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L’AZIENDA Insieme organizzato di UOMINI e MEZZI il cui scopo è produrre un utile (un guadagno) dalla trasformazione di risorse in BENI e SERVIZI

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L’AZIENDA

Insieme organizzato di UOMINI e MEZZI

il cui scopo è produrre un utile(un guadagno) dalla trasformazione

di risorse in BENI e SERVIZI

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LA STORIA del LAVORO

LAVORO MANUALE (l’uomo esegue tutte le operazioni per la produzione di un oggetto)

INVENZIONI + ENERGIA (il lavoro è eseguito parte dall’uomo e parte dalle macchine)

AUTOMAZIONE (l’uomo effettua soltanto controlli sulle operazioni di lavoro eseguite interamente dalle macchine)

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LA STORIA del LAVORO

L’inizio della rivoluzione industriale

La necessità di una solida ed efficiente organizzazione è molto sentita in periodi di forte espansione e assorbimento dei volumi di produzione da parte del mercato.

Assorbimento delle merci diventa prioritario individuare tecniche di produzione e controllo dei processi.

E’ quanto avviene a partire dal1870.

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ORGANIZZAZIONE INDUSTRIALE(SCIENZA DELL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO)

STUDIARE PROCESSO PRODUTTIVO

RENDERLO PIU’ EFFICIENTE

DIMINUIRE I COSTI PER PRODOTTO

AUMENTARE LA COMPETITIVITA’

BATTERE LA CONCORRENZA

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GLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZA

TAYLOR - la produttività dipende da mezzi di lavoro e uomini -.

- per le macchine utensili studia approfonditamente il loro sfruttamento razionale definendo i parametri che

influenzano la durata degli utensili

- per gli uomini analizza tutti i movimenti necessari per eseguire le operazioni, determinandone i tempi eliminando quelli inutili.

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GLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZA

Modelli di gestione - Taylor

Taylor fu il teorizzatore della “Organizzazione scientifica del lavoro”, che si basa su:

• Sviluppo di conoscenze su basi scientifiche• Selezione scientifica della manodopera• Preparazione e perfezionamento dei lavoratori su basi scientifiche• Intima e cordiale collaborazione fra dirigenti e manodopera

Il rendimento tende sempre più ad essere influenzato dal coordinamento dei vari reparti, mansioni e gruppi, più che dalla qualità e dallo sforzosingolo individuale.

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GLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZA

Modelli di gestione – Taylor

Gli elementi operativi sono: • Creazione di un centro di programmazione • Standardizzazione delle operazioni e dei movimenti • Studio dei tempi e introduzione delle tariffe

differenziali di cottimo • Utilizzazione di strumenti di rilevazione e controllo

Inoltre la necessità di controllare “scientificamente” il lavoro porta ad una rigida standardizzazione dello stesso.

Il rendimento tende sempre più ad essere influenzato dal coordinamento dei vari reparti, mansioni e gruppi, più che dalla qualità e dallo sforzosingolo individuale.

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FAYOL - divide l’organizzazione industriale

in 6 funzioni:

tecnica, commerciale, finanziaria, sicurezza,

contabile amministrativa

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GLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZAGLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZA

I principi di Fayol L’autorità e la responsabilità Chi ha responsabilità deve avere autorità. La disciplina Senza disciplina viene meno il principio di autorità, in quanto esso implica il diritto di dare ordini e di pretendere obbedienza

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GLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZAGLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZA

L’unità di direzione Per ogni gruppo di attività che condivide lo stesso obiettivo deve

esserci un solo capo

L’unità di comando Ognuno deve ricevere ordini da un solo superiore e riferire solo a lui

La linea di comando e l’area di comando Le linee di comando devono essere chiare e definite (organigrammi) ed

essere le più brevi possibile.

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GLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZAGLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZA

Remunerazione equa La remunerazione deve, nei limiti del possibile, soddisfare gli

interessi dell’organizzazione e del collaboratore.

Subordinazione dell’interesse individuale a quello dell’organizzazione

Il principio si può tradurre nella opportunità di stabilire obiettivi aziendali che evitino il contrasto fra interesse personale e aziendale.

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GLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZAGLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZA

Modelli di gestione - Mayo

Elton Mayo condusse studi sistematici presso lo stabilimento di Hawthorne della Western Electric (1927-1932). Obiettivo è

mettere in discussione l’assunto tradizionale che i lavoratori fossero come elementi di una macchina, sensibili solo al comando,alla gratificazione economica o alla punizione, alle

condizioni fisiche del lavoro.

Elton Mayo LE RELAZIONI UMANE SONO IN GRADO DI CONDIZIONARE LA PRODUZIONE

QUANTO L’ILLUMINAZIONE DELL’AMBIENTE DI LAVORO, LA FATICA E LA

RETRIBUZIONE (HARVARD UNIVERSITY 1930/40 Equipe Prof. Elton Mayo)

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GLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZAGLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZA

Mayo e il suo gruppo, che prende il nome di “relazionisti”, compresero che la produttività è in correlazione con le relazioni sociali, con la motivazione e con l’attenzione di cui le persone si

sentono oggetto. Egli osservò che l’adozione di incentivi di gruppo

condiziona i comportamenti dei singoli.

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Le conclusioni dei relazionisti sono: L’impresa è un sistema sociale, non solo tecnico ed economico L’individuo è motivato da fattori psicologici e sociali, non

solo economici I gruppi rivestono grande importanza La leadership dovrebbe avere un approccio più

“democratico” e meno “autoritario” L’informazione interna ha rilevante importanza Il management richiede capacità sociali, oltre che tecniche La motivazione è correlata alle esigenze sociali delle

persone

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GLI STUDIOSI DELLA NUOVA GLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZASCIENZA

FORD

ALFORD

Le attività produttive devono essere al servizio della collettività

I dipendenti devono percepire una retribuzione che garantisca

la tranquillità sociale

Tutto il pubblico è un consumatore, anche i dipendentiIntroduce il lavoro a catena (ritmo o cadenza: tempo intercorrente tra due pezzi)

Elabora le norme sulla specializzazione (poche operazioni – elevate produzioni

riduzione costo prodotto – minime scorte

operazioni in relazione alla capacità)

1863 -1947

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GLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZAGLI STUDIOSI DELLA NUOVA SCIENZA

LA PERSONALITA’ DELL’INDIVIDUO EVOLVE DA UNO STATO PASSIVO AD UNO ATTIVO E DI PIENA COSCIENZA.

