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L ʼ Asolano Periodico indipendente dʼattualità e cultura del territorio di Asola Autorizzazione Tribunale di Mantova N° 2 / 06 del 16 / Giugno 2006 Direzione e Redazione: Asola - Via Cantarane, 39 - Tel. 338 1516966 Raccolta pubblicitaria: Dario Compagnoni - Via Garibaldi, 10 - Tel. 340 5958842 Pubblicità: inferiore al 45% - Stampa: Tipolitograa Rongoni Asola (Mantova) Anno 1 N° 2 €. 1,00 Direttore Responsabile: Guido Baguzzi - Albo Giornalisti N° 110821 Novembre - Dicembre 2006 Unʼ opportunità da non perdere LA GIUNTA SPIEGA I “PICS” Commercianti, artigiani e Comune invitati a presentare un progetto di investimenti per metà nanziabile dalla Regione Lombardia L ʼ Opinione Sicurezza nazionale e legalità segue a pag. 4 Nel suo articolo “Il compromesso neces- sario” pubblicato dal Corriere della sera del 13 agosto 2006, Angelo Panebianco esordiva con unʼipotesi di fantasia. <Im- maginiamo che fra qualche mese venga fuori che lʼApocalisse dei cieli, il grande attentato destinato ad oscurare persino gli attacchi dellʼ11 settembre, con mi- gliaia e migliaia di vittime innocenti, sia stato sventato grazie alla confessione estorta con la tortura dai servizi segreti anglo-americani, di un “terrorista” coin- volto nel complotto, magari anche arre- stato (sequestrato) illegalmente. La vera rivoluzione segue a pag. 2 Lo scorso 11 luglio ad Asola sono entrate in vigore le modiche che la Giunta Cal- cina ha apportato alla viabilità del centro storico. Non staremo a commentare tali modiche perchè, no a quando le novità non sono state completamente metaboliz- zate, come ogni volta che viene imposto ai cittadini di cambiare abitudine, i giudi- zi degli interessati sono quasi sempre po- lemici e contradittori. La nostra proposta, invece, è radicale perchè riteniamo che le semplici modiche apportate, oltre ai piccoli disagi iniziali, non possano pro- durre alcun cambiamento signicativo alla vita del centro urbano di Asola. La guerra persa dallʼItalia segue a pag. 6 Crediamo che uno degli obiettivi di una Amministrazione Comunale sia quello di garantire le misure necessarie afnché qualunque soggetto economico possa es- sere incentivato a restare o a venire sul proprio territorio comunale: ciò da la ga- ranzia di uno sviluppo futuro dellʼabitato e delle condizioni sociali ed economiche di tutti i residenti. Se si parte da questo Ogni anno cʼè una guerra che si combat- te sulle strade e che costa allʼItalia 6.500 morti e 50.000 feriti. Purtroppo ci siamo abituati a sentire la cronaca di questi in- cidenti che, nella maggior parte dei casi, coinvolgono giovani, che nemmeno ci po- niamo il problema. Nè se lo pongono colo- ro che potrebbero, con provvedimenti seri, limitare questa strage assurda, che getta nella disperazione migliaia di famiglie. STARGATE di Roberto Paparini SCOMMESSE SPORTIVE Stanley International Betting Viale Belfiore, 3 Asola (MN) - Tel. 338 - 2903995 aderire al bando per il PICS che la Regio- ne Lombardia ha recentemente emanato. Cosʼè il PICS: è il Piano Integrato per la Competitività di Sistema, uno strumento in grado di favorire la cooperazione tra le Amministrazioni Locali e le piccole e medie imprese commerciali ed artigiane, al ne di apportare signicativi migliora- segue a pag. 3

L'Asolano N°2-06

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Sicurezza nazionale e legalità di Roberto Paparini Unʼ opportunità da non perdere Periodico indipendente dʼattualità e cultura del territorio di Asola Commercianti, artigiani e Comune invitati a presentare un progetto di investimenti per metà finanziabile dalla Regione Lombardia €. 1,00 Novembre - Dicembre 2006 Anno 1 N° 2 segue a pag. 6 segue a pag. 3 segue a pag. 4 segue a pag. 2 Direttore Responsabile: Guido Baguzzi - Albo Giornalisti N° 110821 (segue dalla prima) Lʼ Asolano 2

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LʼAsolano Periodico indipendente dʼattualità e cultura del territorio di Asola

Autorizzazione Tribunale di Mantova N° 2 / 06 del 16 / Giugno 2006 Direzione e Redazione: Asola - Via Cantarane, 39 - Tel. 338 1516966 Raccolta pubblicitaria: Dario Compagnoni - Via Garibaldi, 10 - Tel. 340 5958842 Pubblicità: inferiore al 45% - Stampa: Tipolitografia Rongoni Asola (Mantova) Anno 1 N° 2 €. 1,00 Direttore Responsabile: Guido Baguzzi - Albo Giornalisti N° 110821 Novembre - Dicembre 2006

Un ̓opportunità da non perdere

LA GIUNTA SPIEGA I “PICS”Commercianti, artigiani e Comune invitati a presentare un progetto

di investimenti per metà finanziabile dalla Regione Lombardia

LʼOpinioneSicurezza nazionale e legalità segue a pag. 4

Nel suo articolo “Il compromesso neces-sario” pubblicato dal Corriere della sera del 13 agosto 2006, Angelo Panebianco esordiva con unʼipotesi di fantasia. <Im-maginiamo che fra qualche mese venga fuori che lʼApocalisse dei cieli, il grande attentato destinato ad oscurare persinogli attacchi dellʼ11 settembre, con mi-gliaia e migliaia di vittime innocenti, sia stato sventato grazie alla confessione estorta con la tortura dai servizi segreti anglo-americani, di un “terrorista” coin-volto nel complotto, magari anche arre-stato (sequestrato) illegalmente.

La vera rivoluzione segue a pag. 2

Lo scorso 11 luglio ad Asola sono entrate in vigore le modifiche che la Giunta Cal-cina ha apportato alla viabilità del centro storico. Non staremo a commentare tali modifiche perchè, fino a quando le novità non sono state completamente metaboliz-zate, come ogni volta che viene imposto ai cittadini di cambiare abitudine, i giudi-zi degli interessati sono quasi sempre po-lemici e contradittori. La nostra proposta, invece, è radicale perchè riteniamo che le semplici modifiche apportate, oltre ai piccoli disagi iniziali, non possano pro-durre alcun cambiamento significativo alla vita del centro urbano di Asola.

La guerra persadallʼItalia

segue a pag. 6

Crediamo che uno degli obiettivi di una Amministrazione Comunale sia quello di garantire le misure necessarie affinché qualunque soggetto economico possa es-sere incentivato a restare o a venire sul proprio territorio comunale: ciò da la ga-ranzia di uno sviluppo futuro dellʼabitato e delle condizioni sociali ed economiche di tutti i residenti. Se si parte da questo

Ogni anno cʼè una guerra che si combat-te sulle strade e che costa allʼItalia 6.500 morti e 50.000 feriti. Purtroppo ci siamo abituati a sentire la cronaca di questi in-cidenti che, nella maggior parte dei casi, coinvolgono giovani, che nemmeno ci po-niamo il problema. Nè se lo pongono colo-ro che potrebbero, con provvedimenti seri, limitare questa strage assurda, che getta nella disperazione migliaia di famiglie.

STARGATEdi Roberto Paparini

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Viale Belfiore, 3 Asola (MN) - Tel. 338 - 2903995

aderire al bando per il PICS che la Regio-ne Lombardia ha recentemente emanato. Cosʼè il PICS: è il Piano Integrato per la Competitività di Sistema, uno strumento in grado di favorire la cooperazione tra le Amministrazioni Locali e le piccole e medie imprese commerciali ed artigiane, al fine di apportare significativi migliora-

segue a pag. 3

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Caotico era e caotico è rimasto! Fino a quando unʼAmministrazione non avrà il coraggio di fare una vera rivoluzione poco conta invertire il senso di marcia di una via o togliere lʼattraversamento della piazza. La vivibilità del centro storico resterà precaria, oppressa dal numero in-sopportabile di automobili che invadono le strade e che, spesso, mettono a repenta-glio lʼincolumità dei pedoni. Fino a quan-do le Amministrazioni non capiranno che senza una scelta coraggiosa la nostra città è destinata a “morire”; fino a quando i commercianti non capiranno che il traffi-co cittadino non favorisce, ma ostacola il loro lavoro e fino a quando i cittadini non capiranno che è preferibile riscoprire il gusto di camminare, per Asola non vi sarà alcuna speranza di sopravvivenza. Pos-siamo capire, al riguardo, lʼimmobilismo dellʼAmministrazione che teme di perde-re consensi elettorali. Possiamo capire, ma non giustificare, lʼauto dipendenza dei cittadini, che usano lʼautomobile anche solo per fare pochi metri e poi si iscrivo-no in palestra, magari perchè il medico ha consigliato loro di fare attività fisica. Ciò che invece non possiamo proprio capire è il modo di pensare dei commercianti che si lamentano della massiccia invasione dei supermercati e dei centri commerciali e poi, incomprensibilmente, si oppon-gono affinchè il centro storico divenga più vivibile. Non ci si rende conto che i parcheggi di via Libertà, via Mazzini, via Garibaldi e di piazza XX Settembre, sono assolutamente insufficienti per la crescente richiesta di posti auto dei po-tenziali clienti e che, se essi non trovano parcheggio, finiscono inevitabilmente per andare al centro commerciale? Evidente-mente ancora troppi commercianti non si rendono conto di questa inconfutabile realtà perchè, diversamente non occupe-rebbero con le loro autovetture molti dei pochi parcheggi disponibili e, come noi si “incavolerebbero”, constatando che molti altri posti macchina vengono occupati, in modo permanente dai dipendenti di ban-che, comune, dagli stessi vigili, ecc. Allo-ra, come ci si può lamentare del calo delle vendite se, di fatto, i potenziali clienti, quando decidono di venire a far spesa ad Asola, dopo aver girato a lungo, non rie-scono a parcheggiare ? Come non giustifi-carli se, alla fine, spazientiti, finiscono nel solito centro commerciale? La soluzione ci sarebbe ma, per attuarla occorre co-raggio e soprattutto unʼAmministrazione decisa a non lasciarsi condizionare dallelamentele di pochi cittadini abitudinari e privi di immaginazione. Occorrerebbero

