dall’11 al 15 aprile 2011 sono stati im-pegnati per le vie cittadine per contrastare il fenomeno dei parcheggi selvaggi da parte di automobilisti indisciplinati ai quali è sta-ta consegnata direttamente dagli alunni la cd. “Multa Morale”.Essa è stata inflitta agli automobilisti che non hanno consentito, con il loro atto in-civile, il passaggio a pedoni, bambini in carrozzina, diversamente abili e persone anziane, sanzionando gli indisciplinati con lo ZEROINCONDOTTA.Dopo l’esperienza per le vie della città da parte dei bambini, per gli stessi sarà pronta una festa presso il Centro Sportivo di C.da Campetto in occasione della quale saranno giustamente premiati con la consegna dei patentini per pedoni e ciclisti.

In tale occasione la Poli-zia Municipale si sta già attivando per ri-uscire, anche attraverso l’aiuto di sponsor, a regalare ad ogni bambino coinvolto nella iniziativa un casco per bicicletta.Il Comandante della Polizia Municipale di Penne, Cap. Natalino Matricciani, dice: “Ringrazio le insegnanti dell’Ist. Compren-sivo L. C. Paratore che hanno aderito alla iniziativa, nonchè l’Abruzzo MTB Team Protek per la preziosa collaborazione, co-sì come ringrazio tutti i miei collaborato-ri che hanno consentito la realizzazione dell’iniziativa Pinocchio in Bicicletta. L’e-sperienza della MULTA MORALE rap-presenta la giusta risposta per sensibiliz-zare automobilisti, motociclisti, ciclisti sul corretto uso degli spazi della strada. E’ il modo migliore per aiutare i nostri bambini a riappropriarsi del piacere di camminare, apprendendo i fondamenti dell’educazione stradale non solo a livello teorico, ma spe-rimentandoli direttamente.”

CAMPAGNA DI EDUCAZIONE STRADALEPinocchio in bicicletta

I BAMBINI DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO

“L. C. PARATORE”

le elevano una

Multa MoralePER NON AVER CONSENTITO IL PASSAGGIO

A PEDONI, BAMBINI IN CARROZZINA,

DIVERSAMENTE ABILI e PERSONE ANZIANE

Contestandole l’atto incivile, la sanzioniamo con uno

F.C.I.

Pinocchio in bicicletta

TRANQUILLO, non c’è nessun euro da pagare. C’è da fare molto di più.

C’è da dare il buon esempio a noi “piccoli” che la osserviamo.Firma ........................................

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FEDERAZIONE CICLISTICA ITALIANA

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La Cummara a ffiure brinda al gustoSi prepara a bissare il successo della prece-dente edizione la manifestazione "Cummara a ffiure", organizzata dall'associazione culturale ARTES di Penne con il patrocinio del Comune. Anche quest'anno sono previste tre giorna-te intense dove saranno protagonisti il gusto, la convivialità e il divertimento. L'evento, che inaugurerà la stagione estiva, si terrà i pros-simi 24, 25 e 26 giugno, all'interno della villa comunale. In apertura, un interessante conve-gno denominato “VIALE DEL GUSTO DEI PRO-DOTTI TIPICI”, con l'obiettivo di promuovere le produzioni tipiche locali e proiettarle nel panorama regionale e nazionale. Interverran-no, in qualità di relatori, il critico enogastronomo Leonardo Romanelli, sommelier di fama nazionale e gli esperti Marino Giorgetti, Vittorio Festa, Angelo Tarquinio, Santino Strizzi e Giuseppe Cavaliere. Sempre nella prima giornata si terrà il Premio regionale di packaging vitivinicolo, a cura dell' ARSSA, dedicato ad una delle eccellenze del nostro territorio: il vino.

Cornice della tre giorni saranno, oltre alle degustazioni da farsi negli stand degli espositori locali, le esibizioni di famosi gruppi di musica etnica nazionali ed internazionali, dai Zim-baria, band che ha esportato la pizzica salentina nel mondo, ai Quetzalcoatl, trio messicano il cui ritmo vibrante ed il fuoco si fondono in una miscela di rara suggestione.

di Claudia Ficcaglia

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Loreto Aprutino come Sistema Turistico Localedi Stefania ChiricoCon il riordino della legislazione nazionale in materia di turismo sono stati introdotti i sistemi tu-ristici locali, intesi come forme di organizzazione del settore tu-ristico culturale proposte dagli Enti locali e dalle associazioni di categoria, per strutturare, svi-luppare, promuovere, commer-cializzare una migliore offerta turistica. Nel definire strategie e assetto organizzativo, le Regioni svolgono un ruolo determinante, poiché spetta a loro l’identifica-zione, la definizione e il ricono-scimento giuridico dei sistemi, l’integrazione tra politiche del turismo e politiche del territorio e l’attribuzione dei finanziamen-ti statali previsti dalla medesima Legge. Nel mese di settembre 2006, la Regione Abruzzo si è occupata di valorizzazione ter-ritoriale, vagliando l’ipotesi di creare dei sistemi turistici locali in quelle località regionali che vantano un particolare interesse culturale e un conseguente flus-so di visitatori. I sistemi turistici locali rappre-sentano gli strumenti concreti che permettono il totale utilizzo delle ricchezze presenti nei con-testi locali: attraverso la crea-zione del sistema il prodotto tu-ristico non viene più concepito come servizio strettamente le-gato al viaggiatore, ma elemen-to che incide sullo sviluppo del territorio e sulla valorizzazione delle risorse materiali ed imma-teriali in esso presenti. Non solo, ma il concetto di sistema pre-suppone l’integrazione di tutte le risorse presenti sul territorio