LA RIGIDA GERARCHIA E SPECIALIZZAZIONE POSSONO INIBIRE LO SVILUPPO EQUILIBRATO DELLA PERSONALITA’ ( Argyris)

SODDISFATTI I BISOGNI PRIMARI (alimentazione, riposo ecc.), L’UOMO HA BISOGNO DI AUTOREALIZZARSI EFFETTUANDO LAVORI ADEGUATI ALLE SUE CAPACITA’. (Maslow)

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PROBLEMATICHE INDUSTRIALI

RICHIESTA DI NUOVI PRODOTTI E MODELLI NUMEROSE VARIAZIONI PER MODELLO PRODOTTO (versioni) RAPIDO INVECCHIAMENTO DEL PRODOTTO DIFFICOLTA’ DI PREVISIONE DELLA DOMANDA

COSA DEVE FARE L’IMPRESA? PRODURRE AMPIA GAMMA DI PRODOTTI RINNOVARE SPESSO I PRODOTTI (cambiare rapidamente modello

da produrre) PERSONALIZZARE IL PRODOTTO ( design – marchio ecc.) PRODURRE IN TEMPI BREVI NUOVI PRODOTTI ELEVATA QUALITA’

OBBIETTIVI IMPRESA

PROBLEMI

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STRUTTURA ORGANIZZATIVA AZIENDALE

Generalmente viene rappresentata tramite un

ORGANIGRAMMA AZIENDALE

ORGANIGRAMMA

PER FUNZIONI

ORGANIGRAMMA(Rappresentazione grafica dei livelli e loro relazioni)

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STRUTTURA ORGANIZZATIVA AZIENDALE

LA CONOSCENZA DEI BISOGNI DEL TERRITORIO E LA LORO EVOLUZIONE NEL TEMPO, SONO I FONDAMENTALI PER LO SVILUPPO E CONSEGUENTEMENTE PER REMUNERARE

IL CAPITALE INVESTITO IN UN’AZIENDA

MARKETING

PERSONALE

PRODUZIONE

STUDI TECNICI

Individuazione del prodotto o servizio necessari al territorio

Quantificazione nell’immediato e nel futuro

Progettazione, tecnologie per una corretta produzione

Ogni ruolo aziendale deve essere occupato dalla persona con le giuste competenze

Realizzazione del prodotto facendo ricorso a risorse sia interne che esterne (indotto)

ORGANIGRAMMA AZIENDALE

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STRUTTURA ORGANIZZATIVA AZIENDALE

FINANZA

VENDITA Vendita dei prodotti: saper presentare – far conoscere – giustificare il costo

Controllo costante della resa del capitale investito –

PIANIFICAZIONE

E CONTROLLOOttimizzazione delle funzioni – Risponde alla Direz. Gen.le

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STRUTTURA ORGANIZZATIVA AZIENDALE

ORGANIGRAMMA PER FUNZIONI della PRODUZIONE

PRODUZIONE

REPARTO ‘A’

REPARTO ‘B’

REPARTO ‘C’

MONTAGGIO CAMBIO

MONTAGGIO MOTORE

COLLAUDO MOTORE

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MODELLI ORGANIZZATIVI AZIENDALI

GERARCHICO

PER PRODOTTO

GERARCHICO- FUNZIONALE

A MATRTICE

•DECISIONI PRESE SOLTANTO DA DIRIGENTI

•OGNI LIVELLO CONTATTA IL SUO SUPERIORE

•PERICOLO DI DERESPONSABILIZZAZIONE DEI

SOTTOPOSTI CHE NULLA DECIDONO

DIVISIONE IN PICCOLE AZIENDE

SNELLEZZA DECISIONALE RISPETTO AL

GRANDE GRUPPO

PROBABILE CONFLITTI DI AUTORITA’

OGNI PRODOTTO HA UN SUO REFERENTE AZIENDALE

IL CLIENTE E’ MESSO IN CONTATTO CON LA PERSONA

COMPETENTE

STAFF DI SPECIALISTI CONSIGLIANO I RESPONSABILI DELLA LINEA GERARCHICA

N.B. Allo Staff non è riconosciuto alcun potere decisionale

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STRUTTURE E COMUNICAZIONE AZIENDALE

DEVE ESSERE:

CHIARA RAPIDA IDENTIFICABILE

ALLA FONTE

COINCISA – CORRETTA IMMEDIATA AL SORGERE CHI LA INVIA

DEL PROBLEMA (Dirigente, Reparto, ecc.)

LA STRUTTURA AZIENDALE NON DEVE ESSERE DI OSTACOLO ALLA COMUNICAZIONE

OGGI SI PREDILIGE LA STRUTTURA SNELLA(numero minore di livelli, riduzione dei passaggi per la

comunicazione)

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PRODUZIONE SNELLA

PRODURRE MIGLIORANDO LA QUALITA’ DEI PRODOTTIRIDURRE I COSTI

TRAGUARDI SUPERIORITA’ PRODUTTIVA (RAGGIUNGERE SEMPRE IL

MASSIMI TRAGUARDO)

PRODUZIONE A VALORE AGGIUNTO (ATTIVITA’ CHE AUMENTANO IL VALORE INIZIALE DEL MATERIALE)

MIGLIORAMENTO CONTINUO (PORRE ATTENZIONE AD OGNI PARTICOLARE NEL PROCESSO PRODUTTIVO)

METODOLOGIE PRODUTTIVE

JUST IN TIME (materiali disponibili alla produzione quando servono)

TMQ (totale dei prodotti senza alcun difetto)

TCI (apportare anche le grandi o piccole modifiche per migliorare il prodotto)

PRODUZIONE: Attività finalizzate alla realizzazione di beni o servizi

FABBRICAZIONE: Attività di conversione di materiali e risorse in beni o servizi

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NUOVA MENTALITA’ INDUSTRIALE

- NON SEMPRE SONO NECESSARIE TECNOLOGIE D’AVANGUARDIA,

MA E’ OBBLIGATORIO INTEGRARE E MIGLIORARE

TUTTE LE FUNZIONI AZIENDALI –

SINCRONIZZAZIONE TOTALEESEMPIO:

MODELLO AUTOMOBILISTICO GIAPPONESE ANNI ’70 -

Esempio di errata sincronizzazione

Settore produzione: migliora la produttività con continui aggiustamenti ( più pezzi per ogni ora) creando più utile ( più € disponibili)

Settore finanziario: investe in altre attività (diversifica gli investimenti), commette errori di valutazione, crea perdite che vanno ad annullare quanto costruito dal Settore Produzione.