La vera rivoluzione (segue dalla prima)

commercianti più aperti allʼinnovazione e disposti a ragionare nellʼinteresse della categoria, piuttosto che a preoccuparsi unicamente del proprio “orticello”. Con più immaginazione, si potrebbe pensare ad un centro di Asola, non più soffocato dalle macchine, trasformato in un grande centro commerciale allʼaperto, dove i pe-doni, possono gustarsi le vetrine e dove i bambini possono scorazzare in piena li-bertà, senza il pericolo di essere travolti. In queste nuove condizioni di vita anche il cen-tro storico ricomincerebbe a vivere, i negozi a lavorare, la gente a riscoprire le bellezze

Le Cascine Mantovane aprono lo spaccio ad Asola

A fine ottobre, in via Circonvallazione Sud, 63 (ex deposito Compagnoni) aprirà un nuovo negozio di alimentari del tutto innovativo. Lʼidea, in so-stanza, è quella di consentire alla donna che lavora di fare una spesa veloce, senza penalizzare la qualità e la tradizione. Il nuovo spaccio delle “Cascine Mantovane” offrirà alla clientela prodotti tipici della nostra zona ma non solo quelli. Chi entrerà avrà a disposizione una superficie di vendita di oltre 200 mq. dove sarà possibile servirsi da soli o avvalersi della professionalità di 4 persone ai banchi. La scelta potrà spaziare dalle carni suine e bovine fino alle carni bianche, a pezzi interi o preparati a crudo. Sul retro del nego-zio è stato allestito un laboratorio per la preparazione e la cottura di spiedi, arrosti, arrotolati e varie altre sfiziosità, visibile da una grande vetrata, che consentirà al cliente di osservare le varie fasi della produzione della gastro-nomia cotta. Le proposte del nuovo spaccio alimentare, però, non si fermano qui, perchè sarà anche disponibile un banco con i preaffettati, i formaggi, il latte e lo yogurt freschi. A ciò si aggiunga la disponibilità di una ampia gamma (circa 40 diverse ricette) di primi piatti precotti freschi, pronti in 40 secondi di micronde. Infine per soddisfare le richieste dei clienti più esigen-ti sarà anche consultabile un listino delle specialità europee che potranno giungere ad Asola, entro 48 ore dallʼordinazione. Ma la vera innovazione è rappresentata dalla filosofia commerciale che ha ispirato lʼiniziativa ed essa è ben rappresentata dallo slogan della ditta che recita: <Vendita al dettaglio con prezzi da ingrosso!> e questo aspetto, in un periodo in cui la famiglia media è costretta a fare economia, non è da tra-scurare, soprattutto se al prezzo contenuto si abbina una qualità medio alta di tutti i prodotti e la possibilità di risalire alle origini di ciascuno di esso, mediante un rapido controllo della filiera. Questa tipologia di negozio arricchirà lʼofferta commerciale di Asola, proiettandola su livelli allʼavanguardia, al punto da rendere meno competi-tiva la grande distribuzione. Al tempo stesso, il confronto con lʼinnovazione servirà da stimolo anche per i piccoli negozi di vicinato che dovranno a loro volta migliorare la loro offerta.

della nostra città che potrebbe diventare interessante anche come meta turistica. Credete che queste siano solo facili il-lusioni? Tuttʼaltro! Guardatevi intorno e prendete esempio da chi ha già avuto il coraggio di fare questa scelta. Oggi, un centro storico può sopravvivere solo se decide di chiudersi alle macchine e di aprirsi alla gente. Sicuramente occorre pazienza, ed occorre vincere la tendenza a conservare certe cattive abitudini, perchè le novità, prima che diano buoni frutti, vanno incentivate e consolidate ma poi, statene certi, i risultati verranno, per la soddisfazione di tutti, anche di chi ora non ha la convinzione sufficiente e la lungimi-ranza per capire come dovrebbe essere la vera rivoluzione della nostra viabilità. Gi.Ba.

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e le attività che vi si trovano. Contraria- mente a quanto avvenuto con il PIC, due sono gli aspetti salienti di questo bando: è necessario che pubblico e privato parte-cipino insieme nella progettazione e nellaredazione del progetto da presentare, è necessario individuare una zona di inter-vento omogenea, che abbia meno di 2.000 abitanti. Queste due condizioni hanno fat-to sì che si individuasse una zona com-presa allʼinterno delle vecchie mura e via Belfiore, che poi ha anche ispirato il tito-lo del progetto: ASOLA, LE ANTICHE PORTE. Nella sostanza, gli interventi che lʼAmministrazione Comunale ha previsto sono i seguenti:1) realizzazione di una rotatoria tra via Mazzini e via Carducci;2) realizzazione di una rotatoria tra via Belfiore e via Libertà;3) realizzazione di marciapiedi in via Belfiore;4) realizzazione di nuova illuminazione in via Belfiore;5) sistemazione della illuminazione nelle vie del centro storico;6) tinteggiatura della facciata di palazzo “Schiantarelli”;7) tinteggiatura delle facciate laterali del Palazzo Municipale; per un costo com-

plessivo di circa 1.000.000 di Euro, finan-ziati a fondo perduto per il 40%. I commer-cianti e gli artigiani che vorranno parteci-pare con lʼAmministrazione Comunale a questo bando, hanno invece la possibilità di farsi finanziare opere di ristrutturazione o lʼacquisto di beni per un importo fino a 50.000 Euro, di cui il 25% a fondo perdu-to e un altro 25% da restituire in quattroanni al tasso dello 0,5%. Vista la com-plessità dellʼoperazione e della necessità di un coordinamento tra i soggetti privati e quello pubblico, abbiamo ritenuto op-portuno mettere a disposizione dei com-mercianti un consulente in grado di spie-gare dettagliatamente il bando ed in grado di dare i giusti consigli per gli eventuali interventi da realizzare. A tal fine chi vo-lesse informazioni su questo bando e sul-le possibilità di finanziamento di un pro-prio progetto, può chiedere informazioni presso il Comune di Asola ai seguenti numeri: 0376/733014 (Elisa Premi) e 0376/733056 (Simona Pagani), ma biso-gna fare presto, perché il termine ultimo per la presentazione dei progetti è fissata per il 15 novembre e si vorrebbe entro il 30 ottobre avere tutti i dati necessari per la stesura del progetto stesso.Crediamo in questo modo di dare un ser-vizio in più, una opportunità di crescita ed una prospettiva futura alle nostre attività commerciali del centro storico, unʼop-portunità che potrebbe non ripresentarsi in futuro.

menti a quelle che sono le principali aree urbane destinate al commercio e allʼar-tigianato di servizio. Nel corso del 2004 il Comune di Asola aveva usufruito dei benefici di un analogo strumento, il PIC (Piano Integrato per il Commercio), che aveva consentito allʼAmministrazio-ne Comunale di rifare i marciapiedi di via Garibaldi, tutta via Piave e la Piazza XX Settembre grazie ad un contributo a fondo perduto del 50% erogato dalla Re-gione Lombardia. Anche alcune imprese locali furono beneficiate da tale interven-to, mentre altre furono escluse dalla gra-duatoria. Alla luce di quellʼesperienza, fu convocata una riunione con le attività commerciali del centro, per rimarcare la volontà dellʼamministrazione di aderire ad un prossimo bando che potesse miglio-rare il nostro centro storico e consentire alle attività commerciali di usufruire di agevolazioni finanziare per riorganizzare le proprie attività. Adesso che la regione Lombardia ha adottato questo strumento, ci siamo subito fatti carico di convoca-re le associazioni di categoria ed i com-mercianti per organizzare insieme a loro un progetto globale in grado di ricevere quei finanziamenti senza i quali sarebbe difficile partire per riqualificare il centro

La Giunta spiega i “PICS”(continua dalla prima pagina)