che, attraverso una opportuna valorizzazione, vengono messe a disposizione dei fruitori. Lo sco-po principale della creazione di un sistema è, infatti, la gestione completa delle risorse, conside-rate di pari importanza e merite-voli di investimenti. In quest’ot-tica, i beni agricolo-industriali come l’olio e l’artigianato locale, come il laboratorio ceramico Castelli, diverrebbero gli elementi essenziali su cui operare per la costituzione di un sistema locale che at-tiri flussi turistici. Intorno a questi si organizzerebbe l’offerta di tutte le altre ri-sorse territoriali.Nella regione Abruzzo il territorio loretese è da tempo considerato uno dei centri rurali maggiormente affermati economicamente, grazie allo sviluppo dell’at-tività agricola, riguardante soprattutto la produzione e il commercio dell’olio ex-travergine di oliva. Oltre al-lo sviluppo del settore agricolo, è nota soprattutto negli ultimi quindici anni la trasformazione del territorio, che sta assumen-do sempre più le caratteristiche di un piccolo centro turistico. l flusso turistico che da tempo caratterizza Loreto è costituito soprattutto dalla popolazione inglese che, prima di giungere a Loreto, visita le località della To-scana e delle Marche. Da qualche anno, grazie al particolare inte-resse degli Inglesi verso Loreto Aprutino e altre località abruz-zesi, la regione è stata definita

Abruzzoshire. Ciò che ha attirato maggiormente il turismo ingle-se, oltre alle bellezze paesag-gistiche e culturali di Loreto, è stato soprattutto il mercato im-mobiliare, fiorente soprattutto nelle aree di campagna.Indubbiamente, l’Abruzzo attira i turisti inglesi anche per il clima e per le caratteristiche ambien-tali: è una regione che si estende

tra il Mare Adriatico e la catena appenninica, regione che vanta tre Parchi Nazionali e uno Regio-nale, ma la zona più richiesta è quella dell’entroterra pescarese e soprattutto Loreto Aprutino, per le sue caratteristiche geo-morfologiche, per le condizioni climatiche, per l’enogastrono-mia, per l’economia e soprattut-to per l’offerta culturale che, per assurdo, è indirettamente pro-porzionale all’estensione terri-toriale. Pertanto, considerata la varietà del territorio loretese, sarebbe auspicabile individuare la soluzione più idonea per mi-

gliorare l’offerta complessiva: l’ipotesi di creare un sistema locale, potrebbe agevolare nella presentazione delle risorse di Loreto Aprutino ai fruitori. Inol-tre, la gestione integrata di beni culturali, prodotti enogastrono-mici, artigianato, indurrebbe ad un maggiore dialogo tra i sog-getti operanti, che si trovereb-bero a collaborare strettamente,

ottenendo maggiori risultati con sforzi minori, perché condivisi. In ultimo, la “visione olistica”, indurrebbe ad osservare anche le risorse archeologiche in modo diverso: il ritrovamento fortuito di un reperto archeologico non verrebbe più considerato un “fastidio” da gestire, bensì un privilegio e il bene ritrovato non sarebbe soggetto solo a processi di tutela e di museificazione, ma diverrebbe elemento di attività, integrate a quelle relative all’ar-tigianato e all’enogastronomia a cui di solito viene riconosciuta maggior importanza.

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La pinna virens nei versi di mincionedi Candido Greco

Sabato 16 aprile il sindaco Ezio Di Marcoberardino scoprì la lapide, po-sta sotto il campanile a vela di S. Ni-cola, recante dei versi latini in onore della Città di Penne. Tali versi, detti distici, perché vanno letti in coppia, furono composti, su mia richiesta, dal poeta Giuseppino Mincione e furono fatti incidere in un marmo che il Comune ritirò e pagò, ma in-spiegabilmente rinunciò ad esporlo in pubblico. Per nove anni la lapide è stata nel deposito comunale, con mio grave imbarazzo perché sembra-va che si volesse fare affronto al Poe-ta, che pure s’era prodigato molto vo-lentieri a celebrare le lodi di Penne. Il Sindaco, già nel mese di ottobre dello scorso anno aveva ovviato ad un’altra clamorosa....dimenticanza, chiamia-mola così, fissando sulla parete di fondo della Sala Consiliare il meda-glione in bronzo di Margarita d’Au-stria, dopo che per venticinque anni era stato abbandonato in un locale del Comune. Anche in questo caso l’opera era stata voluta e finanziata dal Comune. Doveva essere esposta in occasione del IV Centenario della morte della Duchessa (1986). Questi retroscena hanno influito non poco sulla mia convinzione che è difficile fare qualcosa di buono per la nostra Città. Né i due casi citati sono le sole .... dimenticanze perché ve ne sono altre di altrettanta lunga data che dissuadono da ogni futura iniziativa culturale, anche per non coinvolgere altri .... matti come me. Ma, tornia-mo ai distici latini! Il Poeta nell’in-contro citato li lesse in lingua latina con cadenza metrica e ne dette an-che la sua traduzione italiana.I ver-si sono uno straordinario omaggio alla nostra Città, definita PINNA VIRENS, ovvero PENNE LA VER-DEGGIANTE, per aver conservato la coltivazione dell’ulivo dai tempi di Silio Italico, poeta abruzzese, for-

