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Lamezia mese ottobre rotary

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Mensile in edicola dal 1994 e, dal 2014 anche on.line Si parla del bello, di ciò che è positivo, a tutto il resto ci pensano altre testate

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Alice è una cagnolina di circa due anni. E’ ospite al Rifugio Fata Onlus a Lamezia. La struttura è la sede locale della Lega Nazionale per la Difesa del Cane e ospita circa 130 cani accolti dal territorio. Alice vive al rifugio(auto finanziato) in attesa di adozione.E’ stata ritrovata, quando aveva solo tre mesi, in una stradina di campagna insieme a due fratellini che sono stati già adottati.E’ molto bella ed ha un carattere bellissimo: socievole e vivace.Razza tipo brácbrador. Taglia medio piccola , 12 Kg da amare e coccolare. Pronta per essere adottata Per informazioni e colloqui pre affido rivolgersi a

RIFUGIO FATA 340 59 10 203

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La globalizzazione sta determinando una diffusa disuguaglianza ed una conseguente crescita delle povertà. I mercati finanziari accumulano ricchezza a discapito dei sistemi produttivi, che vedono restringersi sempre più il loro campo d’azione, innescando nuova disoccupazione e nuova precarietà. Il benessere delle persone e delle famiglie diminuisce insieme alla difesa della tutela dei diritti. E in questo contesto torna a crescere il fenomeno migratorio e della mobilità delle persone, che rivendicano e ricercano lavoro, tutele e un welfare pubblico più solidale.

Perdono rilevanza gli Enti Nazionali e quelli Locali, i poteri di garanzia e gli attori della democrazia rappresentativa, le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria, gli istituti di credito e quelli religiosi. Prevalgono la deregolamentazione, la fluidità e la flessibilità dei rapporti professionali e sociali. Dilagano la sfiducia nelle Istituzioni e l’incapacità dei cittadini di negoziare un progetto di vita comune. Tutto ciò ha portato negli ultimi anni all’aumento di uno stato di malessere, di sofferenza diffusa nelle persone, nel senso di instabilità nei legami, sia sociali che affettivi.

In questa imperante “modernità liquida” - come definita dal sociologo Zygmunt Bauman, l’associazionismo, cosa può fare? Ne parliamo con la Dr.ssa Raffaella Gigliotti, Presidente (per il secondo anno consecutivo) del Rotary Club Lamezia Terme, uno dei Club Service tra i più storici, prestigiosi ed attivi della città, che a dicembre prossimo compie i suoi primi 45 anni di vita, tutti spesi a servizio del territorio.

Presidente, cosa può fare l’associazionismo per migliorare il progresso civile, sociale ed economico della nostra citta?Io penso che l’associazionismo

Lameziaenonsolo incontra Raffaella Gigliotti

Presidente del Rotary Club Lamezia Terme

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debba riassumere una rinnovata centralità nello sviluppo dei processi di socializzazione e di inclusione. Penso ad un associazionismo che si assuma anche la responsabilità collettiva per una società più accogliente; ad un associazionismo, che contribuisca a far crescere la partecipazione alla vita democratica, che faccia sprigionare dalla società energie positive, per rivalorizzare il protagonismo dei cittadini.Sono fermamente convinta che l’associazionismo possa e debba impegnarsi per riconquistare la centralità dell’uomo, con la condivisione, la solidarietà, la capacità di progettualità comune. Noi dovremmo essere la realtà proattiva dello stare insieme tra persone diverse, l’opportunità - per

affermare valori culturali capaci di allargare l’area della conoscenza. Certo è che dovremmo ripartire tutti dal basso. Le iniziative, i programmi a favore della collettività, non possono essere il risultato di una progettazione asettica, di una architettura mentale distante dalle reali esigenze di una cittadinanza.E l’associazionismo, che esprime da sempre una rappresentanza sociale di interessi e di aspettative - che emergono proprio dalla comunità, potrebbe concretamente rappresentare e negoziare le scelte che riguardano la collettività con i decisori istituzionali, fungendo anche da partner e da interlocutori credibili ed affidabili, perché la nostra forza sta nel mettere insieme bisogni e culture. La nostra rappresentatività è collegata alla forza dell’identità, che significa capacità di interpretare i

bisogni; una rappresentatività che non si misura solo con i numeri, ma che è presenza nel discorso pubblico, è capacità di progetto vicina alle persone e ai bisogni, è competenza, è attenzione all’efficacia, è certificazione delle attività.

E il Rotary, che ruolo svolge?E’ il Rotary di Paul Harris (del nostro fondatore), che partì dalla solitudine dei mercati della Chicago di Al Capone per cercare di salvare ciò che vi poteva essere di comune tra uomini in cerca di nuove regole in una competizione selvaggia.

Scriveva allora Paul Harris “il Rotary è un poco di amicizia tra uomini sbalestrati nell’angoscia della società del rischio, per vincere il male di vivere, dove ciascuno si sente un osso di seppia sballottato dalle ondate e non ci sono muri con in cima cocci aguzzi di bottiglia che ti possano riparare dai guasti ricorrenti.” E ancora “La nostra è un’epoca di esperimenti in un mondo in continua evoluzione e tutto ciò che si dimostra meritevole e progressista è il risultato di precedenti successi e fallimenti.” Quanta attualità in queste citazioni storiche di Paul Harris!Le scelte preferenziali fatte dal Rotary in più di cento anni di esperienza mi portano a dire che il “servizio” rivela la sua portata profetica, quale motore e propulsore di ogni attività umana, nell’atteggiamento disinteressato e senza condizioni con cui si pone davanti a ogni uomo; lo accoglie, lo fa diventare prossimo, scavalca ogni discriminazione di razza, di cultura, di condizione sociale, di religione, dando la preferenza a chi è maggiormente

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rifiutato, conferendo dignità e valore a chi ha meno titoli e diritti.

Cosa significa essere rotariani?La parola chiave è partecipazione. Essere rotariani significa prima di tutto essere disponibili.

Noi ci adoperiamo quotidianamente per rifondare i valori, umani e civili. E in una società in cui, appunto, dominano la solitudine del singolo e l’autoreferenzialità, il Rotary vuole porsi come modello di solidarietà, di comprensione, di aiuto reciproco, ma non come mero atto di beneficienza di chi può permetterselo, ma come espressione amorevole dell’uomo che aiuta l’altro, perché l’uomo esca dal proprio isolamento esistenziale e contribuisca fattivamente al miglioramento della società.Non so dire se il Rotary sia più un luogo di incontro amicale oppure più uno strumento per essere utili nella comunità civile. E’ un dibattito sempre acceso, che non

credo possa mai giungere ad una conclusione definitiva, perché l’amicizia nasce dal sentirsi utili per la società e il servizio è possibile solo quando c’è un comune sentire. Amicizia all’interno e servizio all’esterno sono due ingredienti di una preziosa ricetta che abbiamo ricevuto dal passato. La sfida di ogni anno per noi è - appunto - trovare il giusto rapporto tra questi due ingredienti. Il Rotariano testimone nel mondo del valore del servizio non può che partire - come indica il nostro motto Service above Self - dal controllo del self, quel sé stesso che deve imparare a dominare, se vuole avere la certezza di riuscire a posizionarsi above, al di sopra, con naturalezza

e spontaneità.