REALIZZAZIONE DI PRODOTTI SUPERIORI

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CONTABILITA’ NELL’AZIENDA

GENERALE

(FISCALE)

Obbligatoria per legge

INDUSTRIALE (ANALITICA)

Serve all’interno dell’azienda per prendere

decisioni

DEFINIZIONE:

INFORMAZIONI SULLO STATO ECONOMICO E FINANZIARIO DELLE

ATTIVITA’ DELL’AZIENDA

OBBIETTIVO aumentare gli utili: 1)Aumentare i Ricavi – 2) Diminuire i costi -

Gli utili possono essere utilizzati per investimenti o accantonati come capitale

DIREZIONE (MANAGEMENT): Persone che dirigono una azienda

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CONTABILITA’ GENERALE

Bilancio di esercizio

Conto Economico Stato Patrimoniale

ricavi ®

costi ©

giacenze di magazzino

UTILE NETTO = (R+ Giac. Finali) – C+ Giac. Iniziali)

ATTIVITA’

PASSIVITA’

PATRIMONIO NETTO

CONTABILITA’ GENERALE

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CONTABILITA’ GENERALE

RICAVI

COSTI

UTILE

VENDITE

CAPITALE (Capannoni, Uffici,Azioni, ecc)

PRODOTTI (Materie prime, personale, ecc.

GENERALI ( Luce, Riscaldamento, affitti, ecc.

IMPOSTE (Tasse)

NETTO (Differenza ricavi-costi)

INVESTITO (Macchinari, Struttura, ecc.

AZIONARIO (utile che viene diviso tra gli azionisti)

CONTO ECONOMICO

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Ad un maggior volume di vendita, corrisponde sempre un maggiore utile?

ESEMPIO:

Anno 2007 Anno 2008

RICAVI Vendite € 7000 € 7350

Capitale € 100 € 110

Totale € 7100 € 7450

COSTI Prodotto € 4000 € 4300 Spese Gen.€ 1500 € 1600

Imposte € 1000 € 1050

Totale € 6500 € 6950

UTILE € 600 € 500

ATTENZIONE ALL’AUMENTO DEI COSTI VARABILI ALL’AUMENTO DELLA PRODUZIONE

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BILANCIO DI ESERCIZIO

Definizione: ELABORAZIONE DELLE SCRITTURE CONTABILI

Si divide in due parti:

RICAVI

COSTI

GIACENZE

ATTIVITA’

PASSIVITA’

PATRIMONIO NETTO

UTLE NETTO= (Ricavi + Giacenze finali) – (Costi + Giacenze iniziali)

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CONTABILITA’ INDUSTRIALE

PIANIFICAZIONE

RILEVAZIONE

CONTROLLO

Obbiettivi

Risorse

Procedure

Aquisire dati in continuo

Confronto tra valori reali

e valori preventivi

SONO RICHIESTE COMPETENZE ECONOMICHE E TECNICHE

(specialisti in contabilità e procedure)

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IL C O S T O

La voce più importante che si deve conoscere in una azienda sono i:

C O S T I

IL PREZZO DA PAGARE PER OTTENERE UN BENE O UN SERVIZIO(QUANDO IL COSTO VIENE PAGATO SI SOSTIENE UNA SPESA)

QUALI SONO I COSTI?

MATERIE PRIME

ENERGIA

PERSONALE

CONSULENZE

FINANZIARI

Ecc.

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IL C O S T O

È classificato in funzione di diversi fattori:

TEMPO

DESTINAZIONE

INCIDENZA DIRETTA

CONTROLLABILITA’

INFLUENZA SULLE DECISIONI

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IL C O S T O

COSTO IN FUNZIONE DEL TEMPO

COSTO STORICO costo di acquisto iniziale ( anno 2007 – Acciaio € 3,50 al Kg. Cs)

COSTO CORRENTE costo dello stesso prodotto se voglio acquistarlo oggi (anno 2009 – Acciaio € 3,68 al Kg.)

COSTO FUTURO dovendo programmare per il primo semestre 2010 calcolo del prezzo:

Calcolo del costo di una risorsa dopo n anni

Cn=Cs(1+i)^n (i= incremento % prezzo - n= numero anni)

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IL C O S T O

COSTO IN FUNZIONE DELLA DESTINAZIONE

COSTI SOSTENUTI PER UN DETERMINATO SETTORE

CANCELLERIA RAPPRESENTAZE COLLABORAZIONI

COSTI CHE INCIDONO SULLA PRODUZIONE

COSTI CONTROLLABILI: costi modificabili con interventi

COSTI CHE INFLUISCONO SULLE DECISIONI:scelte delle modalità di produzione

COSTI DIRETTI COSTI INDIRETTI

ACQUISTI CHE SERVONO SOLTANTO NON ASSIMILABILI

ALLA PRODUZIONE ALLA PRODUZIONE

COSTI FISSI: affitti, manodopera, utensili ecc. ( non influiscono sulle decisioni)

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

Fondamentale per una azienda è la determinazione dei costi

in funzione del prodotto

I COSTI si dividono in:

DIRETTI INDIRETTIHanno relazione solo

con il prodottoHanno poca o nessuna

relazione con il prodotto

MATERIE PRIME MACCHINE MANODOPERA

(Coefficienti di ripartizione)

Stipendi impiegati, affitto, energia, tecnici, dirigenti ecc.

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

E’ NECESSARIO DETERMINARE QUANTO INCIDE OGNI VOCE SUL COSTO DEL PRODOTTO

(COEFFICIENTE DI IMPIEGO)

ESEMPIO:

MATERIALE: 0,30Kg. Acciaio Costo € 3,50 al Kg.

MANODOPERA 10 minuti Costo € 24,00 ora/lavoro

MACCHINA 10 minuti Costo € 20,00 ora/lavoro

CALCOLO COSTO PRODOTTO: Cp= (0,30*3,50)+(10/60*24)+(10/60*20)

Cp= 1,05 + 4 + 3,34 = € 8,39

Costo per 100 pz. € 839,00 + tutti gli altri costi sono costi indiretti

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ESERCIZIO

CALCOLO DEL COSTO CORRENTE E FUTURO

Si deve preventivare un lavoro che prevede l’utilizzo di acciaio C40 per la produzione di alberi. La produzione deve avvenire nei seguenti periodi:

Giugno – Dicembre 2010

Giugno - Dicembre 2011

Giugno – Dicembre 2012.