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Chi se la sentirebbe in Occidente di con-dannare quei torturatori? Molte persone, in Italia, statene certi, sarebbero pronte a scagliarsi contro “quei metodi indegni di un Paese civile”>. La cosa buffa è che a emettere sentenze di condanna, senza nemmeno riconoscere che esiste un “pro-blema etico” non cʼè solo un “nemico interno”, di fatto, alleato del terrorismo islamico, ma anche tante brave persone in buona fede che hanno orrore del terro-rismo, ma che credono fortemente nella “legalità”, nei diritti umani e, senza sape-re bene cosa sia, nello “stato di diritto”, che dovrebbe sempre prevalere, anche sulla salvezza di migliaia di vite umane. Come ci si spiega che in Italia, più che altrove, sia venuta totalmente meno lʼidea che la convivenza democratica possa esi-stere solo in virtù di un compromesso, precario quanto si vuole, ma pur sempre un compromesso fra lo stato di diritto e la sicurezza nazionale? Si potrebbe discute-re allʼinfinito sulle cause che hanno de-terminato in tanti italiani lʼincapacità di comprendere quali siano i valori prioritari (meglio torturare un terrorista che lasciar morire migliaia di persone innocenti) ma una cosa è certa: la guerra dichiarata dal terrorismo islamico non può essere af-frontata con gli stessi strumenti e con gli stessi princìpi con cui ci si difende dai la-dri di polli o dai rapinatori di banche. Nè si può indulgere nei confronti di chi, dopo la vicenda di mani pulite, ha teorizzato una sorta di “apologia della legalità” tra-sformando “lo stato di diritto” in una spe-cie di feticcio davanti a cui ci si dovrebbe inchinare in modo acritico. Evidentemen-te, nessuno ha mai spiegato loro che lo “stato di diritto” è solo uno strumento al-tamente imperfetto, che serve a regolare i rapporti fra le persone, in una comunità democratica, in condizioni di normalità. Uno strumento che fallisce quando scatta lʼemergenza, quando qualcuno ti dichiara guerra. Anche se queste persone “inte-gerrime” potrebbero spiegarti che, se la democrazia non rispetta rigorosamente “la legalità” diventa come i terroristi la vogliono. Resta, però, un fatto inoppu-gnabile: i princìpi vanno sempre adattati alle situazioni e i benefici della democra-zia si possono godere solo se si resta vivi. A differenza di chi antepone la “legalità” alla difesa della vita umana, noi diciamo che lo “stato di diritto” deve convivere ed adattarsi alle esigenze prioritarie dellasicurezza nazionale. Ciò significa che si deve accettare per forza un compromes-so, riconoscere che quando è in gioco la sopravvivenza dei cittadini può benis-

LʼOpinione: La sicurezza nazionale e i fondamentalisti della legalità

(segue dalla prima)

vendo, possa salvare lo “stato di diritto” e la stessa democrazia. Il rischio è che unamalintesa visione della legalità ci porti ad abbassare drammaticamente le difese, come ad esempio ad isolare, delegittiman-doli, i nostri servizi segreti, dai servizi segreti degli altri stati occidentali, in modo tale da farci perdere la più importante del-le risorse disponibili nella guerra contro il terrorismo: lo scambio di informazioni. Una classe dirigente degna di questo nome non può far finta di niente. E ̓ assoluta-mente necessario, come dimostra anche la recente vicenda dei nostri agenti segreti, grottescamente accusati di aver rapito Abu Omar, che si giunga urgentemente ad un serio confronto fra politica, magistratura e pubblica sicurezza. Ciò deve servire a ricostruire quel compromesso tra “stato di diritto” e sicurezza nazionale che in Italia, proprio in uno dei momenti più cupi e peri-colosi della nostra storia recente, è palese-mente venuto meno. Gi.Ba.

simo diventare legale anche ciò che, inaltra situazione, è illegale. Deve essere ammessa lʼesistenza di una sorta di “zona grigia”, a cavallo tra legalità ed illegalità, dove la polizia possa agire per sventare le minacce più gravi, senza che debba in-cappare in assurde accuse che le vengono rivolte da una certa magistratura, molto più adatta ad occuparsi dei ladri di polli, piuttosto che a voler dimostrare, costi quel che costi, il proprio fondamentalismo nei confronti di chi ci garantisce la sicurezza nazionale. I fautori della legalità ad oltranza non devono mai dimenticare che questo compromesso è anche lʼunico mezzo che, in condizioni di emergenza, come quelle che, sempre più tragicamente, stiamo vi-

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Non si muore di solo terrorismo, droga o alcoolismo

Cʼè una guerra che costa allʼItalia 6.500 morti e 50.000 feriti, ogni anno.

E ̓il drammatico bilancio degli incidenti stradali - Gli unici provvedimentidella recente Legge 102 intervengono solo ad incidente avvenuto. Manca la volontà

di limitare la strage. Occorrono soluzioni utili, ma non per incassare più multe.

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Prendiamo spunto da un articolo apparso sul Gazzettino del 9 settembre, per commentare le proposte dellʼAssociazione Fa-miglie e Vittime della Strada, intese a ridimensionare i numeri della strage che si compie sulle strade italiane. Le cifre sono drammatiche, se si pensa che, ogni anno, i morti per inciden-te stradale, secondo gli ultimi dati forniti dallʼIstat, sono circa 6.500 e ben 50.000 i feriti, più o meno gravi, molti dei quali restano invalidi. La cosa sconcertante è che per manifesta-re contro la guerra migliaia di persone sono sempre pronte a scendere in piazza mentre, per porre freno ad un fenomeno così cruento, come quello prodotto dagli incidenti stradali, nessuno si preoccupa più di tanto. Nemmeno i famigliari delle vitti-me, nel loro impegno inteso a limitare i danni, non ci sembra abbiano mai puntato il dito contro il vero problema. Ma procedia-mo con ordine. Le cause degli incidenti sono molteplici: al primo posto, lʼalta velocità, seguita dallo stato di ebbrezza, dalla scarsa conoscenza del codice della strada, dai malori. L̓ Associazione, insieme allʼomonimo Comitato, è riuscita a far approvare dal Par-lamento la “proposta di legge Perlini”. Il 21 febbraio 2006 la pro-posta è diventata la Legge N°102. Una legge che fra lʼatro prevede: 1) Aumento della pena per lʼaggravante relativa ai reati dʼomicidio e lesioni personali commessi sulla strada. 2) Aumento dei tempi di sospensione della patente negli stessi casi. 3) Riduzione dei tempi dellʼistruttoria penale. 4) Attribuzione ai danneggiati di una provvisionale dal 30 al 50% della somma da liquidare in parten-za. Se questi sono i provvedimenti per ridurre il numero di mor-ti sulle strade, evidentemente, se ci è consentito lʼaccostamento, “siamo fuori strada”. Facciamo notare che la Legge 102, sostan-

zialmente, si preoccupa solo del dopo incidente, quando nessuno . potrà mai più far resuscitare chi è morto. Anche la proposta del-lʼAssociazione, di comminare fino a 5 anni di carcere a chi supera i limiti di velocità, di almeno 50 Km/h, ci sembra utile unicamente per un rapido ripopolamento delle carceri italiane, con conseguen-te riduzione dei tempi che ci separano dalla prossima amnistia.Crediamo, al contrario, che un serio approccio al problema deb-ba tener conto di alcuni fatti incontestabili. Se è vero, come è vero, che la prima causa di incidenti stradali è la velocità e che le sanzioni, anche le più severe, non riescono a convince-re gli automobilisti, soprattutto i più giovani, a guidare con prudenza, e se è vero, come è vero, che sulle strade italiane il limite massimo di velocità è di 130 Km/h, lʼunico provvedi-mento logico sarebbe quello di imporre alle case automobi-listiche di produrre autovetture che non superino tale limite. Anche se questa non è una soluzione risolutiva essa, alme-no, andrebbe nella direzione giusta. Se la legge impone un li-mite di velocità di 130 Km/h, perchè autorizzare la vendita di autovetture che, sempre più facilmente, superano i 200 Km/h, in particolre a persone sprovviste di unʼadeguata esperienza?Ovviamente questa è una domanda provocatoria che però ha lo scopo di far discutere, per attirare lʼattenzione su un problema vero che deve far riflettere i genitori, prima di concedere ai propri figli, (anche neo patentati) bolidi da oltre 200 Km/h. e deve indurre i politici a trovare soluzioni, non palliativi. Lodevole è lʼiniziativa di una scuola di Castiglione che ha finanziato un corso di guida sicura per i propri studenti. In futuro torneremo sullʼargomento e su di esso aspettiamo anche le vostre proposte. Gi.Ba.

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coli che, nella vitalità del circolo asolanoe nella sua consolidata esperienza, spessotraggono motivo di ispirazione per la pro-pria attività. Il mondo è in continua evo-luzione sociale e politica e la Filatelia, intesa come testimone degli eventi, dei luoghi o dei personaggi che hanno saputo rappresentare la nostra epoca, si propone come un ottimo strumento didattico, cer-tamente utile a suscitare lʼinteresse degli appassionati ma anche degli studenti per quello che allʼapparenza potrebbe sem-brare un gioco ma che, invece, è anche un modo alternativo ed intelligente di fare cultura. Chi desiderasse approfondire la conoscenza o, più semplicemente, desi-derasse avere maggiori informazioni sui temi trattati, potrà contattare direttamente il Presidente del Circolo, telefonando al numero fisso 0376-719069, oppure al cel-lulare 333-7228093.