Una rappresentanza del Rotary Club Lamezia Terme, da Lei guidata, si è recata a Milano a settembre - per visitare Expo 2015 e per partecipare alla conferenza organizzata dal Rotary Club Milano Scala (gemellato col Club di Lamezia Terme da giugno corso) sul tema “Dieta Mediterranea: tradizione, gusto e salute, guardando al futuro”, tenuta da Paolo Barilla, vice-presidente della Barilla Spa. Ci spieghi il perché di questo gemellaggio e l’esperienza vissuta.

È stata una occasione unica - quella di associare l’esposizione internazionale ad un momento di approfondimento su un tema ad essa così specificamente collegato, e in una cornice tutta rotariana per vivere

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anche un primo momento di incontro col gemellato club milanese; una bella occasione, altresì, per condividere momenti culturali e sociali. Il gemellaggio col Rotary Club Milano Scala è nato da una semplice storia di straordinaria amicizia, consolidatasi nel tempo, con uno dei loro soci fondatori, e formalizzata - non a caso - in un anno speciale per Paese Italia - quello dell’Expo a Milano - l’esposizione mondiale che avvicina i popoli di ogni razza e di ogni nazione. Un dialogo che inizia da oggi con l’intento di avvicinare il Nord al Sud del Paese nel nome di un Rotary che accomuna, che unisce, che si confronta sui grandi temi di attualità sociale, sui tanti traguardi del progresso civile ed economico e che fa leva sull’alleanza per l’impegno verso gli ultimi e per la pace.Il Rotary Club Lamezia Terme è fiero di aver ripreso da Milano il suo cammino verso il nuovo anno sociale, allontanandosi per qualche giorno dai suoi luoghi per avvicinarsi a quelli dei soci milanesi, testimoniando così la sua volontà di tradurre al più presto il certificato di gemellaggio in un dono concreto e tangibile - per noi stessi e per le nostre comunità.

Che programmi intende svolgere e quali obiettivi ha il Rotary Club di Lamezia Terme per questo anno sociale?Spero, innanzitutto, di poter continuare a svolgere il processo di evangelizzazione

rotariana, forte del mio attaccamento ai valori morali del nostro sodalizio e dell’arricchimento umano che il Rotary mi ha donato.Lo scorso anno ho percorso insieme ai miei soci un tratto di strada importante di vita rotariana, animata da un forte senso di responsabilità e da uno spirito di servizio senza limiti di spazio e di tempo. Ho ricercato modalità ed occasioni tra le più svariate per coltivare e rafforzare l’affiatamento, l’appartenenza al Club e l’assiduità alle iniziative messe in atto dal Consiglio Direttivo. È mio desiderio continuare ad agire nella direzione intrapresa, accogliendo ogni proposta di idee e di progetti ambiziosi da realizzare, a favore del nostro territorio e della collettività più bisognosa. Vorrei - dunque - consolidare i rapporti di amicizia tra noi e tra i soci di altri Club, riproporre azioni di solidarietà destinate ai service della nostra Fondazione e alla comunità locale, così come tengo a portare avanti attività di diffusione culturale,

proponendo anche momenti di dibattito con gli attori e i decisori locali, ponendo sempre al centro “l’uomo” come motore dello sviluppo della società.Io e i miei soci siamo pronti a raccogliere la sfida contenuta nel messaggio del Presidente Internazionale “Ravi” Ravindran, che porta a esempio Abramo Lincoln, Teresa di Calcutta, Mahatma Gandhi: “Be a gift to the world”- “Siate dono nel mondo”; pronti tutti a comprendere che il Rotary è un dono per noi stessi e per chi, col nostro aiuto,

può trasformare la sua vita. Vorrei che fosse l’anno della consapevolezza che “essere rotariani” significa aver ricevuto un dono prezioso; un dono che non si tiene per sé, ma che è stato fatto per essere “donato” agli altri.

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Attribuito al lametino Raffaele Gaetano, giornalista, saggista di successo e direttore di numerose rassegne culturali in Calabria il «Premio Pandora» 2015, nell’ambito della prima sezione dedicata a coloro che si sono distinti in campo della Cultura. Il Premio, promosso dalla Testata giornalistica «Info Oggi» si prefigge di valorizzare le eccellenze professionali di chi si è prodigato per la crescita del proprio Paese attraverso il racconto quotidiano di storie e fatti che contribuiscono ad arricchire il mondo del Giornalismo, dell’Economia, dell’Etica e della Cultura a livello nazionale e internazionale. L’evento, durante il quale saranno consegnati i riconoscimenti dei prescelti di tutte le sezioni, avrà luogo sul Lungomare di Sellia Marina il 2 agosto con inizio alle ore 21 con la collaborazione del Comune e sarà condotto dai giornalisti Oriana Barberio e Ugo Florio.Il premiato Raffaele Gaetano, per il suo multiforme impegno nella sfera della cultura, ha già ottenuto numerosi riconoscimenti nazionali che lo hanno sempre spronato a proseguire questo interessante percorso con rinnovato entusiasmo.«Il prestigioso Premio Pandora certifica un’attività quasi trentennale che si è dipanata con originalità negli

ambiti più diversi dall’ideazione e realizzazione di eventi e rassegne culturali, alla scrittura di numerosi libri sul viaggio e sull’estetica del paesaggio, alle produzioni televisive» dichiara Raffaele Gaetano per il quale «la Calabria ha bisogno di cultura più che di qualsiasi altra cosa. Il nostro passato glorioso ha senso - continua - se riesce a interagire con il presente. In questo un sapere alto e riconoscibile rappresenta il giusto medium. Nella mia vita - conclude - ho sempre privilegiato le zone d’ombra nelle quali tutto si stempera producendo meravigliosi effetti».Nel corso della serata saranno consegnati i premi ai difensori dell’Etica: il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, lo scrittore Gioacchino Criaco, autore del romanzo “Anime Nere” e l’editore dello stesso, Florindo Rubbettino. Per la sezione Economia il premio andrà all’impegno dell’artigianato orafo di Tommaso Megna, sempre al passo con i vip più gettonati del momento. Per la sezione cultura sarà anche premiato il commediografo calabrese Mario Sei, autore e regista di diverse commedie e organizzatore di prestigiose iniziative sul territorio calabrese.

