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Differenze territoriali e politiche integrate -- Convegno del 29 Gen 2015 all'Archiginnasio di Bologna
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1
Ugo Baldini e Giampiero Lupatelli
2
1 Lo svantaggio
Lo sviluppo rurale
I Sistemi locali
2
I progetti locali
La manutenzione
Le Aree Interne
2
3
4
5
6
7
L’Atlante Nazionale del Territorio Rurale rappresenta un approdo di un percorso di lunga lena che, a partire dai
primi anni ’90 ha visto il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali impegnato in una rinnovata attenzione ai temi del
territorio, nella sua organizzazione funzionale come nei suoi valori identitari, letto e interpretato nella chiave di una
ruralità rinnovata, espressione delle nuove sensibilità della società europea ai temi della riduzione delle
disuguaglianze (sociali e spaziali) e della sostenibilità che ha fatto tesoro delle migliori esperienze territoriali regionali
e del tentativo di pianificazione integrata del progetto ’80.
La vicenda storica che ha portato alla formazione dell’Atlante Rurale ed al suo ripetuto aggiornamento nel coso degli
anni ’90 e 2000 si è aperta con un approccio inizialmente focalizzato sui temi dello svantaggio territoriale e con una
attenzione a servire le politiche nazionali e il negoziato comunitario sul tema delle aree svantaggiate.
Un percorso che ha progressivamente assunto la consapevolezza della necessità di un approccio ancor più integrato
alle politiche per il territorio rurale sostenuto dalla evoluzione in questa direzione delle politiche comunitarie di
sviluppo rurale, e che ha consolidato questa consapevolezza nel documento del 2010 “Nuove Geografie per le
politiche di sviluppo rurale” i cui tratti essenziali sono ripresi nella seconda parte di questa presentazione.
È in questo documento che, nella produzione dell’Atlante Rurale, compare per la prima volta il riferimento ai Sistemi
Locali come aggregazioni di particolare interesse per la animazione e la promozione di politiche di sviluppo locale che
veda il territorio rurale protagonista di una nuova stagione di valorizzazione, nella quale le risorse e gli attori
dell’agricoltura si misurano con le nuove sfide della società contemporanea, dalla rinnovata centralità dei temi
dell’alimentazione al rilancio dei valori naturali e culturali del paesaggio in una nuova offerta di ospitalità ed
accoglienza, sino alla frontiera di una ancora più estesa gamma di servizi rurali proposti alla sensibilità della domanda
metropolitana e internazionale.
L’Atlante si è alimentato di uno scambio fecondo con l’esperienza locale, fornendo ai progetti locali di sviluppo delle
comunità un quadro di riferimento territoriale indispensabile e una visione nazionale e traendo viceversa da questi
nuove sollecitazioni tematiche e nuovi spunti interpretativi.
Tra questi il tema della manutenzione territoriale è venuto emergendo per l’intensità del dissesto e delle situazioni di
rischio e per le dimensioni dell’abbandono che ha lasciato fuori presidio quasi un terzo del territorio nazionale.
Il traguardo a cui si riferisce ora lo sforzo dell’Atlante Rurale è quello di portare un contributo di consapevolezza ed
animazione alla nuova stagione di programmazione dei Fondi Comunitari 2014 – 2020 che ha assunto finalmente la
dimensione delle politiche “place based” dello sviluppo locale come riferimento di nuove strategie a livello nazionale e
regionale. Un programma per le aree interne deve ripensare le forme e i modi dell’offerta dei servizi per progettare
originali modelli organizzativi e non per adattarsi agli standard nazionali.
Deve riconoscere l’originalità del locale ma deve favorire l’aggregazione di territori per costruire una governance
significativa e autorevole, che nei comuni e nelle loro aggregazioni trova la prospettiva “dinamica” di una nuova
autonomia (efficiente, sostenibile e coesa). Riconoscere le diversità, integrare le politiche.Conclusioni
3
Principali documenti prodotti nell’ambito del “Progetto Atlante”
Presentazione del Progetto di Atlante Nazionale del territorio Rurale
DOCUMENTI E RAPPORTI
1993
Monografie Regionali
1994 -95
CD contenente le Monografie Regionali
Prime simulazioni sulla geografia e la tipologia delle aree svantaggiate
1991-92
Atlante delle caratteristiche fisico-ambientali e socio-economiche del territorio nazionale
I° TRANCHE Regioni :Emilia Romagna e Molise
II° TRANCHE Regioni: Abruzzi, BasilicataEmilia RomagnaCampania, LazioMarche, MolisePuglia, Sardegna, Toscana, Umbria
Nota integrativasugli effetti della irrigazione
INTEGRAZIONIRegioni:Abruzzi, BasilicataEmilia RomagnaCampania, LazioMarche, MolisePuglia, Sardegna, Toscana, Umbria
1996 - 97
Prime simulazioni sulla geografia e la tipologia delle aree svantaggiate
III° TRANCHE Regioni:Liguria, Piemonte
Monografie Regionali sulla geografia delle aree svantaggiate AGGIORNAMENTO 2002
2001 2002
AGG. 2002 Regioni:tutte leRegionid’Italia
IV° TRANCHE Regioni: Calabria, Friuli ,Venezia Giulia,Lombardia, ,Piemonte,Prov. Auton. di Bolzano,Prov. Auton. di Trento,Sicilia, Valle d’Aosta
Monografie Regionali sulla geografia delle aree svantaggiate
Aggiornamento
Monografie Regionali 2010
Le monografie sono consultabili su:
www.reterurale.it
4
Presentazione del Progetto di Atlante Nazionale del territorio Rurale
1991
Documenti Metodologici e di Sintesi Nazionale
1992
1994
1996 1998
1995
Le politiche di sviluppo Rurale -L’Obiettivo 5b
Repertorio statistico e cartografico su base provinciale
Notizie dall’Atlante
Programma operativo
Osservazioni sull’evoluzione delle politiche pubbliche in agricoltura
Rassegna della legislazione comunitaria statale e regionale in materia di aree svantaggiate
Indice della documentazi-onesul Progetto Atlante Rurale
Atlante degli indicatori su base comunale
La specializ-zazione agricola dei comuni italiani
La matrice ambientale:note illustrative delle basi cartografiche
Simulazione sulla geografia e la tipologia delle aree svantaggiate
Prime simulazioni sull’impatto territoriale di diverse soglie di parametri di definizione delle aree svantaggiate
Note sulla zonizzazione delle aree svantaggiate ai sensi del D.Lgs. 146/77 alla luce della bozza di regolamento comunitario sul sostegno allo sviluppo rurale
Cinque progetti per l’Appennino Proposta per la
riclassificazione delle zone svantaggiate ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. N° 146 del 16 aprile 1997
DOCUMENTI E RAPPORTI
Principali documenti prodotti nell’ambito del “Progetto Atlante”
5
Presentazione del Progetto di Atlante Nazionale del territorio Rurale
2000
Presentazione della Ricerca
Note sulle osservazioni pervenute al Ministero delle Politiche Agricole in merito alla ipotesi progettuale di riclassificazione delle zone svantaggiate ai sensi del Decreto Legislativo 146/97
Riclassificazione delle zone svantaggiate ai sensi dell’art. 2 del D.Lgs. 16 Aprile 1997 N° 146
Classificazione dei comuni italiani secondo diversi provvedimenti di indicazione di zone rurali svantaggiate
Elenco dei comuni con individuazione dei valori assunti dalle variabili utilizzate per la selezione delle aree svantaggiate ai sensi del D.Lgs. N° 146/97
1998
Elenco dei comuni italiani con indicazione dei valori assunti dalle variabili utilizzate per la selezione
Classificazione dei comuni italiani secondo diversi provvedimenti di individuazione di zone rurali svantaggiate
Considerazioni sulle osservazioni presentate da alcune regioni in merito alla proposta di individuazione di aree svantaggiate ai fini dell’applicazione del D. Lgs. 146/97
1999
Note per una valutazione delle conseguenze finanziarie della ridelimitazione delle zone svantaggiate ai fini dell’applicazione del Decreto Legislativo 146/97
DOCUMENTI E RAPPORTI Documenti Metodologici e di Sintesi Nazionale
2010
Nuove geografie
per le politiche
di sviluppo
rurale
5
www.reterurale.it
Principali documenti prodotti nell’ambito del “Progetto Atlante”
Presentazione Atlante del Territorio Rurale alla
Scuola di Governo del Territorio - Istituto Cervi,
Biblioteca Sereni 2012
Presentazione “Atlante del Territorio Rurale” Agriregione
Europa - Ancona, 2013
Presentazione “Atlante del Territorio Rurale” Politecnico
di Torino, 2013
Presentazione “Atlante del Territorio Rurale”
Archiginnasio di Bologna, 2015
Le presentazioni dell’ATLANTE NAZIONALE DEL TERRITORIO RURALE
6
Presentazione del Progetto di Atlante Nazionale del territorio Rurale
Dossier dei Sistemi Locali
2013
proseguire…
La filiera, agricoltura, alimentazione, paesaggio fruizione, ospitalità
6
Principali documenti prodotti nell’ambito del “Progetto Atlante”
Per una consultazione dinamica dei dossier dei Sistemi Locali
vai su: www.reterurale.it/downloads/atlante/
I Sistemi Locali al 2001
7
GLI ANTENATI DELL’ATLANTE RURALE
PROGETTO ’80 | Proiezioni territoriali - 1968
I sistemi metropolitani programmatici nella immagine delle proiezioni territoriali del PROGETTO ‘80
CAIRE - Urbanistica
Il Progetto ’80 ha rappresentato l’approdo più maturo delle istanze di programmazione che hanno cercato di accompagnare la trasformazione epocale del miracolo economico (con esiti insoddisfacenti). Le proiezioni territoriali del Progetto sono rimaste l’unico tentativo di costruire una politica nazionale del territorio ancora adesso carica di suggestioni per le trasformazioni territoriali incompiute. Nelle trasformazioni il territorio rurale era ben presente, nella sua componente agronaturale.