Il materiale necessario per ogni anno è di 10400 Kg.

Per il primo lavoro, l’acciaio è stato acquistato nel giugno 2009 ad € 4,80 al Kg.

Per i successivi si prevede di acquistarlo in un unico stock, per convenienza, a giugno 2010.

Determinare:

Costo corrente (Cc)al primo lavoro;

Costo futuro (Cf) al secondo ed al terzo lavoro.

Tramite informazioni, è previsto un tasso bancario pari al 5,5% annuo.

Consegna per VENERDì 5 febbraio su foglio protocollo.

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

VALORE AGGIUNTO (Wa)

DIFFERENZA TRA RICAVO DALLA VENDITA DEL PRODOTTO

E COSTO DELLA MATERIA PRIMA

CALCOLO: Wa = RI – Cmp

Wa = € 100,00 – € 10,00 = € 90,00

VALORE AGGIUNTO PERCENTUALE

(indice di trasformazione che una risorsa ha subito)

CALCOLO Wa in % (Wp) Wp = (Wa/Ri) *100

Wa= (90/100)*100= 90%

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

RAPPRESENTAZIONE GRAFICA

Wp = 100

Wa= 100

ATTIVITA’ COMMERCIALI

ATTIVITA’ INDUSTRIALI

Quando il prodotto è comprato e venduto (non c’è trasformazione), il ricavo è vicino al costo Wa vicino a zero

10 20 30 40 50

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

ESERCIZIO:

Costruire su carta millimetrata il diagramma “VALORE AGGIUNTO” nei due casi

descritti ed eseguire i calcoli necessari su foglio protocollo. (è ammesso l’uso del computer)

COMMERCIO

Ricavo unitario prodotto 1 Ru1 62,50

prodotto2 Ru2 140

prodotto3 Ru3 210

prodotto 4 Ru4 290

prodotto 5 Ru5 380

prodotto 6 Ru6 450

prodotto 7 Ru7 700

Costo materia prima prodotto 1 Cmp1 50

prodotto 2 Cmp2 100

prodotto 3 Cmp3 150

prodotto 4 Cmp4 200

prodotto 5 Cmp5 250

prodotto 6 Cmp6 280

prodotto 7 Cmp7 450

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

INDUSTRIA

Ricavo unitario prodotto 1 Ru1 50prodotto2 Ru2 100prodotto3 Ru3 150prodotto 4 Ru4 200prodotto 5 Ru5 300prodotto 6 Ru6 450

Costo materia prima prodotto 1 Cmp1 10 prodotto 2 Cmp2 17prodotto 3 Cmp3 20prodotto 4 Cmp4 25prodotto 5 Cmp5 30prodotto6 Cmp6 40

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

COSTI - PRODUZIONE

Generalmente una azienda aumenta il suo utile quando produce e vende una quantità maggiore di prodotto

All’aumento della produzione si ha un aumento dei costi

Tipo di costi in relazione alla produzione

COSTI VARIABILI (dipendono dalla domanda e sono proporzionali all’aumento della

produzione)

COSTI SEMIFISSI ( non hanno un andamento costante, non sono proporzionali alla produzione

aumentano quando la produzione è al disopra della capacità produttiva)

COSTI FISSI (non variano al variare della produzione; esempio:stipendi, affitti, ecc.)

N.B. Alcuni costi rimangono fissi entro certi limiti di produzione dopodichè subiscono variazioni e

diventano semifissi.

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

A= variabili proporzionali

B= variabili non sempre proporzionali

C= fissi

CO

ST

I

VOLUME DI PRODUZIONE

Rappresentazione grafica dei tipi di costi

PER PIANIFICARE CORRETTAMENTE UNA STRATEGIA AZIENDALE, SI DEVONO CONOSCERE

I RICAVI, GLI UTILI, I COSTI CHE SONO DIPENDENTI DALLA PRODUZIONE E DALLE VENDITE.

I RICAVI, GLI UTILI ED I COSTI VARAIBILI DIPENDONO DAL VOLUME DELLA PRODUZIONE.

LA VARIAZIONE NEL TEMPO DEI COSTI UNITARI, NON PERMETTE LA COSTRUZIONE LINEARE DELLA VARIAZIONE

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

SI PUO’ ORGANIZZARE LA PRODUZIONE SOLO QUANDO C’E’ DOMANDA?

NO, E’ ANTIECONOMICO –

E’ NECESSARIO MANTENERE UN MINIMO DI CAPACITA’ PRODUTTIVA

PER FARE CIO’ SI DEVONO SOSTENERE DETERMINATI COSTI FISSI:

COSTI DI CAPACITA’

COSTI PROGRAMMATICI

COSTI FISSI DI CAPACITA’

MANUTENZIONE IMPIANTI

RISCALDAMENTO – ILLUMINAZIONE ECC.

RICERCA – PUBBLICITA’ ECC.

QUADRI DIRETTIVI E TECNICI

(patrimonio dell’ azienda)

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

COSA SUCCEDE QUANDO SI VUOLE PRODURRE AL DISOPRA

DELLA CAPACITA’ DELL’AZIENDA?

ESEMPIO: UNA MACCHINA UTENSILE SI FA LAVORARE 16 ORE INVECE DI 8 ORE;

AUMENTANO I COSTI FISSI (RISCALDAMENTO, ILLUMINAZIONE, SORVEGLIANZA ECC.

DIVENTANO SEMIFISSI O SEMIVARIABILI

AD UNA MAGGIORE PRODUZIONE, NON SEMPRE CORRISPONDE UN UTILE MAGGIORE

N.B. E’ IMPORTANTE PRODURRE FINO A CHE I COSTI RIMANGONO FISSI

QUESTO INTERVALLO DI PRODUZIONE E’ CHIAMATO

INTERVALLO OPERATIVO

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEGLI INTERVALLI OPERATIVI

CO

ST

I

VOLUMI DI PRODUZIONE

V1 V2 V3

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

COSTRUZIONE DELLA RETTA DELLA VARIABILITA’ DEI COSTI

N. COSTO

UNIT. €

Della materia prima nel tempo

VOLUME

PRODOTTO

COSTO

1 10 15.000 150.000

2 8,5 20.000 170.000

3 7,7 25.000 154.000

4 6,9 30.000 207.000

5 7,2 35.000 252.000

6 6,8 40.000 272.000

7 7,1 45.000 319.500

CO

ST

I PE

R P

RO

DU

ZIO

NE

VOLUME PRODOTTO

15000 20000 25000 30000 35000 40000 45000

, 319500 27200 252000 207000 170000 154000 150000

RETTA COSTO-VOLUME

Rappresenta la variazione nel tempo dei costi

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

CON QUALE VOLUME DI PRODUZIONE L’AZIENDA FARA’ UTILI?