ATTRIBUITO A RAFFAELE GAETANO

IL «PREMIO PANDORA» 2015 PER LA CULTURA

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Quando si parla di Maurizio Carnevali il pensiero corre veloce al tempo lento del racconto, alla narrazione di storie antiche trasformate in cibo per gli occhi... Da sempre il legame tra la parola detta, la parola scritta e le immagini - siano esse dipinte o scolpite - sono la cifra dell’artista calabrese. Accade così che, invitato nell’estate appena trascorsa a un simposio internazionale di scultura a città del Lussemburgo sul tema “La porta del Lussemburgo”, gli organizzatori gli affidino - procedura del tutto inusuale! - direttamente un tema da sviluppare. Cioè, il mito fondativo della città. Un mito mitteleuropeo che, tuttavia, contiene una delle creature più amate e rappresentate da Maurizio: la donna dalla coda di pesce. Racconta la storia che la principessa Melusina avesse un patto con il marito: ogni mese aveva bisogno di nascondersi per immergersi in una vasca colma di acqua, dove si trasformava in una creatura metamorfica, metà animale marino e metà donna. Trascorsi

degli anni, quando il suo amato, spinto dalla curiosità e dagli insidiosi sospetti del proprio fratello, si nasconde per spiarla, scopre la ciclica trasformazione della moglie. A quel punto, a lei non resta che sfuggirgli: rotto il patto e svelato il segreto, Melusina non potrebbe più vivere la propria doppia esistenza. Per il dolore, si seppellisce nella roccia sulla quale è edificata la capitale lussemburghese, nelle viscere della città e vicino alle acque del fiume Alzette, con la sola compagnia di un ago d’oro con il quale, un punto all’anno, tesse una tela. Il momento in cui l’ultimo punto sarà stato aggiunto segnerà la fine della vita della città.Chi conosce l’opera di Carnevali non ha dubbi che un tema del genere sembri pensato per lui, dal momento che evoca contemporaneamente due delle sue passioni. Da un lato, la rappresentazione delle sirene, che Maurizio raffigura solo di rado nella chiave fascinosa che l’Ottocento ha conferito ai mostri dei Greci: le sirene di Maurizio sono invece esseri inquietanti e potentissimi, vendicatrici delle offese inferte al paesaggio dagli esseri umani o languenti nell’attesa dell’azione contro ogni possibile predazione del proprio ambiente. Melusina è invece la protagonista di uno dei più bei racconti di Corrado Alvaro, al quale Maurizio ha dedicato in passato una serie di quadri ed opere di grafica: la giovane con questo nome è, in uno dei più celebri racconti dello scrittore di San Luca,

Melusina a Lussemburgo

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una ragazza calabrese che viene notata da un pittore tedesco il quale, colpito dalla sua bellezza selvatica, chiede il permesso di ritrarla. Il padre della ragazza concede, senza prevedere che, nel silenzio del lavoro, tra il pittore e la sua ingenua modella si stabilirà una relazione empatica così forte che, alla fine, la ragazza si sentirà derubata della parte più pura di sé. Dunque, molte suggestioni hanno accompagnato Maurizio nel corso dell’elaborazione del progetto scultoreo: il mistero della terra e la purezza delle ragioni dei personaggi sono comuni alle sirene e alle Melusine... Così, dalle proposte grafiche

alla realizzazione in marmo, lungo i tredici giorni previsti di lavoro, la Melusina lussemburghese è emersa dalla pietra. La lavorazione dell’opera, come di consueto per questo gruppo di scultori che da anni ormai gira l’Europa disseminandola di opere marmoree, è avvenuta in un parco pubblico della città di Lussemburgo, dove ognuno degli artisti ha interpretato il proprio concetto di “porta”: un pilastro per l’organizzatore dell’evento, Raymond Lohr; una porta asimmetrica per Patrick Crombé (Belgio); una serratura che gioca tra vuoti e pieni per Marit Lyckander (Norvegia); una nuvola di

marmo per Luca Marovino (Italia); un grande orecchio per Maria Rucker (Germania). Il parco ha oggi cambiato faccia e le sculture sono state affidate dalle autorità municipali agli anziani che vi abitano in una residenza comune e ai bambini di una scuola elementare che su quel parco si affaccia. Grandi e piccoli, che hanno seguito passo passo la realizzazione delle opere, non di rado collaborando, sperimentando, imparando ad usare gli attrezzi degli scultori, sono oggi i custodi di una parte della loro memoria.

Giorgia Gargano

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Crescere per lo sport, crescere con lo sportPraticare un’attività sportiva non significa solo sviluppare energia muscolare. Lo sport è un esercizio che coinvolge il carattere, la volontà, la personalità e che, se esercitato correttamente, a positivi riflessi sulla salute psico-fisica.È universalmente riconosciuto che lo sport deve essere utilizzato, specialmente dei giovani, come un bene per potenziare le proprie capacità affermazione. Lo sport, infatti, arricchisce i rapporti sociali, offre una sana occupazione per il tempo libero, aiuta a plasmare le naturali difese contro gli inconvenienti del vivere moderno.Ma per poter beneficiare al massimo dei vantaggi derivati della pratica sportiva, è necessario avere a disposizione attrezzature idonee ed istruttori qualificati, in grado di applicare i metodi di insegnamento con competenza e consapevolezza.Lo sport, insomma, non può limitarsi ad una pratica spontanea, saltuaria, ma deve basarsi su criteri scientifici, formativi e di ricerca.Formazione del giovane atletaLa formazione fisico-sportiva dei giovanissimi ha carattere generale pur nel contesto di un indirizzo verso l’apprendimento dei gesti naturali del gioco del calcio visti nell’ottica di una preparazione giocosa e polivalente, in cui tutte le qualità fisiche, adatte alle età, devono essere adeguatamente curate e sviluppate.Quanto al ragazzo atleta, cioè avviato all’attività agonistica, intendiamo riferirci ad un ragazzo sano, forte, resistente, coordinato.Il ciclo della formazione atletica deve seguire l’età fisiologica e rispettare le leggi; grosso modo, l’eta dei ragazzi e delle ragazze corrisponde alla pubertà, fase dedicata dell’organismo in cui devono essere evitati impegni eccessivi sia dal lato organico, sia dal lato muscolare e nervoso.In questo periodo, tuttavia, l’attività sportiva può dare ai ragazzi grandi benefici, determinanti per l’equilibrio psico-fisico futuro; questo obiettivo può essere ottenuto mediante un lavoro razionale inteso a migliorare la funzionalità organica del ragazzo ed a costituirgli una solida piattaforma di efficienza fisica generale.Questi scopi possono, meglio devono, essere raggiunti con un programma ben studiato di preparazione.Bisognerà innanzitutto interessare il ragazzo presentandogli i vari esercizi sotto forma di grande gioco, sviluppandone al tempo stesso la volontà individuale e cercando di infondergli fiducia e sicurezza in se stesso.È doveroso insistere su questo punto basilare; la gara deve essere considerata alla stregua di un esame che conclude un lungo e fecondo periodo di studio formativo e generale.Nella formazione fisico-sportiva dei ragazzi si cercherà di realizzare le seguenti qualità: resistenza e robustezza organica, elasticità muscolare, mobilità articolare, flessibilità, coordinazione generale.Occorrerà sviluppare in giusta misura anche le doti di forza e di velocità; la forza dovrà essere incrementata nella fase post-pubertaria quando