8
L’APPENNINO E IL SUO
PROGETTOChi legge il Progetto Appennino di Osvaldo Piacentini e dei suoi collaboratori fatica a
credere che si tratti di un’idea, che è allo stesso tempo un piano di lavoro, sviluppata circa
vent’anni fa.
La metodologia che ne è alla base, la sua costante preoccupazione di interpretare i
problemi del territorio e del settore di attività economica che lo caratterizza, l’agricoltura, dalla specifica angolazione delle esigenze dell’uomo e dell’ambiente, le grandi direttrici d’azione che
esso propone sono tutte di particolare attualità.
Giovanni Galizzi, 2002
9
Utilizzazione Reale del SuoloLimiti amministrativi Aree di tutela naturalistico ambientale
Il Progetto Appennino del 1980 ha rappresentato un episodio quanto mai singolare nell’esperienza della pianificazione territoriale del nostro Paese. Anticipando un approccio ai temi dello sviluppo sostenibile, quando il termine stesso era ancora sconosciuto al dibattito disciplinare, il Progetto si era preoccupato di fare i conti con l’esigenza di misurare e mettere in relazione i fenomeni ambientali, economici e sociali che contraddistinguono l’ambiente rurale della montagna emiliano-romagnola.
Riassetto idrogeologico e agro-silvo-pastorale
GLI ANTENATI DELL’ATLANTE RURALE
Progetto Appennino - 1980
10
UTILIZZAZIONE REALE DEL SUOLO
Un progetto di Sviluppo Sostenibile
11
RIASSETTO IDROGEOLOGICO ED AGRO-SILVO-PASTORALE
Un progetto di Sviluppo Sostenibile
12
PROGETTO DI RIASSETTO AMBIENTALE DELL’AREA APPENNINICASuperfici agrarie
e forestali di progetto *(Area di riferimento: area ambientale (Regione Emilia Romagna)
105.552
…progetto di riconversione …
Un progetto di Sviluppo Sostenibile
13
1
LO SVANTAGGIOcompensare…
LA STORIA DEL PROGETTO
Progetto sviluppato con il contributo del
Ministero delle Politiche Agricole e Forestali
CAIRE - Urbanistica
14
Gli obiettivi del Progetto
Rappresentare i fenomeni analizzati in modo diffuso, omogeneo esintetico su tutto il territorio nazionale
Perlustrare lo stato delle conoscenze del territorio rurale prodotte daaltri Enti o dal Ministero stesso, fornendo ad esse una utile maglia diriferimento e confronto
Interloquire positivamente con le Regioni su programmi ed aree diintervento comuni
Operare con informazioni di base volte all’arricchimento dello spettroinformativo, alla sua flessibilità, integrabilità ed estendibilità
Costruire un sistema di indicatori e renderlo espressivo a partire daltema dello svantaggio anche per un più vasto campo di politicheagricole e territoriali
Presentazione del Progetto di Atlante Nazionale del territorio Rurale
CAIRE - Urbanistica
1
LO SVANTAGGIO
15
L’Atlante Nazionale
del Territorio Rurale
Anticipando una attenzione ancora poco
radicata nella società italiana, nel
passaggio tra gli anni ’80 e gli anni ’90 è
nato il progetto per un Atlante Nazionale
del Territorio Rurale che si proponeva di
riprendere il tema delle aree svantaggiate
per ridiscuterlo all’interno di una più
profonda ed integrata lettura ad ampio
spettro dei molteplici
legami tra
produzione agricola,
mondo rurale e territorio.
Presentazione del Progetto di Atlante Nazionale del territorio Rurale
DELIMITAZIONE DELLE ZONE
AGRICOLE SVANTAGGIATE AI
SENSI DELLA Dir. CEE 75/268
CAIRE - Urbanistica
1
LO SVANTAGGIO
16
Presentazione del Progetto di Atlante Nazionale del territorio Rurale
Gli indicatori per le politiche: le aree svantaggiate
Classificazione tipologica dei comuni toscani
secondo gli indicatori di svantaggioL’Atlante rurale ha finalizzato la
produzione e l’impiego di indicatori
all’esigenza di costruire geografie
significative per il miglioramento
dell’efficacia delle politiche
pubbliche. Nelle Monografie
Regionali l’Atlante (vedi tutte le
Monografie aggiornate nel sito di
Rete Rurale) ha operato un test di
significatività degli indicatori
rappresentativi delle diverse
modalità e ragioni dello svantaggio
nello spazio rurale, proponendo una
classificazione articolata, capace di
andare oltre la tradizionale
classificazione dicotomica tra aree
svantaggiate e non.
CAIRE - Urbanistica
1
LO SVANTAGGIO
17
Gli indicatori per le politiche:
tipologia delle aree
svantaggiate
Presentazione del Progetto di Atlante Nazionale del territorio Rurale
Tipologie
marginali in declino agricolo
turistiche e/o urbane periferiche ad agricoltura ricca
periferiche ad agricoltura povera fortemente artificializzate
ricche ma svantaggiate ricche
CAIRE - Urbanistica
1
LO SVANTAGGIO
Incidenza
superficie AREE MARGINALI per regione
18
Gli indicatori per le politiche: le aree svantaggiate
Applicazioni specifiche hanno poi
riguardato, nel corso stesso della ricerca,
la simulazione di indicatori e geografie
significative per l’implementazione di
politiche specifiche come nel caso della
classificazione delle aree svantaggiate per
l’applicazione del decreto legislativo
146/97(contributi agricoli).
Presentazione del Progetto di Atlante Nazionale del territorio Rurale
CAIRE - Urbanistica
Aree non svantaggiate (A)
2817
Aree con tasso di disoccupazione >2 volte media Italia e occ. agricola >2 volte media Italia
1 Ai comuni di montagna con superficie >600 s.l.m. =>80% s.t.sono equiparati i comuni con sup. >20° di acclività =>50% s.t. equelli in cui contemporaneamente la superficie >600 s.l.m. ècompresa tra il 60% e l'80% e quella con pendenza >20° ècompresa tra 37,5% e il 50% s.t.
2 Una ulteriore condizione di svantaggio, che si somma alleprecedenti, è rappresentata dal ritardo di sviluppo dei contestisocio-economici, individuato in base all'appartenenza agli obiettivicomunitari.
3 Delle aree indiziate come svantaggiate quelle in cui la superficiecon pendenza <5° è pero >30% s.t., e quindi i terrenipianeggianti mantengono una certa consistenza, sono individuatecome "aree parzialmente svantaggiate"
4 Le aree svantaggiate relative a comuni con oltre 50.000 abitantisono individuate come "aree svantaggiate ad eccezione del centrocapoluogo
5 In grassetto è indicato il numero di comuni appartenenti allediverse categorie
RLS/ULA <=120% media Cee
Aree svantaggiate
di montagna (C) 1721
RLS/ULA <=120% media Cee
RLS/SAU<=75% media Italia
RLS/ULA >120% media Cee
Superficie > 600 m. s.l.m. <=80% S.T.
RLS/ULA >120% media Cee
Pendenze<5° <=70% S.T.
Pendenze<5° >70%S.T.
RLS/SAU>75% media Italia
aree di pianura e collina a elevato reddito
Aree di montagna ad elevato
reddito (C1)
Altre aree svantaggiate (B)
3548
2616
5470
3692
471
349 Aree collinari ad elevato reddito (B1)
Superficie > 600 m. s.l.m.>80% S.T.
122
3221
1778
57
1721
1
LO SVANTAGGIO
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Agli inizi degli anni ’50 del Novecento Bologna aveva 316.074 abitanti, oggi ne ha 371.000, dopo aver raggiunto nel 1971 la cifradi 490.528.
E’ tra le città percentualmente più cresciute in ambito padano negli ultimi cinquant’anni, ponendosi subito dopo Torino, con unacrescita media del 2,7% all’anno nel decennio del grande slancio (1951-1961). Nello stesso cinquantennio le vicendedemografiche hanno registrato poi evoluzioni diverse, alcune inattese, come ad esempio il sensibile calo della popolazione delcomune negli ultimi decenni.
Inarrestabile e cospicua è stata, anche se non indipendentemente dalle vicende demografiche, l’espansione della città sulterritorio, che ha investito, già a partire dagli anni ‘50, i comuni limitrofi, superando la cerchia delle antiche mura entro la qualeper lungo tempo la città era rimasta, dopo la crescita seguita all’unificazione, se si escludono alcune appendici lungo la viaEmilia.
