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Ugo Baldini e Giampiero Lupatelli

L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

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Differenze territoriali e politiche integrate -- Convegno del 29 Gen 2015 all'Archiginnasio di Bologna

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Page 1: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

1

Ugo Baldini e Giampiero Lupatelli

Page 2: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

2

1 Lo svantaggio

Lo sviluppo rurale

I Sistemi locali

2

I progetti locali

La manutenzione

Le Aree Interne

2

3

4

5

6

7

L’Atlante Nazionale del Territorio Rurale rappresenta un approdo di un percorso di lunga lena che, a partire dai

primi anni ’90 ha visto il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali impegnato in una rinnovata attenzione ai temi del

territorio, nella sua organizzazione funzionale come nei suoi valori identitari, letto e interpretato nella chiave di una

ruralità rinnovata, espressione delle nuove sensibilità della società europea ai temi della riduzione delle

disuguaglianze (sociali e spaziali) e della sostenibilità che ha fatto tesoro delle migliori esperienze territoriali regionali

e del tentativo di pianificazione integrata del progetto ’80.

La vicenda storica che ha portato alla formazione dell’Atlante Rurale ed al suo ripetuto aggiornamento nel coso degli

anni ’90 e 2000 si è aperta con un approccio inizialmente focalizzato sui temi dello svantaggio territoriale e con una

attenzione a servire le politiche nazionali e il negoziato comunitario sul tema delle aree svantaggiate.

Un percorso che ha progressivamente assunto la consapevolezza della necessità di un approccio ancor più integrato

alle politiche per il territorio rurale sostenuto dalla evoluzione in questa direzione delle politiche comunitarie di

sviluppo rurale, e che ha consolidato questa consapevolezza nel documento del 2010 “Nuove Geografie per le

politiche di sviluppo rurale” i cui tratti essenziali sono ripresi nella seconda parte di questa presentazione.

È in questo documento che, nella produzione dell’Atlante Rurale, compare per la prima volta il riferimento ai Sistemi

Locali come aggregazioni di particolare interesse per la animazione e la promozione di politiche di sviluppo locale che

veda il territorio rurale protagonista di una nuova stagione di valorizzazione, nella quale le risorse e gli attori

dell’agricoltura si misurano con le nuove sfide della società contemporanea, dalla rinnovata centralità dei temi

dell’alimentazione al rilancio dei valori naturali e culturali del paesaggio in una nuova offerta di ospitalità ed

accoglienza, sino alla frontiera di una ancora più estesa gamma di servizi rurali proposti alla sensibilità della domanda

metropolitana e internazionale.

L’Atlante si è alimentato di uno scambio fecondo con l’esperienza locale, fornendo ai progetti locali di sviluppo delle

comunità un quadro di riferimento territoriale indispensabile e una visione nazionale e traendo viceversa da questi

nuove sollecitazioni tematiche e nuovi spunti interpretativi.

Tra questi il tema della manutenzione territoriale è venuto emergendo per l’intensità del dissesto e delle situazioni di

rischio e per le dimensioni dell’abbandono che ha lasciato fuori presidio quasi un terzo del territorio nazionale.

Il traguardo a cui si riferisce ora lo sforzo dell’Atlante Rurale è quello di portare un contributo di consapevolezza ed

animazione alla nuova stagione di programmazione dei Fondi Comunitari 2014 – 2020 che ha assunto finalmente la

dimensione delle politiche “place based” dello sviluppo locale come riferimento di nuove strategie a livello nazionale e

regionale. Un programma per le aree interne deve ripensare le forme e i modi dell’offerta dei servizi per progettare

originali modelli organizzativi e non per adattarsi agli standard nazionali.

Deve riconoscere l’originalità del locale ma deve favorire l’aggregazione di territori per costruire una governance

significativa e autorevole, che nei comuni e nelle loro aggregazioni trova la prospettiva “dinamica” di una nuova

autonomia (efficiente, sostenibile e coesa). Riconoscere le diversità, integrare le politiche.Conclusioni

Page 3: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

3

Principali documenti prodotti nell’ambito del “Progetto Atlante”

Presentazione del Progetto di Atlante Nazionale del territorio Rurale

DOCUMENTI E RAPPORTI

1993

Monografie Regionali

1994 -95

CD contenente le Monografie Regionali

Prime simulazioni sulla geografia e la tipologia delle aree svantaggiate

1991-92

Atlante delle caratteristiche fisico-ambientali e socio-economiche del territorio nazionale

I° TRANCHE Regioni :Emilia Romagna e Molise

II° TRANCHE Regioni: Abruzzi, BasilicataEmilia RomagnaCampania, LazioMarche, MolisePuglia, Sardegna, Toscana, Umbria

Nota integrativasugli effetti della irrigazione

INTEGRAZIONIRegioni:Abruzzi, BasilicataEmilia RomagnaCampania, LazioMarche, MolisePuglia, Sardegna, Toscana, Umbria

1996 - 97

Prime simulazioni sulla geografia e la tipologia delle aree svantaggiate

III° TRANCHE Regioni:Liguria, Piemonte

Monografie Regionali sulla geografia delle aree svantaggiate AGGIORNAMENTO 2002

2001 2002

AGG. 2002 Regioni:tutte leRegionid’Italia

IV° TRANCHE Regioni: Calabria, Friuli ,Venezia Giulia,Lombardia, ,Piemonte,Prov. Auton. di Bolzano,Prov. Auton. di Trento,Sicilia, Valle d’Aosta

Monografie Regionali sulla geografia delle aree svantaggiate

Aggiornamento

Monografie Regionali 2010

Le monografie sono consultabili su:

www.reterurale.it

Page 4: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

4

Presentazione del Progetto di Atlante Nazionale del territorio Rurale

1991

Documenti Metodologici e di Sintesi Nazionale

1992

1994

1996 1998

1995

Le politiche di sviluppo Rurale -L’Obiettivo 5b

Repertorio statistico e cartografico su base provinciale

Notizie dall’Atlante

Programma operativo

Osservazioni sull’evoluzione delle politiche pubbliche in agricoltura

Rassegna della legislazione comunitaria statale e regionale in materia di aree svantaggiate

Indice della documentazi-onesul Progetto Atlante Rurale

Atlante degli indicatori su base comunale

La specializ-zazione agricola dei comuni italiani

La matrice ambientale:note illustrative delle basi cartografiche

Simulazione sulla geografia e la tipologia delle aree svantaggiate

Prime simulazioni sull’impatto territoriale di diverse soglie di parametri di definizione delle aree svantaggiate

Note sulla zonizzazione delle aree svantaggiate ai sensi del D.Lgs. 146/77 alla luce della bozza di regolamento comunitario sul sostegno allo sviluppo rurale

Cinque progetti per l’Appennino Proposta per la

riclassificazione delle zone svantaggiate ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. N° 146 del 16 aprile 1997

DOCUMENTI E RAPPORTI

Principali documenti prodotti nell’ambito del “Progetto Atlante”

Page 5: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

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Presentazione del Progetto di Atlante Nazionale del territorio Rurale

2000

Presentazione della Ricerca

Note sulle osservazioni pervenute al Ministero delle Politiche Agricole in merito alla ipotesi progettuale di riclassificazione delle zone svantaggiate ai sensi del Decreto Legislativo 146/97

Riclassificazione delle zone svantaggiate ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. 16 Aprile 1997 N° 146

Classificazione dei comuni italiani secondo diversi provvedimenti di indicazione di zone rurali svantaggiate

Elenco dei comuni con individuazione dei valori assunti dalle variabili utilizzate per la selezione delle aree svantaggiate ai sensi del D.Lgs. N° 146/97

1998

Elenco dei comuni italiani con indicazione dei valori assunti dalle variabili utilizzate per la selezione

Classificazione dei comuni italiani secondo diversi provvedimenti di individuazione di zone rurali svantaggiate

Considerazioni sulle osservazioni presentate da alcune regioni in merito alla proposta di individuazione di aree svantaggiate ai fini dell’applicazione del D. Lgs. 146/97

1999

Note per una valutazione delle conseguenze finanziarie della ridelimitazione delle zone svantaggiate ai fini dell’applicazione del Decreto Legislativo 146/97

DOCUMENTI E RAPPORTI Documenti Metodologici e di Sintesi Nazionale

2010

Nuove geografie

per le politiche

di sviluppo

rurale

5

www.reterurale.it

Principali documenti prodotti nell’ambito del “Progetto Atlante”

Presentazione Atlante del Territorio Rurale alla

Scuola di Governo del Territorio - Istituto Cervi,

Biblioteca Sereni 2012

Presentazione “Atlante del Territorio Rurale” Agriregione

Europa - Ancona, 2013

Presentazione “Atlante del Territorio Rurale” Politecnico

di Torino, 2013

Presentazione “Atlante del Territorio Rurale”

Archiginnasio di Bologna, 2015

Le presentazioni dell’ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

Page 6: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

6

Presentazione del Progetto di Atlante Nazionale del territorio Rurale

Dossier dei Sistemi Locali

2013

proseguire…

La filiera, agricoltura, alimentazione, paesaggio fruizione, ospitalità

6

Principali documenti prodotti nell’ambito del “Progetto Atlante”

Per una consultazione dinamica dei dossier dei Sistemi Locali

vai su: www.reterurale.it/downloads/atlante/

I Sistemi Locali al 2001

Page 7: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

7

GLI ANTENATI DELL’ATLANTE RURALE

PROGETTO ’80 | Proiezioni territoriali - 1968

I sistemi metropolitani programmatici nella immagine delle proiezioni territoriali del PROGETTO ‘80

CAIRE - Urbanistica

Il Progetto ’80 ha rappresentato l’approdo più maturo delle istanze di programmazione che hanno cercato di accompagnare la trasformazione epocale del miracolo economico (con esiti insoddisfacenti). Le proiezioni territoriali del Progetto sono rimaste l’unico tentativo di costruire una politica nazionale del territorio ancora adesso carica di suggestioni per le trasformazioni territoriali incompiute. Nelle trasformazioni il territorio rurale era ben presente, nella sua componente agronaturale.