l’organismo del giovane ha raggiunto un sufficiente assestamento sotto il profilo strutturale.Non bisogna però dimenticare che il giovane posto pubere dovrà superare talune difficoltà contingenti di coordinazione a causa dell’aumentata lunghezza delle sue leve scheletriche.In ogni caso la condizione generale della preparazione dovrà tenere presente la grande influenza che l’esercizio fisico agonistico ha sul sistema nervoso; quindi gli esercizi vanno eseguiti nel tempo e nei modi opportuni, con impegni graduati all’età.Piccoli campioni crescono, ma guai ossessionarliItaliani, popolo di santi, poeti, navigatori e allenatori di calcio. Ma anche di basket, scherma, danza e nuoto. Basta qualche gara seguita dagli spalti, due chiacchiere in spogliatoio e un genitore su due si sente più che legittimata a suggerire strategie e formazioni, criticare orari e metodi di lavoro. Per non parlare di arbitri e giuria: se non sono in malafede, allora di certo si tratta di perfetti incompetenti. C’è anche chi è certo di avere in casa un piccolo campione, da sgridare se non si impegna abbastanza e premiare quando conquista il podio. Chiunque abbia frequentato, anche per poco, una società sportiva può ricordare che litigate tra mamme sulla rosa dei titolari nel torneo di pallamano, padri che tiranneggiano giovani coreografe perché la figlia bella in terza fila, e non in prima. Facile capire perché la vecchia e amara battuta che gira tra gli allenatori dei piccoli atleti è sempre la stessa: “La mia squadra ideale? Tutti orfani”. Per provare ad arginare invadenza ed apprensioni di mamma e papà, si sta diffondendo di palestra in campeggio il prontuario “Dieci regole per essere bravi genitori di piccoli atleti” tradotto e adattato dalla versione originale inglese di Rose Snyder, quello che bisogna tenere a mente è che genitore e allenatore devono avere ruoli ben distinti: la parte tecnica è -senza se e senza ma- di competenza del primo mentre commenti e suggerimenti sono vietati. Si rischia di confondere il pargolo, che faticherà a capire se deve seguire consigli di papà oppure quelli del coach. Seconda regola: resistere alla tentazione di vedere un bimbo di sette anni una promessa dello sport, per poi caricarlo di speranze e aspettative. Che nella stragrande maggioranza dei casi saranno spazzate via. Secondo l’ultimi dati raccolti da Coni, gli italiani sportivi sono sempre di più e le percentuali di crescita maggiore si registrano proprio tra i giovanissimi: negli ultimi cinque anni la percentuale dei bimbi tra i sei e i dieci anni che pratica uno sport è aumentata di sei punti, sfiorando

CresCere per lo sport, CresCere con lo sport,

Centro di avviamento allo sport S. C. Juventus di Lamezia Terme

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la quota del 60%, Vale a dire più di 200mila nuovi praticanti, una tendenza confermata dagli undici ai quattordici anni, fascia d’età in cui si raggiungono numeri anche molto alti, mentre nel periodo adolescenziale si registra una decisa flessione, e dalla preoccupazione per la troppa palestra si passa in fretta a quella per il troppo divano: un adolescente su quattro non dedica nemmeno un minuto allo sport. E per chi non è ancora sicuro che non esiste un valido motivo al mondo per sbraitare dagli spalti, c’è anche un altro decalogo da tenere a mente, la “Carta dei diritti del bambino nello sport” dell’Unesco.La prima regola è divertirsi, non bisogna mai dimenticare il riposo, e poi l’ultima, la più importante: “Ogni bambino hai il diritto di non essere un campione”.

Storia del “Juventus Club di Lamezia Terme”1971Fondazione del club per promuovere e divulgare le simpatie per la Juventus di Torino, con sede prima in via Milite Ignoto, 13 e poi in via

S. Domenico, 21974Si trasforma in “Sport Club Juventus” con sede in via Col. Cassoli, 18. Affiliazione alla F.I.G.C. Ed iscrizione ai campionati indetti ed organizzati dal Comitato Regionale Calabro Settore Giovanile e Scolastico1975Campione provinciale categoria “Allievi” (finale contro la Libertas Tropea a Pizzo Calabro) e categoria “Giovanissimi”. Finale regionale “Giovanissimi” contro il Crotone a Catanzaro. Premio disciplina in entrambe le categorie. Vittoria finale nella “Coppa A. Picchi” a Pizzo Calabro1976Prima del girone B (Esterno) e finale contro la “Nuova Bella” vittoriosa nel girone A categoria “Juniores”. Seconda nella categoria “Allievi”. Non supera le eliminatorie alla “Coppa Olimpia” a Pizzo Calabro1977Non lo supera le eliminatorie al “Torneo G.B. Leone” disputato al “G. D’Ippolito” di Lamezia Terme. Premio disciplina al medesimo torneo1978Campione locale F.I G.C. Categoria “Allievi”. Campione Provinciale Categoria “Giovanissimi”. Campione provinciale del C.S.I. (Centro Sportivo Italiano). Il Presidente componente della commissione per i “Giochi della Gioventù del Lametino”. “Scarpinata do Timpone” organizzata da C.S.G. a Catanzaro Lido

1979Trampolino olimpico lametino a livello giovanile, in collaborazione con le società Bomago (Basket), Volo Virtus (Volley) e San Marco (Calcio). Campione categoria “Esordienti” e “Giovanissimi”. Finale regionale ad Amantea contro il Panebianco di Cosenza Categoria “Giovanissimi”. Campione provinciale categoria “Allievi” C.S.I. (Centro Sportivo Italiano)1980Campione categoria “Giovanissimi” F.I G.C. e Campione Regionale C.S.I. (Centro Sportivo Italiano) a Reggio Calabria, finale contro la “Fortitudo RC”1981Campione categoria “Giovanissimi” e “Pulcini”. Targa come gruppo più