LE IMMAGINI DEL CAMBIAMENTO
USO DEL SUOLO STORICO 1828 - 1853 estratto dalla Carta Storica Regionale alla scala 1:50.000 della Regione Emilia Romagna
1
LO SVANTAGGIO
20
Carta dell’Erosione Antropica estratto dagli studi per il Piano Territoriale della Regione Emilia Romagna degli anni ‘80
EROSIONE ANTROPICA – PTR anni ‘80
Centri e nuclei urbani fino al 1880
Dal 1880 al 1930
Dal 1930 al 1980
Aree industriali dal 1930 al 1980
IL CONSUMO DI SUOLO: QUANDO I BUOI ERANO ANCORA NELLA STALLA1
LO SVANTAGGIO
21
GLI USI DEL SUOLO AL 2001 | Bologna – area di studio
1
LO SVANTAGGIO
22
GLI USI DEL SUOLO AL 1954 | Bologna – area di studio
1
LO SVANTAGGIO
23
Aree urbane
Aree agricole
Aree boscate
3.960,5 Ha | (28,1%)
8.697,9 Ha | (61,8%)
1.424,0 Ha | (10,1%)
7.136,6 Ha | (50,7%)
4.679,5 Ha | (33,2%)
2.266,3 Ha | (16,1%)
gli usi del suolo
2001
Totale 14.082,4 Ha
364.064
14.082,4 Ha
371.217
Variazione %2001 - 1954
+80,2%
-46,2%
+59,2%
+ 2,0%
% sul totaleSuperficie in Ha (dato comunale) Superficie in Ha (dato comunale) % sul totale
Popolazione1954 2001
gli usi del suolo
1954
CONSUMO DI SUOLO dal: Piano Strategico Strutturale di Bologna del 2004
SOSTENIBILITA’ E CONSUMO DI SUOLO AGRONATURALE - COMUNE DI BOLOGNA
(pop.1971 490.528)
380.1812011
1
LO SVANTAGGIO
24
BOLOGNA: USI DEL SUOLO 1954 E 2001 - legendausi del suolo urbani e agroforestali dall’immagine aereofotografica contemporanea1
LO SVANTAGGIO
25
2
25
www.reterurale.it
LO SVILUPPO RURALE…promuovere
Giugno 2010
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LO SVANTAGGIO RIVISITATO: LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE NELLE AREE DELL’ABBANDONO
Le regioni italiane hanno conosciuto nella seconda metà del XX secolosignificativi processi di redistribuzione della popolazione che hanno determinatorilevanti fenomeni sia di concentrazione che di rarefazione. Una carta che misurile differenze di accessibilità della popolazione consente di estrarre le aree chehanno visto declinare drasticamente il loro potenziale demografico; tra queste,quelle per le quali il declino è in corso ancora in questo scorcio del nuovo secoloin cui movimenti migratori a lungo raggio hanno conosciuto una nuova eimprevista intensità.
A fronte di questi processi di depauperamento demografico ed economico è inparticolare evidenza il valore del patrimonio paesistico ed urbanistico che èpresente in queste aree e viene minacciato dall’abbandono. Un patrimonioterritoriale di valori storico culturali presenti nei tessuti urbani e nei paesaggirurali che può essere rimesso in valore con interventi che agiscano sullecondizioni di infrastrutturazione, soprattutto in quelle tra queste aree cheospitano vere e proprie forme urbane.
26
2
LO SVILUPPO RURALE
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LO SVANTAGGIO RIVISITATO:
LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE NELLE AREE DELL’ABBANDONO
Patrimonio storico-urbanistico
Potenziale paesistico delle colture agrarie (TCI 1961)
Potenziale urbanistico delle città storiche (ISTAT 1870)
Potenziale paesistico delle aree naturali e paranaturali
medio
alto
da basso a medio
alto
molto alto
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2
LO SVILUPPO RURALE
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LO SVANTAGGIO RIVISITATO:
LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE NELLE AREE DELL’ABBANDONO
28
I paesaggi rurali di interesse storico2
LO SVILUPPO RURALE
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LO SVANTAGGIO RIVISITATO:
LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE NELLE AREE DELL’ABBANDONO
29
Il patrimonio culturale e paesaggistico
2
LO SVILUPPO RURALE
Paesaggi rurali di interesse storico – ambientale rif. Uso Storico del Suolo CNR Touring 1958-62 scala 1:200.000
Fino a 1.000 abitanti
da 1.001 a 10.000 abitanti
da 10.001 a 50.000 abitanti
oltre 50.000 abitanti
Sede di circondario al 1871
Potenziale urbanistico delle città storiche
Paesaggi silvo-pastorali
dominanti
prevalenti
rilevanti
Paesaggi agrari di pianura
Paesaggi agrari collinari e montani
Paesaggi agrari a forte caratterizzazione colturale
Seminativo arborato (presenza dal 25% al 50% sul totale del seminativo)
Seminativo arborato (oltre il 50% sul totale del seminativo)
Paesaggi rurali di interesse storico
e n. di rif. al Catalogo MIPAAF – DG
Sviluppo rurale
Siti UNCESCO
Beni del FAI
30
LO SVANTAGGIO RIVISITATO:
LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE NELLE AREE DELL’ABBANDONOLO SVILUPPO RURALE
Paesaggi rurali di interesse storico – ambientale rif. Uso Storico del Suolo CNR Touring 1958-62 scala 1:200.000
Fino a 1.000 abitanti
da 1.001 a 10.000 abitanti
da 10.001 a 50.000 abitanti
oltre 50.000 abitanti
Sede di circondario al 1871
Potenziale urbanistico delle città storiche
Paesaggi silvo-pastorali
dominanti
prevalenti
rilevanti
Paesaggi agrari di pianura
Paesaggi agrari collinari e montani
Paesaggi agrari a forte caratterizzazione colturale
Seminativo arborato (presenza dal 25% al 50% sul totale del seminativo)
Seminativo arborato (oltre il 50% sul totale del seminativo)
Paesaggi rurali di interesse storico e n. di rif. al Catalogo MIPAAF – DG Sviluppo rurale
Siti UNCESCO
Beni del FAI
Il patrimonio storico e paesaggistico è una risorsa determinante per lo sviluppo di una fruizione turistica delle aree interne e rurali.
2
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Le dinamiche recenti hanno approfondito il divario tra nord e sud; negli ultimi dieci anni meno del60 per cento dei comuni del sud (pesati per la popolazione) è stata interessata da quei processi dicrescita demografica che hanno invece segnato senza soluzione di continuità il resto del Paese.
Le ragioni della difficoltà delle regioni meridionali a partecipare alle nuove dinamiche insediativestanno sicuramente nella fragilità della loro infrastrutturazione economica che ha ridottol'attrattività per l'immigrazione straniera e ha sospinto nuovi flussi interregionali verso il nord. Masta anche nel l'affacciarsi nella società meridionale di processi di denatalità che hanno invertito ilsegno del movimento naturale.
Le differenze locali sono riconoscibili in termini strutturali e disegnano un sud della marginalità odel declino, assai vasto. Un Sud che ha comunque forti livelli di antropizzazione storica. Questodato strutturale che ripropone la antica distinzione tra "la polpa e l'osso" del territorio meridionaleè stato scalfito solo marginalmente dalle dinamiche economiche recenti.
L’idea di agende strategiche che usino il sistema locale come territorio di progetto, diindagine e di animazione sociale, per ritrovare nuovi ruoli ed equilibri nuovi, dopo quelliperduti, o per riproporre con maggiore forza le proprie positive caratteristiche, puòessere un dato preferenziale per valutare la fattibilità delle proposte di intervento?Quale altre informazioni da tracciare… quali altri indizi da ricercare? Quali iprotagonisti dell’innovazione da coinvolgere …? E le buone esperienze da valorizzare?Come?
2
LO SVILUPPO RURALE
STRATEGIE DI INNOVAZIONE NEI SISTEMI LOCALI
32
STRATEGIE DI INNOVAZIONE NEI SISTEMI LOCALI
In azzurro sono rappresentati i Sistemi Locali a medio-bassa centralità e bassadinamica; questi Sistemi Locali non hanno un livello elevato di accessibilità, però ilpotenziale demografico accessibile ha dato qualche segnale di crescita dal 2001 adoggi.
In blu sono rappresentati i Sistemi Locali con evidenti problemi di declino; questiaggregati hanno un basso livello di accessibilità, e variazione negativa della stessa escarsa vivacità economica.
In blu scuro sono rappresentati i Sistemi Locali con processi di declino e bassoreddito; alla bassa accessibilità e alla dinamica negativa della stessa si aggiunge unreddito pro capite inferiore all’80% del dato nazionale e con scarsa vivacità.
In arancione sono rappresentati i Sistemi Locali ad alta centralità e forte dinamicaeconomica, caratterizzati da elevata accessibilità e variazione della stessa superioreal 4%.
In giallo sono rappresentati i Sistemi Locali meno dinamici; questo aggregato diSistemi Locali si contraddistingue per elevata accessibilità ma una dinamica dellastessa poco elevata.