In occasione del 40° compleanno del so-dalizio, abbiamo chiesto ad Alberto Guer-reschi, Presidente ed “anima” del Circo-lo Filatelico e Numismatico di Asola, di rievocare i primi passi dellʼAssociazione. <Il nostro Circolo è nato esattamente il 21 settembre del 1966, su iniziativa di un gruppo di appassionati, allo scopo di coordinare lʼattività comune, di ottenere un riconoscimento giuridico e di organiz-zare manifestazioni come il Convegno, che questʼanno è giunto alla sua 39esima edizione. Quando abbiamo iniziato, cer-to non pensavamo di diventare una del-le Associazioni più longeve ed attive di Asola. Oggi il nostro Circolo vanta oltre 100 iscritti ed i suoi appuntamenti, come la Mostra, che si tiene annualmente in Comune, ed il Convegno che ha trovato ospitalità nei locali delle Scuole Elemen-tari, richiamano appassionati da tutto il nord Italia. Per questa 39esima edizione, che coincide con il 40° anniversario del-la fondazione, abbiamo cercato di fare le cose in grande. Infatti chi, il 1° novembre, verrà a farci visita avrà lʼopportunità di ammirare i pezzi migliori di collezionisti di Lombardia, Emilia e Veneto. Per ricor-dare la particolare ricorrenza il Circolo ha preparato un bel portachiavi celebrativo che da un lato presenta la riproduzione del Leone rampante, simbolo della Città di Asola, e sul retro porta incisa la dici-tura che ricorda il 40° anniversario del Circolo. Inoltre, come ormai accade da 15anni, sarà posta in vendita una cartolina che raffigura lo scorcio di unʼAsola che non esiste più. Per facilitare la visita an-che a chi viene da lontano, lʼorario di apertura del Convegno sarà continuato

dalle ore 9 alle 18.> Dobbiamo vera-mente ringraziare il Presidente Guerre-schi per la sua esauriente presentazione e, con lʼoccasione ricordare che lo stes-so Alberto Guerreschi, fin dai primis-simi anni si segnalò come uno dei soci più attivi. In particolare, è stato proprio grazie a Lui e a pochi altri appassio-nati come lui che, in questi 40 anni di vita, il Circolo Filatelico e Numismati-co di Asola ha saputo reggere lʼusura del tempo ed anzi ha saputo imporsi come uno dei sodalizi più seri e meglio organizzati della Lombardia, fino a diventare un vero punto di riferimento anche per gli altri Cir-

Fondato il 21 settembre 1966

Il Circolo Filatelico spegne 40 candeline39° Convegno Filatelico - Portachiavi commemorativo - cartolina

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Nella stupenda cornice di Villa Balestra

Mostra di Beatrice Pastorio a RodigoPresentazione di Rosaria Guadagno

<Ho conosciuto Beatrice Pastorio a Ga-zoldo degli Ippoliti, a Palazzo Castello, nella Mostra “Nomadi popoli liberi” e poi nello stesso luogo al Museo con “Detta-gli” nel 2005. Frattanto lʼartista maturava sempre di più il suo stile e la donna ap-passionata del suo lavoro ricercava nuove tecniche. Nel frattempo aveva esposto alla casa del Rigoletto nel 1997. Il suo ta-lento sempre si cimentava con il disegno, dalla linea rigorosa che rafforza i tempi dellʼoblio, del dolore, dellʼamore. I corpi si attorcigliavano, si avvinghiavano, non avevano sembianze nel volto: restava solo un profilo, che cercava la luce, per non dormire nella solitudine; la passione rimandava ai grandi romanzi di Ibsen. Il disegno, ripeteva Ingres, è la probità del-lʼarte, opera nella sua integrità di linea, chiaroscuro, luce, colore. E ̓lʼarte che ge-nera lʼestetica, perchè rivela il significato che la forma ha come forma e non espli-citazione di un contenuto. Vorrei citare, a proposito, una mostra dellʼartista che si terrà nella stagione pasquale del 2007 ad Asola, nella Chiesa dei Disciplini. Bea-trice sperimenterà la figura umana nella figura di Maria. Per concludere, lʼartista accosta sensazioni personalissime, ricer-cando nei valori della tradizione e della contemporaneità più attuale, proiettata

sempre al futuro. Ora eternizza lʼistante e rende, così, universale la sua arte. Già Turner allʼinizio dellʼ800 operava con una visione emozionale della natura che può essere ambiente ostile o accogliente, ma sempre in rapporto attivo con le varie

forme che si trasfigurano in luce. E Tur-ner era detto pittore “moderno” proprio perchè superava con la sua maniera di fare arte il sublime, giungendo già al-lʼastrazione. La poesia, lʼarte, va detto, con il passato trovano nessi, conforto alla propria espressione, ma i significati più misteriosi, il senso panteistico del-lʼesistenza trovano espressioni assolute nellʼartista che li genera e vivono della sua raffinata testimonianza. E dico di Beatrice Pastorio.>

Angolo della Poesia

Santa LuciaIn questa notte magicaho visto Santa Luciasu una nuvola.E ̓scesa sulla terraa portare donia chi i doni non li ha.Ha dato una carezza nel sognoa quei bambini soliche devono lottareper avere un po ̓dʼamore.Santa Luciatu che conosci la mia mammaportale questo dono e dille che le voglio beneanche se non è qui con me.Dille che mi è vicinae un giorno la vedròsu una stella insieme a te. Navio Cogato (13 / 12 / 2005)

Ci fa piacere presentare questa nuova poesia del nostro amico Navio, un po ̓perchè, fra circa un mese essa sarà per-fettamente in tema; un po ̓per riproporre anche ai nostri lettori un esempio della sua fresca vena poetica, che trae alimento da una disarmante spontaneità.

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Chi volesse inviarci un articolo o una lettera da pubblicare, ricordiamo che il termine ultimo per il ricevimento di tutto il materiale, è stato fissato, di norma, per il giorno 5 del mese successivo a quello dellʼultima uscita del giornale. E ̓ovvio che, prima ci ar-rivano gli articoli (o almeno la comu-nicazione del loro argomento e della loro lunghezza, in battute) e maggiori saranno le probabilità che essi trovino spazio sul numero che sta per uscire. In ogni caso la Redazione si riserva di decidere se, cosa e quando pubblicare un pezzo. Il materiale documentario e/o fotografico inviato per la pubbli-cazione sarà prontamente restituito, su richiesta dellʼinteressato. In caso contrario verrà archiviato e diverrà di proprietà dellʼAsolano. La Redazione ringrazia di vero cuore il Rag. Eugenio Capucci per la sua disinteressata e preziosa collabora-zione.

Tanti complimenti ad Andrea Cristani, Giuseppe Morleo, Ermanno Prandi-ni, Angelo Rubes e Rosanna Via-piana, gli esponenti della “Luna e sei soldi” che hanno esposto i loro lavori nella collettiva “Fotografia Come Arte” allestita dalla Pro Loco di Cavriana nel-la stupenda cornice di Villa Mirra, dal 17 settembre allʼ8 ottobre 2006.

NOTIZIENOTIZIENOTIZIE

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I 4 documenti inseriti nel riquadro sono la testimonianza dei vari periodi storici citati nellʼarticolo. In ordine cronologico da sinistra a destra; dallʼalto al basso.

L ̓Asolano 8

Dopo la definitiva stipula del trattato di Zurigo (10 novembre 1859) lʼAustria ce-deva al Regno di Sardegna la Lombardia con parte della provincia di Mantova. Infatti, la provincia virgiliana, che prima dello smembramento si componeva di 73 comuni, con una popolazione di 282.224 abitanti e una superficie di 2.261 kmq., restava ancora austriaca per circa i 3/5 del suo territorio, con 168.393 abitanti, mentre i rimanenti 2/5 furono annessi allo stato sabaudo. Tali territori, perdu-to il legame con il capoluogo, sono uniti dalle autorità piemontesi alle province limitrofe di Cremona e Brescia. Alla pri-ma sono aggregati gli interi distretti di Bozzolo (Bozzolo, Gazzoldo, (1) Gaz-zuolo, Marcaria, Rivarolo, Rodigo e San Martino dellʼArgine) e di Viadana (Via-dana, Commessaggio, Dosolo, Pompo-nesco e Sabbioneta), i comuni di Isola Dovarese (già distretto di Canneto sul-lʼOglio) e di Castellucchio (già parte del distretto di Mantova) e le frazioni di San Lorenzo, Ronchi e Balconcello del co-mune di Curtatone e parte della frazione di Scorzarolo del comune di Borgoforte alla sinistra del Po (quindi già tutte del distretto di Mantova) per un totale di 14 comuni con 59.710 abitanti. Alla provin-cia di Brescia vengono aggregati gli in-teri distretti di Castiglione delle Stivie-re (Castiglione, Cavriana, Guidizzolo, Medole e Solferino) e di Asola (Asola, Acquafredda, Casalmoro, Casaloldo, Casalpoglio, Castelgoffredo, Ceresa-ra e Piubega), il distretto di Canneto (Canneto, Acquanegra, Casalromano, Mariana, Ostiano, Redondesco e Volon-go) senza il comune di Isola Dovarese, unito a Cremona, e parte del distretto di Volta (Volta, e i paesi di Monzambano e Goito con i loro territori a destra del Mincio) per un totale nella provincia bresciana di 23 comuni, per un totale di 54.121 abitanti. La “nuova” provincia austriaca di Mantova, del resto, pur es-sendo ancora dipendente dal capoluogo, viene staccata dalla Lombardia e di fatto aggregata al Veneto. In particolare, i co-muni di Peschiera e di Ponti ed una fra-zione di Monzambano vengono annessi alla provincia di Verona, con un totale di 5.590 abitanti (2). Con la legge pie-montese del 23 ottobre 1859, n. 3.702, vengono introdotti, nei territori annes-si, una ripartizione del territorio delregno completamente differente da quella asburgica. Lo stato sabaudo, non ricono-sce la Regione come organo amministra-tivo e suddivide il territorio in province,

decreto del 6 maggio 1802, che istituisce le prefetture, le vice prefetture e il can-celliere censuario sul modello francese, e che svolgono la loro azione ammini-strativa nellʼambito rispettivamente del dipartimento e del circondario, anche il territorio dellʼasolano ha i suoi nuovi re-ferenti amministrativi. L̓ anno seguente il dipartimento del Mincio viene di nuo-vo riorganizzato ed Asola viene inserita nel cantone III formato da Castelgoffredo (capo cantone e sede di cancelliere cen-suario), Ceresara, Piubega, Casalmoro e Casaloldo. Infine, il decreto dellʼ8 giugno 1805 stabilisce che a capo di ogni diparti-mento sia posto un prefetto, un consiglio di prefettura e un consiglio generale. Nel 1814 con la sconfitta di Napoleone e la costituzione del Regno Lombardo-Veneto (Fig.3-4), Asola passa agli Asburgo e vie-ne confermata la sua aggregazione a Man-tova. L̓ organizzazione del Lombardo-Ve-neto era divisa in due territori governativi: il governo milanese e quello veneto, a loro volta ripartiti in province, distretti e co-muni. L̓ amministrazione della provincia era affidata a una Regia Delegazione, di-pendente direttamente al governo, mentre quella del distretto ad un cancelliere del censo (sostituito dal 1819 dal regio com-missario distrettuale) agli ordini delle re-gia delegazione della provincia.