se di Corfinio, vissuto nel 1° secolo d.C. Allora Penne comprendeva an-che il territorio di Loreto. Mincione, giunto alla Porta S. Francesco, saluta la Città, ricordando il suo passato di studente del Seminario, dove apprese l’arte di poetare in latino e per questo le è riconoscente e le dedica i distici. L’omaggio le è anche dovuto perché essa è nota nel corso dei secoli attra-verso le storie, anche le più antiche.Nella mente del Poeta ci sono gli epi-sodi di Pultone, narrato da Valerio Massimo, e quello della stessa guerra italica, narrato da Diodoro Siculo, riguardante le donne pennesi nell’as-sedio dei Romani, le quali, minaccia-te da costoro che avrebbero ucciso i loro figli avuti in ostaggio, dall’alto delle mura con dileggio dissero agli assedianti che esse avevano sempre la fornace per farne altri.Devono essergli presenti, necessariamente, anche gli altri storici che hanno re-so la Città nota e famosa: Vitruvio che citò l’Acqua Ventina, Plinio il Vecchio che parlò delle quattro città vestine fra cui Penne emergente, e ancora Polibio, Tito Livio, Strabone, il poeta Ennio, fino a Pietro Marso che nel XVI secolo la definì Vetustis-sima Urbs, ovvero antichissima città. Sono tutti storici che l’hanno vista come antica regina dei Vestini, men-tre altri più recenti hanno parlato di “Penne la nobile” per i suoi casati nobiliari antichi come il Castiglione, il Trasmondi, lo Scorpione e più vici-ni a noi lo Stefanucci, l’ Aliprandi, il Rosa, ecc. Seguendo il Colasanti, che restrinse erroneamente le origini di Penne sul solo Colle Sacro, il Poeta dice che la Città nacque piccola e di-venne grande con il Cristianesimo, con la Diocesi, il che poi è vero per il periodo cristiano perché la Diocesi giunse ai fiumi Vomano e Pescara, andando dal Gran Sasso fino al Ma-re Adriatico. Egli segue la tradizione

che vuole la nostra Città cristiana fin dai primi anni del Cristianesimo, dell’immaginario Vescovo Patras, il che poi non è tanto lontano dal vero se la traccia più antica di Cri-stianesimo a Penne, da me trovata fin dal primo anno quando giunsi qui in Città, risale al V secolo, cosa che mi fu confermata a Roma dal famoso epigrafista Ferrua e recente-mente è stata ribadita dallo scrittore latino del Vaticano Marco Buono-core, epigrafista di livello europeo perché continuatore degli studi del Mommsen. Il nostro Mincione, più che il fantomatico Patras, nato dalla mente di un antichissimo falsario, deve avere in mente la Passio di Mas-simo, Venanzio, Comizio, Donato e Luciano, ritenuti gli evangelizzatori della nostra zona e venerati quali patroni della nostra Città, passione che egli deve ben conoscere perché l’originale del XII secolo, trasportato nel Lezionario del vescovo di Pen-ne Cantalicio, del 1503 era ancora inedito, ai suoi tempi, nell’Archivio Diocesano e fu da me dopo 486 an-ni stampato nel 1989. La Città, oltre che famosa e grande per quello che hanno scritto gli storici, è bella e gra-ziosa per il suo splendore - dicono i distici - perché costruita tutta in mattoni fin dall’antichità. In matto-ni sono tutte le sue chiese ed i suoi palazzi, splendidi quelli nobiliari che le fanno da ornamento. Il Poeta sa che Penne è la “Città di mattone e del mattone”. Del mattone perché qui i templi pagani, che hanno reso sacro il Colle del Duomo fin dall’antichità romana, sotto l’imperatore Augusto erano di mattoni costruiti sul posto, come testimoniano i bolli impressi sulle partite destinate alla loro rico-struzione. Erano i templi di VENE-RE, VESTA, GIUNONE, CERERE e della più antica OPI, dea sabina dell’abbondanza. Quello di CERERE