ANALISI COSTI-PROFITTI

N.B. Il ricavo della vendita di un prodotto deve comprendere tutti i Costi Totali + Margine di guadagno

Quando l’utile sara’ uguale a zero, il ricavo e’ pari alle spese sostenute

Rt = ricavo totale Ru = ricavo unitario Vp= volume vendita Vb= volume pareggio

Ct = costi totali = (Ctu+Cvu)*V

Ctu= costo totale per unità di prodotto

Cf = costi fissi (l’azienda sostiene sempre dei costi fissi indipendenti dalla produzione)

Cvu = costi variabile per unità prodotta

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

UTILE

VOLUME PRODUZIONE

Cf

0

RAPPRESENTAZIONE GRAFICA

VOLUME DIPAREGGIO

Concludendo possiamo dire che:

V<Vp perdita V=Vp pareggio V>Vp utile

CONSIDERAZIONI: L’azienda sostiene sempre dei costi fissi indipendenti dalla produzioneProduzione nulla, azienda in perditaProduzione in crescita, ai costi fissi si aggiungono i variabiliI ricavi cominciano a compensare i costiL’utile si sposta verso valori sempre più elevati

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

PUNTO DI EQUILIBRIO (Break Even Point BPE)

COSTI / RICAVIU

Cv

Cf

BEP

UTILI

PERDITE

RICAVI

COSTI VARIABILI

BEP indica il volume di produzione per il quale i ricavi sono pari ai costi

N.B. A PARITA’ DI RICAVI, PRIMA SI INCONTRA IL PUNTO BEP MAGGIORI SONO GLI UTILI

LE AZIENDE CHE HANNO UN BASSO BEP SONO PIU’ STABILI, HANNO PIU’ Ms

Vb

VOLUME PRODUZIONE

Vp

MARGINE DI SICUREZZA

Ms = Vp-Vb

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

Prodotto Q.ta’ prodotta

Lampadine 100W 100.000

Ru= € 1,25 al pz. Cf= € 13.000,00 totali Cv= € 0,75al pz.

QUANDO SI ARRIVERA’ ALLPAREGGIO E QUANTO SARA’ L’UTILE FINALE?

DETERMINARE:

- PUNTO DI PAREGGIO ( BEP)

- UTILE FINALE

- COSTRUIRE IL DIAGRAMMA RELATIVO

ESERCIZIO

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

COSTI / RICAVI

VOLUME PRODUZIONE

U1

Cv

Cf

BEP1

U2

BEP2

VARIAZIONI TRA PROCESSI DI PRODUZIONE

Esempio degli effetti della diminuzione dei costi fissi

Vb2 Vb1 Vp

Abbassando i costi fissi si crea più utile,

Si aumenta il margine si sicurezza

Rt1

Cv1

Rt2

Cv2

Cf2

Cf1

LEGENDA

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

COSTI / RICAVI

VOLUME PRODUZIONE

U1

Cv

Cf

BEP1

U2

BEP2

Esempio degli effetti della diminuzione dei RICAVI per effetti della concorrenza

Vb2 Vb1 Vp

VARIAZIONI TRA PROCESSI DI PRODUZIONE

BEP3

Vb3

U2

Diminuzione degli utili

Diminuzione del Margine di Sicurezza

Spostamento verso Dx del BEP

Rt1

Cv1

Rt2

Cv2

Cf2

Cf1

LEGENDA

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

ESERCIZIO:

CONFRONTARE I DATI DI DUE PRODOTTI E RICAVARE LE CONCLUSIONI.

PRODOTTO 1

Pezzi prodotti 2000

Materia prima € 160.000,00

Manodopera € 220.000,00

Costi fissi € 55.000,00

Ricavo unitario € 237,00

PRODOTTO 2

Pezzi prodotti 2000

Materia prima € 47.000,00

Manodopera € 220.000,00

Costi fissi € 110.000,00

Ricavo unitario € 237,00

Determinare analiticamente:

Punti BEP – Utili 1 e 2 – Volumi di pareggio - Ricavo totale

COSTRUIRE I RELATIVI DIAGRAMMI SULLO STESSO PIANO CARTESIANO

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

ESERCIZIO: Una azienda che produce televisori LCD presenta la situazione rappresentata in tabella. Determinare analiticamente e graficamente il punto di equilibrio (BEP) sapendo che sono stati venduti 6000 pz.

DATI:

Materie prime € 420.000,00

Manodopera € 95.000,00

Spese generali € 1.510.000,00

Spese vendita € 146.000,00

Spese amministrative € 63.700,00

Spese ricerca € 150.000,00

Ricavi totali € 2.640.000,00

Nella seconda parte l’esercizio deve contemplare un aumento dei costi fissi del 2,5% ed i ricavi del 4,5%. Con i nuovi dati costruire il nuovo diagramma sullo stessa piano cartesiano e trarre le dovute conclusioni

Costruire tabella costi fissi - costi variabili - costi totali - ricavi

Sapendo che: Spese generali, Spese di vendita, Spese amministrative sono in piccola percentuale variabili (detta percentuale è a piacere)

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ORGANIZZAZIONE DLLA PRODUZIONE

CLASSIFICAZIONE DEI COSTI

Alcuni esempi di classificazione dei costi:

COSTI PER VOLUME Costi sostenuti per il volume di produzione stabilito

( Fissi – Semifissi – Variabili)

COSTI PER PRODOTTO Costo sostento per produrre un singolo prodotto

(Diretti – Indiretti)

COSTI PER SETTORE Costo riferito al settore funzionale per il quale è stata sostenuta

la spesa (Produzione – Amministrazione – Distribuzione ecc.)