(Enrico Ferro - fine Ia parte)

circondari, mandamenti e comuni. I cir-condari sono a tutti gli effetti, circoscri-zioni provinciali più vaste dei distretti austriaci e assumono un valore anche dal punto di vista giudiziario, coincidendo di norma, con il territorio di giurisdizione dei Tribunali. I mandamenti, invece, rap-presentano il territorio di giurisdizione delle Preture. Ma, quando Asola entrò a far parte della provincia di Mantova? A parte qualche intermezzo sotto la do-minazione dei Gonzaga, in pratica, Asola fu una fortezza veneta, ininterrottamente dal 1440, fino alla caduta della Repubbli-ca di Venezia, avvenuta ad opera dellʼar-mata napoleonica, nel 1797. Asola, conil suo distretto, entra a far parte della Re-pubblica Cisalpina e insieme ai distretti di Castelgoffredo, Castiglione delle Sti-viere ed Acquanegra viene aggregata al dipartimento del Benaco, con capoluogo Desenzano del Garda (Fig.1). Ma già lʼanno successivo, il distretto di Asola viene integrato nel dipartimento del Min-cio (Fig.2) e quindi, di fatto, entra a farparte della provincia di Mantova. Col

La ricostituzione della Provincia di Mantova

Come Asola divenne mantovanaUna pagina di storia asolana narrata da Enrico Ferro

(parte prima)

Note: (1) Attualmente Gazoldo degli Ippoliti (2) Per i dati riportati sui distretti del mantovano si legga Manlio Gabrieli, Cento anni del Consiglio Provinciale di Mantova (1867-1966), Mantova 1967.

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La Cultura a Piubega

LʼAssociazione EOS si presentaDal maggio 2005, a Piubega, opera una nuova associazione culturale, “EOS – Cultura & ricerca”, che si prefigge di “far conoscere e valorizzare Piubega e il suo territorio. Il suo nome si rifà alla mitologia greco-romana e a quella celti-ca, per la quale EOS è la dea dellʼAuro-ra e della Primavera. Se il buon giorno si vede dal mattino, con un nome così il successo è assicurato ed infatti le inizia-tive realizzate sono risultate interessan-ti ed accolte con favore. Pur senza aver iniziato con i crismi dellʼufficialità, è da tempo che i giovani dellʼEOS (la loro età oscilla dai 19 ai 27 anni) si stanno dando da fare. Ma è solo nel 2005, quan-do al gruppo fondatore si sono uniti altri giovani, che è nata lʼidea di registrare lʼAssociazione, per collaborare con altre realtà culturali attive dentro e fuori Piu-bega. I loro interessi sono molteplici e le loro iniziative hanno sempre ottenuto un ampio consenso di pubblico. Fra le loro manifestazioni più riuscite, la prima in assoluto è stata la mostra fotografica “Ieri&Oggi” dedicata agli scatti più belli dellʼultimo secolo di storia piubeghese. Da allora, sono state realizzate altre idee, da “Dialettando”, del maggio 2004, una serata dedicata al dialetto e alle antiche tradizioni popolari, con la partecipa-zione di Wainer Mazza, del cenacolo dialettale mantovano “Al Fogolér. Poi, da unʼidea di Alberto Barosi, è stata la volta del “Quad day”, rassegna motori-stica, organizzata in collaborazione con lʼA.V.I.S., che ha avuto grande risalto sulla stampa specializzata e che, ormai giunta alla 3° edizione, sta diventando un appuntamento tradizionale. Successi-vamente la mostra fotografica “Cristian Moreni Campione italiano 2004”, de-dicata alla vita sportiva del ciclista ca-stelnuovese, realizzata in collaborazione con la famiglia e con il Fan Club, che ha avuto lʼonore della presenza del Presi-dente della Federazione Ciclistica Italia-na, Giancarlo Ceruti. In collaborazione con la locale Sezione A.V.I.S., è stato realizzato “Piubega 2005”, il calenda-rio storico della nostra Comunità, im-preziosito da fotografie, cartoline, detti tipici, poesie dialettali di Dino Rosa, di Redondesco. Il 4 settembre, oltre 50 per-sone hanno aderito alla gita in pullman per assistere alla “Giornata Azzurra 2005”, in occasione del 45° anniversario delle “FRECCE TRICOLORI”, presso lʼaeroporto militare di Rivolto. Nella 2a edizione del “Quad Day” è stato inserito il Trofeo Italiano Baja Quad FMI e 1° Trofeo ATV Italia – Comune di Piubega.

pefacenti. In occasione della Fiera di San Luigi, allʼinterno della 7a “Giornata del-la Solidarietà”, organizzata dallʼAmmi-nistrazione comunale, anche questʼanno sono stati inseriti vari eventi. L̓ intero ri-cavato è stato devoluto allʼAssociazione Casa del Sole O.N.L.U.S. (da 40° anni solida realtà nel settore della riabilita-zione di bambini, ragazzi e adulti disa-bili). La manifestazione includeva anche unʼestemporanea fotografica e un aereo raduno con sorvolo. Per concludere, è utile sottolineare il ruolo importante che, asso-ciazioni come lʼEOS, ricoprono nel valo-rizzare il proprio paese e nel tramandarne tradizioni e cultura. Vista la vicinanza dei nostri Comuni, crediamo che anche a Voi asolani potrebbe interessare la nostra atti-vità. Per questo abbiamo pensato di poter collaborare con la redazione del giornale “lʼAsolano”.

Per il calendario 2006 si è pensato di pre-sentare la Piubega di oggi, utilizzando al-cune delle sue più suggestive immagini. La serata medico-informativa dal titolo “Salute e Benessere”, apre il 2006. In se-guito, il “Celobar” è stato il palcoscenico dellʼincontro sul tema del dormire bene e del benessere associato al riposo. Prenden-do spunto dal tragico incidente che, nella notte tra sabato 20 e domenica 21 mag-gio ha strappato alla vita Alice Sarassi, travolta da unʼauto pirata, in suo ricordo, con la Sezione AVIS, è stato organizzato un presidio informativo, per sensibilizzare i giovani sui rischi della guida in stato di ebbrezza o sotto lʼeffetto di sostanze stu-

Piubega: i ragazzi del Gruppo “EOS - Cultura & Ricerca”

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Una delle ultime opere di Palma il Gio-vane (Iacopo Negretti, Venezia 1544- 1628) è la tela della nostra cattedrale, la “Madonna del Rosario in gloria coi santi Agata, Domenico di Guzman, Caterina da Siena e Lucia” del 1621. Il dipinto si inserisce nella tradizione delle “sacre conversazioni”, nelle quali la Vergine e il Bambino “incontrano” santi e, talvolta, i committenti dellʼopera. In basso a sinistra vediamo SantʼAgata, torturata per aver rifiutato di abbandonare la fede cristiana e punita con la fustigazione e lo strappo di una mammella; al centro, Domenico di Guzman, fondatore dellʼordine dome-nicano e missionario nella Francia me-ridionale per la conversione dei catari e Caterina da Siena che, entrata nellʼordine dei domenicani, dedicò la sua vita ai di-giuni e alle preghiere, iniziò ad avere vi-sioni in giovanissima età, si avvicinò alle Sacre Scritture pur essendo analfabeta e dopo giorni di fatiche ricevette da Dio il dono di saper leggere; a destra, Santa Lucia, che rifiutò di sposare un pagano, per questo fu torturata e i suoi carnefici le cavarono gli occhi che poi lei si rimise, tornando a vedere. Nella parte superiore del quadro troviamo la Madonna su un trono di nuvole col piccolo Gesù che con un delicatissimo gesto, lascia cadere le rose verso i devoti. Splendenti sono i colori della rappresentazione soprattutto se si guarda allʼaureola della Vergine e al cielo color oro sublimato dalle teste dei

cherubini. I santi sono completamente immersi nella Visione ed è SantʼAgata che, col corpo rivolto verso lʼosserva-tore, lo introduce alla “conversazione”. Ogni santo porta con sé un segno che lo identifica e ne racconta la storia: è il lin-guaggio degli artisti, che usando le paro-le, “narrano” le vite dei personaggi con pochi gesti o raffigurando piccoli ogget-ti. Così Agata mostra il seno, Domenico e Caterina sono in completa devozione della Vergine col Bambino, così come lo sono stati in vita e Santa Lucia mostra in un piatto gli occhi che le sono stati tolti. Ma perché Palma ha scelto di rappresen-tare, nel XVII sec., questi santi? Possia-mo spiegare la scena riferendoci al clima controriformistico dellʼItalia seicentesca: è questo il periodo in cui tornano in voga i racconti tradizionali sulla vita di quei santi, che avevano consacrato la loro vita alla Chiesa, prima contro il paganesimo e poi contro i movimenti ereticali. Tale lot-ta allʼeresia tornò attuale dopo la Riforma Protestante nel clima di rigore dogmatico della civitas cristiana dopo il Concilio di Trento. Unʼaltra chiave di lettura del di-pinto riguarda più da vicino la vita dei santi rappresentati: lʼordine domenicano, a cui appartengono Caterina e Domenico, è sempre stato legato al culto della Ma-donna e in modo particolare a loro si deve una prima diffusione del Rosario; mentre le sante Agata e Lucia scelsero di rima-nere pure per tutta la loro esistenza come