era sul Colle Castello, ne rinvenni un mattone bollato nella fontana di Fontemanente quando fu riportata alla luce ed è l’unica testimonianza che oggi abbiamo di questo tempio e del relativo culto. Penne è sempre stata la Città del mattone perché i fornaciai vi sono sempre esistiti da Pulfennio e da P. Tettio dell’epoca au-gustea - quest’ultimo marcava i mat-toni con le sue iniziali PTET - fino ai tempi nostri con l’ultimo fornaciaio Francesco Paolo Evangelista, morto recentemente, nipote omonimo del più celebre Scultore, conosciuto an-che con il soprannome di Sansonetti. Penne - dice il Poeta - risplende per i suoi mattoni e ne va giustamente fie-ra. La chiusa dei versi è un augurio ecologico: che Penne viva tra i suoi verdi ulivi finché le sue fonti potran-no versare fresche acque. La regina di queste fonti, giudicate perenni, l’Acqua Ventina, ha perso la sua pu-rezza, purtroppo. Un bene che non abbiamo saputo apprezzare, del qua-le, con la sua contaminazione, ci sia-mo privati. Era una risorsa che pote-va essere la nostra fortuna e, molto scioccamente sciupata, contribuisce alla decadenza attuale della Città. I versi di Mincione, proprio perché in latino, spronano la curiosità di sape-re quel che dicono. E quando questa viene appagata il lettore apprende la Storia di Penne, ma anche la ricono-scenza di un grande poeta, venuto in gioventù da noi ad abbeverarsi alle fonti classiche del Colle Sacro che oggi non ci sono più per la chiusura del nostro storico Seminario.(Nella foto: Mincione al centro)

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I 150 anni dell’Unità fra medaglie e libri

Una medaglia di bronzo (nella foto in alto) dello scultore pennese Mario Costantini è stata realizzata dal professor Roberto Antonacci della sezione me-talli del Liceo Artistico “Mario dei Fiori” per cele-brare la ricorrenza.Al centro dell’opera i Martiri Pennesi del 1837, con la celebre frase di Clemente De Caesaris: “Gioverà ricordarsi sempre e non dimenticarlo mai”, il sa-crificio degli otto giovani patrioti fucilati a Teramo dal governo borbonico per l’insurrezione.Due opere del professor Candido Greco comple-tano questa panoramica sulle celebrazioni. Nel testo a destra, l’attenzione è riservata a Clemente De Caesaris, figura assai significativa e molto di-battuta del periodo risorgimentale. Un pennese dalla vita spericolata, con l’estro letterario e la passione per la propria terra e per l’Italia che sarebbe venuta.Nel volume in alto sono contenuti gli interventi tenuti in occasione dei vari convegni che il Comune di Penne ha organizzato per focalizzare fatti e personaggi legati alle vicende vestine dell’Unità d’Italia.

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Il potere temporale

di Tonino Testa

Molto spesso gli storici trascurano o dimenticano alcuni episodi che poi si sono rivelati decisivi per alcuni avve-nimenti che hanno determinato una svolta decisiva nella storia del nostro Paese. Tra tanti, ne merita di essere ricordato uno che, in quel tempo, suscitò notevole clamore men-tre si stava compiendo il processo unitario risorgimentale. Quando la capitale del Re-gno d’Italia da Torino fu trasferita a Firenze (1865) il re Vittorio Emanuele II ammalò di broncopolmonite e le sue condizioni di salute apparvero subito molto gravi. Il cardinale di Pisa, Massi, informato della malattia del so-vrano, inviò subito un frate con il compito di “raccomandare” l’anima dell’augusto infermo (da ricordare che tutti gli artefici del Risor-gimento furono scomunicati dalla Chiesa), ma anche di compiere un’azione diplomati-ca recando con sé due fogli di carta bollata e prospettando alcune condizioni affinché il sovrano ottenesse l’”assoluzione dei peccati”. Per prima cosa, date le precarie condizioni di salute del Re (e quindi facile da convince-re), consigliò di sposare con rito cattolico la bella Rosina e poi pretese, mostrando “ani-mo benevolo”, che il Re firmasse un atto di rinuncia riguardante gli Stati del Vaticano (Umbria, Marche, Emilia Romagna) da po-co annessi al Regno d’Italia. In poche parole: la restituzione degli stati pontifici in cambio dell’assoluzione. Il Re, a quelle parole, nono-stante fosse in uno stato confusionale perché oppresso dalla febbre alta, riacquistò, all’im-provviso, la lucidità di mente e replicò con decisione. “Padre- disse- per quanto riguarda la bella Rosina sono pronto a sposarla su-bito, anche adesso, secondo il rito cattolico, ma per quanto riguarda gli Stati, di recente annessi al Regno d’Italia, dovrete rivolgervi

al parlamento e quindi al presidente del con-siglio, Menabrea, che troverete nella camera accanto”. Il Menabrea, con a fianco il generale La Marmora (entrambi accesi anticlericali), intervenne con decisione:”Frate- disse senza mezzi termini- state compiendo un atto in-degno, uscite subito…altrimenti vi farò ar-restare!”. Poi commentò:”Questi signori non si accontentano mai: se concedi loro un dito, pretendono il braccio intero!”. Il frate, senza pensarci due volte andò via quasi di corsa con la coda fra le gambe, come suol dirsi, ed informò naturalmente dell’accaduto l’alto prelato di Pisa il quale, dopo una breve, ma amara riflessione, mormorò:”Certamente si è comportato da buon cattolico, ma an-che da vero Re!”. Il dissidio tra lo Stato e la Chiesa, per il potere temporale perduto, du-rò a lungo: fino ai Patti Lateranensi firmati l’11 febbraio 1929 data in cui, ufficialmente, cessarono le rivendicazioni della Chiesa nei confronti degli “usurpatori” (come dicevano i papalini) del Risorgimento. Ma, con l’av-vento della Repubblica (1946, ma la procla-mazione ufficiale non c’è mai stata), per la sua scarsa forza unitaria, perché estranea alla storia risorgimentale d’Italia (vedi marxisti, cattolici-papalini, ecc.), vecchie nostalgie per il Potere Temporale (come del resto altre for-me di separatismo) cominciarono a riaffiora-re. E quando l’ultimo Re d’Italia, prendendo la strada dell’esilio, si recò in Vaticano per il saluto di commiato, alcuni cardinali ebbero la sfacciataggine di dirgli:”Maestà, è dal 1870 che aspettavamo questa visita!”. Il Re non si scompose, ma certamente nella sua mente balenò un triste pensiero: sapeva, cioè, di la-sciare l’Italia a degli uomini di governo che si definivano cristiani, ma solo di nome!