numeroso alla “Panoramica di Primavera” a Nicastro1982Campione “Esordienti” trofeo alla “Maratona di San Silvestro” a Sambiase. Gruppo 1° classificato, il Club vince la “Coppa la Marinella” a Lamezia Lido1983Campione provinciale categoria “Giovanissimi”, vince il Torneo “R. Riga” a S. Eufemia Lamezia. I “Pulcini” vincono il torneo a San Pietro a Maida, indetto dal C.O.N.I. regionale. Vittoria “Coppa EPAS” (Ente Propaganda A.N.S.P.I. Sport) indetto dall’A.N.S.P.I. (Associazione San Paolo per i Circoli e gli Oratori d’Italia) con finale a Brescia. Finale regionale C.S.I. a Cirella di Diamante contro i campioni di Reggio Calabria e Cosenza, laureandosi campione regionale “Allievi”. Finale a Biella. Gruppo alla “Panoramica di Primavera” a Nicastro.1984Campione provinciale “Pulcini” e finalista regionale “Giovanissimi” contro il Castrolibero (Cs). Invito dall’A.N.S.P.I. di Brescia a partecipare alla “Giornata sportiva” del Giubileo internazionale dei giovani voluta dal C.O.N.I. (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) e dal Comitato Centrale dell’Anno Santo, tenutasi allo “stadio Olimpico” di Roma alla presenza di Papa Giovanni Paolo II. Il regista della RAI Enzo De Pasquale, di ritorno a Torino dalla Sicilia ha pensato bene di fermarsi a Nicastro per un servizio sul club da mandare in onda durante la trasmissione tv “TV7”. Gruppo alla “Panoramica di Primavera” a Nicastro.

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1985Campione provinciale “Pulcini” e Campione provinciale “Giovanissimi” (C.S.I.) a Reggio Calabria. Finale regionale vittoria del Club, finale Tennis Tavolo. Il Club, unica società del settore giovanile, non a scopo di lucro, scritta sulla?almanacco Nazionale del calcio Giovanile assieme a società professionistiche1986Apertura del C.A.S. (Centro Avviamento allo Sport) con sede in Piazza Tommaso Campanella, 18, e vittoria al torneo a Soverato, manifestazione dei C.A.S. provinciali indetta dalla F.I G.C. calabra in occasione delle finali interregionali delle categorie “Allievi” e “Giovanissimi”. Campione “Giovanissimi” e targa disciplina. Gruppo alla “Panoramica di Primavera” a Nicastro.1987Campione “Esordienti” e Premio Disciplina1988Campione provinciale C.A.S., Campione “Pulcini” ed “Esordienti”, vittoria al torneo “pino Catanea” a Pianopoli. La Juventus FC ha voluto inviare al Club il suo apprezzamento per la sua attività sportiva e sociale tramite la rivista della società “Hurrà Juventus”, facendo sapere che il Club è di notevole importanza e che il segno della sua attività si fa avvertire in tutta la Regione1989Campione “Pulcini” ed “Esordienti”1990Campione “Pulcini” ed “Esordienti”1991Campione “Pulcini” - Torneo “nuova Temesa” a Nocera Torinese. Riunione nazionale delle società di puro settore giovanile Hotel Hilton - Roma1992Invito da “Sportilia” (Accademia dello Sport) con il patrocinio dell’Assessorato allo sport, cultura e tempo libero della regione Emilia Romagna e in collaborazione con le società di Parma, Fiorentina, Foggia, Cesena, Sal e Salernitana a “In vacanza con il pallone”, stage di una settimana a Forlì. Un programma estivo di tecnica calcistica e di cultura sportiva, Staff tecnico composto da Alberto Battistoni, Agostino di Bartolomei, Giuliano Musiello. Evidente quindi che la notorietà del Club aveva varcato u confini regionali.1993Campione “Pulcini” ed “Esordienti”1994Campione “Pulcini” ed “Esordienti”1995Campione “Pulcini” - Torneo tra oratori delle parrocchie di Nicastro. Premiazione in Cattedrale alla presenza del Vescovo Rimedio.2010Riconoscimenti da arte dell’Associazione Giovani Legali (A.G.L.) per l’attività svolta a favore della crescita fisica e

morale dei giovani. Assegnazione da parte del Presidente dell’A.G.L. Giancarlo Nicotera al Presidente del Club Vincenzo De Sensi, della targa “mons. Azio Davoli” Premio per Educatori Sportivi

Durante la sua attività il club ha collaborato con la Vigor Lamezia per tre stagioni: la prima, con la residenza di Pepè Dattilo e Alberto Spelta (allenatore settore giovanile Lillino Galeno), la seconda con il professore Diego Menniti (allenatore settore giovanile Oreste D’Ippolito), la terza con il giudice Amatruda (allenatore settore giovanile Gianni Scardamaglia).Alcuni dei più noti Allievi che sono passati dal Club

Franco Talarico, Ivan Cittadino (Catanzaro)Pietro De Sensi (Palermo, attuale selezionatore Allievi Regionale)

Danilo Pileggi (Torino)Giacinto Vivace (Grasshopper)Massimo Costantino (ex allen. Vigor Lamezia ora alla Torres di Sassari)Antonio Gatto (Allenatore Beretti, Vigor Lamezia)Giuseppe Saladino (vice allenatore Vigor Lamezia)Pino Montesanti (allenatore Pianopoli)Giovannino Longo (Lodigiani)Fortunato Palmieri (record imbattibilità 1434 minuti 1986/1988 di tutte le categorie)Antonio Papaleo, Francesco D’Augello (Dirigente Promosport)Leo Viterbo (allenatore Promosport)Antonello Gaetano (direttore settore giovanile, Vigor Lamezia)Alessandro Arcieri (Nola)Franco Gigliotti (Novese, Matera, Vigor Lamezia)Pasqualino Gagliardi (L’Aquila)Antonio Caputo (Crotone)Emanuele Ionà, Fabrizio d’Agostino (Dirigenti Vigor Lamezia)Francesco Piccioni (coach Virtus Lamezia)

Approdati alla Vigor Lamezia:Francesco Ferraiuolo, Giancarlo Ferrise, Enzo Torcasio, Antonio Gigliotti, Franco Gigliotti, Antonio Dattilo, Fortunato “Fofò” Palmieri, Ivan Cittadino, Mario Caputi, Pino Montesanti, Walter Aceto, Enzo

Masi, Alessandro Maione, Niko Maione, Angelo Vitale, Francesco Menniti, Marcello Perri, Eugenio Falvo, Tony Torcasio, Benny Dattilo, Leo Viterbo, Alexandro Paolillo, Pasquale Gagliardi, Vincenzo Ruberto, Lorenzo Lazzarotti, Francesco Saladino, Gianluca Cugnetto, Flavio Stefani, Antonio Arcuri, Salvatore Arcuri, Antonio De Sando, Daniele Chiodo, Daniele Pontoriero, Pier Paolo Vitale, Giuseppe Lucchino, Renato Giardino, Eugenio Serra.Vincenzo de Sensi