Capolavori in Cattedrale

La Madonna del Rosario di Palma il giovanedi Elia Favalli

AVVISO IMPORTANTELʼUfficio di Protezione Civile del Co-mune di Asola, presso il Comando della polizia Locale, comunica che è in atto lʼaggiornamento del Piano di Emer-genza Comunale (PEC). Le persone invalide, costrette a letto, portatrici di handicap o con difficoltà di deambula-zione tali da rendere necessari lʼuso di carrozzelle, autolettighe, ecc. e la pre-senza di personale medico qualificato, in caso di evacuazione forzata, dovuta a calamità che si dovesse verificare, sono pregate di darne tempestiva comunica-zione a detto Ufficio (tel. 0376/733031) dando, nel contempo, autorizzazione che il loro nominativo venga inserito negli appositi Elenchi del Piano di Emergenza Comunale.

Maria, e per tale voto furono uccise. Lo stile del Palma è abbastanza complesso: non rinnega lʼinsegnamento di Raffaello e dei grandi maestri manieristi dellʼItalia centrale, conosciuti grazie al suo soggior-no a Roma tra il 1557 e il 1570, ma nello stesso tempo è attento allʼeleganza e alla scelta dei colori tipica dei veneziani. Forte è lʼinfluenza manieristica del Tin-toretto, al quale il Palma si accostò al suo ritorno a Venezia, evidente soprattutto nei piccoli cherubini che si aggrappano alle nuvole. Iacopo riuscì a creare uno stile personale che venne da subito apprezzato dai suoi contemporanei. La scelta del Tin-toretto come “guida” gli permise di unire lʼesperienza manierista tosco-romana al gusto veneziano, sintesi difficile al tempo e che lo avvicina al grande Tiziano, del quale portò a termine la “Pietà”(Venezia, Gallerie dellʼAccademia). Fu uno degli artisti più prolifici della sua epoca: pos-siamo trovare suoi dipinti a Venezia e in buona parte del nord-est italiano.

Giotto ad Asola: La Cappella degli Scrovegni

Ad Asola, dal 21 ottobre al 5 novembre 2006, per iniziativa del gruppo cultura della Parrocchia, verrà esposta nella Chiesa dei Disciplini Bianchi una riproduzio-ne fotografica in scala 1:4, della Cappella degli Scrovegni di Padova, capolavoro assoluto della pittura del Trecento italiano e patrimonio dellʼumanità.L̓ inaugurazione avrà luogo alle ore 17.00 del 20 ottobre, presso la chiesa stessa.La manifestazione rappresenterà un momento culturale importante e fondamentale per la nostra città e per tutte le zone circostanti. Essa sarà in grado di polarizzare lʼattenzione su un capolavoro, realizzato in un periodo storico in cui è possibile ri-conoscere una delle radici della nostra civiltà e che costituirà un valido strumento didattico ed educativo per le nuove generazioni.

La mostra sarà aperta al pubblico ogni giorno con il seguente orario:Giorni feriali: dalle ore 15.00 alle ore 19.00. Per le scuole, previa prenotazione, anche nelle ore mattutine e nel primo pomeriggio; Sabato e giorni festivi: dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 19.00.E ̓prevista la presenza, in determinati orari, di accompagnatori-guide, adeguata-mente addestrati, in grado di presentare la mostra a scolaresche e gruppi di visita-tori (organizzati e non).Allʼuscita della mostra, i visitatori potranno acquistare libri ed altri oggetti di mer-chandising, in tema con il soggetto della mostra.La mostra è sponsorizzata totalmente dalla locale Mantovabanca 1986, che si rin-grazia vivamente per lʼattenzione e partecipazione.

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L ̓Asolano 12

Negli ultimi anni numerosi intellettuali hanno speso pagine di riflessioni sul deca-dimento culturale degli italiani, accusati di preferire poco costruttivi programmi tele-visivi in sostituzione a passatempi più for-mativi. E ̓pertanto motivo di soddisfazio-ne vedere che gli Asolani non hanno perso una sana abitudine: la lettura. A supportare questa nostra tesi non ci sono speranze o congetture, bensì solidi numeri presentati nella relazione consuntiva relativa allʼanno 2005 delle attività della Biblioteca Comu-nale “Andrea Torresano” (ricordate questo nome?! Abbiamo parlato di lui nel nume-ro di novembre dellʼAsolano). Un numero balza subito agli occhi, quello dei presti-ti a domicilio effettuati, che nello scorso anno hanno superato quota ventimila, ben il venti per cento in più del 2004. Questo è stato possibile grazie anche al buon nu-mero di nuovi iscritti, che di certo non si lamenteranno per la scarsità di materiale. Il patrimonio librario è stato infatti aggior-nato con milleduecento nuovi volumi, che contribuiscono ad alzare la media delle di-sponibilità a due opere per ogni abitante. Nel caso in cui il libro richiesto non fosse presente presso la biblioteca di Asola, en-tra in gioco lʼefficiente servizio del “biblio-bus”, che permette di far arrivare qualsiasi volume presente nel territorio provinciale nellʼarco di una settimana. A potenziare il prestito interbibliotecario concorre anche lʼutilizzo di Internet. Collegandosi infatti al sito dellʼOPAC di Mantova (è presen-te un collegamento sul nostro sito www.asolano.it nella sezione links) è possibile effettuare rapidamente la ricerca di un ti-tolo attraverso un catalogo dettagliato su tutto il materiale librario e audiovisivi. Per gli appassionati di cinema sono a disposi-zione numerose pellicole, alcune in forma-to dvd, altre su videocassetta. Per i nuovi acquisti è stata data la precedenza ai film per bambini e a quelli strettamente legati alla narrativa, senza dimenticare i grandi successi commerciali e le premiate opere dei famosi registi italiani ed internazio-nali. La “mediateca” è completata infine dalla ricca raccolta di cd di musica clas-sica. Presso i locali di via Ziacchi sono inoltre disponibili due postazioni multi-mediali con connessione ad internet per chi necessita di collegarsi alla rete, oltre ad un computer destinato allʼutilizzo dei tradizionali programmi del pacchetto Of-fice e alla consultazione delle enciclope-die su cd-rom. Accanto alla reception è stato posizionato un quarto computer con il catalogo on-line attraverso il quale gli utenti possono effettuare autonomamente

Il servizio bibliotecario fiore allʼocchiello del nostro Comune

La Biblioteca “Andrea Torresano”Una realtà tutta da scoprire

le ricerche di materiale. Una zona è ri-servata poi alla lettura dei più importan-ti periodici provinciali e nazionali e, nel caso aveste bisogno di una fotocopia di un articolo da conservare, nessun proble-ma: la nostra biblioteca è attrezzata anche per questo. Un consiglio per coloro che schivano la biblioteca temendo di entra-re in un luogo tetro e arcano: i materiali, lʼambiente e il servizio vi conquisteranno. Andate a dare unʼocchiata. Buona lettura. Gli orari invernali di apertura della biblio-teca sono i seguenti: lunedì 15,00 - 18,30 martedì 9.00 - 12.30 + 15.00 - 18.30mercoledì 15,00 - 18,30 + 20.30 - 22.30giovedì 15,00 - 18,30 venerdì 15,00 - 18,30sabato 9.00 - 12.30 Dario Compagnoni

Questa è la riproduzione di una pagina originale che la famosa rivista di enigmistica dedicò ad Asola, probabilmente, a metà degli anni settanta. Ve la riproponiamo non solo come curiosità, perchè risolvendo il cruciverba e presentandolo a Guido Baguzzi, in via Libertà 51, o a Dario Compagnoni, in via Garibaldi 10 si potrà avere gratis una copia dellʼAsolano N° 3 ed una riproduzione, in misura naturale, della stessa pagina da incorniciare o da collezionare.

Alle ore 7 del 12 agosto 2006 il nostro “Sindaco-Chirurgo”, Dott. Giovanni Calcina, è uscito dalla Sala Operatoria dellʼOspedale di Asola, per lʼultima volta. Dopo 33 anni trascorsi a tagliare e a ricucire le “pance” degli asolani, ha appeso il bisturi al chiodo ed è andato il pensione.