Page 8: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

8

L’APPENNINO E IL SUO

PROGETTOChi legge il Progetto Appennino di Osvaldo Piacentini e dei suoi collaboratori fatica a

credere che si tratti di un’idea, che è allo stesso tempo un piano di lavoro, sviluppata circa

vent’anni fa.

La metodologia che ne è alla base, la sua costante preoccupazione di interpretare i

problemi del territorio e del settore di attività economica che lo caratterizza, l’agricoltura, dalla specifica angolazione delle esigenze dell’uomo e dell’ambiente, le grandi direttrici d’azione che

esso propone sono tutte di particolare attualità.

Giovanni Galizzi, 2002

Page 9: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

9

Utilizzazione Reale del SuoloLimiti amministrativi Aree di tutela naturalistico ambientale

Il Progetto Appennino del 1980 ha rappresentato un episodio quanto mai singolare nell’esperienza della pianificazione territoriale del nostro Paese. Anticipando un approccio ai temi dello sviluppo sostenibile, quando il termine stesso era ancora sconosciuto al dibattito disciplinare, il Progetto si era preoccupato di fare i conti con l’esigenza di misurare e mettere in relazione i fenomeni ambientali, economici e sociali che contraddistinguono l’ambiente rurale della montagna emiliano-romagnola.

Riassetto idrogeologico e agro-silvo-pastorale

GLI ANTENATI DELL’ATLANTE RURALE

Progetto Appennino - 1980

Page 10: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

10

UTILIZZAZIONE REALE DEL SUOLO

Un progetto di Sviluppo Sostenibile

Page 11: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

11

RIASSETTO IDROGEOLOGICO ED AGRO-SILVO-PASTORALE

Un progetto di Sviluppo Sostenibile

Page 12: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

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PROGETTO DI RIASSETTO AMBIENTALE DELL’AREA APPENNINICASuperfici agrarie

e forestali di progetto *(Area di riferimento: area ambientale (Regione Emilia Romagna)

105.552

…progetto di riconversione …

Un progetto di Sviluppo Sostenibile

Page 13: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

13

1

LO SVANTAGGIOcompensare…

LA STORIA DEL PROGETTO

Progetto sviluppato con il contributo del

Ministero delle Politiche Agricole e Forestali

CAIRE - Urbanistica

Page 14: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

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Gli obiettivi del Progetto

Rappresentare i fenomeni analizzati in modo diffuso, omogeneo esintetico su tutto il territorio nazionale

Perlustrare lo stato delle conoscenze del territorio rurale prodotte daaltri Enti o dal Ministero stesso, fornendo ad esse una utile maglia diriferimento e confronto

Interloquire positivamente con le Regioni su programmi ed aree diintervento comuni

Operare con informazioni di base volte all’arricchimento dello spettroinformativo, alla sua flessibilità, integrabilità ed estendibilità

Costruire un sistema di indicatori e renderlo espressivo a partire daltema dello svantaggio anche per un più vasto campo di politicheagricole e territoriali

Presentazione del Progetto di Atlante Nazionale del territorio Rurale

CAIRE - Urbanistica

1

LO SVANTAGGIO

Page 15: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

15

L’Atlante Nazionale

del Territorio Rurale

Anticipando una attenzione ancora poco

radicata nella società italiana, nel

passaggio tra gli anni ’80 e gli anni ’90 è

nato il progetto per un Atlante Nazionale

del Territorio Rurale che si proponeva di

riprendere il tema delle aree svantaggiate

per ridiscuterlo all’interno di una più

profonda ed integrata lettura ad ampio

spettro dei molteplici

legami tra

produzione agricola,

mondo rurale e territorio.

Presentazione del Progetto di Atlante Nazionale del territorio Rurale

DELIMITAZIONE DELLE ZONE

AGRICOLE SVANTAGGIATE AI

SENSI DELLA Dir. CEE 75/268

CAIRE - Urbanistica

1

LO SVANTAGGIO

Page 16: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

16

Presentazione del Progetto di Atlante Nazionale del territorio Rurale

Gli indicatori per le politiche: le aree svantaggiate

Classificazione tipologica dei comuni toscani

secondo gli indicatori di svantaggioL’Atlante rurale ha finalizzato la

produzione e l’impiego di indicatori

all’esigenza di costruire geografie

significative per il miglioramento

dell’efficacia delle politiche

pubbliche. Nelle Monografie

Regionali l’Atlante (vedi tutte le

Monografie aggiornate nel sito di

Rete Rurale) ha operato un test di

significatività degli indicatori

rappresentativi delle diverse

modalità e ragioni dello svantaggio

nello spazio rurale, proponendo una

classificazione articolata, capace di

andare oltre la tradizionale

classificazione dicotomica tra aree

svantaggiate e non.

CAIRE - Urbanistica

1

LO SVANTAGGIO

Page 17: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

17

Gli indicatori per le politiche:

tipologia delle aree

svantaggiate

Presentazione del Progetto di Atlante Nazionale del territorio Rurale

Tipologie

marginali in declino agricolo

turistiche e/o urbane periferiche ad agricoltura ricca

periferiche ad agricoltura povera fortemente artificializzate

ricche ma svantaggiate ricche

CAIRE - Urbanistica

1

LO SVANTAGGIO

Incidenza

superficie AREE MARGINALI per regione

Page 18: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

18

Gli indicatori per le politiche: le aree svantaggiate

Applicazioni specifiche hanno poi

riguardato, nel corso stesso della ricerca,

la simulazione di indicatori e geografie

significative per l’implementazione di

politiche specifiche come nel caso della

classificazione delle aree svantaggiate per

l’applicazione del decreto legislativo

146/97(contributi agricoli).

Presentazione del Progetto di Atlante Nazionale del territorio Rurale

CAIRE - Urbanistica

Aree non svantaggiate (A)

2817

Aree con tasso di disoccupazione >2 volte media Italia e occ. agricola >2 volte media Italia

1 Ai comuni di montagna con superficie >600 s.l.m. =>80% s.t.sono equiparati i comuni con sup. >20° di acclività =>50% s.t. equelli in cui contemporaneamente la superficie >600 s.l.m. ècompresa tra il 60% e l'80% e quella con pendenza >20° ècompresa tra 37,5% e il 50% s.t.

2 Una ulteriore condizione di svantaggio, che si somma alleprecedenti, è rappresentata dal ritardo di sviluppo dei contestisocio-economici, individuato in base all'appartenenza agli obiettivicomunitari.

3 Delle aree indiziate come svantaggiate quelle in cui la superficiecon pendenza <5° è pero >30% s.t., e quindi i terrenipianeggianti mantengono una certa consistenza, sono individuatecome "aree parzialmente svantaggiate"

4 Le aree svantaggiate relative a comuni con oltre 50.000 abitantisono individuate come "aree svantaggiate ad eccezione del centrocapoluogo

5 In grassetto è indicato il numero di comuni appartenenti allediverse categorie

RLS/ULA <=120% media Cee

Aree svantaggiate

di montagna (C) 1721

RLS/ULA <=120% media Cee

RLS/SAU<=75% media Italia

RLS/ULA >120% media Cee

Superficie > 600 m. s.l.m. <=80% S.T.

RLS/ULA >120% media Cee

Pendenze<5° <=70% S.T.

Pendenze<5° >70%S.T.

RLS/SAU>75% media Italia

aree di pianura e collina a elevato reddito

Aree di montagna ad elevato

reddito (C1)

Altre aree svantaggiate (B)

3548

2616

5470

3692

471

349 Aree collinari ad elevato reddito (B1)

Superficie > 600 m. s.l.m.>80% S.T.

122

3221

1778

57

1721

1

LO SVANTAGGIO

Page 19: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

19

Agli inizi degli anni ’50 del Novecento Bologna aveva 316.074 abitanti, oggi ne ha 371.000, dopo aver raggiunto nel 1971 la cifradi 490.528.

E’ tra le città percentualmente più cresciute in ambito padano negli ultimi cinquant’anni, ponendosi subito dopo Torino, con unacrescita media del 2,7% all’anno nel decennio del grande slancio (1951-1961). Nello stesso cinquantennio le vicendedemografiche hanno registrato poi evoluzioni diverse, alcune inattese, come ad esempio il sensibile calo della popolazione delcomune negli ultimi decenni.

Inarrestabile e cospicua è stata, anche se non indipendentemente dalle vicende demografiche, l’espansione della città sulterritorio, che ha investito, già a partire dagli anni ‘50, i comuni limitrofi, superando la cerchia delle antiche mura entro la qualeper lungo tempo la città era rimasta, dopo la crescita seguita all’unificazione, se si escludono alcune appendici lungo la viaEmilia.