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

COSTO MEDIO UNITARIO FISSO Cfu= Cf/V

COSTO MEDIO UNITARIO VARIABILE Cvu= Cv/V

RAPPRESENTAZIONE GRAFICA

Cvu

Cfu

V

Costo Medio Unitario

Produzione minima, Costo Fisso medio è massimo, Produzione massima Costo Fisso medio minimo, dipende dal volume della produzione

Produzione minima oppure Produzione massima, il Costo Variabile è costante non dipende dal volume della produzione

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

COSTO DELLE PRINCIPALI RISORSE DI PRODUZIONE

Costo della materia prima (materiali provenienti dall’esterno che serve a completare un prodotto)

da dare al materiale che va alla produzione.

Fattori di costo: giacenza di magazzino

costo di fornitura ( mai costante nel tempo)

METODI:

MEDIA PONDERALE (somma dei costi delle partite in giacenza diviso la loro quantità) – Cu=ΣQi*Cui/ΣQi

FIFO (primo entrato, primo uscito )

LIFO (ultimo entrato, primo uscito)

COSTO STANDARD (costo attribuito indipendentemente dal costo storico)

COSTO FINE MESE (alla fine del mese, si determina il costo medio del mese e si applica nel mese

successivo)

(Il valore delle giacenze è superiore rispetto agli altri metodi)

(Il valore delle giacenze è inferiore rispetto agli altri metodi)

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FIFO

ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

Giorno Q.tà Pr.Uni.

Valore Q.tà Valore Q.tà Pr.Uni. Valore

1 300

500

75

68 56.500

2 200 15.000 100

500

76

68 41.500

3 700 83 58.100

100

500

700

75

68

83 99.600

4 550 38.100 50

700

68

83 61.500

5 600 87 52.200

50

700

600

68

83

87 113.700

6 800 CALCOLARE

CALCOLARE

CALCOLARE

CALCOLARE

ENTRATE USCITE GIACENZE

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LIFO

Giorno Q.tà Pr.Uni.

Valore Q.tà Valore Q.tà Pr.Uni. Valore

1 300

500

75

68 56.500

2 200 15.000 300

300

76

68 42.900

3 700 83 58.100

300

300

700

75

68

83 101.000

4 550 38.100 300

300

150

75

68

83

55.350

5 600 87 52.200

300

300

150

600

75

68

83

87

135.550

6 800 CALCOLARE

CALCOLARE

CALCOLARE

CALCOLARE

ENTRATE USCITE GIACENZE

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ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

COSTO DELLE PRINCIPALI RISORSE DI PRODUZIONE

Costo della manodopera

Composta da:Composta da:

Retribuzione diretta (stipendio percepito dal lavoratore)

Retribuzione indiretta (ferie, mensa ecc.)

Oneri sociali (INPS – INAIL ecc.)

A carico del datore di lavoro

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PROCESSI PRODUTTIVI

CICLO DI VITA DI UN PROCESSO PRODUTTIVO

FASE FASE DI FASE

FLUIDA TRANSIZIONE STABILEFASI

TA

SS

O D

I INN

OV

AZ

ION

E

CO

NT

EN

UT

O T

EC

NO

LO

GIC

O

PRODOTTO

PROCESSO TECNOLOGICO

All’inizio un prodotto ha un alto tasso tecnologico – Più passa il tempo e più il tasso di innovazione diminuisce, infine non si riesce più a produrre innovazione sul prodotto

Fase fluida di ricerca

Maturità tecnologica e produttiva

Fase stabile quando non sono possibili modifiche di processo tecnologico e produttivo

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PROCESSI PRODUTTIVI

SINDROME DEL VELIERO

Alla fine della fase statica occorre capire per tempo quando è necessario cambiare prodotto o affrontare la sua evoluzione tecnologica

CESSAZIONE NO EVOLUZIONE TECNICA NO

Quando si rimane attaccati per lungo tempo legati ad una produzione obsoleta

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PROCESSI PRODUTTIVI

DIVERSIFICHIAMO! (rimanendo nello stesso campo)

Problematiche del cambiamento:

INDAGINE DI MERCATO –

PROGETTAZIONE DEL

PRODOTTO -

COSA VUOLE LA GENTE?

CHE PROBLEMI O CHE ASPETTATIVE DEVE SODDISFARE IL NUOVO PRODOTTO?

PRELIMINARE

FINALE

Soluzioni possibili (quale la migliore?)

Affidabilità

Problematiche future (manutenzione)

Durata (per quanto tempo deve grantire le

prestazioni per cui è stato progettato)

Prototipo

Processo produttivo

Problemi del Processo

Disegni complessivi e particolari

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PROCESSO PRODUTTIVO

In base a quanto definito si passa alla scelta del

PROCESSO DI FABBRICAZIONE

Prima di decidere è importante definire la scelta dei fattori che lo influenzano

La domanda prevista (quantità in unità tempo stabilita)

La standardizzazione dei componenti (parti con processo produttivo simile)

Il ritmo di produzione (pezzi per unità di tempo)

La ripetitività dei cicli (da discontinuo a continuo?)

La difficoltà di lavorazione (innovazione tecnologica presente)

(potenzialità dell’impianto: continuo, discontinuo, inertmittente

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PROCESSO PRODUTTIVO

IL PROCESSO DI FABBRICAZIONE può essere:

OCCASIONALE DISCONTINUO RIPETITIVO CONTINUO

LOTTI LOTTI RIPETUTI GRANDE SERIE GRANDISSIMA

(dipende dal mercato) SERIE(Pochi esemplari)

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PROCESSO PRODUTTIVO

RAPPRESENTAZIONE GRAFICA TIPO DI PRODOTTO/TIPO DI PROCESSO

A

B

C

D

LOTTI LOTTI Ripetuti GRANDE serie GRANDISSIMA serie

CONTINUO

RIPETITIVO

DISCONTINUO

OCCASIONALE

A= Navi B= Auto serie limitate C= Frigoriferi D= Viterie

Sale sopra la linea: investimenti attrezzature specializzate, scarsa flessibilità, incidenza sui costi unitari piccola.

Scende sotto la linea: investimenti fissi limitati, struttura flessibile, costi unitari elevati, attrezzature non specialis.

Produzione

Processo

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PROCESSO PRODUTTIVO

AUTOMAZIONE: meccanica+elettronica+informatica

La scelta del livello di automazione, dipende dal processo produttivo scelto.