L’età anzianadi Francesco Di Giorgio

La vecchiaia è tempo di contemplazio-ne, di perfezionamento del dominio di se stessi. Attraverso gli anni vissuti di-ventiamo maturi, immagazziniamo tanti beni dentro di noi!L’età anziana è anche tempo di silenzio. Santa Teresa di Avila insisteva sempre sul raccoglimento e sul silenzio, soprattutto interiore. Quando eravamo più giovani, per natura e età eravamo più agitati. Con il passare degli anni corriamo il rischio di trasformarci in blocchi di granito, duri, impermeabili, immutabili. Ci chiudiamo. Sforziamoci di vivere il tempo come se fosse qualcu-no che rispettiamo, di cui ci curiamo, che amiamo. Bisogna trasformare il blocco di granito in blocco di cristallo. Dob-biamo essere trasparenti. Invecchiare è questione di trasparenza. E’ necessario ascoltare Dio e gli altri. E’ chiaro che non dobbiamo confondere la preghiera con le preghiere. La preghiera è un modo di essere e non un’attività fra le molte al-tre. Sta in essa il segreto della serenità, il segreto della gioia, il segreto di un cuo-re sempre giovane. Un ultimo punto da considerare è vedere come ci compor-tiamo: come anziani impazienti, egoisti, mormoratori, o piuttosto come anziani puri di cuore, pazienti, tolleranti, distac-cati, con spirito di sacrificio?Bisogna creare in noi un occhio nuovo e limpi-do…Sempre gioiosi, mai arrabbiati con la vita. Grati al buon Dio per l’età che abbiamo raggiunto!

La PULSAR verso nuovi traguardi e successiDomenica 17 aprile nella Chiesa dell’Annunziata l’Associazione PULSAR si esibì nei suoi canti annuali sulla Passione di Cristo.Ai canti suddetti, raccolti da Elvira Nobilio e da Franca Mulciri Orsini, passati nel repertorio dell’Associazione e pubblicati nel volumetto: “La Passione di Penne” (2004), quest’anno la mezzosoprano Franca, che ha la responsabilità del Coro Pulsar, ha voluto aggiungere il Miserere del maestro di cappella della Cattedrale di Penne Nicola Monti e “Le ultime Sette Parole” nell’Agonia di N.S. Gesù Cri-sto, di Clemente Rasicci con musica di Domenico Michelangelo. Due novità, sia perché il Miserere si adatta più ad un coro maschile che femminile, - come ha sottolineato il Maestro Giacinto Sergiacomo - sia perché “Le ultime Sette Parole”, predisposte per orchestra sono state adattate al pianoforte dall’abilissimo Maestro con risultato eccellente e soddisfacente per tutti, compreso lo stesso Coro e della presidente dell’Associazione Graziella Notturno. Alla tromba, altrettanto raffina-to, il prof. Giuseppe Sergiacomo. Il libretto del Rasicci e del Michelangelo (a.1858) - scoperto da Candido Greco nel 2006, stampato nel 2008 a cura del medesimo, del prof. Mincione e del M.° A. Piovano, col patrocinio dell’editore Giuseppe Cantagallo, sensibile alle opere mu-sicali - con questa prima esecuzione fu fatto conoscere al pubblico pennese che con intensi applausi mostrò il suo gradimento al Coro, ai Maestri, alla Mulciri-Orsini ed alla presidente Graziella Notturno. Altra novità fu la lettura a più voci del poemetto dialettale Via Croce di Cesare De Titta, trasportato in vernacolo pennese, e quella delle Laudi di Iacopone da Todi, fatta con bella espressività dalla dott. Serena Valentini. Ottimi i risultati. L’esecu-zione ebbe momenti edificanti negli a solo della Mezzosoprano. Come sempre efficaci, per l’Arte e le emozioni che suscitano, i disegni del Mae-stro.Giuseppe Pancione.