LE IMMAGINI DEL CAMBIAMENTO

USO DEL SUOLO STORICO 1828 - 1853 estratto dalla Carta Storica Regionale alla scala 1:50.000 della Regione Emilia Romagna

1

LO SVANTAGGIO

Page 20: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

20

Carta dell’Erosione Antropica estratto dagli studi per il Piano Territoriale della Regione Emilia Romagna degli anni ‘80

EROSIONE ANTROPICA – PTR anni ‘80

Centri e nuclei urbani fino al 1880

Dal 1880 al 1930

Dal 1930 al 1980

Aree industriali dal 1930 al 1980

IL CONSUMO DI SUOLO: QUANDO I BUOI ERANO ANCORA NELLA STALLA1

LO SVANTAGGIO

Page 21: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

21

GLI USI DEL SUOLO AL 2001 | Bologna – area di studio

1

LO SVANTAGGIO

Page 22: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

22

GLI USI DEL SUOLO AL 1954 | Bologna – area di studio

1

LO SVANTAGGIO

Page 23: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

23

Aree urbane

Aree agricole

Aree boscate

3.960,5 Ha | (28,1%)

8.697,9 Ha | (61,8%)

1.424,0 Ha | (10,1%)

7.136,6 Ha | (50,7%)

4.679,5 Ha | (33,2%)

2.266,3 Ha | (16,1%)

gli usi del suolo

2001

Totale 14.082,4 Ha

364.064

14.082,4 Ha

371.217

Variazione %2001 - 1954

+80,2%

-46,2%

+59,2%

+ 2,0%

% sul totaleSuperficie in Ha (dato comunale) Superficie in Ha (dato comunale) % sul totale

Popolazione1954 2001

gli usi del suolo

1954

CONSUMO DI SUOLO dal: Piano Strategico Strutturale di Bologna del 2004

SOSTENIBILITA’ E CONSUMO DI SUOLO AGRONATURALE - COMUNE DI BOLOGNA

(pop.1971 490.528)

380.1812011

1

LO SVANTAGGIO

Page 24: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

24

BOLOGNA: USI DEL SUOLO 1954 E 2001 - legendausi del suolo urbani e agroforestali dall’immagine aereofotografica contemporanea1

LO SVANTAGGIO

Page 25: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

25

2

25

www.reterurale.it

LO SVILUPPO RURALE…promuovere

Giugno 2010

Page 26: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

26

LO SVANTAGGIO RIVISITATO: LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE NELLE AREE DELL’ABBANDONO

Le regioni italiane hanno conosciuto nella seconda metà del XX secolosignificativi processi di redistribuzione della popolazione che hanno determinatorilevanti fenomeni sia di concentrazione che di rarefazione. Una carta che misurile differenze di accessibilità della popolazione consente di estrarre le aree chehanno visto declinare drasticamente il loro potenziale demografico; tra queste,quelle per le quali il declino è in corso ancora in questo scorcio del nuovo secoloin cui movimenti migratori a lungo raggio hanno conosciuto una nuova eimprevista intensità.

A fronte di questi processi di depauperamento demografico ed economico è inparticolare evidenza il valore del patrimonio paesistico ed urbanistico che èpresente in queste aree e viene minacciato dall’abbandono. Un patrimonioterritoriale di valori storico culturali presenti nei tessuti urbani e nei paesaggirurali che può essere rimesso in valore con interventi che agiscano sullecondizioni di infrastrutturazione, soprattutto in quelle tra queste aree cheospitano vere e proprie forme urbane.

26

2

LO SVILUPPO RURALE

Page 27: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

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LO SVANTAGGIO RIVISITATO:

LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE NELLE AREE DELL’ABBANDONO

Patrimonio storico-urbanistico

Potenziale paesistico delle colture agrarie (TCI 1961)

Potenziale urbanistico delle città storiche (ISTAT 1870)

Potenziale paesistico delle aree naturali e paranaturali

medio

alto

da basso a medio

alto

molto alto

27

2

LO SVILUPPO RURALE

Page 28: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

28

LO SVANTAGGIO RIVISITATO:

LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE NELLE AREE DELL’ABBANDONO

28

I paesaggi rurali di interesse storico2

LO SVILUPPO RURALE

Page 29: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

29

LO SVANTAGGIO RIVISITATO:

LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE NELLE AREE DELL’ABBANDONO

29

Il patrimonio culturale e paesaggistico

2

LO SVILUPPO RURALE

Paesaggi rurali di interesse storico – ambientale rif. Uso Storico del Suolo CNR Touring 1958-62 scala 1:200.000

Fino a 1.000 abitanti

da 1.001 a 10.000 abitanti

da 10.001 a 50.000 abitanti

oltre 50.000 abitanti

Sede di circondario al 1871

Potenziale urbanistico delle città storiche

Paesaggi silvo-pastorali

dominanti

prevalenti

rilevanti

Paesaggi agrari di pianura

Paesaggi agrari collinari e montani

Paesaggi agrari a forte caratterizzazione colturale

Seminativo arborato (presenza dal 25% al 50% sul totale del seminativo)

Seminativo arborato (oltre il 50% sul totale del seminativo)

Paesaggi rurali di interesse storico

e n. di rif. al Catalogo MIPAAF – DG

Sviluppo rurale

Siti UNCESCO

Beni del FAI

Page 30: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

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LO SVANTAGGIO RIVISITATO:

LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE NELLE AREE DELL’ABBANDONOLO SVILUPPO RURALE

Paesaggi rurali di interesse storico – ambientale rif. Uso Storico del Suolo CNR Touring 1958-62 scala 1:200.000

Fino a 1.000 abitanti

da 1.001 a 10.000 abitanti

da 10.001 a 50.000 abitanti

oltre 50.000 abitanti

Sede di circondario al 1871

Potenziale urbanistico delle città storiche

Paesaggi silvo-pastorali

dominanti

prevalenti

rilevanti

Paesaggi agrari di pianura

Paesaggi agrari collinari e montani

Paesaggi agrari a forte caratterizzazione colturale

Seminativo arborato (presenza dal 25% al 50% sul totale del seminativo)

Seminativo arborato (oltre il 50% sul totale del seminativo)

Paesaggi rurali di interesse storico e n. di rif. al Catalogo MIPAAF – DG Sviluppo rurale

Siti UNCESCO

Beni del FAI

Il patrimonio storico e paesaggistico è una risorsa determinante per lo sviluppo di una fruizione turistica delle aree interne e rurali.

2

Page 31: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

31

Le dinamiche recenti hanno approfondito il divario tra nord e sud; negli ultimi dieci anni meno del60 per cento dei comuni del sud (pesati per la popolazione) è stata interessata da quei processi dicrescita demografica che hanno invece segnato senza soluzione di continuità il resto del Paese.

Le ragioni della difficoltà delle regioni meridionali a partecipare alle nuove dinamiche insediativestanno sicuramente nella fragilità della loro infrastrutturazione economica che ha ridottol'attrattività per l'immigrazione straniera e ha sospinto nuovi flussi interregionali verso il nord. Masta anche nel l'affacciarsi nella società meridionale di processi di denatalità che hanno invertito ilsegno del movimento naturale.

Le differenze locali sono riconoscibili in termini strutturali e disegnano un sud della marginalità odel declino, assai vasto. Un Sud che ha comunque forti livelli di antropizzazione storica. Questodato strutturale che ripropone la antica distinzione tra "la polpa e l'osso" del territorio meridionaleè stato scalfito solo marginalmente dalle dinamiche economiche recenti.

L’idea di agende strategiche che usino il sistema locale come territorio di progetto, diindagine e di animazione sociale, per ritrovare nuovi ruoli ed equilibri nuovi, dopo quelliperduti, o per riproporre con maggiore forza le proprie positive caratteristiche, puòessere un dato preferenziale per valutare la fattibilità delle proposte di intervento?Quale altre informazioni da tracciare… quali altri indizi da ricercare? Quali iprotagonisti dell’innovazione da coinvolgere …? E le buone esperienze da valorizzare?Come?

2

LO SVILUPPO RURALE

STRATEGIE DI INNOVAZIONE NEI SISTEMI LOCALI

Page 32: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

32

STRATEGIE DI INNOVAZIONE NEI SISTEMI LOCALI

In azzurro sono rappresentati i Sistemi Locali a medio-bassa centralità e bassadinamica; questi Sistemi Locali non hanno un livello elevato di accessibilità, però ilpotenziale demografico accessibile ha dato qualche segnale di crescita dal 2001 adoggi.

In blu sono rappresentati i Sistemi Locali con evidenti problemi di declino; questiaggregati hanno un basso livello di accessibilità, e variazione negativa della stessa escarsa vivacità economica.

In blu scuro sono rappresentati i Sistemi Locali con processi di declino e bassoreddito; alla bassa accessibilità e alla dinamica negativa della stessa si aggiunge unreddito pro capite inferiore all’80% del dato nazionale e con scarsa vivacità.

In arancione sono rappresentati i Sistemi Locali ad alta centralità e forte dinamicaeconomica, caratterizzati da elevata accessibilità e variazione della stessa superioreal 4%.

In giallo sono rappresentati i Sistemi Locali meno dinamici; questo aggregato diSistemi Locali si contraddistingue per elevata accessibilità ma una dinamica dellastessa poco elevata.

37 673.321 15.662,9 43,0

4 44.039 2.096,4 21,0

1 8.138 601,7 13,5

120 23.452.028 67.833,4 345,7

71 3.557.481 33.663,1 105,7

233 27.735.007 119.857,6 231,4

23 504.411 9.794,1 51,5

2 18.154 794,7 22,8

1 4.501 263,0 17,1

52 10.049.077 28.634,3 350,9

69 2.759.466 30.009,6 92,0

147 13.335.609 69.495,6 191,9

60 2.051.369 20.606,4 99,5

14 187.007 4.245,7 44,0

40 628.869 11.316,7 55,6

12 1.003.547 4.405,9 227,8

58 8.958.547 21.606,8 414,6

184 12.829.339 62.181,5 206,3

19 572.717 5.804,5 98,7

13 266.634 3.957,4 67,4

13 303.061 4.290,6 70,6

9 745.165 3.302,6 225,6

23 3.163.498 8.356,3 378,6

77 5.051.075 25.711,4 196,5

12 232.822 5.369,7 43,4

9 201.651 5.616,7 35,9

7 154.740 3.331,9 46,4

2 218.335 1.495,7 146,0

15 867.863 8.276,0 104,9

45 1.675.411 24.089,9 69,5

151 4.034.640 57.237,6 70,5

42 717.485 16.710,8 42,9

62 1.099.309 19.803,9 55,5

195 35.468.152 105.671,9 335,6

236 19.306.855 101.911,8 189,4

686 60.626.441 300.466,8 201,8

TOTALE ITALIA

N°SLL popolazione superficie densità

N°SLL popolazione superficie densità

CE

NT

RO

NO

RD

SU

DS

ICIL

IAS

AR

DE

GN

A32

2

LO SVILUPPO RURALE

SLL con criticità diverse

SLL medio-bassa centralità e bassa dinamica

SLL con processi di declino

SLL con processi di declino e basso reddito

SLL ad alto potenziale

SLL ad alta centralità e forte dinamica

Altri SLL meno dinamici

I SISTEMI LOCALI TRA CENTRALITA’ TERRITORIALE

E DINAMICA ECONOMICA

Page 33: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

3333C

EN

TR

O33

SISTEMI LOCALI POTENZIALI E CRITICITA’