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La valutazione scolastica come atto amministrativo, come procedura che deve seguire un preciso iter formale disciplinato da norme per produrre una valutazione dello studente “oggettiva” e “misurabile”. Una valutazione che deve essere attendibile, espressa attraverso un valore numerico ben definito, che certifichi le competenze dello studente italiano che deve confrontarsi con altri giovani nel mondo del lavoro e con i giovani degli altri Paesi Europei. Su questi temi si è incentrato l’intervento del dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale Salvatore Belvedere, che ha aperto al Liceo Campanella di Lamezia Terme il primo di una serie di “Incontri con l’autore” promossi dall’istituto superiore diretto da Giovanni Martello.Correttezza formale, attenzione alla “complessità” del percorso di ogni studente, rispetto delle norme ministeriali e di quelle dei regolamenti “autonomi” di ogni singolo istituto. Queste alcune indicazioni offerte da Belvedere che nel corso dell’incontro, a cui hanno partecipato molti docenti di tutte le scuole lametine, ha evidenziato l’importanza del momento della valutazione degli studenti, in quanto “la valutazione serve a certificare

le competenze dello studente, quindi dev’essere oggettiva, attendibile e corretta sul piano formale. Il voto dev’essere proiettato all’esterno e traducibile nei contesti sociali e professionali di tuti i Paesi Europei”. Ripercorrendo l’evoluzione della normativa in materia di valutazione scolastica, il dirigente ha sottolineato come ormai da diversi anni la valutazione dello studente riguardi “discipline ed attività educative”, vale a dire “oltre alla valutazione rispetto alle discipline “tradizionali”, concorrono alla valutazione tutte quelle attività attraverso le quali la scuola si apre alla società così come quelle attività che mettono gli studenti nelle condizioni di assumersi delle responsabilità organizzative nel contesto scolastico. E poi l’alternanza scuola – lavoro, che avrà un’importanza crescente nella scuola italiana ai fini della valutazione degli studenti”.Per Belvedere la valutazione “deve essere misurata in relazione al valore massimo della scala, per far emergere e valorizzare il merito” e al tempo stesso “affiancata da un’attività di accompagnamento e di sostegno all’apprendimento per gli alunni che hanno maggiori difficoltà.”

Per il dirigente Giovanni Martello, l’ultimo lavoro di Belvedere è “come un filo di Arianna che ci consente di trovare la ratio nell’ambito del sistema educativo italiano e di un mondo della scuola che è un continuo work in progress, un susseguirsi di evoluzioni normative e tentativi di riforme di fronte alle quali, come sottolinea Belvedere, è necessario ricercare un approccio unitario e coerente”

La valutazione deve certificare le competenze dello studente

IncontRo aL LIceo campaneLLa con IL dIRIGente UsR

saLvatoRe BeLvedeRe

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14 Editore: Tipografia Perri Lameziaenonsolo

In trentamila hanno invaso il Ponte Bucci dell’Università della Calabria a Rende per l’atteso speciale concerto di Cristiano De Andrè che ha ospitato Mauro Pagani e Nello Daniele. Il dop-pio omaggio a Fabrizio De An-drè e Pino Daniele, pensato e realizzato per la prima volta per

“La Notte dei Ricer-catori” dell’Unical, ha fatto il pieno di pub-blico ed emozioni. La serata, condotta ma-gistralmente da Gian Maurizio Foderaro di Radio Rai, si è ap-erta con il saluto del Rettore Gino Mirocle Crisci, che ha ritirato il “Riccio

d’Argento” di “Fatti di Musica” realiz-zato da Gerardo Sacco, assegnato all’Unical per lo speciale evento che ha unito musica,

cultura e ricerca.P e r q u e s t a speciale occasione, Cristiano De Andrè ha sfoderato un concerto straordinario. Il suo inimitabile omaggio al padre, è stato eccezi-onalmente arricchito da due grandi special

guest: l’ex PFM e pluripremiato compositore Mauro Pagani, che collaborò con Fabrizio De An-drè già da “La buona novella” e il cantautore e chitarrista Nello Daniele, fratello del grande Pino. Autentici boati hanno accolto e concluso le esecuzioni di “Don Raffaè” e “Napule è”, i due brani eseguiti da De Andrè, Daniele e Pagani per la prima volta in-

sieme, accompagnati da Os-valdo Di Dio, chitarra, Davide Pezzin, basso, Davide De Vito, batteria. Un incontro eccezio-nale che ha illuminato di emozi-oni uniche e indimenticabili la seconda edizione della “Notte dei Ricercatori”.Le circa tre ore di questo con-certo unico resteranno tra le pagine più belle ed esaltanti dei live d’autore in Calabria. Sodd-isfatti ed emozionati a fine se-rata, insieme ai musicisti, anche il Rettore Crisci, Fabio Vincenzi, delegato alle attività culturali dell’Università della Calabria e il promoter Ruggero Pegna, che ha organizzato proprio per l’Unical questo storico live.

Rende: In tRentamILa peR cRIstIano de andRe’ con maURo paGanI e neLLo danIeLe,

peR IL doppIo omaGGIo a FaBRIZIo de andRe’ e pIno danIeLe

aLL’UnIveRsIta’ deLLa caLaBRIa.

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Lameziaenonsolo Editore: Tipografia Perri 15

LAMEZIA TERME: La mia città nella nebbia

Non vi ho mai parlato della mia città, di quando, nelle serate d’inverno, le nubi si addensano sui monti e sembrano proteggerla avvolgendola in una grande coperta di lana grigia.Il Soccorso, piccola altura che sorge a nord-est della città fa da barriera ai venti che spirano da Nord e le nubi si mescolano fra le cime degli alberi nascondendo le belle ville residenziali della società bene di Lamezia.Ogni tanto, le luci delle case fanno capolino e quando la nebbia scende più giù, il castello di FEDERICO II stende le sue braccia ruvide al cielo come per chiedere aiuto, quell’aiuto che non arriva mai per una sana ricostruzione.Allora la nebbia, vagando fra i ruderi, prende la forma di fantasmi che leggeri si aggirano in cerca di antichi ricordi .L’urlo del vento, a volte si unisce al pianto del principe Arrigo, figlio dell’ imperatore, punito dal padre perchè accusato di favoreggiamento nelle aspirazioni autonomistiche dei Comuni dell’Italia settentrionale, perciò fu rinchiuso in una grotta del castello, dalla quale, sembra , riuscì a fuggire, ma, inseguito, cadde nel fiume Savuto e annegò.Intanto il rintocco delle campane della chiesa di SANT’ ANTONIO si riversa nella valle e a poco a poco riesce a lenire il dolore del principe; le ombre si impossessano della città, il grido si quieta, ed una pace serafica scende nel cuore degli uomini.S’ accendono i lampioni sul Corso Numistrano, a passo svelto il viandante torna a casa.A Nord, il monte Reventino, che cantarono Butera, Mastroianni, PANE, domina la città, e, quando la neve l’imbianca, sembra un grande diamante posato sulla terra da chissà quale fata misteriosa per farne dono a noi , poveri mortali.Ad Ovest le nubi chiudono la vista del mare e la città sembra raccolta in un grande cesto, ove piccole case dagli occhi luminosi custodiscono gelosamente i sogni dei uomini.Bella , la mia città nelle serate d’ inverno!Per Corso Giovanni Nicotera e Viale Stazione, nessuno,nemmeno un cane a passeggiare.Questa sera la mia città è più mia del solito:-Ogni alito di vento è il respiro di una persona a me cara, ogni goccia d’ acqua, una lacrima versata.Una imposta chiusa, una vita finita, il fischio del treno, una partenza senza ritorno.A proposito del treno, dovete sapere che da un po’ di anni,