Una ricca befana per Giogio’Consegnato all’associazione AGEOP il ricavato dello spet-tacolo di beneficienza.Sono stati versati nei giorni scorsi all’AGEOP Ricerca Onlus di Bo-logna, associazione che si occupa dell’assistenza alle famiglie dei bambini ricoverati nel reparto di ematologia oncologica, due as-segni del valore complessivo di 8,813.84 euro, ricavato della mani-festazione la Befana di Giogiò. L’evento, nato da un’idea di Andrea della Valle e svoltosi durante le passate festività natalizie, è stato organizzato dalle associazioni Avis Comunale e Govec di Penne, con il supporto di molte altre associazioni cittadine, che in questo modo hanno voluto esprimere solidarietà ad un piccolo paziente di Penne affetto da una grave patologia, oggi in via di guarigione. La cifra totale raccolta, pari a 12,701.19, utilizzata in parte anche per pagare le spese, è stata il risultato della vendita dei biglietti per lo spettacolo dei cabarettisti Marco Papa e Nduccio che si sono esi-biti gratuitamente, e del contributo di privati cittadini, ditte locali e delle parrocchie pennesi. (Sotto: il bilancio dell’evento)Befana di Giogiò 2010-2011 Bilancio finale

USCITE ENTRATEPalazzetto € 288,00 Proventi vendita Biglietti € 8.000,00

Permessi palazzetto € 610,82 AVIS Comunale Penne € 1.000,00

€ 600,00 Offerte libere serata ed offerte per CD Giuseppe Teodorico € 637,30

Tipografia + volantini € 530,00 Offerte Messe Epifania € 563,89

Palco + telo proiettore € 200,00 Offerta privata € 500,00

Affissione manifesti € 65,00 Offerta privata € 500,00

Spese varie e telefoniche € 500,42 Offerta privata € 500,00

IRPEF-IVA € 423,11 Offerta privata € 400,00

SIAE € 670,00 Offerta privata € 300,00

Offerta privata € 100,00

Offerta privata € 100,00

Milan Club € 100,00

Totale uscite € 3.887,35 Totale entrate € 12.701,19

Totale devoluto in beneficenza (differenza tra entrate ed uscite) € 8.813,84

Assegno circolare n° 52-52824944 03 emesso da BLS Penne € 6.455,79

Assegno bancario BCC n° 0002812097 02 emesso da c/c AVIS Penne € 2.358,05

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Il guazzabugliodi Fausto Bufarale

Avevo da poco terminato l’ambulatorio, in una cittadina dove gli ambulatori sono all’interno dell’ospedale. Il nome dell’ospe-dale? Enrico Mattei. Andai a fare un giro in piazza, la piazza si chiama come l’ospedale. Poi nel pomeriggio, in cui ero reperibile, mi recai sulla sua tomba. Ero a sostituire la pe-diatra di Matelica, e Mattei é da sempre un mio idolo. Puntualmente mi scappa qualche lacrima quando vedo, nel film, la scena in cui va a visitare un paesino del Sud ed annun-ciando di aver scoperto metano lì da presso, dice alle mamme di far tornare i figli dalla Germania perché c’è lavoro, e le povere don-ne s’inginocchiano. Eppure Mattei era un trasformista, prima fascista, poi partigiano, poi democristiano ed amava ripetere che i partiti politici erano per lui come i taxi. Si rivota per il sindaco a Penne e nelle liste c’è di tutto, riciclati, ricompattati, redarguiti, re-cuperati. Purtroppo il grande Mattei se n’è andato in un incidente aereo, se vivesse oggi lo chiamerebbero, come si usa, voltagabba-na, ed é per questo che in questi giorni, dove tutti accusano i candidati di girare secondo il vento, che io non mi associo alla critica, per-ché penso che per un politico il partito conti poco, quel ch’é importante é il benessere so-ciale di chi è governato. Un po’ di notti fa pas-savo davanti ad un palazzo di piazza Luca, ri-pensavo ad una campagna elettorale di tanti anni fa. Il Professore aveva lì il suo quartier generale. Tutt’intorno le truppe di France-schiello al grido “Francia o Spagna, purchè se magna”. E si mangiava, perché avevamo un’azienda che dava lavoro a tantissimi. Poi c’era l’ospedale, la seconda colonna, e, con-trariamente alle leggi della statica, con due colonne il paese reggeva. Io, miei cari lettori,

sull’onestà dei candidati proprio non dubito. Ci sono miei amici d’infanzia, figli di amici di mio padre, ragazzi che ho conosciuto da piccoli. Il problema é che manca non la famo-sa quinta colonna, sinonimo di qualcosa che viene in aiuto nei momenti di difficoltà, ma la terza. L’azienda che per Penne era un filone aurifero é in difficoltà. Ogni tanto si legge di qualcuno che va a Ghotam City a prendere le misure a Batman, ma per molti c’è lo spettro del licenziamento. E l’ospedale? Attualmen-te si operano solo le urgenze, non è possibile togliere le cisti ovariche alle signore, a meno che qualcuno non le torca, perché la torsio-ne di cisti ovarica è un’urgenza. Riuscirà il nuovo sindaco a sbloccare tutto questo? Della serie “Le cose impossibili le facciamo subito, per i miracoli ci stiamo attrezzando”. Ma ciò non vuol dire che sono pessimista, é contrario alla mia natura e poi amo troppo Penne, dove ho vissuto metà della mia vita, nel senso che dovrò viverci altri 53 anni. Sa-remo governati da una persona perbene, si creeranno posti di lavoro (assessori, consi-glieri, consulenti), c’é il turismo, il patrimo-nio naturale e gli assi portanti, ospedale ed azienda tessile, potrebbero rinascere a nuo-va vita. Nel frattempo godiamoci il periodo elettorale, con i cittadini impegnati in drib-bling alla Rooney per sfuggire ai candidati e con i candidati impegnati tutte le sere ad ingurgitare ciofeche nelle case dei contadini. Ed io mi faccio una bella passeggiata al viale, l’età avanza ed ogni tanto devo fermarmi per necessità fisiologiche, naturalmente dietro una siepe. Si, perché un bagno pubblico ce lo sognamo, e ti prego, nuovo sindaco, non farci smettere di sognare!