SLL ad alto potenziale

SLL ad alta centralità e forte dinamica

Altri SLL meno dinamici

SLL con criticità diverse

SLL medio-bassa centralità e bassa dinamica

SLL con processi di declino

SLL con processi di declino e basso reddito

Città storiche

Capoluoghi di Sistema Locale

STRATEGIE DI INNOVAZIONE NEI SISTEMI LOCALI

2

LO SVILUPPO RURALE

I SISTEMI LOCALI TRA CENTRALITA’ TERRITORIALE E DINAMICA ECONOMICA | nord

Page 34: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

3434C

EN

TR

O34

I SISTEMI LOCALI TRA CENTRALITA’ TERRITORIALE E DINAMICA ECONOMICA | centro

STRATEGIE DI INNOVAZIONE NEI SISTEMI LOCALI

2

LO SVILUPPO RURALE

SISTEMI LOCALI POTENZIALI E CRITICITA’

SLL ad alto potenziale

SLL ad alta centralità e forte dinamica

Altri SLL meno dinamici

SLL con criticità diverse

SLL medio-bassa centralità e bassa dinamica

SLL con processi di declino

SLL con processi di declino e basso reddito

Città storiche

Capoluoghi di Sistema Locale

Page 35: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

3535

I SISTEMI LOCALI TRA CENTRALITA’ TERRITORIALE E DINAMICA ECONOMICA | sud

SISTEMI LOCALI POTENZIALI E CRITICITA’

SLL ad alto potenziale

SLL ad alta centralità e forte dinamica

Altri SLL meno dinamici

SLL con criticità diverse

SLL medio-bassa centralità e bassa dinamica

SLL con processi di declino

SLL con processi di declino e basso reddito

Città storiche

Capoluoghi di Sistema Locale

STRATEGIE DI INNOVAZIONE NEI SISTEMI LOCALI

2

LO SVILUPPO RURALE

Page 36: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

3636

I SISTEMI LOCALI TRA CENTRALITA’ TERRITORIALE E DINAMICA ECONOMICA |

isole

STRATEGIE DI INNOVAZIONE NEI SISTEMI LOCALI

2

LO SVILUPPO RURALE

SISTEMI LOCALI POTENZIALI E CRITICITA’

SLL ad alto potenziale

SLL ad alta centralità e forte dinamica

Altri SLL meno dinamici

SLL con criticità diverse

SLL medio-bassa centralità e bassa dinamica

SLL con processi di declino

SLL con processi di declino e basso reddito

Città storiche

Capoluoghi di Sistema Locale

Page 37: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

37

3

37

I SISTEMI LOCALI…integrare

Page 38: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

3838

3

I SISTEMI LOCALI

INDICE DOSSIER

Page 39: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

39

DO

SS

IER

DE

I S

IST

EM

I L

OC

AL

I

3

I SISTEMI LOCALI

Page 40: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

40

Le prospettive dello sviluppo localeD

OS

SIE

R D

EI S

IST

EM

I L

OC

AL

I

3 SISTEMI LOCALI DA INNOVARE

SLL con criticità diverse

SLL medio-bassa centralità e bassa dinamica

SLL con processi di declino

SLL con processi di declino e basso reddito

SLL ad alto potenziale

SLL ad alta centralità e forte dinamica

Altri SLL meno dinamici

I SISTEMI LOCALI

In azzurro sono rappresentati i Sistemi Locali a medio-bassa centralità e forte dinamica; questi Sistemi Locali non hanno un livello elevato di accessibilità, però lo stesso ha dato qualche segnale di crescita dal 2001 ad oggi.

In blu sono rappresentati i Sistemi Locali con problemi di declino; questi aggregati hanno un basso livello di accessibilità, e variazione della stessa negativa.

In blu scuro sono rappresentati i Sistemi Locali con processi di declino e basso reddito; alla bassa accessibilità e alla dinamica negativa della stessa si aggiunge un reddito pro capite inferiore all’80% del dato nazionale e con scarsa vivacità.

In arancione sono rappresentati i Sistemi Locali ad alta centralità e forte dinamica, caratterizzati da elevata accessibilità e variazione della stessa superiore al 4%.

In giallo sono rappresentati i Sistemi Locali meno dinamici; questo aggregato di Sistemi Locali si contraddistingue per elevata accessibilità ma una dinamica della stessa poco elevata.

Vallo della Lucania

Page 41: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

41

Scheda socio economica del

Sistema Locale di

VALLO DELLA LUCANIA

DO

SS

IER

DE

I S

IST

EM

I L

OC

AL

II caratteri socio economici e territoriali

3

I SISTEMI LOCALI

Page 42: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

42

L’evoluzione del Sistema Locale

I Sistemi

Locali e i

Piani di

Sviluppo

Rurale

della

Regione

Campania

DO

SS

IER

DE

I S

IST

EM

I L

OC

AL

I

3

I SISTEMI LOCALI

Regione Campania

Numero SL 46

Page 43: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

43

L’accessibilita’ e le variazioni di accessibilità della popolazione

I caratteri territorialiD

OS

SIE

R D

EI S

IST

EM

I L

OC

AL

I

3

I SISTEMI LOCALI

Page 44: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

44

I caratteri territorialiD

OS

SIE

R D

EI S

IST

EM

I L

OC

AL

I

3L’accessibilita’ e le variazioni di accessibilità della popolazione

I SISTEMI LOCALI

Page 45: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

45

La caratterizzazione agricolaD

OS

SIE

R D

EI S

IST

EM

I L

OC

AL

I

3 I prodotti tipici

I SISTEMI LOCALI

Page 46: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

46

L’ospitalità

L’offerta e la domanda turistica

DO

SS

IER

DE

I S

IST

EM

I L

OC

AL

I

3

I SISTEMI LOCALI

Page 47: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

47

Il patrimonio culturale e paesaggistico

Le risorse culturali e la fruizioneD

OS

SIE

R D

EI S

IST

EM

I L

OC

AL

I

3

I SISTEMI LOCALI

Page 48: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

48

Le risorse culturali e la fruizione

La fruizione

DO

SS

IER

DE

I S

IST

EM

I L

OC

AL

I

3

I SISTEMI LOCALI

Sicignano di Alburni

….valorizzare la ferrovia da Sicignano di Alburni a Castrovillari? Certo che si.

Il modello di fruizione

Page 49: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

49

4

49

I PROGETTI LOCALI:La filiera

e lo spazio rurale

…sperimentare…

Page 50: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

50

Mercoledì 24 luglio 2013

Sala Consiliare Palazzo Materi - Grassano (MT)

C o n v e g n o p r e s e n t a z i o n e d e l

Il Territorio del GAL BRADANICA:Possibili scenari evolutivi

Ugo Baldini - CAIRE

GAL BRADANICARegione Basilicata - Provincia di MateraComuni di: Grassano, Grottole, Irsina, Pomarico,

Montescaglioso, Miglionico

4

I PROGETTI LOCALI

Page 51: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

51

IL TERRITORIO E I SUOI RIFERIMENTI TRADIZIONALI

I GAL (Gruppo di Azione Locale) Le Comunità Montane

…i GAL coprono quasi tutte le aree extra urbane

4

I PROGETTI LOCALI

Page 52: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

52

La filiera della valorizzazione agro-ambientale del territorio ruraledeve essere in grado di descrivere e valutare gli esiti e le potenzialitàin termini di generazione di valore che l’evoluzione dell’impresaagricola multifunzionale produce attraverso la diversificazione esofisticazione dei servizi offerti in ambiente rurale: passando dallaproduzione di derrate agricole alla offerta di una vera e propria culturadella alimentazione, dall’esercizio delle pratiche colturali all’offerta dipaesaggio e di opportunità di fruizione ma anche alla garanzia dimanutenzione ambientale, dal patrimonio di residenze rurali ad unaospitalità carica di valori salutistici, formativi, ricreativi.

La piramide qui rappresentata propone una misura di questoequilibrio nella specifica realtà di ciascun sistema locale misurando loscostamento rispetto alla media regionale (posta uguale a 100) delrapporto che misura gli indicatori di performance con cui proviamo amisurare la qualità della cultura alimentare, dei valoripaesaggistici, delle opportunità di fruizione, della ospitalità inambiente rurale rispetto alla base espressa dalla produzioneagricola, misurata in termini di risorse umane impiegate e di valoreprodotto.

Come quantificazione della parte della filiera correlataall’agricoltura abbiamo utilizzato il valore aggiunto per occupatoal 2005: il dato regionale è di 20.900 € per occupato, quello delGAL di quasi 31.500, per un rapporto di 150.

Nel comparto dell’alimentazione abbiamo preso la quantità diprodotti tipici DOP/IGP presenti: la media dei SLL della regioneBasilicata è di 2,36, e nel GAL Bradanica i prodotti DOP/IGP sono2, per un quoziente di 85.

Nel comparto del paesaggio abbiamo utilizzato un indice chemisura i paesaggi rurali di interesse storico sulla base dellacopertura del suolo CNR del 1960: per i paesaggi agrari diinteresse storico abbiamo suddiviso la copertura del suolo in tredifferenti classi sulla base del valore aggiunto delle produzioni: 1)seminativi, 2) alberi ad alto valore aggiunto (ulivo, vite, alberi dafrutto) moltiplicate per 5; 3) colture a minor valore aggiunto (prati epascoli) divise per 3 pesate in base all’altitudine. Oltre alla parteagraria abbiamo valutato anche le aree naturali e paranaturali:sempre utilizzando la copertura CNR del 1960 abbiamo suddivisoin tre classi le aree con patrimonio boschivo-forestale: la primaclasse per boschi cedui e castagneti, la seconda con prati epascoli moltiplicati per 2, la terza col patrimonio sterile (moltiplicatoper tre). La somma dei tre coefficienti fornisce un primo indicatoredi sintesi che sesprime il valore potenziale del paesaggionaturale/paranaturale al 1960.

Nel caso del GAL Bradanica, l’indice relativo ai paesaggi agraristorici è stato pari a 1,11, mentre il valore medio dei SLL lucani èpari a 0,86, per un quoziente di 129.