Per la sua scelta si devono considerare vari fattori:

VELOCITA’ E QUALITA’ FACILITA’ E SICUREZZA FLESSIBILITA’

TIPO DI MANODOPERA RICHIESTA TEMPI DI ATTREZZAGGIO

RISCHIO DI OBSOLESCENZA FACILITA’ E FREQUENZA DI MANUTENZIONE

COSTO DELLE SOLUZIONI

Per livello di automazione si intende l’insieme di macchine flessibili e specializzate

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PROCESSO PRODUTTIVO

TIPIOLOGIE DI AUTOMAZIONE

CENTRO DI LAVORO (MC) entri polifunzionali – controllo automatico della macchina

e cambio automatico utensile o attrezzature

ROBOT INDUSTRIALI (IR) manipolatori programmabili governato automaticamente

Industrial Robots si muovono nella direzione desiderata

SISTEMI FLESSIBILI (FMS) integrano le caratteristiche dei centri di lavoro e dei robot per

la movimentazione automatica – consente la produzione di

piccoli lotti a costi contenuti – produzioni variabili –

diversi tipi di produzione

PRODUZIONE INTEGRATA

DA COMPUTER (CIM) integrazione tra informazione e processo produttivo

le informazioni commerciali sono comunicate al processo che

varia la quantità ed il modello in funzione della vendita

Machining Center

Flexible Manifacturing Systems

Computer Integrated Manifacturing

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PROCESSO PRODUTTIVO

QUANDO E’ STATO DEFINITO IL PRODOTTO DA COSTRUIRE, SI ORGANIZZA IL:

PIANO DI PRODUZIONE(Tutte le operazioni necessarie a realizzare il prodotto nuovo in una fabbrica esistente o da costruire)

COSA prodotto indagine di mercato

QUANDO periodo stagionale o altre situazioni

QUANTO quantità prev. comm.ne ricerche di mercato

COMEprocesso tecnologico + efficiente e - costoso

DOVE località in funzione dei costi e strutt.

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PROCESSO PRODUTTIVO

PRODUZIONE (INSIEME DI AZIONI DA COMPIERE PER AVERE IL PRODOTTO FINITO)

TUTTA INTERNA PARZIALMENTE INTERNA TUTTA ESTERNA

DOVE

COME

IN SERIE A LOTTI JUST INN TIME

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PROCESSO PRODUTTIVO

PRODUZIONE IN SERIE

COSTRUIRE ELEMENTI DI UN COMPLESSIVO UNO INDIPENDENTEMENTE DALL’ALTRO ASSICURANDONE

L’INTERCAMBIABILITA’

TIPI: piccola serie; media serie; grande serie

NECESSITA DI INVESTIMENTI COSTOSI IN MACCHINARI

(Elevati costi di ammortamento che sono COSTI FISSI (Cf)

inversamente proporzionali al volume di produzione)

Costo Unitario Cu = Cf / V

Produzione conveniente per un elevato volume di produzione

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PROCESSO PRODUTTIVO

PRODUZIONE A LOTTI

FABBRICAZIONE DI UN LIMITATO NUMERO DI ESEMPLARI (min.2)

(Generalmente è una produzione su commessa)

Non è garantita l’intercambiabilità tra lotti diversi

Le dimensioni della commessa indicheranno il ciclo di produzione appropriato

E’ necessario ricorrere ad attrezzature ad ampia flessibilità

La produzione di un determinato articolo può ripetersi e avremo

PRODUZIONE A LOTTI RIPETIBILI

N.B. La produzione a lotti ripetibili assomiglia molto alla produzione in serie

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….

PROCESSO PRODUTTIVO

LE PRODUZIONI IN SERIE O A LOTTI POSSONO ESSERE:

CONTINUA INTERMITENTE

Un solo ciclo di produzione a tempo indeterminato

Quando l’impianto è predisposto per produrre prodotti simili contemporaneamente

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PRODUZIONE

PRODUZIONE CONTINUAPer questo tipo di produzione è importantissimo lo studio preventivo del processo produttivo

Produzione Continua:

Macchine non modificabili

nella loro successione

( es. Impianto siderurgico)

Costi unitari (Cu) contenuti –

Operazioni ottimizzate

Rendimenti elevati

Controlli standardizzati

VANTAGGI SVANTAGGI

Scarsa flessibilità dell’impianto

Elevati costi dell’impianto

Stop per qualsiasi inconveniente

A ciclo tecnicamente obbligato A ciclo libero

Macchine che posono svolgere anche altre

operazioni

( es. industria meccanica)

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PRODUZIONE

PRODUZIONE INTERMITTENTE

A ciclo tecnicamente obbligato A ciclo libero

Il processo di produzione può variare le attrezzature ed il materiale in

lavorazione in funzione delle richieste di mercato ( intermittenza di carattere

temporale ( Ind. Automatizzata)

Macchine che posono produrre

contemporaneamente più prodotti (più cicli produttivi es. industria meccanica con

più commesse contemporaneamente)

VANTAGGI

Adattare la produzione alle

richieste di mercato

Elevato grado di saturazione

produttiva delle macchine

SVANTAGGI:

Costi produttivi più elevati

Trasporti interni più difficili

Controllo prodotti più laboriosi

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PRODUZIONE

Stabilito, il tipo di produzione in funzione del prodotto e del mercato, si decide

Sul tipo di dislocazione interna alla fabbrica del processo produttivo.

PRODUZIONE PER REPARTI PRODUZIONE IN LINEA

Reparto è quella zona all’interno della fabbrica, dove si svolgono le lavorazioni uguali o simili.

( saldatura, fresatura, tornitura ecc.)