cON QUEStO NUMERO DI LAcERBA LO SpEcIALE ELEzIONI cOMUNALI A pENNE E cOLLEcORvINO

XXvIII tORNEO DI cALcIO gIOvANILE “tROfEO cIttA’ DI pENNE” L’ A.S.D. Penne Calcio in collaborazione con la F.I.G.C. Comitato Regionale Abruzzo e Provinciale organizza, come da tradizione, la XXVIII Edizione del Torneo di Calcio Giovanile “Città di Penne” che si svolgerà presso il Centro Sportivo Sports Park in C.da Campetto, dal 10 al 19 Giugno 2011. Il Trofeo da sempre viene organizzato con l’obiettivo di avvicinare i giovani allo sport, dando alla manifestazione un valore di associazione, un’occasione per vivere una sana settimana di sport, da sempre veicolo di valori importantissimi come l’amicizia, la lealtà, il rispetto dell’avversario, la solidarietà, la socializzazione, l’aggregazione, l’integrazione sociale, ed il tutto nello spirito olimpico, dove l’importante è partecipare e non vincere. Si prevede la partecipazione di circa quaranta società della provincia di Pescara e il Trofeo è aperto alle seguenti categorie: Categoria Esordienti ’98, Categoria Esordienti ’99, Categoria Pul-cini 2000, Categoria Pulcini 2001, Categoria Pulcini 2002/2003, Categoria Piccoli Amici 2004/2005, Giovanissimi, nati dal 1/01/1997, Allievi, nati dal 1/01/1995, Juniores, nati dal 1/01/1993. COMITATO ORGANIZZATORE - A.S.D. PENNE CALCIO - TIE BREAK SOC.

COOP.S.D. - A.S.D. OLIMPIA PENNE

tEMpO DI BILANcI pER LE ASSOcIAzIONI SpORtIvETerminati i campionati, iniziano i play off e i play out

Si chiude positivamente la stagio-ne di campionato per le associa-zioni sportive dell’area vestina le cui squadre tutte tra i primi posti della classifica si apprestano a di-sputare i play off e i play out. Dopo una stagione difficile il Basket Pen-ne conquista i play off piazzando-si al quarto posto, il Penne Calcio quarta in classifica e il Pinnenzi Calcio a 5 si posiziona al secondo posto nella classifica di campiona-to e quinti nella classifica del cam-pionato regionale juniores. Com-plimenti al Volley Penne, al MTB Team Protek, Pugilistica Di Giaco-mo, Insieme nel Blu, a Gianfranco Cocchini per le Arti Marziali e al Circolo Tennis Penne, sempre più proiettato a livello internazionale con Alessia Camplone, per l’ottimo lavoro svolto che con professiona-

lità e devozione contribuiscono ad aumentare il prestigio del Centro Sportivo Sports Park Penne.

ARRAMpIcAtA SpORtIvA: fINALI pLAy Off - cENtRO SUD ItALIA - pENNE 07-08 MAggIO 2011Si torna a gareggiare a Penne. L’Associazio-ne Sportiva Dilettantistica Vertigo 2000 in collaborazione con la Commissione Giova-nile in questi giorni sta ospitando la fase di Play Off Centro Sud del Campionato Italiano Giovanile Under 20,18,16,14,12,10 nelle specialità di Velocità, Boulder e Difficoltà. Il centro sportivo Sports Park e Tie Break sono lieti di ospitare, dopo la grande espe-rienza del 2006 con una tappa della Cop-pa del Mondo, questo importante evento del panorama giovanile. Evento principale della manifestazione é la serata, dal titolo “... di viaggi, d’avventure e d’amicizia...”a cura di Attilio Munari e Riccardo Sky Sca-rian, nel corso della quale i due fortissimi atleti hanno presentato le loro avventure, le loro realizzazioni, i loro viaggi. La manifestazione inizia-ta alle ore 9:30 di sabato, terminerà domenica con le premiazioni alle ore 16:00. Ottima l’organizzazione della Vertigo 2000, che ol-tre ad offrire la possibilità di assistere ad un evento importante del panorama giovanile, sono più di 170 i giovani atleti, consente al nostro territorio di pro-muoversi turisticamente.