Come misurazione del livello di ospitalità del territorio ruraliabbiamo utilizzato il quoziente tra posti letto non alberghieri epopolazione residente: nel caso della Regione Basilicata è pari a2,8, nel caso del GAL è poco meno di 1 (0,97): il quoziente tra ledue misurazioni è pari a 34 su 100.

L’ultimo indice con cui abbiamo provato a quantificare gli equilibridi filiera è quello relativo alla fruizione: l’unità di misura sceltasono le presenze straniere ogni 1000 abitanti: il dato Regionale èdi quasi 267, quello del GAL di 53, per un quoziente di 20.

5252

… usare in modo sinergico la filiera

4

52

I PROGETTI LOCALI

Page 53: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

5353

… l’educazione alla alimentazione

4

53

I PROGETTI LOCALI

Page 54: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

54

4

I PROGETTI LOCALI

Page 55: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

55

APE: le aree campione

L’ ambizione di servire le reti locali ha già trovato alcune occasioni ed opportunità per realizzarsi: tra tutte merita di essere citata in primo luogo il Progetto APE. Appennino Parco d’Europa che, sotto l’egida del Ministero dell’Ambiente ha visto una forte iniziativa delle associazioni di Enti Locali (UPI, UNCEM, Federparchi) rivolta a sollecitare la formazione di reti locali tra Comun ità e Parchi.I Sistemi locali della Marginalità, individuati dall’Atlante Nazionale del Territorio Rurale sono stati un riferimento importante per la selezione delle aree campione di APE

4

I PROGETTI LOCALI

Page 56: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

56

Anche nel sud del Paese, dove la

tradizione autonomistica del

locale è meno radicata nelle

istituzioni dello spazio rurale, il

progetto APE ha saputo suscitare

iniziative rilevanti e percorsi di

cooperazione innovativi, come nel

caso del Progetto Antica Lucania

che ha coinvolto 12 Comunità

Montane ed i Parchi Regionali

della Basilicata.

APE

Antica Lucania

Banca Progetti

4

I PROGETTI LOCALI

Page 57: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

57

dorsale alpina

crinale principale

crinali secondari

cime principali

cime secondarie

passi-selle

forre del Pennavaire

paesaggi fluviali principali in morfologia dolce

paesaggi fluviali principali in morfologia aspra

paesaggi fluviali secondari originati da sorgenti accertate o da accertare

sorgenti accertate

ambito di fondovalle

nuclei di valore storico

strade carrabili asfaltate

strade carrabili sterrate

pinete relitte di pino silvestre

pinete di pino nero, marittimo e d’aleppo (rimbosch.)

lariceti ed abetine (rimboschimenti)

faggeta mista meso-termofila

bosco misto di latifoglie mesofile (ostria, roverella)

querceto misto di leccio

formazione rupicole di leccio

macchia mediterranea (macchia bassa)

vegetazione ripariale a prevalenza di ontano nero

castagneto da frutto

castagneto cedua

uliveti

coltivi

prati-pascoli

zone rocciose e ghiaioni

ambito dell’habitat mediterraneo

ambito dell’habitat alpino montano

Identificazione ambientale

Progetti di intervento

un riferimento per la governance locale?

LA VALLE PENNAVAIRE

Il recupero dei borghi storici - Castelbianco

Tra Cuneo, Imperia e Savona

Bottom up, demos (luogo, comunità), patto locale…4

VALORIZZAZIONE AMBIENTALE DELLA VALLE PENNAVAIREI PROGETTI LOCALI

Page 58: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

58

lo slargo di ingresso

il cuore

del nucleo

la piazzetta

il balcone panoramico

4

Schema direttore

Schema di assetto

PARCO NAZIONALE DEI MONTI SIBILLINI

NUCLEO DI MERIGGIO ”La proposta progettuale”

58

I PROGETTI LOCALI

PROGETTO DI VALORIZZAZIONE AMBIENTALE E TURISTICA DEI MONTI SIBILLINI

Page 59: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

59

VAL CENO IL PROGETTO “l’Ansa dei Graniti” – Schema paesistico

ITINERARIO LUNGO

. Mulino “Alberelle”

. Borgo di Pralunga

. Famiglia dei Graniti

. Galleria e Canale scolpiti

. Gola dei Raffi

. Risalita alla Terrazza panoramica di Pietracervara

. Frazione di Pietracervara

. Rientro per la strada

. Discesa al Mulino

ITINERARIO BREVE. Borgo di Pralunga. Famiglia dei Graniti. Mulino “Alberelle”. Borgo di Pralunga

4

59

I PROGETTI LOCALI

PARCO DELLA VALLE DEL CENO

Page 60: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

VAL CENO IL PROGETTO “l’Ansa dei Graniti” Simulazione fotografica4

60

I PROGETTI LOCALI

PARCO DELLA VALLE DEL CENO

Page 61: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

61

LA FONDAZIONE CON IL SUD

SLL medio-bassa centralità e bassa dinamica

SLL con processi di declino

SLL con processi di declino e con basso reddito

Sistemi Locali (SLL) con diverse esigenze di innovazione

SLL ad alta centralità e forte dinamica

Altri SLL a connotazione urbana

SLL a connotazione più urbana

CAMPANIAn° SLL Popolazione Superficie Densità

26 5.257.384 6.449,6 815,2

15 386.170 3.847,4 100,4

0 0 0,0 0,0

13 173.487 3.261,1 53,2

54 5.817.041 13.558,0 429,0

PUGLIAn° SLL Popolazione Superficie Densità

34 3.727.765 14.245,4 261,7

5 205.515 2.435,1 84,4

1 19.784 315,6 62,7

4 118.780 1.965,7 60,4

44 4.071.844 18.961,8 214,7

BASILICATAn° SLL Popolazione Superficie Densità

1 77.464 779,1 99,4

5 334.264 4.350,1 76,8

8 99.702 2.837,9 35,1

5 71.285 1.868,2 38,2

19 582.715 9.835,3 59,2

CALABRIAn° SLL Popolazione Superficie Densità

8 793.234 3.419,4 232,0

32 927.071 7.488,4 123,8

3 49.087 688,4 71,3

15 243.022 3.545,4 68,5

58 2.012.414 15.141,6 132,9

SICILIAn° SLL Popolazione Superficie Densità

32 3.897.932 11.658,9 334,3

19 572.925 5.804,5 98,7

13 267.615 3.957,4 67,6

13 304.520 4.290,6 71,0

77 5.042.992 25.711,4 196,1

SARDEGNAn° SLL Popolazione Superficie Densità

17 1.081.177 9.771,7 110,6

12 232.920 5.369,7 43,4

9 202.821 5.616,7 36,1

7 155.486 3.331,9 46,7

45 1.672.404 24.089,9 69,4

ITALIA MERIDIONALEn° SLL Popolazione Superficie Densità

118 14.834.956 46.324,0 312,5

88 2.658.865 29.295,1 93,5

34 639.009 13.416,0 47,6

57 1.066.580 18.262,9 58,4

297 19.199.410 107.298,0 178,9

SISTEMI LOCALI DA INNOVARE?

4

I PROGETTI LOCALI

Page 62: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

62

SISTEMI LOCALI DA INNOVARE?

4LA FONDAZIONE CON IL SUD

I PROGETTI LOCALI

per migliorare le chances di successo del Programma di Sostegnola scelta è andata sui Sistemi Locali più promettenti tre quelli fortemente penalizzati

I PRIMI TRA GLI ULTIMI

Ordinamento Generale per ricorrenza dei fattori

2014

2013

Page 63: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

63

AREA DEL POLLINO AREA DEL TITERNO E ALTO TAMMARO

AREA DEL CILENTO

AREA DELLE MADONIE

fabbisogno energetico medio dell’area 138 KWh/mq/anno

fabbisogno energetico medio dell’area 143 KWh/mq/anno

fabbisogno energetico medio dell’area 98 KWh/mq/anno

fabbisogno energetico medio dell’area 97 KWh/mq/anno

ENERGIA E SVILUPPO LOCALE

progetto GREEN COMMUNITIES

4

I PROGETTI LOCALI

Fabbisogno energetico degli edifici residenziali

Page 64: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

64

La popolazione in età di lavoro (15-64 anni)

previsioni al 2020

Popolazione in età di lavoro (15-64) accessibileDifferenze tra scenario tendenziale e scenario di riequilibrio nelle previsioni al 2020

Scenario tendenziale 4.562.496 abitanti

Scenario di riequilibrio 4.605.606 abitanti

Variazione

accessibilità positiva + 0,9%

*

*

*

*

*

Regioni che rivelano processi

di bilanciamento dei saldi

migratori già in atto nel

periodo 2006-2010

Le aree più critiche:lo scenario di riequilibrio ipotizza l’omogeneizzazione dei saldi migratori all’interno di ciascuna regione e la carta mostra le differenze con lo scenario tendenziale che proietta gli andamenti degli ultimi cinque anni nelle diverse aree.

I territori del progetto Green Communities

Per il riequilibrio nelle aree in deficit servono almeno 50.000 posti di lavoro in più! Non è poco, corrisponde ad un incremento almeno di 150.000 abitanti in più.

Aree in forte deficit:

4

il progetto GREEN COMMUNITIESI PROGETTI LOCALI

Page 65: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

4

65

Quoziente tra

produzione agricola

standard e consumi

alimentari

LA FOOD STRATEGY Consumi alimentari e agricoltura periurbana

Risorse e valori delle aree periurbane agricole nel comune di Parma

I PROGETTI LOCALI

Page 66: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

9866

RISORSE E VALORI DELLE AREE AGRICOLE PERIURBANE NELCOMUNE DI PARMA4

I PROGETTI LOCALI

Page 67: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

67

5

67

LA MANUTENZIONE…assicurare…

STUDI PER IL PIANO DI CLASSIFICA DEL CONSORZIO DI BONIFICA DELL’EMILIA CENTRALE

Page 68: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

N° Comuni Popolazione Superficie

Asta principale 164 1.884.908 5.135

Fasciati 1.010 8.209.529 24.462

Non fasciati 2.027 5.792.409 42.023

Autorità di Bacino 3.201 15.886.846 71.620

Geografia politica del bacino del Po

ComuniIncidenza

regionale

Asta principale 48 4%

Fasciati 367 30%

Non fasciati 801 66%

Totale 1.216

Fasciati 29 39%

Non fasciati 45 61%

Totale 74

Asta principale 75 5%

Fasciati 494 32%

Non fasciati 979 63%

Totale 1.548

Asta principale 17 53%

Fasciati 2 6%

Non fasciati 13 41%

Totale 32

Non fasciati 52 100%

Totale 52

Asta principale 24 11%

Fasciati 118 55%

Non fasciati 74 34%

Totale 216

Non fasciati 3 100%

Totale 3

Non fasciati 60 100%

Totale 60

Prov. Aut.