37 673.321 15.662,9 43,0
4 44.039 2.096,4 21,0
1 8.138 601,7 13,5
120 23.452.028 67.833,4 345,7
71 3.557.481 33.663,1 105,7
233 27.735.007 119.857,6 231,4
23 504.411 9.794,1 51,5
2 18.154 794,7 22,8
1 4.501 263,0 17,1
52 10.049.077 28.634,3 350,9
69 2.759.466 30.009,6 92,0
147 13.335.609 69.495,6 191,9
60 2.051.369 20.606,4 99,5
14 187.007 4.245,7 44,0
40 628.869 11.316,7 55,6
12 1.003.547 4.405,9 227,8
58 8.958.547 21.606,8 414,6
184 12.829.339 62.181,5 206,3
19 572.717 5.804,5 98,7
13 266.634 3.957,4 67,4
13 303.061 4.290,6 70,6
9 745.165 3.302,6 225,6
23 3.163.498 8.356,3 378,6
77 5.051.075 25.711,4 196,5
12 232.822 5.369,7 43,4
9 201.651 5.616,7 35,9
7 154.740 3.331,9 46,4
2 218.335 1.495,7 146,0
15 867.863 8.276,0 104,9
45 1.675.411 24.089,9 69,5
151 4.034.640 57.237,6 70,5
42 717.485 16.710,8 42,9
62 1.099.309 19.803,9 55,5
195 35.468.152 105.671,9 335,6
236 19.306.855 101.911,8 189,4
686 60.626.441 300.466,8 201,8
TOTALE ITALIA
N°SLL popolazione superficie densità
N°SLL popolazione superficie densità
CE
NT
RO
NO
RD
SU
DS
ICIL
IAS
AR
DE
GN
A32
2
LO SVILUPPO RURALE
SLL con criticità diverse
SLL medio-bassa centralità e bassa dinamica
SLL con processi di declino
SLL con processi di declino e basso reddito
SLL ad alto potenziale
SLL ad alta centralità e forte dinamica
Altri SLL meno dinamici
I SISTEMI LOCALI TRA CENTRALITA’ TERRITORIALE
E DINAMICA ECONOMICA
3333C
EN
TR
O33
SISTEMI LOCALI POTENZIALI E CRITICITA’
SLL ad alto potenziale
SLL ad alta centralità e forte dinamica
Altri SLL meno dinamici
SLL con criticità diverse
SLL medio-bassa centralità e bassa dinamica
SLL con processi di declino
SLL con processi di declino e basso reddito
Città storiche
Capoluoghi di Sistema Locale
STRATEGIE DI INNOVAZIONE NEI SISTEMI LOCALI
2
LO SVILUPPO RURALE
I SISTEMI LOCALI TRA CENTRALITA’ TERRITORIALE E DINAMICA ECONOMICA | nord
3434C
EN
TR
O34
I SISTEMI LOCALI TRA CENTRALITA’ TERRITORIALE E DINAMICA ECONOMICA | centro
STRATEGIE DI INNOVAZIONE NEI SISTEMI LOCALI
2
LO SVILUPPO RURALE
SISTEMI LOCALI POTENZIALI E CRITICITA’
SLL ad alto potenziale
SLL ad alta centralità e forte dinamica
Altri SLL meno dinamici
SLL con criticità diverse
SLL medio-bassa centralità e bassa dinamica
SLL con processi di declino
SLL con processi di declino e basso reddito
Città storiche
Capoluoghi di Sistema Locale
3535
I SISTEMI LOCALI TRA CENTRALITA’ TERRITORIALE E DINAMICA ECONOMICA | sud
SISTEMI LOCALI POTENZIALI E CRITICITA’
SLL ad alto potenziale
SLL ad alta centralità e forte dinamica
Altri SLL meno dinamici
SLL con criticità diverse
SLL medio-bassa centralità e bassa dinamica
SLL con processi di declino
SLL con processi di declino e basso reddito
Città storiche
Capoluoghi di Sistema Locale
STRATEGIE DI INNOVAZIONE NEI SISTEMI LOCALI
2
LO SVILUPPO RURALE
3636
I SISTEMI LOCALI TRA CENTRALITA’ TERRITORIALE E DINAMICA ECONOMICA |
isole
STRATEGIE DI INNOVAZIONE NEI SISTEMI LOCALI
2
LO SVILUPPO RURALE
SISTEMI LOCALI POTENZIALI E CRITICITA’
SLL ad alto potenziale
SLL ad alta centralità e forte dinamica
Altri SLL meno dinamici
SLL con criticità diverse
SLL medio-bassa centralità e bassa dinamica
SLL con processi di declino
SLL con processi di declino e basso reddito
Città storiche
Capoluoghi di Sistema Locale
37
3
37
I SISTEMI LOCALI…integrare
3838
3
I SISTEMI LOCALI
INDICE DOSSIER
39
DO
SS
IER
DE
I S
IST
EM
I L
OC
AL
I
3
I SISTEMI LOCALI
40
Le prospettive dello sviluppo localeD
OS
SIE
R D
EI S
IST
EM
I L
OC
AL
I
3 SISTEMI LOCALI DA INNOVARE
SLL con criticità diverse
SLL medio-bassa centralità e bassa dinamica
SLL con processi di declino
SLL con processi di declino e basso reddito
SLL ad alto potenziale
SLL ad alta centralità e forte dinamica
Altri SLL meno dinamici
I SISTEMI LOCALI
In azzurro sono rappresentati i Sistemi Locali a medio-bassa centralità e forte dinamica; questi Sistemi Locali non hanno un livello elevato di accessibilità, però lo stesso ha dato qualche segnale di crescita dal 2001 ad oggi.
In blu sono rappresentati i Sistemi Locali con problemi di declino; questi aggregati hanno un basso livello di accessibilità, e variazione della stessa negativa.
In blu scuro sono rappresentati i Sistemi Locali con processi di declino e basso reddito; alla bassa accessibilità e alla dinamica negativa della stessa si aggiunge un reddito pro capite inferiore all’80% del dato nazionale e con scarsa vivacità.
In arancione sono rappresentati i Sistemi Locali ad alta centralità e forte dinamica, caratterizzati da elevata accessibilità e variazione della stessa superiore al 4%.
In giallo sono rappresentati i Sistemi Locali meno dinamici; questo aggregato di Sistemi Locali si contraddistingue per elevata accessibilità ma una dinamica della stessa poco elevata.
Vallo della Lucania
41
Scheda socio economica del
Sistema Locale di
VALLO DELLA LUCANIA
DO
SS
IER
DE
I S
IST
EM
I L
OC
AL
II caratteri socio economici e territoriali
3
I SISTEMI LOCALI
42
L’evoluzione del Sistema Locale
I Sistemi
Locali e i
Piani di
Sviluppo
Rurale
della
Regione
Campania
DO
SS
IER
DE
I S
IST
EM
I L
OC
AL
I
3
I SISTEMI LOCALI
Regione Campania
Numero SL 46
43
L’accessibilita’ e le variazioni di accessibilità della popolazione
I caratteri territorialiD
OS
SIE
R D
EI S
IST
EM
I L
OC
AL
I
3
I SISTEMI LOCALI
44
I caratteri territorialiD
OS
SIE
R D
EI S
IST
EM
I L
OC
AL
I
3L’accessibilita’ e le variazioni di accessibilità della popolazione
I SISTEMI LOCALI
45
La caratterizzazione agricolaD
OS
SIE
R D
EI S
IST
EM
I L
OC
AL
I
3 I prodotti tipici
I SISTEMI LOCALI
46
L’ospitalità
L’offerta e la domanda turistica
DO
SS
IER
DE
I S
IST
EM
I L
OC
AL
I
3
I SISTEMI LOCALI
47
Il patrimonio culturale e paesaggistico
Le risorse culturali e la fruizioneD
OS
SIE
R D
EI S
IST
EM
I L
OC
AL
I
3
I SISTEMI LOCALI
48
Le risorse culturali e la fruizione
La fruizione
DO
SS
IER
DE
I S
IST
EM
I L
OC
AL
I
3
I SISTEMI LOCALI
Sicignano di Alburni
….valorizzare la ferrovia da Sicignano di Alburni a Castrovillari? Certo che si.
Il modello di fruizione
49
4
49
I PROGETTI LOCALI:La filiera
e lo spazio rurale
…sperimentare…
50
Mercoledì 24 luglio 2013
Sala Consiliare Palazzo Materi - Grassano (MT)
C o n v e g n o p r e s e n t a z i o n e d e l
Il Territorio del GAL BRADANICA:Possibili scenari evolutivi
Ugo Baldini - CAIRE
GAL BRADANICARegione Basilicata - Provincia di MateraComuni di: Grassano, Grottole, Irsina, Pomarico,
Montescaglioso, Miglionico
4
I PROGETTI LOCALI
51
IL TERRITORIO E I SUOI RIFERIMENTI TRADIZIONALI
I GAL (Gruppo di Azione Locale) Le Comunità Montane
…i GAL coprono quasi tutte le aree extra urbane
4
I PROGETTI LOCALI
52
La filiera della valorizzazione agro-ambientale del territorio ruraledeve essere in grado di descrivere e valutare gli esiti e le potenzialitàin termini di generazione di valore che l’evoluzione dell’impresaagricola multifunzionale produce attraverso la diversificazione esofisticazione dei servizi offerti in ambiente rurale: passando dallaproduzione di derrate agricole alla offerta di una vera e propria culturadella alimentazione, dall’esercizio delle pratiche colturali all’offerta dipaesaggio e di opportunità di fruizione ma anche alla garanzia dimanutenzione ambientale, dal patrimonio di residenze rurali ad unaospitalità carica di valori salutistici, formativi, ricreativi.
La piramide qui rappresentata propone una misura di questoequilibrio nella specifica realtà di ciascun sistema locale misurando loscostamento rispetto alla media regionale (posta uguale a 100) delrapporto che misura gli indicatori di performance con cui proviamo amisurare la qualità della cultura alimentare, dei valoripaesaggistici, delle opportunità di fruizione, della ospitalità inambiente rurale rispetto alla base espressa dalla produzioneagricola, misurata in termini di risorse umane impiegate e di valoreprodotto.
Come quantificazione della parte della filiera correlataall’agricoltura abbiamo utilizzato il valore aggiunto per occupatoal 2005: il dato regionale è di 20.900 € per occupato, quello delGAL di quasi 31.500, per un rapporto di 150.
Nel comparto dell’alimentazione abbiamo preso la quantità diprodotti tipici DOP/IGP presenti: la media dei SLL della regioneBasilicata è di 2,36, e nel GAL Bradanica i prodotti DOP/IGP sono2, per un quoziente di 85.
Nel comparto del paesaggio abbiamo utilizzato un indice chemisura i paesaggi rurali di interesse storico sulla base dellacopertura del suolo CNR del 1960: per i paesaggi agrari diinteresse storico abbiamo suddiviso la copertura del suolo in tredifferenti classi sulla base del valore aggiunto delle produzioni: 1)seminativi, 2) alberi ad alto valore aggiunto (ulivo, vite, alberi dafrutto) moltiplicate per 5; 3) colture a minor valore aggiunto (prati epascoli) divise per 3 pesate in base all’altitudine. Oltre alla parteagraria abbiamo valutato anche le aree naturali e paranaturali:sempre utilizzando la copertura CNR del 1960 abbiamo suddivisoin tre classi le aree con patrimonio boschivo-forestale: la primaclasse per boschi cedui e castagneti, la seconda con prati epascoli moltiplicati per 2, la terza col patrimonio sterile (moltiplicatoper tre). La somma dei tre coefficienti fornisce un primo indicatoredi sintesi che sesprime il valore potenziale del paesaggionaturale/paranaturale al 1960.
Nel caso del GAL Bradanica, l’indice relativo ai paesaggi agraristorici è stato pari a 1,11, mentre il valore medio dei SLL lucani èpari a 0,86, per un quoziente di 129.