Linea di produzione è una successione consecutiva di posti di lavoroche eseguono una operazione in tempi uguali

M1

M2

REP.1 REP.2

REP.3 REP4

UF.1

UF.2

UF.3

M.U. 1 M.U.2 M.U.3 M.U..4

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PRODUZIONE

PRODUZIONE PER REPARTI

I reparti possono essere dislocati anche in fabbriche diverse

Gli operai hanno esperienza e possono controllare su più macchine

Attrezzi e utensili comuni rimangono nel magazzino del reparto

I pezzi passano da un reparto all’altro in modalità

FLUSSO TOTALE DEL LOTTO FLUSSO DI SOTTOLOTTI

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PRODUZIONE

DIAGRAMMI CARICO-MACCHINA (o di Gantt)

FLUSSO DEL SOTTOLOTTO

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Torni

Fresatrici

Trapani

Rett.ci

REPARTI

TEMPI

Torni

Fresatrici

Trapani

Rett.ci

REPARTI

TEMPI

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

FLUSSO TOTALE DEL LOTTO

Tempo preparazione macchine

Tempo Lav.ne lotto

Tempo lav. sottolotti

Legenda

BA

A B

AB = TEMPO TOTALE

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PRODUZIONE

PRODUZIONE IN LINEA

TORNIO FRESATRICE TRAPANO RETTIF.CE

Semilavorati

Pezzitorniti

Pezzifresati

Pezziforati

Pezzifiniti

Nella produzione in linea occorre mantenere il ritmo o cadenza

Magazzini interoperazionali (utili per eventuali interruzioni di flusso)

Tempo che intercorre tra l’uscita di un pezzo e il successivo

Esempio:

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PRODUZIONE

PRODUZIONE IN LINEA

Saturazione delle macchine utensili

N.B. La produzione va organizzata in modo tale che macchine utensili vanno fatte lavorare al massimo della loro capacità produttiva

Esempio: Per produrre un pezzo sono necessarie lavorazioni di tornitura, fresatura, trapanatura, rettificatura. Per ogni lavorazione necessita un tempo di lavorazione diverso.

Tempi per lavorazione:

tornitura 10 min.

fresatura 12 min

trapanatura 8 min.

rettificatuara 14 min. TORNIO FRESATRICE TRAPANO RETTIFICA

20 MIN.

15 MIN.

10 MIN.

5 MIN.

TEMPO

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PRODUZIONE

TORNIO FRESATRICE TRAPANO RETTIFICA

20 MIN.

15 MIN.

10 MIN.

5 MIN.

CALCOLO % DI LAVORO (saturazione)

Tornio = 100*(10/14) = 71%

Fresatrice = 100*(12/14) = 85%

Trapano = 100*(5/14) = 35%

Rettifica = 100*(14/14) = 100%

UTILIZZO NON OTTIMALE DELLE MACCHINE UTENSILI

Cadenza delle operazioni 14 minuti (lavorazione più lunga)

Le altre macchine producono lo stesso numero di pezzi della rettificatrice

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PRODUZIONE

SOLUZIONI: AUMENTO DEL NUMERO DI MACCHINE CHE HANNO UN TEMPO Più ALTO

ORE STRAORDINARIO PER MACCHINE CHE HANNO UN MAGGIO TEMPO DI LAVORO

UTILIZZO DELLE MACCHINE CON MINOR TEMPO DI LAVORO PER ALTRE PRODUZ.

UTILIZZO PER MENO ORE AL GIORNO DELLE MACCHINE CON MINOR TEMPO DI LAVORO

Se si vuole arrivare alla massima produzione si incrementa il numero di macchine utensili che hanno tempi di lavoro maggiori (in questo caso mettendo in linea due rettificatrici.

TORNIO FRESATRICE TRAPANO RETTIFICA

20 MIN.

15 MIN.

10 MIN.

5 MIN.

IL NUOVO RITMO E’ ORA IMPOSTATO SULLA FRESATRICE

Calcolo della percentuale di saturazione

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PRODUZIONE

TORNIO FRESATRICE TRAPANO RETTIFICA

20 MIN.

15 MIN.

10 MIN.

5 MIN. Due fresatrici in linea

Il Ritmo è dato dal tornio

TORNIO FRESATRICE TRAPANO RETTIFICA

20 MIN.

15 MIN.

10 MIN.

5 MIN. Due torni in linea

Il Ritmo è dato dal trapano

Calcolo della percentuale di saturazione

dei due casi

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PRODUZIONE

Se l’aumento della capacità produttiva riguarda brevissimi periodi mentre normalmente la produttività soddisfa le richieste del mercato, si può pensare

di aumentare le ore lavorative di alcune M.U.

Per variazioni di produzione più consistenti (occupano un periodo molto lungo) si interviene aumentando il numero delle M.U., in questo caso in

fase di progettazione si deve lasciare spazio laterale per la loro allocazione.

Se si prevedono variazioni di prodotto, occorre una modifica della linea, lavoro del quale occorre determinarne i costi e calcolare se i maggiori

ricavi compensano con un utile le spese che si sosterranno

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PRODUZIONE

PRODUZIONE PER MAGAZZINO

Questa produzione riguarda prodotti con richiesta di mercato medio-alta

La produzione viene determinata su analisi previsionali

La produzione presenta perciò un certo margine di incertezza.

Questo sistema comporta un immobilizzo di capitale dovuto all’immagazzinamento dei prodotti

I magazzini devono contenere il minor materiale possibile ma soddisfare tutte le richieste.

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PRODUZIONE

Tipi di Magazzino

Materie Prime (Materiali che servono alla realizzazione del prodotto, laminati, ecc.)

Materiali ausiliari (non fanno parte del prodotto finito ma aiutano la realizzazione, oli, utensili)

Materiali di consumi (non entrano a far parte del prodotto finito, tipo cancelleria ecc.)

Semilavorati (Accumulo intermedio di pezzi delle varie lavorazioni)

Prodotti finiti (pronti alla vendita o all’invio presso i mag. Periferici)

Periferici (prodotti finiti vicino ai mercati locali)

Attualmente la tendenza è di ridurre al minimo le giacenze di magazzino –

Si va verso una gestione “a domanda”, attivata su un ordine

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PRODUZIONE

PRODUZIONE PER COMMESSA

Quando una lavorazione viene attivata su ordine di un cliente

Vantaggi: assenza di magazzino

Svantaggi: - produzione flessibile ( M.U.costose)-

- manodopera polivalente-

- programmazione in tempi brevi –

- decisioni rapide e adattamento alle richieste del cliente

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PRODUZIONE

JUST IN TIME

Modello produttivo che coniuga minimo investimento e costi di produzione ( minime scorte)

Soddisfacendo le richieste di mercato “ produrre quantità giusta al momento giusto”

CONDIZIONI: - Fabbricare gli stessi prodotti e più tipi al giorno -

- lotti di produzione ridotti –

- riduzione dei tempi di attrezzaggio e ridotto tempo fermo macchina -

- qualità del prodotto eccellente -

- i fornitori devono fornire semilavorati senza difetti (non ci sono scorte) -

- riduzione del LAND TIME (tempo necessario a cambiare produzione) -