Trento

Veneto

Liguria

Emilia

Romagna

Toscana

Piemonte

Valle

d'Aosta

Lombardia

Classificazione geografica dei comuni

68

5

LA MANUTENZIONE

UNA GOVERNANCE TERRITORIALE COMPLESSA

Page 69: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

Comuni Popolazione Superficie

Bacino del Po Italia Bacino del Po Italia Bacino del Po Italia Bacino del Po Italia Bacino del Po Italia

Aree con forti problemi di abbandono 33,3% 30,4% 25,5% 32,6% 35,8% 28,9% 18,5% 17,0% 27,1% 19,7%

Aree con problemi di abbandono 14,2% 10,5% 9,6% 6,1% 14,4% 9,8% 8,3% 5,6% 8,5% 4,0%

Aree intermedie 10,9% 15,8% 13,8% 19,0% 8,8% 18,1% 7,9% 16,3% 13,5% 20,2%

Aree agricole in regresso 17,8% 19,7% 18,7% 21,0% 19,5% 21,4% 31,1% 31,6% 24,7% 31,9%

Aree agricole forti 23,8% 23,6% 32,4% 21,3% 21,5% 21,9% 34,3% 29,5% 26,3% 24,2%

Totale complessivo 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

PRESIDIO AGRICOLO

SAU Aziende agricole

CRITICITA’ – IL PRESIDIO AGRICOLO

5

LA MANUTENZIONE

69

Gli indicatori utilizzati per sintetizzare lo stato del fenomeno sono rappresentati dall’incidenza dell’agricoltura nel governo del territorio (misurata dal rapporto tra Superficie Agricola Utilizzata (SAU) e superficie territoriale (St) e dalla sua evoluzione nell’arco dell’intervallo intercensuario misurata dalla variazione della SAU stessa tra 1990 e 2000.

Page 70: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

70

5

LA MANUTENZIONE

IL TERRITORIO ABBANDONATO DALLE AZIENDE AGRICOLE

In 50 anni le aziende agricole (e il Paese con loro) hanno “perso il controllo” di quasi 100 mila Kmq, di territorio coltivato e boschivo, un terzo del Paese. Perdita di controllo particolarmente grave per la Liguria e l’Appennino Nord Occidentale, per il Sistema Pedealpino e al Sud Ciociaria, Napoletano e Calabrese hanno avuto una spoliazione di governo agricolo.

Riduzione percentuale della SAT (Superficie

Aziendale Totale) tra il 1961 ed il 2010

Page 71: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

71

n. comuni % popolazione % sup.terr %

Sardegna 73 21,4% 620.153 21,4% 5.749,9 26,0%

ITALIA 2.391 29,5% 11.376.610 18,7% 86.329,5 28,6%

Comuni con un quoziente tra ULA e KMQ di SAU perduta compreso tra 0 e 5

AGRICOLTORI E COOPERATIVE SOCIALI NEL TERRITORIO ABBANDONATO

LA MANUTENZIONE

Alle aziende agricole il Consorzio della Bonifica parmense affida compiti di manutenzione sulle aree non presidiate

Unità di lavoro agricolo

presenti al 2010 per kmq.

di SAT (Superficie

Aziendale Totale) perduta

nel periodo 1961 - 2010

n.comuni popolazione superficie

Nord 30,9% 20,3% 35,0%

Centro 20,3% 8,2% 20,0%

Sud 25,1% 14,2% 25,6%

Sicilia 19,0% 14,2% 25,1%

Sardegna 79,8% 69,9% 65,9%

Italia 29,8% 17,2% 31,2%

Comuni con oltre 40 cooperative sociali accessibili per 100.000

residenti accessibili

Numero di cooperative sociali accessibili per 100.000 residenti al 2011 – 30’

18.880 cooperative sociali occupano al 2011 320.513 addetti, la loro presenza è largamente distribuita sul territorio nazionale, dal Nord al Sud ed è particolarmente rilevante anche nelle aree montane del Paese. Densità più elevata presente in Sardegna, nel Sannio, nell’Arco Alpino e in Romagna.

5

Page 72: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

72

SLL ad elevata ricchezza per unità di superficie(V.Agg.tot/Kmq>6 milioni€) e ad elevata valorizzazione agricola (V.Agg.Agr/Kmq>90mila€)

SLL ad elevata ricchezza per unità di superficie(V.Agg. Agr./Kmq>6milioni€) e a modesta valorizzazione agricola (V.Agg.Agr/Kmq<90mila€)

SLL a media ricchezza per unità di superficie(750mila€ < V.Agg.tot/Kmq< 6milioni€) e ad elevata valorizzazione agricola (V.Agg.Agr/Kmq > 90mila€)

SLL a media ricchezza per unità di superficie(750mila€< V.Agg.tot/Kmq< 6milioni€) e a modesta valorizzazione agricola (V.Agg.Agr/Kmq<90mila€)

SLL a modesta ricchezza per unità di superficie(V.Agg.tot./Kmq<750mila€) e ad elevata valorizzazione agricola (V.Agg.Agr/Kmq >90mila€)

SLL a modesta ricchezza per unità di superficie(V.Agg.tot./Kmq<750mila€) e modesta valorizzazione agricola (V.Agg.Agr/Kmq<90mila€)

Un grave deficit di risorse per lamanutenzione nelle aree interne

accomuna i Sistemi Locali del Nord (il 31,4% dei casi presenta una bassa disponibilità di risorse tanto agricole che generali) e del Mezzogiorno (45,0%).

TOTALE ITALIA

N°SLL popolazione superficie densità

101 34.524.674 53.603.0 644.1

407 23.636.052 179.585.4 131.6

178 2.465.715 68.147.6 36.2

686 60.626.441 301.336.0 201.2

EMILIA ROMAGNA

11 2.704.212 7.174,8 376,9

19 1.585.071 10.787,9 146,9

11 121.647 4.103,6 29,6

41 4.410.930 22.066,3 199,9

N°SLL popolazione superficie densità

LA MANUTENZIONE

LE RISORSE PER LA MANUTENZIONE

5

Page 73: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

6

LE AREE INTERNE…rigenerare….

73

Page 74: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

74

N° comuni Popolazione Superficie Densità

3.578 3.454.438 85.328.5 40

1.152 3.421.372 46.381.4 74

105 362.653 12.399.0 29

3.266 51.891.041 157.227.2 330

Italia 8.101 59.129.504 301.336.0 196

NORD N° comuni Popolazione Superficie Densità

2.186 1.948.566 44.241.7 44.0

413 1.068.716 11.677.0 91.5

54 178.655 6.203.9 28.8

1.888 23.637.362 57.808.8 408.9

Totale 4.541 26.833.299 119.931 223.7

CENTRO N° comuni Popolazione Superficie Densità

551 564.712 17.000.9 33.2

172 495.679 7.905.4 62.7

30 104.139 3.901.5 26.7

555 11.685.851 40.334.5 289.7

Totale 1.308 12.850.381 69.142 185.9

SUD N° comuni Popolazione Superficie Densità

553 641.549 14.381.0 44.6

372 1.216.597 13.596.3 89.5

8 29.875 711.0 42.0

552 10.881.499 33.772.7 322.2

Totale 1.485 12.769.520 62.461 204.4

SICILIA N° comuni Popolazione Superficie Densità

83 99.983 2.248.9 44.5

106 365.323 5.403.0 67.6

1 3.143 178.0 17.7

200 4.548.412 17.881.5 254.4

Totale 390 5.016.861 25.711 195.1

SARDEGNAN° comuni Popolazione Superficie Densità

205 199.628 7.455.9 26.8

89 275.057 7.799.8 35.3

12 46.841 1.404.5 33.4

71 1.137.917 7.429.7 153.2

Totale 377 1.659.443 24.090 68.9

NORD

CENTRO

SUD

SICILIA

SARDEGNA

I COMUNI MINIMI (E ASSIMILABILI)

Comuni “minimi”: comuni con popolazione al 2006

inferiore a 2.000 abitanti

Comuni assimilabili a minimi perché “poveri”(comuni con PIL al 2001 inferiore a quello di un comune

di 2.000 abitanti con PIL pro-capite = media nazionale)

Comuni assimilabili a minimi perché “spopolati”(comuni con meno di 15.000 abitanti e densità inferiore a 50ab/kmq)

Altri comuni

ITALIA

3.600 sono i comuni “minimi”, con meno di 2.000 abitanti, a questi sono assimilabili più di 1.100 altri comuni sono critici perché poveri e altri centri spopolati

nei comuni minimi e assimilabili:

7.238.463 abitanti (13% del Paese)

144.122kmq di superficie (47,8%)

6

LE AREE INTERNE

Page 75: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

75

la proposta UNCEM per il Ministro Barca

NORD N° comuni Popolazione Superficie Densità

2.186 1.948.566 44.241.7 44.0

413 1.068.716 11.677.0 91.5

54 178.655 6.203.9 28.8

1.888 23.637.362 57.808.8 408.9

Totale 4.541 26.833.299 119.931 223.7

NORD N° comuni Popolazione Superficie Densità

1.350 1.082.226 34.836.9 31.1

198 520.550 8.355.2 62.3

51 173.810 5.889.8 29.5

465 3.577.302 16.687.6 214.4

Totale 2.064 5.353.888 65.769 81.4

in ambiente montanoNORD

I comuni minimi - nord

Comuni “minimi”: comuni con

popolazione al 2006

inferiore a 2.000 abitanti

Comuni assimilabili a minimi perché “poveri”(comuni con PIL al 2001 inferiore a quello di un comune di 2.000 abitanti con PIL pro-capite = media nazionale)