Come misurazione del livello di ospitalità del territorio ruraliabbiamo utilizzato il quoziente tra posti letto non alberghieri epopolazione residente: nel caso della Regione Basilicata è pari a2,8, nel caso del GAL è poco meno di 1 (0,97): il quoziente tra ledue misurazioni è pari a 34 su 100.
L’ultimo indice con cui abbiamo provato a quantificare gli equilibridi filiera è quello relativo alla fruizione: l’unità di misura sceltasono le presenze straniere ogni 1000 abitanti: il dato Regionale èdi quasi 267, quello del GAL di 53, per un quoziente di 20.
5252
… usare in modo sinergico la filiera
4
52
I PROGETTI LOCALI
5353
… l’educazione alla alimentazione
4
53
I PROGETTI LOCALI
54
4
I PROGETTI LOCALI
55
APE: le aree campione
L’ ambizione di servire le reti locali ha già trovato alcune occasioni ed opportunità per realizzarsi: tra tutte merita di essere citata in primo luogo il Progetto APE. Appennino Parco d’Europa che, sotto l’egida del Ministero dell’Ambiente ha visto una forte iniziativa delle associazioni di Enti Locali (UPI, UNCEM, Federparchi) rivolta a sollecitare la formazione di reti locali tra Comun ità e Parchi.I Sistemi locali della Marginalità, individuati dall’Atlante Nazionale del Territorio Rurale sono stati un riferimento importante per la selezione delle aree campione di APE
4
I PROGETTI LOCALI
56
Anche nel sud del Paese, dove la
tradizione autonomistica del
locale è meno radicata nelle
istituzioni dello spazio rurale, il
progetto APE ha saputo suscitare
iniziative rilevanti e percorsi di
cooperazione innovativi, come nel
caso del Progetto Antica Lucania
che ha coinvolto 12 Comunità
Montane ed i Parchi Regionali
della Basilicata.
APE
Antica Lucania
Banca Progetti
4
I PROGETTI LOCALI
57
dorsale alpina
crinale principale
crinali secondari
cime principali
cime secondarie
passi-selle
forre del Pennavaire
paesaggi fluviali principali in morfologia dolce
paesaggi fluviali principali in morfologia aspra
paesaggi fluviali secondari originati da sorgenti accertate o da accertare
sorgenti accertate
ambito di fondovalle
nuclei di valore storico
strade carrabili asfaltate
strade carrabili sterrate
pinete relitte di pino silvestre
pinete di pino nero, marittimo e d’aleppo (rimbosch.)
lariceti ed abetine (rimboschimenti)
faggeta mista meso-termofila
bosco misto di latifoglie mesofile (ostria, roverella)
querceto misto di leccio
formazione rupicole di leccio
macchia mediterranea (macchia bassa)
vegetazione ripariale a prevalenza di ontano nero
castagneto da frutto
castagneto cedua
uliveti
coltivi
prati-pascoli
zone rocciose e ghiaioni
ambito dell’habitat mediterraneo
ambito dell’habitat alpino montano
Identificazione ambientale
Progetti di intervento
un riferimento per la governance locale?
LA VALLE PENNAVAIRE
Il recupero dei borghi storici - Castelbianco
Tra Cuneo, Imperia e Savona
Bottom up, demos (luogo, comunità), patto locale…4
VALORIZZAZIONE AMBIENTALE DELLA VALLE PENNAVAIREI PROGETTI LOCALI
58
lo slargo di ingresso
il cuore
del nucleo
la piazzetta
il balcone panoramico
4
Schema direttore
Schema di assetto
PARCO NAZIONALE DEI MONTI SIBILLINI
NUCLEO DI MERIGGIO ”La proposta progettuale”
58
I PROGETTI LOCALI
PROGETTO DI VALORIZZAZIONE AMBIENTALE E TURISTICA DEI MONTI SIBILLINI
59
VAL CENO IL PROGETTO “l’Ansa dei Graniti” – Schema paesistico
ITINERARIO LUNGO
. Mulino “Alberelle”
. Borgo di Pralunga
. Famiglia dei Graniti
. Galleria e Canale scolpiti
. Gola dei Raffi
. Risalita alla Terrazza panoramica di Pietracervara
. Frazione di Pietracervara
. Rientro per la strada
. Discesa al Mulino
ITINERARIO BREVE. Borgo di Pralunga. Famiglia dei Graniti. Mulino “Alberelle”. Borgo di Pralunga
4
59
I PROGETTI LOCALI
PARCO DELLA VALLE DEL CENO
VAL CENO IL PROGETTO “l’Ansa dei Graniti” Simulazione fotografica4
60
I PROGETTI LOCALI
PARCO DELLA VALLE DEL CENO
61
LA FONDAZIONE CON IL SUD
SLL medio-bassa centralità e bassa dinamica
SLL con processi di declino
SLL con processi di declino e con basso reddito
Sistemi Locali (SLL) con diverse esigenze di innovazione
SLL ad alta centralità e forte dinamica
Altri SLL a connotazione urbana
SLL a connotazione più urbana
CAMPANIAn° SLL Popolazione Superficie Densità
26 5.257.384 6.449,6 815,2
15 386.170 3.847,4 100,4
0 0 0,0 0,0
13 173.487 3.261,1 53,2
54 5.817.041 13.558,0 429,0
PUGLIAn° SLL Popolazione Superficie Densità
34 3.727.765 14.245,4 261,7
5 205.515 2.435,1 84,4
1 19.784 315,6 62,7
4 118.780 1.965,7 60,4
44 4.071.844 18.961,8 214,7
BASILICATAn° SLL Popolazione Superficie Densità
1 77.464 779,1 99,4
5 334.264 4.350,1 76,8
8 99.702 2.837,9 35,1
5 71.285 1.868,2 38,2
19 582.715 9.835,3 59,2
CALABRIAn° SLL Popolazione Superficie Densità
8 793.234 3.419,4 232,0
32 927.071 7.488,4 123,8
3 49.087 688,4 71,3
15 243.022 3.545,4 68,5
58 2.012.414 15.141,6 132,9
SICILIAn° SLL Popolazione Superficie Densità
32 3.897.932 11.658,9 334,3
19 572.925 5.804,5 98,7
13 267.615 3.957,4 67,6
13 304.520 4.290,6 71,0
77 5.042.992 25.711,4 196,1
SARDEGNAn° SLL Popolazione Superficie Densità
17 1.081.177 9.771,7 110,6
12 232.920 5.369,7 43,4
9 202.821 5.616,7 36,1
7 155.486 3.331,9 46,7
45 1.672.404 24.089,9 69,4
ITALIA MERIDIONALEn° SLL Popolazione Superficie Densità
118 14.834.956 46.324,0 312,5
88 2.658.865 29.295,1 93,5
34 639.009 13.416,0 47,6
57 1.066.580 18.262,9 58,4
297 19.199.410 107.298,0 178,9
SISTEMI LOCALI DA INNOVARE?
4
I PROGETTI LOCALI
62
SISTEMI LOCALI DA INNOVARE?
4LA FONDAZIONE CON IL SUD
I PROGETTI LOCALI
per migliorare le chances di successo del Programma di Sostegnola scelta è andata sui Sistemi Locali più promettenti tre quelli fortemente penalizzati
I PRIMI TRA GLI ULTIMI
Ordinamento Generale per ricorrenza dei fattori
2014
2013
63
AREA DEL POLLINO AREA DEL TITERNO E ALTO TAMMARO
AREA DEL CILENTO
AREA DELLE MADONIE
fabbisogno energetico medio dell’area 138 KWh/mq/anno
fabbisogno energetico medio dell’area 143 KWh/mq/anno
fabbisogno energetico medio dell’area 98 KWh/mq/anno
fabbisogno energetico medio dell’area 97 KWh/mq/anno
ENERGIA E SVILUPPO LOCALE
progetto GREEN COMMUNITIES
4
I PROGETTI LOCALI
Fabbisogno energetico degli edifici residenziali
64
La popolazione in età di lavoro (15-64 anni)
previsioni al 2020
Popolazione in età di lavoro (15-64) accessibileDifferenze tra scenario tendenziale e scenario di riequilibrio nelle previsioni al 2020
Scenario tendenziale 4.562.496 abitanti
Scenario di riequilibrio 4.605.606 abitanti
Variazione
accessibilità positiva + 0,9%
*
*
*
*
*
Regioni che rivelano processi
di bilanciamento dei saldi
migratori già in atto nel
periodo 2006-2010
Le aree più critiche:lo scenario di riequilibrio ipotizza l’omogeneizzazione dei saldi migratori all’interno di ciascuna regione e la carta mostra le differenze con lo scenario tendenziale che proietta gli andamenti degli ultimi cinque anni nelle diverse aree.
I territori del progetto Green Communities
Per il riequilibrio nelle aree in deficit servono almeno 50.000 posti di lavoro in più! Non è poco, corrisponde ad un incremento almeno di 150.000 abitanti in più.
Aree in forte deficit:
4
il progetto GREEN COMMUNITIESI PROGETTI LOCALI
4
65
Quoziente tra
produzione agricola
standard e consumi
alimentari
LA FOOD STRATEGY Consumi alimentari e agricoltura periurbana
Risorse e valori delle aree periurbane agricole nel comune di Parma
I PROGETTI LOCALI
9866
RISORSE E VALORI DELLE AREE AGRICOLE PERIURBANE NELCOMUNE DI PARMA4
I PROGETTI LOCALI
67
5
67
LA MANUTENZIONE…assicurare…
STUDI PER IL PIANO DI CLASSIFICA DEL CONSORZIO DI BONIFICA DELL’EMILIA CENTRALE
N° Comuni Popolazione Superficie
Asta principale 164 1.884.908 5.135
Fasciati 1.010 8.209.529 24.462
Non fasciati 2.027 5.792.409 42.023
Autorità di Bacino 3.201 15.886.846 71.620
Geografia politica del bacino del Po
ComuniIncidenza
regionale
Asta principale 48 4%
Fasciati 367 30%
Non fasciati 801 66%
Totale 1.216
Fasciati 29 39%
Non fasciati 45 61%
Totale 74
Asta principale 75 5%
Fasciati 494 32%
Non fasciati 979 63%
Totale 1.548
Asta principale 17 53%
Fasciati 2 6%
Non fasciati 13 41%
Totale 32
Non fasciati 52 100%
Totale 52
Asta principale 24 11%
Fasciati 118 55%
Non fasciati 74 34%
Totale 216
Non fasciati 3 100%
Totale 3
Non fasciati 60 100%
Totale 60
Prov. Aut.