la città, proprio dalla ferrovia viene divisa in due da quella piccola stazione, ove negli anni .Quaranta si sono fermate tante tradotte militari Erano Tedeschi che si dirigevano in Sicilia, poi Americani che distribuivano”gallette e cioccolato”ai bambini che la guerra aveva affamato.Finita la guerra ,ogni mattina, alle 7,50 arrivava da Sant ‘ EUFEMIA, la lettorina che portava gli studenti.Ora la stazioncina sonnecchia all’ombra della sua pensilina,gli studenti vanno a scuola con la moto, con il pullman o con la propria auto.Era bello vedere ogni mattina quello sciame di giovani ridenti, coi libri sotto il braccio, i capelli alla “mascagna”, che s’incamminavano lungo il viale per raggiungere il liceo classico Fiorentino, la scuola magistrale Panariti, o la scuola media Pietro Ardito.Adesso c’è un grande silenzio, ogni tanto sui binari sbruffa una vecchia locomotiva o un treno passeggeri che neppure si ferma.Intanto, al di là della ferrovia la nebbia ha letteralmente coperto le case.In questa parte nuova della città sorgono grandi centri commerciali. A tratti le luci fosforescenti si alternano e i lampioni sistemati a poca distanza l’uno dall’altro danno l’idea di palloncini luminosi tenuti da fili invisibili da chissà quanti angeli che stasera hanno deciso di giocare.Mi immergo nella tua notte Lamezia cogliendo nel sonno buoni e cattivi, senza rancore, senza rimpianti.La pioggia è diventata torrenziale, a poco a poco le imposte si chiudono: -La città dorme.Un lampo improvviso mi coglie col naso attaccato ai vetri del mio balcone.Segue il rimbombo di un tuono, mi ritraggo spaventata, poi torno a guardare: -Stasera la città è tutta mia...

Ines Pugliese.13 -10 2015

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16 Editore: Tipografia Perri Lameziaenonsolo

Juan Villoro, Bolaño e Daniel Sada, Quasi mai. Il libro selvaggio che io consiglio a Caterina per i due bambini accanto a noi sulla navetta per Parco Dossi Comuni. Siamo a Piazza Mazzini alle 10,30 e puntuale parte il conducente a cui tutti abbiamo fatto la stessa domanda: Quando ritorneremo? per sentirci rispondere alfine: Ci metteremo d’accordo.Sembra una favola, intanto sale Chiara e lei sa perché. I due bimbi mi confessano di amare cucinare e mi danno una ricetta con tanta tanta nutella e poi granella. Uno di loro vuol fare lo chef in Francia, primi,

secondi e voilà.Siamo arrivati all’apertura. Al cancello dell’ Orto Botanico un grande fiocco aspetta l’arrivo dell’autorità che sciolga il nodo.Osservo la fulva chioma a coda di

cavallo di Maria Teresa, le magliette verdi con su AGEPA, associazione gestione parchi, le magliette arancio della

Protezione civile e il corridoio creato per facilitare cerimonia e fotografie ai giornalisti presenti. Vedo Lina, e poi molti giornalisti, Marcello e poi i bimbi.L’Orto Botanico mi ricorda il maresciallo della Forestale Morrone quando

mi fece fare il giro in questo paradiso che, negli ultimi tempi, era abbandonato e trascurato ormai, mi dicono. Gianluca e suo amico si lanciano i birilli.

Stamani l’Orto Botanico è pulito e curato, saranno un gruppo di associazioni, sportive e non, a curarlo ed a gestirlo per dieci anni. Ci spostiamo in pineta fra la folla, alcuni li conosco altri no.

Conoscere è un verbo improprio, diciamo che li ho visti invecchiare, sempre accompagnati uguali: il marito e la moglie bella, il fratello e la sorella a cui ora si aggiunge la figlia di lui, ed io penso sempre chissà perché non ci vedo mai la genitrice della bimba, il popolo insomma del tempo che non mi appartiene.Aspetto nella folla, e poi compresa nel ruolo di cronista abusiva rimango per rispondere a Giuseppe. Mi presenta

Alessandro, Luisa e Cesare e saliamo nella pineta.C’è l’arrampicata, ci sono le arti marziali di Enzo Failla, ci sono le pizze per chi vuol mangiare e c’è soprattutto Carlotta, la bimba di Alessandro, che vorrebbe vedere i giochi.Oggi non ci sono ma si farà area giochi Sorvolando.Ritorniamo a casa ed io mi siedo accanto a Carlotta e annullo nei suoi occhi azzurri, nelle sue manine e nei suoi gesti, composti e rilassati come una dama dell’ottocento. Poi alza una mano la mette fra i capelli meglio di Emily Bronte ed io annego nel libro selvaggio di Villoro con la bellissima Carlotta di Goethe.

Parco Dossi ComuniGli occhi azzurri di Carlotta

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Sarà un Giubileo prettamente “diocesano”, che avrà il suo centro nella comunità diocesana chiamata a vivere, in tutte le sue espressioni, l’esperienza della Misericordia di Dio, la gioia di “toccare con mano” la tenerezza del Padre. La Chiesa lametina aprirà l’Anno Giubilare domenica 13 dicembre, con l’apertura della Porta Santa della Chiesa Cattedrale. Cuore dell’esperienza giubilare saranno le “missioni al popolo”, volute da Papa Francesco, che nella diocesi lametina si svolgeranno nel tempo di Quaresima: i “missionari della Misericordia”, individuati da ogni parrocchia, saranno inviati nelle famiglie per annunciare la “buona notizia” della Misericordia di Dio, dell’Amore del Padre che guarisce e salva ogni uomo. Oltre alla Chiesa Cattedrale, unica Porta Santa della Diocesi, saranno chiese giubilari per tutto l’Anno Santo i santuari mariani di Dipodi e Conflenti, mete di pellegrinaggi delle parrocchie, associazioni e movimenti da tutta la Diocesi.Comincia a delinearsi il percorso della Chiesa di Lamezia Terme verso il Giubileo Straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco. Il primo appuntamento, in preparazione all’Anno Santo, sarà venerdì prossimo 16 ottobre alle 18.30 al Teatro Grandinetti, con l’apertura del nuovo anno pastorale diocesano e l’intervento di Padre Ermes Ronchi sul tema “Misericordia, volto amico e prossimo dell’ Agàpe”. Nei mesi scorsi, si è costituito il comitato diocesano per l’Anno Giubilare che ha coinvolto numerosi sacerdoti, rappresentanti dei movimenti e delle associazioni ecclesiali, religiose e religiosi per vivere insieme un Anno di Grazia che, anche nella Chiesa lametina, dovrà produrre “frutti” spirituali, innanzitutto facendo riscoprire e vivere la propria vocazione missionaria.Delegato diocesano per il Giubileo sarà Don Domenico Cicione che, nell’introdurre l’evento di venerdì prossimo, ha sottolineato come “sia stato scelto un luogo simbolo della città per consentire una larga partecipazione e