da Antonio e Claudia

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ESAMI NAzIONALI cINtURE NERE JU JItSUSi sono svolti lo scorso 9 aprile presso il Centro Olim-pico Federale di Ostia gli Esami Nazionali Cinture Nere di Ju-Jitsu FIJLKAM (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali). I commissari tecnici na-zionali hanno esaminato più di 300 Iscritti provenienti da tutta Italia che con l’occasione hanno potuto dimo-strare il proprio valore e la propria crescita interiore costante che non si ferma alla sola tecnica di questa o quella cintura, ma che continua fino ad arrivare a creare radici all’interno dello spirito dei praticanti e che fa sì che il Ju Jitsu non sia solo un’arte marziale ma un “modus vivendi” che accompagna il praticante nella vita di tutti giorni. Per la Vestina Karate Club ha brillantemente superato gli esami Cintura Nera 1° Dan Silvio Felicetti che con passione e volontà è riuscito a presentarsi in splendida forma a questo importante appuntamento ed ha posto la Città di Penne, l’area Vestina e i paesi che la compongono come realtà affermata nel panorama marziale regionale e nazionale.Spiega Silvio Felicetti (di professione è Operatore 118 A-USL Pescara ) che le in-dicazioni teorico e pratiche del Ju-Jitsu e delle tecniche di autodifesa sono utili anche per affrontare correttamente e condurre a buon esito le situazioni di emergenza per la gestione di pazienti con comportamenti aggressivi al fine di evitare con-seguenze gravi sia per l’operatore che per il paziente; inoltre, la pratica costante amplifica la capacità di di-fesa per strada e nella vita di tutti i giorni.Per chi fosse interessato a ricevere ulteriori informa-zioni sui Corsi di Ju Jitsu può rivolgersi alla Palestra Vestina Karate Club C.da Campetto Penne (PE) op-pure telefonare al numero 347.9554119.

cORSO BABy gyM “AttIvItà MOtORIA - MUSIcA - INgLESE - DIvERtIMENtO” La combinazione giusta per i bam-bini in età prescolare.E’ stato un successo annunciato il corso per bam-bini in età prescolare elaborato dalla Vestina Ka-rate Club che prevede l’abbinamento dell’attività

motoria alla musica e all’inglese con il risultato di tanto divertimento. Il corso è rivolto ai bambini dai 3 ai 5 anni. Esso è basato sull’apprendimento di abilità essenziali nella vita, attraverso il diver-timento, la ginnastica, i giochi di ruolo, le attività creative e sulla pratica degli elementi base di varie attività sportive: Atletica, Karate, Judo, Sound ecc.Il Corso Baby Gym si svolge tutti i mercoledì dal-le ore 17.00 alle 17.50 ed è diretto dalla Dott.ssa Laila Ermano, Laureata in Scienze dell’Educazione Motoria, Esperto CONI Attività Motoria Scuola Pri-maria e dell’Infanzia, Insegnante Tecnico Federale FIJLKAM e FIDAL.Spiega Laila: l’iniziativa è sorta dalla richiesta spe-cifica di alcune mamme, la proposta infatti ha un compito molto importante, non soltanto nell’am-bito ristretto dell’attività motoria, ma anche più in generale, della società civile. E’ una soddisfazione indescrivibile, continua Laila, vedere bambini così piccoli divertirsi e apprendere allo stesso momen-to. Il Corso Baby Gym prevede un programma di ginnastica per bambini unico e innovativo, nato per rinforzare contemporaneamente fisico e mente sin dalla prima infanzia. Con i movimenti si imparano anche vocaboli ed espressioni in lingua inglese e tanto divertimento.Le finalità educative del corso sono diretti allo sviluppo della capacità psicomotoria e coordina-tiva, al senso del ritmo, la mobilità articolare, la destrezza, l’agilità, la velocità di esecuzione l’e-quilibrio e la socializzazione. Il bambino impara il significato di lavoro di squadra attraverso giochi e gare di squadra, così da comprendere la bellezza e l’utilità del lavoro di gruppo e la condivisione delle cose con gli altri. Questo tema è stato studiato per incrementare la fiducia dei bambini in se stessi e per aiutarli ad apprezzare le abilità e le capacità degli altri; verrà spiegato perché è importante te-nersi in forma, mangiare sano e praticare attività sportiva. Gli obiettivi di questo eccitante corso so- no quelli di

sfruttare la principale in-nata modalità di espressione del bambi-no, ovvero il movimento. Le lezioni di gruppo per-mettono ai

bambini di:• migliorare le competenze corporee, il coor-

dinamento, l’armonia, la flessibilità, la disin-voltura, l’equilibrio, la forza ed il controllo dei propri movimenti;

• aumentare la propria consapevolezza delle diverse parti del corpo, nei confronti dello spazio e del tempo, conoscendo i propri limi-ti e punti di forza;

• mettere le basi per la conoscenza di buone tecniche di rilassamento, respiro e stiramen-to per stimolare le percezioni tattili e senso-riali;

• inoltre, i bambini hanno l’opportunità di es-sere introdotti ai suoni della Lingua Inglese, associandola ad una situazione divertente, per facilitare il loro futuro approfondimento della lingua.

La caratteristica del Corso Baby Gym è il movi-mento abbinato anche alla lingua Inglese, attività motoria con la musica. Una Lezione a settimana della durata di 50 minuti così suddivisa: 5/10 minuti di introduzione, so-cializzazione, proiezioni video; 30 minuti di mo-vimento ludico/motorio, esplorazione del corpo; 10/15 minuti di attività di rielaborazione, si dan-no spiegazioni e delucidazioni.