Trento
Veneto
Liguria
Emilia
Romagna
Toscana
Piemonte
Valle
d'Aosta
Lombardia
Classificazione geografica dei comuni
68
5
LA MANUTENZIONE
UNA GOVERNANCE TERRITORIALE COMPLESSA
Comuni Popolazione Superficie
Bacino del Po Italia Bacino del Po Italia Bacino del Po Italia Bacino del Po Italia Bacino del Po Italia
Aree con forti problemi di abbandono 33,3% 30,4% 25,5% 32,6% 35,8% 28,9% 18,5% 17,0% 27,1% 19,7%
Aree con problemi di abbandono 14,2% 10,5% 9,6% 6,1% 14,4% 9,8% 8,3% 5,6% 8,5% 4,0%
Aree intermedie 10,9% 15,8% 13,8% 19,0% 8,8% 18,1% 7,9% 16,3% 13,5% 20,2%
Aree agricole in regresso 17,8% 19,7% 18,7% 21,0% 19,5% 21,4% 31,1% 31,6% 24,7% 31,9%
Aree agricole forti 23,8% 23,6% 32,4% 21,3% 21,5% 21,9% 34,3% 29,5% 26,3% 24,2%
Totale complessivo 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%
PRESIDIO AGRICOLO
SAU Aziende agricole
CRITICITA’ – IL PRESIDIO AGRICOLO
5
LA MANUTENZIONE
69
Gli indicatori utilizzati per sintetizzare lo stato del fenomeno sono rappresentati dall’incidenza dell’agricoltura nel governo del territorio (misurata dal rapporto tra Superficie Agricola Utilizzata (SAU) e superficie territoriale (St) e dalla sua evoluzione nell’arco dell’intervallo intercensuario misurata dalla variazione della SAU stessa tra 1990 e 2000.
70
5
LA MANUTENZIONE
IL TERRITORIO ABBANDONATO DALLE AZIENDE AGRICOLE
In 50 anni le aziende agricole (e il Paese con loro) hanno “perso il controllo” di quasi 100 mila Kmq, di territorio coltivato e boschivo, un terzo del Paese. Perdita di controllo particolarmente grave per la Liguria e l’Appennino Nord Occidentale, per il Sistema Pedealpino e al Sud Ciociaria, Napoletano e Calabrese hanno avuto una spoliazione di governo agricolo.
Riduzione percentuale della SAT (Superficie
Aziendale Totale) tra il 1961 ed il 2010
71
n. comuni % popolazione % sup.terr %
Sardegna 73 21,4% 620.153 21,4% 5.749,9 26,0%
ITALIA 2.391 29,5% 11.376.610 18,7% 86.329,5 28,6%
Comuni con un quoziente tra ULA e KMQ di SAU perduta compreso tra 0 e 5
AGRICOLTORI E COOPERATIVE SOCIALI NEL TERRITORIO ABBANDONATO
LA MANUTENZIONE
Alle aziende agricole il Consorzio della Bonifica parmense affida compiti di manutenzione sulle aree non presidiate
Unità di lavoro agricolo
presenti al 2010 per kmq.
di SAT (Superficie
Aziendale Totale) perduta
nel periodo 1961 - 2010
n.comuni popolazione superficie
Nord 30,9% 20,3% 35,0%
Centro 20,3% 8,2% 20,0%
Sud 25,1% 14,2% 25,6%
Sicilia 19,0% 14,2% 25,1%
Sardegna 79,8% 69,9% 65,9%
Italia 29,8% 17,2% 31,2%
Comuni con oltre 40 cooperative sociali accessibili per 100.000
residenti accessibili
Numero di cooperative sociali accessibili per 100.000 residenti al 2011 – 30’
18.880 cooperative sociali occupano al 2011 320.513 addetti, la loro presenza è largamente distribuita sul territorio nazionale, dal Nord al Sud ed è particolarmente rilevante anche nelle aree montane del Paese. Densità più elevata presente in Sardegna, nel Sannio, nell’Arco Alpino e in Romagna.
5
72
SLL ad elevata ricchezza per unità di superficie(V.Agg.tot/Kmq>6 milioni€) e ad elevata valorizzazione agricola (V.Agg.Agr/Kmq>90mila€)
SLL ad elevata ricchezza per unità di superficie(V.Agg. Agr./Kmq>6milioni€) e a modesta valorizzazione agricola (V.Agg.Agr/Kmq<90mila€)
SLL a media ricchezza per unità di superficie(750mila€ < V.Agg.tot/Kmq< 6milioni€) e ad elevata valorizzazione agricola (V.Agg.Agr/Kmq > 90mila€)
SLL a media ricchezza per unità di superficie(750mila€< V.Agg.tot/Kmq< 6milioni€) e a modesta valorizzazione agricola (V.Agg.Agr/Kmq<90mila€)
SLL a modesta ricchezza per unità di superficie(V.Agg.tot./Kmq<750mila€) e ad elevata valorizzazione agricola (V.Agg.Agr/Kmq >90mila€)
SLL a modesta ricchezza per unità di superficie(V.Agg.tot./Kmq<750mila€) e modesta valorizzazione agricola (V.Agg.Agr/Kmq<90mila€)
Un grave deficit di risorse per lamanutenzione nelle aree interne
accomuna i Sistemi Locali del Nord (il 31,4% dei casi presenta una bassa disponibilità di risorse tanto agricole che generali) e del Mezzogiorno (45,0%).
TOTALE ITALIA
N°SLL popolazione superficie densità
101 34.524.674 53.603.0 644.1
407 23.636.052 179.585.4 131.6
178 2.465.715 68.147.6 36.2
686 60.626.441 301.336.0 201.2
EMILIA ROMAGNA
11 2.704.212 7.174,8 376,9
19 1.585.071 10.787,9 146,9
11 121.647 4.103,6 29,6
41 4.410.930 22.066,3 199,9
N°SLL popolazione superficie densità
LA MANUTENZIONE
LE RISORSE PER LA MANUTENZIONE
5
6
LE AREE INTERNE…rigenerare….
73
74
N° comuni Popolazione Superficie Densità
3.578 3.454.438 85.328.5 40
1.152 3.421.372 46.381.4 74
105 362.653 12.399.0 29
3.266 51.891.041 157.227.2 330
Italia 8.101 59.129.504 301.336.0 196
NORD N° comuni Popolazione Superficie Densità
2.186 1.948.566 44.241.7 44.0
413 1.068.716 11.677.0 91.5
54 178.655 6.203.9 28.8
1.888 23.637.362 57.808.8 408.9
Totale 4.541 26.833.299 119.931 223.7
CENTRO N° comuni Popolazione Superficie Densità
551 564.712 17.000.9 33.2
172 495.679 7.905.4 62.7
30 104.139 3.901.5 26.7
555 11.685.851 40.334.5 289.7
Totale 1.308 12.850.381 69.142 185.9
SUD N° comuni Popolazione Superficie Densità
553 641.549 14.381.0 44.6
372 1.216.597 13.596.3 89.5
8 29.875 711.0 42.0
552 10.881.499 33.772.7 322.2
Totale 1.485 12.769.520 62.461 204.4
SICILIA N° comuni Popolazione Superficie Densità
83 99.983 2.248.9 44.5
106 365.323 5.403.0 67.6
1 3.143 178.0 17.7
200 4.548.412 17.881.5 254.4
Totale 390 5.016.861 25.711 195.1
SARDEGNAN° comuni Popolazione Superficie Densità
205 199.628 7.455.9 26.8
89 275.057 7.799.8 35.3
12 46.841 1.404.5 33.4
71 1.137.917 7.429.7 153.2
Totale 377 1.659.443 24.090 68.9
NORD
CENTRO
SUD
SICILIA
SARDEGNA
I COMUNI MINIMI (E ASSIMILABILI)
Comuni “minimi”: comuni con popolazione al 2006
inferiore a 2.000 abitanti
Comuni assimilabili a minimi perché “poveri”(comuni con PIL al 2001 inferiore a quello di un comune
di 2.000 abitanti con PIL pro-capite = media nazionale)
Comuni assimilabili a minimi perché “spopolati”(comuni con meno di 15.000 abitanti e densità inferiore a 50ab/kmq)
Altri comuni
ITALIA
3.600 sono i comuni “minimi”, con meno di 2.000 abitanti, a questi sono assimilabili più di 1.100 altri comuni sono critici perché poveri e altri centri spopolati
nei comuni minimi e assimilabili:
7.238.463 abitanti (13% del Paese)
144.122kmq di superficie (47,8%)
6
LE AREE INTERNE
75
la proposta UNCEM per il Ministro Barca
NORD N° comuni Popolazione Superficie Densità
2.186 1.948.566 44.241.7 44.0
413 1.068.716 11.677.0 91.5
54 178.655 6.203.9 28.8
1.888 23.637.362 57.808.8 408.9
Totale 4.541 26.833.299 119.931 223.7
NORD N° comuni Popolazione Superficie Densità
1.350 1.082.226 34.836.9 31.1
198 520.550 8.355.2 62.3
51 173.810 5.889.8 29.5
465 3.577.302 16.687.6 214.4
Totale 2.064 5.353.888 65.769 81.4
in ambiente montanoNORD
I comuni minimi - nord
Comuni “minimi”: comuni con
popolazione al 2006
inferiore a 2.000 abitanti
Comuni assimilabili a minimi perché “poveri”(comuni con PIL al 2001 inferiore a quello di un comune di 2.000 abitanti con PIL pro-capite = media nazionale)
Comuni assimilabili a minimi perché “spopolati” (comuni con
meno di 15.000 abitanti e densità inferiore a 50ab/kmq)
Altri comuni
Ambito dei comuni montani(fonte:ISTAT 1999)
La montagna al Nord = 54,6% del territorio totale
I comuni minimi montani = 75,4% dei comuni montani
Una distribuzione della frammentazione, montana ma non solo…
75
6
LE AREE INTERNE
in ambiente montano
I PICCOLI COMUNI
N° comuni Popolazione Superficie Densità
68 257.602 2.277.6 113.1
898 1.665.919 27.759.9 60.0
totale 966 1.923.521 30.037.5 64.0
N° comuni Popolazione Superficie Densità
127 480.897 4.266.1 112.7
747 1.155.236 28.595.6 40.4
totale 874 1.636.133 32.861.7 49.8
N° comuni Popolazione Superficie Densità
690 2.508.467 13.944.7 179.9
2.651 3.278.244 61.846.3 53.0
totale 3.341 5.786.711 75.791.0 76.4
N° comuni Popolazione Superficie Densità
919 3.384.296 21.865.6 154.8
4.775 6.980.095 141.669.0 49.3
Italia 5.694 10.364.391 163.534.6 63.4
NORD
CENTRO
SUDPoco più di 900 comuni, piccoli ma non “minimi”, ospitano il 5% della popolazione italiana sul 7% del territorio nazionale e rappresentano un diffuso presidio del territorio rurale che conta quasi cinquemila altri comuni in condizioni più precarie che gestiscono le mete del territorio nazionale.