* * *Dalla Stagione Teatrale Asolana:Giovedì 9 novembre 2006 - “Edipo Re” di Sofocle - regia Fabio Sonzogni, con Enrichetta Bortolani, Franco Pisto-ni, Andrea Soffiantini, Hal Yamanouchi, Gabriele Parrillo, Marco Mete.Mercoledì 13 dicembre 2006 - ”Storie parallele” regia di Catherine Spaak conCatherine Spaak. Ispirata alla storia di Edith Piaf, “lʼusignolo francese” e del suo grande e tragico amore per Marcel Cerdan.

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Rifl essioni e messaggio di Don Riccardoai parrocchiani

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Volentieri aggiungo la mia voce a quelle dell ̓ “Asolano” per condividere il cam-mino di rifl essione e di motivazione che può essere utile alla nostra comunità, spe-rando di “non stancare” viste le numerose opportunità di parola che mi sono date. E ̓ unʼoccasione per condividere il mio pensiero sulla vita della nostra comunità. In questi giorni per noi preti è periodo di progetti, programmi, ripresa delle attività ordinarie della vita parrocchiale. Appun-to, la parrocchia. Su questa realtà mi sof-fermo nella mia rifl essione. Mi sono chie-sto: quale valore assume la parrocchia per la nostra gente? Esprime lʼambiente adeguato alle esigenze di oggi, della nostra città? Perché è proprio qui, nella parrocchia, che la Chiesa e il Vangelo diventano “casa” per le persone, entrano nel tessuto della vita, nella trama delle re-lazioni, nel vissuto quotidiano, ordinario. Mi ha colpito nei giorni scorsi un piccolo biglietto in cui, dopo il battesimo di un bimbo, i genitori mi ringraziavano per essere presente nei momenti importanti della loro vita. E ̓ un semplice esempio, ma sono tante le occasioni, le situazioni

Complimenti a Giuseppe Malcisi che lo scorso 2 giugno, con decreto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è stato nominato Cava-liere del Lavoro.

* * * La sezione di Asola della Gioven-tù Musicale dʼItalia, presieduta dal Maestro Claudio Cristani, domenica 12 Novembre, in Sala dei Dieci, alle ore 17, concluderà la sua XXVIIa Stagione Concertistica, con il Trio “Matisse” che suonerà musiche di F.Schubert e di R. Schumann. Un sentito ringraziamento a Don Riccar-do Gobbi che, per i concerti dʼorga-no, ha concesso lʼuso del Serassi, in Cattedrale, ed allʼAmministrazione Comunale, che ha reso disponibile la sala dei Dieci. Un plauso particolare agli sponsor che con la loro genero-sità hanno permesso che si comple-tasse felicemente anche la Stagine n° 27. Grazie, quindi, a Mantovabanca 1896; alla banca Popolare dellʼEmi-lia; allʼImpresa Edile di Vittorio Mal-cisi; al Centro Tessuti di Albertina Boccaccio; al Salone di Acconciature e Profumeria di Giuseppe Malcisi; alle Tinteggiature dei F.lli Malcisi; allʼAutotrasporti In Linea-T.

in cui la parrocchia si fa vicina ai momen-ti, soprattutto quelli più importanti e deci-sivi, della vita delle persone. Mancasse, sarebbe a mio avviso un impoverimento e cerco di spiegare il perché. Meditando in questo periodo sulla prima lettera di Pietro, abbiamo rilevato che la chiesa cri-stiana primitiva si defi niva “parrocchia” (in greco: paroikia), che nel suo signifi ca-to etimologico signifi ca: forestiera nelle città di questo mondo. Un passo di una ri-fl essione antichissima, nella lettera a Dio-gneto degli inizi del II secolo dopo Cristo, defi nisce i cristiani come “coloro che abi-tano una loro patria, ma come forestieri (paroikoi); a tutto partecipano come cit-tadini e a tutto sottostanno come stranieri, ogni terra straniera è patria per loro e ogni patria è terra straniera…” (A Diogneto 5,5). Tutto questo signifi ca che i cristiani si “chiamano fuori” dalle vicende della vita? Che considerano il mondo cattivo per separarsene con disprezzo? Niente di tutto questo, ma semplicemente un riferi-mento “altro” rispetto alla vita umana, al lavoro, alle preoccupazioni, al guadagno, alla sussistenza. Questo vuol esprimere la vita cristiana della parrocchia: ripor-tare alle motivazioni, alle convinzioni di fondo che stanno alla base delle scelte e degli impegni; guardare alla radicalità della vita e delle sue implicanze. I cristia-ni con la loro vita, la loro presenza, la loro testimonianza, dovrebbero saper essere un punto interrogativo per lʼagire della gente, segno di una inquietudine che non rinuncia alle domande più signifi cative, che non fugge i dubbi, le situazioni com-plesse e diffi cili… E ̓questa la differenza cristiana: non una differenza culturale, di modo di condurre la vita, di estraneità…, ma differenza di motivazioni, di stile, di coscienza delle cose da fare, frutto della ricchezza spirituale donata soprattutto dallo Spirito che viene dallʼalto. Credo importante recuperare maggior equili-

segue a pag. 15

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E ̓in corso di preparazione, a cura della Pro Loco, una guida turistica per promuovere la nostra città, ma anche per far meglio conoscere il suo caratteristico paesaggio di pia-nura e il suo passato di “nobile città murata”. Un territorio non parla da solo ed è per questo che si è cercato di dargli voce mettendo insieme ambiente, storia e tradizioni; in-dicando fatti, personaggi, luoghi ed itinerari artistici; raccontando con testi ed immagini tutto ciò che riguarda “lʼasolanità”. Si è pensato ad uno strumento utile al turista ma anche in grado di regalare unʼemo-zione agli asolani, attraverso la condivisione di luoghi e tradizioni.

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Danilo Martelli e Walter Bonandi erano coetanei, entrambi mantovani, capitati per caso a dividere la stessa stanza nel pensionato scolastico dei Padri Salesiani, a Brescia dal 1939 al 1943. Avevano solo 16 anni in quel lontano 1939 e la vita sor-rideva alla loro giovinezza, aprendo per loro un futuro pieno di prospettive e di speranze. Fra le prospettive di Danilo vi era la speranza di poter emergere in quella che, da sempre, fu la Sua grande passione: il calcio. Terminati gli studi il suo sogno si realizzò quando, dopo la necessaria ga-vetta, dapprima nel Marzotto e poi, dopo 4 stagioni al Brescia, il suo talento venne notato dal più grande Club del momento, a livello mondiale, il Torino Calcio che lo acquistò nel 1946. Così si realizzò il suo sogno ma anche il più atroce dei destini. Tre anni dopo, infatti, a soli 26 anni, lʼae-reo che riportava in Italia Danilo e la sua squadra, di ritorno da Lisbona, si schian-tò contro la collina di Superga. Morirono tutti i giovani “eroi” del Grande Torino e con loro perì il sogno di un Italia che nelle vittorie di quella squadra formidabile, che tutto il mondo ammirava e ci invidiava, vedeva non solo lʼevento sportivo, ma il simbolo stesso della rinascita post bellica. Giocando al fianco di grandi campioni, come Mazzola, Loik, Maroso, Grezar,Ballarin, Gambetto o Casigliano, con la sua umiltà e con la sua disponibilità a rimpiazzarli ogni volta fosse stato neces-sario, Danilo Martelli finì per diventare il

Unʼamicizia nata a Brescia, ai tempi della scuola e tragicamente conclusa nel rogo di Superga

DAL RACCONTO DI WALTER BONANDI UN RICORDO INEDITO DI DANILO MARTELLI

più interessante ed eclettico “jolly” del calcio mondiale. Una caratteristica rara che lo trasformò in un pezzo pregiato del mercato proprio quando il Torino aveva bisogno di sistemare il proprio bilancio. Fu così che quando il Toro lo mise in vendita, si verificò un fatto curioso che la dice lunga sulla carica umana che esisteva in “quel calcio”. I suoi compagni, per evitare che fosse venduto, si auto tassaro-no fino a raccogliere una cifra sufficiente per farlo rimanere in granata. Sempre per restare in tema di amicizia, da una lette-ra inviata da Walter Bonandi ai nipoti diDanilo, leggiamo: <Con lui ho trascorso a Brescia, nella stessa stanza, i migliori

anni della nostra giovinezza; eravamo come fratelli. Terminati gli studi cʼincon-trammo ad un veglione a Castel Goffre-do. Appena mi vide ci salutammo con un abbraccio, poi mi disse: “vieni con me! Ti faccio vedere il regalo che mi sono fatto.”Era unʼautomobile Lancia Aprilia nuova fiammante, una delle migliori dellʼepoca. Danilo era esultante.> Anche lʼiniziativa dellʼAssessore alla Cultura di Castelluc-chio (suo paese natale), Sig Mario Piero-pan, a 57 anni dalla scomparsa, serve per ricordare il campione Danilo Martelli, e il ragazzo mantovano che visse un sogno intenso e troppo breve. In tempi di “cal-ciopoli”, la rievocazione di quel “mon-do”, oltre a far emergere unʼumanità non ancora perduta, evidenzia lo stridente contrasto fra lo squallido mondo del calcio di oggi, governato dai soldi, ipo-crisia e malaffare, e quello pulito e ricco di valori umani e sportivi, in cui giocava Danilo Martelli ed il Suo Grande Torino.

Brescia 1940 - Pensionato Scolastico dei Padri Salesiani - Nella foto di gruppo sono riconosci-bili, con il volto cerchiato, Walter Bonandi, più in alto e Danilo Martelli, più in basso.