Comuni assimilabili a minimi perché “spopolati” (comuni con

meno di 15.000 abitanti e densità inferiore a 50ab/kmq)

Altri comuni

Ambito dei comuni montani(fonte:ISTAT 1999)

La montagna al Nord = 54,6% del territorio totale

I comuni minimi montani = 75,4% dei comuni montani

Una distribuzione della frammentazione, montana ma non solo…

75

6

LE AREE INTERNE

Page 76: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

in ambiente montano

I PICCOLI COMUNI

N° comuni Popolazione Superficie Densità

68 257.602 2.277.6 113.1

898 1.665.919 27.759.9 60.0

totale 966 1.923.521 30.037.5 64.0

N° comuni Popolazione Superficie Densità

127 480.897 4.266.1 112.7

747 1.155.236 28.595.6 40.4

totale 874 1.636.133 32.861.7 49.8

N° comuni Popolazione Superficie Densità

690 2.508.467 13.944.7 179.9

2.651 3.278.244 61.846.3 53.0

totale 3.341 5.786.711 75.791.0 76.4

N° comuni Popolazione Superficie Densità

919 3.384.296 21.865.6 154.8

4.775 6.980.095 141.669.0 49.3

Italia 5.694 10.364.391 163.534.6 63.4

NORD

CENTRO

SUDPoco più di 900 comuni, piccoli ma non “minimi”, ospitano il 5% della popolazione italiana sul 7% del territorio nazionale e rappresentano un diffuso presidio del territorio rurale che conta quasi cinquemila altri comuni in condizioni più precarie che gestiscono le mete del territorio nazionale.

Piccoli comuni che “tengono”

Altri piccoli comuni, minimi, poveri e radi

N° comuni Popolazione Superficie Densità

19 79.317 693.4 114.4

181 410.477 7.388.7 55.6

totale 200 489.794 8.082.0 60.6

N° comuni Popolazione Superficie Densità

15 58.013 683.8 84.8

298 470.219 16.078.6 29.2

totale 313 528.232 16.762.4 31.5

SICILIA

SARDEGNA

N° comuni Popolazione Superficie Densità

360 1.293.433 11.026.0 117.3

3.208 4.419.079 114.820.7 38.5

Italia 3.568 5.712.512 125.846.7 45.4

ITALIA

ITALIA

76

6

LE AREE INTERNE

Page 77: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

77

I PICCOLI COMUNI - nord

Nei piccoli comuni “che tengono” ci sono forse più opportunità per sperimentare nuove politiche e per offrire in modo nuovo servizi pubblici e privati, servizi commerciali e servizi alla persona, che facciano leva sulla capacità di auto-organizzazione delle comunità locali.

Per gli altri bisogna analizzare in contesti locali più estesi, le risorse urbane presenti (le città di montagna) e puntare su governance locali efficienti e coese, orientate all’innovazione.

N° comuni Popolazione Superficie Densità

242 847.932 6.205.6 136.6

1.598 1.771.493 48.834.7 36.3

totale 1.840 2.619.425 55.040.3 47.6

NORD

N° comuni Popolazione Superficie Densità

690 2.508.467 13.944.7 179.9

2.651 3.278.244 61.846.3 53.0

tot.nord 3.341 5.786.711 75.791.0 76.4

NORD

in ambiente montano

Piccoli comuni che “tengono”

Altri comuni minimi, poveri e radi

Altri comuni

Comuni montani

6

LE AREE INTERNE

Page 78: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

78

I SISTEMI LOCALI TRA CENTRALITA’ TERRITORIALE E DINAMICA ECONOMICA

SISTEMI LOCALI - POTENZIALI E CRITICITA’

SLL ad alto potenziale

SLL ad alta centralità e forte dinamica

Altri SLL meno dinamici

SLL con criticità diverse

SLL medio-bassa centralità e bassa dinamica

SLL con processi di declino

SLL con processi di declino e basso reddito

Città storiche

Capoluoghi dei Sistemi Locali

SLL con criticità da frammentazione

fino a 2.000 abitanti

da 2.001 a 5.000

SLL con criticità manutentive

fino a 750 mila €/kmq sul Valore Aggiunto

da 750 mila a 1,25 milioni di €/kmq sul Valore AggiuntoCriticità:

dalla Val d’Ossola alla Valchiavenna, dalla Val Tanaro alla Carnia all’alta valle del Trebbia …….

gravi criticità

alcune criticità

elevato potenziale

n. comuni popolazione superficie densitàSistemi locali con gravi criticità

Sistemi locali con alcune criticità

Sistemi locali ad elevato potenziale

39 606.641 16.816.0 36.1

82 3.253.779 42.024.4 77.4

112 23.874.587 61.017.2 391.3

233 27.735.007 119.857.6 231.4

6

LE AREE INTERNE

Page 79: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

79

PER LA GOVERNANCE LOCALE…La Germania ha riformato ancora di recente la sua amministrazione pubblica con efficacia agendo su una geografiainconsueta fatta di unità territoriali urbane e rurali. Con una buona geografia senza mischiare ruoli, funzioni econtesti: è un buon riferimento per noi?

Landkreise (295)(distretti territoriali)

Stadtkreise (107)(città extracircondariali)

Il distretto territoriale (Landkreis) si occupa di molteattività che nelle città di dimensioni maggiori sono dicompetenza dell’amministrazione cittadina ma che neicomuni di dimensioni minori rappresentano un costoelevato e per i quali può capitare che non vi sianorisorse sufficienti.

Il distretto territoriale assume queste mansioni,principalmente consistenti in servizi o in lavoripubblici riguardanti più comuni, in modo da assicurareche alla popolazione dei piccoli comuni che si trovanonella stessa area geografica ma che hanno risorsenon uguali siano garantiti gli stessi servizi.

I distretti territoriali ospitano il 74% delleresponsabilità amministrative delegate, il 68% dellapopolazione e il 94% della superficie.

Di regola sono grandi città con più di 100.000abitanti, ma ne esistono anche al di sotto dei50.000 abitanti. Oltre alle funzioni assegnate ailandkreise svolgono compiti tipicamente urbani e/ometropolitani.

Lander (16)

6

LE AREE INTERNE

Page 80: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

80

PER LA GOVERNANCE LOCALE

I confini e i recapiti urbani che descrivono l’organizzazione funzionale e dinamica delle relazioni territoriali e delle funzioni amministrative esercitate nella storia recente, possono essere riferimenti per ricostruire l’Italia delle città e l’Italia dei distretti rurali? Per produrre una governance dove i Sistemi Territoriali acquistino autorevolezza e responsabilità anche per il patrimonio rurale che sanno valorizzare? Per ripartire con nuovi modelli locali basati sulla ri-generazione dei luoghi?

Sistemi locali e rete urbana dei capoluoghi

Limite di Sistema Locale

Piccoli comuni

Centri capoluogo di Sistema Locale

Comuni tra 35.000 e 90.000 abitanti al 2010

Sede di circondario al 1871

Comuni oltre 90.000 abitanti al 2010

Unione di comuni (fonte: ANCI)

Ambito dei comuni montani

80

6

LE AREE INTERNE

Page 81: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

81

LA PROPOSTA DELLA SOCIETA’ GEOGRAFICA ITALIANA PER IL RIORDINO ISTITUZIONALE

POLARITA’ URBANE E COMUNITA’ CONTIGUE

(30,1%)

AREE METROPOLITANE

(31,5%)

ALTRE COMUNITA’ TERRITORIALI

(38,2%)

6

LE AREE INTERNE

81

La distribuzione della popolazione

nazionale tra le diverse tipologie di

ambiti descrive il quadro di una struttura

territoriale fortemente equilibrata nelle

sue diverse componenti.

Il 31,5% della popolazione nazionale

(18,7 milioni di abitanti) è presente nelle

Aree Metropolitane, il 30,1% (17,9

milioni di abitanti) nelle Polarità Urbane

e nelle Comunità Territoriali su di esse

direttamente gravitanti (con 6,0 milioni

di abitanti nelle prime e 11,9 milioni

nelle seconde) il 34,1% (20,2 milioni di

abitanti) nelle altre Comunità Territoriali.

8181

Page 82: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

82

Le tipologie di unione di comuni

più di 1.909 sono i comuni appartenenti alle Unioni e ospitano 8 milioni di abitanti, con concentrazioni particolari (Asti, Oristano, Lecce, Palermo, Modena e Reggio E.); poi c’è la riserva di comuni montani

L’organizzazione dei Comuni in Unioni (2014)