Piccoli comuni che “tengono”
Altri piccoli comuni, minimi, poveri e radi
N° comuni Popolazione Superficie Densità
19 79.317 693.4 114.4
181 410.477 7.388.7 55.6
totale 200 489.794 8.082.0 60.6
N° comuni Popolazione Superficie Densità
15 58.013 683.8 84.8
298 470.219 16.078.6 29.2
totale 313 528.232 16.762.4 31.5
SICILIA
SARDEGNA
N° comuni Popolazione Superficie Densità
360 1.293.433 11.026.0 117.3
3.208 4.419.079 114.820.7 38.5
Italia 3.568 5.712.512 125.846.7 45.4
ITALIA
ITALIA
76
6
LE AREE INTERNE
77
I PICCOLI COMUNI - nord
Nei piccoli comuni “che tengono” ci sono forse più opportunità per sperimentare nuove politiche e per offrire in modo nuovo servizi pubblici e privati, servizi commerciali e servizi alla persona, che facciano leva sulla capacità di auto-organizzazione delle comunità locali.
Per gli altri bisogna analizzare in contesti locali più estesi, le risorse urbane presenti (le città di montagna) e puntare su governance locali efficienti e coese, orientate all’innovazione.
N° comuni Popolazione Superficie Densità
242 847.932 6.205.6 136.6
1.598 1.771.493 48.834.7 36.3
totale 1.840 2.619.425 55.040.3 47.6
NORD
N° comuni Popolazione Superficie Densità
690 2.508.467 13.944.7 179.9
2.651 3.278.244 61.846.3 53.0
tot.nord 3.341 5.786.711 75.791.0 76.4
NORD
in ambiente montano
Piccoli comuni che “tengono”
Altri comuni minimi, poveri e radi
Altri comuni
Comuni montani
6
LE AREE INTERNE
78
I SISTEMI LOCALI TRA CENTRALITA’ TERRITORIALE E DINAMICA ECONOMICA
SISTEMI LOCALI - POTENZIALI E CRITICITA’
SLL ad alto potenziale
SLL ad alta centralità e forte dinamica
Altri SLL meno dinamici
SLL con criticità diverse
SLL medio-bassa centralità e bassa dinamica
SLL con processi di declino
SLL con processi di declino e basso reddito
Città storiche
Capoluoghi dei Sistemi Locali
SLL con criticità da frammentazione
fino a 2.000 abitanti
da 2.001 a 5.000
SLL con criticità manutentive
fino a 750 mila €/kmq sul Valore Aggiunto
da 750 mila a 1,25 milioni di €/kmq sul Valore AggiuntoCriticità:
dalla Val d’Ossola alla Valchiavenna, dalla Val Tanaro alla Carnia all’alta valle del Trebbia …….
gravi criticità
alcune criticità
elevato potenziale
n. comuni popolazione superficie densitàSistemi locali con gravi criticità
Sistemi locali con alcune criticità
Sistemi locali ad elevato potenziale
39 606.641 16.816.0 36.1
82 3.253.779 42.024.4 77.4
112 23.874.587 61.017.2 391.3
233 27.735.007 119.857.6 231.4
6
LE AREE INTERNE
79
PER LA GOVERNANCE LOCALE…La Germania ha riformato ancora di recente la sua amministrazione pubblica con efficacia agendo su una geografiainconsueta fatta di unità territoriali urbane e rurali. Con una buona geografia senza mischiare ruoli, funzioni econtesti: è un buon riferimento per noi?
Landkreise (295)(distretti territoriali)
Stadtkreise (107)(città extracircondariali)
Il distretto territoriale (Landkreis) si occupa di molteattività che nelle città di dimensioni maggiori sono dicompetenza dell’amministrazione cittadina ma che neicomuni di dimensioni minori rappresentano un costoelevato e per i quali può capitare che non vi sianorisorse sufficienti.
Il distretto territoriale assume queste mansioni,principalmente consistenti in servizi o in lavoripubblici riguardanti più comuni, in modo da assicurareche alla popolazione dei piccoli comuni che si trovanonella stessa area geografica ma che hanno risorsenon uguali siano garantiti gli stessi servizi.
I distretti territoriali ospitano il 74% delleresponsabilità amministrative delegate, il 68% dellapopolazione e il 94% della superficie.
Di regola sono grandi città con più di 100.000abitanti, ma ne esistono anche al di sotto dei50.000 abitanti. Oltre alle funzioni assegnate ailandkreise svolgono compiti tipicamente urbani e/ometropolitani.
Lander (16)
6
LE AREE INTERNE
80
PER LA GOVERNANCE LOCALE
I confini e i recapiti urbani che descrivono l’organizzazione funzionale e dinamica delle relazioni territoriali e delle funzioni amministrative esercitate nella storia recente, possono essere riferimenti per ricostruire l’Italia delle città e l’Italia dei distretti rurali? Per produrre una governance dove i Sistemi Territoriali acquistino autorevolezza e responsabilità anche per il patrimonio rurale che sanno valorizzare? Per ripartire con nuovi modelli locali basati sulla ri-generazione dei luoghi?
Sistemi locali e rete urbana dei capoluoghi
Limite di Sistema Locale
Piccoli comuni
Centri capoluogo di Sistema Locale
Comuni tra 35.000 e 90.000 abitanti al 2010
Sede di circondario al 1871
Comuni oltre 90.000 abitanti al 2010
Unione di comuni (fonte: ANCI)
Ambito dei comuni montani
80
6
LE AREE INTERNE
81
LA PROPOSTA DELLA SOCIETA’ GEOGRAFICA ITALIANA PER IL RIORDINO ISTITUZIONALE
POLARITA’ URBANE E COMUNITA’ CONTIGUE
(30,1%)
AREE METROPOLITANE
(31,5%)
ALTRE COMUNITA’ TERRITORIALI
(38,2%)
6
LE AREE INTERNE
81
La distribuzione della popolazione
nazionale tra le diverse tipologie di
ambiti descrive il quadro di una struttura
territoriale fortemente equilibrata nelle
sue diverse componenti.
Il 31,5% della popolazione nazionale
(18,7 milioni di abitanti) è presente nelle
Aree Metropolitane, il 30,1% (17,9
milioni di abitanti) nelle Polarità Urbane
e nelle Comunità Territoriali su di esse
direttamente gravitanti (con 6,0 milioni
di abitanti nelle prime e 11,9 milioni
nelle seconde) il 34,1% (20,2 milioni di
abitanti) nelle altre Comunità Territoriali.