Mantova, hanno firmato davanti al Notaio Nicolini lʼatto di co-stituzione della nuova Cooperativa che ha sede ad Asola, in via Garibaldi n°6. Con una speranza, quella di crescere ed allargare la base sociale a chi desidera condividere questa esperienza. Dallo Statuto: “... scopo specifico della cooperativa sono la promozione e lo sviluppo delle comunità svantaggiate sotto il profilo economico e sociale, sia in Italia che nei paesi del sud del mondo ... la cooperativa si propone di incentivare la cooperazio-ne nazionale ed internazionale per lo sviluppo e lʼautodetermi-nazione dei popoli attraverso il Commercio Equo e Solidale”.

La Cooperativa Sociale ABCEquo di Lara Lorenzini

Il Commercio Equo e Solidale è un modo di pensare e di agire che rispetta il lavoro di tutti, pagandolo giustamente, distribuendo equamente i profitti ridando così dignità a donne, bambini e uo-mini di tutto il mondo. Non è una forma di carità, per intenderci, ma una forma essenziale di rispetto tanto di chi produce quanto di chi acquista: è un commercio alternativo a quello che sfrutta e im-poverisce milioni di persone. La catena produttiva è semplice. La merce, alimentari ed artigianato, viene importata direttamente da alcune centrali di importazione che si riforniscono da Cooperative o singole famiglie del Sud del Mondo e distribuita nelle Botteghe del Mondo per essere venduta; in questi paesi il Commercio Equo porta lavoro tutelando i diritti dei produttori, salvaguardando lʼambiente e la cultura locali e rende possibile realizzare progetti di sviluppo a livello sanitario e scolastico. Le centrali, fortemente motivate ed impegnate, riescono ad importare merce da luoghi quasi irraggiungibili, dove la mancanza di strade e mezzi rende arduo il trasporto. La Bottequa ad Asola, Eureka a Bozzolo e la Finestra sul Mondo a Castel Goffredo sono Botteghe del Mondo e realtà di volontariato vive ed attive da anni come luoghi di in-contro, di vendita e di informazione. queste botteghe, con storie diverse, si sono incontrate sullo stesso percorso e dallʼincontro è nata unʼidea, lʼidea di unire le diverse esperienze e cammina-re insieme. Da questa premessa è nata la Cooperativa Sociale ABCEquo: 11 soci, nel pomeriggio di mercoledì 13 Settembre a

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Giustamente vi chiederete cosa cʼentra questo articolo con Asola? In effetti, non avrebbe nulla a che fare se non fosse che questo milanese è figlio di unʼasolana ed è nipote del nostro direttore. Per parlarne vi riproponiamo alcuni brani dellʼarticolo che gli ha dedicato il quotidiano Libero, giovedì 23 febbraio < Lʼappuntamento è allʼinterno della palestra dove tutti i giorni va ad allenarsi. Lʼatmosfera è tranquilla, serena, quasi come un tem-pio cinese. Emilio Sciaky, nel suo tra-dizionale completo rosso da Kung fu, ci aspetta fresco della consacrazione a livello mondiale: ad Hanoi, in Vietnam, in occasione della massima competizio-ne mondiale di Wushu, si è classificato quinto nel combattimento prestabilito, primo fra tutti gli occidentali in gara, un risultato di grande merito per chi pratica uno sport orientale. La carriera di Emilio non presenta aspetti strappalacrime. “E ̓grazie ai films di Karate che ho iniziato ad appassionarmi alle arti marziali. I miei genitori mi hanno incoraggiato e poi lʼin-contro con il maestro Luca Piazza ha fat-to il resto “Classe ʻ83 Emilio comincia a praticare il Wushu a 8 anni. Nel ̒ 94 inizia a gareggiare ma la vera esplosione avvie-ne nel ̒ 99, quando ottiene il titolo di cam-pione italiano, che da allora detiene. Poi medaglie dʼoro a livello europeo nel 2004 e la consacrazione mondiale dello scorso dicembre. Ma che cosʼè il Wushu? “Let-teralmente significa arte marziale-spiega

Emilio- ma è soprattuto uno sport con uneccezionale valore sociale, tanto da esse-re considerato parte integrante del patri-monio culturale cinese. Il Wushu è una disciplina estremamente dinamica che richiede unʼintensa preparazione” Emilio non è certo un “marcʼantonio” ma la sua struttura fisica è notevole, visto che si al-lena ogni giorno. “Spesso anche due vol-te; nonostante questo, nella vita normale studio Economia in Cattolica, esco con gli amici e sono assistente fotografo, lʼaltra mia grande passione.” Ma cosʼè che Emi-

lio ama di più del Wushu? “Mi sono subi-to appassionato per i movimenti eleganti e spettacolari: esprimono energia, edu-cano alla completa padronanza del pro-prio corpo, e permettono lo sviluppo didoti ginniche considerevoli, oltre a for-nire innegabili benefici alla salute ed

allenare la mente alla concentrazione.In questa arte -sottolinea Sciaky- si usa-no quattro armi: due lunghe, la lancia e il bastone, e due corte, la spada e la sciabola. La lancia e la spada danno movenze più fluide, io sono specialista della sciabola e del bastone. In essi si ri-specchia tutto il mio stile, fatto di grande esplosività e, soprattutto potenza, lʼa-spetto che mi piace di più.” > Per la sua formazione sportiva un ruolo importante hanno ricoperto la specializzazione in Chang-quan, Sciabola e Bastone nello stile dellʼaquile e delle doppie sciabole; i due mesi di allenamento con la squadra professionisti dello Sichuan, nella città di Chengdu, in Cina; la partecipazione con la nazionale italiana al “First World traditional Wushu Festival” di Zhengzou, dove viene premiato con 2 medaglie dʼoro. Gli incredibili risultati conseguiti allʼ8° Campionato mondiale di Wushu, in Vietnam, dove si è piazzato tra i primi 15 migliori atleti di Wushu del mondo in ben due diverse specialità (14° in sciabola con voto di 9,22 e 5° in Dulian con voto di 9,41), primo fra gli occidentali, sono il frutto di una preparazione seria ma anche di queste straordinarie esperienze.

Chi fosse interessato ad approfondire gli argomenti trattati in questo arti-colo, può consultare il sito internet di Emilio Sciaky al seguente indirizzo: www.milosciaky.it

Don Riccardosegue da pag. 13

equilibrio tra umanità e spiritualità, tra impegni del quotidiano e motivazioni dello spirito. Non è tempo perso occuparsi di quell ̓ “altro” che sono le dimensioni dellʼinterioriorità e lʼar-ricchimento della vita spirituale. Qui possiamo ritrovare la vera identità cristiana per la vita del nostro tempo. Nel convegno ec-clesiale nazionale che si è svolto a Verona dal 16 al 20 ottobre, la chiesa intende consegnare alle parrocchie e ai cristiani di oggi una parola un po ̓dimenticata: speranza. E ̓il secondo motivo che può dare ragione al valore dellʼazione parrocchiale di oggi. I cristiani sono persone positive, sostenuti da stupore ed entu-siasmo, capaci di mostrare la vita evangelica come gioia, non come rassegnazione. Credo che la parrocchia debba saper essere così: punto, luogo, miniera di speranza. Perché è la speranza la grande assente nella vita di molti, dalla vita del mondo di oggi. Viviamo di incertezza, di paura, di angoscia, timore del doma-ni… Alla parrocchia è consegnata quella speranza che oltrepas-sa la statura dellʼuomo, che oltrepassa la prudenza, la sicurez-za dellʼoggi, che non è mai facile, mai banale, mai illusoria. Quella speranza che restituisce ci restituisce continuamente alla vita, che fa ricominciare ogni giorno. Quella speranza che sa essere inventiva, che non si arrende alle difficoltà, a ciò che appare impossibile ai più. Quella speranza per il qui e lʼora cheprende senso, forza e audacia dalla speranza in Cristo morto e risorto, in una vita che non muore. Desidero concludere con una

piccola novità, che ritengo di grande valore simbolico, oltre che concreto: per le feste dei Santi porremo nel presbiterio un nuo-vo altare per la celebrazione eucaristica. Sostituisce la mensa solenne che per più di trentʼanni è stata “prestata” dal Comune alla Chiesa. L̓ obiettivo è di ridare centralità e motivazione al cuore della vita cristiana e parrocchiale che è lʼEucaristia. E ̓qui dove possiamo trovare il punto di comunione della vita e delle situazioni di tutte le persone della nostra comunità. Un punto focale, un perno attorno cui gira la ruota della vita. Un centro che non viene da noi, dalle forze umane, ma dal cielo,da Dio, che sa portare alla nostra vita tutto quello che noi uomi-ni non sappiamo esprimere di bene e di qualità. E ̓il segno della speranza che la parrocchia consegna alla nostra comunità. don Riccardo Gobbi

periodico bimestraleTribunale di Mantova: N°2/2006 del 16/6

Editore: Associazione “LʼAsolano” - [email protected] Responsabile: Guido Baguzzi Albo N°[email protected]: Tipolitografia Rongoni-AsolaPubblicità: [email protected] Dario Compagnoni Cell. 340 5958842

Collaboratori: Avv. Cristiana Azzali, Leonardo Bugada, Dario Compagnoni, Marco Dittamondi, Elia Favalli, Enrico Ferro, Don Riccardo Gobbi, Lorenzo Legnani, Fabio Moreni, Luca Moreni.

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