una figura conosciuta come Padre Ermes Ronchi, che ci aiuterà ad introdurci nell’Anno Giubilare con il desiderio di fare esperienza della Misericordia di Dio e di testimoniarla ai nostri fratelli. Nell’intenzione di Papa Francesco, questo non sarà il Giubileo dei grandi

eventi e delle grandi folle, ma della riscoperta della Misericordia da mettere in pratica, come singoli e come comunità”. Riguardo alle missioni al popolo, previste nel tempo di Quaresima, Don Domenico ha riferito che “ogni parrocchia individuerà 10 persone che vivranno dei percorsi di formazione prima di essere inviati. Ci sarà una sorta di “contaminazione” tra comunità, i missionari di una parrocchia si recheranno in un’altra parrocchia e così via, per risvegliare il dinamismo missionario delle nostre comunità e rispondere al monito di Papa Francesco che ci invita ad essere “Chiesa in uscita”, pronta ad andare incontro agli uomini nelle periferie esistenziali del nostro tempo”.Ha sottolineato il carattere “diocesano” del Giubileo della Misericordia, il direttore dell’Ufficio Comunicazioni

Sociali, Don Roberto Tomaino che ha espresso l’auspicio che “l’anno giubilare possa risvegliare il dinamismo missionario della nostra Chiesa Diocesana, chiamata ad annunciare agli uomini la misericordia del Padre e ad essere volto della tenerezza dell’amore di Dio per gli uomini.” Don Roberto ha annunciato che, come opera “segno” del Giubileo, sarà realizzata la “Casa di Marta e di Maria” ad opera della Caritas Diocesana, luogo in cui i giovani potranno fare esperienza di vita comunitaria e di servizio accanto agli ultimi della società.

La Chiesa di Lamezia pronta per iL Giubileo StraorDinario Della MiSeriCorDia

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18 Editore: Tipografia Perri Lameziaenonsolo

Ho impiegato molto a leggere questo splendido libro.Non in termini materiali di pagine e righe.Ha solo poche pagine, INFATTI. Sessantu-no, per la precisione. Dovrebbe essere letto d’un fiato. Così è stato. Eppure, mi sembra di aver impiegato anni, secoli...Non è il numero delle parole spese, nar-rate: è la consistenza di ogni pagina, il peso di ogni singolo motto, di ogni frase.Sembrano tutte frasi, scritte di getto, sulla falsariga della memoria. E invece sono frasi di pietra, eterne, non soltanto nel loro contesto, ma in tutti i contesti.Mauro Vasta è uno scrittore senza tempo.In questo volume, CINQUANTASETTE SECONDI PRIMA DI MORIRE, si rivela anche uno scrittore senza spazio.Lo spazio e il tempo, infatti, si confondo-no, quasi rocambolescamente. E non solo nella trama del narrato.Ciò che leggiamo, in queste poco più che cinquantasette pagine, entra in ognuno di noi: i personaggi tutti, siamo noi; gli istanti, le riflessioni, lo scorrere degli eventi, siamo noi: persino il vuoto e il pieno delle emozioni, degli attimi di gioia e di dolore, il senso della vita, o il suo nonsenso. Tutto si inerpica su ciò che siamo, salendo come per sentieri scoscesi, mai percorsi da umani passi e tutto si concentra su vaste o anguste visuali; panorami immensi o piccoli angoli poco illuminati. CINQUANTASETTE SECONDI PRIMA DI MORIRE si rivela un percorso. Il cammino, la metafora di una vita: di ciò che siamo, di ciò che potremmo essere, di ciò in cui non riusciamo, di ciò che speriamo e di ciò che perdiamo, pur se vi siamo inesorabilmente attaccati.

Certo, leggiamo d’ un fiato il libro.Il romanzo.Il sogno.La poesia.O niente di tutto questo.E lo leggiamo, come attratti dalla fine in-evitabile, insita nel titolo, eppure, a lettura ultimata, ci accorgiamo che, proprio al-lora, il libro comincia.Cominciano le osservazioni, i ricordi, il sorriso che ci fa dire, dopo aver letto i grandi autori: “Ecco, qui, in queste pagine, c’è tanto di me”...L’universale.E’ questo che si coglie.E ci si sente attratti e, nello stesso tempo, quasi sulla difensiva.Ripeschiamo nella stessa inafferrabil-ità della nostra vita, nel nostro comune o straordinario panta rei e, immergendoci

nel fluido scorrere delle pagine, afferriamo il concetto che, uguali o diversi, noi tutti scivoliamo nelle medesime onde, anche se ci raccontiamo diversamente (a noi stessi e agli altri), anche se ci percepiamo distanti gli uni dagli altri o scostanti e imprudenti. E ci distinguiamo ora persi, ora ritrovati. Mai lontani come umanità, come esistenza. E forse soli. Ma, nonostante tutto, affratellat; vecchi e nuovi, mai per-fetti: sempre perfettibili e in movimento...Anche sul punto di lasciare il mondo e ogni palpito, ogni battito: anche cinquan-tasette secondi prima di morire...

MAURO VASTA E LA METAFORA DELLA VITA

Ci corre l’obbligo di fare una “errata corrige”, nel numero precedente, nella rubrica “un libro per amico”, curata da sempre da Maria Palazzo sulla pubblicazione “Le querce sono in fiore” di Raffaele Gaetano, non abbiamo messo la firma dell’autrice, appunto Maria Palazzo.Errata corrige, sempre nel numero di agosto-settembre, su un altro articolo di Maria Malazzo, “Emozioni e sensazioni nella pittura di Rosanna Cerutti” in alcuni numeri distribuiti è stata pubblicata un’opera che non è dell’autrice, si tratta del quadro “Le voile rose” di Claude Theberg. Ci scusiamo per gli inconvenienti