Comuni appartenenti a Unioni di Comuni

Comuni montani

Comunità di Valle

6

LE AREE INTERNE

82

Page 83: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

83

TOTALE

ITALIA

SISTEMI LOCALI DELL’ARMATURA URBANA, AREE INTERMEDIE E AREE INTERNE

n. comuni % popolazione % superficie % densità

11 27 0.6% 6.639.037 23.9% 4.814.1 4.0% 1379.1

12 1.196 26.3% 10.105.078 36.4% 21.877.0 18.2% 461.9

13 1.020 22.5% 6.204.121 22.4% 21.001.8 17.5% 295.4

2 1.318 29.0% 3.563.317 12.8% 30.037.8 25.1% 118.6

3 980 21.6% 1.233.582 4.4% 42.149.2 35.2% 29.3

TOT. 4.541 100.0% 27.745.135 100.0% 119.880.0 100.0% 231.4

11 12 0.9% 4.394.783 33.0% 3.434.3 5.0% 1279.7

12 187 14.3% 2.605.316 19.6% 8.473.7 12.3% 307.5

13 125 9.6% 2.873.684 21.6% 8.701.3 12.6% 330.3

2 426 32.6% 2.321.834 17.4% 19.624.9 28.4% 118.3

3 558 42.7% 1.115.196 8.4% 28.928.7 41.8% 38.5

TOT. 1.308 100.0% 13.310.813 100.0% 69.162.9 100.0% 192.5

11 11 0.7% 2.451.324 19.1% 2.250.8 3.6% 1089.1

12 234 15.8% 3.694.101 28.8% 6.319.5 10.1% 584.6

13 174 11.7% 2.912.320 22.7% 9.784.8 15.7% 297.6

2 377 25.4% 2.002.857 15.6% 13.249.9 21.2% 151.2

3 689 46.4% 1.783.405 13.9% 30.858.0 49.4% 57.8

TOT. 1.485 100.0% 12.844.007 100.0% 62.463.1 100.0% 205.6

11 4 1.0% 1.315.686 26.0% 755.1 2.9% 1742.5

12 40 10.3% 594.155 11.8% 1.729.1 6.7% 343.6

13 52 13.3% 1.421.086 28.1% 5.002.3 19.5% 284.1

2 123 31.5% 1.132.707 22.4% 7.077.8 27.5% 160.0

3 171 43.8% 587.441 11.6% 11.142.4 43.3% 52.7

TOT. 390 100.0% 5.051.075 100.0% 25.706.7 100.0% 196.5

CE

NT

RO

SU

DS

ICIL

IAS

AR

DE

GN

A

11 2 0.5% 287.146 17.1% 631.5 2.7% 454.7

12 34 9.0% 386.298 23.1% 1.943.9 8.4% 198.7

13 3 0.8% 94.969 5.7% 613.7 2.6% 154.8

2 88 23.3% 357.653 21.3% 5.028.0 21.6% 71.1

3 250 66.3% 549.345 32.8% 15.036.2 64.7% 36.5

TOT. 377 100.0% 1.675.411 100.0% 23.253.2 100.0% 72.1

NO

RD

11 56 0.7% 15.087.976 24.9% 11.885.8 4.0% 1269.4

12 1.691 20.9% 17.384.948 28.7% 40.343.2 13.4% 430.9

13 1.374 17.0% 13.506.180 22.3% 45.103.8 15.0% 299.4

2 2.332 28.8% 9.378.368 15.5% 75.018.5 25.0% 125.0

3 2.648 32.7% 5.268.969 8.7% 128.114.5 42.6% 41.1

TOT. 8.101 100.0% 60.626.441 100.0% 300.465.9 100.0% 201.8

Numero di comuni nella classificazione in armatura urbana, aree intermedie e aree interne

Le città estendono i propri confini sino a raddoppiare il proprio peso…

Le aree interne con meno del 10% della popolazione governano quasi la metà del territorio nazionale.

Città con più di 90.000 residenti

Sistemi Locali delle Città e Sistemi Locali con almeno 250.000 abitanti

Altri comuni ad alta centralità: comuni con oltre 35.000 abitanti o con oltre 200.000 abitanti accessibili in 30’

Aree intermedie

Aree interne (comuni con meno di 50.000 abitanti accessibili in 30’)

Confine regionale

6

LE AREE INTERNE

Page 84: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

84

Numero di comuni nella classificazione in armatura urbana, aree intermedie e aree interne

n. comuni % popolazione % superficie % densità

10 2.9% 1.677.478 38.0% 2.604.6 11.8% 644.0

115 33.7% 1.141.618 25.9% 5.267.7 23.8% 216.7

69 20.2% 922.753 20.9% 3.054.6 13.8% 302.1

54 15.8% 410.484 9.3% 3.909.1 17.7% 105.0

93 27.3% 261.960 5.9% 7.288.4 32.9% 35.9

TOT. 341 100.0% 4.414.293 100.0% 22.124.4 100.0% 199.5

EMILIA ROMAGNA ITALIA

11 56 0.7% 15.087.976 24.9% 11.885.8 4.0% 1269.4

12 1.691 20.9% 17.384.948 28.7% 40.343.2 13.4% 430.9

13 1.374 17.0% 13.506.180 22.3% 45.103.8 15.0% 299.4

2 2.332 28.8% 9.378.368 15.5% 75.018.5 25.0% 125.0

3 2.648 32.7% 5.268.969 8.7% 128.114.5 42.6% 41.1

TOT. 8.101 100.0% 60.626.441 100.0% 300.465.9 100.0% 201.8

Città con più di 90.000 residenti

Sistemi Locali delle Città

Altri comuni ad alta centralità in

Sistemi Locali con almeno 250.000

abitanti accessibili

Aree intermedie

Aree interne (50.000 abitanti

accessibili)

Comuni montani

Valle del Dolo

Parchi Nazionali e Regionali

La densità decresce sino ai valori delle aree interne…

SISTEMI LOCALI DELL’ARMATURA URBANA, AREE INTERMEDIE E AREE INTERNE

6

LE AREE INTERNE

Page 85: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

858585

6

LE AREE INTERNE

Page 86: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

868686

6

LE AREE INTERNE

Page 87: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

87

Aree tematiche comunitarie rilevanti per le singole missioniMissioni

8787

6

LE AREE INTERNE

Page 88: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

Le Aree Interne, proposte dal documento Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari 2014-2020

Ministero dello Sviluppo Economico DPS – Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica

LE AREE INTERNE DEL DPS6

LE AREE INTERNE

88

Page 89: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

6

LE AREE INTERNE

89

LE AREE INTERNE DELL’ATLANTE RURALE

Città con più di 90.000 residenti

Sistemi Locali delle Città e Sistemi Locali con almeno 250.000 abitanti

Altri comuni ad alta centralità: comuni con oltre 35.000 abitanti o con oltre 200.000 abitanti accessibili in 30’

Aree intermedie

Aree interne (comuni con meno di 50.000 abitanti accessibili in 30’)

Aree interne ultraperiferiche

Confine regionale

Fonte: elaborazione CAIRE su dati ISTAT

Page 90: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

90Tullio Pericoli | Paesaggio italiano, 1981, matite e acquerello su cartone

Giuseppe Penone

Arte Povera | Albero Porta

Triennale di Milano , 1993

misurare, distinguere, comprendere, immaginare, raccontare, creare…

6

LE AREE INTERNE

Page 91: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

91

7

91

CONCLUSIONI

l’Appennino e il suo Progetto

Page 92: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

92

7

CONCLUSIONI

Fonte: Monografia – Analisi zonale dell’agricoltura italiana – INEA a cura di

Manlio Rossi Doria

Valori fondiari medi per ettaro di SAU (per provincia e zona altimetrica)

L’ANALISI ZONALE DELL’AGRICOLTURA ITALIANA

Page 93: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

93

LE AGRICOLTURE DIVERSEGli ordinamenti tecnico economici

dei comuni italiani

Classificazione OTE

cereali

cereali ed altri seminativi

ortofloricoltura

viticoltura

frutticoltura e agrumicoltura

olivicoltura

coltivazioni permanenti

bovini da latte

bovini da allevamento a carne

bovini da latte e allevamento

ovini caprini ed altri erbivori

granivori

policoltura

poliallevamento

coltivazioni - allevamenti

La profonda differenziazione che il sistema agricolo nazionale ha conosciuto nell’arco degli ultimi decenni per effetto delle contrastanti spinte che sono venute dai processi di integrazione internazionale dei mercati e delle politiche per un verso, e dalla profonda modificazione in corso nelle abitudini e nelle preferenze dei consumatori, trova una eloquente rappresentazione nell’immagine che ritrae i comuni italiani sulla base della classificazione degli orientamenti tecnico economici (OTE) delle aziende agricole che operano nei loro territori.

7

CONCLUSIONI

Page 94: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

GLI SQUILIBRI E LE DISUGUAGLIANZE TERRITORIALI NELL’OFFERTA DI SERVIZI

Accessibilità all’offertadi servizi equivalenti (2004 - 2006)istruzione: classi di istituti superiorisanità: reparti ospedaliericulturali: musei e biblioteche

finanziari: sportelli bancari e postali

Italia 73,9%Lombardia 91,3% Friuli 89,4% Veneto 89,1% Piemonte 87,9% Emilia R. e Liguria 86,0% Campania 81,2%…

CENTRO - NORD

82,4%

Popolazione che accede in 30’ ad almeno 30 unità

32,3 mil.

Popolazione %

SUD E ISOLE

57,7%12,0 mil.

Popolazione %

Popolazione che accede in 30’ ad almeno 30 unità

Una unità = 1 reparto ospedaliero

8,76 classi di istruzione superiore

2,23 sportelli bancari

1,01 sportelli postali

0,2 musei

16.129 n. volumi biblioteche

accessibilità ai servizi alla persona come condizione locale rilevante per il successo dell’attivita’ di impresa

(Regione in ordine decrescente per valore)

7

CONCLUSIONI

94

LA GEOGRAFIA DEI SERVIZI DI CITTADINANZA, DIVERSITA’ INTEGRAZIONE

Limite montano

Page 95: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

95

STRATEGIE NAZIONALI

DI INTEGRAZIONE

TERRITORIALE:

Agenda Urbana,

Mezzogiorno e

Aree Interne

2648 comuni non raggiungono una soglia di 50mila abitanti accessibili in mezzora; ospitano 5,2 milioni di abitanti e governano il 42,6% del territorio. Le aree più periferiche ospitano 580 milaabitanti e governano 10,7% del territorio.

7

CONCLUSIONI

Città metropolitane

Città di rango con più di 90.000 residenti

Sistemi Locali delle Città e Sistemi Locali con almeno 250.000 abitanti

Altri comuni ad alta centralità: comuni con oltre 35.000 abitanti o con oltre 200.000 abitanti accessibili in 30’

Aree intermedie

Aree interne (comuni con meno di 50.000 abitanti accessibili in 30’)

Aree interne ultraperiferiche

Confine regionale

Page 96: L'ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE

96

7

CONCLUSIONI

… di nuovo un progetto per l’Appennino: curare le diversità, integrare le politiche, valorizzare le comunità e le loro identità

da:”I LUOGHI DEL CUORE “FAI (Fondo Ambiente Italiano)

ed. il Mulino