8181
82
Le tipologie di unione di comuni
più di 1.909 sono i comuni appartenenti alle Unioni e ospitano 8 milioni di abitanti, con concentrazioni particolari (Asti, Oristano, Lecce, Palermo, Modena e Reggio E.); poi c’è la riserva di comuni montani
L’organizzazione dei Comuni in Unioni (2014)
Comuni appartenenti a Unioni di Comuni
Comuni montani
Comunità di Valle
6
LE AREE INTERNE
82
83
TOTALE
ITALIA
SISTEMI LOCALI DELL’ARMATURA URBANA, AREE INTERMEDIE E AREE INTERNE
n. comuni % popolazione % superficie % densità
11 27 0.6% 6.639.037 23.9% 4.814.1 4.0% 1379.1
12 1.196 26.3% 10.105.078 36.4% 21.877.0 18.2% 461.9
13 1.020 22.5% 6.204.121 22.4% 21.001.8 17.5% 295.4
2 1.318 29.0% 3.563.317 12.8% 30.037.8 25.1% 118.6
3 980 21.6% 1.233.582 4.4% 42.149.2 35.2% 29.3
TOT. 4.541 100.0% 27.745.135 100.0% 119.880.0 100.0% 231.4
11 12 0.9% 4.394.783 33.0% 3.434.3 5.0% 1279.7
12 187 14.3% 2.605.316 19.6% 8.473.7 12.3% 307.5
13 125 9.6% 2.873.684 21.6% 8.701.3 12.6% 330.3
2 426 32.6% 2.321.834 17.4% 19.624.9 28.4% 118.3
3 558 42.7% 1.115.196 8.4% 28.928.7 41.8% 38.5
TOT. 1.308 100.0% 13.310.813 100.0% 69.162.9 100.0% 192.5
11 11 0.7% 2.451.324 19.1% 2.250.8 3.6% 1089.1
12 234 15.8% 3.694.101 28.8% 6.319.5 10.1% 584.6
13 174 11.7% 2.912.320 22.7% 9.784.8 15.7% 297.6
2 377 25.4% 2.002.857 15.6% 13.249.9 21.2% 151.2
3 689 46.4% 1.783.405 13.9% 30.858.0 49.4% 57.8
TOT. 1.485 100.0% 12.844.007 100.0% 62.463.1 100.0% 205.6
11 4 1.0% 1.315.686 26.0% 755.1 2.9% 1742.5
12 40 10.3% 594.155 11.8% 1.729.1 6.7% 343.6
13 52 13.3% 1.421.086 28.1% 5.002.3 19.5% 284.1
2 123 31.5% 1.132.707 22.4% 7.077.8 27.5% 160.0
3 171 43.8% 587.441 11.6% 11.142.4 43.3% 52.7
TOT. 390 100.0% 5.051.075 100.0% 25.706.7 100.0% 196.5
CE
NT
RO
SU
DS
ICIL
IAS
AR
DE
GN
A
11 2 0.5% 287.146 17.1% 631.5 2.7% 454.7
12 34 9.0% 386.298 23.1% 1.943.9 8.4% 198.7
13 3 0.8% 94.969 5.7% 613.7 2.6% 154.8
2 88 23.3% 357.653 21.3% 5.028.0 21.6% 71.1
3 250 66.3% 549.345 32.8% 15.036.2 64.7% 36.5
TOT. 377 100.0% 1.675.411 100.0% 23.253.2 100.0% 72.1
NO
RD
11 56 0.7% 15.087.976 24.9% 11.885.8 4.0% 1269.4
12 1.691 20.9% 17.384.948 28.7% 40.343.2 13.4% 430.9
13 1.374 17.0% 13.506.180 22.3% 45.103.8 15.0% 299.4
2 2.332 28.8% 9.378.368 15.5% 75.018.5 25.0% 125.0
3 2.648 32.7% 5.268.969 8.7% 128.114.5 42.6% 41.1
TOT. 8.101 100.0% 60.626.441 100.0% 300.465.9 100.0% 201.8
Numero di comuni nella classificazione in armatura urbana, aree intermedie e aree interne
Le città estendono i propri confini sino a raddoppiare il proprio peso…
Le aree interne con meno del 10% della popolazione governano quasi la metà del territorio nazionale.
Città con più di 90.000 residenti
Sistemi Locali delle Città e Sistemi Locali con almeno 250.000 abitanti
Altri comuni ad alta centralità: comuni con oltre 35.000 abitanti o con oltre 200.000 abitanti accessibili in 30’
Aree intermedie
Aree interne (comuni con meno di 50.000 abitanti accessibili in 30’)
Confine regionale
6
LE AREE INTERNE
84
Numero di comuni nella classificazione in armatura urbana, aree intermedie e aree interne
n. comuni % popolazione % superficie % densità
10 2.9% 1.677.478 38.0% 2.604.6 11.8% 644.0
115 33.7% 1.141.618 25.9% 5.267.7 23.8% 216.7
69 20.2% 922.753 20.9% 3.054.6 13.8% 302.1
54 15.8% 410.484 9.3% 3.909.1 17.7% 105.0
93 27.3% 261.960 5.9% 7.288.4 32.9% 35.9
TOT. 341 100.0% 4.414.293 100.0% 22.124.4 100.0% 199.5
EMILIA ROMAGNA ITALIA
11 56 0.7% 15.087.976 24.9% 11.885.8 4.0% 1269.4
12 1.691 20.9% 17.384.948 28.7% 40.343.2 13.4% 430.9
13 1.374 17.0% 13.506.180 22.3% 45.103.8 15.0% 299.4
2 2.332 28.8% 9.378.368 15.5% 75.018.5 25.0% 125.0
3 2.648 32.7% 5.268.969 8.7% 128.114.5 42.6% 41.1
TOT. 8.101 100.0% 60.626.441 100.0% 300.465.9 100.0% 201.8
Città con più di 90.000 residenti
Sistemi Locali delle Città
Altri comuni ad alta centralità in
Sistemi Locali con almeno 250.000
abitanti accessibili
Aree intermedie
Aree interne (50.000 abitanti
accessibili)
Comuni montani
Valle del Dolo
Parchi Nazionali e Regionali
La densità decresce sino ai valori delle aree interne…
SISTEMI LOCALI DELL’ARMATURA URBANA, AREE INTERMEDIE E AREE INTERNE
6
LE AREE INTERNE
858585
6
LE AREE INTERNE
868686
6
LE AREE INTERNE
87
Aree tematiche comunitarie rilevanti per le singole missioniMissioni
8787
6
LE AREE INTERNE
Le Aree Interne, proposte dal documento Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari 2014-2020
Ministero dello Sviluppo Economico DPS – Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica
LE AREE INTERNE DEL DPS6
LE AREE INTERNE
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LE AREE INTERNE
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LE AREE INTERNE DELL’ATLANTE RURALE
Città con più di 90.000 residenti
Sistemi Locali delle Città e Sistemi Locali con almeno 250.000 abitanti
Altri comuni ad alta centralità: comuni con oltre 35.000 abitanti o con oltre 200.000 abitanti accessibili in 30’
Aree intermedie
Aree interne (comuni con meno di 50.000 abitanti accessibili in 30’)
Aree interne ultraperiferiche
Confine regionale
Fonte: elaborazione CAIRE su dati ISTAT
90Tullio Pericoli | Paesaggio italiano, 1981, matite e acquerello su cartone
Giuseppe Penone
Arte Povera | Albero Porta
Triennale di Milano , 1993
misurare, distinguere, comprendere, immaginare, raccontare, creare…
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LE AREE INTERNE
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CONCLUSIONI
l’Appennino e il suo Progetto
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CONCLUSIONI
Fonte: Monografia – Analisi zonale dell’agricoltura italiana – INEA a cura di
Manlio Rossi Doria
Valori fondiari medi per ettaro di SAU (per provincia e zona altimetrica)
L’ANALISI ZONALE DELL’AGRICOLTURA ITALIANA
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LE AGRICOLTURE DIVERSEGli ordinamenti tecnico economici
dei comuni italiani
Classificazione OTE
cereali
cereali ed altri seminativi
ortofloricoltura
viticoltura
frutticoltura e agrumicoltura
olivicoltura
coltivazioni permanenti
bovini da latte
bovini da allevamento a carne
bovini da latte e allevamento
ovini caprini ed altri erbivori
granivori
policoltura
poliallevamento
coltivazioni - allevamenti
La profonda differenziazione che il sistema agricolo nazionale ha conosciuto nell’arco degli ultimi decenni per effetto delle contrastanti spinte che sono venute dai processi di integrazione internazionale dei mercati e delle politiche per un verso, e dalla profonda modificazione in corso nelle abitudini e nelle preferenze dei consumatori, trova una eloquente rappresentazione nell’immagine che ritrae i comuni italiani sulla base della classificazione degli orientamenti tecnico economici (OTE) delle aziende agricole che operano nei loro territori.
7
CONCLUSIONI
GLI SQUILIBRI E LE DISUGUAGLIANZE TERRITORIALI NELL’OFFERTA DI SERVIZI
Accessibilità all’offertadi servizi equivalenti (2004 - 2006)istruzione: classi di istituti superiorisanità: reparti ospedaliericulturali: musei e biblioteche
finanziari: sportelli bancari e postali
Italia 73,9%Lombardia 91,3% Friuli 89,4% Veneto 89,1% Piemonte 87,9% Emilia R. e Liguria 86,0% Campania 81,2%…
CENTRO - NORD
82,4%
Popolazione che accede in 30’ ad almeno 30 unità
32,3 mil.
Popolazione %
SUD E ISOLE
57,7%12,0 mil.
Popolazione %
Popolazione che accede in 30’ ad almeno 30 unità
Una unità = 1 reparto ospedaliero
8,76 classi di istruzione superiore
2,23 sportelli bancari
1,01 sportelli postali
0,2 musei
16.129 n. volumi biblioteche
accessibilità ai servizi alla persona come condizione locale rilevante per il successo dell’attivita’ di impresa
(Regione in ordine decrescente per valore)
7
CONCLUSIONI
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LA GEOGRAFIA DEI SERVIZI DI CITTADINANZA, DIVERSITA’ INTEGRAZIONE
Limite montano
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STRATEGIE NAZIONALI
DI INTEGRAZIONE
TERRITORIALE:
Agenda Urbana,
Mezzogiorno e
Aree Interne
2648 comuni non raggiungono una soglia di 50mila abitanti accessibili in mezzora; ospitano 5,2 milioni di abitanti e governano il 42,6% del territorio. Le aree più periferiche ospitano 580 milaabitanti e governano 10,7% del territorio.
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CONCLUSIONI
Città metropolitane
Città di rango con più di 90.000 residenti
Sistemi Locali delle Città e Sistemi Locali con almeno 250.000 abitanti
Altri comuni ad alta centralità: comuni con oltre 35.000 abitanti o con oltre 200.000 abitanti accessibili in 30’
Aree intermedie
Aree interne (comuni con meno di 50.000 abitanti accessibili in 30’)
Aree interne ultraperiferiche
Confine regionale
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CONCLUSIONI
… di nuovo un progetto per l’Appennino: curare le diversità, integrare le politiche, valorizzare le comunità e le loro identità
da:”I LUOGHI DEL CUORE “FAI (Fondo Ambiente Italiano)
ed. il Mulino